In treno in giro per il Giappone

Quest’estate io (Federico Chierichetti) e mia moglie (Daniela Pontalti) abbiamo deciso di volare alla volta del Giappone. Abbiamo pianificato il viaggio prenotando tutto via internet. Il Giappone è una meta sicura e la rete ferroviaria capillare permette di muoversi facilmente senza intoppi e senza necessità di noleggiare l’auto. In...
Scritto da: fechie
in treno in giro per il giappone
Partenza il: 24/07/2009
Ritorno il: 07/08/2009
Viaggiatori: in coppia
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Quest’estate io (Federico Chierichetti) e mia moglie (Daniela Pontalti) abbiamo deciso di volare alla volta del Giappone.

Abbiamo pianificato il viaggio prenotando tutto via internet. Il Giappone è una meta sicura e la rete ferroviaria capillare permette di muoversi facilmente senza intoppi e senza necessità di noleggiare l’auto.

In particolare il volo diretto ci è costato 1400 euro (due biglietti), il Japan Rail Pass per una settimana che permette di usare liberamente tutti i treni del Gruppo Japan Rail ci è costato 500 euro (due pass).

Riguardo agli alberghi abbiamo alloggiato in hotel di prima categoria con un rapporto qualità/prezzo ineguagliabile altrove. Nello specifico a Tokyo abbiamo prenotato quattro notti al Park Hotel un hotel moderno di grande impatto, visto che occupa i piani dal 25 al 40 della modernissima Shidome Tower. L’atrio è alto 15 piani. Abbiamo speso, con la colazione, meno di 150 euro a notte.

A Kyoto abbiamo alloggiato all’Hyatt Regency. Prenotando e pagando in anticipo (2 mesi prima della partenza) abbiamo usufruito di una tariffa promozionale di ca. 130 euro a notte, senza colazione, per una bellissima stanza di 40 metri quadrati.

A Nikko abbiamo alloggiato all’Hotel Kanaya, hotel storico, spendendo poco più di 130 euro.

Ad Hakone l’hotel Fujia è consigliabile per l’atmosfera che si respira. Abbiamo pagato 160 euro con la colazione (ricchissima e servita in una sala favolosa).

A Takayama consigliamo il Rickshaw Inn che con 90 euro ci ha fatto provare il piacere dell’ospitalità famigliare giapponese.

A Myajima la sistemazione è stata la più cara, ma anche la più lussuosa. Al Grand Hotel Arimoto abbiamo speso ca. 250 euro per una notte in una camera da 70 metri quadrati, compresa la colazione e una ricca cena a base di pesce crudo. Il piacere di soggiornare sull’isola e la mezza pensione (di sera sull’isola praticamente non ci sono ristoranti) tutto sommato ha reso la spesa non eccessiva.

Il cibo, che temevamo costituisse una voce elevata, si è dimostrato particolarmente economico. A pranzo difficilmente abbiamo superato i 5 euro a testa e a cena solo una volta ci siamo avvicinati ai 20 euro a testa, mangiando in un ottimo ristorante di sushi.

In sintesi il Giappone non è assolutamente una meta costosa a dispetto della fama che ha, complice anche il cambio che durante il viaggio si è attestato intorno ai 135 JPY per un euro.

Ovviamente la scelta di hotel più economici permetterebbe tranquillamente di tenere la spesa sotto i 5000 euro in due per 15 giorni.

Alcuni consigli: Il Japan Rail Pass è fondamentale perché il solo viaggio da Tokyo a Hiroshima in Shinkasen con posto riservato, praticamente raggiunge la cifra spesa per acquistare il pass (ca 250 euro). Tuttavia suggeriamo di valutare attentamente l’utilità di farlo per due settimane. Alcune gite, tipo Nikko o Hakone (o monte Fuji in generale) risultano più convenienti acquistando i pass che offrono trasporti e accessi compresi, rendendo di fatto inutile l’uso del pass.

I siti dedicati ai vari pass (http://www.Tobu.Co.Jp/foreign/pass/w_heritage_pass.Html e http://www.Odakyu.Jp/english/freepass/index.Html) sono tutti in inglese e vale la pena visitarli prima di partire. Quando dovrete scegliere se fare il pass di prima classe (Green Car) o di seconda classe (Ordinary Car) considerate che la seconda classe in Giappone è molto meglio della prima classe di molti nostri treni in Italia, compreso il Frecciarossa.

Prenotate i posti a sedere dove possibile (tutti gli shinkansen e i limited express, compreso il Narita Express). Tra l’altro non tutti gli Shinkansen hanno le carrozze non riservate e comunque la certezza di trovare il posto in una carrozza non fumatori è a nostro avviso importante. La prenotazione, avendo il JRP è gratuita e veloce. Il consiglio e di visitare il sito www.Hyperdia.Com per farsi un’idea delle tratte che percorrerete e dei relativi orari e nomi dei treni. Questo vi faciliterà nella prenotazione dei posti qualora l’addetto non sappia l’inglese (accade spesso).

Viaggiate leggeri. Muoversi per le stazioni e prendere posto nei treni con valigie ingombranti è una fatica inutile.

Portate contanti. L’uso delle carte di credito al di fuori degli hotel e di alcuni ristoranti è poco diffuso. Noi con l’equivalente di 1000 euro abbiamo coperto tutte le spese compresi un paio di pernottamenti.

I giapponesi sono gentilissimi ed estremamente disponibili ad aiutare i turisti. Tuttavia la lingua può costituire un ostacolo, quindi procuratevi online le mappe della metro o le indicazioni per raggiungere, per esempio, gli hotel. Risparmierete molto tempo.

I templi e santuari da visitare sono tantissimi. Selezionate i principali e quelli che vi interessano di più.

Imparate a salutare e ringraziare in giapponese, riceverete senz’altro una maggiore dose di disponibilità.

Questione cibo. Viaggiare significa anche assaggiare la cucina locale. I ristoranti giapponesi sono economici e la varietà del cibo consente a chiunque di trovare qualcosa di appetitoso. La cucina giapponese in giappone non è del tutto uguale a quella che si trova nei ristoranti giapponesi in Italia. Nelle grandi città non mancano comunque i ristoranti internazionali, più cari e meno suggestivi.

Per il resto godetevi il viaggio in un paese ospitale, dove vi divertirete ad osservare i comportamenti di un popolo con una cultura e un’educazione completamente diversa dalla nostra. 24-25 luglio 2009. Milano – Tokyo Partiamo da Malpensa con 45 minuti di ritardo alle 15.20. Il volo diretto dura circa 11 ore e, considerate le 7 ore di fuso (in più) atterriamo all’aeroporto di Tokyo/Narita alle 9.45 del mattino del 25 luglio.

Per prima cosa, dopo aver ritirato la valigia, andiamo a convertire l’Exchange Order acquistato in Italia con il Japan Rail Pass che ci consentirà di viaggiare illimitatamente su tutti i treni delle Japan Rail Group. Lo facciamo partire con decorrenza 31 luglio e sarà valido per sette giorni.

In aggiunta acquistiamo, su suggerimento della gentilissima signorina dell’ufficio, la Suica Card che ci consentirà di utilizzare le Metropolitane di Tokyo a prezzi vantaggiosi. In effetti, con 3500 JPY a testa è compreso il viaggio sul Narita Express per Tokyo città e poi sono caricati 2000 JPY. La tessera è ricaricabile e, quando esaurita, se riconsegnata dà diritto alla riconsegna di un deposito di 500 JPY. Inoltre è utilizzabile anche in tutti distributori automatici di bevande.

Il viaggio con il Narita Express dura poco meno di un’ora alla Tokyo Station e con 5 minuti di metrò arriviamo a Shimbashi dove si trova il nostro Hotel, il Park Hotel Tokyo che occupa gli ultimi 15 piano della Shiodome Tower nei pressi del quartiere di Ginza, famoso per essere il luogo dello Shopping di lusso di Tokyo.

Dopo esserci rinfrescati e riposati un’oretta usciamo verso le 2.00 pm alla scoperta proprio di Ginza. È sabato e la consuetudine vuole che la via principale del quartiere (Chuo Dori) sia chiusa al traffico per consentire e agevolare lo shopping. Fa molto caldo e l’umidità rende la temperatura ancora più faticosa da sopportare. Per fortuna agli angoli delle strade vengono offerti ventaglietti di plastica per sventagliasi.

Passeggiamo silenziosi per le vie del quartiere prendendo confidenza con questo popolo in fondo sconosciuto e ci rendiamo conto che, perlomeno qui a Tokyo, l’occidentalizzazione è ormai ampiamente diffusa. Tokyo ci appare come una metropoli fatta di grattacieli, negozi europei e gente dedita allo shopping.

Visitiamo il Sony Building per aggiornarci sulle ultime novità tecnologiche, passeggiamo un po’ nello splendido parco in prossimità del Palazzo Imperiale. Ceniamo molto presto in un ristorante giapponese nella Shiodome Tower e alle 20.30 siamo a letto pronti a recuperare le fatiche del viaggio. Dormiamo 12 ore filate.

26 luglio 2009. Tokyo La colazione (occidentale) del nostro Hotel è ricca e abbondante.

Usciamo di buonora alla scoperta della città. La prima destinazione è il tempio buddista Sensoji (detto anche Kannon Temple) che si trova nel quartiere di Asakusa. Si tratta del tempio più antico di Tokyo (fu completato nel 645). Per raggiungerlo ci si immerge in una lunga “galleria” di negozi che vendono qualunque cosa. Molte botteghe sono tipicamente per turisti, ma se ne trovano anche di caratteristiche che vendono dolciumi di vario tipo e stoffe pregiate con cui vengono confezionati gli Yukata e i Kimono.

La tappa successiva è il quartiere di Shunjuku. L’omonima stazione ferroviaria è una delle più trafficate al mondo. Anche il quartiere è un immensa area letteralmente straripante di gente che si muove in ogni direzione. Nei pressi della stazione si trova il quartiere a luci rosse Kabukicho, quello della vera trasgressione notturna. Nei pressi della stazione si trova anche il complesso del Tokyo Governament Building. Si tratta di due torri alte oltre 200 metri dal cui osservatorio si apre una vista a 360 gradi sulla città. Da qui, nelle giornate terse, si vede distintamente anche il monte Fuji, ma la cappa di umidità oggi lo nasconde alla vista nonostante la giornata di sole.

Pranziamo alla maniera più “giapponese” possibile. La zona è, infatti, piena di ristorantini dove l’ordine avviene attraverso delle macchinette simili a dei distributori automatici posti fuori dal locale. Si sceglie cosa si vuole guardando le immancabili riproduzioni in plastica dei piatti disposte in bella mostra in vetrina, si inseriscono le monete, si ritira il ticket e si attende che il piatto venga consegnato. Nel nostro caso optiamo per noodles Udon e polpettine di riso con salsa di soia.

Nel pomeriggio di dirigiamo nel parco che ospita il santuario Scintoista di Meiji Jingu pressi della stazione di Harajuku L’area che ospita il santuario è coperta da una foresta sempreverde, donata dal popolo giapponese quando il santuario fu edificato. Questa foresta nel cuore di Tokyo è visitata quotidianamente sia come luogo sacro e meditativo sia come area di ricreazione, infatti, ci rilassiamo un po’ sdraiandoci in un prato ombreggiato e tranquillo.

Riprendiamo la passeggiata fino al vicino parco di Yoyogi, famoso perché popolato da persone che qui possono dare sfogo alle loro più strampalate passioni. Per esempio oggi un gruppo di ragazzi, evidentemente fan di Elvis Presley, si stanno dedicando a balli scatenati, anche se, devo dire, piuttosto buffi.

Raggiungiamo a piedi il delirante quartiere di Shibuya. È qui che si trova quello che viene definito l’incrocio pedonale più caotico del mondo. In effetti, è pazzesco come la folla attenda diligentemente il verde per poi letteralmente invadere l’incrocio in ogni direzione.

La zona è piena di grandi magazzini e luci al neon stile Times Square a New York, ma è anche piena di ristoranti di ogni tipo. Ceniamo in uno dei tanti locali giapponesi della zona.

27 luglio 2009. Tokyo Ci alziamo sul presto per andare a visitare il Tsukiji Market, il mercato del pesce più grande mondo. Si trova a pochi minuti di passeggiata dall’hotel.

Il momento di massimo movimento, quello delle aste, è da poco finito (inizia alle 5 del mattino), tuttavia è affascinante vedere come decine di giganteschi tonni, ormai venduti, giacciono sui bancali di legno in attesa di essere prelevati. Tutto intorno è un incredibile brulicare di persone che vendono la fauna marina più disparata e la trasportano spericolatamente su delle mini macchinine a gas. Ci chiediamo come facciano a non scontrarsi continuamente. In effetti, la frenesia pare comunque ben organizzata in modo che ciascuno riesca a compiere il suo compito senza intralciare gli altri. I turisti, che si aggirano curiosi nei corridoi, vengono pressoché ignorati.

Torniamo in hotel e dopo colazione prendiamo la metro sopraelevata che ci conduce al quartiere di Odaiba, un’isola artificiale da cui si vede lo skyline di Tokyo e che ospita, tra le altre cose, un luna park e gli studi televisivi della Fuji TV. Il nostro obiettivo è quello di andare a vedere il gigantesco Gundam (Robot) che è stato eretto in occasione del trentennale dall’invenzione di questo filone di Manga che poi si è trasformato nei cartoni animati che tutti noi abbiamo visto (Gig Robot d’Acciaio ecc…).

Facciamo ritorno al quartiere di Shibuya per addentrarci nella zona della Love Hotel Hill, la collina che ospita decine di Love Hotel, i famosi luoghi di ritrovo per coppiette in cerca di un’ora di passione lontano da occhi indiscreti. Regna una calma irreale, considerando che la collina si trova nel bel mezzo di uno dei luoghi più caotici di Tokyo.

Dedichiamo la serata alla visita del quartiere di Roppongi, uno dei principali votati alla “movida notturna”. Il quartiere è molto allegro e piacevole da visitare anche grazie, finalmente, ad un temporale che rinfresca un po’ l’aria.

Ceniamo in un ristorante che pare molto in voga tra i giovani. Seduti sul tatami ci gustiamo una sfilza di piatti tipici.

28 luglio 2009. Tokyo – Nikko Raggiungiamo di prima mattina la stazione di Asakusa da cui parte il treno per Nikko. Acquistiamo all’ufficio dedicato il World Heritage Nikko Pass che con 3600 JPY a testa (30 euro) comprende viaggio andata e ritorno, accesso ai templi e santuari patrimonio dell’UNESCO, e utilizzo illimitato dei trasporti locali.

Il viaggio dura circa due ore durante le quali socializziamo con un simpatico vecchietto che stranamente parla inglese e ci descrive con orgoglio le sue calze fatte tipo guanto per le mani.

In breve l’interminabile area urbana di Tokyo lascia spazio a campi di riso e a colline verdeggianti. Il clima a Nikko è più fresco anche perché il cielo è nuvoloso e ogni tanto piove un po’.

Alloggiamo all’hotel Kanaya un vecchio albergo (tra i primi costruiti in stile occidentale) considerato patrimonio nazionale del Giappone. In effetti, ha quel sapore di un tempo che fu che lo rende affascinante. La stanza è molto grande e spaziosa.

L’hotel è situato proprio di fianco allo storico ponte sacro di Shinkyo, molto fotografato dai Giapponesi, anche se la sua posizione, ormai a ridosso del moderno (e orrendo) ponte stradale ne riduce di molto il fascino.

A parte questo Nikko, con i suoi Templi Buddisti e Santuari Scintoisti (molti dei quali dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO) immersi in un Parco Nazionale, è un luogo di grande fascino. Senza entrare nel merito di tutti i luoghi da visitare, che peraltro sono tutti vicini tra loro, il consiglio è quello di andarci la mattina presto o la sera a ridosso della chiusura, per evitare le orde di turisti giapponesi che ne riducono notevolmente la solennità.

Tanto per citare alcuni dei siti più famosi, è qui che si trova il tempio Rinnoji che ospita le tre grandi statue di legno dorato dedicate a Buddha. È qui che si trova il santuario Tosho Gu che ospita il famoso bassorilievo del gatto di legno tanto adorato dai Giapponesi così come le tre scimmiette “non vedo, non sento, non parlo”. È qui che è sepolto lo Shogun Ieyasu.

È qui, infine, che si trova il Santuario Futarasan, fondato nel 782 da Shodo Shonin, il monaco buddista che ha introdotto il buddismo a Nikko e che ha fondato anche il vicino Tempio Rinnoji.

La visita ci impegna per tutta la mattina. Nel pomeriggio ci dedichiamo, invece, alla visita di un luogo meno battuto, ma ugualmente suggestivo. Si tratta del Gamman-Ga Fuchi Abyss che si trova poco lontano dal centro di Nikko, immerso nella foresta (tutte le cartine del luogo riportano la posizione). Si tratta di un sentiero sacro al cui lato sono posizionate decine e decine di piccole statue di Buddha tutte avvolte dal muschio e “vestite” da un cappellino rosso. Davvero un’escursione piacevole. Lungo il sentiero vediamo le indicazioni per un Onsen (lo Yashio No-Yu Onsen) che era anche citato nella nostra Lonely Planet, quindi decidiamo di procedere per provare l’esperienza di questi famosi bagni termali che sono molto diffusi in tutto il Giappone.

Per 500 JPY si accede a delle vasche di acqua calda, anche all’aperto (Rotemburi) dove ci si immerge, rigorosamente nudi e separati per sesso.

Esperienza piacevole, oltre che occasione per vedere i giapponesi intenti in una delle loro passioni.

Rientriamo in hotel prendendo il bus.

Ceniamo in un ristorantino poco lontano dall’albergo, (Hi No Kuruma) specializzato in Okonomiyaki. Si tratta di cucinarsi da sé, su una piastra bollente inserita nel tavolo, una specie di frittata fatta con vari ingredienti: uovo, verdura e poi, a scelta, pesce, carne, gamberi o un misto di tutto. L’esperienza è divertente e poi le due signore che gestiscono il locale sono molto simpatiche.

29 luglio 2009. Nikko – Tokyo Pioviggina. Dopo un altro giro per le vie di Nikko, ripartiamo alla volta di Tokyo. Arriviamo alle 13.35 con ben un minuto di ritardo e infinite scuse da parte del capotreno a nome dell’intero Japan Rail Group. Come in Italia, insomma. Visto che siamo in stazione ne approfittiamo per prenotare (gratis) i posti su tutte le varie tratte che faremo nei prossimi giorni in treno, quando cominceremo a utilizzare il Japan Rail Pass. In questo modo ci assicuriamo le carrozze non fumatori e evitiamo il rischio di dover stare in piedi nelle carrozze senza prenotazione obbligatoria. Qualora cambiassimo orari o tragitti potremo in ogni momento modificare gratuitamente la prenotazione.

Riprendiamo possesso di una stanza al Park Hotel, dove avevamo lasciato anche la valigia per viaggiare più leggeri. Pranziamo in camera a base di palline di riso ripiene e alghe prese in un Family Mart in stazione. Davvero ottime per un pranzo veloce.

Dedichiamo il pomeriggio a una visita più accurata dei giardini del Palazzo Imperiale, ci spostiamo poi nel quartiere di Ueno vagabondando per le botteghe della Yumoto Gallery. Molto suggestivo è il giardino di Ueno dove un immenso stagno è occupato da una sterminata distesa di piante di giglio.

Ceniamo in zona in un ristorante molto frequentato da giovani appena usciti dall’ufficio, proprio sotto i binari dei treni.

Dopo cena andiamo a giocare in una delle tante Tattu Stations ossia mini sale giochi dopo il massimo divertimento è quello di cercare di afferrare con un braccio meccanico varie tipologie di mercanzia (peluche in particolare).

30 luglio 2009. Tokyo – Hakone Di buonora partiamo per la stazione di Shunjiku da cui parte il treno per Hakone. Acquistiamo l’Hakone Free Pass che con poche migliaia di JPY comprende il viaggio, l’uso di tutti i mezzi previsti, la gita in nave sul lago Ashi, l’uso della teleferica e l’accesso ad altri siti. Indubbiamente molto conveniente.

Il tragitto prevede un primo tratto, il più lungo (due ore) con i treni della Odakyu Line fino a Odawara. Da qui si prende un vecchio trenino rosso in stile ferrovia retica svizzera (con la quale è gemellato) che sale verso Hakone, che si trova a 500 metri si altezza. Scendiamo alla fermata Myanoshita, dove si trova l’hotel Fujia. Anche questo hotel, come il Kanaya di Nikko, è molto antico e considerato patrimonio nazionale giapponese. Il suo giardino e le sue sale meritano una visita, anche se non si alloggia qui.

Lasciamo le valigie e ripartiamo, sempre con il trenino rosso, alla volta di Gora da cui parte la funicolare che sale fino a Sounzan. Da qui una funivia conduce fino a Owakudani a oltre mille metri di altezza. Il sito è famoso, oltre che per le esalazioni di zolfo frutto del vulcanesimo secondario con cui vengono cotte le famose uova che diventano nere (siamo, di fatto, nel centro di un antico vulcano spento), anche perché è uno dei luoghi con la migliore vista del monte Fuji. Purtroppo anche oggi le nuvole ne impediscono la vista. Purtroppo d’estate è quasi impossibile vedere la montagna sacra.

La funivia scende poi verso il lago vulcanico Ashi (altro sito famoso perché nelle sue acque si specchia il monte Fuji). Attraversiamo il lago a bordo di una improbabile nave pirata che ci conduce fine a Hakonemachi. Da qui proseguiamo a piedi attraverso un piacevole sentiero (Cedar Avenue) fino alla vicina Motohakone. Qui si trova il Gongen Strine, un santuario Scintoista famoso per il suo Portale (Torii) rosso immerso nelle acque del lago.

Rientriamo a Myanoshita prendendo un bus.

L’hotel Fujia è famoso anche perché l’acqua termale arriva direttamente in ogni camera permettendo di fare un bagno termale nella propria vasca. Ci dedichiamo quindi a un’oretta di relax.

Ceniamo in un accogliente ristorante (Miyafuji Sushi) a base di Sushi. Sono le 19.30, e ci fanno entrare per miracolo, perché qui è già tardi e loro chiudono alle 20.00.

Ottima cena; il ristorante che è tutto per noi.

31 luglio 2009. Hakone – Takayama In mattinata visitiamo l’Open Air Museum di Gora, un museo di arte e scultura moderna molto suggestivo perché all’aperto. Ospita tra l’altro, sculture di Pomodoro, Calder e quadri di Picasso.

Prendiamo, poi, il trenino fino a Odawaa, dove facciamo acquisti di cibo per confortarci durante il viaggio.

Da questo momento iniziamo a usare il Japan Rail Pass. Da Odawara, infatti, prendiamo il nostro primo Shinkansen (treno proiettile) Hikari 519 delle 16.09 per Nagoya. Da qui il treno Limited Express ci porta a Takayama, dove arriviamo alle 20.15.

Alloggiamo al Rickshaw Inn un caratteristico hotel “Japanese Style” a gestione famigliare. È qui che per la prima volta alloggiamo in una camera in stile giapponese (tatami e letti a terra).

Facciamo un giretto di un’ora passeggiando per le strade deserte della cittadina prendendo famigliarità con quelli che saranno i siti che visiteremo l’indomani.

1 agosto 2009. Takayama – Kyoto Per prima cosa facciamo un’ottima colazione vicino alla stazione in un caffè carinissimo, il Caffè If. Il toast alla marmellata e burro è squisito, come il caffè.

Ci perdiamo poi nelle caratteristiche vie della città vecchia fiancheggiate dalle tipiche costruzioni in legno dei mercanti e costellate di distillerie di sake; visitiamo il Maturi Yatai Kaikan che ospita alcuni famosi carri allegorici e la ricostruzione in scala dei templi di Nikko.

È davvero piacevole perdersi un queste infinite stradine dal sapore del Giappone antico.

Pranziamo in un locale che pare di gran successo e che serve praticamente solo Udon e Soba. Si trova all’incrocio tra le due vie principali.

Facciamo poi una lunga passeggiata nel parco che occupa le colline orientali e dove si trovano le vestigia dell’antico castello di Takayama.

Alle 15.36 prendiamo il Limited Express per Nagoya e da qui lo Shinkansen per Kyoto.

Arriviamo in serata e prendiamo posto all’hotel Hyatt Regency. L’hotel prevede il trasferimento in taxi gratuito dalla stazione. Ne approfittiamo, anche se scopriremo poi che non è particolarmente distante.

Dopo esserci rinfrescati torniamo a piedi alla Kyoto Station, famosa per le sue architetture ardite e per essere il centro della vita di Kyoto piena come è di ristoranti e bar.

Ceniamo al 14° piano concedendoci la prima volta un italianissimo piatto di spaghetti.

2 agosto 2009. Kyoto Kyoto è una città decisamente più a misura d’uomo rispetto a Tokyo e non si fa fatica a coglierne gli aspetti più caratteristici. È sufficiente allontanarsi dal centro e addentrarsi nei quartieri più periferici dove si trovano anche numerosi templi e santuari.

Visitiamo il Kyomizu Dera cioè una serie di templi buddhisti, in particolare il tempio di Otowasan Kiyomizudera la cui costruzione iniziò nel 798, anche se l’edificio attuale risale al 1633. È uno degli antichi monumenti della città considerati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed è stato l’anno scorso anche uno dei finalisti per le sette meraviglie del mondo moderno.

Di fatto dopo la visita del sito dedichiamo la mattinata a seguire l’itinerario a piedi (5 km) suggerito dalla Lonely Planet. Si tratta di un percorso ben descritto che tocca alcuni dei luoghi più caratteristici della Kyoto più autentica. Senza entrare nel dettaglio visitiamo il tempio buddista Chion In, uno dei luoghi più sacri del Giappone, oltre ad essere un edificio in legno di grande impatto visivo. Qui si trova anche la campana più grande del Giappone che necessita di 17 uomini per essere fatta suonare.

Pranziamo al sacco, a base di riso, al cospetto del santuario Scintoista Heian Jingu, il cui Torii dell’entrata principale è il più grande di tutto il Giappone, e l’edificio principale, lo Shaden, è disegnato come riproduzione del palazzo imperiale di Kyoto.

Il pomeriggio è dedicato alla visita del Nijo Castle, anche questo Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Da qui prendiamo l’autobus e raggiungiamo il celeberrimo Tempio d’Oro Kinkaku-Ji (Golden Pavillion). È facile capire come mai sia uno dei più famosi e fotografati siti del Giappone.

In serata torniamo in hotel e dopo un po’ di relax decidiamo di tornare alla Kyoto Station in cerca di un altro ristorante, questa volta giapponese.

3 agosto 2009. Kyoto – Nara – Kyoto Dedichiamo il grosso della giornata alla visita di Nara a poco più di mezzora di treno da Kyoto.

Nara che è il capoluogo della prefettura di Nara e la maggiore città in questa prefettura. Antica capitale del Giappone dal 710 al 794 è stata dichiarata interamente patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

In città prevalgono i templi buddisti. Tra loro i sei grandi templi che si chiamano Nara Rokudai-ji (i sei grandi templi di Nara).

In particolare, da non perdere, è il tempio Todai-ji, il più grande dei sei, che è uno dei monumenti più importanti della città ed è anche l’edificio in legno più grande al mondo. Al suo interno si trova la statua del Buddha Daibutsu, risalente alla metà dell’VIII secolo. La statua è fatta di bronzo e oro, misura 16 metri d’altezza e pesa oltre 500 tonnellate.

A parte il caldo, Nara e il suo parco sono molto suggestivi. Il luogo è famoso anche per la presenza di cervi che girano liberamente e attendono cibo dai turisti.

Alle 16.00 siamo di ritorno a Kyoto. Visitiamo i Templi Hongan Ji (Higashi e Nishi). Dei due il più suggestivo è il Nishi, dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.

Proseguiamo verso est, fino al fiume Kamogawa. Dopo una pausa in hotel, ci dirigiamo verso il quartiere di Gion (famoso per essere il luogo delle Geishe).

Ceniamo in un ottimo ristorante a base di Sushi a due passi dal ponte di Sanjo Dori che attraversa il Kamogawa.

Sulle sponde del fiume, al tramonto, i giovani usano sedersi con una birra ad aspettare il calar della sera. Facciamo anche noi la stessa cosa. Molto piacevole.

Torniamo a piedi in Hotel.

4 agosto 2009. Kyoto Dedichiamo la mattina alla visita del Tempio Zen di Tenryu Ji, a nord ovest della città, nel quartiere di Arashiyama.

Per raggiungerlo prendiamo la Sagano Line dalla Kyoto Station. La stazione dista poche centinaia di metri dal sito.

Il solito caldo umido non ci impedisce di visitare i giardini del tempio e l’intero sito che, naturalmente, è patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO dal 1993.

Il tempio è anche a poca distanza dal famoso Bambù Path, il sentiero che attraversa un bosco di bambù unico nel suo genere. È piacevole passeggiare in mezzo a queste canne alte anche 10 metri.

In più, finalmente, capiamo cosa c’è scritto sulla mia T-Shirt (comprata alla Kyoto Station il giorno prima) che tanto fa divertire i giapponesi. L’immagine del pupazzo Doraemon è accompagnata dalla frase “Doraebond” in onore di James Bond. Pare che per loro sia particolarmente divertente.

Al rientro scendiamo qualche fermata prima della Kyoto Station, all’altezza del Nijo Castle. Da qui, dopo una rifocillante e refrigerante sosta in un Family Mart dove ci procuriamo il pranzo al sacco, ci dirigiamo con l’autobus in direzione del Palazzo Imperiale di Kyoto, sito dove ancora oggi si celebra la cerimonia di incoronazione dei nuovi Imperatori.

Consumiamo il pranzo, ovviamente a base di riso imbottito di alghe e pesce, all’ombra degli alberi del parco che circonda il palazzo. L’intento sarebbe quello di visitare anche il palazzo, ma il tour delle 14, l’ultimo, è completo.

Riprendiamo il bus in direzione Ginkakuji Temple (Silver Pavillion) a est del quartiere Gion. Il giardino è fiabesco, anche se l’edificio principale è in fase di restauro.

A questo punto decidiamo di passeggiare per le strade di Kyoto Centro, visitando il Nishiki Market, dove sono esposte le varietà alimentari più curiose per noi occidentali, e poi le varie “Arcades” destinate allo shopping. Ci beviamo una birra seduti sul ciglio del Kamogawa per goderci gli ultimi momenti di luce in questa città. Qualche goccia di pioggia ci fa prendere la via dell’Hotel dove andiamo a rinfrescarci e lavarci per poi cenare ancora una volta alla Kyoto Station, che non sarà il massimo della fantasia, ma è comoda, piena di ristoranti piacevoli e piena di giovani. Il numero di europei arrivati in Giappone è decisamente aumentato, si vede che ormai è agosto.

5 agosto 2009. Kyoto-Himeji-Hiroshima-Miyashima Partiamo di buonora dalla Kyoto Station alla volta di Hiroshima. Lo Shinkansen Hikari impiega circa 2 ore. Sulla strada, però, decidiamo di modificare l’itinerario che avevamo pensato e scendiamo a Himeji. Anticipiamo così ad oggi la visita del castello “Airone Bianco” in modo da potercela prendere più con comodo domani, restando a Miyashima tutta la mattina.

Il castello di Himeji è spettacolare nel suo candido color bianco che spicca dall‘altura su cui è stato costruito. Si tratta di una delle più vecchie strutture del periodo Sengoku che siano giunte fino a noi e dal 1993 è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Una sosta è d’obbligo per chi passa da queste parti.

Dopo aver modificato le prenotazioni dei posti sui treni, eliminando la sosta a Himeji prevista per domani, riprendiamo il primo Shinkansen disponibile per Hiroshima. Avendo cambiato itinerario all’ultimo decidiamo di provare le carrozze dedicate a chi non ha prenotato il posto. Purtroppo c’è posto solo in quella fumatori, ma per fortuna il viaggio è breve.

Oggi è il 5 agosto e domani, 6 agosto, ricorre il 64 esimo anniversario dallo sgancio della bomba atomica.

In una città arroventata da un caldo umido insopportabile fervono i preparativi per le commemorazioni. Al cospetto dell’”A-Bomb Dome”, l’edificio rimasto parzialmente in piedi dopo l’esplosione, varie manifestazioni gridano all’unisono il desiderio di un disarmo nucleare. Nel parco della pace, vicino alla fiamma perpetua che sarà spenta solo quando l’ultima bomba atomica sarà smantellata, a pochi passi dal Cenotafio che custodisce a eterna memoria i nomi delle oltre 200.000 vittime, si sta allestendo il palco per le celebrazioni e si stanno facendo le prove per le riprese televisive.

Visitiamo il museo per la memoria delle vittime e il museo della pace. Tutto molto interessante. Colpisce il tentativo, a quanto pare riuscito, di mantenere viva la memoria di una terribile tragedia accaduta 64 anni fa, i cui effetti visibili sono ormai da anni completamente scomparsi (Hiroshima è una città moderna, se vogliamo anche brutta).

Di anno in anno i superstiti, oggi ultra 65 enni, stanno diminuendo al ritmo di ca 5000 l’anno, anche per effetto delle malattie. Chissà se tutto questo è servito e servirà mai a contribuire a che non accada mai più una guerra atomica (visto che nel mondo si stima che le testate nucleari siano 20.000, sufficienti a mettere in discussione l’esistenza stessa dell’uomo).

È ora di partire, sudati e accaldati, alla volta dell’isola di Miyashima. Prendiamo la Sanjo Line dalla Hiroshima Station e, scesi alla fermata Myashima Guchi, prendiamo il ferry che in 10 minuti ci porta in questa isolo sacra, in gran parte dichiarata Patrimonio Mondiale (Culturale e Naturale) dell’Umanità dall’UNESCO.

Patrimonio Culturale perché ospita il Santuario Scintoista Itsukushima, famoso, oltre che per la sua storia, anche per la sua posizione. Costruito su palafitte subisce il perenne ciclo delle maree che ogni 6 ore lo trasformano da santuario sospeso nell’acqua a santuario immerso nella sabbia fangosa. Il santuario, con il suo Antico Torii rosso che emerge dall’acqua, è uno dei tre siti più suggestivi del Giappone.

Patrimonio Naturale perché alle spalle del Santuario, il monte Misen è interamente coperto da foresta primaria popolata da cervi sacri e scimmie.

Arriviamo con la bassa marea, quindi il santuario emerge dalla sabbia ed è possibile passeggiare fino a raggiungere il Torii rosso.

Ci rendiamo conto che la scelta di dormire sull’isola (Grand Hotel Arimoto) è particolarmente azzeccata perché potremo godere della pace dell’isola dopo che i turisti che arrivano e vanno in giornata se ne saranno andati.

La sistemazione in albergo è spettacolare. La stanza è western style per la parte letti e bagni, ma è Japanese Style per la parte soggiorno. In sintesi alloggiamo in una sorta di suite di 70 metri quadri dove il Tatami con il tavolino dove prendere il tè si alterna ai comodi letti in stile occidentale. Indossiamo lo yukata e ci facciamo un bel po’ di foto.

La gentilezza e professionalità del personale è incredibile. Ceniamo in hotel a base di cibo giapponese (dal sashimi a altri piatti come zuppa di ostriche ecc..). Davvero una delle sistemazioni più suggestive della vacanza.

Dopo cena passeggiamo per le stradine dell’isola che portano al Santuario illuminato in modo suggestivo. Qualche cervo ci incrocia per la strada, ci guarda sperando in un po’ di cibo, e se ne va.

6 agosto 2009. Miyashima – Tokyo Dedichiamo la mattina alla “scalata” del monte Misen. Visto il caldo impressionante e visto il poco tempo a disposizione, all’andata prendiamo la funivia che in pochi minuti ci porta a 500 metri d’altezza, nel mezzo della foresta primaria popolata da simpatiche scimmiette. La vista è a 360 gradi sul Mare Interno. Tutto intorno all’isola si vedono chiaramente le coltivazioni di ostriche.

La discesa porta via ca. 1 ora. Ci rendiamo conto di quanto siamo stati saggi a non farla in salita. Si tratta di centinaia di gradini che se avessimo dovuto percorrere con questo caldo ci avrebbero stremato. Comunque incontriamo qualcuno che tenta l’impresa.

Dopo una sosta in hotel per cercare di bloccare la sudorazione incessante, riprendiamo il traghetto, e poi il treno per Hiroshima.

Da qui lo Shinkansen Hikari ci riporta, via Kobe, a Tokyo. Ci vogliono appena 5 ore per percorrere gli oltre 1000 km di distanza.

Arriviamo a Tokyo Station verso le 19. Con il Narita Express arriviamo all’aeroporto dove con una navetta raggiungiamo l’hotel Radisson per la notte.

Visto che il volo di domani è alle 13.00 abbiamo deciso di dormire vicino all’aeroporto per evitare di fare tutto di corsa.

7 agosto 2009. Narita – Milano Dopo la colazione passiamo un’oretta e mezza tra piscina e sauna, il giusto relax prima del volo che in 11 ore e mezza ci riporta alla realtà.

Arriviamo puntuali a Malpensa con volo JAL alle 18.45. I treni del Malpensa Express viaggiano tutti con un ritardo non precisato. Prendiamo quindi l’autobus che parte…Quando è pieno. L’Italia è bella anche per questo.



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