India del Sud e Dubai
Quindi è con una certa riluttanza che organizziamo, dopo 15 anni, un ritorno in India, questa volta del Sud.
Fissiamo, come data di partenza, il 12 di gennaio per due ordini di motivi: fuggire i rigori invernali della pur temperata Sicilia e godere delle ottime condizioni climatiche -assimilabili al nostro mese di giugno- del Kerala e del Tamil Nadu (che intendiamo visitare) in questo periodo. Scegliamo di partire con gli Emirates per la fama (non tradita) di orari rispettati e di comfort e per potere effettuare, al ritorno, uno stop-over di 48 ore a Dubai. L’organizzazione tecnica del viaggio l’affidiamo all’agenzia Primavera viaggi di Firenze.
Partiamo, in dieci, da Siracusa, alle ore 3 del mattino per arrivare a Cochin, in perfetta forma, alle ore 8 del 13 gennaio.
Notiamo immediatamente che, rispetto a 15 anni orsono, non ci sono mendicanti, la città è pulita, non ci sono famiglie che dormono per le strade. Merito, ci dicono, del governo comunista, liberamente eletto nel 1957 ed ancora in carica. Il traffico, invece, è immutato, con una differenza: nel 1996 le strade erano brulicanti di persone ed animali, ora ci sono mezzi di ogni tipo i cui conducenti suonano il clacson in continuazione e non rispettano alcun articolo del codice stradale (ammesso che ci sia ). Al pari di 15 anni orsono, per gli spostamenti da una città all’altra non si superano i 35 Km l’ora.
Premesso che un viaggio in India del Sud è per viaggiatori e non per turisti (peraltro non ne abbiamo incontrati), mi limiterò ad alcuni consigli sui luoghi che, a mio avviso, vanni visti e sui luoghi che si possono sorvolare.
Cochin
Il Rosary Convent: la prima missione cattolica che ho incontrato nel mio lungo girovagare per il mondo. I bambini ci accolgono con danze e, nelle scuole, con canti ed applausi. Vedo che i bambini vengono trattati bene e, per la prima volta in vita mia, lascio un contributo non alla chiesa ma alle monache che credono in quello che fanno.
Passeggiata sul lungomare: da vedere il forte portoghese e le reti cinesi le quali, nel pomeriggio, vengono immerse, con un sistema di contrappesi, nella laguna per ritornare in superficie cariche di pesci e di inaspettati serpenti marini.
Tradizionale danza Kathakali: basata essenzialmente sui movimenti del viso e, in particolare, degli occhi. Per comprendere bene questo tipo di danza consiglio di leggere il romanzo “Padrona ed amante” di Anita Nair. Vale anche come introduzione al Kerala.
Città da visitare.
Alleppy
Lungo le coste del Malabar. In un dedalo di canali del delta fluviale.
Ci imbarchiamo su delle barche di bambù tenute insieme da spaghi di fibre di cocco. Queste barche venivano usate, nel passato, per trasportare carichi di riso. Ora sono state trasformate in alberghi galleggianti di lusso ed utilizzate per osservare l’ecosistema del luogo e l’attività degli agricoltori e pescatori che vivono lunghe le rive del fiume. Escursione dal primo pomeriggio al mattino successivo.
Buona per turisti.
Trivandrum
Tempio di Shree Padmanabhaswamy: tantissimi pellegrini. Vietato ai non indù l’ingresso al tempio.
Si può sorvolare.
Powar
Da soggiornare nel resort “ Isola Di Cocco”, sia per la bellezza del luogo in cui è situato sia per la possibilità di effettuare, dal molo dell’albergo, delle escursioni in barca nei canali che circondano il sito. E’ possibile vedere scene di vita quotidiana delle comunità che vivono lungo i canali, una rigogliosa flora e migliaia di uccelli fra cui aquile di mare, cormorani, aironi, martin pescatori…. Il resort è attrezzato anche per i massaggi ayurvedici con l’olio caldo..
Suchindram
Il tempio, la cui visita è vietata ai non induisti, è dedicato alla Trimurti. Di lato la vasca rituale con al centro un tempio.
Da vedere, in quanto viene di passaggio.
Capo Comorin (Kanyakumari)
Punta estrema dell’India affacciata sull’oceano indiano, sul mare arabico e sul golfo del bengala. Tantissimo folclore: suonatori, pellegrini, bancarelle, allegra confusione. Con un battello, dopo una lunga e piacevole fila “indiana”, ci rechiamo al memoriale del guru Vivekananda costruito su una roccia scelta dall’asceta come luogo di meditazione. Su uno scoglio accanto, la statua, alta 40 mt., dedicata al poeta Tirukaralli.
Siamo nel Tamil Nadu. La sporcizia impera. Indispensabile portare dei calzini di riserva per entrare nei templi. Tanti mendicanti.
Da vedere.
Madurai
Tempio Sri Meenakshi dedicato a Parvati, consorte di Shiva. E’ un complesso spettacolare: le mura di cinta racchiudono un insieme labirintico di sale, cortili, edifici, corridoi. Quattro gopuram di 50 mt sono disposti secondo i quattro punti cardinali.
Museo dedicato a Gandhi e mercato dei fiori.
Da vedere.
Sulla strada Madurai-Karaikudi
Tempio della fertilità. Da vedere
Karaikudi
Troviamo la casa museo di Chettinad chiusa in quanto abitata dal proprietario. In compenso, con mia moglie Lalla, siamo ospiti d’onore alla celebrazione di un anniversario di 40 anni di matrimonio. Canti, suoni, scambio di ghirlande, offerte di cibo -dall’aspetto poco invitante- che rifiutiamo con la scusa di stare male. Il giorno dopo ci consoliamo con la visita, a Karaikudi, di una casa costruita con la stessa tipologia di quella di Chettinad. Pernottiamo e pranziamo all’albergo “The Bangla”. Un albergo di charme, con pranzi tipici serviti su foglie di banano. Unico neo negativo dell’albergo: una direttrice poco professionale con la quale abbiamo una lite per via di una stanza non adeguata.
Una tappa che si può evitare.
Trichy
Tempio Sri Ranganathaswami: è uno dei più grandi complessi templari dell’India, racchiuso da sette mura concentriche lunghe 8 Km e dominato da 21 gopuram alti 72 mt; all’interno innumerevoli edifici sacri.
Forte Rock: domina la città ed ospita i due più importanti templi della città raggiungibili tramite una lunga scalinata, in parte incassata nella roccia.
Da vedere.
Thiruvaiaru
Gli induisti vengono a morire in questo luogo in quanto ritengono che la sacralità del luogo li liberi dalle reincarnazioni. In sostanza, essere cremati a Thiruvaiaru equivale ad essere cremati a Varanasi. Pellegrini, brahamini, elefanti sacri, fedeli che si bagnano nell’acqua. La zona dei ghats, sul fiume Kaveri, è davvero un posto pieno di misticismo.
Un luogo veramente imperdibile.
Tanajore
Tempio Brihadeshvara dedicato a Shiva e dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il tempio è circondato da un muro e da un portico adorno di statue. All’interno delle mura numerosi santuari con pareti decorate da raffinate sculture. La base del tempio è in pietra mentre la parte superiore è in mattoni per alleggerirne il peso.
Elefanti che pongono, a pagamento, la proboscide benedicente sulla testa.
Imperdibile.
Lungo la strada per Pondicherry
Darasuram. Tempio dell’elefante bianco del XII secolo, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il tempio racchiude un insieme di opere scultoree di estrema raffinatezza. La divinità venerata è l’elefante bianco, veicolo di Indra regolatore del clima e dio della guerra. Il tempio è a forma di un carro dalle grandi ruote trainato da un cavallo.
Imperdibile.
Chidambaram. Tempio dedicato a Shiva mentre danza nella sua posizione Ananda cioè mentre crea e distrugge l’universo.
Da vedere
Auroville
Città ideale fondata dalla compagna del guru Aurobindo, soprannominata la Madre. Secondo la filosofia di Aurobindo l’uomo, tramite lo yoga integrale, deve innalzarsi ad una coscienza superiore ed utilizzare le nuove capacità a favore del prossimo. Secondo i fondatori, questa città deve essere un luogo dove tutte le persone, di ogni nazione, vivono nella ricerca della coscienza superiore finalizzata alla creazione di una nuova era basata sui valori della ecologia, della spiritualità e della solidarietà. Ci permettono di vedere, però, solo da lontano, il Matri Madir e, da vicino, la tomba di Aurobindo e della sua compagna. Nessun contatto con gli abitanti della città per un confronto diretto.
Troppo poco.
Mahabalipuram
Visitiamo alcuni dei nove templi scavati nella roccia. Accanto ad uno di questi vi è il bassorilievo più grande del mondo in quanto misura 27mx9m. Questa roccia, scolpita a forma di balena, contiene figure di animali, di dei e di uomini.
Notevoli anche 5 templi monolitici, a forma di carro, conosciuti come i “Cinque Rathas”. Il tempio di Shore, in riva al mare, è da gustare al tramonto. Il Tiger cave, invece, era un teatro all’aperto all’epoca dei Pandava. Si consiglia di alloggiare al Resort Chariot Beach. Imperdibile tutta la città, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Madras (Chennai)
Città dalla quale ripartiamo con destinazione Dubai. Di poca importanza la chiesa di San Tommaso ed il tempio Sri Kapaleeswarar. Folcloristica e puzzolente la spiaggia, con quintali di pesce esposto al sole per essiccare e con le capre in cerca di cibo.
Dubai
Alle ore 12 del 27 gennaio giungiamo a Dubai. Ci rechiamo subito al Coral Deira Hotel***** prenotato per € 120 al giorno la doppia, compresa la pantagruelica colazione. Alle 15,30 siamo già sulla navetta dell’albergo che ci porterà al centro della città. Apprendiamo da subito, a nostre spese, che le distanze fra i luoghi da visitare sono enormi e che è alquanto difficile trovare un taxi. Ci limitiamo, per il primo pomeriggio, alla visita del porto e dei bazar delle spezie e dell’oro situati nella città vecchia. Comunque, dopo la cena in un Mall (€ 5) prendiamo un taxi per un giro di orientamento. Le strade sono a 7 corsie. Le automobili vanno a 120 Km l’ora. Giungiamo all’altro capo della città dopo circa 80 minuti. I grattacieli, benché illuminati, sembrano disabitati. La corsa in auto, con il ritorno, ci viene a costare circa € 7 a testa. La mattina successiva, sempre in taxi, raggiungiamo il centro ed iniziamo il giro della città nuova. Visitiamo prima la zona della Chornice. Poi ci rechiamo alla torre più alta del mondo. Ci chiedono, per salire, € 100 a testa (€ 20 se si prenota il giorno prima): rinunciamo. Entriamo nel Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo . Attira la nostra attenzione un acquario alto fino all’ottavo piano in cui nuotano pesci di ogni dimensione compresi famelici pescecani. I prezzi delle merci sono eguali a quelli italiani e, quindi, ci limitiamo ad un rinfresco offerto da Giovanna che festeggia il compleanno. Un’altra corsa in taxi e ritorniamo nella città vecchia ove visitiamo la fortezza museo, le stradine del quartiere Bastikia con le case sovrastate dalle torri del vento, attraversiamo il Creek su una imbarcazione piena di locali e, quindi, riprendiamo un taxi con destinazione Mall degli Emirati. Restiamo affascinati dal campo di sci ricavato nell’interno. Sembra incredibile: persone che sciano e ragazzi che si divertono con la neve in mezzo al….deserto. Che bello avere l’energia gratis!!! Ceniamo per € 7 e rientriamo con la metropolitana sopra elevata al prezzo di € 1,50. Facendo due conti in tasca rileviamo che, in quattro persone, è più economico il taxi. La mattina successiva un gruppo riprende la metropolitana mentre io e Lalla preferiamo girare a piedi nelle vicinanze dell’albergo per scoprire se in questa città anonima e dall’apparenza senza cuore ci vivano delle persone normali o dei marziani. Finalmente vediamo, in un paio di case, della biancheria stesa ad asciugare e qualche donna che fa la spesa al supermercato. Di bambini, però, neppure l’ombra. Un brutto presagio per il nostro futuro!!
Letture consigliate per l’India:” I quattro sensi della vita” di Danielou Alain e “Gli Indiani” di Kakar Sudhir