In Thailandia da Bangkok al nord, poi relax a Phuket

Il Paese dei sorrisi girato in fai da te... zero problemi, mille emozioni
Scritto da: gianni gravante
in thailandia da bangkok al nord, poi relax a phuket
Partenza il: 08/01/2013
Ritorno il: 30/01/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Thailandia – Gianni e Maria Cristina Gravante, Trento. Diario di viaggio 08-30 Gennaio 2013. Sintesi dei costi alla fine del diario.

Tre settimane da Bangkok a Sokhuthai, da Lampang a Chiang Mai a Chiang Rai e Phuket. In chiusura del diario la sintesi dei costi delle principali voci.

Iniziamo a prendere queste note di viaggio oggi, 13 gennaio, mentre siamo a bordo del Bus della linee nord thailandesi che ci condurrà a Sokhuthai, una delle mete del nostro tour nella terra dei sorrisi, come viene appropriatamente definito questo Paese. Era nostra intenzione annotare day by day tutte le sensazioni e le esperienze vissute in questo viaggio, ma iniziamo solo oggi. Perché? Chi ha già visitato Bangkok potrà facilmente comprendere che questa città dal primo momento in cui ci metti piede ti assorbe così tanto da lasciare poco tempo ad attività, diciamo così, collaterali, soprattutto quando sai che te la godrai solo pochi giorni. Però possiamo provare a recuperare quanto abbiamo vissuto.

PRIMO GIORNO – martedì 8 Gennaio

Si parte! Alle 21,30 decollo da Malpensa con Qatar, pluripremiata compagnia orientale che conferma anche stavolta di meritare l’ottima reputazione di cui gode. Volo perfetto con sosta di tre ore a Doha per cambio velivolo. Dopo 15 ore dalla partenza siamo a Bangkok, ora locale 18,20 di mercoledì.

SECONDO GIORNO – mercoledì 9 Gennaio: Bangkok

Seguiamo i consigli dei vari diari letti, e invece di accodarci all’uscita in attesa del nostro turno per il taxi saliamo alle partenze, per la felicità del taxi driver che lascia chi deve partire e fa salire noi senza fare il giro ed accodarsi agli arrivi.

Primo consiglio: utilizzare sempre taxi meter, e ricordare sempre al driver di attivarlo all’inizio della corsa. I taxi sono molto economici, ma il traffico in questa città è davvero caotico e si rischia di perdere molto tempo per gli spostamenti. Lo SKY Train -o Bts – consente invece spostamenti veloci, viaggiando letteralmente sopra le vie cittadine. Dunque arriviamo in Hotel, il True Siam Hotel, selezionato in base alla posizione, nei pressi di Siam sq. e vicinissimo alla fermata Phaya Thai del Bts, che ci garantisce agevoli e veloci spostamenti. Ci ospiterà per quattro notti. L’hotel è carino con ingresso, hall e ristorante completamente in legno, un po’ deludente la camera, ampia ma con bagno angusto, però buona la pulizia. Vale i 240 euro spesi e già pagati via Web. Doccione rinfrescante e siamo pronti ad affrontare la città. Odori, sapori, colori, idiomi sconosciuti ci affascinano e ci guidano verso la nostra prima cena Thai. Ci rendiamo così conto che quanto letto e sentito sul costo medio della vita in questo Paese corrisponde al vero. Cena per due, piatto unico niente lussi, per carità, ma in grado di soddisfare appieno il nostro appetito di viaggiatori stanchi e a digiuno da molte ore, servito al tavolo in un medio ristorante locale frequentato da locali – la scelta costante di tutti i nostri viaggi- con bibite e dessert ci costa Bath 470, circa 12 euro. Dopo cena piccola passeggiata e subito a letto.

TERZO GIORNO – Giovedì 10 gennaio: Bangkok

Non riusciamo ad alzarci prima delle nove, ma forse il fatto di trovarsi in avanti di sei ore sulle nostre abitudini di soli due giorni fa potrebbe giustificare il torpore che non vuole abbandonarci. Riusciamo tuttavia a trascinarci fuori dall’hotel, e abbordato il primo taxi ci facciamo condurre al Gran Palace. Si tratta di un grande complesso che comprende quanto due occidentali molto occidentalizzati come noi si aspettavano effettivamente di vedere. Templi, statue, giardini, edifici, tutto esprime magnificenza e noi restiamo davvero abbagliati da tale opulenza. Gradiamo la vista di tutto ciò, e tuttavia l’attenzione viene subito attratta dalla gente, quello che in ogni viaggio ci interessa e ci colpisce di più. Tra i visitatori da ogni parte del mondo, moltissimi sono asiatici. Ebbene costoro riescono, pur in un periodo di svago e di vacanza, a trovare il tempo, quando sono alla presenza delle loro divinità, per la preghiera, le offerte e tutti quei mistici rituali che agli occhi di noi occidentali potrebbero sembrare talvolta folkloristici, ma che sono totalmente genuini, e lo si capisce così, stando ad osservare in rispettoso silenzio. Alla fine della visita capiamo perché il Palazzo Reale rientra nei must do di Bangkok, forse al primo posto in assoluto, e il nostro consiglio è quello di iniziare la visita della città, soprattutto se si è al primo viaggio in Thailandia come noi, proprio da questo posto. Impatto immediato con una civiltà assolutamente aliena alla nostra, che ti proietta immediatamente nell’universo sud-est asiatico.

Seconda meta il Wat Pho, poco distante, e poi tanti altri Wat, i più importanti della città. Tanti. Consiglio: pianificare bene le visite ai vari siti di questa città che senza una attenta programmazione potrebbe essere alquanto dispersiva. Durante la giornata di visite non ci va di sprecare tempo nei ristoranti, e così ci concediamo frequenti piccole soste pressi i banchetti di frutta fresca di cui Bangkok è piena, consumando abbondanti porzioni di ottima anguria, melone, papaia ed altri frutti locali. Così fino a sera, poi doccia e via senza sosta a cena, stavolta nella caotica Patpong, zona commercial turistica della città dove dopo cena non possiamo resistere alla tentazione di alcuni acquisti per cui Bangkok è nota, i famosi patacconi di gran marca, alcuni commissionati da amici e parenti, altri per induzione diretta ad uso proprio, in fondo anche questi sono dei ricordi, no?

QUARTO GIORNO – venerdì 11 Gennaio: Bangkok

Iniziamo facendo la cosa che più ci piace fare in viaggio: infilarci in mezzo alla gente. Ora, se qualcosa a Bangkok non manca, è la gente per strada, a qualsiasi ora, in ogni punto della città. Ma il quartiere dove il contatto diventa davvero epidermico – nel senso letterale del termine – è Chinatown. Il quartiere Cinese di Bangkok, a detta delle maggiori guide, è una delle Chinatown meglio conservate e meno artefatte al mondo, benché sia presa d’assalto da migliaia di turisti al giorno. E così appare ai nostri occhi, ma anche al nostro olfatto, all’udito al tatto ed al gusto, infine. Su questa esperienza un solo consiglio: non mancatela. Mai visto un tale brulichio di persone di ogni età indaffarate in attività che credo non si possano osservare altrove: la signora che infila senza sosta dei piccoli fiori in un lungo ago ricavandone le tipiche collane ornamentali della sua tradizione, il giovanissimo garzone in bici che scorrazza, non si riesce a capire come, tra centinaia di persone che affollano i banchetti, il massiccio venditore di pesce fresco che a torso nudo taglia, affetta, pulisce, sminuzza interiora, tutto in assoluta naturalezza tra la gente a pochi centimetri, e poi gli immancabili venditori di ogni che di commestibile. Imperdibile. Pranzetto leggero in un piccolo ristorante lungo la via principale del quartiere, e quindi taxi per la Jim Tompson’s house. Si tratta della notevole residenza di questo diplomatico e poi uomo d’affari americano, completamente innamorato della cultura di questo Paese, che dopo il secondo conflitto mondiale avviò un florido traffico della seta. Il complesso è realizzato completamente in teak, molto bello, ed accoglie arredi e suppellettili provenienti da molte zone della Thailandia, tutto di assoluto valore estetico ed artistico. Le visite si effettuano in piccoli gruppi, accompagnati da una guida in lingua inglese, francese o thailandese.

Il pomeriggio, o meglio, il tardo pomeriggio lo dedichiamo alla visita di alcuni centri commerciali che da soli richiamano a Bangkok migliaia di turisti ogni anno. Si trovano tutti nella zona di Siam Square, poco distante dal nostro Hotel. Il Siam Paragon è l’algido regno delle grandi marche internazionali, mentre molto più popolare ed affollato è l’MBK, dove si possono trovare sia articoli originali che contraffatti, e prezzi per tutte le tasche. Una via di mezzo ci appare il Siam Center. Tutti offrono moltissime possibilità di pasti ad ogni ora, con scelte per ogni palato.

QUINTO GIORNO – sabato 12 Gennaio: Bangkok/Ayuttaya/Bangkok

Giornata dedicata alla visita di Ayutthaya, distante circa un’ora e mezza di minivan. Ayutthaya è l’antica capitale del Paese, e conserva vestigia che vale la pena visitare. La giornata trascorre piacevolmente in compagnia di Shasah che ci accompagna con il suo tuk-tuk per un tour di circa tre ore. Lo ricompensiamo con 500 Bath, ben guadagnati in quanto ci fornisce anche delle piccole informazioni culturali. Per il rientro la scelta cade su un bus della compagnia trasporti del nord, che termina la corsa a Bangkok presso il terminal che domattina ci vedrà in partenza per Sokhuthai. Prenotata e pagata la corsa, via in hotel doccia e cena.

SESTO GIORNO – domenica 13 Gennaio: da Bangkok a Sokhuthai

Giornata dedicata quasi per intero al trasferimento Bangkok-Sokhuthai, sette ore di autobus, abbastanza confortevole. Giungiamo a destinazione oramai in serata ed abbastanza stanchi. L’hotel selezionato è il Legendha, nei pressi dei siti – patrimonio Unesco – che intendiamo visitare. L’hotel è carino ma intorno non c’è altro, ed il centro città dista una dozzina di kilometri. Non ci stiamo a chiuderci in hotel con le comitive, quindi ci avviamo fuori, anche se con poche idee. Al solito un po’ di fortuna ci assiste, e veniamo imbarcati a cassone su di un camioncino che di fatto qui assicura il pubblico servizio di collegamento. Sei Bath e 15 minuti e siamo in città nuova, seduti al tavolino di un minuscolo ristorantino alle prese con specialità locali. Spesa 129 Bath. La passeggiata che segue ci fa scoprire una piccola sala massaggi, e con 200 Bath due robuste signore si occupano per mezz’ora dei nostri stanchi piedi. Rientro in hotel in Mercedes, accompagnati free e con piacere da un signore conosciuto solo dieci minuti prima.

SETTIMO GIORNO – lunedì 14 gennaio: Sokhuthai

Sveglia alle 5,00 per assistere alla cerimonia della raccolta del cibo da parte dei monaci Buddisti, i quali si presentano con le loro ciotole e, dopo aver ricevuto cibo e bevande che poi consumeranno insieme nei loro Wat, benedicono gli offerenti secondo un mistico rituale Tantra. Noleggiate due bici offerte dall’hotel, ci addentriamo nella struttura tutelata dall’Unesco. Piacevolissima esperienza, il modo migliore per visitare questo posto che ci dona una piacevole sensazione di pace, con i suoi ampi spazi verdi ben curati che ospitano varie strutture in tipico stile Khmer, recuperati grazie ai fondi Unesco in maniera davvero ammirevole. Rientrati di pomeriggio in hotel e recuperati i bagagli, il solito bus ci porta in terminal, dove con un po’ di fortuna riusciamo a prendere al volo l’autobus in partenza per Lampang, dove giungiamo dopo circa 2 ore e mezza. Giungiamo quindi all’hotel Aungkham, struttura senza lodi e senza infamia. La successiva passeggiata in centro città è forse l’esperienza più deludente dell’intero viaggio. La cittadina non offre molto, e quel poco che offre si presenta desolatamente chiuso e buio. Finiamo per cenare presso uno dei pochi locali aperti, unici avventori. Per il rientro in hotel niente taxi, per fortuna transita un calesse per cui Lampang è nota in zona ed al volo ne approfittiamo.

Ottavo giorno – martedì 15 gennaio: Lampang

Il motivo per cui ci troviamo a Lampang consiste nel fatto che poco distante si trova il Thai Elephant Conseration Center, una struttura che si occupa dell’addestramento di questi pachidermi al lavoro nelle foreste, ma anche della cura degli animali ammalati, dell’assistenza agli individui ormai anziani e dei neonati insieme alle mamme. Ci ritroviamo così di buon’ora su una jeep insieme ad una coppia di Inglesi, ospiti dello stesso hotel, diretti al centro. Assistiamo ad una serie di esibizioni molto turistiche, in verità, ma è anche vero che tutto quello che si era letto sulla cura degli animali è vero. Ci sono l’ospedale, la nursery, la casa di riposo per questi splendidi animali che sicuramente sono sfruttati dall’uomo per le proprie caratteristiche, ma che in questo centro trovano anche assistenza e amore. Pranzo al volo in piazza, classica cucina Thai, e poi di pomeriggio visita ai Wat più significativi della zona, sempre interessanti. È oramai sera quando rientriamo in hotel, e ritirati al volo i bagagli siamo già sull’autobus che ci porterà a Chiang Mai. Viaggiamo con Green Line, una linea di autobus del nord con una qualità davvero eccellente, che con soli 300 Bath in due ci ospita su delle poltrone di prima classe che riescono a trasformarsi in veri letti. Due ore volano, e siamo a Chiang Mai, ospiti dell’hotel Empress, ottima struttura vicino al night bazar, che visitiamo immediatamente dopo cena.

Chiang Mai è ormai famosa per essere base di partenza per molte attività cosiddette estreme. Si può scegliere di volteggiare da un albero all’altro a venti metri di altezza assicurati ad una carrucola, lanciarsi da strapiombi in base jumping, discendere le rapide dei torrenti facendo rafting ed altro ancora. Molte agenzie hanno creato di fatto un nuovo mercato turistico proprio per gli amanti del genere, negli ultimi anni. Il titolare di una di queste agenzie è Gino, della Gino Travels, of course, nato in Italia ma cresciuto all’estero dall’età di 5 anni. Ma l’Italia è sempre l’Italia, e dopo aver capito da dove veniamo, ci fornisce i consigli giusti per i giorni successivi. Domani si inizia con una tranquilla escursione a dorso di elefante, poi rapide e rafting.

Nono giorno – mercoledì 16 Gennaio: Chiang Mai

Sono le sette in punto quando la sveglia suona, ma noi siamo già svegli. Purtroppo oggi c’è il primo inconveniente del viaggio. Cristina durante la notte non è stata per nulla bene, e non se la sente di affrontare la giornata come pianificato. Annulliamo quindi l’uscita prenotata ed optiamo per una tranquilla visita della città vecchia. La zona è gradevole, e già a metà mattina i malesseri notturni sono solo un ricordo. Decidiamo quindi di contattare Gino e spostare a domani quanto avevamo previsto per oggi. Quindi ora solo relax, shopping e visita di questa città che dopo Bangkok è la più grande ed animata della Thailandia, anche grazie ad una frequentatissima università che richiama giovani da tutto il Paese. Dopo la visita alla città vecchia, delimitata da un canale, noleggiamo un tuk-tuk che ci accompagnerà per le visite ai Wat più lontani. Contrattiamo il prezzo con il giovane conducente, che ci pratica uno sconto in cambio della nostra disponibilità a visitare un piccolo shopping-center, cosa per cui sarà ricompensato dalla società proprietaria. È questa una prassi consolidata in Thailandia, e a parte questa eccezione, dovuta anche alla simpatia del nostro giovane accompagnatore, conviene essere sempre chiari durante il tragitto con taxi e tuk-tuk, che tentano sempre, con varie scuse, di portarti in una fabbrica di gioielli piuttosto che in quella di souvenir, prima della meta richiesta. Finiamo la giornata ancora al night bazar, che a Chiang Mai è davvero imponente. Conviene evitare quello che si sviluppa lungo la strada, con camminamenti piuttosto stretti ed iperaffollati, ed entrare nella piazza apposita, la quale oltre ai venditori ospita diversi ristoranti, con menu per tutti i gusti. Le bancarelle offrono, tra gli immancabili articoli del mercato globalizzato, moltissimi prodotti dell’artigianato locale, e dobbiamo riconoscere ai realizzatori, moltissimi giovani, originalità ed una buona qualità, soprattutto per lacche e sculture in legno.

Decimo giorno – giovedì 17 Gennaio: Chiang Mai

Oggi trekking, elefanti, rafting e altro nelle belle foreste che circondano la città. Con una difficoltà in più: oggi è il giorno della partenza alla volta di Chiang Rai, raggiungibile solo a mezzo autobus, l’ultimo dei quali parte alle 18,00 già prenotato. Secondo Gino non ci sono problemi, dovremmo rientrare per le 17,00. Dunque pik-up presso la Gino Travels, dove lasciamo anche i nostri bagagli, e si va! Sul cassone del fuoristrada conosciamo così tre ragazzi neozelandesi, una coppia di inglesi e una di argentini. Il più vecchio ha 22 anni, e poi noi, che abbiamo due figli entrambi più anziani di questi ragazzi che ci faranno compagnia oggi. Giungiamo al campo degli elefanti dopo una rapida ma interessante visita ad una serra di orchidee. Ci rendiamo subito conto che qui la realtà è diversa da quella del centro di Lampang. Gli elefanti sono usati essenzialmente per i lavori nei boschi circostanti e alcuni sono destinati a questi giri per turisti all’interno della stessa foresta. Qui i due ragazzi inglesi ci lasciano e si cambiano d’abito, frequenteranno un corso per imparare a governare questi pachidermi. Molti sono i giovani occidentali che durante la loro permanenza in queste zone scelgono di frequentare questi stage che durano, di solito, tre-quattro giorni. Noi siamo stati accompagnati da una ragazza nordeuropea in veste di Mahout (conduttrice di elefanti). Dopo un breve percorso nella foresta, giungiamo ad un torrente sulle cui rocce, rese lisce dalla corrente, la natura ha disegnato uno scivolo che finisce in un laghetto sottostante. I giovanotti provano così l’ebrezza di lasciarsi andare, indirizzati nella traiettoria dal nostro accompagnatore, un pazzoide locale che asserisce non esserci problema alcuno. Ma le rocce sono vicinissime alla traiettoria e sbagliare di qualche centimetro potrebbe cambiare radicalmente il corso della vacanza… Quindi avanti con la prossima esperienza: rafting lungo il corso di un bel torrente locale. Questa rimarrà probabilmente tra le più suggestive esperienze vissute in Thailandia. Nei tratti meno ripidi il torrente si apre in larghe anse, dove i Mahout a pochi centimetri dal nostro gommone lavavano placidamente i loro elefanti, e sulle rocce emergenti al centro del torrente giovani locali siedono godendosi la natura circostante. Piccoli, indefiniti momenti che porteremo via tra i ricordi migliori di questo Paese. Intanto il tempo corre, e noi rischiamo di perdere l’autobus per Chiang Rai. Arriviamo infatti all’agenzia di Gino alle 17,20 con un traffico incredibile in città, e dopo una corsa in tuk-tuk prendiamo l’autobus che già stava lasciando il terminal. Tre ore e mezzo sui comodissimi sedili del Green Line, e siamo a destinazione. Prendiamo possesso della camera prenotata al Nak Nakara, in ottima posizione.

Undicesimo giorno – venerdì 18 Gennaio: Chiang Rai

Iniziamo con un giro orientativo in città e già dopo poche ore siamo su un taxi che per 250 Bath ci accompagnerà al Wat Rong Khun, distante circa 13 Km. Si tratta di un tempio di recente realizzazione, ma molto frequentato e sicuramente spettacolare. È conosciuto, infatti, anche come “Tempio Bianco“, e tale è. Da lontano l’immagine è scenograficamente impattante, e da vicino si capisce che l’effetto è garantito dalle migliaia di specchietti che a mo’ di mosaico coprono buona parte della superficie. L’interno non è meno sorprendente. Le pareti sono infatti affrescate con immagini che spaziano dalle torri gemelle in fiamme a Michael Jackson, da Spiderman a Matrix, passando per i più popolari personaggi di favole, film e fatti di cronaca recente. Sorprendente, se si pensa che comunque si tratta di un luogo di culto. Rientrati in città dedichiamo il pomeriggio alla visita dei Wat più importanti.

Dodicesimo giorno – sabato 19 Gennaio: Mae Sai, golden triangle

Sveglia presto e partenza in taxi per Mae Sai, città di confine con Burma, come qui viene ancora chiamato il Myanmar. È questa la più settentrionale delle città Thailandesi, e da qui si raggiunge facilmente il famoso triangolo d’oro. Lungo la strada ci fermiamo prima però a visitare la black house, una particolarissima costruzione completamente in legno e di colore nero, appunto, in stile Lanna ed arredata in maniera davvero particolare. È poi la volta di un villaggio che ospita cinque piccoli microcosmi etnici, cinque tribù locali di montagna, tra cui le long neck Karen, le famose donne giraffa. Sono note per l’usanza di allungare artificialmente il collo indossando quello che a prima vista potrebbe sembrare una serie di anelli. Si tratta, in realtà, di un’unica struttura in metallo che può arrivare a pesare oltre sei chili e che deforma, oltre al collo, anche il viso, limitandone lo sviluppo naturale. Una vera e propria tortura cui volontariamente queste donne si sottopongono in nome delle loro tradizioni.

Proseguiamo poi con la visita alla residenza di montagna del Re Thailandese. Si tratta di una costruzione interamente in pregiato legno, voluta dalla Principessa Madre, mamma dell’attuale sovrano, ed edificata secondo lo stile di uno chalet svizzero. Notevoli i giardini che la circondano. Giungiamo, infine, a Mae Sai, che ospita un enorme mercato che attira acquirenti da oltre frontiera. Da lì si parte per il triangolo d’oro, punto di confine tra Thailandia, Birmania e Laos. Sicuramente un luogo che oramai esiste solo perché esistono i turisti che lo visitano, ma che comunque merita per la storia che ha avuto in passato con il traffico di droga. Da qui in Birmania non si entra, ma attraversando il fiume in lancia si può sbarcare in Laos, sulla sponda opposta, limitatamente alla visita della cittadina portuale, e che consiste essenzialmente in un grosso mercato di souvenir e borse, tantissime borsette, tutte di gran marca… contraffatta.

Tredicesimo giorno – domenica 20 Gennaio: Chiang Rai

Il nostro programma prevedeva per oggi la visita di Mae Salong, poco distante da Chiang Rai, ma raggiungibile solo attraverso una tortuosa strada di montagna che si percorre in non meno di un paio d’ore. La stanchezza del giorno precedente, ma anche un po’ la voglia di conoscere meglio Chiang Rai ed i suoi abitanti, ci fanno propendere per una visita più approfondita di questa città. Svegliati con calma, ci lasciamo volentieri coinvolgere dalla vita quotidiana della gente del posto. Siamo fortunati, è in svolgimento durante questa settimana una coloratissima fiera dei fiori, molto spettacolare, e poi il locale mercato e piazze e vie e negozi ed altro ancora. In fondo è soprattutto così che si riesce ad entrare nello spirito dei posti visitati, perdendosi nelle vie sconosciute di rioni senza attrazioni turistiche, con gente vera al lavoro di tutti i giorni, anche se oggi, domenica, magari l’attività comune sarà un po’ meno frenetica del solito.

Quattordicesimo giorno – lunedì 21 Gennaio: Chiang Rai/Phuket

Oggi giorno di trasferimento a Phuket, dove termineremo la nostra vacanza con un soggiorno tutto relax al mare. Copriremo con due voli Air Asia – scalo a Bangkok – lo spostamento, costo totale circa 200 euro. Giungiamo nel pomeriggio presso la struttura prescelta, il By The Sea, a sud dell’isola. L’hotel domina l’incantevole baia di Chalong, siamo gli unici italiani ospiti, ed intorno il nulla. Resteremo qui fino al 29 Gennaio, giorno in cui lasceremo questo Paese davvero straordinario, con gente gentilissima, disponibile e cordiale che a ragione si è meritato l’appellativo di “Terra del sorriso”. Sawasdee.

In sintesi

– Voli internazionali: Qatar Airways A/R MI-BGK via Doha € 1.305

– Voli Interni: Air Asia Chiang Rai-Phuket via BGK € 148, Bangkok Airline Phuket-Bangkok € 150

– Parcheggio vettura Malpensa C/o Airport Parking Lonate Pozzolo € 51 per 21 gg.

HOTEL

Bangkok: True Siam Hotel 4 notti € 165 Tramite Agoda

Sokhuthai: The Legendha Hotel 1 notte € 50 Prenotazione diretta

Lampang: Auangkham Resort 1 notte € 31 Tramite Agoda

Chiang Mai: The Empress Hotel 2 notti € 135 Tramite Agoda

Chiang Rai: Nak Nakara Hotel 4 notti € 150 Tramite Booking.com

Phuket: By The Sea Resort 8 notti € 817 Prenotazione diretta

Autobus locali: Green Line da 7 a 16 euro sulle tratte più lunghe in I classe

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