in viaggio di nozze tra peru’ ecuador galapagos

Seguendo l’esempio di altri viaggiatori, anche io e Filippo vogliamo condividere con voi il nostro incredibile viaggio di nozze tra Perù e Galapagos. Proprio grazie ai racconti di viaggio letti su Turisti per caso, infatti, ci siamo rivolti ai gentilissimi Angelo e Yolanda, che non hanno deluso le nostre aspettative, mentre per le Galapagos,...
Scritto da: SP79
in viaggio di nozze tra peru’ ecuador galapagos
Partenza il: 29/06/2009
Ritorno il: 19/07/2009
Viaggiatori: in coppia
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Seguendo l’esempio di altri viaggiatori, anche io e Filippo vogliamo condividere con voi il nostro incredibile viaggio di nozze tra Perù e Galapagos. Proprio grazie ai racconti di viaggio letti su Turisti per caso, infatti, ci siamo rivolti ai gentilissimi Angelo e Yolanda, che non hanno deluso le nostre aspettative, mentre per le Galapagos, su consiglio di Angelo, abbiamo contattato Renato, che si è appoggiato al tour di Fabio, altro personaggio già citato su questo sito. Abbiamo acquistato i biglietti del volo A/R Torino – Lima e Quito – Torino (via Madrid) via Internet, mentre Angelo e Yolanda ci hanno prenotato hotel e biglietti di treni e autobus e Renato i voli interni e il pacchetto Galapagos. 29 GIUGNO Arrivo a Lima alle 18 circa con volo Iberia senza problemi, anche se è stato più confortevole il volo della LAN al ritorno. All’aeroporto ci accoglie l’autista privato, che ci porta a Casa Yolanda: qui incontriamo Stefano e Laura, una coppia di Bra, che viaggerà con noi fino ad Arequipa. In serata ceniamo in un localino in centro e visitiamola la Plaza de Armas, che ospita la Cattedrale e il palazzo arcivescovile. Questo è l’unico scorcio interessante che Lima sembra offrire, considerando che uscendo dalla “Lima quadrata”, ovvero le poche vie intorno alla Plaza gli edifici diventano squallidi e le strade poco sicure, quindi siamo contenti di non aver programmato una giornata in più per visitare la capitale. 30 GIUGNO Dopo la colazione con una bella moka bollente preparata da Yolanda, partenza alle 7.30 con Bus Cruz del Sur (validi, tranne che per la TV spesso a volume molto alto, se volete riposare portatevi i tappi!) per il tour alla riserva di Paracas, zona desertica affascinante con splendidi scorci sull’oceano. Il paesino è ancora in via di espansione turistica, quindi consumiamo i pasti al ristorante dell’hotel, il Santa Maria, dove assaggiamo l’ottimo ceviche (pesce marinato nel limone con alcune spezie). Nel tardo pomeriggio facciamo una passeggiata sul lungomare, popolato da negozietti e ristoranti e meta preferita dei pellicani, peccato però che la zona più lontana dal centro sia guastata dai rifiuti. 01 LUGLIO Tour in barca alle islas Ballestas, a circa 15 Km dalla costa, dove abbiamo avuto il primo incontro con i stupendi leoni marini, oltre ad aver avvistato i piccoli pinguini di Humboldt, foche e svariate specie di uccelli acquatici. Il paesaggio di grotte naturali è notevole, ma preparatevi alla puzza del guano, usato come fertilizzante naturale, che in alcuni punti è forte! In tarda mattinata partenza per Ica con il nostro autista Joel, con tappa alla Bodegas El Catador, una distilleria locale dove ci illustrano la preparazione dei vini peruviani e compriamo dell’ottimo pisco. Dopo la visita all’interessante museo locale di Ica, raggiungiamo l’oasi di Huacachina, dove ci diamo a dune buggies e sand boarding, mentre in serata ci trasferiamo in bus a Nazca. 02 LUGLIO Il cortesissimo proprietario dell’hotel Camiluz ci organizza il sorvolo delle famose Linee, migliaia di segni tracciati sul terreno desertico a formare varie figure, che viste dall’alto sono uno spettacolo incredibile. Unica avvertenza: se siete deboli di stomaco, fate colazione dopo il volo e prendete precauzioni contro il mal d’aria: io non ho avito nessun problema, ma Filippo sì, perché l’aereo si inclina di 180° da una parte e dall’altra per farvi vedere le linee a tutti e quattro i passeggeri. In tarda mattinata visita con la nostra guida Pedro al Cemeterio de Cauchilla in mezzo al deserto, dove ammiriamo 12 tombe a cielo aperto, ed escursioni (da noi non richieste, ma organizzate da Pedro) in un laboratorio di ceramica a artigianale e in una fucina per la lavorazione dell’oro. Nel pomeriggio visita agli ingegnosi acquedotti, una serie di pozzi concentrici collegati da canali e alla partenza delle Linee nel deserto. Narza ci è parsa una cittadina insignificante e poco raccomandabile, ma vale la visita per le linee e i siti archeologici. In tarda serata partiamo per Arequipa con bus notturno: il viaggio in sedili letto è abbastanza confortevole, ma la nostra altezza non favorisce la comodità! 03 LUGLIO Arriviamo ad Arequipa alle 9 circa e, dopo esserci rifocillati all’hotel Las Torres de Ugarte, gironzoliamo per la splendida città: il monastero di Santa Catarina è impedibile, così come il Museo Santury, dove è conservata “Juanita la principessa di ghiaccio”, la mummia congelata di una bambina Inca sacrificata al vulcano Ampato 550 anni fa. Meritano una visita anche la Cattedrale e la Chiesa della Compagnia, che si affacciano sulla bellissima Plaza de Armas, dove abbiamo cenato in un ristorantino panoramico con vista mozzafiato. Arequipa si trova a 2.500 metri d’altezza, quindi se soffrite l’altitudine vi conviene passarci un paio di giorni per acclimatarvi: il centro storico è interamente lastricato ed è patrimonio culturale dell’umanità secondo l’Unesco, per cui troverete piacevole girovagare tra chiese, palazzi e negozietti in cui fare acquisti. 04 LUGLIO Comincia la nostra avventura nel Canion del Colca, che abbiamo percorso con un piccolo tour in autobus, raggiungendo un passo a quota a 4.900 m e attraversando paesaggi mozzafiato, tra cime innevate l la vista dei tre vulcani (Misti, Chachani e Pichu Pichu) e soste per immortalare lama e vigogne al pascolo. Dopo il pranzo a buffet nel modesto paesino di Chivay, nel pomeriggio ci siamo rilassati alle terme, con spettacolare vista sulle montagne, che ci ha ripagati dello shock termico all’uscita della vasca con l’acqua a 39°. Cena in un ristorante con spettacolo folkloristico e pernottamento all’hotel Pozo del Cielo, il più bello di tutta la vacanza in Perù, con vista panoramica e deliziose camerette dotate di stufetta elettrica, coperta di alpaca e borse dell’acqua calda, considerata la forte escursione termica. 05 LUGLIO Sveglia alle 5 e partenza per il tragitto che, attraverso due paesini e una strada panoramica che si inerpica tra le montagne, ci conduce alla Cruz del Condor, punto d’osservazione privilegiato per ammirare i condor che salgono dal canalone per posarsi sulle rupi del canyon in attesa che l’aria si scaldi e possano sfruttare le correnti ascensionali. Siamo baciati dalla fortuna e riusciamo a osservare rapiti una ventina di condor che si alzano uno dopo l’altro e cominciano a volare sopra le nostre teste: uno spettacolo che, come Machu Picchu, vale da solo il viaggio. Dopo una passeggiata nella valle e l’ottimo pranzo a buffet ci trasferiamo in bus a Puno con Attilio e Rosaria, una coppia che viaggerà con noi fino a Cuzco, attraversando un paesaggio di selvaggia bellezza. La tempestiva Yolanda ci avvisa che il 7 e 8 luglio è previsto uno sciopero con tanto di barricate sulle strade, quindi ci prenota al volo un bus serale che ci porterà a Cuzco, in alternativa al viaggio diurno di 7 ore previsto nel programma. 06 LUGLIO Il gentilissimo proprietario dell’hotel Totorani riesce a organizzarci sia il tour sul lago Titicaca sia la visita al cimitero di Sillustani, in modo da prendere il bus per Cuzco in serata. Alle 7, quindi, siamo già sull’imbarcazione che ci conduce alle Islas Flotantes, definite galleggianti perché costruite con canne di tortora, un giunco acquatico, miste a fango, che ne fissa le radici e ne impedisce la decomposizione. Con lo stesso materiale gli abitanti delle isole, che ci vivono davvero e si sostentano con l’artigianato e il turismo, costruiscono le loro barche, chiamate balsas, e le capanne. L’isola Taquile, invece, ci permette di apprezzare la bellezza selvaggia dell’immenso lago Titicaca, al confine con la Bolivia; qui ci viene illustrato lo stile di vita degli abitanti locali, il significato dei loro costumi colorati e le loro danze, a cui ci viene chiesto di unirci (manovra turistica inevitabile). Nel tardo pomeriggio rientriamo a Puno e corriamo a visitare la necropoli preincaica di Sillustani, dominata dalle enigmatiche sagome delle chullpas, tori funerarie alte anche 12 metri. Qui ci godiamo il tramonto sul lago nel cimitero ormai deserto, un luogo magico carico di elettricità e perfetto per la meditazione. Il trasferimento a Cuzco con bus della Fist Class si rivela poco confortevole e lunghissimo a causa dell’inesperienza dell’autista, ma si tratta di una soluzione d’emergenza per evitare le barricate del giorno successivo. Alle 3 di notte (dopo aver saltato al cena prevista lungo il percorso per risparmiare tempo) arriviamo finalmente a Cuzco e ci sistemiamo al Casona Real, hotel antico in una traversa della spettacolare Plaza de Armas. 07 LUGLIO Dopo esserci ripresi dalla fatica con una luculliana colazione, dedichiamo la giornata alla visita di Cuzco, addentrandoci tra i mercatini, nei quali facciamo acquisti, e passeggiando tra i negozi e le gallerie d’arte di San Blas, il quartiere degli artisti. Cuzco si trova a 3.400 metri d’altezza, che si fanno sentire quando ci si inerpica nelle stradine più scoscese del centro storico, ma la città, la più antica del Perù e patrimonio culturale dell’umanità secondo l’Unesco, ci ha conquistati, pur essendo molto turistica (dopo poco tempo si impara a ignorare le continue richieste di acquisto rivolte ai turisti, compresi allusivi “massaggi” per uomini e sostanze di vario genere!). 08 LUGLIO Proseguiamo la visita di Cuzco, dedicandoci ai siti di interesse storico per sfruttare il boleto turistico, che dà accesso a tutti i principali siti di interesse storico di Cuzco e dintorni. Decidiamo di visitare, tra gli altri, la cattedrale, bellissima nonostante l’eccessiva magnificenza frequente negli edifici religiosi peruviani, la chiesa della compagnia di Gesù, con vista sulla Plaza, la chiesa di San Blas (il pulpito in legno è un capolavoro), la chiesa di Santo Domingo, che sorge sulle rovine del tempio di Coricancha, la chiesa e il museo de la Merced e il museo storico regionale. 09 LUGLIO Con la guida Geraldina, prenotataci da Yolanda, partiamo alla volta della Valle Sacra, chiamata così per la sua fertilità, fermandoci a visitare la chiesa di Chinchero, con il bel soffitto interamente affrescato, e l’annesso mercato. Proseguiamo per Maras, piccolo paesino con le porte d’ingresso che presentano caratteristiche decorazioni, e per i cerchi concentrici di Moray, una serie di spettacolari terrazze costruite a scopo agricolo. Pranziamo a Urubamba e proseguiamo per il grazioso paese di Ollantaytambo, che ospita un sito archeologico costituito da un’impressionante e vastissima fortezza, dalla cui sommità si gode uno splendido panorama. Lasciamo la guida e ci rechiamo a Machu Picchu Pueblo (detto anche Aguas Calientes per via delle sorgenti termali, a quanto pare abbastanza sporche perché usate dai trekkers di ritorno dalle montagne) con treno Vistadome, che offre uno straordinario panorama delle Ande innevate e della foresta. Dopo la cena nel ristorante dell’hotel La Peqeuna Casita, gironzoliamo per il paese, che, essendo una tappa obbligata per chi sale a Machu Picchu senza Inca trail, è susseguirsi di alberghi, ristoranti e negozi turistici. 10 LUGLIO È arrivato il grande giorno: sveglia alle 4.45 per mettersi in coda e prendere i primi autobus per Machu Picchu, che partono alle 5.30. Quando ci siamo messi in coda alle 5.15 avevamo davanti già circa 190 persone, quindi abbiamo preso la decima navetta (sono una ventina e passano a ciclo continuo), riuscendo comunque ad arrivare tra i primi. Dopo aver ammirato senza parole il sito ancora quasi deserto alla luce dell’alba inerpicandoci sul sentiero panoramico, ci lanciamo attraverso le rovine per metterci in coda nella speranza di salire al Wayna Picchu, la montagna che si vede in tutte le foto di MP, sulla quale salgono soltanto 400 persone al giorno. Nonostante il pessimismo che regna nella coda per il fatto che i numeri sembrano essere già esauriti, persistiamo e riusciamo a salire con il numero 193. Il fatto è che le guide prenotano un certo numero di posti per le loro persone, ma se si arriva in coda massimo alle 7 si riesce ancora a entrare nel gruppo dei primi 200, evitando di salire con il turno delle 10 sotto il sole cocente, perché con un solo numero passano almeno due persone. Dopo un’ora e trenta di coda trascorsa a fotografare a turno MP, finalmente cominciamo la salita: il percorso è semplice, ma faticoso, trattandosi di un’immensa serie di gradoni scavati nella roccia. L’unico tratto difficile è l’ultimo, con uno stretto cunicolo in cui infilarsi e una serie di scale, ma il panorama ripaga ampiamente della fatica: solo di lì si può ammirare MP nella sua interezza, dall’alto verso il basso, osservando anche le rovine dei templi del Sole e della Luna, l’inca trail e gli altri sentieri. Eccezionale, non perdetevelo! Attenzione alla discesa: nel primo tratto bisogna girare intorno alla montagna passando su una lunga lastra di roccia, ma noi con gli zaini e le macchine fotografiche abbiamo preferito ripetere la strada dell’andata. Tornati a valle, ci addentriamo nella visita di MP, di una bellezza indescrivibile, che supera la mia immaginazione di bambina, quando ne guardavo le foto e sognavo di vederlo con i miei occhi. Nel pomeriggio, esausti ma entusiasti, scendiamo ad Aguas Calientes e, nell’attesa del treno, facciamo alcuni acquisti al mercatino. A differenza del viaggio d’andata, al ritorno il personale di bordo ci ha allietati con una rappresentazione in costume e con una vendita promozionale di prodotti di alpaca: curioso e a tratti divertente, ma abbiamo avuto compassione dei poveri impiagati nelle ferrovie! Tra l’altro, al ritorno consigliamo di risparmiare e prendere il treno backpacker, perché la vista panoramica è sufficiente all’andata, quando c’è anche più luce, ma nel nostro caso non c’era più posto, nonostante parecchi mesi di anticipo. Da Ollantaytambo prendiamo un taxi e rientriamo a Cuzco per cena, risistemandoci nel solito hotel.

11 LUGLIO Affittiamo un taxi per tutta la giornata e partiamo al volta dei siti archeologici nei dintorni di Cuzco, partendo dal più lontano e facendo il percorso a ritroso. Il primo che visitiamo è Tipon, composto da terrazze e canali di irrigazione di sorprendete ingegnosità. Proseguiamo per l’impedibile Pisaq, dove ammiriamo una serie di impressionanti terrazzamenti sul fianco della montagna, con rovine di templi e costruzioni sulla sommità; se avete poco tempo, fatevi portare anche voi direttamente al secondo parcheggio, così risparmierete un’ora circa tra salita e discesa dal paese fino alle rovine. Nel pomeriggio torniamo verso Cuzco, facendo tappa presso le quattro rovine: il tempio sacrificale di Quengo, la fortezza di Puka Pukara, la sorgente d’acqua calda di Tambo Machay e Sacsayhuaman, la più interessante, un’imponente serie di fortificazioni a scopo religioso e militare costruite con rocce ciclopiche. Al tramonto, dopo aver ammirato dall’alto Cuzco e l’imponente Cristo bianco che domina la collina, rientriamo in città per la cena e l’ultima serata in Perù. 12 LUGLIO Sveglia alle 5.30 per prendere il volo delle 7.30 diretto a Quito, la capitale dell’Ecuador; dopo due settimane lasciamo il Perù e iniziamo l’avventura che ci porterà alle Galapagos. Arrivati a Quito, città immensa, ci sistemiamo nel confortevole hotel Real Audiencia, con terrazza della prima colazione affacciata sulla Plaza de Santo Domingo, e facciamo una prima passeggiata nello stupendo centro storico, patrimonio culturale dell’umanità secondo l’Unesco, cenando sulla Plaza Grande nell’ottimo ristorante accanto al complesso di San Francesco, da cui si gode la vista notturna della città. 13 LUGLIO Visita del centro di Quito: Plaza Grande, dove abbiamo la fortuna di vedere il cambio della guardia davanti al palazzo di Carondelet (sede del governo), la cattedrale, il palazzo arcivescovile, la chiesa di Campana, il convitto e museo di San Francesco, Santo Domingo e altre chiese minori. Raggiungiamo anche la nuova Cattedrale, dalla cui sommità si gode una splendida vista, tra cui quella della Madonna del Panecillo, monumentale statua collocata su una collina che domina la città, mentre nel pomeriggio ci dedichiamo alle zone limitrofe: la Midad du Mundo, dove passa la linea dell’Equatore (niente di speciale, ma possiamo dire di essere arrivati al centro del mondo), e il vulcano Pululaua, un enorme cratere ora abitato da contadini e ricoperto di vegetazione, che però non ci ha entusiasmati. La sera cena nel ristorante La Negra Mala, lungo La Ronda, la via più nota del centro storico, dove la padrona di casa ci fa assaggiare il canelazo, una squisita bevanda alcolica a base di succo d’arancia, grappa e cannella.. 14 LUGLIO Finalmente si parte per le Galapagos! Dopo un’altra sveglia all’alba, arriviamo a Baltra, l’aeroporto collocato su un isolotto usato durante la guerra come base militare, e, prendendo prima un autobus e poi un traghetto, arriviamo con la nostra guida Mario sull’Isola di Santa Cruz, il principale centro turistico delle Galapagos, dove facciamo una prima passeggiata nella riserva, ammirando i due vulcani gemelli, e avvistiamo le prime testuggini. Dopo esserci sistemati nel comodissimo hotel Fernandina e dopo esserci rifocillati con un ottimo pranzo a El Chocolate, il nostro ristorante a Puerto Ayora, Mario ci accompagna alla stupenda spiaggia corallina di Tortuga Bay, dove le tartarughe giganti depositano le uova. Qui vediamo un numero impressionante di iguane, svariati uccelli, moltissimi granchi multicolori, una manta e un leone marino, solo un assaggio di quello che ci aspetta nei giorni successivi. Dopo aver fatto il bagno in una baia ed esserci goduti il tramonto in spiaggia, ceniamo e facciamo un giro di Puerto Ayora, la cui zona più bella è sicuramente il porto, dove i pellicani si avvicinano con circospezione al pesce appena pescato e i leoni marini arrivano fino alle barche per cacciare i pesci. 15 LUGLIO Partenza alle 8 per l’escursione all’isola Floreana, che si raggiunge in circa 2 ore di barca, da affrontare a stomaco vuoto se soffrite il mal di mare. Al largo dell’isola facciamo snorkeling e avvistiamo una tartaruga marina, un piccolo squalo bianco addormentato sul fondale, un numero incredibile di pesci multicolori e un simpaticissimo leone marino, che gioca con noi e ci segue fino alla barca. Pranziamo sull’isola e nel pomeriggio visitiamo l’entroterra, dove la nostra guida ci illustra il funzionamento del centro riproduttivo delle tartarughe, in cui abbiamo occasione di camminare impressionati tra le testuggini. Proseguiamo visitando una grotta e una capanna dove vissero alcuni rifugiati europei nel secolo scorso e la laguna dei Fenicotteri. Al porto avvistiamo iguane e granchi a non finire e ci fermiamo a riprendere svariati leoni marini che dormono beati sul molo e salgono sulle barche dei pescatori per scacchiare un pisolino. Sulla via del ritorno facciamo una breve sosta per ammirare le formazioni rocciose della Corona del Diavolo, un cono vulcanico sotterraneo, e abbiamo la fortuna di incontrare un branco di splendidi delfini. Assaporiamo la bellezza del tramonto sull’oceano e rientriamo a Puerto Ayora per la cena, con ancora negli occhi le immagini dei meravigliosi animali che abbiamo incontrato. 16 LUGLIO Al mattino visitiamo la stazione Charles Darwin, dove impazziamo di gioia alla vista delle piccole tartarughe allevate nel centro di riproduzione e abbiamo occasione di ammirare numerosi esemplari di adulti di varie specie, tra cui il famoso Lonely Gorge, una vecchissima tartaruga, ultima della sua specie, che non è stato possibile far riprodurre. Dopo pranzo partiamo in lancia per l’isola Isabela, la più grande dell’arcipelago: sicuramente il viaggio in barca più difficile, anche per me che non patisco nulla, a causa dei continui scossoni, perché la lancia è piccola ma stipata e i due potenti motori permettono di solcare le onde con decisone per buona parte delle due ore e mezza di navigazione. Il ritorno, invece, con la marea contraria, sarà molto più tranquillo, anche perché riusciremo ad accaparrarci i posti più comodi sul fondo, lontano dal timone. Arrivati al porto, scopriamo che l’ hotel San Vicente aveva perso la nostra prenotazione, ma Fabio riesce a trovarci un’ottima alternativa nell’albergo Albemarle, di categoria superiore e direttamente sulla spiaggia, gestito dall’affabile Max, un inglese trasferitosi alla Galapagos. Dopo esserci ripresi dal viaggio, ceniamo al San Vicente e facciamo una romantica passeggiata sulla spiaggia. 17 LUGLIO Al mattino visitiamo il parco naturale insieme alla nostra guida, tra mangrovie, iguane e tartarughe a non finire, che abbiamo occasione di vedere nel centro riproduttivo, il più antico delle Galapagos, ma purtroppo niente fenicotteri rosa. Al pomeriggio snorkeling e visita alla Bahia Tintorera, dove avvistiamo un altro squalo bianco, pinguini di Humboldt, sule dai piedi azzurri, iguane, leoni marini e granchi a profusione: siamo in estasi! 18 LUGLIO L’unico giorno di pioggia dell’intera vacanza (per fortuna leggera) coincide con il trekking al Vulcano Sierra Negra. L’affitto degli stivali (2 $) al San Vicente è stato più che felice, visto che ci ha evitato di impantanarci nei sentieri fangosi, percorsi in parte a piedi e in parte a cavallo, che ci hanno condotti alla visita del lunare paesaggio lavico. Al pomeriggio il cielo si è aperto e ne abbiamo approfittato per un’ultima oretta di snorkeling alla bahia della Concia Perla, dove abbiamo avvistato parecchi pesci e granchi, oltre a una manta, che abbiamo poi scoperto essere velenosa! La sera facciamo un’ultima passeggiata sulla piaggia per congedarci da questo pezzo di paradiso, in cui vogliamo assolutamente ritornare. 19 LUGLIO Rientro a Quito, dove in attesa del volo visitiamo un affollatissimo centro commerciale, e partenza per l’Italia. Nota a margine: tutti i voli per le Galapagos fanno tappa a Guayaquil, la città più grande e popolata del paese, da cui partono i voli internazionali, ma il costo è più alto che da Quito, quindi è più economico, anche se meno veloce, il giro Baltra – Guayaquil – Quito – Guayaquil – Madrid – Torino, anziché il diretto Baltra – Guayaquil – Madrid – Torino. Cos’altro aggiungere, se non che il viaggio è stato come lo sognavamo? Vi diamo solo alcuni consigli pratici, già ribaditi in parte dagli altri viaggiatori. Per quanto riguarda il Perù: – noi non abbiamo visitato per scelta la parte Nord, ma se siete appassionati di trekking potete trascorrere alcuni gironi a Huaraz e dintorni, mentre se fate surf il posto giusto e Mancora, la spiaggia vip del Perù; – la parola d’ordine è contrattare: il taxi (sempre prima di partire, non essendoci tassametro), le guide, gli acquisti; – usare per quanto possibile il sol, la moneta locale, cambiando i dollari nelle casse di cambio (il cambio favorevole parte da 3.0): vi consigliamo di cambiare una piccola somma all’aeroporto e poi di approfittare dei tassi più bassi nei grandi centri, ovvero Arequipa e Cuzco. Noi non abbiamo mai usato la carta di credito, che abbiamo preso solo per casi di emergenza, perché spesso ci sono le commissioni per il pagamento e non si ottengono gli sconti che si applicano se si paga in contanti; – per le telefonate verso l’Italia conviene usare gli SMS e approfittare delle cabine blu per le chiamate internazionali dislocate nei centri maggiori (con 2 sol si parla per alcuni minuti); – il Perù non ci è parso un paese pericoloso, se si evita di girare da soli di notte in zone periferiche, ma bisogna fare attenzione alla borsa e alle macchine fotografiche e tenere sempre d’occhio i bagagli; – muovetevi con i taxi per gli spostamenti più brevi, sono economicissimi, ma usate solo quelli ufficiali, è più sicuro; – noi, non avendo visitato la giungla, non abbiamo fatto nessuna vaccinazione aggiuntiva, ma raccomandiamo di rinnovare l’antitetanica; – bevete solo acqua minerale (controllate prima che non ci sai aria dentro la bottiglia) e usatela anche per lavarvi i denti; – evitate i cibi da strada e la frutta non sbucciata da voi e consumate pesce e verdura crudi solo in ristoranti di buon livello; – la cucina tipica è ottima: pesce e carne (soprattutto alpaca e pollo) a volontà, riso, zuppe e patate, oltre alla frutta tropicale squisita. Per le Galapagos: – una settimana è sufficiente per visitare le isole principali e vedere un gran numero di animali, ma se avete più tempo sarebbe bello fare una crociera per raggiungere anche quelle più lontane, come Espagnola; – tenete conto che i prezzi sono più alti che in Ecaudor (dove comunque già sono maggiori che in Perù), e che dovrete sborsare 100$ come tassa d’ingresso; – i cellulari europei difficilmente hanno campo, meglio usare il servizio telefonico internazionale; – si gira tranquillamente anche di notte, la criminalità è inesistente; – vale sempre la raccomandazione su cibi e bevande. Se avete bisogno di altre informazioni: manuela.bunino@tiscali.it



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