In Russia via Tallin e Riga
Scelgo di raggiungere la Russia via Tallin perche’ ancora non c’erano voli low cost diretti da Londra, ma anche mi piaceva l’idea di varcare il confine in treno.
Arriviamo a Tallin il 27 maggio e mentre nei paesi tradizionalmente caldi, fa invece ancora freddo, qui la temperature e’ piu’ che mite. L’aeroporto e’ piccolo, nuovo e carino, all’ufficio informazioni una receptionist ci offre, in perfetto American English, qualsiasi tratta per Tallin in taxi a 10 euro: affare fatto.
Il nostro albergo (l’Ermitage) e’ a pochi metri dal castello e a un quarto d’ora a piedi dal centro storico, per cui partiamo subito alla conquista della citta’. Tallin e’ pulitissima, come del resto anche tutte le citta’ russe che abbiamo visitato e anche Riga. Vicino all’albergo abbiamo un quartiere con le tipiche case in legno non colorato che anche in questo caso troveremo anche in Russia e a Riga, ma il fulcro della citta’ e’ il centro storico: pieno di ristoranti in stile medioevale e quasi tutti hanno i camerieri in costume tradizionale. Tanti gli edifici storici molto belli e caratteristici. La grandissima piazza con il campanile e’ bellissima sia per l’enorme spazio che occupa, che per l’architettura dei palazzi e per i vari bar e ristoranti che la rendono vivace ma silenziosa. Abbiamo soprannominato Tallin la citta’ del silenzio: tantissima gente ma tutti parlano a voce bassissima.
Nelle vie del centro troviamo saltimbanchi e giocolieri, il tutto sempre in tema medioevale. Siamo stanchissimi e la prima sera decidiamo di mangiare in albergo con un menu’ a prezzo fisso: la carne sembrava condita con la marmellata, talmente era dolce e coperta di frutta cotta. Impossibile riuscire ad avere dell’insalata o verdura cotta, infatti al contrario di tutti I locali del centro storico, le cameriere dell’hotel non parlavano una parola d’inglese. Bello di Tallin: splendida architettura e ben conservata. Brutto di Tallin:il centro storico e’ un po’ falso, non c’e’ un negozio che non sia di souvenirs (ambra), non siamo riusciti a trovare un negozio che vendesse dentifricio o prodotti per la cura della persona. La scelta era solo tra ristoranti e negozi di souvenirs. Non abbiamo colto la vita del posto, solo turismo.
La seconda sera ceniamo in uno dei ristoranti del centro: cibo decente, un po’ povero, prezzi per turisti, porzioni microscopiche.
Per fortuna non ho comprato i biglietti del treno on line, dalle agenzie autorizzate: la tratta Tallin/San Pietroburgo per la quale su internet mi venivano chieste 63 sterline a persona, con I biglietti comprati in stazione e’ costata 9 sterline a testa!!! Occhio anche al binario da cui parte il treno perche’ anche se i tabelloni indicavano un certo binario fino all’ultimo, in realta’ il treno e’ poi partito da un’altro!
Sul treno per la Russia nessuno parlava una parola d’inglese. Il paesaggio e’ quello di foreste e foreste e foreste, non vediamo nemmeno un villaggio, mentre l’arrivo al confine e’ meno, molto meno eccitante di come mi aspettavo o forse di come speravo che fosse. Il treno si e’ fermato in stazione (deserta) e da un blocco di cemento sono usciti 5 poliziotti che prima hanno controllato I documenti dei russi, poi ci hanno preso I passaporti e li hanno portati nel blocco di cemento. Dopo mezz’ora ci hanno reso I documenti e siamo ripartiti.
Considerando le difficolta’ incontrate per ottenere il visto (invito a pagamento da un’associazione autorizzata, presentazione dell’estratto conto bancario degli ultimi 3 mesi, assicurazione di viaggio, pagamento visto, lista dei luoghi da visitare e alberghi in cui alloggiare e sopratutto per Trevor, almeno 50 domande del tipo “sei una spia?”), entrare in Russia e’ stato anche un po’… noioso.
Arriviamo a San Pietroburgo e prendiamo un taxi che per raggiungere l’albergo ci ha messo oltre un’ora e ci ha fatto pagare 35 sterline! Sembrerebbe che fosse colpa di una manifestazione per delle speciali olimpiadi…
Per sbaglio invece di un’albergo ho prenotato quello che secondo me e’ un’ostello a 5 stelle, lo sky hotel. La posizione era buonissima, in pieno centro a pochi minuti dall’Ermitage ma anche dalla chiesa del sangue versato. Non abbiamo il bagno in camera ma quello in comune e’ sempre libero e sopratutto pulitissimo. Per 3 notti si puo’ fare.
San Pietroburgo la prima sera non ci entusiasma molto, e’ un cantiere con gru da tutte le parti e tanti edifici in fase di restauro.
Attraversiamo il fiume e iniziamo dalla zona meno turistica, dove infatti vediamo anche un sottomarino. Siamo nel pieno delle notti bianche (che non sono quelle dedicate allo shopping) e infatti a mezzanotte e’ come essere al crepuscolo. La citta’ non dorme mai, puoi cenare a tutte le ore, ci sono ragazze di una bellezza imbarazzante e vestite talmente bene che forse solo a Milano puoi trovare qualcosa di simile. Girano con tacco 15 a qualsiasi ora del giorno: una continua sfilata di modelle!
Gli uomini invece non sono per niente interessanti, facce slavate e dure, sembrano tutti fratelli, cugini e figli di Putin. Almeno a San Pietroburgo troviamo qualche supermercato, in questi mi colpisce la magra varieta’ di frutta e verdure. Il reparto e’ piccolissimo, la frutta consiste in mele, arance e banane, mentre la verdura offre cavoli, patate, carote e pomodori. Anche l’assortimento della carne e’ povero e mi sembra piuttosto mal tagliata.
Visitiamo il famoso Ermitage, una parte del quale si chiama palazzo d’inverno. Molto barocco, moltissimi quadri di ogni epoca e di ogni possibile pittore: peccato che io li trovi noiosi, infatti non vado mai neanche alla National gallery che e’ anche gratis… tutte le sale sono diverse, e’ tutto molto ricco, anzi direi che sfiora l’opulenza. Molto belle le sale della musica. Anche l’Ermitage mi risulta un po’ falso: come puo’ essere che in una ex residenza non ci sia una camera da letto, una cucina, un bagno? Anzi, in molte sale sono stati disposti anche 2 salotti insieme… E’ comunque interessante. Il biglietto e’ costato circa 8 sterline + 4 sterline il permesso per fotografare.
Le uniche chiese che ho trovato interessanti invece sono state quella del sangue versato (bellissima, all’interno completamente ricoperta da mosaici dagli splendidi colori e bellissima anche da fuori con Ie sue coloratissime cupole a cipolla) e quella di (mi pare) San Pietro, che in origine era una chiesa, poi e’ stata trasformata in piscine e ora e’ di nuovo chiesa. La particolarita’ di questa chiesa e’ che l’altare e alcuni banchi stanno ad un piano, mentre intorno, molto piu’ alti, ci sono ancora gli spalti per gli spettatori della pisciae, ancora in stile piscina. Bellissima. Una serie di fotografie mostra la chiesa come era quando veniva usata come piscina, con I vari trampolini, corsie ecc.
Neanche a San Pietroburgo riusciamo a cogliere la vita di tutti i giorni, pero’ notiamo Ferrari e vecchissime macchine tipo le nostre 124 e 128 sfilare sulle stesse strade. Una cosa che mi e’ piaciuta moltissimo e’ il levarsi dei ponti all’una di notte per permettere il passaggio delle navi che vanno e vengono dal mare. Siamo stati a guardare per oltre un’ora e l’atmosfera era surreale: le navi sembravano silenziosissimi fantasmi in fila. Un’altra parte interessante di San Pietroburgo e’ la fortezza sul fiume, un tempo riservata solo ai military e ora visitabile da tutti. Sembra un po’ uno scopiazzamento delle caserme americane. L’unica cosa che non abbiamo fatto e’ stata la crocierina sui canali che erano si belli ma non di certo paragonabili a Venezia.
Il viaggio da San Pietroburgo a Novgorod lo facciamo con un treno veloce in meno di 3 ore. Costo 4 sterline. Per viaggiare in treno in Russia, bisogna sempre presentare il passaporto sia all’atto dell’acquisto del biglietto che prima di salire sul treno. Agli stranieri controllano anche la carta di ingresso nel paese, la registrazione negli alberghi (obbligatoria e a pagamento) e ovviamente il visto.
Quando usciamo dalla stazione di Novgorod rimaniamo a bocca aperta: questa e’ la Russia che mi aspettavo: sembra una grande Carbonia, le strade sono larghissime e squadrate, blocchi di cemento, niente di bello. Il nostro albergo, dato dalla guida come il migliore della citta’, ha un grosso bisogno di restaurare le camere. L’attrazione di Novgorod e’ il Cremlino, che poi altro non e’ che una fortezza dalle mura medioevali. All’interno ci sono diverse chiese con le cupole a cipolla, il movimento ai caduti con una fiamma sempre accesa e circondata da fiori finti. C’e’ talmente tanto caldo che ci uniamo ai locali nella spiaggia sul fiume. Peccato che l’acqua sia color chinotto, ma loro nuotano, giocano e pescano I pesci che poi essiccano. Noi li abbiamo assaggiati ed erano anche buoni. La spiaggia e’ enorme, anche I cani sono ammessi e nessuno si lamenta: inutile dire che mi e’ piaciuto tantissimo. A Novgorod abbiamo inaugurato la comunicazione stile “vecchia fattoria”, ovvero verso del maiale per chiedere se la carne era appunto maiale o verso del treno per chiedere se il bus andava alla stazione. Trevor rideva tantissimo…
Gentilezza: a Novgorod non ne erano campioni. Se non parlavano inglese e non gli interessava sforzarsi, ci ignoravano. Potevamo stare in fila per ore e loro servivano sempre chi era dietro di noi, come se fossimo stati trasparenti. Chi si sforzava di piu’ erano invece gli anziani, sempre molto carini e gentili. Abbiamo anche notato che sia a San Pietroburgo che Novgorod tutte le ragazze more avevano la frangia mentre le bionde no. Rari i capelli corti o lisci. Da non perdere a Novgorod e’ il monastero a qualche km dalla citta’ e raggiungibile con bus cittadini. Fuori, lungo il fiume, la gente che si diverte, mezzo nuda nell’acqua, ad un passo, dentro il monastero, aperto a tutti silenzio totale. Molto belle le chiese bianche con le cupole a cipolla azzurre con le stelline. Sconsigliato a giugno il museo folkoristico all’aperto dove si viene divorati dalle zanzare.
Fare I biglietti del treno da Novgorod a Mosca e’ stata un’impresa.
Intanto bisogna dire che per una tratta cosi’ importante c’e’ un’unico treno ed e’ notturno. Alla stazione nessuno parlava una parola di inglese, quindi mostravamo la guida dove il nome era scritto sia in latino/romano che in cirillico e ci capivano. Interessante scoprire che la pronuncia e’ quella che noi leggiamo nel nostro alfabeto. Chiediamo quindi 2 biglietti per Mosca e l’impiegata ci consegna un foglietto dove ha scritto tre nomi: Platzkart, Kupe e skory e ci fa’ capire che dobbiamo sceglierne uno. Noi pensiamo si tratti di 3 stazioni ferroviarie di Mosca e non sappiamo cosa rispondere. Decidiamo di tornare in albergo e farci aiutare da una ragazza della reception che ha un buon inglese, invece studiando la guida scopriamo che quei tre nomi sono le classi di viaggio! Siccome un po’ di avventura non ci dispiace, decidiamo di viaggiare in terza classe….
Partiamo da Novgorod alle 21.20 in perfetto orario. Ovviamente abbiamo dovuto esibire passaporto e permessi vari alla controllora che poi scopriremo essere anche la cameriera del nostro vagone. Ogni vagone ne ha una e a lei vengono ordinate caffe’ e bevande che lei prepara nel suo piccolo scompartimento e che poi porta ai passeggeri. Il nostro vagone non ha scompartimenti, se non quello della controllora. Al piano inferiore ci sono due sedili adatti ad una sola persona e un tavolino per parte, il tavolino si abbassa e forma la parte centrale della cuccetta, mentre al piano superioe ci sono le cuccette gia’ pronte.
Se uno immagina che in terza classe viaggiano solo ‘peddizzoni’, si sbaglia di grosso. I nostri compagni di viaggio erano tutti persone distinte. Io stavo al piano superiore, mentre al piano inferiore stava una babushka (nonna) con I capelli biondi e un po’ di denti d’oro. Troppo carina, figurati se parlava una parola d’inglese…
Alla nostra sinistra c’era una famiglia molto giovane con un bambino piccolissimo. Al mio contrario, l’indomani mattina alle 5.30 al nostro arrivo a Mosca, lei era in perfetto ordine,pettinata, truccata, indossava abiti diversi da quelli che indossava la sera prima. Sembrava avesse dormito in una confortevole camera d’albergo. Io ero superstracciata da perfetta viaggiatrice di terza classe che temeva di cadere dalla cuccetta.
Siamo stati solo un’oretta nel vagone dormitorio, poi per permettere a babushka di dormire ci siamo trasferiti nel vagone ristorante, moderno e quasi vuoto. Volevamo bere del vino, ma costava circa 50 sterline a bottiglia e allora abbiamo preso birra. Ho chiesto alla cameriera qual’era la birra locale e lei mi ha risposto la tuborg. Molto sorpresa discutevo con Trevor sul fatto che avessero una birra cosi’ famosa, quando sono arrivate le nostre birre sulla cui etichetta spiccava un bel made in Denmark!!!!
Quella notte ha fatto buio all’una e un quarto, siamo allora tornati nel vagone dormitorio e salire sulla cuccetta e’ stata un’altra impresa: non c’erano appigli, pochissimo spazio per muoversi e io che non sono certo una contorsionista, sembravo piu’ un’handicappata.
Sono andata anche a controllare la prima e la seconda classe che assomigliavano molto alle vecchie cabine della tirrenia, ma con molto meno spazio. E’ stato piu’ divertente in terza classe.
All’arrivo a Mosca ci siamo imbattuti con i taxisti imbroglioni che pero’ non l’hanno spuntata. Uno ci ha chiesto 1000, uno 2000 e il terzo 500 rubli. I piu’ cari hanno motivato tale prezzo con la distanza dell’albergo dalla stazione: secondo loro 37 km, in realta’ 9km.
L’albergo a Mosca era nuovissimo e modernissimo, ricavato da una vecchia fabbrica in mattoni rossi. Credo che non avesse 4 stelle solo per via delle camere un po’ piccole, ma per il resto era bellissimo, molto funzionale e a sole 4 fermate di metro dalla piazza rossa.
Dopo qualche ora di riposo ci dirigiamo proprio sulla piazza rossa e…. quando arrivi li non e’ proprio come la vedi in tv o sui giornali. Arrivi da una piazza modernissima dove spiccano Mc Donalds russo e un ristorante giapponese superfrequentat. Di fronte a te c’e’ il Cremlino, immenso da non vederne la fine. Sotto il Cremlino c’e’ il monumento ai caduti sorvegliato da 2 guardie che hanno il cambio ogni ora all’ora esatta. Il cambio della guardia non e’ quello di Londra o Atene, pero’ la loro Marcia e’ carina e abbastanza buffa.
Alla sinistra del cremlino ci sono le porte (tutte in mattoncini rossi) da cui si accede alla piazza rossa, ad una bellissima chiesa con le cupole a cipolla colororate, al mausoleo di Lenin, alla chiesa di San Basilio e ad un grande magazzino del lusso che puo’ ricordare Harrods.
Ti vengono incontro I sosia di Lenin, Stalin, Pushkin, varia gente in costumi che non c’entrano niente con quello che c’e’ attorno e tutti chiedono 100 rubli a testa per fare la foto con loro.
Il mausoleo di Lenin che si trova nel bel mezzo della piazza rossa e’ abbastanza insignificante, mentre la storia che lo accompagna e’ interessante: il corpo di Lenin e’ stato trasformato in simbolo da esporre e da venerare nonostante egli avesse espressamente dichiarato di voler essere seppellito accanto ai suoi compagni. All’inizio si pensò di congelare il corpo, ma il rapido deteriorarsi nell’attesa che venisse costruita un’apposita camera refrigerata ne rese necessaria l’imbalsamazione. Neppure i ripetuti appelli della vedova di rispettare le ultime volontà del marito servirono a far cambiare idea a Stalin. Prima il suo cervello venne sezionato e studiato per capire il segreto di tanta intelligenza, poi per conservarlo venne utilizzata una tecnica che non è stata ancora completamente svelata. Da più di ottant’anni la salma viene fatta oggetto di trattamenti periodici e attenzioni costanti affinché conservi sempre un aspetto “da vivente”: oltre ad essere ispezionata settimanalmente per rivelare eventuali tracce di muffa o fenomeni degenerativi, ogni anno e mezzo viene immersa per trenta giorni in un bagno di glicerolo e acetato di potassio.
La cosa piu’ bella della piazza rossa e’ sicuramente la chiesa di San Basilio: e’ stupenda sia all’interno che all’esterno. Le coloratissime cupole a forma di cipolla e tutta l’architettura della chiesa lasciano senza fiato, non potevo credere di essere li davanti. All’interno, tutte le pareti e I soffitti sono affrescati in modo delicatissimo e raffinatissimo. Non e’ una vera chiesa nel senso della parola. Abbiamo anche assistito ad un bellissimo concertino dal vivo di canti gregoriani. Bellissimo.
Invece di visitare subito il cremlino, ci siamo dati alle camminate di 8/9 ore al giorno senza sosta, visitando di tutto e di piu’: dalle bellissime chiesette non citate nelle guide e un po’ trascurate, all’ex ottobre rosso (dal famoso sottomarino), zona di ex fabbriche rigorosamente in mattoncini rossi convertita in bar e ristoranti all’ultimo grido, con vista sul fiume, sulla spettacolare statua di pietro il grande e su parte del Cremlino, dove l’ingresso e’ selezionatissimo (le donne devono indossare I tacchi e se parli in una lingua straniera fai figo), gallerie d’arte e tutto cio’ che e’ artistico.
Abbiamo trascorso un bel po’ di ore a Gorky park, ormai di proprieta’ di Mr Abramovich, il quale sta’ investendo un po’ di soldi. Nemmeno a Londra abbiamo niente di simile: la prima parte, ancora con I lavori in corso e sicuramente la piu’ antica, ospita una distesa di bellissime sculture bianche, nei giardini, al momento chiusi al pubblico per lavori si vedono statue di personaggi storici e sculture molto particolari. Se la vecchia parte di Gorky park e’ affascinante, la seconda rappresenta il parco che tutti vorremmo avere nelle nostre citta’.
All’ingresso ti accoglie un prato enorme di girandole come quelle che avevamo da bambini, segue un palco con giovani musicisti locali che si esibiscono dal vivo. Le sedie degli spettatori sono dei cavallini di legno. Bellissimo. Nel parco ci sono 3 laghetti, uno spazio recintato con sabbia sul pavimento, dove si gioca a beach volley: I giocatori sono in costume da bagno, zona pic nic attrezzatissima, un troncone di aereo trasformato in negozio di abbigliamento sportivo, noleggio pattini che d’inverno diventa noleggio sci, spazio skate board e mountain bike, barchette da noleggiare, tanti tavoli da ping pong in fila, giochi per bambini, la giostra e tanto tanto altro. Bellissimi I puff giganti morbidissimi sui prati dove si sdraiano comodamente anche 3 persone, nei prati ce ne sono tantissimi e sono tutti occupati. Grande scelta di ristoranti e bar. A parte il cibo, I noleggi e gli acquisti, il resto e’ tutto gratis!!!
Abbiamo fatto un salto al lussuosissimo e storico café’ Pushkin dove I camerieri indossano abiti d’epoca e 2 bicchieri di chianti costano 25 sterline, una passeggiata nella via dei ristoranti dove stanno restaurando tutti I palazzi, una sbirciata al teatro e al lussuosissimo ristorante Bolshoi fresco anche lui di restauro e naturalmente abbiamo visitato alcune delle bellissime stazioni ferroviarie e della metro. C’e’ davvero tanto da vedere. Anche qui a fianco alla Ferrari trovi la macchina tipo 124, trovi il supermercato di lusso che vende anche il Turriga a 100 sterline, ma capisci che anche se hai l’impressione che ci sia tanta ricchezza, questa e’ riservata a pochi.
Il secondo giorno decidiamo di visitare il Cremlino, pero’ ci dicono che il tempo non e’ sufficiente per vedere “the armoury” e i musei del Cremlino. Ci consigliano the armoury, che poi altro non e’ che un museo, all’inizio noioso, quando si arriva alla zona abiti e carrozze e’ invece spettacolare. Oltre al museo non puoi vedere niente. L’indomani e’ giovedi e la maggior parte di attrazioni e’ chiusa, quindi andiamo a vedere il resto del Cremlino il venerdì: senza nessun preavviso il Cremlino viene chiuso per 9 giorni. Davanti alla biglietteria non c’e’ nemmeno un’avviso o qualcuno che spiega cosa succede a centinaia di persone che aspettano allibite sotto la pioggia. Alla fine arriva una guida che ci spiega che questo non e’ inusuale, che nemmeno loro, le guide erano state avvisate e ci chiede se ora l’abbiamo capito che la Russia non e’ un paese democratico. Ci consoliamo camminando per ore e ammirando l’altra parte del Cremlino da oltre il fiume.
Altre due curiosita’ sulla Russia: il servizio nei ristoranti e’ scadente. Ci hanno portato le bottiglie del vino gia’ aperte, ci hanno ritirato il piatto non appena terminato l’ultimo boccone anche se l’altro stava ancora mangiando, non ci hanno MAI chiesto se volevamo un dessert e orrore degli orrori, ci hanno portato il conto mentre ancora mangiavamo!!!
Il cibo fa’ alquanto schifo: cavolo rosso in ogni piatto, l’unico pesce disponibile il salmone (anche nei negozi di lusso) e pochissime verdure. Nei ristoranti pseudo giapponesi, sushi nei colori piu’ assurdi tipo rosa o Bordeaux o avvolto nel cavolo o nel salmone affumicato.
I treni sono puntualissimi ma non molto frequenti, I Pullman invece saltano le corse.
Non abbiamo visto una persona bere vodka. Nei negozi la scelta era enorme, ma in giro bevevano sopratutto birra.
Raccontano che le fortezze servivano a proteggersi dagli invasori: ma gli invasori non erano loro? E chi osava invaderli?
Le bellissime donne di Sanpietroburgo non sono state eguagliate a Mosca e tantomeno a Novgorod dove tutto era piu’ normale.
Devo dire che tra le 3 citta’ Mosca e’ quella che mi e’ piaciuta di piu’.
Finita la vacanza russa partiamo dall’aeroporto Domododevo con l’air Baltic in direzione Riga. Mai visto tanta maleducazione come in questo aeroporto e sopratutto da parte degli uomini. Stavo mettendo il mio bagaglio sul nastro dello scanner, quando un’uomo mi e’ passato davanti e ha lanciato tre valige davanti alle mie. Impossibile fare la fila ai bar dove tutti spingevano. Scioccante!
A Riga ci accoglie una bellissima calda giornata. La prima tappa e’ al fantastico mercato sia all’aperto che al chiuso. All’aperto troviamo vere e proprie montagne di fragole e ciliege, distese di fiori e tante verdure dall’aspetto buonissimo.
Nel mercato al chiuso troviamo la zona pesci ricca neanche a dirlo di salmoni enormi, giusto altri 2 pesciolini e un’enorme varieta’ di uova di salmone e caviale.
Oltre ai bellissimi edifici quello che colpisce di Riga sono I tantissimi bar e ristoranti. In centro sembra che facciano a gara a chi ha il piu’ originale e molti di loro la sera ospitano musica dal vivo.La musica dal vivo regna nelle strade e piazze anche durante il giorno e ad esibirsi sono giovani locali, ci e’ addirittura capitato di trovare una bambina che era tanto carina e brava, ma essendo senza microfono per poterla sentire bisognava starle vicinissimo.
Rientriamo a Londra che sono stanca morta e mi rifiuto di prendere un’aereo per almeno un’altro mese. Al momento a parte una settimana ad agosto e una a settembre in Sardegna, di programmato ci sono 6 giorni tra Valencia e Granada e a novembre un’altro viaggio che dovrebbe essere molto interessante: Argentina. Buenos aires, Terra del Fuoco, Patagonia, Iguazu e, se rimane tempo, un salto in Uruguay. Ma questo e’ un’altro racconto…
Beh, ora vi lascio non prima di raccomandare a tutti questo meraviglioso itinerario.
Alla prossima