Incanti e meraviglie d’oriente
Il mattino seguente ci siamo fatti accompagnare all’ile aux cerfs con la barca dell’albergo. Credo che quello che abbiamo visto e vissuto oggi sia stata qualcosa di sublime… e qui e’ incominciata la nostra avventura nell’oceano Indiano. Arrivati all’isola si e’ presentato davanti ai nostri occhi il primo magnifico quadro dipinto da Dio quando ha creato il mondo… e in tutto l’oceano Indiano di questi quadri e’ stato tutto un susseguirsi; credo che anche se farò del mio meglio per raccontarveli e’ impossibile trasmettervi le emozioni provate ogni volta che i nostri occhi hanno incontrato questi paesaggi; ma le emozioni e le sensazioni che proviamo nei nostri viaggi sono una ricchezza che ci accompagnerà tutta la vita e resterà sempre nei nostri occhi e nel nostro cuore. Abbiamo passato un giorno di pace e relax incredibile.
Mauritius insieme a Rodriguez e Reunion costituiscono l’arcipelago delle mascarene a est del Magadascar, il paradiso terrestre. La sera un taxi ci ha accompagnato a Port Louis e lì ci siamo imbarcati sulla nostra nave.
La mattina presto del giorno successivo siamo partiti per un giro per la città di Port Louis. Devo dire che in questa isole si respira ancora un’aria coloniale però oggi è libera e piena di vita… Questa gente lavora per vivere, non vive per lavorare come molti di noi fanno, ma sa regalare sempre un sorriso a tutti.
A Port Louis abbiamo visitato i pochi siti che ci sono in città e poi siamo andati al mercato. I colori della frutta e delle spezie sono cari, ma niente di eclatante. Di un’isola tropicale è facile immaginare lagune di acque turchesi e palme che le circondano, più difficile incontrare un’isola straordinaria come Mauritius dove questi elementi costituiscono lo sfondo per una vita di comunità di questo incredibile miscuglio di razze e religioni che riescono a convivere serenamente. Devo dire che le città di queste isole non sono piene di storia e di arte, ma questi sono viaggi dove dobbiamo cercare la natura e su questo ci possono regalare scenari inimmaginabili; sembra di essere nella valle dell’eden. Finita la visita a Port Louis siamo partiti per visitare altre spiagge, prima salendo verso Trou Aux Biches e poi riscendendo fino a Flic en Flac.
La sera partiamo per Seychelles dove arriviamo dopo due giorni di navigazione. E prima di continuare voglio spiegarvi che ero molto in pensiero per questi 2 giorni di navigazione perche pensavo di annoiarmi, ma poi mi sono accorto che il tempo non basta mai in crociera, infatti qualche ora sul ponte a fare bagni in piscina un po’ di sole una iacuzzi ed e’ già l’ora di mangiare, il pomeriggio una lezione di ballo, ne abbiamo fatte solo una perche il tempo non bastava mai, una conferenza sui porti che visiteremo nei prossimi giorni un bingo e un altro bagno e la giornata e’ volata e non abbiamo finito di fare quello che dovevamo. Doccia cena al primo turno perche non volevamo perdere la serata e poi spettacolo e ballo fino a tardi qualche sera una puntata al casino’ 10 euro nelle slot per tentare la fortuna che però e’ sempre dalla parte del casino. Arriviamo a Mahe Seychelles il 4 novembre mattina e attracchiamo a Victoria e ancora usciamo dalla nave e discutiamo con alcuni tassisti la macchina per l’intera giornata, e qui non ci siamo trovati d’accordo, perche i tassisti che sono dentro il porto vicino alla nave sono i tassisti convenzionati col porto e vi fanno pagare quello che vogliono loro e non si può mercanteggiare. Usciamo dal porto e subito fuori troviamo tutti i taxi che vogliamo e dopo aver discusso il prezzo con un simpatico signore abbiamo deciso 100 euro (perche non volevamo sfruttare la situazione) per tutto il giorno siamo in 4 cioè. 25 euro a testa.
Ricordate che in ogni porto fuori dal cancello troverete taxi e autobus e tutti i mezzi di trasporto che volete con i prezzi sempre discutibili e trattabili.
Partiamo e scopriamo con il tassista Albert la piccolissima capitale Vittoria con poche cose da vedere e da vivere. Finito il giro partiamo per andare a fare un bagno a ”Baie Beau Vallon” grande spiaggia a forma di mezzaluna con a destra guardando il mare la baia finisce con delle mangrovie e poi continua fino a Bel Ombre mentre a sinistra si chiude con grandi massi di granito eroso che spuntano dalla spiaggia bianchissima il tutto circondato da palme e altre piante tropicali che sembrano volerti proteggere dal sole. Alle 11 siamo ripartiti e ritornati a Victoria e da li siamo partiti verso il sud dell’isola e passando da Mont fleuri, Plaissance, mamelles, e ancora Cascade e Talbot zona areoporto si incomincia a ritrovare lo spirito tropicale delle grandi e magnifiche spiagge e dopo Anse aux acourbes troviamo Anse Royal, semplicemente il sogno protetto dalla barriera corallina e con magnifici massi di granito che spuntano qua e la per la spiaggia, sulla sinistra la Petit isle rifinisce questo quadro, in questa spiaggia abbiamo trovato molti seychellesi in spiaggia e visto che era domenica stavano festeggiando con copiosi picnic e musica a tutta banda e felici di essere in nostra compagnia. Il massimo però doveva ancora arrivare perche quando siamo arrivati a Takamakaed ho visto la spiaggia mi sono praticamente spogliato correndo dal parcheggio verso il mare e mi sono tuffato tra queste onde non protette dalla barriera corallina il colore di questo mare non riesco a raccontarlo perche in vita mia non ho mai visto niente di simile, credo che tornerò in questo posto per restare qualche giorno perche sono ancora abbagliato da questa visione perche mi sono sentito in simbiosi con la natura e qui avrei voluto rimanere a vivere per sempre.
Le spiagge che abbiamo incontrato dopo questa mentre risalivano a Victoria sono tutte molto belle e meritano di essere visitate. Particolare importante essendo domenica abbiamo trovato per strada varie feste paesane con musica e balli e con banchetti che vendevano varie mercanzie, ci siamo fermati ad una di queste feste ed abbiamo chiesto di ballare con loro e siamo stati accolti come dei loro paesani e questo è il bello di questa gente, la giornata è stata bellissima. Torniamo a Victoria e prima di lasciare il nostro tassista ci facciamo portare al porto turistico per trovare una barca con il fondo di vetro per l’indomani mattina per visitare il parco marino di S. Anne. Il Marine Natioal Park. Albert il tassista ci ha presentato un suo amico che con 200 euro ci ha fatto visitare il parco con la barriera corallina piena di pesci e scoprire tutte le insenature del parco dopodiche ci ha accompagnato all’isola Moyenne, isola privata, 10 euro l’ingresso compreso nel prezzo della barca, a Moyenne siamo accolti in spiaggia da 2 cani che sono dei proprietari del ristorante la coppia ci ha ricevuto insegnandoci il percorso e dandoci una mappa dell’isola, l’isola è veramente splendida e la vegetazione e gli scorci delle spiagge sono bellissimi a meta giro ci siamo imbattuti in una piccolissima chiesa con annesso cimitero con 4 tombe poi siamo scesi su una piccola spiaggia nascosta in una insenatura e li mi sono tornati in mente i libri di Salgari che ho letto da giovane e ho pensato ai pirati e ai tesori nascosti su queste isole tropicali. Finiamo la nostra escursione alle 12 e dobbiamo correre in nave salutando ancora Albert che ci ha accompagnato al porto, mi sono preso il suo telefono perche credo che il massimo per tornare su questa isola sarà quello di affittare una piccola casa possibilmente vicino alla spiaggia di Takamaca e noleggiare una moto e a quel punto vai.
La nave riparte alle 13 per Malee Maldive dove arriveremo il giorno 8 dopo 2 giorni di navigazione, e altri impegni sui vari ponti della nave tanto per non annoiarsi. Malè, devo dire che come tutte le città che abbiamo trovato su queste isole, è una città nuova senza storia, ma pittoresca per la sua gente e quello che mi affascina di tutto l’Oceano indiano e l’Asia è il sistema di vita di questa gente che si sono creati una comunità formata da varie religioni e da tante razze diverse che riescono a vivere in armonia (forse perche non hanno Bossi e la lega) perche in Italia è difficile convivere anche con i nostri connazionali di altra regione. Alle 14 sbarchiamo e andiamo al porto per fare la nostra escursione in sottomarino per vedere la barriera corallina, scendiamo a 40 metri e ci hanno fatto vedere un pezzo di barriera ma che non ho molto apprezzato perche mi aspettavo qualcosa di più spettacolare ma purtroppo anche qui la barriera è agonizzante e non ci offre più lo spettacolo che ci aspettiamo solo un pò di pesci colorati qualche murena e fine (delusione). Poi abbiamo visitato a piedi la città e visitato Medhu Ziyaarath, il santuario dedicato ad Abu al Barakaat al Barbari al quale si attribuisce la conversione del popolo Maldiviani all’Islam, infatti in tutti questi paesi dell’oceano Indiano l’Islan è una delle religioni più importanti e ripeto che con grande meraviglia ho notato la grande unione di religioni popoli e razze convivere con grande armonia e tolleranza. La moschea Islamica è nuova e costruita con sfarzo ma non siamo potuti entrare perche era l’ora della preghiera e i turisti non sono ammessi se non sono Islamici. Dopo una visita ai negozi locali per turisti dove abbiamo trovato le stesse cose che avevamo già visto nelle precedenti tappe e che abbiamo ritrovato in tutte le altre fino a Singapore siamo rientrati in nave per la cena. Dopo la cena spettacolo ballo casinò e poi una passeggiata finale sul ponte a vedere le stelle dell’equatore (magnifiche sembrano tanto vicine).
Al mattino partenza presto per una giornata in un atollo, abbiamo scelto Kandooma dove c’è il resort di Holliday Inn, bellissimo. In barca veloce nel tratto per raggiungere l’atollo abbiamo trovato un branco di delfini e il nostro guidatore del motoscafo ha fermato la barca e si è messo a seguire i delfini mentre il marinaio batteva le mani per attirare l’attenzione dei delfini e questa scena è durata 10 minuti poi i delfini sono partiti in altra direzione e noi siamo ripartiti verso il nostro atollo. Arrivati sull’atollo sbarchiamo e qui il mare ti trasmette ancora delle sensazioni ed emozioni indescrivibili, i colori sono diversi e dopo aver visto i mari di mezzo mondo devo dire che alle Maldive i blu sono turchesi i verdi sono smeraldo e gli azzurri sono acquamarina cosi insieme formano i colori di queste pietre preziose che si sposano ammaliando la vista e i sensi i chi si trova ad ammirare questo quadro che ci offre la natura e che fa vibrare l’anima donando delle sensazioni indescrivibili. Le palme e i fiori sono la giusta cornice a questo quadro dipinto ancora da Dio e speriamo che l’uomo riesca a mantenerlo per farlo ammirare ai nostri figli. La sera rientro in nave e partenza per Cochin India dove arriviamo dopo 1 giorno e mezzo di navigazione. Questa è stata una delle escursioni che non ho apprezzato molto e vi spiego perché. Siamo in Kerala e credo sia una delle più belle regioni indiane e io ho fatto un lungo viaggio in Kerala e ci sono delle città e dei templi indiani spettacolari credo che con il tempo che avevamo potevamo scegliere una di queste mete e non fare l’escursione con costa che ci ha fatto vedere Cochin che fondamentalmente ci ha mostrato solo il poco che la città può offrire. Tra le cose più interessanti… per chi non la conosce, può essere la coltivazione del riso, che viene spiegata e vi verrà fatta visitare anche una piantagione, poi l’allevamento ittico, un’altra delle risorse della zona. D’altra parte in una crociera importante di 21 giorni non tutto può essere perfetto e questa credo sia la meta meno affascinante che abbiamo visitato.
Ripartiamo a mezzanotte in direzione di Colombo Sri Lanka dove arriviamo dopo un giorno di navigazione. Colombo ci accoglie con il suo splendore tropicale con il suo verde meraviglioso e le sue piante tropicali che sembra vogliano invadere anche le strade. Qui abbiamo prenotato l’escursione a Kandi con una ragione precisa: dovremo viaggiare circa 3 ore in autobus per arrivare Kandi e questo ci permetterà di vedere i villaggi e i paesi che troveremo lungo le strada. Inoltre potremo cogliere scene di vita rurale nelle piantagioni di riso e di tè (ricordiamo che il tè di Ceylon è il tè più famoso del mondo). E, infatti, questo viaggio nell’Isola è stato molto affascinante per tutte le scene che si sono presentate lungo la strada. A Kandi abbiamo visitato i giardini botanici reali di Peradeniya, creati nel 1374, un vero paradiso per chi ama la natura. Ci siamo poi recati al tempio della reliquia del dente sacro appartenuto al Budda: veramente bello (povero Budda, qui ha il dente in un altro tempio la clavicola, ma lo hanno troncato tutto). Dopo un giro nella città di Kandi siamo tornati a Colombo, rifacendo la strada a ritroso e trovando altre scene rurali. La nave riparte la sera e avremo ancora 2 giorni di navigazione direzione Phuket, Thailandia. Ci riposiamo qualche ora al mattino e poi di nuovo rumba sulla nostra nave (è diventata il nostro condominio) giochi, piscina e feste… il tempo vola.
Ci troviamo a Puket ed è il 17 novembre. La vacanza mi sfugge di mano e comincio ad andare in fibrilazione, mi restano solo 5 giorni, poi dovrò abbandonare il sogno e riabbracciare la realtà (ma aspettiamo a fasciarsi la testa, andrò anche stasera a giocarmi 10€ al casinò, potrei diventare ricco con il gioco, così potrei continuare la crociera fino in Australia… hi hi hi). Sbarchiamo a Puket, nel mare delle Andamane. La prima scena è una spiaggia lunghissima che si chiama Ptong Bay, ma è piena di bottigliette di plastica sulla battigia portate dal mare con l’alta marea. Il colore della spiaggia è grigio chiaro come le nostre spiagge in Toscana, il colore del mare è verde. Mi rendo conto che il paradiso lo abbiamo lasciato a parecchie miglia marine lontano dietro di noi. Certo, qui non abbiamo spiagge coralline, quindi i colori cambiano, ma dopo aver visto quelle spiagge e quei mari è difficile riabituarsi alla normalità. Prendiamo un taxi e gli chiediamo di visitare le spiagge fino al sud e risalire poi l’isola dalla parte opposta, chiedendo di farci salire in cima alla collina del Big Budda. La collina domina il mare della baia di Phang Nga. E’ stato un lungo giro dove da diversi punti abbiamo potuto ammirare le spiagge di Karon, Kata Beach, Kata Noi, Ha, Nai Han, ecc. Il mare e le spiagge viste dall’alto sono uno spettacolo, ci siamo dimenticati anche delle bottiglie di plastica che abbiamo visto all’arrivo. A tarda sera rientriamo al nostro condominio neoRomantica.
La mattina mattino partiamo presto per una giornata entusiasmante sull’isola di James Bond o meglio Kho Phing Kan. Partiamo con un motoscafo veloce da Bot Lagon e davanti a noi si incominciano ad aprire degli scenari magnifici fra i canali di Phang Nga Nga delineate dalle mangrovie. La nostra traversata si snoda attraverso una moltitudine di torrioni di roccia ricoperti da magnifica vegetazione dove il mare ha eroso in molti punti questi torrioni di roccia calcarea formando delle grotte con pennoni e stalattiti dalle forme incredibili. Il mare in questo tratto è battuto da canoe e classiche barche a motore thailandesi, tutte colorate, che trasportano 8/10 persone. Essendo piccole fanno visitare ai turisti queste grotte, mentre con la nostra grande barca veloce ci avviciniamo, ma non riusciamo a entrare nelle grotte. Ripartiamo e finalmente arriviamo all’isola di James Bond. La prima spiaggia finisce sotto una specie di grotta, dove ci ripariamo dal sole per rinfrescarci. Lo scenario sarebbe bellissimo se non ci fossero decine di barche di tutti i tipi e le misure con migliaia di persone che vanno e vengono, forse abbiamo sbagliato orario. Se fossimo arrivati alle 8 di mattina ci saremo potuti godere lo spettacolo. Poi attraverso un sentiero di scalini tagliati nella montagna raggiungiamo l’insenatura con una piccola spiaggia che porta il nome di isola del Chiodo, la baia dove si sono girati gli spot pubblicitari di campagne di profumi dei più famosi stilisti. Entusiasmante è dire poco, ma anche qui guardiamo solo il mare col grande torrione chiamato chiodo, perche alle spalle questi dissgraziati hanno fatto mettere tutto un mercatino di bancarelle per turisti. Che dire: osceno e grazioso è un complimento, forse godono a farsi del male. Rotta, quindi, per l’isola di Panyi, un villaggio di pescatori attaccato ad un torrione di roccia e sviluppato su palafitte. Il villaggio è veramente la cosa più strana e pittoresca che abbiamo mai visto. Queste piccole case di legno su palafitte, con i pavimenti in piastrelle di maiolica, e la vita che scorre con il piccolo bar, il ristorante, il negozio di alimentari e anche qui naturalmente le bancarelle di souvenir uguali a tutte quelle che abbiamo visto fino a ora e rigorosamente made in Cina. Bello, ma purtroppo abbiamo visto alcune colonne in cemento e ci siamo informati su cosa avrebbero fatto in cemento? Qualsiasi cosa sarà uno scempio. Ci hanno risposto che stanno costruendo la nuova moschea perche il paese e formato da una comunità islamica (Maometto li aiuti). Al ritorno ci fermiamo sul l’isola di Rang Yai, dove ci attende un pranzo al barbeque e stranamente non ci servono pesce grigliato ma pollo, forse in questo tratto di mare si pescano polli. Pomeriggio passato su questa spiaggia a poltrire al sole tra bagni di mare e riposo al sole fino a sera.
Rientriamo al ‘condominio’ neoRomantica per la serata, la nave riparte per Langkawi, dove arriveremo domani mattina. Langkawi è in Malesia sul lato orientale del mare delle Andamane, al confine tra Malesia e Thailandia. E’ un meraviglioso paradiso tropicale conosciuto anche come isola delle leggende ed è terra di villaggi, spiagge e campi di riso. Con un taxi abbiamo girato l’isola cercando in particolare 2 spiagge. La prima è la spiaggia zebrata striata di sabbia nera e bianca che si chiama Pantai Pasi Hitam. Poi via verso la spiaggia di cenang, la spiaggia più popolare di Langkawi, dove si dice che per uno scherzo della marea si può addirittura camminare sull’acqua (questo dettaglio però noi non lo abbiamo visto, perché siamo rimasti poco). Le spiagge di Langkawi sono considerate tra le più affascinanti del mondo grazie alla loro incontaminata bellezza: cornici di flessuose palme ondeggianti, distese di sabbie bianchissime che bordeggiano acque cristalline, che a loro volta sfumano lentamente nel profondo abbraccio cobalto dell’oceano. Poi visita al Wildlife park, uno zoo particolarmente fornito di pappagalli e volatili di tutte le razze questo lo ha consigliato il tassista ma è più adatto per i bambini che per gli adulti, a seguire le cascate di Telaga tujuh piccole cascate in mezzo ad una natura esuberante (non sono le marmore ma viste in questo contesto tropicale ti fanno passare una bella ora ad ammirarle) più che una cascata mi ha fatto pensare che più in alto sulla montagna un bambino stava facendo la pipi. Poi ci siamo fatti accompagnare a Tanjung Rhu, una magnifica spiaggia dove ci siamo fermati per mangiare e fare un bagno. Poi ritorno sulla neoRomantica per la sera.
Non dimentichiamo che tutte le sere facciamo molto tardi, siamo dei vivier e fino a che i locali non chiudono noi siamo lì a fare da chiudipista. La nave riparte e navigherà tutta la notte, domani mattina arriveremo a Port Klang. Vogliamo visitare Kuala Lampur, ma l’idea non risulta troppo buona. Il tour era a piedi, alla scoperta di Kuala Lampur, ed è un tour completo che ci permette di vedere approfonditamente la città, ma il tempo non ci ha assistito ed è piovuto tutto il giorno in maniera tropicale (ci siamo fatti diverse docce ma il tour lo abbiamo fatto ugualmente). Prima visita ai popolari bazar coperti di Chinatown e all’artistico mercato centrale, gli edifici coloniali della città. A piedi, poi, abbiamo visitato gli angoli storici di Kuala Lampur, che ci hanno mostrano il colorato patrimonio coloniale e architettonico, la vivace fusione di culture e religioni, il quartier generale del governo britannico, l’Old Tudor Cricket Club la chiesa anglicana. Abbiamo assistito alla preparazione del teh Tarik, tè tirato, un tè col latte e poi passato da pentolino a pentolino. Poi le torri Petronas, i grattacieli gemelli più alti del mondo. Dopo le foto di rito raggiungiamo la torre Kl delle telecomunicazioni e con un ascensore supersonico raggiungiamo l’altezza di 276 metri per ammirare la città dall’alto. Da questa sala rotonda a vetri ho subito pensato a una torre del genere su Firenze, Roma o Venezia (ragazzi, allora si che si potrebbe godere!). Nel complesso una bella città. Io conosco molto bene la mentalità orientale perché lavoro da 12 anni in Cina. Per loro i grattacieli, le luci al neon e tutto quello che è nuovo e somiglia all’America è bellissimo. Il commento del mio titolare quando è venuto a Firenze è stato questo: “perché non buttate giù tutte queste case e palazzi vecchi e non fate dei bei grattacieli come i nostri?” Aiutoooooooooooooooo. Bene riprendiamo il viaggio la sera per Singapore, siamo molto tristi ci restano solo 2 giorni di questa crociera e ci serviranno per visitare Singapore.
SINGAPORE ULTIMO ATTO
Città vivacissima e piena di contrasti che la rendono unica. Le strade sono costeggiate di bellissimi alberi, non mi aspettavo tanto verde, mi sembra di essere a Miami. Modernissima e tropicale con tutti i contrasti delle città asiatiche. Da Little India, dove sarete avvolti dai profumi delle spezie e i profumi delle ghirlande di gelsomini, dai colori dei sari e dalle collane di argento in bella mostra nei negozietti della comunità indiana, colorata e sorridente. In questa zona c’è un gran bel tempio induista che merita di essere visitato. Poi ci avviamo verso il centro città a vedere il palazzo del parlamento, ma niente a che vedere con palazzo Madama. In compenso la guida mi diceva che i parlamentari lavorano molto per il popolo e non rubano… riflessione; perche non cambiamo i parlamentari di Singapore con quelli di Roma? Poi verso il Vittoria teatre, l’Empress Palace Building e le numerose vestigia dell’epoca coloniale restaurate e restituite all’antico splendore, ancora sempre in stile coloniale la City Hall il palazzo della corte suprema e il Raffles Hotel in perfetto style coloniale ben conservato e ancora Magnifico.
L’indomani ancora nel centro di Singapore, verso Shenton Way la Wall Street dell’Asia e una visita alla Orchard Road, la strada più elegante di Singapore, per vedere tutte le griffe internazionali della moda e lì non ci rendiamo conto se siamo a Parigi, a New York o a Milano perche lo scenario è identico. Vale una visita anche il Peranakan Museum per conoscere la cultura Cino Malese e Indo Malese. Poi via a Chinatown a passeggio per il quartiere ad ammirare l’architettura e osservare la gente che qui vive e lavora. Lungo i vicoli è tutto un susseguirsi di negozi di medicina tradizionale cinese, sale da tè, agopuntori e calligrafi e, immancabili, le bancarelle di cineserie che ci ricordano tanto Roma (Piazza Vittorio), Milano (Via Sarpi) e Prato (via Pistoiese), etc. etc, Aiutoooo! Una visita ai giardini botanici è d’obbligo, racchiude la più grande collezione di orchidee del mondo; si stimano 60.000 piante esposte in uno scenario naturale, magnifico, dove lo spirito si rilassa in questi giardini pieni di colori e profumi. Da non perdere il nuovo quartiere di Marina Bay che ospita grandi Mall, centri congressi hotel e sopratutto L’esplanade Theatres on The Bay un’avveniristica e flessuosa costruzione che è diventata il fulcro nevralgico della cultura di Singapore. Torniamo alla sulla nave per gli ultimi saluti agli amici e all’equipaggio, prendiamo le nostre valigie e ci facciamo accompagnare da un taxi all’aeroporto e visto che è buio ne approfittiamo per fare un giro lungo per vedere i quartieri più importanti illuminati e salutare questa magnifica città che segna la fine della nostra meravigliosa e indimenticabile crociera Costa.
Siamo rientrati in Italia con gli occhi e il cuore pieni di grandi ricordi e scenari meravigliosi che non potremo mai dimenticare. Grazie sig. Costa (questo è il nomignolo che abbiamo usato in tutta la crociera quando avevamo qualche rimostranza da fare… dicevamo sempre, ora telefoniamo al sig. Costa… ih ih ih ih ih).
Spero che questo mio diario vi possa aiutare a scegliere la vostra vacanza, ma pensate sempre che una crociera vi darà sempre molto di più di quello che pagate.
Alfio Bonacchi