India del Nord: culture & trekking di seconda parte
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05\08\16
Dopo un piacevole, confortevole, comodo, viaggio in upgrade in economy plus, atterriamo a Delhi; Namastè India!! Ritornano i ricordi della scorsa estate:stessi profumi, stessi simpatici visi.. ma questa volta nuovi posti da scoprire.
Ci fermiamo in hotel molto vicino all’aeroporto Ibis Hotel (non fatevi organizzare il transfer dall’hotel troppo caro, ma utilizzate la metro all’interno dell’aeroporto e scendete alla prima fermata a 5 minuti a piedi dall’Ibis), giusto il tempo per sistemare le valigie (infatti lasceremo nella struttura alberghiera una parte dei vestiti non necessari per i nostri primi dieci giorni di viaggio), una doccia e un riposino.
06\08\2016
La mattina prendiamo un volo interno per Jodhpur, la città blu, il colore delle famiglie dei brahmini (colore che predomina sui tetti delle case).
Con un tuc tuc percorriamo delle stradine medioevali e attraversiamo il caotico mercato della città, dove i colori degli abiti delle donne, i profumi delle spezie e i forti odori ci fanno da compagnia e raggiungiamo la Guesthouse prenotata dall’Italia (Shahai Guest house), situata nella città vecchia. Una simpatica e ospitale famiglia ci accoglie, ci mostra la nostra bellissima stanza e la terrazza dalla quale si apre un panorama mozzafiato sul forte. Vi consigliamo di cenare in questa struttura, cucina semplice, tradizionale. Approfittiamo della connessione wi fi per acquistare i biglietti del treno notturno per Jaisalmer ma scopriamo che il sito indiano delle prenotazioni “rifiuta” le carte di credito internazionali, e, senza parole, il padre di famiglia che ci ospita ci consegna la sua carta di credito permettendoci l’acquisto.
07\08\2016
Intera giornata dedicata alla visita della città: la mattina la dedichiamo alla visita del Mehrangarh, il maestoso forte che domina Jodhpur e lo raggiungiamo attraverso un ripido sentiero, composto da grandi scalini che conducono poi ad un percorso praticamente nascosto dal verde della vegetazione e sudati arriviamo all’ingresso.
Nel pomeriggio ci lasciamo trasportare dalle persone indaffarate a fare acquisti nei vari bazar situati nella città vecchia, che offrono oggetti antiquariati, spezie, tessuti… i colori vivaci, il caos richiamano il nostro sguardo, che spiazza da un banco all’altro con occhi spalancati, curiosi.
Anche l’olfatto vuole la sua parte: l’odore delle fogne lascia spazio ai profumi gradevoli delle spezie e degli incensi che si spargono nell’aria.
Ritorniamo alla nostra guest house e approfittiamo dell’ospitalità della famiglia per lasciare per due giorni i nostri bagagli e poter partire “leggeri” per il trasferimento notturno.
08\08\2016
Dopo sette piacevoli ore in treno in terza classe con a\c, arriviamo a Jaisalmer, la città d’oro e veniamo immediatamente circondati da procacciatori di alberghi, che abilmente riusciamo a dribblare.
Appare ai nostri occhi l’imponente castello di sabbia che sorge su di una arida pianura e la strada per raggiungerlo lascia immaginare le piste carovaniere di un tempo.
Una volta visitato il Palazzo Reale, i templi gianisti (in pietra arenaria) e le splendide haveli (palazzi tradizionali sontuosamente decorati) partecipiamo ad una escursione nel deserto del Thar.
Partiamo a bordo di una jeep guidata dal simpatico Mr. Singh , cantiamo, balliamo, saltiamo, usciamo con abilità dal fango e dopo due ore circa di viaggio giungiamo in un villaggio sperduto dove ci attendono due “stanchi” cammelli. Quarantacinque minuti di cammellata, accompagnati da un bambino di 12 anni, arriviamo sulle semplici dune. Il tempo di scattare qualche simpatica foto e ha inizio la cena. Sotto ad un cielo coperto e riparati da una tenda molto spartana consumiamo la cena a base di riso, verdure pastellate e chapati (tipico pane indiano ).
Rientriamo verso la città sempre in Jeep e torniamo in stazione a bordo di una moto e di uno scooter, potete immaginare le facce stupite delle persone locali: due occidentali in moto con due folli indiani.
Ripartiamo in treno in prima classe (la sconsigliamo molto più sporca della terza classe) sempre di notte destinazione Jodhpur.
09\09\2016
Giusto il tempo di ritirare gli zaini e ripartiamo nuovamente in treno (tratta Jodhpur –Deshnok), trascorriamo cinque ore in compagnia di una famiglia indiana composta da tre figli (la più piccola di tre mesi lasciata “incustodita” sul sedile), genitori e zia, e approfittiamo per chiedere alcuni validi consigli per la nostra permanenza in India.
La stazione di Deshnok è completamente deserta, solo qualche cane randagio, un paio di mucche e alcuni bambini; a piedi e grazie all’aiuto di un giovincello troviamo il Karni Mata Temple, il tempio caratterizzato dalla presenza di una moltitudine di roditori sacri che lo abitano. Camminiamo a piedi nudi all’interno circondati ovunque da piccoli topi impegnati a mangiare, a cercare un riparo, a curiosare.
Con un tuc tuc al costo di 400 Rupie sfrecciamo (si fa per dire) verso Bikaner che dista soli 30 km; sosta per una doccia rigeneratrice (3 gg senza causa i diversi trasferimenti notturni in treno) e una dormita confortevole.
10\08\2016
Siamo nuovamente in treno e dopo 9 ore raggiungiamo Delhi, riusciamo a ripararci sotto il tetto della stazione e schiviamo il monsone che in pochi secondi allaga completamente la stazione; ma per gli indiani non è un problema anzi approfittano per “docciarsi” sotto le grondaie, lavare i panni e giocare!
Delhi la utilizziamo come fermata per cambiare i bagagli e attendere il volo per Amristar.
11\08\2016
Un taxi (500 rupie) ci conduce dall’aeroporto al nostro hotel vicino alla stazione ferroviaria; terminata la pioggia, iniziamo la visita della città e la prima tappa è il Golden Temple, il più grande tempio sikh di tutta l’India, luogo rilassante a differenza del intenso traffico della città di Amristar. Ricordatevi di depositare le borse e le scarpe presso gli appositi guardaroba gratuiti e sicuri, siti nelle vicinanze dell’ingresso. Una volta immersi i piedi nella vasca di acqua santa (passaggio obbligatorio) , restiamo senza parole: sospeso su una strada , su una vasca d’acqua si erge il tempio d’oro, e veniamo rapiti dalla pace, dalla magia e dalla tranquillità del luogo, il tempo passa ascoltando le preghiere, le musiche che si diffondono nell’aria, tutti qui sono i benvenuti, nessuno è escluso.
Visitiamo anche la mensa, dove ogni giorno 60.000 persone (ricche, povere, malate, sane) consumano il pasto gratuito; volontari si prestano per lavare le pile di piatti che vengono continuamente utilizzati, per cucinare e per assicurarsi che tutti abbiamo la possibilità di mettere qualcosa sotto i denti.
12\08\2016
La mattina la dedichiamo alla scoperta del Silver Temple, al palazzo estivo e nel pomeriggio ci spostiamo in taxi verso il confine con il Pakistan, dove assistiamo alla sfida cerimoniale tra i soldati pakistani e indiani, caratterizzata da piega bandiera, battiti di petto e alzate di gambe,ma soprattutto è bello vivere l’atmosfera della folla sulle tribune tra inni, balli e applausi.
Al ritorno ci fermiamo a contemplare il Golden Temple nel suo splendore serale, un stella luminosa nel cielo notturno.
13\08\2016
Oggi dedichiamo l’intera giornata allo spostamento in taxi da Amristar a Manali (famosa località di montagna, meta di villeggiatura per il turismo indiano); partenza alle ore 06.45 breve sosta per la colazione e il pranzo, e dopo aver attraversato verdi zone e villaggi di montagna, e con sottofondo musicale incessante ad alto volume di musica pop indiana, sordi, alle ore 20.00 giungiamo a Manali. Salutiamo il nostro autista, uomo sikh di poche parole (non ci ha rivolto parola per tutta la giornata), ci impossessiamo della camera, doccia veloce e usciamo in centro per una gustosa cenetta.
14\08\2016
Si riparte! Altra tappa questa volta cambiamo mezzo di trasporto: bus! Con il bus Tata governativo (prenotato via internet 2.700 Rupie) affrontiamo un interminabile viaggio di due giorni per raggiungere Leh, il Ladak, lungo una strada panoramica che oltrepassa quattro passi alti più di 4.900 mt; tenete presente che questa strada è aperta solo da giugno a fine settembre
La prima tappa che occupa tutta la giornata , ci porta da Manali a Keylong; abbiamo affrontato il passo Rohtang La (3.980 mt), sosta per una foto ricordo e giù ad alta velocità tra strade dissestate, tornanti da paura, macchine ribaltate, tir in bilico, bus in difficoltà , fino a fermarci a Keylong, graziosa cittadina a 3.500 mt dove ci riposiamo in camerate.
15\08\2016
Ore 3.00 in piena notte si accendono i motori e sempre a velocità elevata, riprendiamo il tragitto e superiamo altri tre passi Baralacha La 4.892mt-Lachalan La 5.065 mt – Tanglang La 5.360 mt (secondo passo carrabile più altro al mondo). Siamo stati costretti a sostare per tre interminabili ore in una zona isolata a causa del ribaltamento di un camion che ha bloccato il regolare traffico,ma fortunatamente il nostro abile autista ha tentato l’attraversamento di un fiume e affrontato la ripida ascesa ed è riuscito a farci risalire tutti . Nonostante l’imprevisto, alle ore 19.30 arriviamo finalmente distrutti a destinazione: Leh, il paradiso.
16\08\2016
Abbiamo bisogno di acclimatarci per affrontare il trekking dei prossimi giorni e rilassarci per cui oggi lo dedichiamo allo shopping e alla ricerca di un buon affare per un eventuale noleggio di una moto:la mitica Royal Enfield. Vi consigliamo la Germany Backery (ottimo il tandori chicken) e la Siala Guest House.
17\08\2016
Brum… brum… riusciamo a noleggiare la moto tanta desiderata a 1.500 rupie e approfittiamo per girovagare tra i monasteri buddisti della zona; paesaggi mozzafiato, atmosfera surreale, fanno da cornice a questa splendida giornata.
18\08\2016: trekking Leh-Shangsumdo-Shang Phu (4 ore)
Saliamo in jeep, con a bordo la guida e il cuoco che ci faranno compagnia in questi giorni, e ci dirigiamo verso Shangsumdo, dove ci attendono i cavalli che trasporteranno i nostri bagagli e le attrezzature necessarie durante il trekking. Una bollente tazza di the e poi partiamo, inizia una nuova avventura, il sentiero è semplice, non troppo ripido e ci fermiamo a riposare in una homestay dove una simpatica, gentile nonna laddaki ci offre un buon the caldo e un paffuto bambino ci guarda incuriosito.
Arriviamo al campo tendato a 4.300 mt, riusciamo ad entrare in tenda prima che la pioggia batta incessantemente su di noi; alle 19.00 la cena è servita: zuppa, riso, fave, spinaci, verdura fresca e poi tutti a nanna , la sveglia domani è alle 6.00
19\09\2016: Shang Phu – Shang La-Gangpoche (5.30 ore)
Un fortissimo acquazzone ha cullato il riposo notturno e la mattina veniamo svegliati dalla solita tazza bollente di the caldo (utile per sopportare l’altitudine) e da una ciotola di acqua calda per lavarsi il viso.
Un percorso semplice, incastonato tra incantevoli squarci sulle montagne intorno, ci porta in due ore circa al passo Shang La (4.900); riscendiamo la vallata e dopo una breve sosta per consumare il nostro packet lunch (succo, croccante, cioccolato, uova soda, patate e sandwich)affrontiamo diversi intensi sali e scendi e finalmente arriviamo al campo tendato: solo noi e il paradiso attorno.
Un bicchiere di the al ginger e qualche albicocca ci aiutano con l’altitudine e in poco tempo ci addormentiamo per il riposino pomeridiano.
Stasera cena a base di spaghetti alle verdure, zuppa di pomodoro, cavolfiori, funghi, pop corn, patate fritte e macedonia e riceviamo la buona notizia che abbiamo diritto a mezz’ora di più di sonno in quanto la nostra guida sostiene che siamo degli ottimi camminatori!
La serata si è conclusa con una piacevole e lunga chiacchierata con tutto il nostro team, persone semplici, curiose di conoscere le nostre abitudini, la politica italiana, la vita..
20\08\2016: Gangpoche – Mankarmo (4 ore)
Una nuova giornata a inizio: ricca colazione (omelette agli spinaci, pancake, latte, cereali, burro, marmellata, miele, caffè, the) e si parte. Accompagnati dai mantra della nostra guida, arriviamo facilmente al Matho Pass (4.900 mt) con vista sullo Stock Kangri la vetta, LEI, quella che vogliamo tentare di scalare.
Anche oggi trascorriamo tempo a chiacchierare in merito alla religione, al papa, buddismo, alla situazione in Siria, la nostra guida ha sete di sapere e noi siamo ben contenti di arricchirlo.
Visto il veloce arrivo all’accampamento, decidiamo di scendere un po’ la vallata e dall’alto ci rendiamo conto che non saremo soli a tentare la salita sullo Stock Kangri, ahimè; tante tende colorate ospitano gli avventurosi che tenteranno l’impresa con noi.
Al ritorno ci viene preparata una succulenta merendina: pokara, verdure castellate fritte, davvero squisite.
Anche stasera una deliziosa cena: zuppa, mix di verdure, patate bollite, formaggio e per finire una dolcissima torta di mele.
Ci fermiamo qualche istante nella tenda cucina per vedere la preparazione della cena del nostro team (loro non consumano mai i pasti con noi): viene impastata una farina particolare con acqua e viene creata della pasta tipo strozzapreti che viene cotta in una pentola capiente con la verdura (avanzi della nostra cena) e una consistente manciata di spezie.
21\08\2016: Mancarmo-Base Camp (2 ore)
Scarponi ai piedi e via… tappa finale campo base a 5.020 mt! Affrontiamo un sentiero alternativo, percorso solo da noi e abitato dai blue sheep e marmotte, stretto, ripido, a strapiombo, con una vista mozzafiato!
Dopo aver superato l’ultimo estenuante tratto in salita, ci accampiamo al campo base; tante chiazze di colori indicano la presenza di molte tende, alcune di persone che tenteranno la salita in vetta con noi e altri di gente che ha appena effettuato la scalata.
Al momento l’altitudine non da problemi, la giornata è dedicata al riposto e alla preparazione psicologica dell’impresa che andremo a compiere. Facciamo le presentazioni con il ragazzo che ci accompagnerà in vetta, due dritte e consigli per la salita , ceniamo prestissimo e poi tutti a nanna , il grande giorno ormai è alle porte!
22\08\2016: Campo Base- Vetta Stok Kangri-Campo Base (9 ore)
Mezzanotte sveglia… zuppa , the caldo , zaino in spalla, torcia in fronte e inizia la tanto attesa avventura. La strada che conduce alla vetta risulta subito ripida, con tratti scivolosi; poi subito spiana fino a raggiungere il campo base avanzato (5.200 mt); prosegue su rocce e semplici tratti di neve dove non è necessario l’utilizzo dei ramponi. A un certo punto dato il sentiero ghiaioso, la ripidità del sentiero, infiliamo l’imbragatura e ci mettiamo in cordata, soprattutto per ragioni di sicurezza. L’altitudine e il freddo si fanno sentire; folate di vento gelido rendono difficile la salita, la testa non ragiona ed è quasi tentata a portarci al ritiro, ma la preparazione, i sacrifici fatti, mesi e mesi per cercare di raggiungere il nostro obiettivo, la promessa che almeno uno dei due doveva arrivare in vetta, ha la meglio e con fatica, con movimenti sempre più lenti, raggiungiamo la prima piccola vetta (Shoulder peak) a 5.980 mt, per me un’emozione, indescrivibile!! Qui prendo la decisione di sganciarmi dalla cordata e di lasciare proseguire la guida e il mio compagno fino a 6.120 mt. Sembra di toccare le nuvole, il sole sta sorgendo e lo sguardo viene catturato dalla vista di una parte della catena dell’Himalaya che si apre! Semplicemente da toglierti il fiato, tutto passa in secondo piano, ci sei solo tu e le montagne ed è difficile pensare di essere riusciti ad arrivate fino a li!
Piano piano scendiamo e torniamo al campo base dove ci accolgono una tazza fumante di the e il nostro team che si congratula con noi, orgoglioso delle “poche” ore impiegate per concludere la salita in vetta; il pomeriggio lo si passa in tenda a riposare, ceniamo per l’ultima volta tutti insieme ripensando ai giorni trascorsi, alla vetta dello Stok Kangri , a quanto sia stata fantastica questa esperienza, alle cose che abbiamo imparato, a quanto ti possono dare le persone e soprattutto a quanto un tuo semplice sorriso può rendere felice gli altri!
23\08\2018: Campo Base- Stok – Leh (4.30 ore)
Ultimo giorno, ultima camminata…una via non impegnativa ci riporta al villaggio di Stok dove ci attende la jeep che ci riconduce alla nostra guest house. Finalmente dopo 6 giorni, è arrivato il momento di incontrare la Signora doccia, ci laviamo e subito andiamo in paese alla ricerca di una buona offerta per una escursione al Lago Pangong , un meraviglioso lago lungo 150 km, il cui terzo della superficie si trova in territorio cinese.
Condividendo il trasferimento in auto con altre persone riusciamo a risparmiare , ricordatevi che per visitare questa zona è necessario un permesso che può essere procurato dall’agenzia presso cui prenotate l’escursione.
24\08\2016
Sveglia presto.. la strada per raggiungere il lago è lunga, non asfaltata, ma si ha la possibilità di ammirare un magnifico panorama che cambia continuamente, vette frastagliate, ruscelli gorgoglianti, pascoli , laghetti e un passo alpino a 5.289 mt. E’ una escursione estenuante, ma una volta giunti sul posto te ne dimentichi, ti accoglie una tavolozza blu, dove ergono montagne maestose.
Ultimo serata a Leh, salutiamo le montagne che ci hanno fatto compagnia , che non ci hanno fatto mai sentire soli e ci hanno trasmesso la forza di affrontare tutte le nostre piccole grandi avventure.
25\08\2016
Un volo interno ci conduce da Leh a Delhi! Dal finestrino si può godere di uno spettacolo sulla catena himalayana che ti lascia senza fiato, che ti fa capire di quanto siamo impotenti di fronte a tanta maestosità.
Eccoci atterrati nella caotica, incasinata, pazza Delhi! Abbiamo prenotato un hotel in centro, per avere una stanza di appoggio per la giornata visto che stanotte si torna a casina… ma prima shopping in centro nei bazar che offrono prodotti dell’artigiano locale: stoffe, sari, statue, dipinti, gioielli e tante tante altre infinite cose attraggono i nostri portafogli e riempiono i nostri piccoli bagagli.
E’ arrivato il momento dei saluti:un addio , un arrivederci.. non lo sappiamo, siamo solo certi che anche quest’anno questa meravigliosa terra non ci ha deluso, ci ha arricchito, ci ha reso “più grandi e più forti”.
CIAO INDIA!