In viaggio con papà in Romania

Tre giorni per visitare Bucarest e il castello di Dracula
Scritto da: Gherardo
Partenza il: 15/05/2015
Ritorno il: 18/05/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Per appagare un sogno del babbo, mi sono piano piano convinto che portarlo in Romania non era poi così impossibile. Dopo la scomparsa di mia mamma si è molto attaccato alla presenza di Maria, una energica signora rumena che lo assiste continuamente, e ha maturato col tempo la voglia di conoscere i suoi luoghi e la sua famiglia. Ho chiesto alle sorelle chi voleva accompagnarci e poi agli amici e alla fine a partire eravamo in 4: io, il babbo, Maria e l’amico Stefano.

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All’età di 84 anni il babbo non gode di una condizione ottima di salute avendo subito anni fa una cistectomia ma mi sono fatto coraggio e ho prenotato il volo da Perugia a Bucarest

La sua impazienza e la sua emozione prima di partire era tanta ed ogni volta che andavo a trovarlo mi parlava di quando avremmo finalmente preso il volo.

Arriviamo finalmente il 15 maggio all’aeroporto di Perugia con le consuete due ore di anticipo e con un po’ di imbarazzo attraversiamo la dogana perché praticamente mio padre perde i pantaloni.

Il volo è tranquillo ed in poco meno di due ore siamo all’aeroporto Henrì Coanda di Bucarest, ma sono le ore 00,20 e quello ci spiazza un pochino nonostante che avessi predisposto tutto.

Ad attenderci c’è Marius di AIRPORT RESIDENCE che è solo a 500 metri dall’aeroporto, una comoda sistemazione con tre camere e un soggiorno con divano letto. Nel breve tragitto ci chiede se abbiamo bisogno dell’auto perché avremmo potuto utilizzare una delle sue ma ormai ho la prenotazione fatta da casa.

16/05

Al mattino dopo torna Marius a riaccompagnarci in aeroporto presso l’agenzia Hertz per il ritiro auto e ci aspetto fintanto che non ce la consegnano. Un ottimo servizio Marius e ti ringrazio ancora.

Ci dirigiamo alla volta del quartiere “Militari” di Bucarest dove ad attenderci c’è Amalia, la figlia di Maria, ma la zona non è delle migliori e il traffico piuttosto pesante. Senza conoscere la città riusciamo ugualmente a raggiungerla e dopo gli abbracci di rito partiamo alla volta di RAMNICU VALCEA una città ai piedi del parco nazionale Cozia.

Il babbo durante il percorso lo vedevo felice e spesso faceva battute all’indirizzo di Amalia, battute che poi diverranno correnti nell’arco del viaggio.

Il tratto di autostrada è un po’ deprimente. La campagna tutto intorno è stata lasciata abbandonata senza nessuna coltivazione, solo in rari casi si vedono gruppi di pecore o mucche.

A Pitesti finisce l’autostrada e prendiamo la E81 per altri 80m di percorrenza, finalmente verso l’ora di pranzo arriviamo davanti a casa di Maria.

Daniel ci aspetta con grande emozione e a pelle scopriamo tante affinità e voglia di conoscerci a vicenda.

Mangiamo il succulente pranzo offerto e preparato da Daniel con tanto di dessert per festeggiare il compleanno di Maria e decidiamo che per il pomeriggio saremmo andati a fare un giretto insieme, lasciando il babbo a casa loro perché molto affaticato.

Andiamo prima a visitare le Saline di OCNELE MAR delle grandi aree sotterranee scavate nel sale. Poi è la volta del bellissimo monastero di COZIA che ci affascina per la sua particolarità (poi vedremo che la struttura dei monasteri ortodossi è sempre la stessa). E’ immerso in una bella gola all’interno del parco naturale, in una zona termale. Al centro del cortile c’è la chiesa e intorno gli edifici dove vivono i monaci che fanno da perimetro alla struttura del monastero. Le chiese sono tutte decorate da immagini sacre su fondo molto scuro e colore oro che le rendono luminose. Non c’è spazio rimasto che rimane vuoto. Lo stesso portico prima di accedere all’interno è decorato con in genere immagini dell’inferno a destra e del paradiso a sinistra e al centro la bilancia del bene e del male.

Rientriamo dopo una breve sosta a Calimanesti per una bevuta e ci facciamo accompagnare al Gran Hotel Sofianu dove Daniel ci aveva prenotato per me e Stefano. Salgono con noi per vedere la camera che però nonostante le mie raccomandazioni risultava già pagata. Li riaccompagniamo a casa e poi torniamo stremati in Hotel per una doccia e prepararci per una pizza insieme. Cena dunque in pizzeria a CASA VECHE, un locale per giovani con musica troppo alta, tv, troppo fumo, ma pizza buona anche se leggermente troppo condita. Rientriamo in serata un po’ rintronati e con la pancia piena ed è ora di andare a nanna.

17/05

Il mattino successivo dopo aver fatto colazione in Hotel ci attende un lungo percorso in auto direzione Transilvania, ma questa volta viaggiamo in due. Attraversiamo la gola del Parco Cozia fermandoci a visitare il Monastero di Cornet (bello) e poi di nuovo a macinare chilometri fino a raggiungere FAGARAS attratti dalla cupola di una chiesa ancora non terminata dove molti religiosi ascoltavano la messa fuori dalla chiesa stessa.

Ci fermiamo circa 30 minuti anche per la presenza di una fortezza contornata da fossato e riprendiamo il cammino. La nostra meta era BRAN, per la visita del famosissimo castello del conte “Dracula” che inizialmente ci colpisce per la presenza di un vero polo turistico pieno di bancarelle che faceva ben presagire ma il castello poi non merita tutto questo interesse montato soprattutto dal mito del conte. (ingresso 18 lei = 4,5 €)

“La Transilvania deve la sua fama alle storie sui vampiri. Secondo la leggenda, i vampiri, che in Romania sono denominati Strigoi, sarebbero tutti quegli individui che in vita avrebbero abbandonato la fede ortodossa per convertirsi al cristianesimo. Gli effetti di questa mutazione si noterebbero alla morte: il corpo di uno Strigoi non va in decomposizione e durante la notte egli esce dalla sua bara in cerca di sangue di cui nutrirsi. In alcuni remoti villaggi della Romania questo è assunto come dato di fatto e ancora oggi gli abitanti si tutelano mozzando la testa ai sospetti vampiri o affidandosi a riti di negromanzia per proteggersi dalla maledizione del vampiro. La Transilvania è anche patria del mitico Vlad Tepes III, per gli amici Vlad the impaler (l’impalatore) personaggio storico realmente esistito che fu Conte di Valacchia dalla metà del 1400 e che avrebbe ispirato lo scrittore irlandese Bram Stoker nella realizzazione del suo capolavoro “Dracula”. Vlad tepes ottenne l’epiteto di impalatore per la pratica brutale con cui trattava i prigionieri nemici: impalandoli vivi”

Abbandoniamo Bran e ci dirigiamo verso SINAIA per la visita dei castelli di Peles e Peligor e l’omonimo monastero.

A mio avviso questi ultimi due castelli e il monastero rendono il luogo spettacolare…sono tutti nell’arco di 1 km e merita fare una passeggiata nella splendida foresta. Avremmo voluto trascorrervi più tempo, tanto era la pace e la tranquillità dell’ambiente, ma la strada del ritorno era ancora lunga e ci aspettavano altre 3 ore di marcia.

Risaliamo nella C4 e continuiamo a percorrere in senso orario il nostro giro, imbocchiamo la 71 per tagliare un po’ di percorso ma attraversiamo cittadine come MOROENI, PIETROSITA che sembrano i villaggi degli “zingari” e che, ad essere sincero, un po’ di ansia la trasmettono. Lungo il percorso (questo sin dalla mattina) si incrociano cavalli con carrettino attaccato per trasporto di persone e di fieno o legna che rallentano il traffico ma le campagne anche in questa zona spesso sono abbandonate ed è molto desolante. Arriviamo a TARGOVISTE e chiediamo indicazioni perché nella cartina stampata da casa quella zona ci mancava e sinceramente la segnaletica non è di grande aiuto. Riusciamo a capire di dovere arrivare a GAESTI e imboccare l’autostrada A1. Da lì in altre 2 ore saremmo rientrati a RAMNICU VALCEA. Ci fermiamo solo a mangiare un boccone lungo la strada e poi arriviamo a casa di Maria verso le 22 solamente per salutare Daniel visto che al mattino successivo non l’avremmo trovato. Torniamo in albergo felici di aver potuto vedere i monasteri e i castelli sopradescritti, ma anche un po’ stanchi e vista l’ora non possiamo far utilizzo della piscina, sauna o massaggi offerti dall’Hotel.

18/05

Ci alziamo molto riposati e dopo aver preparato bagagli e fatto colazione decidiamo di fare un giro per il centro. A Ramnicu all’inizio del 2015 sono cominciati i lavori in centro per la creazione di un sottopassaggio che permetta alle persone di avere una zona pedonale, per cui momentaneamente la visita diventa disturbata. Riusciamo a visitare alcune chiese ortodosse, il parco, il mercato di frutta e verdura e poco altro perché ci attende Maria a pranzo e poi la strada del ritorno. Alle 13,30 siamo già tutti in auto pronti a rientrare a Bucarest.

Tutto ok fino alle porte della città, poi, quando ci avventuriamo nella bretella (CENTURA) tutto si complica: traffico quasi bloccato per lavori in corso e nessuna segnaletica così che fanno crescere l’ansia di sbagliare sempre strada. Chiediamo ai passanti indicazioni, ma quando siamo in coda non è facile neppure trovare persone alle quali poterle chiedere. Dopo due o tre brevi soste troviamo due ragazzi fermi in auto che gentilmente ci danno nuove indicazioni e al fine ci dicono di seguirli, ma la loro auto sfreccia e dopo un paio di chilometri li vediamo fermarsi al distributore. Decidiamo di fidarci del nostro intuito e troviamo alla fine la strada per l’aeroporto ringraziando noi stessi di essere partiti per tempo. Dopo la riconsegna dell’auto facciamo le solite code in aeroporto che snervano il babbo e lo costringono a fare un percorso anche troppo lungo. Chiediamo una carrozzella che ci viene negata (solo per il fatto che va prenotata prima) ma piano piano raggiungiamo il gate 8 e al momento dell’imbarco gli danno la priorità. Arrivati a Perugia con nostra sorpresa ci attendevano i ragazzi della croce bianca di Foligno con una carrozzella pronta e hanno accompagnato il babbo stremato fino alla nostra auto.

Sì, il babbo era stanco ma lo vedevo felice di quella esperienza che a distanza di due giorni già vorrebbe rifare per poter andare a vivere in Romania ma come gli ripeto sempre “prima dobbiamo risolvere i problemi di salute”… ma so già che è solamente una frase per prendere tempo e che la sua vita non sarà lunga, ed io sono entusiasta di aver potuto realizzare questo suo grande desiderio che sono sicuro ricorderà con piacere.



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