India del Sud: Tamil Nadu, Kerala e Karnataka
Organizziamo tutto con molta fretta, e questa volta anzichè viaggiare con un minigruppo di amici, decidiamo di partire da soli, ovviamente con l’appoggio sul posto di un’auto con autista. Vista la nostra esperienza sconsiglio di avventurarsi da soli, soprattutto durante la stagione monsonica, le strade sono molto spesso inagibili, ed è quindi molto frequente il cambio di percorso, per cui non conoscere bene la zona potrebbe essere un problema. La guida a destra, il traffico folle, le mucche in strada fanno il resto… Oltretutto l’accoppiata auto/autista ha costi realmente molto bassi, ne vale sicuramente la pena.
Comunque si parte, Lufhtansa da Milano via Francoforte, come al solito tutto perfetto, incluso l’orario. Il nostro arrivo e punto di partenza è Chennai, (la vecchia Madras), dove arriviamo in piena notte con un caldo afoso al limite della sopportazione umana. La folla di taxisti, guide turistiche, albergatori… In attesa all’uscita dell’aeroporto è impressionante. Qui facciamo la conoscenza del nostro autista per questi 20 giorni in India. Ci spostiamo subito a Mahabalipuram, e prendiamo alloggio al Fisherman’s Cove Hotel, in un piccolo cottage. Stanchi morti una dormita è obbligatoria… Il mattino seguente ci svegliamo col rumore della risacca, per scoprire che il nostro cottage è a circa 5m dalla spiaggia sul Golfo del Bengala… Lo spettacolo è mozzafiato, e l’idea di okkupare il cottage a vita prende corpo… 🙂 Si parte subito a bordo di una caratteristica Ambassador bianca col nostro autista Mani, verso Kanchipuram per visitare alcuni templi dedicati a Shiva e Vishnu.
Pur sapendo prima della partenza cosa avremmo trovato, e le grosse differenze che ci sono tra questa zona ed il nord del paese, restiamo comunque impressionati dall’architettura di questi templi, e dall’uso del colore sulle raffigurazioni delle divinità…
Al pomeriggio rientriamo in albergo per un riposino… Che dura ben 5 minuti…
Come al solito nei nostri viaggi utilizziamo tutto il tempo disponibile, per cui via sul lungomare a piedi per qualche chilometro, sino a che incontriamo sulla spiaggia un gruppo di pescatori al lavoro. Ci raccontano di come lo Tsunami del 2004 abbia portato loro via tutto quello che avevano, ma allo stesso tempo ci mostrano fieri il loro villaggio ricostruito ed equamente diviso tra induisti, musulmani e cattolici, oltre a farci notare alcune barche regalate loro dai nostri alpini grazie alle quali hanno potuto rimettersi al lavoro. A questo punto un giro all’interno del villaggio è d’obbligo… Facce sorridenti, chiacchierate spontanee con gli abitanti come se fossimo lì da sempre… Giriamo per qualche ora poi al tramonto si rientra in albergo per cenare.
Il mattino seguente si parte per i templi di Mahabalipuram, splendidi come al solito, con tanto di incontro con un autobus di pellegrini in viaggio per il Tamil Nadu. Anche in questo caso la curiosità è fortissima per tutti, quindi… Altra oretta di conversazione con mille domande…
ma i loro volti raccontano più di mille parole.
Finalmente riusciamo a rompere il ghiaccio con Mani, sino ad ora si è sempre rivolto a noi con “Sir”… Etc etc… Ora è uno di noi, si passa la sera assieme in giro a piedi per le città, e si cena fuori dagli hotel in posti che lui frequenta durante questi giri turistici che fa da 10 anni.
Mani è un ragazzo di 35 anni, sposato con 2 figli e vive, quando il lavoro lo consente, a Chennai.
Si parte poi per Pondicherry, città dove è ancora fortissima la presenza storica dei francesi.
Qui le chiese sono veramente molte, ed è frequente vedere raffigurazioni di Gesù o della Madonna vestiti con un sarii, così come vedere due donne induiste inginocchiate davanti alla Madonna.
Sul lato opposto della strada, circa 4m, c’è la moschea, con il cortile della scuola coranica affollata di ragazzini… 4m… Quattro metri…Mentre pù in là il tempo per Shiva. Un rapido salto al mercatino dei fiori e della frutta, dove vediamo finalmente come vengono preparate quelle splendide ghirlande di fiori che abbiamo visto tra i capelli di tutte le ragazze.
Le foto si sprecano su loro richiesta, la più gettonata è ovviamente… Mia moglie… Bianca.
Hanno una ossessione per il colore della pelle, più chiara è meglio è, tanto che anche i cartelloni pubblicitari per strada raffigurano modelle di uno strano colore di pelle schiarito in stampa.
Mi chiedono di spedire loro copia di quegli scatti, promessa mantenuta.
Il mattino seguente si parte verso Tanjore, con tappa sulla strada in un piccolo villaggio di 10 case fatte di fango ma con 10.000 bambini… Questa gente non ha nulla, ma i loro occhi sono qualche cosa che difficilmente dimenticheremo…
Si continua con una sosta al grande complesso di Gangaikondacholapuram dedicato a Shiva.
Arriviamo infine a Tanjore, dove visitiamo il museo, aspettando che il sole scenda un pochettino per spostarci al tempio di Brihadishwara, uno dei più importanti di arte dravidica.
Di nuovo in movimento, ora andiamo verso Trichy per visitare l’impressionante fortezza costruita su una collina. Prima però una sosta al tempio di Ranganathaswami, un immenso complesso religioso dedicato a Visnu ed utilizzato anche come luogo per i funerali. Sul ghat vediamo infatti molti bambini con la testa completamente rasata e donne col capo coperto da cenere. In tutto questo non mancano bramini che celebrano riti per coppie in crisi e single in cerca di moglie (la foto dell’uomo con la palma, la palma nel rito raffigura la donna che sta cercando). Stonano un pò i cellulari nelle mani dei bramini, più che bramini sembrano broker…
Si rientra a Tanjore ed il mattino dopo partiamo per Madurai. Sulla strada ci fermiamo in un piccolo tempio al quale si accede tramite un lungo viale con ai lati migliaia di statue raffiguranti cavalli. Mani ci spiega che il tempio è famoso per la fertilità, e che ogni cavallo è un dono fatto da una coppia al tempio per l’arrivo di un bambino. All’interno ci sono una decina di persone, alcune al lavoro per preparare riso, altri dediti alla pulizia delle statue raffiguranti le divinità. Ci colpisce il monaco con gli occhiali, ha più di 80 anni, ma nemmeno lui lo sa con precisione, è esile da spavento, ma ci accompagna per tutta la nostra sosta spiegando in lingua Tamil la storia del tempio.
Si riparte per arrivare a Madurai, palazzo reale e tempio di Minakshi, veramente immenso. Anche se non sono amante dello shopping, consiglio di dare un’occhiata qui per gli splendidi tappeti, alla peggio fate un salto sul tetto, qui tutti hanno una balconata dalla quale avrete degli scorci meravigliosi sul complesso di Minakshi.
Via da Madurai, lasciamo il Tamil Nadu ed entriamo in Kerala, prima tappa Periyar. Il clima cambia, lasciamo un cielo azzurro con caldo umido per entrare in una zona… Molto più calda e molto più umida… E poi piove…
Le montagne che separano il Tamil dal Kerala fanno da scudo per le nubi monsoniche, che scaricano qui più che altrove il loro carico d’acqua.
2 piccole soste durante la tappa in una piccolissima città vicino alla frontiera (tra Tamil e Kerala c’è una vera e propria frontiera, a causa di dispute che per molti anni hanno reso tesi i rapporti tra i 2 stati), e in una “lavanderia” aperta nel letto di un fiume. Siamo in Kerala, qui si parla un’altra lingua e si scrive in modo completamente diverso, persino Mani non capisce cosa dicono. Per fortuna qui parlano tutti inglese…
Una prima tappa (che sconsiglio a tutti durante la stagione monsonica) è il giro in battello sul lago artificiale all’interno della riserva di Periyar . In questo parco vivono numerosissime specie animali, che scendono sulle rive del lago per bere. Durante il periodo monsonico c’è acqua in abbondanza anche sulle colline, per cui non scendono affatto sul lago. Queste 2 ore in battello, con un freddo porco e una pioggia incessante, somigliano sempre più alla classica gita fantozziana, sul battello c’è un gruppo di tedeschi che ogni minuto “vede” specie animali inesistenti, o scambia un ramo in acqua in un COCCODRILLO, o un gruppo di pecore in un branco di ELEFANTI… 🙂 Nel pomeriggio una interessantissima visita da una piantagione di spezie, devo ammettere che pensavo fosse una bufala per turisti, in realtà si è rivelata molto interessante, anche se fatta nel pantano sino alle caviglie.
Siamo più fortunati il giorno seguente, non piove. Andiamo verso Kottayam, ci fermiamo in una piantagione di tè, e riusciamo ad infiltrarci assieme ad un gruppetto di monaci in viaggio spirituale nel Kerala, in una visita che spiega come viene prodotto il tè appunto. La cosa divertente è che tutti hanno notato che… Non siamo monaci, ma nessuno ci ha detto nulla ! 🙂 Arriviamo a Kottayam e ci imbarchiamo in una splendida House Boat per un giro nelle Backwaters.
C’è addirittura la camera da letto con televisione, ma il vero spettacolo è fuori. Restiamo in navigazione per circa 6 ore in un paesaggio che… Se non è questo il paradiso… Poco ci manca.
Comunità intere vivono in questo dedalo di canali, in una natura mozzafiato. INDIMENTICABILE.
Si continua in serata per Kochi… Dormita e il mattino seguente visita della città.
La sera andiamo in un piccolo teatro nelle vicinanze dell’hotel. Il teatro è aperto in modo che gli spettatori possano assistere alle operazioni di trucco che vengono fatte direttamente sul pascoscenico. La maestria con la carta, utilizzata per creare le barbe dei personaggi, ed il colore del trucco è notevole.
Prima del vero spettacolo c’è una “spiegazione” della mimica utilizzata nel teatro classico indiano, dove non vengono utilizzati i dialoghi, e tutto è affidato alla mimica del corpo e del volto.
Spettacolo molto interessante e chiacchiere obbligatorie col capo compagnia che mi racconta felice di quando un anno fa, erano stati inviatati a Torino per una rappresentazione.
A nanna e il mattino dopo, via corsa in salita sulle montagne verso Coimbatore dove prenderemo un trenino che ci porterà sino a Ooty, a 1800 m di altitudine. Lungo la strada foriamo una gomma. Le operazione di cambio gomma su un tornante strettissimo, tra lo sfottò di un nutrito gruppo di scimmie che assiste sul ciglio della strada, sono velocissime. E’ una vera corsa contro il tempo, ma Mani riesce comunque, guidando come un forsennato tra camion, autobus, cristiani, induisti e mucche… Ad arrivare a Coimbatore a 3 minuti dalla partenza del nostro treno, un vero miracolo.
Prendiamo il trenino che si arrampica in un panorama spettacolare sino a Ooty.
Qui fa un freddo bestiale, tanto da farci cenare con maglione di lana e stufa accesa in camera per tutta la notte.
Il mattino seguente si riparte, prossima meta Mysore nello stato del Karnataka.
Si torna al caldo. A Mysore visitiamo il palazzo, dimora del vecchio raja, spettacolare.
Continuiamo con la visita del mercato di fiori e frutta..
Al pomeriggio, facciamo un giro a piedi in città, andiamo alla stazione degli autobus, luogo ideale per incontrare un riassunto di popolazione, e giretto in autobus, esperienza da non perdere… Donne avanti e uomini sul fondo.
Scendiamo dal bus in pieno centro… Toh… C’è un cinema… Che fare ? Possiamo perderlo ? Certo che no, e allora dentro ! Si proietta “Shivaji – The Boss”, con un famosissimo attore del Tamil.
Alla cassa ci sfottono, ma sempre in modo simpatico. D’altra parte per loro vedere degli europei che non capendo un’H della lingua Tamil entrano in un cinena… Lo spettacolo è, come per tutti i film indiani, mozzafiato, volume a palla, quasi a dar fastidio ai timpani. La sceneggiatura è classica, il buono, il cattivo, lo scemo, la bella.
Tutto finisce ovviamente bene, ma noi dobbiamo lasciare il cinema prima della fine del film, stasera, cosa che accade una sola volta al mese, il palazzo del raja verrà illuminato da migliaia di lampadine. Spettacolare.
C’è gente che arriva da tutto il Karantaka per assistere a questo evento, anche se piove a dirotto.
Un salto a ritirare il sarii che Rosy, mia moglie, ha fatto tagliare a misura nel pomeriggio da un sarto in strada, e a nanna. Il mattino seguente si riparte attraverso le risaie verso Somnathpur al tempio di Keshala dedicato a Vishnu.
Il giorno dopo ci spostiamo verso il santuario giainista di Svranabelagola. Piedi scalzi e scalinata mozzafiato (questa volta nel vero senso della parola) di 620 gradini per arrivare al tempio. Arrivati in cima il premio però è vedere la splendida statua monolitica dedicata alla divinità Gometeshwara. All’interno del tempo vediamo anche alcune foto con la statua durante i festival religiosi, quando sulla statua stessa viene versato un intruglio di latte di cocco e zafferano che dona alla statua un colore particolarissimo.
Si continua poi verso altri 2 templi in stile Hoysala, estremamente belli. Siamo arrivati ora a Belur per poi continuare verso il tempio di Halebid, quest’ultimo veramente incredibile per le sue sculture e le finiture dei bassorilievi.
E’ quasi finita, abbiamo un’ultima tappa a Bangalore, una città sovrapopolata, diventata la Silicon Valley dell’India grazie all’apertura di moltissime aziende che operano nel settore informatico.
Un rapido giretto in città, visita all’affollatissimo mercato per l’acquisto di alcuni DVD (non potevo non acquistarli !), per poi trovare pace in uno splendido parco in centro, una vera oasi in questa megacittà totalmente bloccata dal traffico e con uno smog a livelli assurdi.
In nottata il viaggio finisce con il volo verso casa.
E’ stata, come peraltro ci aspettavamo, un’esperienza magnifica, la gente è estremamente ospitale, è facilissimo muoversi all’interno delle città, non abbiamo mai avuto sensazioni di pericolo, sia di giorno che di notte. Il clima, anche se in piena stagione monsonica, è stato buono con noi, la cucina è ottima, anche se dopo qualche giorno si comincia a chiedere pietanze “no spiced” nella speranza VANA che arrivi qualche cosa di non troppo speziato.
Secondo noi è un viaggio da fare perlomeno una volta nella vita, ma ricordate che è un viaggio, non sempre una vacanza.
Alcuni semplici consigli, se potete evitate di pranzare o cenare negli hotels, i prezzi sono circa 10 volte maggiori di quanto paghereste fuori. Evitare le telefonate dagli hotel. Portatevi un repellente per insetti, fate la profilassi antimalarica (noi avendo organizzato in tutta fretta non abbiamo potuto farla, ma una strana febbriciattola al rientro ci ha spaventato anche non poco…), non bevete acqua che non provenga da bottiglie di minerale CHIUSE (controllatele, spesso sono aperte perchè “ricaricate”).
Noi abbiamo mangiato di tutto e ovunque senza alcun problema, non fatevi spaventare da tutte le limitazioni sull’alimentazione suggerite da alcune guide.
Provate un massaggio ayurvedico totale in Kerala (70 minuti circa), ma non dentro l’hotel, in strada ci sono piccoli studi che costano 50 (cinquanta) volte meno che in albergo.
La stagione migliore per questo viaggio è nel nostro inverno (dicembre-febbraio) anche perchè tutto il sud si colora per le feste religiose.
Per chi fosse interessato, io ho ancora il numero di celluare di Mani, se ve la cavicchiate con l’inglese, è possibile escludere tutti gli intermediari dall’organizzazione, lui ormai conosce tutti i posti, gli hotel, le guide etc etc per poter organizzarvi un viaggio personalizzato, dategli qualche giorno ed in base alle vostre necessità, vi prepara il percorso e suggerisce gli hotel. Se siete ancora più alla mano, partite senza prenotare hotel, così vi ci porta lui e scegliete voi sul posto.
Vi assicuro che in questo modo i costi per questo viaggio si abbattono del 50/70% secco rispetto all’equivalente tramite agenzia-tour operator-corrispondente in India.
Se vi servissero altre info, email me cliccando su QMax nelle pagine del mio FotoBlog.
Credo di averla fatta fin troppo lunga, eppure a me non piace scrivere.
Evidentemente il tema è così appassionante da avermi preso la mano.
D’altra parte se siete arrivati a leggere sino a qui, è perchè l’argomento interessa anche a voi.
Ora vado a vedermi “Shivaji – The Boss”, che non so ancora come andava a finire ! 🙂 Max La recensione è accompaganata dalle foto che trovate a questo indirizzo: http://qmax.Altervista.Org