In Thailandia tra isole, templi e città

Tanti consigli per trovare la spiaggia giusta e le dritte per muoversi in città e visitare i templi del nord
Scritto da: Saretta080
in thailandia tra isole, templi e città
Partenza il: 01/08/2017
Ritorno il: 21/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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THAILANDIA: le isole del golfo e i templi del nord – agosto 2017

La nostra quarta volta in Thailandia non ci ha delusi, nonostante il turismo di massa sempre più incalzante abbiamo ritrovato in molti luoghi la stessa atmosfera che ci aveva conquistati anni fa.

Abbiamo voluto associare alla parte di mare un tour del nord, oltre ad un immancabile passaggio a Bangkok, in modo da rendere il viaggio più completo.

In 3 settimane il nostro itinerario ha toccato le seguenti tappe:

Isole del golfo – Koh Phangan, Koh Tao, Koh Nang Yuan, Koh Samui

Tour del nord – Chiang Mai, Sukhothai

Bangkok

KOH PHANGAN: 1 agosto – 4 agosto

Abbiamo raggiunto Koh Phangan con un volo Bangkok Airways da Bangkok a Koh Samui, dove abbiamo preso il traghetto che fa la spola da un’isola all’altra quasi ogni ora; sbarcati al porto di Thong Sala ci hanno caricati su un fuoristrada destinazione Thong Nai Pan Yai, la spiaggia che abbiamo scelto per il nostro soggiorno.

Muoversi in Thailandia è logisticamente semplice, in quanto ogni spostamento può essere stabilito e pagato in loco, senza bisogno di effettuare alcuna prenotazione.

Al contrario, per quanto riguarda le sistemazioni, è necessario prenotare con largo anticipo (soprattutto nel mese di agosto): noi abbiamo affittato una tipica casa thai immersa nella lussureggiante vegetazione, la Longtail Sea View House, all’interno del Longtail Beach Resort.

Per spostarsi sull’isola è fondamentale affittare uno scooter, a meno che non si voglia rimanere confinati nella propria spiaggia.

Le spiagge

Koh Phangan è conosciuta anche per essere la location dell’Half e Full Moon Party, che si svolgono ogni 15 giorni e portano sull’isola orde di giovani scatenati. A meno che non si sia alla ricerca di questo genere di turismo, sconsiglio di soggiornare ad Haad Rin Beach, ma di scegliere spiagge più tranquille: Thong Nai Pan è una di queste.

Thong Nai Pan è una distesa di sabbia bianca e fine come il borotalco, affacciata su una laguna verde e costeggiata da palme e piante sotto alle quali trovare riparo dal sole cocente, un perfetto scenario esotico. La spiaggia è suddivisa in due, Thong Nai Pai Yai – dove si trova la nostra casa – è maggiormente frequentata da backpackers e offre sistemazioni più low budget; Thong Nai Pai Noi al contrario è più fighetta, con resort decisamente di alto livello.

Haad Than Sadet e Haad Khuat (Bottle Beach) sono due spiagge più intime e isolate, con sistemazioni piuttosto spartane ma affacciate su una laguna di un brillante verde smeraldo. Le colorate longtail boats ancorate a riva contribuiscono a creare un panorama da cartolina.

Ciò che rende Bottle Beach ancora più appetibile – per gli amanti dell’off road – è l’avventuroso sterrato da percorrere in scooter per raggiungerla, caratterizzato da crepacci e discese da brivido nel mezzo della giungla.

Ao Chaloklum (Coral Bay) è un piccolo angolo di paradiso. Rispetto alle altre insenature dall’acqua un po’ torbida, a Coral Bay la laguna è assolutamente cristallina e i colori di un azzurro intenso. L’assenza di strutture affacciate sulla spiaggia rendono questa baia ancora più attraente.

Molte guide turistiche consigliano di recarsi a fare snorkeling a Koh Ma; nonostante il discreto snorkeling, la spiaggia è da bocciare. L’affollamento è impressionante e l’enorme resort alle spalle annulla purtroppo la tipica atmosfera thailandese rendendo questo luogo decisamente anonimo.

Haad Thian e Haad Yuan si raggiungono comodamente in longtail boat da Haad Rin Beach, tuttavia noi abbiamo voluto avventurarci off road in mezzo alla giungla. Lo sterrato è totalmente dismesso, più volte siamo rimasti bloccati con lo scooter a causa dei crepacci e di salite e discese decisamente troppo ripide e ad un certo punto abbiamo dovuto desistere, anche a causa dell’umidità impressionante e per timore di finire l’acqua a disposizione.

E’ stato comunque avventuroso, ma senza una moto da cross bisogna necessariamente affidarsi al taxi boat.

Haad Thian è una piccola spiaggetta purtroppo molto sporca.

Haad Yuan al contrario è un incanto: sabbia bianca e finissima, acqua cristallina, qualche palma qua e là dalle quali ciondolano le tipiche altalene di legno ideali per le foto in posa.

Infine, non si può non citare Haad Rin Beach, la località più conosciuta di Koh Phangan, patria del Full Moon Party. La spiaggia è molto bella e spaziosa, peccato per il numero indefinito di strutture che vi si affacciano rendendo il contesto caotico e festaiolo. Sicuramente perfetta per chi è alla ricerca della movida, ma non per noi che preferiamo luoghi più appartati.

Volendo citare qualche paesino dove curiosare tra bancarelle e negozietti, i due principali centri abitati dell’isola sono Thong Sala, dove si trova il porto, e Haad Rin.

A Thong Sala l’attrattiva principale è il Food Market, dove si può cenare provando le specialità della cucina thailandese. I colori di questo mercato, pad thai, risi, zuppe e spiedini perfettamente esposti, ne fanno un luogo – seppur turistico – abbastanza autentico.

Ad Haad Rin invece si può fare shopping passeggiando per le sue viette e scegliere tra un’infinità di ristoranti, concludendo la serata in spiaggia assistendo agli spettacoli con il fuoco.

Noi abbiamo alternato le nostre serate tra Haad Rin, Thong Sala e la nostra baia, Thong Nai Pan Yai, dove si può cenare direttamente in spiaggia immersi nella quiete più assoluta.

KOH TAO: 5 agosto – 8 agosto

Ci siamo spostati in traghetto da Koh Phangan a Koh Tao (1h) e abbiamo scelto la nostra sistemazione a Sairee Beach, la località più movimentata dell’isola. La proposta di hotel e resort è impressionante, ma per noi la priorità è trovare una struttura comoda e possibilmente con il centro diving: il Coral Grand Resort – seppur un po’ spartano – risponde alla perfezione alle nostre esigenze. Anche a Koh Tao lo scooter è il mezzo ideale per spostarsi ed esplorare l’isola in ogni suo angolo.

Le spiagge

Abbiamo dedicato parte delle nostre giornate alle immersioni e questo ha tolto tempo alla ricerca delle spiagge più suggestive, tuttavia un paio di località meritano di essere citate.

Mango Bay è una baia incantevole che si raggiunge a fatica dopo aver percorso in motorino uno sterrato piuttosto impegnativo e un ulteriore trekking-scalinata di circa 30 minuti. La sfacchinata viene ripagata da uno scenario notevole: un’insenatura bordata da enormi rocce levigate dal vento affacciata sull’ennesima laguna verde smeraldo. La spiaggia è piccolina ma l’originalità del luogo è rappresentata dal bellissimo Mango Bay Boutique Resort abbarbicato sulla collina con la sua palafitta-solarium. Affittando lettino e ombrellone si può trascorrere la giornata in totale relax, alternando tintarella e snorkeling sulla barriera corallina a pochi metri da riva.

Shark Bay è il luogo di Koh Tao dove abbiamo lasciato il cuore. L’accesso è consentito a tutti nonostante la spiaggia sia quasi totalmente di proprietà di un lussuoso resort. Sabbia bianca, palme e piante al posto degli ombrelloni e una tranquilla laguna ne fanno un angolo di assoluta quiete, la location perfetta dove godersi suggestivi tramonti.

Il cuore pulsante di Koh Tao è Sairee Beach, ideale per lunghissime passeggiate ma non per la balneazione, a causa della bassa marea.

E’ qui che si concentrano la maggior parte dei resort e ristoranti e la stradina che la costeggia la sera diventa brulicante di vita: bancarelle di street food, negozietti, locali dove assistere agli spettacoli con il fuoco, il nostro passatempo preferito durante le serate sull’isola.

Il paesino di Sairee è il centro abitato più popolato di Koh Tao, dove si trovano il porto, negozi, noleggi di scooter, mercatini e tutto ciò che può servire ai turisti.

Koh Tao – le immersioni

Koh Tao è la patria degli amanti del diving. I siti d’immersione si trovano tutto intorno all’isola e sono ideali anche per i subacquei alle prime armi. Pare che Koh Tao sia uno dei luoghi nel mondo in cui vengono rilasciati il maggior numero di brevetti Padi. La quantità di centri diving è impressionante, si susseguono uno dopo l’altro sul lungomare di Sairee e a qualunque ora del giorno ci sono subacquei che vanno e vengono. Solitamente vengono proposte uscite con due immersioni consecutive, concentrate la mattina oppure il pomeriggio.

La Thailandia in generale – e Koh Tao nello specifico – presenta dei siti interessanti, anche se la barriera corallina e la quantità di pesce non sono particolarmente stupefacenti. La barriera in molti punti è purtroppo morta e il pesce grosso scarseggia. Ciò non toglie che si possano comunque fare dei tuffi piacevoli in acque calde e poco profonde, dove godersi il mondo sottomarino in totale relax.

Chumpon Pinnacle è lo spot di maggiore impatto di tutta Koh Tao; data la sua collocazione in mare aperto, la corrente può talvolta essere forte e per questo è più adatto ai subacquei advanced.

Una serie di pinnacoli sottomarini si susseguono creando suggestivi archi e grotte. La barriera corallina in questo tratto di mare è in buono stato e la presenza di corrente favorisce la concentrazione di pesce, tra cui grossi banchi di barracuda; si possono inoltre ammirare pesci chirurgo, pagliaccio, buffi pesci palla estremamente socievoli, cernie, murene e gli scenografici pesci pipistrello. Se si è fortunati è esattamente a Chumpon Pinnacle che vi è la possibilità di incontrare il maestoso squalo balena.

Altri siti nelle vicinanze dell’isola sono South West, White Rock, Green Rock e ci si può anche immergere su un interessante relitto.

Peccato per la visibilità che nel mese di agosto (ma ho sperimentato anche in altri mesi dell’anno) in Thailandia non è quasi mai ottimale. L’acqua è sempre leggermente torbida e spesso le foto subacquee non rendono quanto si vorrebbe.

Koh Tao rimane comunque una meta ideale per questa adrenalinica attività che può essere praticata in totale serenità grazie a fondali poco insidiosi e a divemasters molto preparati.

KOH NANG YUAN: 9 agosto – 10 agosto

Koh Nang Yuan è un incanto di isola a soli 20 minuti di longtail boat da Koh Tao. E’ uno dei luoghi più fotografati della Thailandia, la sua originalità consiste nelle lingue di sabbia che collegano tre isolette; salendo in cima ad una delle tre si accede ad un punto panoramico da cui scattare foto da cartolina. Koh Nang Yuan è purtroppo invasa dai turisti che vi si recano in giornata da Koh Samui, Koh Phangan e Koh Tao. Fortunatamente l’accesso all’isola è consentito solo dalle h 10 alle h 16, questo garantisce ai visitatori che soggiornano nell’unico hotel – il Koh Nang Yuan Island Resort – di godersi questo angolo di paradiso perlomeno la mattina presto, il tardo pomeriggio e la sera.

Il resort propone sistemazioni di diverse tipologie, alcune con suggestive terrazze panoramiche, altre immerse nella fitta vegetazione tropicale, ma il costo è decisamente elevato rispetto alla qualità del servizio offerto e la struttura è vecchia e necessiterebbe di una bella ristrutturazione.

A Koh Nang Yuan si paga la location; d’altronde la spiaggia è di finissima sabbia bianca, l’azzurro intenso del mare dà il meglio di sè quando il sole è alto nel cielo, il verde brillante delle palme che ricoprono l’intera superficie, la barriera corallina a pochi metri da riva.

Le dimensioni delle isolette sono davvero ridotte e in pochi minuti a piedi ci si sposta dalla spiaggia al proprio bungalow, al ristorante, allo scenografico pontile in legno che costeggia un lato dell’isola.

Le uniche attività alle quali dedicarsi sono il relax in spiaggia e le nuotate nel mare cristallino. Per noi amanti della subacquea è presente un centro diving Padi, che propone uscite giornaliere negli stessi siti d’immersione di Koh Tao. Dati i limitati ospiti del resort, il centro diving è poco frequentato e questo ci ha permesso di avere a disposizione un’enorme barca e un divemaster totalmente dedicato a noi.

KOH SAMUI: 10 agosto – 13 agosto

Koh Samui è la più turistica delle isole del Golfo della Thailandia, nonchè la più grande. La raggiungiamo in 3h di traghetto da Koh Tao. Appena sbarcati ci rendiamo conto delle notevoli dimensioni dell’isola e il fatto di non avere idea di dove dormire ci ha fatto perdere un’intero pomeriggio. Diverse strutture non hanno più camere disponibili, altre sono totalmente decentrate.

Le due località principali sono Chaweng e Lamai, dove l’offerta ricettiva è davvero all’ennesima potenza: decine di hotel si susseguono lungo uno spiaggione super affollato e ci rendiamo subito conto della differenza rispetto alle ben più autentiche Koh Phangan e Koh Tao.

Decidiamo di soggiornare un po’ fuori dal caos, a Choeng Mon (a nord di Chaweng), in una di quelle strutture totalmente incentrate su yoga e wellness: l’Absolute Sanctuary Hotel, un luogo incantevole.

In giro per Koh Samui

Rispetto alle isole precedenti, a Koh Samui dedichiamo meno tempo alle spiagge e di più alla scoperta dell’isola in scooter. Con il motorino percorriamo la strada panoramica che si addentra nell’entroterra, da Choeng Mon a Lamai. Lungo il percorso ci si può fermare a contemplare la fitta giungla che ricopre l’isola; l’umidità che sovrasta la vegetazione crea una nebbiolina che rende lo scenario molto suggestivo. In giro per l’isola si trovano diverse indicazioni per raggiungere le sue innumerevoli cascate, anche se agosto non è il mese ideale per vederle al massimo della portata. Per chi volesse fare un’esperienza a contatto con gli elefanti, non mancano gli Elephant Camps, così come sono presenti i santuari delle tigri. Abbiamo evitato entrambe queste attrattive, che non rappresentano la nostra etica di viaggio. Sempre in scooter abbiamo fatto il giro perimetrale di Koh Samui in 2h circa, esplorando sia la costa orientale che quella occidentale.

Dal punto di vista delle spiagge, la costa migliore è quella est, dove si trovano Chaweng Beach e Lamai Beach. Di certo non ci si può aspettare la quiete di Koh Phanghan, ma Chaweng e Lamai sono ampie spiagge di sabbia bianca affacciate su un discreto mare; peccato per l’affollamento che le caratterizza a qualunque ora del giorno e della notte e per l’inquinamento acustico causato da moto d’acqua e bananone che sfrecciano avanti e indietro per la laguna. Sicuramente più suggestive al tramonto e per cena, quando i numerosi ristoranti allestiscono con tavoli e pouf direttamente sulla spiaggia.

Una piccola baia dove siamo tornati ripetutamente è Crystal Bay, una spiaggetta appartata e molto carina, bordata da una fitta vegetazione. Anche qui tuttavia non si può sperare di ritrovarsi in solitudine, dall’ora di pranzo fino al tardo pomeriggio c’è un notevole via vai. Il lato ovest dell’isola è invece decisamente anonimo, a parte qualche lussuoso resort, la costa non è particolarmente invitante. A poca distanza da Koh Samui si trovano isolotti di incredibile bellezza, ed è qui che ci si deve recare se si vuole trovare la quiete e un mare davvero eccellente.

L’Angthong Marine National Park è molto conosciuto ed è l’escursione principale proposta da tutte le agenzie di Koh Samui. Dovendo fare una scelta, noi abbiamo preferito recarci su un’isoletta poco frequentata: Koh Madsum. I colori di questo angolo di paradiso ci hanno stupito, l’acqua di un turchese brillante, la spiaggia bianchissima e le lingue di sabbia appena affioranti; le tipiche longtail boats ancorate a riva completano la cartolina. Finalmente a Koh Madsum ci siamo ritrovati su una spiaggia quasi deserta, saremo stati una ventina di turisti in totale. Per raggiungerla è stato sufficiente recarci in un piccolo porticciolo a sud, nella zona di Thong Krut, e concordare sul momento l’escursione chiedendo ai pescatori del posto. I momenti in cui non ci si annoia di certo a Koh Samui sono il tardo pomeriggio e la sera. Oltre alle già citate località di Chaweng e Lamai, noi abbiamo apprezzato il Fisherman’s Village con la sua walking street; un vivace night market che pullula di ristoranti, locali, bancarelle, dove godersi ottime cene a base di pesce o semplicemente passeggiare facendo un po’ di shopping. Dopo due settimane di mare è giunto il momento di salutare le incantevoli isole del Golfo della Thailandia per spingerci a nord ed esplorare una zona totalmente nuova per noi. Ci imbarchiamo su un traghetto che ci porta a Surat Thani, sulla costa, dove prendiamo un volo Air Asia per Chiang Mai.

CHIANG MAI: 14 agosto – 16 agosto

Il nord della Thailandia è caratterizzato da un clima umido e piovoso tutto l’anno; e così le bellissime giornate di sole che ci hanno accompagnati fino ad ora lasciano il posto ad un cielo plumbeo che rende il nostro volo verso Chiang Mai piuttosto turbolento. Sbagliamo in pieno la scelta dell’hotel, The Balcony Chiang Mai Village, una struttura molto caratteristica ma totalmente decentrata, nella periferia della città, lungo una statale dove non passano nemmeno i taxi. Questo ci penalizzerà parecchio, obbligandoci ad usufruire dell’autista privato dell’hotel, non proprio economico. Chiang Mai è una città di dimensioni notevoli, suddivisa tra la parte nuova – assolutamente anonima e priva di interesse – e la parte vecchia, dove si trovano i templi e dove sarebbe stato giusto soggiornare.

Cosa vedere a Chiang Mai

L’attrattiva principale di Chiang Mai è rappresentata dai templi, ma ci sono molte altre attività da svolgere in loco disponendo di più tempo.

Il tempio più visitato è il Doi Suthep, costruito su una collina poco fuori dalla città. Si può accedere al complesso principale tramite la funicolare oppure percorrendo una lunga scalinata. Peccato per l’affollamento che rovina l’atmosfera, probabilmente la mattina presto e il tardo pomeriggio sarebbero stati i momenti migliori, ma noi ci arriviamo nell’ora di punta.

La pioggia è sempre più insistente e acceleriamo la visita agli altri siti collocati nella città vecchia, dove si trovano il Wat Phra Singh e il Wat Chedi Luang.

Tra le attività proposte dalle agenzie di Chiang Mai, ci sono trekking di più giorni nella giungla con pernottamento presso le popolazioni locali, visita agli elephant camps e ai santuari delle tigri.

La nostra idea iniziale era quella di prendere parte ad un trekking, ma a causa della pioggia e del poco tempo a disposizione abbiamo rinunciato.

La sera la città vecchia si anima e passeggiare per la walking street tra locali, negozi e guest houses è davvero piacevole; come ogni città della Thailandia, anche Chiang Mai ha il suo mercato notturno, il Night Bazaar, una distesa di bancarelle che vendono le più svariate cianfrusaglie e naturalmente street food. Le colorate luci che illuminano il quartiere rendono l’atmosfera tipicamente thai.

Un’alternativa più tranquilla la si trova lungo le sponde del fiume Ping, fuori dal centro, dove si susseguono ristoranti e locali.

Infine non si può non citare il Warorot Market (da visitare durante il giorno), frequentato dai thailandesi del posto, con un’infinità di bancarelle dove sbizzarrirsi con le foto alle scene di vita locale. Il Warorot Market è labirintico, colorato e puzzolente, ma assolutamente caratteristico.

A questo punto il nostro itinerario avrebbe previsto di proseguire verso Chiang Rai; leggendo la guida non ci è parso però che questa località avesse granchè da offrire, a parte la visita al super fotografato Wat Rong Khun, il tempio bianco.

Così decidiamo di rimpiazzare questa tappa con Sukhothai, che raggiungiamo con un comodo autobus della Wintour in 5h30 circa.

SUKHOTHAI: 17 agosto – 18 agosto

Anche Sukhothai, come Chiang Mai, è suddivisa tra la città vecchia e quella nuova.

Questa volta azzecchiamo in pieno la scelta della sistemazione; pernottiamo al Tharaburi Resort, una bellissima struttura immersa in un rigoglioso giardino tropicale, a pochi minuti dal Parco storico di Sukhothai, nella città vecchia. Fondamentale per spostarsi è l’affitto della bici – nel nostro hotel sono a disposizione degli ospiti gratuitamente – con la quale girare per il parco. Il parco di Sukhothai è molto vasto e suddiviso in più aree; all’ingresso si paga un biglietto valido per l’intera giornata ed è necessario munirsi di una piantina per muoversi tra le varie zone. A parte il complesso centrale dove si concentra la maggior parte dei visitatori, le aree più decentrate sono praticamente deserte. I templi sono molto suggestivi e la presenza di numerosi stagni adornati da ninfee permette da fare splendidi scatti con le sagome degli stupa che si riflettono nell’acqua. L’atmosfera che si respira tra le rovine è magica, il silenzio assoluto, il luogo ideale dove entrare a contatto con quello che era l’antico regno di Sukhothai. In un solo giorno siamo ritornati due volte nel parco, d’altronde non vi è altro da vedere in loco. La città vecchia si concentra lungo la strada principale, dove si trovano negozietti e ristoranti, gli immancabili 7-Eleven e naturalmente un colorato mercato. La città nuova non sembra avere nulla da offrire, così prendiamo un autobus della Wintour che in 7h30 ci porta a Bangkok, nostra ultima tappa.

BANGKOK: 19 agosto – 20 agosto

Ed eccoci per l’ennesima volta a Bangkok, città che conosciamo ormai bene ma nella quale torniamo sempre volentieri. Pernottiamo nel lussuoso Royal Orchid Sheraton Hotel & Towers, sulle sponde del fiume Chao Phraya.

Le attrattive che rendono Bangkok e dintorni unica sono molte, ma con soli due giorni a disposizione decidiamo di prendercela comoda girovagando in totale relax.

Essendo arrivati nella capitale durante il week end, non ci facciamo mancare un salto al Chatuchak Market, che si riconferma ancora una volta come il mercato più caotico e labirintico di sempre. Visitiamo finalmente la Jim Thompson House, la casa-museo del celebre imprenditore della seta, che avevamo tralasciato le volte precedenti. Decidiamo di tornare a vedere il Wat Arun, l’imponente tempio simbolo della città, che svetta maestoso sulle sponde del Chao Phraya. Ci rechiamo al Golden Mount, dominato dal suo enorme stupa dorato, una collina in piena città dalla quale ammirare un bel panorama sui tetti di Bangkok; proseguiamo per China Town, dove nel tempio di Wat Trai Mit si trova il Golden Buddha. Infine ci rinchiudiamo al fresco dell’aria condizionata del Siam Paragon, il centro commerciale più chiccoso della capitale.

Ci sarebbe ancora tanto da fare e da rivedere: il Grand Palace, il giro in barca lungo i canali del Chao Phraya, salire sulla cima del grattacielo del mitico Lebua at State Tower Hotel, perdersi per le vie di China Town, spingersi fuori città al Floating Market e fino ad Ayutthaya, antica capitale del regno del Siam.

Ma il tempo stringe per noi ed è già sera; con un tuk tuk sfrecciamo dal mercato notturno di Patpong alla nostra amata Khaosan Road, e la ritroviamo festaiola e caotica come l’ultima volta, con le sue bancarelle di street food, i centri di foot massage in strada, i locali che sparano musica disco a tutto volume, i venditori ambulanti, gli ostelli, l’intricato groviglio dei fili della corrente che adornano la via.

E’ giunto davvero il momento del rientro e lasciamo la Thailandia per l’ennesima volta, carichi di emozioni e ricordi, con la consapevolezza che torneremo ancora, presto.

Per ulteriori informazioni su questa destinazione potete visitare il mio blog: www.vogliadiesotismo.it

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THAILANDIA: le isole del golfo e i templi del nord - agosto 2017



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