Incantevole Giordania

Tour nel magnifico Regno Hashemita, alla scoperta della misteriosa Petra
Scritto da: deside
incantevole giordania
Partenza il: 09/08/2009
Ritorno il: 16/08/2009
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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1° GIORNO – Ore 5 del mattino, banco del check in di Malpensa: così è iniziato il mio viaggio verso il Regno Hashemita di Giordania. Dopo quattro ore di volo sono atterrata all’aeroporto internazionale “King Hussein” di Aqaba. Lì ho conosciuto i componenti del gruppo che faranno il tour con me e la guida che ci accompagnerà. Nel pomeriggio abbiamo avuto un po’ di tempo libero e ne ho approfittato per fare un giro per la città. Aqaba è l’unica vera località balneare giordana, ma attualmente, nonostante la gran pubblicità che ne viene fatta, non ha molto da offrire, anche se, visti i vari cantieri presenti, si capisce che in atto ci sono grandi progetti per sviluppare e sfruttare quest’unico sbocco sul mare che la Giordania ha.

2°GIORNO – Stamattina ci siamo svegliati presto e siamo partiti alla volta di Amman. Appena fuori da Aqaba abbiamo imboccato la strada che attraversa il Wadi Araba: è quasi tutta rettilinea e permette di vedere paesaggi diversissimi tra loro, infatti si passa dal deserto alle oasi verdi, dalle montagne al mare…un mare particolare, come lascia intendere il suo nome: Mar Morto. Questo enorme lago salato si chiama così perché le sue acque sono talmente salate che all’interno non vi è alcuna forma di vita, o almeno così credono tutti. In realtà la guida ci ha spiegato che ci sono degli esseri viventi: dei batteri! Facciamo una piccola sosta per osservare le incrostazioni di sale e per vedere la statua di Sarah, la moglie di Lot, la quale, durante la fuga da Sodoma, contravvenendo al divieto impostole dal marito di non voltarsi indietro, venne tramutata in una statua di sale. Poco dopo siamo ripartiti verso il “centro della Terra”: il Mar Morto si trova, infatti, nella depressione più profonda della Terra, a 413 Km sotto il livello del mare. Appena arrivati tutti noi non vedevamo l’ora di cambiarci e di fiondarci in spiaggia per provare l’insolita sensazione di galleggiamento che si ha in questo “mare”: è così salato che sulla pelle rimane una patina di sale! Dopo qualche ora di relax abbiamo fatto un’escursione a Betania: qui c’è il luogo in cui si presume fu battezzato Gesù.

Poco prima del tramonto siamo arrivati ad Amman, la città bianca.

3° GIORNO – Anche questa mattina in piedi presto! Sono stata svegliata, però, non dalla solita musichetta del cellulare, bensì dal richiamo del muezzin. La giornata è iniziata con la visita alla moschea di re Abdullah, l’unica ad Amman in cui possono accedere anche i non musulmani. Prima di entrare, però, noi donne abbiamo dovuto indossare una lunga tunica nera con cappuccio. Dopo aver visitato questo luogo sacro ci siamo diretti verso la “Cittadella”, in cui vi sono le rovine di un tempio romano, del Palazzo degli Omayyadi ed il piccolo, ma interessante, Museo Archeologico, in cui sono esposti dei frammenti dei rotoli del Mar Morto. Nel pomeriggio, invece, abbiamo fatto il giro dei “Castelli del deserto”: Qasr al-Azraq, in cui alloggiò Lawrence d’Arabia, Qusayr Amra, inserito nel 1985 tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, e Qasr Kharana, che da residenza di caccia degli Omayyadi divenne un caravanserraglio.

La giornata è stata intensa e faticosa, ma nonostante ciò ho deciso di andare in un locale poco turistico e frequentato da gente del posto. D’altronde conoscere la cultura di un paese non è solo vederne i monumenti, ma anche entrare in contatto con il suo popolo. L’ambiente era molto carino, c’era musica dal vivo, si poteva fumare il narghilè e ballare. Ciò che più mi ha colpito di questo luogo è stato vedere delle donne coperte dal velo danzare in modo molto sensuale, stile “danza del ventre”.

4°GIORNO – La meta di oggi, Jerash, ci ha portato a nord di Amman, verso il confine con la Siria. Qui abbiamo visitato le rovine di quella che è stata un’importante città romana che faceva parte della Decapoli, una sorta di associazione di città con rilevanza culturale e commerciale.

Si entra passando sotto l’Arco di Adriano e subito ci si trova di fianco all’ippodromo. E’ impossibile non far scorrere nella mente le immagini delle corse di bighe viste molte volte nei film! Si prosegue per la celeberrima Piazza Ovale e da lì si inizia a percorre il cardo maximus fino a giungere all’incrocio con il decumanus meridionale. Qui si possono vedere i ruderi di antiche botteghe e grazie al racconto della guida e ai ricordi di storia si riesce a immaginare come doveva essere la vita al tempo dei Romani. Dopo aver visto il teatro nord, il Tempio di Artemide e le rovine di alcune chiese, siamo arrivati al teatro sud, in cui si esibivano dei bizzarri suonatori di cornamuse.

A pranzo, anche oggi, nulla di nuovo: riso e pollo. La cucina giordana non è male, è solamente poco varia. Nel pomeriggio siamo ripartiti verso Ajlun in cui sorge il Castello di Ar-Rabad e da cui si gode, foschia permettendo, di un’ottima vista sulla Valle del Giordano.

5° GIORNO – Oggi abbiamo salutato Amman e finalmente siamo partiti per Petra, ovviamente facendo delle soste. La prima a Madaba, la città dei mosaici. L’attrattiva principale di questo posto è la cartina a mosaico posta sul pavimento della chiesa greco-ortodossa di San Giorgio che rappresenta la Palestina storica. La seconda tappa è stata sul Monte Nebo, luogo da cui Mosè vide la Terra Promessa e in cui morì. Il paesaggio da qui è veramente straordinario: per fortuna l’aria era tersa, quindi siamo riusciti a vedere il Mar Morto, Gerico e perfino ad avvistare Gerusalemme.

Dopo un’oretta di viaggio sulla Strada dei Re, che collega Madaba a Petra, siamo arrivati a Kerak, in cui sorge una roccaforte crociata ben conservata. Tutti noi, però, non vedevamo l’ora di rimetterci in viaggio: la prossima tappa si chiamava Petra!

Ed eccoci arrivati! Una cena veloce e poi subito in cammino verso il Tesoro per assistere allo spettacolo “Petra by Night”, in cui si esibiscono dei suonatori beduini. Durante il tragitto ero emozionatissima: la strada era illuminata da centinaia di candele e non potevo credere che stavo per realizzare uno dei miei sogni: vedere il Tesoro. Passo dopo passo non vedevo l’ora che spuntasse una delle sue colonne e quando questo è avvenuto…beh non ci sono parole per esprimere quello che ho provato.

6° GIORNO – E anche oggi sveglia con il muezzin! Dopo la colazione siamo andati di nuovo a Petra, questa volta per visitarla bene ed ammirarla alla luce del sole. Petra anticamente era la capitale del regno dei Nabatei, gli arabi che governavano la regione prima che arrivassero i Romani. Per raggiungere questo posto meraviglioso bisogna prima attraversare una gola lunga circa un chilometro e mezzo, il siq, che ha avuto origine da un violento terremoto. Lungo le pareti di questa voragine si possono osservare delle incisioni: la più sorprendente è senza dubbio quella raffigurante un cammello ed un carovaniere. Purtroppo, però, non è in ottimo stato di conservazione. Proseguendo il percorso le pareti rocciose si restringono fino quasi a toccarsi. Camminando, camminando si arriva ad una curva da cui si vede una fessura tra i lati del siq oltre la quale si inizia ad avvistare uno scorcio del Tesoro. Ovviamente l’emozione che ho provato è stata fortissima. Durante il lungo tragitto la voglia di visitare Petra cresceva passo dopo passo, e una volta giunta alla fine non ho potuto non rimanere estasiata di fronte a quello che si parava innanzi a me. Il Tesoro è un’imponente tomba costruita nella roccia per ospitare le spoglie del re Aretas III e deve il suo nome ad un’antica leggenda secondo la quale nell’urna posta nella parte alta della facciata sarebbe stato nascosto un tesoro. A questa storia hanno creduto alcuni abitanti del posto, infatti l’urna ha diversi fori creati dai colpi di fucile sparati con la speranza di far cadere il prezioso contenuto. Preseguendo verso il centro della città si possono ammirare diverse tombe e la straordinaria gamma di colori delle rocce in cui sono scolpite. Continuando si giunge alla via principale di Petra, la Strada Colonnata, nella parte romana del sito. Qui vicino c’è il ristorante in cui ci siamo fermati per rifocillarci. Dopo pranzo il gruppo si è diviso: alcuni sono andati a vedere il Monastero, altri a visitare la Chiesa Bizantina ed altri, me compresa, sono saliti sull’Altura del Sacrificio (nome calzante per il posto, infatti arrivarci è davvero un sacrificio!). Gli altari ed i due obelischi che si trovano in cima al monte non sono particolarmente interessanti, ma ciò che affascina è il sublime paesaggio che si può contemplare. Oggi è stata una giornata veramente faticosa, il sole era cocente ed abbiamo dovuto camminare molto, ma ne è valsa la pena, Petra è semplicemente incantevole.

7° GIORNO – Finalmente stamattina non abbiamo dovuto fare la solita levataccia. Oggi abbiamo iniziato la giornata con una visita ad Al-Beidha, meglio nota come Piccola Petra. Anticamente era un villaggio in cui alloggiavano i commercianti diretti a Petra. La sosta è durata poco e poi siamo ripartiti verso il Wadi Rum. Questo deserto è dotato di una bellezza particolare: i colori cambiano in base all’inclinazione del sole facendo mutare continuamente il paesaggio. Arrivati lì abbiamo trovato dei beduini che ci attendevano per fare un tour nel deserto con il fuoristrada. Ad un certo punto ci siamo fermati ai piedi di una duna e su invito della guida ci siamo tolti le scarpe e l’abbiamo scalata. Ad ogni passo i piedi sprofondavano nella sabbia calda e forte è stata la sensazione di benessere e tranquillità che ho provato. Una volta scesi siamo andati verso alcune tende beduine in cui c’erano degli uomini con i loro cammelli (in realtà erano dei dromedari ma in arabo entrambi gli animali vengono identificati con la stessa parola: jamal). Qui chi voleva poteva fare un giro sul quadrupede. Potevo io non attraversare il deserto durante il tramonto in sella ad un dromedario? Certo che no! La cavalcata è terminata vicino ad un accampamento beduino in cui poi abbiamo mangiato. Dopo la cena sono state spente tutte le candele ed io ho potuto contemplare il cielo stellato più bello della mia vita. Ahimè, poco più tardi ci siamo dovuti rimettere in viaggio per la rumorosissima Aqaba.

8°GIORNO – Eccomi qui in aeroporto. Il viaggio in questa splendida terra si è concluso. Sto riguardando le foto nella digitale: ad ogni immagine l’emozione sale. La tempesta di sabbia che si è abbattuta stamattina sulla pista è passata; si può decollare. Mi rimangono solo due parole da dire: arrivederci Giordania!



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