India da sud a nord in 30 giorni

Viaggio ''fai da te'' con mezzi pubblici senza alcuna prenotazione dall'Italia
Scritto da: Lauro
india da sud a nord in 30 giorni
Partenza il: 15/02/2013
Ritorno il: 16/03/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
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Ho viaggiato da solo senza aver prenotato nulla dall’Italia e ogni volta ho cercato l’albergo sul posto, di solito nelle immediate vicinanze della stazione dei bus oppure più raramente facendomi portare ad un albergo economico segnalato in centro dalla Lonely Planet. Dopo una decina di giorni di viaggio ho prenotato in India i tragitti in treno Orchha-Khajuraho e Amritsar-Delhi, oltre al volo Varanasi-Amritsar. Ho percorso circa 6.000 km via terra con 44 bus e 4 treni con un totale di circa 160 ore di viaggio. Ho trascorso 5 notti in bus e una in treno. Ho viaggiato con uno zaino da 40 litri come unico bagaglio del peso, a pieno carico, di circa 8,5 kg.

Località visitate

Volo Milano-Abu Dhabi-Chennai, Tirupati, Mamallapuram, Tiruvannamalai, Chidambaram, Kumbakonam, Thanjavur, Tiruchirapalli, Madurai, Mysore, Hampi, Badami, Pattadakal, Bijapur, Aurangabad, Ajanta, Ellora, Mount Abu, Udaipur, Chittorgarh, Bundi, Kota, Gwalior, Orchha, Khajuraho, Allahabad, Varanasi, Amritsar, Delhi con volo su Milano sempre via Abu-Dhabi.

Costi

Volo Milano-Chennai e Delhi-Milano con Ethiad: 587 euro. Guide varie (Lonely Planet, Mondadori, National Geographic): 80 euro. Mappa India: 10 euro. Assicurazione Coverwise (gruppo Axa): 69 euro. Visto India: 65 euro, totale 811 euro.

Spese in India 1100 euro (compreso il volo Varanasi-Amritsar via Delhi con Spicejet costato circa 160 euro). Totale costo viaggio 1.911 euro.

Organizzazione

Un viaggio così intenso e dinamico non si improvvisa e quindi l’organizzazione deve essere molto accurata con grande dispendio di tempo ed energie.

Tutti gli aspetti devono essere ben valutati: tempi, itinerario, quantità e peso del bagaglio, informazioni turistiche e pratiche (guide turistiche, diari di viaggio, se reperibili orari dei treni e dei bus almeno per le tratte più lunghe), periodo (in relazione al clima), attrezzatura fotografica, previsione di spesa e relativo contante da portarsi dietro (io non mi fido del bancomat e viaggio con contanti + carta di credito).

Il periodo del viaggio dal 15/2 al 16/3 l’ho deciso in quanto ho ritenuto che fosse il migliore per il clima: effettivamente il clima è stato ottimo con rarissima pioggia (non ho mai usato l’ombrello), bei cieli azzurri, caldo con 28/34° di giorno ma fresco di sera e freddo di notte o prima dell’alba (dopo le prime notti non ho più chiesto camere con aria condizionata ma solo con ventola e spesso non la usavo neppure). Sempre per motivi climatici ho visitato prima il sud e poi il nord dell’India.

Lo studio dell’itinerario ha richiesto molte settimane. Nel 1979 ero già stato nel Kashmir e nel Laddak, oltre a Delhi, Jaipur, Agra e zone limitrofe, quindi questa volta volevo vedere il sud e risalire almeno fino a Varanasi, lasciando la possibilità di ulteriore tappa ad Amritsar nel caso che tutto il viaggio fosse filato liscio. In effetti il viaggio è stato ancora più dinamico di quanto avessi preventivato per cui, oltre ad Amritsar, ho aggiunto strada facendo parecchie altre tappe. La tappa ad Allahabad l’ho aggiunta dopo aver scoperto che dal 14/1 al 10/3 2013 c’era la grandiosa festa sacra del Kumbh Mela dove, per inciso, ci sono stati 36 morti il 10/2 alla stazione ferroviaria per il crollo di una passerella a causa dell’eccessivo affollamento.

Le fonti di notizie alle quali ho attinto sono state molte, anche perché servono sia fonti fotografiche che scritte. Fonti fotografiche sono state: Internet (specie per quanto riguarda il Kumbh Mela di Allahabad), la Guida Traveler di National Geographic, la Guida Mondadori, il materiale turistico preso al BIT nel padiglione indiano. Fonti scritte sono state: i due volumi della Lonely Planet, molti diari di viaggio trovati in Internet, il sito delle ferrovie indiane (http://erail.in/#), siti di bus indiani (https://www.redbus.in/, http://www.indiatransit.com/ ), mappa della rete ferroviaria indiana (http://www.mapsofindia.com/maps/india/india-railway-map.htm), mappa dell’India della Freytag & Berndt 1/2750000. Poiché non potevo portarmi dietro tutta questa massa di carta (oltre ai libri che abitualmente leggo in viaggio) ho portato quasi tutto in formato elettronico: ho fotografato le pagine della Guida Mondadori che mi interessavano, ho comperato le guide della Lonely Planet in formato PDF e le ho copiate in un e-reader Kindle, assieme ai diari di viaggio, ai libri da leggere e alla documentazione varia su treni e bus che poteva servirmi. Copie di vari documenti (passaporto con visto, biglietto aereo, assicurazione…) me li sono spediti via email in modo da poterli visionare dovunque fossi. Nel programmare l’itinerario di massima ho evitato tutte le grandi città perché sono troppo dispersive per i miei gusti, quindi a Chennai non sono entrato e sono rimasto solo un giorno a Delhi giusto perché avevo il volo di ritorno da lì.

Bagaglio

Il bagaglio ha un’importanza fondamentale in ogni viaggio ma specialmente in questo sempre in movimento su mezzi pubblici strapieni. Da anni giro con uno zaino da 40 litri della Decathlon che ha le misure per essere portato come bagaglio a mano in aereo (eliminando così perdite di tempo e rischi di smarrimento) più una borsa. Questa volta ho ulteriormente ridotto il bagaglio portando sempre il solito zaino ma con uno zainetto leggerissimo (sempre Decathlon da 4 o 5 euro) all’interno, da usare quando potevo andare in giro senza lo zaino ‘’grosso’’, ma permettendomi di girare con un unico bagaglio molto comodo da gestire negli spostamenti, anche perché spesso l’ho dovuto tenere per ore sulle ginocchia nei bus. Il peso a pieno carico, quindi con la roba pesante dentro e non addosso, era di circa 8,5 kg, ma alla partenza dall’Italia pesava 7,8 kg. Non ho sentito la mancanza di nulla ed anzi purtroppo ho portato roba inutile, come i calzoni corti e il costume da bagno. Non ho portato né sacco a pelo né sacco lenzuolo (assolutamente inutili) né ciabatte o scarpe di scorta, e non ho lavato nulla durante il viaggio perché avevo con me tutti i ricambi necessari (il lavaggio e l’asciugatura comportano perdite di tempo e stare fermi in un posto). Come sempre avevo portato molte medicine e un kit di pronto soccorso, ma sono sempre stato bene. Poiché non sempre si trovano depositi-bagaglio bisogna poter essere in grado, all’occorrenza, di andare in giro tutto il giorno portandosi dietro lo zaino, come mi è capitato in due giornate.

Attrezzatura fotografica

Come attrezzatura fotografica ho optato per una macchina fotografica compatta al posto della reflex, in modo da occupare molto meno spazio (oltre al peso) e tenerla sempre in tasca. Vista la bellezza e incredibile quantità di cose da fotografare (io ho fatto circa 4.000 foto e un centinaio di brevi filmati) non conviene lesinare sulla macchina. Tanto per cominciare il sensore deve essere dell’ultimo tipo CMOS (con migliori prestazioni per foto con poca luce rispetto al sensore LCD), con zoom 15/20X (per poter fare primi piani alle persone), con possibilità di fare foto a priorità di diaframmi e di tempi, con resa accettabile a 1600 ISO. All’inizio del 2012 avevo comperato la Fuji 660EXR che rispondeva a tutte queste caratteristiche ma aveva gravi problemi ottici: dopo infinite riparazioni e infine sua sostituzione… non c’è stato nulla da fare perché è una macchina progettata male: vi sconsiglio caldamente di comperarla. Nel gennaio 2013 ho allora comperato la Canon SX240HS che ho portato in viaggio con grande soddisfazione e quindi, se dovete comperare una compatta con alte prestazioni, ve la consiglio caldamente. Ho usato la macchina con una scheda di memoria Lexar Professional 133x da 32 GB: in ogni caso in India è facilissimo trovare schede di memoria ma sempre di piccolo taglio. Oltre alla macchina ho portato 3 batterie di scorta (non originali e comprate da Amazon) e un piccolo cavalletto. Per caricare le batterie della macchina e dell’e-reader ho comperato un riduttore/duplicatore di corrente in India subito dopo il mio arrivo.

All’interno dei templi (cioè proprio dove c’è il santuario, non nei cortili interni) è sempre vietato fotografare tranne che nel tempio di Madurai dove si può comperare l’apposito biglietto che consente di scattare foto quasi ovunque.

Soldi

Avevo previsto di spendere 50 euro al giorno per un totale di 1.500 euro, ma a scanso di problemi ho portato con me 3.000 euro più la carta di credito (sia come scorta che per eventualmente prenotare voli o alberghi via Internet), conservati nella solita borsina Sansonite legata alla pancia. Sono un ex-bancario e non mi fido a girare con il bancomat prelevando di volta in volta perché ne ho visti tanti di bancomat smagnetizzati. Comunque l’India mi è parsa molto sicura e non mi sono mai sentito in pericolo. Il cambio è oscillato da 64 (soliti ladri in aeroporto) a 71 rupie per un euro. Nessun problema per cambiare gli euro. La mia filosofia di viaggio è quella di spendere poco ma non il meno possibile: per esempio a volte ho pagato la camera per 2 notti anche se l’avrei usata solo per una notte (causa viaggio notturno con partenza alla sera) perché costavano così poco (10/12 euro) che trovavo comodo avere un posto tranquillo dove stare (con bagno, doccia, bagaglio, ventilatore…) fino al momento della partenza.

Alloggi

Ho sempre cercato e trovato camere con bagno, aria condizionata (solo i primi giorni), ventilatore sopra il letto e finestra che desse sull’esterno. Appena sceso dal bus mi guardavo attorno e mi dirigevo verso gli alberghi subito lì e nel giro di 15 minuti piazzavo lo zaino nella camera. Le camere sono di solito doppie e quindi se fossimo stati in 2 avrei speso la metà. Gli alberghi scelti non erano quelli di categoria più bassa (magari sempre con bagno e ventilatore) ma un po’ più su. Se invece la fermata dei bus era troppo lontana dal centro allora sceglievo sulla Lonely Planet un albergo economico ma in centro e con altri alberghi vicino in modo da poter eventualmente scegliere tra varie opzioni: quindi scrivevo il nome dell’albergo su un foglio di carta e lo mostravo all’autista del risciò (o tuk-tuk perché li chiamano in entrambi i modi). L’inglese è praticamente sparito in India e tutti parlano lingue locali, ma dire i nomi degli alberghi a voce + farglielo leggere di solito basta perché i tassisti capiscano dove andare (a volte invece bisogna cercare un interprete che sappia un po’ d’inglese). Le porte degli alberghi di solito si chiudono con grossi lucchetti. La carta igienica è sconosciuta in tutto il sud dell’india e quindi bisogna averla dietro perché non si trova neppure nei negozi. Il sapone e l’asciugamano bisogna chiederli ogni volta, mentre non esiste mai lo shampoo. Il lenzuolo sopra il materasso c’è, ma non c’è quell’altro abitualmente usato da noi, bensì solo una copertina: le prime due notti ho insistito per avere un lenzuolo in più e poi ho rinunciato avendo appurato che non li usano. Solo una volta la colazione era compresa. Ci sono alberghi ‘’24 ore’’ (la camera ce l’hai per 24 ore a partire dall’ora di arrivo) oppure con check-out alle 10 o alle 12 (specie nei posti turistici). A volte le camere hanno un anti-zanzare elettrico, ma comunque conviene comprarselo appena arrivati in India perché le zanzare sono molto numerose. Non ho mai avuto insetti strani nelle camere o nei bagni. Spesso non c’è l’acqua calda. Conviene portarsi una torcia elettrica perché le sospensioni della corrente elettrica sono molto frequenti e mi sembra che nessuno (alberghi, negozi, ristoranti) abbia dei generatori autonomi. Di solito gli alberghi hanno anche un ristorante e potrebbe essere il migliore, o l’unico, della zona.. Ho avuto difficoltà a trovare posto arrivando alla sera a Tiruchirapalli (alla fine sono andato nell’albergo più caro del viaggio), al mattino alle 4,30 ad Aurangabad, aVaranasi a causa di una importante festa religiosa e a Delhi all’arrivo poco dopo le 23. All’accettazione bisogna compilare sempre un lungo questionario con indicato, oltre alle solite cose, anche il nr del visto, scadenza, luogo di emissione del visto, località dove eri prima e dove andrai. In tutti gli alberghi la doccia spruzza direttamente sul pavimento del bagno, senza tende o altro. Complessivamente non ho avuto alcun problema con gli alloggi e mi ci sono trovato bene adeguandomi ai costumi locali.

Cibo

A me non piace per niente il cibo speziato. Il problema si poneva più che altro a cena perché di solito saltavo sia la colazione che il pranzo, trovandomi sempre in viaggio (magari mangiavo biscotti e banane bevendo litri di eccellente succo di mango). Alla sera cenavo con noodles, riso fritto, zuppe, quando la trovavo pastasciutta al sugo, uova, un paio di volte la pizza (mangiabile): un paio di volte ho chiesto espressamente pollo non speziato ma ho dovuto lasciarlo lì perché immangiabile per me. Il 90% dei posti dove si mangia sono solo vegetariani e il cibo costa pochissimo. Di solito sul tavolo mettono una brocca d’acqua depurata (almeno spero, dato che alcune volte ho bevuto quella anziché l’acqua minerale). Il nome dei cibi sono incomprensibili e raramente ci sono immagini che aiutino a capire cosa siano. I ristoranti sono molto rari e spesso l’unico posto dove poter mangiare, a parte i baracchini in strada, è in qualche albergo. Al mattino è difficile fare colazione con un po’ di tè perché i negozietti aprono tardi verso le 8,30/9 mentre i negozi veri verso le 10: dato che io ero sempre in movimento prima delle 7 non riuscivo mai a prendere qualche cosa di caldo. In giro non ci sono negozi tipo piccoli supermarket dove comperare cibarie.

Telefonia e Internet

Non ho portato il cellulare e non ho mai telefonato in Italia e quindi sulla telefonia non so nulla.

I posti pubblici con Internet sono molto rari, piccoli e brutti nel sud dell’India mentre diventano più diffusi e più grandi nel centro/nord. Il collegamento è discretamente veloce e costano poco (mediamente 30 R l’ora). In molti posti chiedono il passaporto e addirittura ne fanno una copia, mentre in altri posti non chiedono nulla. Nei rari alberghi che ce l’hanno, di solito il wi-fi è fuori uso: solo una volta ho potuto usarlo a Kumbakonam con il mio e-reader.

Lingua, bus, treni, deposito-bagagli, prese elettriche, insetti, città, animali

L’inglese è praticamente sparito come lingua perché non lo parla quasi più nessuno e tutte le scritte sui negozi, alle stazioni dei bus e dei treni sono in Hindi o comunque in qualche loro lingua locale con la grafia tondeggiante, molto bella da vedersi ma assolutamente incomprensibile. Anche i tassisti non parlano inglese (mentre gli albergatori sì) e ai ragazzi non viene più insegnato a scuola Questo vuol dire che per trovare il bus giusto bisogna scriversi il nome della località di destinazione su un foglio, mostrarlo a quelli che sembrano bigliettai in giro per la stazione, seguire le loro vaghe indicazioni finchè non si arriva a quello che dovrebbe essere il bus giusto, ripetere il nome della località all’autista e al bigliettaio, salire e sperare di leggere la località giusta sul biglietto che verrà dato dal bigliettaio. Inoltre bisogna cercare di far capire al bigliettaio, che non parla mai inglese, di essere avvertiti quando si arriva perché non si capisce mai il nome della località alle varie fermate, e per sicurezza conviene continuamente chiederlo agli altri passeggeri. Sembra complicato ma ci si abitua e non ho mai sbagliato bus, neppure quando li ho presi al volo già in movimento. I bus sono vecchissimi, scomodi e senza sospensioni per cui si sobbalza moltissimo. Ci sono bus pubblici (che si fermano alle stazioni dei bus chiamate di solito ‘’bus stand’’) e bus privati che non si sa mai dove partono e dove lascino i passeggeri (di solito in qualche strada). I bus privati hanno anche cuccette sulle tratte più lunghe.

Nelle stazioni ferroviarie è ancora più difficile trovare il treno giusto e sapere gli orari e il binario perché non si trova nessuno a cui chiedere, mentre per i posti prenotati bisogna percorrere tutto il treno e trovare il vagone giusto leggendo il proprio nome su un foglio appeso accanto alla porta. Di solito le stazioni hanno un ufficio informazioni: quelli che ho interpellato erano molto poco documentati e senza personale che parlasse inglese. Per prenotare si va in sportelli diversi rispetto a quelli che vendono biglietti senza prenotazione: conviene comunque rivolgersi alle agenzie di viaggi.

I depositi-bagagli si trovano molto raramente nelle stazioni dei bus e non sempre nelle stazioni ferroviarie. Contrariamente a quello che ho letto in alcuni diari non è vero che gli zaini o altro bagaglio vengano accettati solo se chiusi con un lucchetto (cosa impossibile con il mio zaino) bensì vengono sempre accettati. Io comunque coprivo lo zaino con un telo anti-pioggia. C’è un comodo deposito-bagagli alla stazione del metrò di Delhi alla New Delhi Station che porta all’aeroporto in circa 20 minuti.

La presa elettrica è completamente diversa dalla nostra e l’immagine la si trova in Internet: dalla descrizione e immagine pensavo che fosse come quella del Sudafrica che avevo e che mi sono portato dietro mentre invece è simile ma più piccola. Il riduttore si compera con pochi soldi nei negozietti che vendono un po’ di tutto e poi non ci sono problemi per caricare le batterie di qualsiasi cosa. Conviene comperare un riduttore/moltiplicatore di presa.

Ci sono dovunque moltissime zanzare e quindi conviene procurarsi al più presto un antizanzare elettrico di quelli con la boccetta di liquido. Non ho visto insetti particolarmente fastidiosi o grossi, tipo scarafaggi o ragni o simili.

Le città sono orribili e ogni volta che arrivavo in un posto non vedevo l’ora di andarmene. Rifiuti dovunque, cumuli di macerie, mucche/cani/maiali/scimmie sempre in giro (quindi lasciando escrementi), non esistono marciapiedi e si cammina in mezzo ad un traffico terribile ed assordante, con il rischio di essere investiti in ogni momento, inquinamento dell’aria altissimo, le case non hanno l’acqua corrente e quindi si lavano i panni e le stoviglie e il corpo in strada alle fontanelle pubbliche, le strade sono asfaltate al centro ma in terra battuta ai lati e quindi con nuvoli di polvere portate dal vento, non ci sono ristoranti o bar dove sedersi e guardare intorno, le fognature sono le solite malamente coperte ai lati delle strade, gli uomini in gran numero (più raramente le donne) urinano per strada dove capita, lo sputo per gli uomini è un’arte che coltivano allenandosi continuamente anche con i lanci lunghi, di sera l’illuminazione è molto scarsa e si vedono spesso falò ( sia per bruciare un po’ di spazzatura che per scaldarsi), moltissimi indiani camminano ancora a piedi nudi e si distendono per terra dove capita. Quindi le città non sono fatte per ‘’passeggiare’’ ma solo per muovercisi il più rapidamente possibile… ed è per questo motivo che mi sono mosso così velocemente in India: non sapevo cosa fare e dove andare dopo le visite alle cose belle da vedere ed allora ripartivo il più presto possibile. Le uniche città dove è stato possibile passeggiare tranquillamente pensando ad altro che non fosse il cercare di non essere investiti sono state Mamallapuram, Mount Abu, Orchha e Varanasi (sui Ghat lungo il Gange).

Gli animali che si incontrano dovunque sono: le mucche, in gran numero, che si nutrono di rifiuti e stazionano in mezzo alle strade, i maiali che sono pure molto numerosi e vagano liberi apparentemente senza padrone, moltissimi i cani randagi, le scimmie sono presenti in tutte le città e sono una vera piaga perché entrano nelle case dalle finestre arrampicandosi su pali e fili della luce per rubare il cibo, gli scoiattoli sono pure molto numerosi e simpatici, più raramente si incontrano elefanti, cammelli, buoi e capre.

Problemi

Pochissimi considerando il viaggio. Segnalo numerosi tentativi di fregarmi sui resti fin dall’arrivo a Chennai quando l’ufficio cambi dell’aeroporto ha cercato di darmi 500 rupie in meno, eppoi altre volte mi è capitato ai botteghini dei posti da visitare (dove usavano il trucco di darmi tante banconote di piccolo taglio per confondermi) e sui bus, dove i bigliettai dicevano che mi avrebbero dato il resto dopo e se ne dimenticavano salvo poi darmelo su richiesta (per cui, capito il trucco, esigevo sempre il resto subito). Ripeto che l’India mi è sembrata una nazione sicura e si poteva andare in giro a qualsiasi ora (se ci si vedeva…). Mi è capitato di cercare un albergo in piena notte e non ho mai avuto sentore di pericolo.

Paura attentati

Purtroppo in questo periodo storico in India si avverte chiaramente una grande paura per gli attentati: me ne hanno parlato degli indiani ma l’avevo già intuito notando l’impressionante costante presenza di poliziotti e militari anche in assetto di guerra e i continui controlli con metal detector/apertura bagaglio/perquisizione personale ogni volta che andavo in un posto pubblico o un monumento/tempio o in una stazione ferroviaria o l’unica volta che sono entrato in uno shopping center (tra l’altro praticamente vuoto). L’opinione comune è che gli attentatori siano legati al Pakistan perché ‘’odiano gli indiani’’. Anche durante il mio viaggio il 21/2 c’è stato un grave attentato con bombe in due punti diversi molto affollati di Hyderabad, con una ventina di morti e decine di feriti.

Il viaggio

Questo non è un elenco dei posti e delle cose viste ma solo delle notti. Il costo degli alberghi è in rupie. Per bus o treno si intende il numero dei bus/treni presi quel giorno e le ore di viaggio totali: per esempio il 17/2 ho preso 2 bus per un totale di 5 ore e mezza di viaggio

GG NOTTE HOTEL COSTO BUS TRENO ORE 15/2 Milano-Chennai volo 16/2 Mamallapuram Vinodhara GH 800 5 12,00 17/2 Tiruvannamalai Arunachala Redency 850 2 5,30 18/2 Kumbakonam Hotel Raya’s 1320 3 7,30 19/2 Tiruchirapalli Hotel Ramias 2040 2 3,00 20/2 Madurai Hotel Aryaas 660 1 3,00 21/2 Madurai-Mysore Notte in bus 1 10,30 22/2 Mysore-Hospet-Hampi Notte in bus 5 11,30 23/2 Hampi Vicky GH 700 24/2 Badami Hotel Royal Deluxe 300 5 6,30 25/2 Badami-Bijapur- Aurangabad Notte in bus 3 15,00 26/2 Aurangabad Hotel Modi Samrat 350 4 7,00 27/2 Aurangabad-Ahmedabad-Udaipur Notte in bus 3 16,00 28/2 Udaipur Nukkad GH 700 1 6,30 1/3 Udaipur Nukkad GH 700 3 8,30 2/3 Udaipur Nukkad GH 700 3/3 Bundi Annapurna Haveli 800 1 1 5,00 4/3 Bundi-Kota-Gwalior Notte in bus 2 9,00 5/3 Orchha Hotel Fort View 600 2 3,30 6/3 Orchha Hotel Fort View 600 7/3 Khajuraho Hotel Surya 1000 1 4,00 8/3 Khajuraho-Allahabad Notte in treno 1 10,00 9/3 Varanasi Hotel Divya 1200 1 4,00 10/3 Varanasi Krishna GH 400 11/3 Varanasi Krishna GH 600 12/3 Amritsar MK Sood GH 850 Volo 5,00 13/3 Amritsar MK Sood GH 850 14/3 Delhi Hotel Express 66 995 1 6,00 15/3 Delhi aeroporto 16/3 Italia

Località visitate

Per ogni località indico le cose che ho visitato: non darò descrizioni perché quelle si possono trovare in qualsiasi guida turistica e in Internet. Dico solo che tutte le cose viste mi sono piaciute e che è valsa sempre la pena fare ore ed ore di bus/treno per vederle. Solo la prima tappa a Tirupati non è andata molto bene anche a causa di alcuni disguidi dovuti alla lingua e quindi mi dilungherò un po’. Se tutti i posti mi sono piaciuti, alcuni mi hanno entusiasmato: i templi principali di Thanjavur e Madurai, tutta la zona di Hampi, le grotte di Ajanta ed Ellora, il panorama di Udaipur, i templi giainisti di Mount Abu, il palazzo/museo Jai Vilas a Gwalior, Khajuraho, Orchha, i ghat di Varanasi ed il Golden Temple di Amritsar. Per poter vedere così tanti posti mi sono sempre alzato al massimo alle 6 e prima delle 7 ero già in movimento.

16/2 TIRUPATI – Sono arrivato all’aeroporto di Chennai alle 4, ho preso un taxi pre-pagato e sono arrivato alla stazione dei bus CMBT poco prima delle 5. Un sacco di gente dormiva per terra, tutte le indicazioni in hindi e nessuno a cui chiedere. Alla fine trovo una biglietteria e compro il biglietto per il primo bus per Tirupati alle 6. Dopo 4 ore di bus arrivo a Tirupati, Scopro che sarebbe stato più furbo continuare la corsa fino a Tirumali (dove sarebbe arrivato il mio bus e che era indicata sul mio biglietto). Cerco un albergo ma non mi piacciono. Decido di prendere il bus per il tempio (appunto a Tirumali) portandomi dietro lo zaino. Folla enorme all’assalto dei bus per il tempio con lotta all’ultimo sangue per salire (comunque lottando un po’ trovo un posto a sedere). A metà percorso ci fanno scendere tutti e c’è un controllo di polizia con metal detector per i bagagli e perquisizione personale. Si risale in bus e si arriva nella località dove c’è il famoso tempio d’oro. Nessuna indicazione per il tempio, tanta gente in giro ma nessun flusso ben definito. Chiedo in giro e alla fine arrivo dove c’è una coda chilometrica incanalata da delle transenne con rete metallica: chi è in coda non può più uscire. Il tempio però ancora non si vede. Chiedo ancora e finalmente mi indirizzano dove si forma la coda (che va tutta a zig zag) e c’è una marea di gente che si sposta di qua e di là. Mi dicono in qualche modo (come sempre non parlano inglese) che c’è una coda particolare per stranieri con passaporto, ma bisogna lasciare il bagaglio, e forse la macchina fotografica, al deposito. Vado al deposito e mi dicono che il bagaglio non può contenere materiale elettronico…che io però ho. Non riesco a chiarire se l’e-reader e la macchina fotografica devo lasciarli al deposito o se devo portarmeli dietro in coda per vedere il tempio, con il rischio che in quella coda mi rimandino indietro, ed inoltre non si vedeva quanto fosse lunga la coda degli stranieri, con il rischio di restare incastrati per chissà quanto tempo. Così rinuncio, vedo il tempio dorato da molto lontano e neppure tutto, riprendo il bus per Tirupati, poi quello per Chennai dove arrivo verso 18, lunga attesa per il bus per Mamallapuram dove arrivo verso le 21,30 in una strada buia e deserta ma con un risciò in attesa. Illuminando il mio foglietto con il cellulare del tassista mi faccio portare in un albergo in centro… eccetera eccetera.

Quindi non ho visitato il famosissimo Sri Venkateshvara Temple vedendolo solo di striscio ed ho toccato con mano il fervore religioso indù con le loro chilometriche code, forse anche perché era sabato. Chissà. Comunque mi sono fatto l’idea che per vedere il tempio bisogna andare senza bagaglio e magari con una guida o almeno qualcuno che parli inglese, anche per non correre il rischio di infilarsi in una coda lunghissima senza possibilità d’uscita.

17/2 MAMALLAPURAM – Arjuna’s Penance, Five Rathas, Shre Temple

17/2 TIRUVANNAMALAI – Arunachaleswar Temple, Sri Ramana Ashram

18/2 CHIDAMBARAM – Nataraja temple

18/2 – KUMBAKONAM – Sarangapani Temple, Kumbeshwara Temple, Nageshwara Temple, Mahamakham tank, Airatesvara temple ad Adharasuram (4 km)

19/2 THANJAVUR (TANJORE) – Brihadishwara Temple, Royal Palace

20/2 TIRUCHIRAPALLI (TRICHY) – Sri Ranganathaswamy Temple, Rock Fort temple, chiesa di Lourdes

20-21/2 MADURAI – Sri Meenakshi Temple, palazzo Thirumalai Nayak, Gandhi museum

22/2 MYSORE – Keshava Temple a Somnathpur (35 km), Maraja’s Palace, Chamundi Hill, museo dei treni, mercato

23/2 HAMPI – tutti i principali monumenti da entrambi i lati del fiume, compreso il Hanuman Temple in cima alla collina (giro della zona di Hampi con 2 risciò a motore)

24/2 BADAMI – templi di Pattadakal, grotte

25/2 BIJAPUR – Ibrahim Rouza, Golgumbaz

26-27/2 AURANGABAD – grotte di Ajanta, Bib-qa-Maqbara, fortezza di Daulatabad, grotte di Ellora, Grishnshwar Temple

1/3 MOUNT ABU – vari templi oltre al gruppo giainista Delwara (con risciò a motore)

2/3 UDAIPUR – Ropeway (teleferica), City Palace, Crystal Gallery, Jagdish temple, Bagore-Ki-Haveli, gita in barca, Monsoon Palace, spettacolo serale Dharohar (scadente)

3/3 CHITTORGARH (CHITTOR) – fortezza, museo (con risciò a motore)

4/3 BUNDI – Bundi Palace, castello Taragarh, Museo

4/3 KOTA – City Palace e forte, Chambal garden

5/3 GWALIOR – forte con templi e palazzi, Jai Vilas Palace con museo

6/3 ORCHHA – tutti soliti palazzi e templi, Ganj village, show light and sound (bello)

7-8/3 KHAJURAHO – templi occidentali (visti sia al pomeriggio che al mattino ed è meglio al mattino), show light and sound, molti altri templi e villaggio di Bamnora (con risciò a motore), old town. Il villaggio di Bamnora è brutto e lo spettacolo light and sound è scadente.

9/3 ALLAHABAD – Maha Kumbh Mela 2013: zona Sangam sia a piedi che in barca. Per l’evento di 55 giorni erano previste ad Allahabad circa 100 milioni di pellegrini: io sono arrivato il penultimo giorno e la situazione era relativamente tranquilla. Moltissimi poliziotti e militari in giro ed ero stato ammonito a non fare foto.

10-11/3 VARANASI – Tutti i Ghat a piedi, giri in barca, cerimonia Ganga Aarti alle 18,45 al Ghat Dasaswamedh, forte, impossibile visitare il tempio principale per code chilometriche

12-13-14/3 AMRITSAR – Golden temple, mensa gratuita, museo Sikh, Maharaja Ranjit Singh Panorama, Mata Temple, Sri Durgiana Temple, confine Attari-Wagah per cerimonia Indo-Pakistana (bella), Jallianwala Bagh, Baba Atal Tower

15/3 DELHI – monumenti vari con giro turistico in bus per 9 ore: si usa un solo bus che fa soste di circa 30 minuti nei vari luoghi da visitare. Si prenota nelle agenzie di viaggi e in alcuni alberghi e parte verso le 9/9,30. Ci sono moltissimi bus di varie compagnie che fanno più o meno lo stesso giro. Costo uguale per tutti di 200 R (bus senza aria condizionata ma in marzo non serve).

Trasferimenti

Viaggiare in India costa pochissimo e per i bus, nella parte sud, spendevo circa 20 R per ogni ora di viaggio, quindi con 1 euro viaggiavo almeno 3 ore. Anche i treni sono molto economici. I bus privati sono un po’ più cari ma sempre molto economici. Gli autisti dei bus, come tutti gli autisti indiani, guidano come pazzi e spesso mi sono visto spiaccicato in qualche scontro frontale… ma tutto è andato bene ed in effetti si vedono pochissimi incidenti sulle strade. Anche nelle loro strade principali si incrociano mezzi che vanno contromano. Mi sono convinto che solo un indiano possa guidare in India perché sono bravissimi a capirsi e a sfiorarsi all’ultimo istante… oppure c’è anche l’ipotesi che i loro dei siano veramente utili!

Da aeroporto di Chennai a stazione dei bus CMBT (la principale, tra l’aeroporto e Chennai): taxi pre-pagato in aeroporto, 430R

Da stazione bus CMBT a Tirupati: bus diretto ma meglio proseguire fino a Tirumala

Da Tirupati a Mamallapura: bisogna per forza ripassare da Chennai CMBT e prendere un altro bus diretto.

Da Mamallapura a Tiruvannamalai: non ci sono bus diretti e neppure il treno citato nella LP. Chiedere al gabbiotto della biglietteria della piccola bus stand come fare per arrivare a destinazione. Io ho seguito le loro istruzioni prendendo un bus da lì fino ad una grande strada di comunicazione (circa 2 ore di viaggio) dove passano, sull’altro lato della strada, i bus per Tiruvannamalai.

Da Tiruvannamalai a Chidambaram: si cambia bus a Pondicherry.

Da Chidambaram a Kumbakonam: bus diretto.

Da Kumbakonam a Thanjavur: bus diretto.

Da Thanjavur a Tiruchirapalli: bus diretto

Da Tiruchirapalli a Madurai: bus diretto

Da Madurai a Mysore: bus notturno alle 21 con sedili reclinabili

Da Mysore a Somnathpur per tempio Keshava: bus per Bannur, poi altro bus/minibus per Somnathpur

Da Mysore ad Hampi: bus notturno alle 21 per Hospet, poi bus o risciò per Hampi

Da Hampi a Badami e Pattakadal: bus o risciò per Hospet, bus per Ilkal e altro bus per Badami, poi minibus per Pattakadal

Da Badami a Bijapur: bus fino a Ilkal e altro bus per Bijapur

Da Bijapur ad Aurangabad: bus solo dalle 18,30 in poi, sedili rigidi scomodissimi, 10 ore di sobbalzi con arrivo alle 4,15 del mattino

Da Aurangabad ad Ajanta , Ellora e fortezza di Daulatabad: frequenti bus diretti

Da Aurangabad ad Udaipur: bus notturno alle 16,30 con cuccette e sedili reclinabili per Ahmedabad con arrivo alle 7, poi bus per Udaipur.

Da Udaipur a Mount Abu: solo bus diretto alle 5 del mattino con cambio, compreso nel biglietto, poco prima di Mount Abu. Oppure bus privati diretti che partono alle 8 (troppo tardi per andare e tornare in giornata). Per il ritorno si possono prendere bus diretti privati alle 15,30. In ogni caso numerose corse con bus privati durante il giorno. Mount Abu è un bel posto tranquillo di montagna e potrebbe valere la pena passarci una notte.

Da Udaipur a Chittorgah: bus diretto

Da Chittorgah a Bundi: treno diretto delle 15 senza prenotazione, oppure bus per Kota alle 16,45 e poi cambio per Bundi. Io ho preso il treno.

Da Bundi a Gwalior: bus per Kota e poi bus notturno alle 20 (partito alle 21) della Jai Shrinath per

Gwalior con arrivo alle 5,30. Bus con cuccette e sedili reclinabili.

Da Gwalior a Orchha: bus per Jhansi, poi risciò per Orchha

Da Orchha a Khajuraho: treno alle 7,25 senza prenotazione. Attenzione: solo le ultime carrozze vanno a Khajuraho e non è scritto da nessuna parte.

Da Khajuraho a Allahabad: treno notturno con cuccetta delle 23,40. Il treno va anche a Varanasi.

Da Allahabad a Varanasi: bus diretto

Da Varanasi ad Amritsar: volo SpiceJet delle 9,10 su Delhi, poi altro volo alle 14,15 (partito alle 15,30) per Amritsar.

Da Amritsar al confine Italo-Pakistano: prenotare la gita nei gabbiotti vicino al Golden Temple, ritrovo alle 14 e partenza alle 14,30 con pulmino (110R), ritorno alle 19.

Da Amritsar a Delhi: treno con prenotazione delle 16,55 con arrivo alle 23,05

Da Delhi all’aeroporto internazionale terminal 3: c’è un bellissimo moderno metrò che parte dalla New Delhi Station ed arriva all’aeroporto in circa 20 minuti. Sia la bellissima stazione del metrò che le carrozze erano semi-vuote e come spesso accade per accedervi c’è il controllo con il metal detector e la perquisizione personale. Alla stazione del metrò ci sono un bar con panini, un negozietto e un deposito-bagagli.

Conclusioni

Un viaggio in India non è un viaggio ‘’normale’’ perché ha una tale varietà di luoghi e genti e ondate di spiritualità e degrado e magnificenza e colori e odori e sensibilità artistica e brutture… che inevitabilmente coinvolgono il visitatore anche emotivamente. L’India è ancora un altro mondo per noi occidentali, come ho trovato solo in alcune parti dell’Africa, in Mongolia, a Papua Nuova Guinea e nel Myanmar. Quindi viaggio bellissimo sotto molti punti di vista: archeologico/monumentale, artistico, sociologico, etnico e spirituale (nel senso che l’intensa spiritualità degli indiani mi ha colpito pur senza coinvolgermi essendo io ateo). Ho potuto fare un viaggio così dinamico perché ero solo: già in due, anche se affiatati, i ritmi inevitabilmente diventano più lenti. E’ un viaggio che consiglio caldamente perché l’India ha innumerevoli cose bellissime (basta guardare le foto della Guida Mondadori per farsi venire voglia di andarci), costa tutto pochissimo, i trasporti sono scomodi ma facili e capillari (ricordarsi del metodo di scrivere su un biglietto la destinazione e mostrarla in giro), il paese è sicuro, gli indiani sono stati gentili (tranne che nelle code o negli assalti a bus e treni). Molta importanza ha il periodo climatico scelto per il viaggio. A Varanasi non ho visto alcuna scena ‘’disturbante’’ e i Ghat sono molto più puliti del resto della città. Tornerò ancora in India con mia moglie per vedere cose nuove e mostrarle i posti che più mi sono piaciuti in questo viaggio. L’India è unica e tutti i viaggiatori dovrebbero andarci almeno una volta.



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