In sri lanka tra terra e mare

SABATO 7 AGOSTO – 1° GIORNO Oggi è il gran giorno: si parte per il nostro viaggio in Sri Lanka! viaggio attesissimo… e sudato…per la difficoltà nel trovare il biglietto aereo. Partiamo, la mia amica Laura ed io, da Milano Malpensa. Colpo di scena! Imboccando l’uscita del Terminal Laura ha un presentimento… dov’è il passaporto???...
Scritto da: Tiziana Pretto
in sri lanka tra terra e mare
Partenza il: 07/08/2004
Ritorno il: 29/08/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
SABATO 7 AGOSTO – 1° GIORNO Oggi è il gran giorno: si parte per il nostro viaggio in Sri Lanka! viaggio attesissimo… e sudato…Per la difficoltà nel trovare il biglietto aereo. Partiamo, la mia amica Laura ed io, da Milano Malpensa. Colpo di scena! Imboccando l’uscita del Terminal Laura ha un presentimento… dov’è il passaporto??? Ribalta la borsa, poi la valigia, niente! …È rimasto nella fotocopiatrice di casa visto che ne ha fatto una copia prima di partire… Allarme! Per fortuna siamo in anticipo…!!! Telefonate disperate a persone varie finchè, una vicina di casa in possesso delle chiavi fa irruzione nell’appartamento e arriva davanti alle partenze dell’aeroporto porgendo il documento… quando apre il check-in! Allora si parte veramente! Sinceramente avevo un po’ temuto… Decolliamo alle 14.50 dirette allo scalo di Zurigo con un volo Alitalia, dove arriviamo alle 15.20. Gironzoliamo qualche ora in questo futuristico aeroporto, un gioiello architettonico con lastre altissime di vetro satinato, legno e marmo. Partiamo da Zurigo alle 20.20, in perfetto orario, volo SriLankan Airlines. DOMENICA 8 AGOSTO – 2° GIORNO Scalo a Male’ dove arriviamo alle 9.30 e alle 11.10 ripartiamo: che fitta al cuore vedere dall’alto quegli atolli meravigliosi e non potersi fermare… Arriviamo a Colombo alle 12.10.

Scendiamo dall’aereo stravolte, c’è un’umidità insopportabile, vengono a prenderci in aeroporto Saman (il nostro autista), che sventola un cartello con la scritta TITTI (cioè io), e Upul (il nostro navigatore). Questi due ragazzi sono parenti di un mio collega cingalese che vive in Italia da 25 anni, Nando, che si è prodigato molto gentilmente per cercare di organizzarci gli spostamenti nello Sri Lanka facendoci accompagnare da due persone affidabili. Siamo contentissime della scelta anche perché, essendo comunque sempre abituate a viaggiare per conto nostro e senza guide, in questo Paese non sarebbe poi così semplice causa l’assenza quasi totale di turismo non organizzato. Ci dirigiamo verso il centro di COLOMBO e cerchiamo per 1 ora un alberghetto carino che ci dia una camera, ma non c’è posto. C’è da dire che i due non sono molto sgai e non comprendono un granchè le cartine stradali e tanto meno per la strada nessuno conosce le vie e i luoghi, come sempre in questi Paesi. Quindi diciamo che ogni luogo è un po’ complicato da trovare… I due insistono di farci dormire in casa loro, mezz’ora fuori COLOMBO, a noi non va per niente perché vogliamo essere indipendenti e in centro città, ma poiché sembra impossibile trovare un hotel (a detta loro) , optiamo non troppo felicemente per alloggiare in casa privata. Non si capisce esattamente di chi sia e come funzionino le parentele, è una casetta carina da fuori, ma dentro molto “minimalista”. La nostra mini-camera, normalmente studio di un apparente avvocato, ha due lettini popolati di tanto in tanto da qualche formica, un tavolo e un ventilatore. Ci mettiamo in orizzontale, sono le 16.00 e dormiamo fino alle 19.00. Dobbiamo alzarci, i nostri due fidi compari ci aspettano per portarci a cena in un ristorantino solo per locali, carino, ma… Mangiamo pollo fritto freddo, lenticchie piccanti e dolcetti all’anice… Durante la cena le domande in uno stentatissimo inglese (da parte di tutti e tre, Laura se la cava comunque benino) sono sempre le stesse… ripetute ognuna ¾ volte… inizialmente siamo cortesi e carine, dopo un po’ ci guardiamo con aria interrogativa… loro ci fissano e poi sghignazzano, è un po’ imbarazzante! Subito dopo a nanna, abbiamo ancora sonno, ma soprattutto vogliamo che A e B ci mollino! Quindi notte! LUNEDI’ 9 AGOSTO – 3° GIORNO L’appuntamento è: partenza alle 9.00. Cronologia: bussano alle 6.15 (la Sig.Ra) perché si è dimenticata in camera le ciabatte, alle 7.15 Upul ci porta il caffè (bussa): è un gesto carino, ma chi gliel’ha chiesto, soprattutto a quest’ora… Cani, gatti, galli e bestie varie, sulla strada, sono già pieni di vita, la giornata comincia bene, siamo già nervose… Abbiamo ancora sonno! Partenza alle 8.45 e tappa per la colazione in un posto “locale” abbastanza squallido con grandi tavoloni… Conclusione: dopo 5 minuti crampi potenti alla pancia, corsa fulminante in un bagno immerso in un puzzo atroce… Buon appetito! Partiamo per il FORT, zona protetta da rigide misure di sicurezza (leggi mitra spianati) per cercare di arginare gli attentati suicidi dei separatisti Tamil. Il quartiere non è completamente accessibile nemmeno ai pedoni, soprattutto alcune “zone calde” non possono essere superate. Complessivamente il quartiere è un’insieme di vecchio e nuovo, strutture storiche come CARGILLS e MILLERS convivono tra grattacieli modernissimi: a terra c’è molta sporcizia, nell’aria impera uno smog soffocante, il traffico è impazzito, mezzi di ogni genere, tra cui i re della strada, i tuc-tuc, rombano sovrani noncuranti dei pedoni. Insomma una capitale dell’Oriente. Laura per motivi di lavoro deve andare al LAKSALA, negozio a due piani, a gestione statale, di prodotti artigianali dello Sri Lanka: c’è di tutto un po’, ma niente di nuovo. E’ tutto così banale e scontato: paccottiglia per turisti, non cose particolari e nuove da importare! I nostri due accompagnatori ci pedinano ovunque a un metro di distanza, ci seguono dappertutto, se ci allontaniamo un attimo guardano dove andiamo, cominciamo a sentirci un po’ prigioniere. Non siamo proprio abituate! Ci smolliamo A e B che finora veramente non ci hanno lasciato un attimo e chiediamo 1 ora di aria, come i carcerati, per poter girare da sole! Ci facciamo 4 passi per il FORT tra i poliziotti armati… ma non vediamo nulla di particolare… Andiamo da BAREFOOT, un negozio di tessuti molto conosciuto e alla moda: sono in effetti molto belli, utilizzati per abiti, tovaglie, tende, paralumi, giocattoli e copertine di album e quaderni. I prezzi sono alti, nemmeno qui si compra, ma almeno pranziamo nel giardino di questo atelier, noi due in santa pace, tra sculture lignee e musica lunge: una piccola oasi.

Tentativo a vuoto per trovare un altro negozio e poi via verso PETTAH, quartiere di mercato con un caos micidiale, un traffico e uno smog al limite del sopportabile, come in tutta COLOMBO del resto. Camminiamo a zonzo per vie straripanti di merce, finchè stanche ed impanicate tra il casino, la puzza di marcio e l’odore di gas di scarico saliamo su un tuc tuc e miracolate, dopo una guida scavezzacollo, ci facciamo accompagnare al parcheggio da Saman e Upul che forse hanno capito che non devono seguirci dappertutto… Prossima meta il NEW KATHIRESAN KOVIL e OLD KATHIRESAN KOVIL, templi hindu dedicati a Skanda, il dio della guerra, ma aprono alle 17.00 o alle 16.00 a seconda dei vari pareri locali… Non sono nemmeno le 15.00 e nei dintorni c’è il nulla… Allora via al tempio di VAJIRARAMAYA, centro di partenza per la diffusione in occidente dell’insegnamento buddista, ma non è nulla di che. La cosa bella è che siamo accolte prima da un monaco giovane e poi da un anziano che ci fa accomodare nella sua stanza privata e ci parla del Buddismo… E’ proprio sul più bello che scatta un altro attacco di mal di pancia fulminante e quindi mi precipito in calzetti nei bagni dei monaci. Fantastico! Risolta la situazione con una botta di Amuchina spray e con un cambio di calze, ci fermiamo in un kovil bellissimo, il NEW KADIRESEAN KOVIL. Mentre A e B sono convinti di aspettare alle 17.00 l’apertura del tempio io furbescamente faccio due passi fuori dall’ingresso e scopro che il kovil sopra citato non solo è aperto ed è bellissimo, ma sta cominciando una cerimonia induista tamil alla quale ci invitano a partecipare. Il momento è molto intenso: la divinità all’interno di un altare viene nutrita, dissetata e lavata, dopodiché le offerte preparate nei piatti vengono gettate in un calderone e bruciate, il tutto al suono di un tamburo e di una lunga tromba e sotto lo sguardo e la preghiera incessante di numerose donne in saari colorati e di qualche uomo. I “sacerdoti”, circa 8, pregano ad alta voce ed eseguono vari riti. Anche se siamo le uniche turiste, nessuno ci bada, ci sentiamo completamente a nostro agio. Sulla strada del ritorno i nostri due amici ci accompagnano in un mini-market dove acquistiamo della frutta e dei biscotti e giunte a casa, dopo una doccia, ci chiudiamo in camera con la nostra modesta cena. MARTEDI’ 10 AGOSTO – 4° GIORNO Partenza alle 8.00 per il TEMPIO DI KELANIYA. Sosta come ieri nel luogo squallido della colazione, ma a differenza di ieri niente problemi di stomaco. In compenso prima di uscire di casa rovescio dentro al water il beauty di Laura… e… devo ripescare ogni singola bottiglietta: la giornata comincia bene! Il KELANIYA RAJA MAHA VIHARA, situato a circa 7 chilometri dalla capitale (che in realtà sembrano molti di più) è il più importante centro buddista dell’isola: ha una lunga storia che parte da quando il Buddha di passaggio si è fermato qui a pregare oltre 2.000 anni fa e attraversa distruzioni, ricostruzioni, nuove distruzioni e ristrutturazioni ad opera di varie mani e concluse nel XIX° secolo. All’interno del tempio troviamo un’atmosfera religiosa molto simile a quella del kovil, ci sono veramente molti fedeli presenti: portano offerte sotto l’albero del bodhi, accendono stoppini immersi in olii contenuti in piccolissime ciotole saldate su una struttura in ferro situata sotto una tettoia. All’interno il tempio presenta pareti e soffitti completamente dipinti con motivi geometrici e scene religiose buddiste, tutte con particolari veramente doviziosi, mentre un Buddha disteso è oggetto di offerte di ninfee e altri fiori. Passeggiamo ovunque per un bel po’ di tempo, sentiamo le preghiere dei fedeli seduti a terra intorno al tempio e intorno al dagoba tutto bianco, unico nel suo genere perché cavo. Sicuramente questo luogo merita una visita rilassata.

Partiamo per DAMBULLA, il nostro autista sembra sempre più rinco, guida ai 40 all’ora con un’aria perennemente inebetita. Ogni tanto ripete a pappagallo quello che diciamo e ride. Ma cosa c’è da ridere? Il suo navigatore invece è più sveglio, è simpatico, chiacchieriamo di molte cose, nei limiti imposti dalla lingua. Sostiamo a nostra richiesta lungo la strada in una specie di foresta: le piante creano quasi un tunnel: sotto vi è un mercato con dei banchetti che vendono frutta, verdura e pannocchie. Ce ne mangiamo una e facciamo quattro passi: questi alberi sono veramente possenti! Ripartiamo e arriviamo (finalmente dopo 4 ore) a DAMBULLA, cittadina anonima. La strada è bella perché sempre tra una vegetazione rigogliosa (palme soprattutto, arbusti e prati), ma ha una concentrazione di smog allucinante: poche macchine ma altamente inquinanti! Ci portano a casa di Ratna e Cianna, amici di Nando, che hanno vissuto 15 anni a Padova e oltre ad essere ricchissimi qui in confronto allo standard di vita locale, sono anche molto sgai. Ci sistemiamo in casa: lusso totale! Non ci pare vero dopo il loculo di COLOMBO! Camera con bagno, tv, ventilatore, zanzariera, tutto di produzione italiana!!! Ratna ci prepara un piatto di penne al pomodoro (una meraviglia!) e poi con gli immancabili A e B cominciamo la salita verso i TEMPLI RUPESTRI. Alla partenza è impossibile non rimanere colpiti da un esemplare monumento al pessimo gusto: una statua di Buddha dorata, alta circa 30 metri, affianca un museo esternamente decorato con giganti ninfee rosa plastificate e lucine intermittenti tipo albero di Natale… Boh… Dopo un quarto d’ora di sudatissima salita (150 metri di dislivello) risalendo un pendio roccioso, accompagnati da scimmie e venditori ambulanti, arriviamo ai templi da cui ammiriamo una magnifica veduta della campagna circostante. Le grotte sono 5 e sono separate tra di loro: complessivamente contengono circa 150 statue di Buddha, tutte minuziosamente dipinte nel XIX° secolo. La loro nascita risale al I° secolo a.C., quando vennero utilizzate come rifugio da un re cacciato da Anuradhapura che le fece scolpire nel loro interno. Successivamente gli altri sovrani continuarono l’opera trasformandole in templi meravigliosi. Esternamente non sono niente di che, ma all’interno le grotte sono veramente spettacolari: decine di buddha colorati di tutte le misure e in tutte le posizioni ne occupano i lati, tra soffitti e pareti, completamente dipinti. Indubbiamente è un luogo che va assolutamente visto! Ci dirigiamo verso casa, sostando prima all’Internet Point… Doccia e capelli: miracolo! Ratna ci prepara una buonissima cena durante la quale lei e suo marito, simpaticissimi, fanno da interpreti con i nostri accompagnatori per organizzare il programma del nostro viaggio. Penso che sarà dura mettersi d’accordo, Saman (che sopporto sempre meno) vuole farci fare quello che piace a lui e fa finta di non capire i luoghi che siamo interessate a visitare. Ma si sbaglia… A mezzanotte andiamo a dormire nella cameretta delle mille e una notte… MERCOLEDI’ 11 AGOSTO – 5° GIORNO Partenza alle 8.30 perché i nostri due autisti, chiamati da questo momento Cotto & Lengo, non si sono svegliati perché ieri sera hanno bevuto un bicchiere di birra a testa… Ci dirigiamo a POLONNARUWA in una giornata fortunatamente ventilata, ma ugualmente calda. Cotto ha una velocità di crociera di 40 chilometri orari, gli diciamo di tirare, ma risponde che non può per la polizia (mai vista…). Sicuramente non ne ha voglia. Arriviamo al sito archeologico, che sorge a fianco della città nuova, lungo una strada che percorre villaggetti di campagna tra le palme, sotto un caldo infernale. Questa fu la capitale dei regni chola e cingalese per tre secoli e raggiunse il suo massimo splendore dal 1.153 al 1.186 d.C. Quando furono eretti grandi edifici e magnifici parchi e ad oggi è in parte ben conservata. Visto che l’area in cui sorgono i monumenti è abbastanza vasta e visto che a piedi è impossibile girare (per il caldo e per le distanze) decidiamo di noleggiare delle biciclette con le quali percorriamo una strada sterrata in terra rossa che tra alberi e radure, sotto un sole cocente, ci porta tra i vari complessi architettonici del sito, alcuni abbastanza conservati, altri ridotti a un ammasso di sassi… Le rovine sono divise in cinque gruppi: il gruppo del PALAZZO REALE, il QUADRILATERO, il GRUPPO SETTENTRIONALE con il gruppo delle 3 statue del Buddha del GAL VIHARA, le più belle di tutto lo Sri Lanka (2 internate sotto un’orrenda tettoia in ferro e l’ultima sotto un’impalcatura… ), il GRUPPO MERIDIONALE e il GRUPPO DELLA REST HOUSE. Prima di arrivare al gruppo dei Buddha, mentre sfacchiniamo in bicicletta e sto per cedere, passano con il nostro pullmino Cotto & Lengo. Avevamo notato che all’interno del sito giravano pullmini, ma sì, potevamo anche noi, solo che i due inutili rinco non ce l’hanno detto! Non abbiamo più parole! Io vado in escandescenze per una storia di parcheggio delle biciclette che si possono mettere sotto un albero e non sotto a quello vicino (non si sa perché), i rapporti con le nostre “guide” (che complimento…) cominciano a deteriorarsi… siamo proprio diversi… nella logica delle cose!!! Terminata la visita del sito ci fermiamo a pranzo nei pressi, in un ristorantino, se così si può chiamare, locale… Mangio solo riso bianco e due pascetti fritti secchi… una delizia! Oramai fatico a stare in piedi! Partenza per la spettacolare fortezza rupestre di SIGIRIYA, costruita dal re di Anuradhapura poco prima del 500 sopra un monolite di roccia, nella pianura di palmeti e risaie, affinché potesse essere inespugnabile. In seguito, nei secoli XVI° e XVII° divenne un ricovero monastico, ma poi cadde in declino. Fortunatamente oggi tira un gran vento: cominciamo la scalata attraversando i ROYAL GARDENS, costituiti originariamente da un giardino acquatico, uno di massi e uno a terrazza. La scala è dapprima in muratura tra la vegetazione e le rocce, poi in ferro a strapiombo nel vuoto: fa un po’ impressione! A metà del percorso si arriva ad una galleria scavata nella roccia e protetta da una moderna impalcatura dove, guardati a vista da dei guardiani, vi sono dei dipinti rappresentanti delle fanciulle, ninfe celestiali risalenti al V° secolo, le uniche pitture antiche non religiose di tutto lo Sri Lanka, in un ottimo stato di conservazione: eccezionali! All’estremità settentrionale del monolite il sentiero giunge in una piattaforma, la ROCCA DEL LEONE. Delle giganti zampe di leone in pietra (una volta sembrava ci fosse anche la testa) danno l’accesso alle ultime rampe di scale, quelle in ferro sospese nel vuoto intervallate da gradini scolpiti nella roccia. Arrivate! Siamo in cima!!! Le rovine del palazzo sono veramente poca cosa, si notano poco a confronto del panorama mozzafiato! Bisogna tenersi alla ringhiera: il vento sembra trascinarci via. Al ritorno, proprio sulle zampe del leone, troviamo un cantante locale in camicia fantasy, pantaloni neri con pences e cintura simil-Valentino che canta in play back su una base musicale pre-cantata suonata da un mangiacassette portatile: un regista e vari operatori stanno girando il video della sua canzone, tra telecamere, fari e ombrelli… Una star locale! Scendiamo fino alla base e fino al parcheggio. Cotto & Lengo ci aspettano per portarci a casa. GIOVEDI’ 12 AGOSTO – 6° GIORNO Oggi visitiamo 3 siti, il primo è AUKANA BUDDHA. La strada per arrivare è più piacevole di quella di ieri, sempre molto lussureggiante, con alberi fioriti, palme, risaie, gente lontana al lavoro nei campi. Sembra di essere in Africa, anche per le stradine laterali in terra rossa, le case basse e le capanne in fango, solo la gente è diversa. Arriviamo al sito: il Buddha alto 12 metri è in posizione eretta ed è stato scolpito nel V° secolo: è perfetto. L’orribile struttura in mattoni che fino a pochi mesi fa riparava la statua è stata perfino eliminata: si può così ammirare in tutta la sua purezza! E’ veramente ben conservato. Accanto alla statua c’è un piccolo stupa e un albero del bodhi con appese le bandierine delle preghiere. Beviamo una tazza di the gentilmente offerta da un monaco e poi ce ne andiamo.

Oggi Cotto & Lengo sembrano più normali anche se su Cotto nutriamo dubbi sempre maggiori… Ci dirigiamo verso ANURADHAPURA dove ci facciamo portare in giro per il sito, che è molto esteso, questa volta in pullmino. Questo è il sito antico più vasto e più importante di tutto lo Sri Lanka. La città diventò capitale del regno per la prima volta nel 380 a.C. E ben presto divenne vasta e ricca. Fu poi conquistata più volte dagli Indiani finchè tornò in possesso dei cingalesi: dal 161 al 137 a.C. Furono costruiti alcuni dei monumenti visibili ancora oggi. Successivamente subentrarono altri re importanti e, oltre a questi, ANURADHAPURA ebbe 500 anni di gloria prima di essere sostituita da POLONNARUWA come capitale.

Cominciamo la visita dallo SRI MAHA BODHI. Ci fanno togliere le scarpe all’inizio del viale che porta al luogo di culto: ustione di primo grado alle piante dei piedi. Nel bel mezzo del cammino sento: “Tiziana, ma sei tu?”. Non ci credo! Sono Lucia e Christian, i miei due ex-clienti-viaggiatori del mio ex luogo di lavoro in Italia! Ma che sorpresa! Ci raccontiamo un po’ dei rispettivi viaggi e poi ci diamo appuntamento a KANDY… Ma com’è piccolo il mondo… Questo luogo è il cuore di ANURADHAPURA: il sacro albero è il più antico del mondo ed è posto sulla piattaforma più alta, circondata da gradini molto antichi. Entriamo all’interno della recinzione perimetrale e vediamo la famosa pianta: ci sono molti fedeli che portano le offerte sugli altari lungo la ringhiera dorata, mentre molti altri pregano seduti a terra. Accendono anche gli stoppini alimentandoli con l’olio… Le ringhiere e i rami degli alberi sono ornate di bandierine votive. Ci spostiamo poi al RUVANVELISAYA DAGOBA, alto 55 metri, enorme, completamente intonacato di un bianco/azzurro che si confonde con il cielo, protetto da un muro con un fregio con centinaia di elefanti. Risaliamo in furgone e via fino all’ISURUMUNIYA VIHARA, un tempio rupestre del III° secolo a.C. Con alcune splendide sculture esterne tra cui quella celebre degli “amanti”. All’interno del tempio a sud dello stagno, l’ennesimo ma sempre bello e coloratissimo Buddha reclinato, è scavato nella roccia ed è accompagnato da altre statue minori. Accanto vi è un tempio con annessa cisterna e pipistrelli. Abbiamo fame. Chiediamo di andare a pranzo e qui Lengo si incazza. Gli chiediamo di portarci in un tale ristorante “per turisti”, per noi più commestibile, ci crea problemi di stomaco mangiare nei loro ristoranti, e se loro vogliono andare a mangiare in un altro posto sono liberi di farlo. Lui capisce che non vogliamo che si siedano al tavolo con noi… muso lungo come non mai! E’ impossibile capirci!!! In conclusione mangiamo al solito in un “bel ristorante per locali” il solito riso con verdure varie piccantissime, trovato dopo un’ora di giri a vuoto perché i due non hanno la più pallida idea di dove ci troviamo, non sanno leggere cartine, non capiscono l’inglese, insomma niente di nuovo.

Dopo pranzo giro veloce a un’altra serie di rovine, senza alcuna importanza, anzi “tristi” per terminare con un dagoba in mattoni di cui non comprendo il nome. E’ quasi completamente ricoperto dalla vegetazione e in fase di restauro: una paurosa impalcatura si scorge da lontano. Siamo stanche di rovine, anche perché non sono niente di speciale, Cotto & Lengo sono scazzati e non sanno dove si trovano, quindi decidiamo di abbandonare il sito e di farci portare a MIHINTALE.

Situato a 13 chilometri da ANURADHAPURA, è il luogo da cui si è sviluppato il buddismo in Sri Lanka. Saliamo una bellissima e ripida scalinata di gradini molto bassi ma profondi, fiancheggiata da profumatissimi alberi di frangipane, tra un gruppo di fedeli che porta le offerte alla sommità del tempio. Visitiamo il luogo di culto in tutte le sue parti: il KANTAKA CHETIYA dagoba, la CASA DELLE RELIQUIE e il REFETTORIO DEI MONACI peraltro ridotti a un mucchio di sassi, tra gruppi di scimmie che ci scrutano incuriosite fino ad arrivare ad uno spiazzo orlato di palme, luogo in cui si incontrarono il re e Mahinda, l’AMBASTHALE DAGOBA. Sul lato opposto sorge una grande statua di Buddha bianco in posizione seduta dove una famiglia cingalese al completo ci chiede di posare per una foto di gruppo. Un sentiero di rocce sale all’ARADHANA GALA, la roccia della meditazione da dove si possono ammirare straordinarie vedute sulle cupole lontane degli stupa di ANURADHAPURA e da cui precipita la mia bottiglia d’acqua… Un sentiero di pietra conduce al MAHASEYA DAGOBA tramite cui si arriva a un bellissimo punto panoramico, ma sinceramente… basta dagoba! Il tramonto è comunque straordinario… Alla ridiscesa, dopo avere aspettato per oltre mezz’ora Lengo che è scomparso, torniamo sfinite a DAMBULLA. E’ quasi buio. Ovviamente i due, non abituati alle tenebre, si perdono anche su una strada rettilinea… Meglio non commentare. Cena in casa.

VENERDI’ 13 AGOSTO – 7° GIORNO Partenza, finalmente, per KANDY. Dopo i saluti di rito e le ultime risate con Ratna e Cianna (sincere?) carichiamo i bagagli sul pullmino. Ci dicono che ci vogliono due ore e mezza per arrivarci, ma in un’ora e venti ci siamo… Certo che i due hanno un gran senso del tempo… Ci fermiamo al paese prima di KANDY e Cotto scompare. Dopo un po’ torna e ci dice di andare a vedere se la camera dell’hotel ci piace. Ma quale hotel? I due ci vogliono costringere ad alloggiare in un triste albergo di periferia, ben lontano (circa 10 km.) dalla nostra destinazione… Perché? Ma… non se ne parla proprio! Soprattutto perché ci vogliono far credere che quel paese è KANDY! Sembra di essere nell’inferno dantesco… Ma ci sono o ci fanno? Gli imponiamo di portarci in centro città al “Queens Hotel” (40 U$ a camera), Dalada Vidima, tel.081-2233290, situato sulla riva del lago a fianco del TEMPIO DEL DENTE, hotel anni ’30 con pavimenti in lucidissimo parquet e mobiloni pesanti (l’unico hotel di cui sembra chiara l’ubicazione in centro città). Hanno una camera… Usciamo a comunicarlo a Cotto & Lengo e a sbolognarli forever quando ci dicono che Cotto non torna a DAMBULLA come da accordi con Ratna (che si era offerta di ospitarlo durante il nostro soggiorno di tre giorni a KANDY), ma pretende di essere pagato per i tre giorni di stop (che può anche starci) e non solo, ma anche che gli paghiamo tre notti in hotel e vuole stare con noi!!! Ma veramente scherza! La cifra pattuita inizialmente escludeva i pernottamenti a nostro carico! E’ la goccia che fa traboccare il vaso: gli diciamo che continuiamo il tour con dei nostri amici e che la sua (o loro) collaborazione termina qui!!! Loro sono contrariati, alzano la voce, ma noi siamo più incazzate di loro e quindi acconsentono… Prendono tempo e non vogliono portarci al “Queens Hotel”, noi siamo verdi di rabbia, io vorrei mettergli le mani al collo!!! Gli ordiniamo, a questo punto, di lasciarci alla hall, e così è… Se ne vanno. Nervosissime depositiamo i bagagli e andiamo al Pizza Hut (vergogna!). Brindisi di Coca-Cola, esultiamo: ce li siamo tolti di torno!!! …Mai più!!! KANDY, dopo COLOMBO, è l’unica “città” dello Sri Lanka. Il centro cittadino è trafficatissimo, anche qui lo smog impera. La città sorge sulle colline attorno al pittoresco lago omonimo e fu anch’essa capitale fino al 1.815, anno in cui cadde in mano agli Inglesi. Il fulcro della sua vita è il TEMPIO DEL DENTE, con il suo tetto dorato che brilla ai raggi del sole. Ci aspettiamo di trovare una coccola cittadina caratteristica, ma il “delizioso guazzabuglio di vecchie botteghe d’antiquariato e pietre preziose” descritto dalla guida mi sembra più un insieme di vie lasciate al degrado, causa soprattutto la sporcizia per terra, in cui il casino è autentico: vi sono molti negozi moderni, ma sempre con quell’aria triste e consumata, alcuni negozietti di antiquariato (almeno così si dice), angoli curiosi e interessanti, ma il contorno ne fa perdere l’atmosfera! Stanno inoltre costruendo degli enormi centri commerciali… Complessivamente è un centro molto vivace e le verdi colline circostanti sono una boccata di ossigeno per gli occhi e per i… polmoni! Dopo pranzo facciamo un giro in tuc-tuc sulla collina di fronte al nostro albergo, ci sono delle guest house carine, ne troviamo e prenotiamo una per le prossime due notti: è la “Sharon Inn”: è veramente accogliente. Mentre proseguiamo a piedi per il lungo lago incontriamo un signore vestito di bianco che dice di essere un dottore e che lavora in una clinica Ayurvedica, la Shakthi Ayurveda SpA – n.1 Mahamaya Mawatha – tel.074/473678. Dopo averci “lavorato” un po’ ci porta fino a lì, ci mostra la clinica tutta dipinta con foglie verdi e con piante essiccate appese al soffitto e ci convince (non aspettavamo altro…) a farci fare un massaggio completo di 1 ora e 20 a R 2.250 a testa. Finalmente in paradiso… Terminato, unte bisunte dalla testa ai piedi ci rivestiamo (dicono che non ci si può lavare per un’ora e mezza…) e camminando ci fermiamo a visitare il monastero MALWATTE VIHARA lungo le rive del lago, poi convinte di andare al centro artigianale KANDYAN ART ASSOCIATION & CULTURAL CENTRE ci troviamo immischiate in una rappresentazione teatrale di danze tipiche… No comment! Qui troviamo nuovamente Lucia e Christian con i quali al termine (Laura va in albergo) vado alla cerimonia al TEMPIO DEL DENTE (SRI DALADA MALIGAWA). C’è una folla enorme di turisti, sembra di essere al luna-park. Pazzesco! Tra un suonare di tamburi intravedo il tempio che è fantastico, ma perde completamente il suo fascino con tutta questa gente! Riesco a vedere la stanza che ospita il dente, tra una testa di turista e l’altra, spinta da quelli dietro che non vedono, ma è attentamente sorvegliata da poliziotti: è aperta ai fedeli solo per pochi minuti, quindi… mi ritengo fortunata! Ovviamente decido di tornarci domani, fuori dall’orario di preghiera… Torno in hotel, doccia, cena veloce in un localino carino, il The Pub, e poi nanna. SABATO 14 AGOSTO – 8° GIORNO Sveglia con calma, colazione in una pasticceria locale con brioche buona e Nescafè e abbandoniamo il “Queens Hotel”: bella schifezza a 40 dollari senza zanzariere (18 punture in una notte sulle braccia) e senza asciugamani! Trasbordiamo i bagagli alla “Sharon Inn”, 59 Saranankara Para, tel.081-2222416, fax 081-2225665, prendiamo accordi con il proprietario che ci organizza un taxi per NUWARA ELIYA e per portarci fino al mare nei prossimi giorni e poi via per gli acquisti! Ci facciamo portare da un tuc-tuc fino al mercato e vi entriamo: è un vero caos di gente, i venditori urlano i loro prezzi, la merce allineata sui piani delle bancarelle ma… è solo cibo! Frutta e verdura a volontà, pesce e carne che emanano un fetore infernale, mi viene il voltastomaco… Non vi è ombra di turisti, siamo le uniche pazze! Chiediamo a un ragazzo dove sono i prodotti artigianali e ci riporta dentro al mercato lungo i suoi meandri… Arriviamo a tre negozietti in croce che vendono sempre le solite cose: un disastro! Ci accontentiamo di fare rifornimento di tè e di qualche spezia in un banchetto di un tipo simpatico e poi andiamo a depositare il tutto in albergo. Ripartiamo per, vergogna nuovamente, il Pizza Hut: almeno si mangia! Dopo pranzo finalmente andiamo a visitare il TEMPIO DEL DENTE: a quest’ora ci sono pochi turisti, in più è sabato e i fedeli si recano al tempio a pregare: momento azzeccato! Il SRI DALADA MALIGAWA è così chiamato perché ospita la più importante reliquia buddista dello Sri Lanka, un sacro dente del Buddha. Nel 1998 è stato l’obbiettivo di un kamikaze che ne ha gravemente danneggiato l’ingresso. E’ per questo che per entrare si passa a vari controlli da parte della polizia… Il tempio fu costruito a fasi, per la maggior parte dal 1.687 al 1.782. La costruzione è imponente ed è circondata da un ampio fossato. Lo giriamo tutto, è veramente spettacolare! Ci passiamo un’ora ammirando i dipinti, le strutture lignee affrescate, i soffitti decorati, il tempio principale, le statue raffiguranti i vari Buddha e anche il museo che ospita reliquiari d’oro coperti di gemme, antiche porte preziosamente decorate e le foto che documentano il sanguinario attentato del 1998. E’ un luogo che diffonde una sensazione di pace infinita: non andrei mai via… All’uscita giriamo per le vie principali in cerca di negozietti, arriviamo anche a un mercato di oggetti, ma un’altra delusione. Non si trova niente di niente! Laura delusa se ne torna alla guest house e io vado a… templi! Entro al NATHA DEVALE, il tempio più antico, risalente al XIV° secolo che sorge su un basamento di pietra. Al suo interno vi sono alberi del bodhi e stupa, tempietti dipinti. E’ in corso una cerimonia, qualche turista passa distratto, io mi fermo. I fedeli sono seduti per terra e sui gradini e pregano assieme, il monaco “capo” ripete all’infinito una nenia, accanto ardono gli stoppini alimentati dall’olio sui loro “trespoli” neri. L’atmosfera è veramente speciale, per me è una fortuna essere qui. Questo tempio è collegato al PATTINI DEVALE, dedicato alla dea della castità, più piccolo e semplice, che conta solo un albero del bodhi con un tempietto colorato accanto. Anche qui molti fedeli pregano. Faccio una visita anche al VISHNU DEVALE, dedicato a Vishnu, protettore dello Sri Lanka, con un portale dipinto a colori vivaci, semplice ma intenso: anche qui è l’ora della preghiera. Il tempo si fa minaccioso, prendo un tuc-tuc e me ne torno in albergo. Ceniamo qui, e mangiamo benissimo. Piove molto forte, non ci resta che andare a dormire. DOMENICA 15 AGOSTO – 9° GIORNO Diluvia. Ci svegliamo con calma. Cosa si fa? La pioggia non ci può condizionare, quindi in cinque minuti organizziamo la nostra “super turistica giornata” con il padrone della guest. Prima destinazione: il PINNEWALA ELEPHANT ORPHANAGE (con sosta precedente a uno SPICE GARDEN), istituto a gestione statale fondato per salvare gli elefanti orfani o abbandonati. Gli animali, seguiti dai guardiani, sono nutriti, lavati e curati quotidianamente e vengono lasciati liberi all’interno di una vasta area. Li osserviamo veramente da vicino: io sono un po’ timorosa… sono enormi! Tocchiamo il massimo dell’all-inclusive per turisti quando saliamo sulla schiena di un elefante per un giro di 15 minuti! Pranziamo in un ristorante lungo il fiume dove poco dopo arriva tutta la tribù di pachidermi per fare un bagno: sembrano divertirsi molto! Il posto è bello, nelle campagne della provincia, tra qualche risaia, piante e palmeti.

Seconda destinazione: PERADENIYA BOTANIC GARDENS, il più vasto orto botanico dello Sri Lanka. Camminiamo per un’ora e mezza tra orchidee, palme reali, ficus, bamboo, alberi della gomma, spezie, etc… Veramente bello! E’ domenica, per cui la popolazione locale viene qui per passare qualche ora, su tutti famiglie, scolaresche, fidanzatini e qualche bulletto di paese… Ripartiamo e sostiamo in un centro di vendita di artigianato e antichità: per la prima volta dall’inizio del viaggio vediamo alcune cose belle, ma sono carissime! Questi sono pazzi, costano più che in Italia in un negozio di antiquariato! Visitiamo velocemente una boutique di gioielli, ma sono molto kitch, moderni e sull’orrendo… che novità. Torniamo in guest house dove ceniamo di nuovo: si mangia troppo bene qui! Domani ultimo tragitto e poi… mare! LUNEDI’ 16 AGOSTO – 10° GIORNO Partenza alle ore 8.30 per NUWARA ELIYA con un pullmino diverso (più zozzetto) e un autista diverso (un omone grande e grosso, il gigante buono) da quello di ieri che in inglese sa dire solo “yes”. Lasciamo KANDY in una giornata di sole e cominciamo a salire sulle colline, fa freschino e la vegetazione inizia subito a cambiare: pini montani e piante basse iniziano a spuntare. La strada è tutta un tornante, e per giunta è tutta un cantiere, la stanno notevolmente allargando, gruppi di lavoro di uomini muniti di caschetto giallo (non tutti) costruiscono muretti “artigianali”, i macchinari non si sa cosa siano, i massi di pietra vengono sbriciolati con il martello e lo scalpello e vengono spostati e ammucchiati con le mani… non crediamo ai nostri occhi! Però tutti gli operai hanno il cellulare… Cominciamo a vedere le prime piantagioni di tè e anche le prime donne tamil al lavoro con i loro saari colorati. Sono molto belle e sorridono: si vede che sono abituate ai turisti! Ogni volta che ci fermiamo per una foto arrivano bimbi che chiedono la carità, mi sento un po’ a disagio… Ci fermiamo in una TEA FACTORY, una ragazza ci accompagna nella visita dello stabilimento e ci spiega le varie fasi della lavorazione. Ovviamente non capisco quasi zero…Devo studiare l’inglese! Ci beviamo un tè con un buono e ancora caldo dolce al cioccolato guardando le piantagioni. Sono davvero belle le colline, ricoperte da una distesa di piantine verde chiaro, la nebbia e le nuvole però cominciano ad abbassarsi. Arriviamo a NUWARA ELIYA, cittadina di villeggiatura estiva a 1.889 metri di altitudine tra le coltivazioni del tè, piove, sembra di essere in Inghilterra qui, le casette hanno tutte il tetto spiovente, le finestre hanno serramenti quadrati e bowindows, come i tipici villaggi inglesi. Arriviamo al nostro hotel prenotato dalla Sharon Inn, ma ho un attimo di scoramento: già piove e fa molto freddo, c’è un’umidità esagerata, in più nella nostra camera c’è una gran puzza di muffa e in bagno di fogna… Dopo il tè ci facciamo portare in centro, è una cozzaglia di cemento, triste, grigio e squallido, forse sarà per il tempo. Ovunque si vendono giacche a vento della Columbus, più pantaloni e pile di questa e di altre marche e tutto a prezzi stracciati. Non sono cose che uso abitualmente, quindi mi accontento di un giacchino di cotone di Tommy Hilfiger a 900 R. Torniamo in albergo, ma fa proprio schifo, siamo persone che solitamente si adattano, ma questa volta in bagno la puzza è insopportabile e le coperte sono bagnate dall’umidità. Laura si incazza nera con i proprietari (alla fine viene fuori che questa è una camera di riserva che non viene mai usata) e dopo una sceneggiata ci cambiano albergo. Il nuovo è una casetta semplice, ma almeno la stanza non puzza. Intanto smette di piovere, speriamo per domani. Ci docciamo e ceniamo in loco, domani sveglia alle 6.30. La cena è terrificante, siamo solo noi due in una stanza squallida con tre tavoli, sembra tutto sporco, compresi dei capelli che penzolano da un vasetto con fiori di plastica sul nostro tavolo, la cucina Laura ha detto che è meglio non guardarla: facciamoci forza, alternative non ce ne sono! Pollo e patatine carbonizzate… sono demoralizzata… Non troviamo nemmeno le carte per una partita in camera: desolazione… Abbiamo sempre più freddo e le ossa congelate… Dormiamo vestite, sotto una coperta-pelouche viola e verde smeraldo a disegni vari…, il gelo e l’umidità sono ai massimi livelli, questo è un incubo! MARTEDI’ 17 AGOSTO – 11° GIORNO Fantastico! Alle 6.45 il nostro autista-gigante buono viene a prenderci, alle 7.00 si parte per ELLA. Non piove più, ma non è ancora chiaro, l’importante è andarsene! Cominciamo a scendere rapidamente di quota, tra villaggetti di campagna, ogni casetta ha le sue coltivazioni a terrazza, alcune di verdura, altre di riso, ancora negozietti e baracchette di frutta e altro lungo i tornanti. Arriviamo a ELLA, circondata da straordinarie colline ricoperte dalle piantagioni di tè e da ampie vallate, ma il nostro autista non comprende bene la cosa, oppure non ha intenzione di fermarsi, non si sa, fatto sta che prosegue lungo la strada in discesa. Fatto sta anche che ha una passione per le cascate e vuole a tutti i costi portarci a vederne una. Io mi innervosisco perché avevamo richiesto di fermarci a ELLA ! Gli facciamo fare un’inversione di marcia e torniamo in paese: facciamo colazione nella guest house HILL TOP con una vista bellissima (ma c’è foschia) sulla vallata – gentilissimi – e ci incamminiamo tra le piantagioni nella speranza di vedere qualche donna tamil al lavoro. Prendiamo il sentiero che conduce al LITTLE ADAM’S PEAK, ma niente… solo piantagioni deserte… la raccolta è da poco terminata, non ci sono foglie nuove nelle piante! Decidiamo di tornare indietro per la strada asfaltata, ah, eccole! Veramente pochine, 7/8 donne tamil, ma una foto esce ugualmente… meno male! Torniamo indietro fino in paese, incontriamo un tempietto hindu coloratissimo, il tempo di una mail e partenza per TANGALLA. Ci vogliono quasi 5 ore per arrivarci, il gigante buono va a 40 all’ora, fa un caldo micidiale, l’aria condizionata non funziona, niente pranzo… Non mi sento molto bene, cerco di dormire ma non ci riesco. Quando riprendo conoscenza sembra di essere nella savana, acacie, terra rossa ed erba secca, costeggiamo infatti un parco nazionale. Un elefante enorme ci attraversa la strada e si ferma a mangiare dai rami di un albero. Il nostro autista si ferma, fa un po’ di retro, l’elefante è lontano, bisognerebbe arretrare ancora, ma lui è timoroso e preferisce non avvicinarsi.

Arriviamo sulla costa ad HAMBANTOTA, di colpo la vegetazione cambia, palme dopo palme, piante, fiori, è lussureggiante. Arriviamo a TANGALLA , paesino sul mare con il centro caotico e sporco come i centri abitati che ben conosciamo… andiamo dirette al Palm Paradise Cabanas, tel.047-2240338, fax 047-2240338 … il paradiso appunto! Bungalow bellissimi un po’ fuori dal paese, tutti in legno e ognuno con una veranda arredata con sedie, tavolino, sdraio, un giardino paradisiaco, un ristorante altrettanto, con candele e vasi con fiori galleggianti… Unico neo la spiaggia, praticamente inesistente, accanto vi è una baietta a mezzaluna, sabbia dorata, palme fitte e sporgenti, bellissimo… MERCOLEDI’ 18 AGOSTO – 12° GIORNO Diluvia… che sfortuna! Poi smette, poi pioviggina, ne approfittiamo per andare in Banca e per fare i bagagli, questa notte il Palm Paradise è full e dobbiamo andare a dormire in una vicina guest house, tra l’altro molto carina, con le camere un po’ spoglie ma soprattutto molto meno costosa!!! A pranzo esce un po’ di sole, andiamo nella spiaggetta accanto, ma alle 15.00 è già in ombra, è un disastro… Guardiamo i bambini che giocano a cricket, ci docciamo e andiamo a mangiare degli ottimi gamberi in una capanna sulla spiaggia oltre il centro del paese, Maheshika, illuminata da lampade al kerosene. Eccellente! Poi nanna… GIOVEDI’ 19 AGOSTO – 13° GIORNO Sveglia naturale alle 8.00, colazione, nuovo trasloco al Palm Paradise e partenza per il mare. Decidiamo di andare a vedere la lunga spiaggia di MEDAKETIYA, dove troviamo dei lettini (si fa per dire, finalmente…) e degli italiani simpatici, i primi in assoluto! C’è anche un baretto, si beve e si mangia. Stazioniamo tutto il giorno, ma senza poter fare il bagno: le onde sono alte, c’è molta corrente e vicino a riva ci sono degli scogli sommersi, è pericoloso! VENERDI’ 20 AGOSTO – 14° GIORNO Tutto il giorno spaparanzate al sole della spiaggia “solita” di MEDAKETIYA, con tanto di lunga passeggiata, bagno nella piscina naturale e pranzo di gamberi. Chilometri di spiaggia candida, profonda e deserta, una guest house ogni 500 metri, palme, tante palme, altissime contro un cielo blu. Fantastico! Troviamo un taxi per domani per MIRISSA insieme ai due padovani e ai due milanesi che abbiamo conosciuto il giorno prima. SABATO 21 AGOSTO – 15° GIORNO Verso le 10.00 arriva a prenderci il taxi con i nostri quattro compagni di trasbordo: partenza per MIRISSA. La baia è molto bella, la spiaggia non è molto profonda, il mare stranamente è più calmo e trasparente e si può perfino fare il bagno. Ci sono 2/3 baretti sulla spiaggia. Non è una bella giornata, vediamo un po’ di guest house, non ci sono alloggi alternativi e scegliamo la più carina, “Central Beach Inn”, lungo la strada statale. In questa località diciamo che mancano comunque strutture turistiche medie, per non parlare di quelle alte! Tentiamo di prendere quel poco di sole che c’è, anche perché la spiaggia va presto in ombra. Cena di pesce assieme agli altri quattro colleghi di viaggio a WELIGAMA al “Keerthi’s Seafood Restaurant” , tel.041-2251172, dove mangiamo la nostra prima lobster. DOMENICA 22 AGOSTO – 16° GIORNO Tutto il giorno a prendere il sole nella spiaggia di MIRISSA, pomeriggio tardi giretto a WELIGAMA, ma niente di speciale… LUNEDI’ 23 AGOSTO – 17° GIORNO Partenza per HIKKADUWA con la Fiat 900 dei proprietari della nostra guest house: il marito gentilissimo si offre di accompagnarci, ma dramma dei drammi, arrivate a destinazione: orribile! Il posto è disabitato, gli alberghi (parecchi) sono chiusi per restauro, la spiaggia fa schifo e il mare è mosso ed è tutta un’alga! Panico! Entriamo subito in ben due agenzie per fuggire di corsa alle Maldive, ma in entrambe ci dicono di tornare nel pomeriggio o addirittura domani… Che si fa? Decidiamo di tornare indietro e di fermarci a UNAWATUNA che al contrario di quello che ci avevano riferito è un paesello carinissimo di casette singole immerse nel verde tra le palme: quasi ognuna ha stanze in affitto, mentre una serie di alberghetti e ristorantini si affaccia lungo la spiaggia in quantità però moderata. Si può fare anche il bagno! Non ci sono molti turisti, ma alcuni sono italiani e così possiamo scambiare quattro chiacchiere. Troviamo un alberghetto, il “Sandy Lane”, molto semplice in cui spendiamo pochissimo, mah… non sono convinta, l’acqua della doccia è… acqua di mare, voglio una sistemazione meno spartana per gli ultimi giorni della nostra vacanza. Sole e mare tutto il pomeriggio! Verso sera gironzoliamo per i negozietti, finalmente esistono!! E meraviglia delle meraviglie, troviamo una villa che affitta camere bellissime per 1.500 R a notte. Prenotata da domani! Cena, come sempre comunque ormai, di pesce! MARTEDI’ 24 AGOSTO – 18° GIORNO Trasloco in villa, la “Blue Swan Inn”, Yaddehimulla Road, tel.091-2224691. Sole e mare. Poi verso sera giretto a GALLE nel FORT, costruito dagli olandesi nel 1.663 sul promontorio dove sorgeva la parte più antica della città. E’ bello passeggiare sulle mura al tramonto, dove si infrangono le onde del mare, lungo le stradine abitate da una comunità musulmana, per la realtà un po’ fatiscenti, ma per questo affascinanti. Incontriamo qualche negozietto carino di cose vecchie,tra cui “Olanda”, con arredi del periodo olandese, stipiti di porte e finestre, statue buddiste e hindu, pomelli delle porte in ceramica, insomma da perderci un po’ di tempo… Cambiamo completamente scenario e ci tuffiamo nella città nuova, con il suo mercato, il suo caos, il suo smog, il suo traffico e i suoi procacciatori di raggiri per turisti… davvero fastidiosi! Insomma, anche qui è un imperversare del sempre solito casino eterno che impera nelle città di quest’isola! Per un po’ è anche divertente immergervisi, ma presto sbottiamo e chiamiamo un tuc-tuc non prima di avere seminato e maltrattato verbalmente un tizio che ci ha seguito per tutto il tragitto tra i negozi… Bisogna stare attenti! Ci avevano avvisato! Anche se apparentemente ognuno si fa gli affari suoi, tutti i locali sanno dove alloggi, da dove vieni, quando sei arrivato, dove mangi, ecc… non bisogna dare confidenza a nessuno.

MERCOLEDI’ 25 AGOSTO – 19° GIORNO Sole e mare a volontà! Questo posto comincia a piacermi! A colazione conosciamo Eliana, un’italiana che gestisce il nuovissimo “Full Moon Resort”, tel.091-2233091, lungo la spiaggia. E’ bello parlare con lei, ci fa visitare “la sua creatura” appena terminata e ci offre la possibilità di alloggiare da lei per le prossime notti. Accettiamo con molto piacere: da domani addio villa e… nuovo trasloco! GIOVEDI’ 26 AGOSTO – 20° GIORNO Finalmente ci trasferiamo da Eliana: è una ragazza romana che ha deciso di “cambiare vita” e di gestire questo resort che si è impegnata a rendere molto accogliente e speciale curandolo nei minimi dettagli. Compresa la cucina: si mangia finalmente molto bene, un misto tra cucina locale e italiana. E’ una donna forte e straordinaria, piena di entusiasmo ed energia, innamorata di questa terra e decisa ad arrivare all’obiettivo finale nonostante innumerevoli difficoltà di inserimento. E’ molto piacevole passare più di qualche ora a parlare con lei: sa essere molto ospitale, ci sentiamo a casa. Passiamo la giornata in spiaggia, tra bagni di sole e di mare e… ottimi spuntini! VENERDI’ 27 AGOSTO – 21° GIORNO Sole e mare. A metà pomeriggio andiamo in taxi, fornito da Eliana, ad AMBALANGODA, cittadina dove vivono e lavorano alcuni famosi intagliatori di maschere in legno: pensiamo finalmente di poter fare qualche acquisto, ma ancora una volta rimaniamo deluse. Le maschere sono molto chiassose nelle forme e nei colori: rispecchiano sì i luoghi d’origine, ma nelle nostre case perderebbero qualunque significato e sintonia, sarebbero snaturate. Mi limito ad acquistare 3 scatole in legno dipinte… giusto per non avere fatto così tanta strada per nulla! In realtà sono anche carine.

SABATO 28 AGOSTO – 22° GIORNO Ultimo giorno di sole! La sera alle 21.00 partiamo in taxi dal “Full Moon Resort” alla volta dell’aeroporto di COLOMBO (3 ore). A destinazione regna il caos completo: è il periodo delle partenze di tutti coloro che sono emigrati all’estero: ci vogliono due ore per arrivare al check-in e un’altra ora per l’assegnazione dei posti. Mi prendo un paio di carrellate sulle caviglie: tutti spingono, forse si illudono di fare più in fretta. Ci manca poco che perdiamo il lume della ragione, anche perché sono le due di notte, abbiamo fame e anche sonno e in più sono tutti lenti, molto lenti, per non smentirsi… i controlli ai documenti sono interminabili! E in più una disorganizzazione incredibile, in uno scalo internazionale… DOMENICA 29 AGOSTO – 23° GIORNO Partenza da Colombo per Zurigo con SriLankan Airlines alle ore 2.50, arriviamo in Svizzera alle 9.00 circa. La coincidenza per Milano Malpensa è dopo 8 ore, ma fortunatamente riusciamo a convincere un impiegato della Swiss, forse perché ci ha visto stravolte, a trovare e a concederci un posto sul volo Alitalia delle 12.15. Dopo mezz’ora arriviamo a destinazione. Non sappiamo ancora se siamo completamente soddisfatte di questo viaggio, non ne sono certa, ma dovremo rifletterne tra qualche tempo, a freddo. Sicuramente ci aspettavamo più una terra di colori, di sapori, di sensi: la sensazione è invece stata di trascuratezza, velata rassegnazione, di sorrisi gentili, ma malinconici.

E’ una terra ricca lo Sri Lanka, ricca di storia, di archeologia, di religione, di natura, di mare. E’ un paese che avrebbe tanto da offrire, ma che non è preparato ad accogliere il visitatore straniero, forse neanche (a ragione?) lo vuole, e sembra che non abbia alcun interesse a lottare per migliorasi.

Questo viaggio è avvenuto nell’agosto del 2004, questo scritto è stato terminato ad aprile del 2005, dopo lo tsunami. Non voglio parlare di questo, ho preferito ricordare tutto come l’ho visto e vissuto in quei giorni, molti luoghi e persone che ho incontrato ora non ci sono più. Voglio solo dire una parola riguardo Saman e Upul: quella mattina Upul voleva andare a fare il bagno al mare, a Matara dove vivono, Saman aveva sonno e voleva dormire. Anche se Upul ha molto insistito, Saman non ne ha voluto sapere di alzarsi dal letto: grazie a questo entrambi sono ancora vivi. Saman alla fine ha avuto ragione.



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