In Sud America per scoprire alcune meraviglie del mondo

In Argentina per visitare Buenos Aires, in Brasile per rilassarsi sulle le spiagge di Rio, esplorare Rocinha e ammirare le spettacolari Cascate di Iguazù, e in Uruguay per vedere Montevideo
Scritto da: Hannik
in sud america per scoprire alcune meraviglie del mondo
Partenza il: 05/12/2015
Ritorno il: 24/12/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Ho deciso di mettere nero su bianco questo viaggio in modo da poterlo condividere con voi lettori, augurandomi che possa essere da spunto o aiuto per qualsiasi persona che intenda visitare questi luoghi.

Partenza Roma-Buenos Aires 5 dicembre 2015. Ritorno Buenos Aires-Roma 23 dicembre 2015.

Io e la mia ragazza abbiamo deciso di intraprendere questo tour approfittando anche del fatto che ho mio zio che vive a Buenos Aires e abbiamo utilizzato questa possibilità per alloggiare nella capitale Argentina per sei giorni. Grazie a questo ho organizzato anche tutto il resto dell’itinerario passando dall’Uruguay, per raggiungere il Brasile e arrivare alle cascate dell’Iguazù.

L’aereo da Roma parte alle 18:25 di sabato 5 dicembre e atterriamo a Buenos Aires (Ezeiza) il 6 dicembre alle cinque del mattino dove ci aspettava mio zio per portarci a casa e sistemare tutto. Mio zio vive nella zona sud-ovest di Buenos Aires nel barrio Monte Castro a circa venti minuti dal cuore della città.

Dopo aver fatto una mattinata di chiacchiere e saluti generali mio zio e tutta la sua famiglia ci ha organizzato un asado per pranzo spiegandomi tutti i tagli di carne e come si prepare, con tutte le salse annesse come il chimichurri a base di olive, prezzemolo, pomodorini e aglio. Ovviamente ognuno poi la perfeziona a suo piacimento.

Dopo pranzo la prima giornata la passiamo a Puerto Madero arrivando in macchina. Questa zona di BA è stata rimodernizzata recentemente ed è uno dei quartieri più esclusivi della città, dove vive principalmente gente più o meno ricca. Siamo stati circa un paio d’ore, passando e fotografando il puente de la mujer, e girando intorno al porto dove ancora sono presenti gli edifici che si utilizzavano come deposito merci ed oggi adibiti a ristoranti e gelaterie. Il primo giorno passa cosi anche perchè eravamo stanchi del viaggio di 14 ore e la sera presto eravamo a letto.

Lunedì 7 dicembre

Il giorno seguente ci siamo svegliati e appena siamo entrati in cucina c’era mia zia che leggeva il giornale con la tv accesa a sorseggiare il mate, tanto adorato dai portenos. Ho visto per la prima volta questa loro tradizione tanto utilizzata a casa ma non solo.

Avevamo l’esigenza di cambiare i soldi e grazie a mio zio ci ha detto che in Argentina ci sono due tipi di cambi: quello ufficiale e quello chiamato mercado azul dove il cambio è molto più vantaggioso. Ci sono per strada, soprattutto in centro, persone che vengono soprannominate arbolitos e che effettuano cambi di euro, dollari e real ma non credo che sia del tutto affidabile. Una volta cambiati i soldi ci siamo diretti in auto a Tigre che si trova a circa 30 chilometri da BA sul delta del rio de la plata.

Tigre è una città molto particolare per il modo in cui è strutturata. E’ piena di negozi soprattutto di artigianato che invogliano i turisti a fare acquisti. Abbiamo approfittato del caldo e della bella giornata per fare un giro lungo il fiume con il traghetto; qui si sviluppano piccole isolette e il fiume si suddivide in diversi nomi in base alla zona dove si naviga. Lungo il tragitto si possono ammirare le case a bordo del fiume dove la gente mangiava e si rilassava. Da notare anche come le persone che hanno una casa qui escono con le loro barchette e vanno a fare spesa in quanto è lunico modo per raggiungere brevemente la zona dove c’erano tutti quei negozietti citati sopra. Giunta ora di pranzo la zona del mercado del puerto era piena di gente quindi abbiamo deciso di andare a vedere lo stadio del River Plate, lo stadio Antonio Vespucio Liberti meglio conosciuto come “El Monumental”. E’ una struttura davvero grande, esternamente è molto simile ad un qualsiasi stadio europeo abbastanza moderno. Visita guidata all’interno dello stadio pagando 150 pesos a persona.

Erano circa le cinque del pomeriggio e abbiamo utilizzato un paio d’ore per visitare il barrio Recoleta dove c’è il cimitero in cui riposa Eva Peron. Un cimitero del tutto particolare da visitare sicuramente, ma che era chiuso quindi rimandiamo e dopo una passeggiata in questa zona molto carina della città torniamo a casa. Ancora un pò storditi dal jet-lag ci mettiamo a letto ed io non vedo l’ora che venga il giorno successivo perchè il programma prevedeva di visitare il barrio Boca, con il suo caminito e la mitica Bombonera.

Martedì 8 dicembre

Sveglia presto e come in questi primi tre giorni di festa mio zio ci accompagna nella zona del fiume Riachuelo dove inizia il caminito. La zona della Boca non è del tutto tranquilla, c’è molta povertà in diverse zone del barrio ed è meglio sempre tenere gli occhi aperti. Diciamo che solo la zona turistica del caminito e le varie vie per andare allo stadio erano pattugliate dalla polizia per il resto anche i signori del posto ci davano dei consigli per stare attenti soprattutto a cellulari e macchine fotografiche. Il caminito ormai è diventato solo per turisti curiosi assatanati a farsi foto ma rimane comunque un’attrattiva molto bella. Dal caminito ci dirigiamo verso lo stadio del Boca; è stata davvero un’emozione unica entrarci. Erano circa le 13 e decidiamo di andare a fare pranzo nella zona di San Telmo, la zona più vecchia di BA. Prendiamo il colectivo 29 che dalla Boca ci porta vicino al ristorante. La mia lonely planet mi consiglia uno chiamato Desnivel dove prendiamo empanadas e bife de lomo. Tutto davvero buonissimo. Utilizziamo il pomeriggio per girare nella piccola piazza Dorrego a San Telmo dove la mia ragazza fa diversi acquisti nel mercatino artigianale presente. San Telmo è una zona con stradine acciottolate e san pietrini dove si può assaporare la vecchia Buenos Aires. Ancora con qualche energia in corpo decidiamo di percorrere tutta defensa in direzione nord per sbucare proprio su Piazza de Mayo. Restiamo in zona del microcentro per un pò, osservando da vicino la casa rosada, la catedral metropolitana e il cabildo. Per finire in bellezza ci fermiamo al caffè tortoni, il più antico e famoso di BA. A questo punto stremati prendiamo direttamente un taxi per tornare a Monte Castro e riposarci un pò

Mercoledì 9 dicembre

Sveglia alle 9, colazione, e alle 10 e 30 eravamo in centro per visitare il teatro colon e meglio da vicino l’obelisco situato lungo av. 9 de julio considerata la strada più larga al mondo. In effetti è gigantesca. Decidiamo di dirigerci verso calle florida, una via solo pedonale con negozi di marca di vario genere. Percorrendo tutta calle florida verso nord si sbuca su piazza san Martin, la quale è circondata da un grande parco che si alza a formare una piccola collina con tutto verde attorno. Un posto per rilassarsi frequantato da molti ragazzi. Proseguiamo quindi prendendo av. santa fe e arrivare fino a Recoleta dove questa volta riusciamo ad entrare nel cimitero per una piccola visita (immancabile un passaggio alla tomba di Eva Peron). A questo punto decidiamo di farci un breve giro al museo delle belle arti poco distante dove ci sono quadri di molti artisti famosi. Di certo non è il moma ma vale comunque una visita. Per concludere, una volta usciti dal museo, arriviamo con una bella camminata al giardino Giapponese che devo dire molto carino. Ritorno a casa, cena in zona e a letto. Consiglio una pizzeria davvero buona, in zona Monte Castro, chiamata “El Fortin”. La conoscono quasi tutti, è una pizzeria più di passaggio per pizze al taglio ma veramente fantastiche.

Giovedì 10 dicembre

Rimane un’unica zona da visitare veramente ed è Palermo. Tutto il giorno in giro per questo bel quartiere molto giovanile dova la sera pulsa la movida dei portenos. Visitiamo le varie zone di Palermo che si dividono in: Palermo shoo, Palermo Hollywood e Palermo viejo dove ci fermiamo nella piccola piazza Serrano. La sera torniamo a casa presto perchè avevamo una cena con tutti i parenti a basa di empanadas e pizze.

Venerdì 11 dicembre

Rimaniamo in zona Monte Castro per fare gli ultimi acquisti e riordinare le valigie per prepararci al giorno successivo per la partenza verso l’Uruguay.

Sabato 12 dicembre

Sveglia alle 4 e 30 del mattino per andare verso la boca a prendere il traghetto che ho prenotato da casa. La compagnia è Colonia express e il biglietto di sola andata verso Colonia del Sacramento, in Uruguay, costa circa 170 pesos. La partenza è prevista per le 6 e 30 ma bisogna ovviamente arrivare un pò prima per il visto in uscita ed entrate dei passaporti. Dal traghetto osservando il sottostante Riachuelo si può notare il fortissimo inquinamento di questo fiume a causa dello scarico delle fabbriche circostanti e dove non riesco a sopravvivere neanche i pesci. La traversata dura circa un’ora e un quarto e sbarchiamo a Colonia verso le otto. Per prima cosa andiamo al terminal degli autobus vicinissimo al varco per prenotare il biglietto per Montevideo per il giorno successivo. Dopodichè prendiamo un taxi per velocizzare il tutto e andiamo in Hotel. Colonia è una piccola cittadina in classico stile coloniale con case in mattoni e strade acciottolate. Una città per rilassarsi e gustarsi il Rio della plata al tramonto nei numerosi ristoranti caratteristici. Girarla è molto semplice e in mezza giornata la si vede praticamente tutta. Molto romantica e affascinante.

Domenica 13 dicembre

Partenza dal termnal degli autobus di Colonia, direzione Montevideo con la compagnia di autobus COT. Partenza ore 8 e 30 e con circa tre ore si arrivare alla capitale Uruguayana attraversando una piccola parte di pampa di questo paese. Lungo il tragitto ci sono praticamente solo qualche piccolo paese in mezzo al nulla e qua e la range con bovini al pascolo. La carne che si cucina in Uruguay non ha nulla da invidiare all’Argentina. L’autobus effettua diverse fermata per far salire e scendere passeggeri in un ambiente isolato e sconfinato. Arrivando a Montevideo, lungo la strada in periferia, subito si nota come tutto cambia. Bidonville ovunque, delle cosiddette villas miserias davvero degradate con gente di ogni tipo che vivono in condizioni davvero povere. Non posso fare a meno di osservare in maniera insistente tutto ciò, nell’indifferenza di tutte le persone sull’autobus naturalmente abituate a certi scenari. Arriviamo al terminal Tres Cruces di Montevideo intorno alle 12 e ci dirigiamo subito in Hotel poco distante. La stanza prima delle 14 non era disponibile quindi decidiamo di pranzare al terminal. Questo si presenta molto efficiente e moderno, davvero grande con moltissime agenzie di pullman che operano in tantissime destinazioni. Prima di sistemarci in hotel, inoltre, andiamo a fare i biglietti per Punta del Este per il giorno seguente e ci fermiamo al banco dell’agenzia TTL per ritirare i nostri biglietti (prenotati sempre da casa) del pullman per Porto Alegre. Costo biglietto Montevideo-Porto Alegre circa 45 euro con TTL. Una volta fatto tutto partiamo subito alla scoperta di questa capitale, la più a sud di tutto il sud america. Prendiamo un taxi per andare a visitare la torre Antel ma sfortunatamente era chiusa di domenica.

La domenica a Montevideo appare spettrale, tutto chiuso e pochissima gente in strada salvo poi cambiare atmosfera quando comincia a calare il sole e torna ad essere una città caotica. Una cosa che mi ha colpito è come i taxi siamo attrezzati per i furti. Un blocco unico a separare i passeggeri dal guidatore rafforzato con della plastica dura per evitare di puntare qualcosa alla schiena del tassista ed una griglia di ferro più in alto. Si pagava mettendo i soldi in un cassetto che il tassista ritirava a se e nel caso ci ributtava dentro il resto. Da quello che ho visto io tutti i taxi erano cosi. Dalla torre Antel proseguiamo verso sud per prendere la rambla, in quella zona denominata Franklin D. Roosevelt e attraversiamo la zona portuale. Li fermiamo un taxi per farci portare al mercado pieno di ristoranti in piena zona della città vecchia. Da qui girovaghiamo per tutto il centro della zona più antica di Montevideo per visitare poi il piccolo mercato agricolo. Intorno alle sei torniamo in Av.18 de Julio, l’arteria principale della città completamente differente rispetto al mattino, gente che affollava il centro e le vie, balli in strada e locali che riaprivano. Restiamo un altro pò in quella zona per poi cenare in un ristorante davvero buono chiamato Los Lenos Uruguayos, consigliato dalla nostra Lonely Planet.

Lunedì 14 dicembre

Partiamo per Punta del Este sempre con la compagnia COT dal terminal Tres Cruces di Montevideo alle 8 e 30. Con circa due ore siamo alla destinazione e al contrario di Montevideo, questa località appare lontana anni luce da quella sensazione di povertà e degrado. Una città in stile californiano dove nel porto attraccavano yacht di lusso, i prezzi per qualsiasi cosa erano totalmente diversi e più alti. Si può anche decidere di prendere un traghetto per visitare una delle più Una località amata dai turisti Brasiliani. La visitiamo praticamente tutta, per poi riprende il pullman per Montevideo dove qui alle 19 e 30 dovevamo prendere quello per Porto Alegre. Torniamo quindi a Tres Cruces e consegniamo i passaporti ad una ragazza che ci accoglieva fuori dal pullman dicendoci che se li sarebbe tenuti fino al confine con il Brasile in prossimita di Chuy per il timbro di uscita ed entrata. Il viaggio è durato circa tredici ore ore ma passate davvero comodamente, il pullman infatti era davvero confortevole con sedile che erano praticamente delle poltrone. Veniva servito un pasto abbondante con bevande e caffè.

Martedì 15 dicembre

La mattina presto, appena sorge il sole, mi inizio a godere il panorama che offre il sud del Brasile. Appare inizialmente molto simile alla pampa uruguagia dove molte volte spicca un verde brillante con pascoli e orizzonti sconfinati. Arriviamo al terminal degli autobus di Porto Alegre intorno alle nove del mattino e da li prendiamo la metro che con due fermate ci porta all’aereoporto. Un piccolo trenino fa da collegamento tra metro e ingresso ai banchi check in. Pultroppo qui mi accorgo di non avere più la mia guida Lonely di Rio e quindi torno al terminal per contattare il pullman sperando che ci fosse stata la possibilità di riaverla. Dopo diverse chiamate fatte da una signora che lavora al centro informazioni turistiche, il personale del pullman ci avvisa che non hanno trovato nulla a bordo. Deluso torno in aeroporto per prendere il volo delle 15 e 30 per Rio con la compagnia Brasiliana Gol Linhas. Alle 17 e 40 atterriamo all’aereoporto Galeao situato a nord della città. Da sottolineare come in sud america, almeno per quello che mi riguarda, i voli non partono mai puntuali o ci sono deviazioni in altri aeroporti.

Atterrati a Rio, prendiamo un autobus che collega il centro per scendere nella zona di Castello. Durante il tragitto il sole inizia a calare formando una palla gigantesca dando un colore arancio a tutta la zona. In questa parte di Rio le favelas sono numerose, come per tutta la città e i ragazzini fermi lunga la strada vendevano bottigliette d’acqua avvicinandosi al finestrino di ogni macchina o pullman approfittando del traffico assurdo che c’era per entrare in città. Dei cordoni di polizia controllavano la situazione tra il confine che divideva la strada dal morro dove si espandeva la favela. Ormai erano quasi le nove e a piedi percorriamo circa un chilometro per la zona del centro fino ad arrivare al nostro Hotel chiamato Arosa Rio nella zona del centro.Mangiamo qualcosa in un chiosco li vicino e poi subito a dormire desiderosi di svegliarci presto per vivere ed assaporare tutta la vivacità e la bellezza di Rio de Janeiro.

Mercoledì 16 dicembre

La mattina dopo colazione ci dirigiamo con la metro alla fermata di Largo do Machado dove prendiamo un onibus per scendere alla fermata Rua Cosme Velho 513 (quartiere Cosme Velho) dove c’è il capolinea del trenino per il Cristo Redentore. Qui c’è anche la possibilità di prendere un servizio di minibus che partono quasi di continuo il cui prezzo è molto inferiore rispetto al trenino. Quest’ultimo dall’altra parte costa molto di più (circa 65 real contro i 25) e parte ogni due ore ma sicuramente il tragitto per salire in cima al Corcovado è molto più suggestivo, immersi nella foresta di Tijuca dove si osservare piante tropicali con frutti giganti che pendevano chiamati Jaca. Abbiamo prenotato il biglietto con il trenino ma dovevamo aspettare le 14 e 40 per salire. Per non perdere mezza giornata decidiamo quindi di andare nella zona sud di RIo, nei famosissimi quartieri di Ipanema e Copacabana. Entriamo in spiaggia e ci rilassiamo un pò, il cielo era terso ma appariva tutto fantastico.

Dopo aver passeggiato nel lungomare di Copacabana torniamo a prendere il trenino per il Corcovado. In cima bisogna percorrere ancora degli scalini per raggiungere questo simbolo della città, che è anche una delle sette meraviglie del mondo e mano a mano appare sempre più chiaro la maestosità del Cristo. Una volta giunti al basamento della statua si rimane esterrefatti dalla grandezza. Peccato solo che tutto sia circondato da troppi turisti che non permettono di godersi a pieno tutto. Dopo un paio di foto, mi sporgo dal balconcino per capire tutta la struttura di Rio, da nord a sud. Una mia ossessione quando vado in posti che non conosco. Finita la visita giriamo un pò tra la zona di Flamengo e Botafogo per poi cenare nella zona del centro e andare a dormire.

Mercoledì 17 dicembre

Dall’italia circa un paio di mesi prima di partire, ho contattato Favela tour di Marcelo Amstrong cosi da potermi addentrare in queste zone cosi particolari e lontane dai nostri standard di vita. Il tour con questa agenzia proponeva la visita alla più grande favela del mondo che è Rocinha e poi visita a quella molto più piccola di Villa Canoas. Costo complessivo 170 real per due persone. Il ritrovo è stato davanti al lussuoso hotel Copacabana, forse il più famoso di Rio. Purtroppo in questo giorni non era possibile fare un tour in italiano perchè era richiesto in minimo di cinque persone. Abbiamo accettato lo stesso di farlo in inglese. Alle ore 9 eravamo puntualissimi davanti all’hotel, da qui sono saliti una coppia inglese distinta, il pulmino poi si ferma a far salire un signore di Manchester e una coppia di ragazzi tedeschi. A questo punto partiamo in direzione Rocinha. Poco prima di arrivare percorriamo dei tornanti in salita e sbuchiamo nella favela che si presenta subito con il suo lato fatiscente ma dall’alto del morro presenta panorami fantastici.

Il tour prevede delle soste che le guide fanno ogni volta, ovviamente mettendosi d’accordo con la gente del posto. Appena scendiamo troviamo ambulanti e bancarelle al nostro fianco e si può subito comprare qualcosa per aiutare la gente del posto. Proseguiamo poi e ci fermiamo davanti ad un garage dove la guida ci fa entrare. Dal retro si affaccia un terrazzo che da su tutta la favela. Un’emozione unica. Si percepisce come si estende dall’alto verso il basso, si notano bambini che giocano scalzi a pallone e donne che stendono i panni lavati con quella poca acqua a disposizione. In tutto ciò la guida ci spiega tutta l’evoluzione degli ultimi anni della favela, i narcotrafficanti ormai nascosti nei loro bunker in cima al morro, e aiuti economici dal governo pari a zero. Ci spiega che c’è ancora una grande fogna a cielo aperto. Una cosa che balza all’occhio è come Rio abbia favela dappertutto e appena finiscono queste baraccopoli, iniziano subito i quartieri alti. Non c’è una sorta di linea morbida di urbanizzazione ma un distacco netto, evidente, tra poveri e ricchi.

Dopo aver attraversato Rochina, ovviamente in zone quasi “sicure”, ci dirigiamo a Villa Canoas. Questa molto più piccola, molto suggestiva. Ci si addentra in queste viette strettissime e colorate. Ci fermiamo in una scuola dove incontriamo anche una ragazza italiana, Tiziana, che fa volontariato lì. Acquistiamo diverse cose fatte dai bambini che però in quel momento non erano presenti e proseguiamo. Dopo aver bevuto una Caipirinha in un piccolo bancone usciamo per tornare a Copacabana. Nel complesso è stata un’esperienza che mi è rimasta nel cuore, sono rimasto affascinato da questo mondo, un mondo povero, umile e semplice che forse fa capire tante cose a chi ha molto e che tocca senza dubbio l’animo umano. Soddisfatti del tour decidiamo di salire al Pan de Azucar poco prima delle otto per goderci tutto durante il tramonto e mentre cala la sera. Prendiamo questa funivia che porta nel punto più basso del morro dove c’è un bel ristorante e poi con un altro collegamento arriviamo nella parte più alta. A quell’ora eravamo in pochi ed è stato bellissimo, a sinistra si estendeva l’enorme curva della spiaggia di copacabana, a destra la baia di guanabara dove si osservavano tantissimi puntini che corrispondevano a centinaia di barche attraccate, davanti avevamo la zona di botafogo. Semplicemente meraviglioso.

Giovedì 18 Dicembre

Questa giornata abbiamo deciso di dedicarla all’oceano. Tutto il giorno tra la sabbia di Copacabana e Ipanema. Un giorno caldissimo. Appena arriviamo cerchiamo la zona che ci piace di più dall’Av.Atlantica e una volta entrati in spiaggia subito cominciamo le varie proposte per affittare ombrelloni e sdraio. Per le sdraio ci accontentiamo ma gli ombrelloni sono quasi finti, hanno una tela finissima e di ombra ne fanno ben poca. Fatto sta che la sera ero rossissimo. Farsi il bagno nell’oceano a Copacabana è molto divertente, le onde sono fortissime e bisogna fare davvero attenzione. A turno, io e la mia ragazza ci bagnavamo per evitare di essere derubati sotto l’ombrellone delle varie cose che avevamo. Ci spostiamo nel pomeriggio ad Ipanema con l’obbiettivo poi di andare sull’Arpoador a vedere un favoloso tramonto. I carioca in spiaggia giocano in continuazione a calcio e beach volley e il clima è sempre festoso con vari balli qua e là. Appena comincia a calare il sole, ci precipitiamo a salire su questa piccola collina che si insinua nell’oceano e permette di osservare un tramonto forse unico mentre dietro si accendono le luci di Rio. Un consiglio è quello di non perdersi questo momento cosi fantastico.

Venerdì 19 Dicembre

L’ultimo giorno a Rio lo passiamo a visitare Santa Teresa prendendo il tram, chiamato bondinho. Questo si usava molto in passato per gli abitanti che salivano e scendevano da Santa Teresa, salivano in corsa anche mentre il tram rallentava in alcuni punti. Adesso è solo per turisti e c’erano dei lavori per metterlo completamente in funzione in vista delle olimpiadi del 2016. Santa Teresa è molto carina e dall’alto del suo morro si osserva buona parte della zona del centro di Rio. Dopo averla visitata un pò andiamo verso la zona sud di Rio per goderci l’ultimo pomeriggio di fronte all’oceano di questa pazzesca ed unica città. La sera ceniamo presto e subito a dormire, domani ci aspetta il volo per le favolose cascate dell’Iguazù.

Sabato 20 Dicembre

Prendiamo il volo dall’aereoporto Galeao di Rio alle sei del mattino per atterrare a Foz do Iguacu intorno alle otto. Mentre l’aereo si prepara all’atterraggio si osserva dall’alto la caratteristica zona subtropicale dove padroneggia il grande fiume Paranà. Alloggiamo all’Iguassu Eco Hostel, spartano ma immerso nella foresta a circa duecento metri dall’ingresso delle cascate. Il biglietto costa circa 52 Real. Sistemati i bagagli ci precipitiamo all’ingresso del parco. Il lato brasiliano delle cascate è molto più piccolo di quello argentino e con una mezza giornata intensa lo si visita abbastanza bene. Le cascate sono generate appunto dal fiume Iguazù e la natura qui ha creato qualcosa di veramente unico e meraviglioso. Bisogna solo visitarle per capire la grande potenza di questi enormi getti d’acqua che fanno rimanere a bocca aperta qualsiasi persona. E’ un complesso di 275 cascate che possono raggiungere gli 80 metri di altezza. Dopo aver visitato per bene tutto il parco usciamo e decidiamo di andare a fare un giro a Foz do Iguacu, la città brasiliana più vicina alle cascate. Prendiamo un autobus che ci porta al centro. Questa piccola cittadina ha poco di interessante ed è cresciuta principalmente grazie al turismo di massa. Cena e ritorno all’Iguassu Eco Hostel.

Domenica 21 Dicembre

Dopo aver fatto colazione, andiamo a prendere l’autobus che dovrebbe farci oltrepassare il confine e portarci in Argentina per la visita dell’altro lato delle cascate. Mentre aspettavamo alla fermata, passavano vari remises (sorta di taxi privati) che si proponevano per portarci in Argentina e dopo diverse contrattazioni (cosa indispensabile in questo caso) saliamo su uno di questi al costo di 100 pesos. La cosa vantaggiosa è che si impiega molto meno meno per arrivare, un veloce controllo alla dogana dove a noi ci fanno scendere anche le valigie e via davanti all’ingresso del parco. Costo del biglietto 170 pesos. Questo lato delle cascate appare subito molto più grande, qui le cascate fanno un rumore assordante, il fragore è assurdo, la loro potenza ti fa sentire davvero piccolo. Cominciamo il tragitto facendo il paseo superior e solo successivamente quello inferiore che consente di ammirare gli stupendi panorami percorrendo una serie di sentieri, ponti e passerelle. Il posto più in assoluto da vedere è la Garganta del Diablo dove per arrivarci bisogna prendere un trenino (il modo più veloce ma si può fare anche a piedi). Si tratta di una piattaforma affacciata su uno stupefacente torrente d’acqua dalla potenza immensa, un’assordante cascata di cui non si vede la fine. I vapori infatti generano una tale nube di umidità che offusca la vista e nasconde la base. Salendo in alto formano una colonna di vapore simile a fumo che è visibile a diversi chilometri di distanza. E’ un luogo maestoso e solenne. Le cataratas del Iguazù sono inserite tra le sette meraviglie del mondo naturali, penso sia uno dei tour più affascinanti al mondo. Rimasti colpiti da tutto ciò torniamo in Hotel a Puerto Iguazù.

Lunedì 22 Dicembre

L’idea in questa giornata era di andare in Paraguay a Ciudade del Este ma non mi sentivo tanto bene e dato che avevamo l’aereo per tornare a Buenos Aires alle 18 e 50 decidiamo di rimanere in zona. Anche a Puerto Iguazù, come per Foz, non c’è molto da vedere tranne lo Hito Argentino; si tratta di un piccolo obelisco sulla suggestiva confluenza tra il Rio Paranà e il Rio Iguazù da cui si possono vedere il Brasile e il Paraguay con i rispettivi analoghi segni di confine. Torniamo in Hotel a prendere i bagagli e con un remises, andiamo in aeroporto a prendere il volo che partirà con circa 30 minuti di ritardo. Atterriamo a Buenos Aires alle 20 e 20 circa, qui c’è mio zio che ci viene a prendere e ci porta a casa sua per passare la notte. Il giorno dopo abbiamo l’aereo per tornare in Italia.

Martedì 23 Dicembre

Rimaniamo in zona Monte Castro per fare gli ultimi acquisti, alle 18 partenza per l’aereoporto Ezeiza di BA dove prendiamo l’aereo alle ore 22 e 35 per Roma, qui si conclude questo fantastico viaggio.

Un viaggio ricco di meraviglie, un viaggio che mi ha fatto sicuramente crescere culturalmente e interiormente. Un viaggio che mi ha dato tanto, forse più di quello che mi immaginavo.

Un viaggio rimasto per sempre nel cuore.



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