In Sicilia con mio figlio

Tre magnifici giorni tra Palermo, Agrigento e la costa di Porto Empedocle
Scritto da: barattolo
in sicilia con mio figlio
Partenza il: 08/04/2016
Ritorno il: 10/04/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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VENERDì 8 MARZO

Sempre un’emozione tornare in quest’isola magnifica. Volo perfetto Ryanair di venerdì mattina alle 7,00 con arrivo al Falcone e Borsellino verso le 8,10. Per arrivare in centro, zona stazione centrale dei treni, abbiamo due scelte o con un bel pullman della compagnia Prestia e Comandè costo 6,30 € a persona e corse circa ogni mezz’ora o con taxi collettivi al costo di 7,00 € a persona sempre in partenza; proviamo il taxi (lungo il percorso ti può lasciare ovunque). Prima impressione di Palermo: caos, mancanza di rispetto delle regole (quali ?), sporco… poi ci fai quasi l’abitudine e noti le sue bellezze; i palazzi le chiese, la gente. La Sicilia e i siciliani (con eccezioni dopo vi spiegherò meglio….) vanno presi così come sono senza domandarsi nulla. Arriviamo a piazza G. Cesare della stazione e mangiamo subito un bel cannolo come si deve al Caffè Lincoln poi ci immergiamo nella città. Poco distante c’è il bel Palazzo Ajutamicristo (palazzo nobiliare del XV secolo con prospetto in via Garibaldi). sede di mostre ed eventi ed anche di un parcheggio a pagamento degli anni 40, costo ben 3€ al giorno…

Poi giù per Via Divisi (o bicicletta) per via delle numerose botteghe legate alle due ruote. Qui nel centro i nomi delle strade hanno tre lingue differenti : italiano, ebreo e arabo: dove sicuramente c’era un quartiere Ebraico e successiva dominazione Araba (più di mille anni con moltissimi benefici) prima dei Normanni. Attraversiamo Via Roma e svoltiamo a destra su Via Maqueda (detta la Strada Nuova, è una strada storica che prende il nome da colui che la tracciò: il duca di Maqueda Bernardino de Cárdenas y Portugal, viceré di Sicilia dal 1598 al 1601). Passiamo davanti a Palazzo Comitini (edificato tra il 1766 ed il 1781 su volontà di Michele Gravina e Cruillas Principe di Comitini paese di zolfatare in provincia di Agrigento) sede diplomatica e ufficio stampa della Provincia Regionale di Palermo. Poi arriva il bello…. Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio detta della Martorana e di fronte le splendide cupole arabe di San Cataldo. Entriamo alla Martorana (ingresso 3€, ma essendo chiusa la biglietteria… offerta libera – biglietto a parte per San Cataldo sempre 3€). Sono completamente abbagliato dalla sua bellezza ; ovunque oro, mosaici, stucchi decorazioni splendide; cominciamo bene, esco stordito e ricolmo di bellezza. Facciamo pochi passi e subito altro colpo: Fontana Pretoria detta Della Vergogna per via delle statue nude, di fianco c’è il Palazzo Pretorio sede di rappresentanza del Comune di Palermo ma non finisce qua… ancora pochi passi ed ecco la meraviglia: I Quattro Canti. Nome di una piazza ottagonale all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e Via Vittorio Emanuele (antica via di origine fenicia, collegante l’acropoli e il Palazzo dei Normanni al mare), a metà circa della loro lunghezza. Così decorate: al piano inferiore, fontane che rappresentano i fiumi della città antica (Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto); quindi, un ordine in stile dorico, contenente le allegorie dalle quattro stagioni (rappresentate da Eolo,Venere, Cerere e Bacco); l’ordine successivo, in stile ionico, ospita le statue di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV; infine, nell’ordine superiore, le quattro sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, patrone della città già prima dell’avvento di Santa Rosalia (1624) e di san Benedetto da San Fratello (1652). dividono quattro zone della città : Palazzo Reale e Ballarò (mercato) , Cattedrale, Marina con Castello a Mare e Vucciria (mercato) e infine Piazza Marina.

Sosta d’obbligo al Palermo store in Via Maqueda per acquisti vari… e poi via fino al teatro Massimo. In stile classico è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, e uno dei più grandi d’Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna ed è posto in mezzo ad un’enorme piazza come pure l’altro grande teatro della città il teatro Politeama (con la parola Politeama si intende un generico teatro dove si danno rappresentazioni di vario genere, e pertanto è improprio utilizzarla per riferirsi nello specifico a detto Teatro). Si trova sulla Piazza Ruggero Settimo (a sua volta usualmente denominata Piazza Politeama) al centro di Palermo. Il nome deriva dal greco “πολι” (molti) e “θέαοαμαι” (osservare,guardare). Percorriamo la Via Roma, parallela a Via Maqueda. E passiamo davanti al bianchissimo Palazzo delle poste; edificio razionalista fino alla bella basilica di San Domenico e all’omonima piazza è la seconda chiesa per importanza dopo la Cattedrale. Di fianco si apre il famoso mercato della Vucciria, che attraversiamo. Subito si vede la riproduzione del famoso quadro di Guttuso. Ma rimaniamo un po’ delusi per la sua desolazione e per la sua pochezza. Arriviamo alla fontana del Garraffello del 1591, si trova nell’omonima piazza e ha il nome derivato dall’arabo gharraf (abbondante d’acqua). Venne posta in loco nel XVI secolo. L’acqua che ne sgorgava è stata a lungo considerata capace di curare molti malanni per questo motivo in epoca storica molte persone venivano dagli altri quartieri a rifornirsi della sua acqua.

Si salvò dai bombardamenti sulla città della seconda guerra mondiale nonostante la zona circostante venisse pesantemente rovinata.

Tutt’intorno degrado, scritte sui muri e sporco… la vera Palermo, poco distante una delle statue de il Genio di Palermo del 1483, a quanto pare figura mitica per i Palermitani, in breve: raffigura Panormus (Palermo) che accoglie gli stranieri (serpente immagine dell’esotico del lontano) e li nutre al seno…

Arriviamo in Piazza San Francesco d’Assisi dove veniamo rapiti dalle bellezza della chiesa e dal vicino convento Dè Chiodari. La Chiesa, entrata libera, ha un impianto gotico, e al suo interno esplode il barocco, da notare lo splendido soffitto in legno decorato e la Cappella Dell’immacolata Concezione o Cappella Senatoria (1441) a destra. Ottimo pranzo di prodotti tipici all’Antica focacceria di San Francesco. Riprendiamo il nostro tour verso la Cattedrale, attraverso Via Vittorio Emanuele sede di moltissime librerie storiche. La Cattedrale dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta ci appare all’improvviso come una visione; diversi stili si mescolano fino a formare quasi uno stile unico inconfondibile, splendida enorme e allo stesso tempo leggera, notevole pure il giardino laterale in stile arabo: pieno di profumati agrumi. Poco più avanti Porta Nuova adiacente al Palazzo dei Normanni conduce fuori città verso Monreale. Il prospetto rivolto verso la città ricalca gli schemi classici degli antichi archi di trionfo, mentre quello esterno presenta un’architettura originale e bizzarra dominata dalla presenza dei quattro telamoni raffiguranti i Mori sconfitti da Carlo V. L’esterno del Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale appare enorme ed in molte parti rifatto, magnifico nella sua estensione. Altra splendida chicca è la chiesa di San Giovanni degli Eremiti con le sue cupolette rosse in stile arabo. Qui vicino troviamo la Porta Mazzara con affreschi all’interno dei due archi uno ribassato e l’altro ogivale e percorrendo una sporchissima via Tukory si arriva alla Porta Sant’Agata (simile alla precedente) famosa secondo la tradizione per il passaggio della Santa Catanese e della sua impronta lasciata su un sasso mentre si allacciava una scarpa fuggendo dai suoi persecutori verso Catania; qui venne edificata la Chiesa detta Sant’Agata de petra o Sant’Agata la pedata. Da qui parte un’enorme mercato chiamato Ballarò fino alla stazione stracolmo di merci ma anche di tanto cibo…da vedere. infine chiudiamo la giornata andando al paese di San Giovanni Gemini (AG) 670 m.s.l.m. . Questo paese confina con il più famoso Cammarata 700 m.s.l.m. , solo un ponte li divide e sono situati entrambi sulle pendici del monte Cammarata 1578 m.

SABATO 9 MARZO

Obiettivo Agrigento e la sua zona. Percorrendo la Statale direzione Akragas l’antica metropoli della Magna Grecia passiamo per una deviazione che indica Racalmuto (città natale di Leonardo Sciascia nato qui il 1921) e dove sul corso principale c’è una sua bella statua . Poi passiamo per la zona delle solfatare famose in tutto il mondo sotto al paese di Comitini. Poi attraversata una brutta Agrigento, piena di palazzoni e caos, arriviamo ad Akragas purtroppo il tempo volge al peggio. Quando giungi nei pressi dell’antica Akragas (metropoli dell’antica Magna Grecia del VI sec. a.C. che allora contava già circa 300.000 abitanti) purtroppo non sai cosa devi fare e dove parcheggiare l’organizzazione e l’attenzione per il turista sono meno che zero….I templi sono magnifici e in uno stato eccezionale di conservazione, soprattutto quello chiamato della Concordia. Magnifico il giardino della Kolymbetra; l’antico bacino idrico della polis greca, ora trasformato in un rigoglioso giardino grazie al FAI, pieno di piante di ogni varietà tra cui molti profumati agrumi ed anche due colonne unici resti del tempio di Vulcano attraversando la ferrovia . Degno di nota anche bel Museo Archeologico posto a circa 800 m a nord dell’uscita ; impressionante il colossale Telamone trovato intero e alto 7.75 metri.

CONSIGLIO: ricordate di fare i biglietti tutti insieme all’entrata (parco archeologico 10€+museo 3,5+Kolymbetra 3,5€) altrimenti si paga di più per singole attrazioni.

Peccato per il Quartiere Ellenistico Romano vicino al Museo Archeologico che non è visitabile.

COSE NEGATIVE: Il comportamento degli Agrigentini che se ti vedono sotto la pioggia (come a noi è capitato) non ti aiutano nemmeno se vedono dei bambini, anzi… pertanto se il tempo minaccia brutto o non andate alla Valle dei Templi perché non c’è nessun riparo o abbiate con voi ombrelli e protezioni varie.

Poco distante, in contrada Caos vicino a Villaseta si trova la casa natale e di villeggiatura di Luigi Pirandello nato qui il 1867. entrata 4€ ma non ne vale la pena, in fondo è una casa normale e del pino marittimo secolare decantato dal commediografo ne è rimasto sol un troncone vicino alla pietra che custodisce in un urna le ceneri del drammaturgo; pertanto abbiamo fatto una foto e siamo andati verso Porto Empedocle. Empedocle deriva dl filosofo greco di Akragas, Andrea Calogero Camilleri è nato qui nel 1925 ideatore della fortunata serie del Commissario Montalbano. Qui vicino c’è la famosa Scala dei Turchi ma visto il tempo non ci siamo fermati arrivando solo fino al parcheggio. Proseguendo arriviamo alle rovine della città della Magna Grecia e ancor prima Fenicia di Eraclea Minoa. Qui c’è un bel parcheggio e per 4€ visiti un bel museo organizzato bene, pieno di reperti e soprattutto il panorama mozzafiato, il teatro ha il proscenio che da sul mare…davvero unico come i resti del villaggio protetti dalle intemperie. Il giro di rientro è proseguito per Cattolica Eraclea dove nella piazza Roma vi è un bel palazzo con una facciata in stile Barocco è il caso del palazzo del Marchese Borsellino, ma purtroppo il panorama è disturbato da una brutta costruzione a sei piani di fianco alla chiesa Matrice….senza gusto. Poi passiamo per Cianciana, Bivona, Santo Stefano di Quisquina e infine arriviamo a Cammarata e San Giovanni Gemini, sfiniti…ma molto contenti.

DOMENICA 10 MARZO

Prima di lasciare S. Giovanni Gemini in direzione Monreale visitiamo la sua Chiesa Madre o Matrice dedicata A San Giovanni Battista, che accoglie una splendida tela raffigurante La Madonna col Bambino tra i Santi Gioacchino e Anna attribuita al pittore Monrealese Pietro Novelli. Attraversiamo un altro lembo di Sicilia passando sotto al paese di Prizzi che con i suoi 1018 m.s.l.m. è il paesino più alto della Sicilia e il suo lago. Dopo una galleria all’improvviso ci appare il famoso paese di Corleone con foto di rito…sotto al suo cartello munito di divieto di fermata… Poi giù fino a Palermo e a viale Della Regione Siciliana che è la sua Autostrada ormai inglobata nel tessuto cittadino. Purtroppo la città è un caos con poche strade. Saliamo verso Monreale in collina. Tipico paesino siciliano dell’entroterra, strade strette, poco spazio, parcheggio selvaggio… per fortuna riusciamo a parcheggiare senza pagare (naturalmente ci sono molti parcheggia a pagamento…) e con due passi arriviamo alla Cattedrale. L’esterno Cattedrale di Santa Maria Nuova e la sua facciata principale non sembrano eccezionali anzi… il meglio è all’interno. Costruita a partire dal 1174 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia dal1166 al 1189, è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno dei quali ne siamo quasi abbagliati e dallo splendido Cristo Pantocratore posto nell’abside, sinonimo di Monreale e simbolo conosciuto in tutto il mondo. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (UNESCO) nell’ambito dell'”Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale“. Dietro alla cattedrale vi è uno splendido panorama sulla Conca D’Oro ovvero tutta la baia di Palermo, chiamata così fino agli anni 70 quando era piena di agrumi che la coloravano d’oro. Dopo la speculazione edilizia incontrollata ha rovinato questo panorama con brutti palazzoni sparsi ovunque in un caos edilizio irrecuperabile, qui se dovete pranzare c’è un ristorantino che si chiama Fuori Orario con una piccola terrazza panoramica sulla Conca d’Oro e con un menu fisso a 10€ purtroppo l’abbiamo visto dopo aver pranzato onestamente al Piccolo Rifugio di fronte alla Cattedrale sul lato del piccolo giardino con fontana, passiamo pure di fronte alla casa natale del pittore Pietro Novelli che qui nacque il 2 marzo 1603 già menzionato prima.

Ritornando a Palermo prendiamo un ottimo caffè alla Bar Touring all’ interno del Teatro Biondo. Infine attendiamo la partenza dell’aereo diretto a casa ammirando e respirando il mare sulla terrazza panoramica del Falcone e Borsellino.

Certamente questi tre giorni rimarranno nella mia memoria per tutte le cose che volevo vedere e ho visto, per le persone che ho conosciuto e sono state gentili con me, i visi, i profumi, ma anche la pioggia, gli odori sgradevoli e i comportamenti maligni, rimarrà tutto con me.

Certamente alla prossima visita di Palermo e Agrigento non potrà mancare :

Visita interno Cattedrale e del Palazzo Reale con Cappella Palatina, Interno di San Giovanni degli Eremiti – Mondello e Sferracavallo – nuova visita di Akragas magari con il sole ma solo il parco archeologico e il museo da fare con calma.



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