In russia è impossibile dormire

Il titolo di questo viaggio l'abbiamo deciso adesso, dopo due mesi dal ritorno a casa, in effetti la scomodità dei letti è l'unica cosa che ci ha messo in difficoltà, la prima volta in un nostro viaggio abbiamo incontrato un reale problema: considerate che siamo andati in moto a Capo Nord ed Islanda con il freddo, la neve, abbiamo dormito...
Scritto da: maurizio Berretti
in russia è impossibile dormire
Partenza il: 20/08/2003
Ritorno il: 05/09/2003
Viaggiatori: in coppia
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Il titolo di questo viaggio l’abbiamo deciso adesso, dopo due mesi dal ritorno a casa, in effetti la scomodità dei letti è l’unica cosa che ci ha messo in difficoltà, la prima volta in un nostro viaggio abbiamo incontrato un reale problema: considerate che siamo andati in moto a Capo Nord ed Islanda con il freddo, la neve, abbiamo dormito ovunque. Di ritorno dall’islanda abbiamo passato una notte in un bel prato lungo l’autostrada tredesca! Pensavamo di dover affrontare un viaggio particolare considerate le difficoltà per l’ottenimento del visto, ma sinceramente non pensavamo che dopo due mesi, se pensiamo a quello che è stato questo viaggio, la prima cosa che ci viene in mente è: IN RUSSIA E’ IMPOSSIBILE DORMIRE! Ma iniziamo da capo! L’idea del viaggio nasce dopo che Raitre, lo scorso inverno, ha mandato per ben tre volte in onda la trasmissione di Alberto Angela sul compleanno di San Pietroburgo: lui girellava tra splendidi palazzi e incredibili ricchezze, musei, storia…In realtà siamo rimasti affascinati, tutto sommato, anche dalla cattiveria di questo zar sanguinario, Pietro il grande, che costrinse tutti i nobili a spostarsi sul Baltico al solo fine di fronteggiare la Svezia. E tutti i prigionieri spediti su per costruire la città? Insomma tutta questa gente che ha dato la vita per costruire la città…Cosa poteva aver generato questo potere così malato? Angela aveva ragione: Pietro I e poi sua figlia Caterina, hanno generato una città un po’ fotocopia di tante altre ma con una magia, una voglia di aprirsi, una atmosfera che è unica al mondo: cibo speciale, gente speciale, unica cosa tragica (per noi italiani) i letti, tavole di legno con un materasso assai misero, e l’acqua che non è potabile, ma tu pensi che lavarti i denti con la bottiglia per qualche giorno è gestibile. Dissi io …Niente di più sbagliato: l’acqua della Neva puzza di marcio e vi giuro che camminare tutto il giorno per Kilometri e poi non riuscire a farsi la doccia, per l’odore nauseante e per lo scoraggiante colore giallo dell’acqua non è il massimo.

Comunque a Marzo iniziamo a metter su il progetto con la solita mitica guida EDT: le Lonely non smetteranno mai di stupirci, tanto sono dettagliate e piene di informazioni pratiche. La prima parte dell’organizzazione ha riguardato lo studio delle strade da percorrere per l’ingresso in Russia: 1) da dove si entra in Russia? Senza dubbio per non pagare il visto multiplo e per non dover affrontare la guida nel territorio, abbiamo scelto la porta della Finlandia: avremmo preso il comodissimo treno da Helsinky, come avevano fatto tanti turisti per caso prima di noi. Scelta non fu mai più azzeccata visto che tutto quello che si legge sul traffico russo rappresenta circa un decimo di quello che poi si vede… 2) come si fa ad ottenere il visto? La guida è chiara ci dobbiamo procurare l’invito attraverso uno degli alberghi o ostelli abilitati dalla federazione russa, la guida ne cita diversi, noi tramite internet prenotiamo la camera doppia all’International Hostel Holiday, per 19$ notte. Puntualmente ci arriva l’invito, ma puntualmente sbagliano il cognome di Maurizio. Il tutto si risolve comunque benissimo. Faccio l’assicurazione per le spese mediche con una delle compagnie elencate sul sito della ambasciata russa, infatti si può scegliere solo una assicurazione riconosciuta dalla federazione russa. Scarico tutti moduli, li compilo secondo le istruzioni, completando la modulistica con foto tessera e il pagamento del visto tramite assegno circolare. A questo punto chiamo le ambasciate russe (genova, milano, roma) ma solo a Genova risponde un signore gentilissimo, mi dà, tutte le informazioni e io spedisco tutto per corriere, chiamo due giorni dopo per sentire se è tutto a posto: Maurizio lavora in sardegna quindi prende una nave fino a Genova e a fine luglio abbiamo i visti.

In pratica la parte più difficile del viaggio era fatta: a questo punto dovevamo solo progettare l’itinerario: noi viaggiamo in moto, BMW 850 R, eravamo sicuri di non dover prenotare altro.

20 agosto: Sono uscita dall’ufficio alle 15,30… era un caldo bestiale, una giornata da incubo ma insomma dopo aver lavorato tutto agosto ce l’ho fatta.

Mau mi aspetta a casa, Gasty è già in campagna, lui come ogni anno passa l’estate da mia cugina in agriturismo, facciamo una bella merenda a base di cocomero, e alle sei partiamo. Quest’anno la moto non è tanto carica, non andiamo al freddissimo, quindi meno vestiti invernali, meno ingombro: la comoda borsa posteriore alla tedesca, questa volta contiene un bel borsone con tutti i vestiti: per quest’anno non dovremo svuotare e riempire continuamente il cilindrane di gomma! La trovata si è rivelata comodissima, nel sacco c’era il borsone, di quelli da palestra, con duemila tasche, le imbottiture delle tute da moto e un comodissimo beauty con biancheria e roba da bagno, la valigia laterale più piccola conteneva le scarpe da ginnastica per le lunghe camminate che sapevamo di dover affrontare e i soliti sacchi letto Invicta, la borsa più grande tutto l’occorrente per cucinare, comprese buon cibo liofilizzato, c’era poi la borsa serbatoio con i lucchetti, il mio zaino con le guide e i documenti, e l’attrezzatura fotografica. Sinceramente questa disposizione si è rivelata funzionale e comodissima, non ci è mancato niente, anzi, visto la bontà e l’economicità della cucina dei paesi che abbiamo attraversato, abbiamo riportato a casa tutto l’occorrente per la cucina senza aver mai fatto neppure un caffè! La sera alle 22 circa ci fermiamo a dormire appena sotto Bolzano e la mattina presto ripartiamo per il Brennero.

Non c’è traffico e la mattina iniziamo la traversata della germania con il fresco. A pranzo siamo già a metà germania: abbiamo passato la terribile pianura, che ci aveva sfiancato gli scorsi anni, con il fresco e mai idea fu più azzeccata. Dopo pranzo mettiamo subito l’imbottitura al giaccone da moto, la strada corre via veloce, ci stiamo avvicinando a berlino: usciamo a Dessau, Mau si ricordava dell’economicissimo Etap hotel dove avevamo alloggiato tre anni fa, l’albergo della catena Ikea, è ancora economico (26,5€ la doppia), nonostante l’avvento dell’€, e vicino ad una accogliente birreria tedesca dove un signore con dei baffoni lunghissimi ci serve un’ottima cena.

La mattina partiamo presto in direzione di Rostock dove il venerdì 22 alle 16,30 ci aspetta la nave per Helsinky, stiamo iniziando il nostro viaggio… 22 Agosto: la nave è molto bella ed in perfetto orario…Noi dormiremo nelle poltrone subito sotto la sala comando con delle finestrone che non fanno rimpiangere la più comoda ma eccessivamente costosa cabina! Avevamo già pagato anche la cena e il pranzo del sabato, quindi ci gustiamo la nostra serata alla Steack house, con cuoco italiano che ci porta un piatto di ravioli fantastici, il salmone è buonissimo, fanno buono persino il caffè.

Rostock è stata una sorpresa: siamo arrivati presto ed abbiamo pranzato in centro visto che quel fine settimana ospitava un festival di artisti di strada: non che si capisse granchè, ma ci siamo proprio gustati una bel pomeriggio, e poi questi paesini tedeschi sono proprio bellini. A voler fare acquisti ti divertiresti visti i prezzi: mi sa che i commerciati tedeschi sono stati più bravi di quelli italiani, o forse qui la gente si veste in maniera più informale. Se penso a questa estate impestata dalle costosissime magliettine con margherite della Guru: con quello che costano e per quello che rappresentano, non le comprerò mai ! 23 agosto: abbiamo perso tempo a giro per la nave fino a pranzo, quindi mitico pranzo a buffet con il pesce del nord che è veramente fuori misura…La nave fa una sosta di circa un ora a Tallin, capitale dell’Estonia per far scendere i primi passeggeri: la città appare bellissima persino sotto la pioggia, noi la visiteremo al ritorno. A distanza di 8 km e circa due ore ci aspetta Helsinky che invece ci saluta con un pomeriggio pieno di sole. Sulla nave prendiamo una cartina turistica della città e ci dirigiamo all’ostello prenotato tramite internet. Lo “stadion” è ricavato sotto le gradinate dello stadio olimpico, considerate che è arredato perfettamente in stile Ikea e che dentro è vietato fumare: pulizia ai massimi livelli. Andiamo subito in centro, la città è veramente a misura d’uomo, piste ciclabili ovunque tutti a giro con roller o skateboard, tanti giovani, c’era persino un concerto nella piazza della cattedrale…I negozi aperti, tanti spazi verdi. Ceniamo in una Steack house, e stiamo fuori fino a notte.

Torniamo all’ostello quasi a mezzanotte, con circa 12 gradi di temperatura, un umido pazzesco, la sella della nostra moto è fradicia, ma accanto alla stazione tanti ragazzi sono sdraiati in un prato a vedere un film in un maxi schermo all’aperto…

24 agosto: mi sono svegliata presto e con 5€ ho fatto una fantastica colazione/pranzo al bar dell’ostello, ho scritto la mia prima mail e piove…

Smette alle 11, così andiamo in centro a cercare un parcheggio custodito visto che domani prendiamo il treno per S.P. Fuori ci sono 17°, considerando che veniamo dai 35° di Firenze! L’ufficio turistico ci riempie di cartine e prezzi, ci avvertono che qui arrivano i russi a rubare le auto e le moto, quindi prepariamoci a pagare circa 20€ il giorno per un parcheggio custodito. C’è poco da lamentarsi, purtroppo, scegliamo il parcheggio più vicino alla stazione. Andiamo a fare i biglietti per il treno, anche qui visto che la signora è gentile facciamo sia l’andata (Sibelius-treno finalndese) che il ritorno (Repin-treno russo), scopriremo dopo che, anche se il prezzo è lo stesso, tra i due treni ci sono le differenze che esistono tra lo stile di vita delle due popolazioni…Torniamo a fare i turisti, chiese, musei, il parlamento, il monumento di Sibelius, il musicista del treno di domani…

Pranziamo al Kebab, locale che vende appunto kebab uno dei piatti più amati dai russi e che impareremo presto ad apprezzare.

La sera ceniamo ancora in un bel ristorantino… I prezzi qui sono vicini ai nostri e ci sono tantissimi italiani.

25 agosto: partiamo la mattina alle 7,30 il treno è pulito, carino, ci sono tanti italiani in gita organizzata, ma la russia ci aspetta: la polizia passa di continuo, non è possibile dormire, perquisizioni, dichiarazioni, e soste interminabili alla frontiera, ma alla fine eccoci in russia. La prima impressione è strana: cerchiamo di non cadere nei luoghi comuni, ma vedere, le strade non asfaltate, i passaggi a livello custoditi da una Babuska (signora) che ferma le macchine, le catapecchie, la gente a fare funghi nei boschi…Ma non per diletto come faccimamo noi! In effetti il viaggio è strano, i russi li riconosci dal viso ma anche da come sono vestiti e da come sono riservati. Il treno ha cambiato marcia, viaggia veramente piano, ci sono tantissime persone, bambini compresi che camminano sulle rotaie con in mano i cestini per la raccolta dei prodotti del bosco, il mondo che ti passa accanto è nuovo, alle stazioni troviamo a volte i trenini russi che non sono diversi dagli orribili treni della linea Siena-Firenze ma qui hanno delle panche di legno giallo al posto delle poltrone. Tutti i russi siedono composti in silenzio con le loro borse di plastica: l’inizio della nostra conoscenza con il popolo russo è piuttosto crudo, sono persone che vivono circa cinquanta anni indietro rispetto a noi, con i buoi che tirano gli aratri e con i bambini a fare legna nei boschi, sembra di vedere i documentari del secondo dopoguerra.

L’arrivo a S.P. È poi ancora peggio: lasciate le campagne attraversiamo queste immense periferie di capannoni e di palazzi mastodontici, saranno composti da centinaia di appartamenti, tutti senza terrazze, palazzi di almeno quindi ic piani che si sviluppano tutti uno di fianco all’altro. Lungo la ferrovia ci sono tantissimi garage di lamiera, tutti ordinati, ma il fango e la miseria la fanno da padrona.

La guida ci diceva che saremmo arrivati alla stazione Finlandia, e noi impastati col cirillico ci siamo confusi, dopo un km fatto a piedi nella periferia russa chiediamo aiuto in un ristorante. Siamo molto lontani dal centro anche se con la metro non ci sarebbero problemi, noi siamo completamente persi e confusi: qui non si legge una scritta, nessuno parla una parola di niente, piove a dirotto, il traffico fa paura. La signorina del ristorante ci scrive l’indirizzo su un bigliettino, ci sporgiamo sulla strada, facciamo il magico cenno con la mano e nel giro di due minuti siamo su una macchina, con la radio a palla, i sedili coperti di pelliccia con un ragazzo che a 90 all’ora ci porta a spasso per la città. In 20 minuti siamo all’ostello, ci chiede 200 rubli. Meno male che avevamo cambiato 25€ in treno.

Ci siamo sistemati: ma l’ostello fa paura, a parte la vicinanza con il carcere, i materassi, l’acqua , i bagni: dopo l’avventura per arrivare adesso dobbiamo abituarci! Accanto all’ostello c’è la metro: facciamo la fila, compriamo i gettoni, prendiamo le scale mobili, tutti in fila, sulla scala si tiene la destra perché chi ha fretta scende a corsa, tutti in silenzio, chi legge, chi ascolta musica, nessuno guarda nessun altro, non si riconoscono nemmeno i turisti, riconosciamo degli italiani solo perchè siamo gli unici cinque che alla fine della scala mobile non sappiamo dove andare…

Contiamo le fermate e arriviamo, secondo noi, alla fermata “Nevsky prospect”, ma capiremo solo dopo un ora che siamo scesi alla Ploshchad Vosstania. Digiuni dalla sera prima sono le 17 e mangiamo di gusto un bel menù al fast food (un menù completo pizza hut costa circa 3€). Dopo aver mangiato, la percezione delle cose è veramente cambiata, i russi sono carini, aperti, sorridenti, si fanno in quattro per capire. Ci sono internet point ovunque, negozi alla moda e bellissime ragazze, fuori dalle banche e dalle profumerie ci sono le guardi giurate, una crema antirughe costa i 30/40€ che costa da noi ma qui è in pratica il valore di uno stipendio medio.: tutto il panico della giornata si è trasformato in stupore. Il palazzo più piccolo è lungo almeno 500 metri, c’è tantissima gente in giro, e Maurizio, che non ci voleva neppure venire, adesso rimpiange il fatto che possiamo stare qui solo per cinque giorni. La sera prenotiamo il walking tour all’ostello, con una guida russa. Come al solito il modo è piccolissimo: sono ospiti dell’ostello due ragazzi di Colle, lei viene in piscina da me, ci raccontano che il fratello di lui studia qui, ci danno tante informazioni sulla polizia russa, mai mostrare il passaporto perché viene sequestrato fino al pagamento di una bella mazzetta, mai attraversare la strada dove non c’è il semaforo, mai bere l’acqua della neva, si può entrare all’hermitage senza fare la fila, i russi sono fantastici, la cucina è fantastica! 26 Agosto: partenza alle 10,30 con la guida, una ragazza che parla un inglese un po’ russizzante, considerato che io parlo un inglese un po’ italianizzante, la prima ora capisco poco: dopo comincio a capire che la “e” si pronuncia “ie” alla russa, quindi “Thien” vuol dire “then” ecc. In più facciamo il giro assieme ad una coppia di Londra, che ovviamente con l’inglese non ha problemi: come siamo ignoranti noi italiani! La signorina, di cui non siamo riusciti a capire il nome, camminava un ritmo impressionate: < S.P. È grande si deve camminare veloce!> , Mau è praticamente distrutto dopo il primo Km e considerando che non parla inglese, non so chi gliel’abbia fatto fare! Decidiamo di fare la parte a destra del nevsky pr.: la ragazza ci porta a visitare le chiese ortodosse, e ci spiega come si svolgono i riti che non venivano celebrati da anni per colpa del comunismo, anche se, ci racconta, che in segreto tutti professavano una religione, sia ortodossa che cristiana; la nonna le faceva recitare le preghiere di nascosto quando era bambina: quando la politica ha reso possibile nuovamente la celebrazione delle funzioni le chiese si sono riempite come non mai.

Sinceramente è stato interessante: tutto le chiese sono fatte con la stessa logica, una parte rappresenta il nuovo testamento, una parte il vecchio, una parte la terra, una parte il paradiso, il pastore canta litanie a giro per la chiesa e i fedeli girellano per la chiesa baciando le icone, e inchinandosi fino a toccare terra.

Abbiamo poi visitato il giardino d’estate, il palazzo degli ingegneri, il palazzo Mikhailovsky , la chiesa del salvatore sul sangue versato, il palazzo d’inverno e l’Hermitage, la cattedrale di S.Isacco e l’ammiragliato, i giardini di S.Nicola, e la Piazza dei decabristi. La ragazza ci racconta anche un po’ di segreti, come prendere la metro (ci scrive i bigliettini per richiedere i vari tipi di abbonamento) i bistrot, i ristoranti (cosa e dove mangiare) la vodka. La EDT dice che i russi hanno particolare passione per le storie da fotoromanzo degli zar, ma sinceramente non pensavamo che i loro racconti arrivassero fino a questo punto, a confronto degli intrighi degli zar, gli ideatori di beautiful sono ragazzi! Anche sposarsi è particolare qui: ci sono le case dei matrimoni, gli sposi arrivano con l’auto, che si riconosce per i due anelli intrecciati di plastica sul tetto, i vestiti sono molto diversi dai nostri, una volta sposati cominciano a brindare a giro per la città. Toccando i piedi delle statue che reggono il porticato dell’hermitage, facendosi fotografare sulla piazza dei decabristi sotto la statua di Pietro I, andando a rompere i bicchieri sotto i due fari alla fortezza. Gli inviatati, veramente poca genteaccompagnano gli sposi con applausi e bicchieri pieni! In tutti questi luoghi di sposi ce ne sono veramente tanti, e spesso c’è una bella orchestrina che suona marce nuziali: attenzione alla testa perchè noi siamo stati investiti da diversi tappi di spumante! I russi sono molto poveri rispetto a noi: la metro costa sette rubli a gettone, ma gli abbonamenti sono meno costosi, la cena (zuppa russa, carne, verdura, dolce) ci è costata 313 rubli in due, la camera costa 19$ al giorno colazione e lenzuola comprese. In un giorno abbiamo già imparato a prendere la metro e domani ci aspetta un giro sulla isola di petrograd.

27 Agosto: dopo due notti in camera doppia senza bagno chiediamo di poterci spostare in una delle due camere con bagno, non sto a descrivere la qualità dei bagni comuni, puliti ma in delle condizioni poco rassicuranti (nella stanza delle docce ad esempio non c’è finestra, o meglio c’è la finestra ma senza vetri, ti ripara dall’esterno solo una serie di grate, vi lascio immaginare il freddo!). Hanno solo due camere, le danno ai viaggi di nozze, costano 25€ a testa, c’è anche la televisione con la parabola. La mattina portiamo subito i bagagli: ci sono ancora palloncini, fiori e spumante, probabilmente lasciati dagli sposi. Il bagno qui è senza finestra, nel senso che è buio e ho fatto subito una bella doccia, ma con la porta aperta perchè l’odore dell’acqua è insopportabile! Oggi dedichiamo la giornata alla storia, di S.P., ma in pratica alla storia del novecento: visitiamo la fortezza di Pietro e Paolo, visitiamo il museo della zecca di stato che si trova all’interno della fortezza, facciamo diverse foto da sopra le mura: la città illuminata da un bel sole cambia completamente aspetto, le spiagge sotto la fortezza si sono presto riempite di russi che si spogliano a prendere il sole, una elegante signora si è persino spogliata per farsi un bagno nella Neva!.

Abbiamo visitato l’Incrociatore Aurora, quello che sparò i colpi a salve in appoggio dei rivoluzionari del 1917, ormai un museo a cielo aperto: si visitano anche gli alloggi dell’equipaggio. Andiamo sotto i due fari a olio che ormai vengono accesi solo per il compleanno di S.P.,visitiamo la bellissima moschea, dove però è vietato l’ingresso ai turisti, e poi visitiamo il museo di storia politica al palazzo Kshesinkaia.La proprietaria di questo bel palazzo era una bellissima ballerina, amante dell’ultimo zar Nicola (quello esiliato e poi ucciso con tutti suoi familiari). Nel febbraio del ’17, Lenin entrò nella città dalla stazione finlandia, prese possesso del palazzo relegando la ballerina al piano superiore, dove ancora sono conservati i suoi bellissimi abiti di scena, Lenin ne fece il suo quartier generale, c’è ancora il suo ufficio, le sue carte e ci si può affacciare sul famoso balcone dal quale ha tenuto tanti discorsi: qui c’è tutta la storia del comunismo russo, fino ai nostri giorni, ci sono giornali, abiti, bandiere, tessere, documenti ufficiali, fotografie. Si arriva fino alla seconda guerra mondiale, con la storia del terribile assedio cui fu costretta la città preda ambita di Hitler.

Abbiamo assaggiato i famosi Bliny, i gelati, e le focaccine caldo con le mele: i venditori ambulanti non parlano certo inglese, il segreto è sorridere e far vedere che si ha fame gli chiedi qualcosa di buono e loro ti servono. Questa tattica non ci ha mai deluso, tutti i russi che hanno tentato di capirci scuotevano la testa, ridevano, ma poi ci hanno sempre servito cose buonissime! Siamo andati all’ufficio postale dove si vendono e si spediscono le cartoline: la signora mi ha fatto un sacco di domande io ho sempre sorriso, le ho consegnato il portafoglio e lei si è servita, ma ci ha preso pochi soldi e le cartoline sono puntualmente arrivate.

Abbiamo cenato in un bel ristorantino sulla nevsky, dopo aver fatto acquisti in un negozietto che vende abbigliamento militare, siamo tornati all’ostello la sera tardi, ci siamo rilassati sulla bella terrazza che offre un fantastico panorama: domani ci aspetta il museo più grande del mondo! 28 agosto: la fila all’hermitage è molto più veloce di quella degli uffizi! Siamo entrati poco dopo le dieci e non abbiamo assolutamente pagato il biglietto per le foto, qui non controlla nessuno e non ti mettono neppure l’adesivo sugli abiti come in altri musei. Abbiamo completamente saltato il piano terra con la storia antica, i romani e gli egiziani, e siamo saliti subito al primo piano con le sale ancora arredate, le tre grazie di Canova, gli unici due dipinti in russia di leonardo da Vinci, Goya, Raffaello, Michelangelo e tutto il terzo piano con Kandisky, Ricasso, Matisse, Gaugin, Monet: noi siamo completamente ignoranti di storia dell’arte, ma la collezione è fantastica. Siamo usciti alle 15,30 abbiamo pranzato in un comodissimo self service, siamo saliti sulla cupola di S.Isacco e ammirato un panorama stupendo ancora salutati da uno splendido sole: abbiamo visitato il museo della vodka con la storia di una delle aziende di produzione più grandi: si esponevano gli strumenti di distillazione, le etichette e le bottiglie più famose, fotografie e feste commemorative.

Domani ci aspetta il treno per helsinky, proviamo a raggiungere la stazione con la metropolitana per calcolare i tempi. Il treno parte alle 7,30 russe, ci vuole circa mezz’ora per raggiungere la stazione quindi mettiamo la sveglia alle 6 russe, cioè le quattro italiane! 29 Agosto: siamo partiti a malincuore: abbiamo lasciato fuori almeno tre musei (russo, navale e dell’assedio) non abbiamo visitato le due residenze estive (con le bellissime fontane di Petrodvorets e la camera d’ambra di caterina). Il Repin è un cugino veramente molto lontano del Sibelius, il viaggio scorr malissimo, come come al solito in russia la colazione a base di dolce e yogurt è compresa nel prezzo. Arriviamo ad helsinky, paghiamo il parcheggio e sistemiamo i bagagli, pranziamo nel Mcdonald di fronte alla stazione, e andiamo la porto per prendere il traghetto per tallin. Saliamo sul Superseacat, e appena saliti in poltrona io crollo addormentata, mi sveglio solo a Tallin.

Prendiamo la strada che sembra portare a quel bel campanile… Ci troviamo sulla strada che circonda le splendide mura, troviamo subito un ostello, per 50€ ci dà una super camera nuova di zecca con materassi e piumoni: ci sembra di sognare. Subito una bella doccia calda con l’acqua pulita e di cors ain centro: Tallin è una città bellissima, i prezzi sono molto europei, ma il clima e la pace che ci sono per le strade è fantastico: belle le casettine, le chiese, le strade e la mitica piazetta! Ceniamo in un bel ristornate dove riceviamo la conferma definitiva: la Fiorentina giocherà in serie B! La serata passa veloce e alle 22 siamo a letto sfiniti. Una dormita come non facevamo da giorni! 30 agosto: la mattina ci accoglie con un bel sole, visitiamo a piedi la città vecchia: dall’alto la città è ancora più bella, veramente l’impressione è molto vicina e quella di S.Gimignano, con i suoi vicoli, le sue mura, il silenzio i turisti. Al mercatino mi compro un bellissimo paio di guanti. Il prossimo anno l’Estonia entrerà in europa, me senza ingresso nell’€, anche se qui è già moneta comunemente accettata.

Partiamo per Riga subito prima di pranzo, ma fuori dalla città ci coglie un terribile pioggia, che ci accompagnerà fino a Riga.

Volevamo visitare la costa dell’estonia ma la pioggia ci ha fatto desistere: la frontiera ci aspetta dopo pochi Km, le repubbliche in effetti sono piuttosto piccole, il passaggio è abbastanza veloce, in un’oretta facciamo tutto, ci timbrano il passaporto e via attraverso la lituania. Il paesaggio ci coglie di sorpresa, a parte la pioggia incessante, sembra di essere tornati in russia: palazzoni infestano le periferie delle città e non c’è un cartello stradale a pagarlo oro! Arrivati a Riga dobbiamo penare molto per trovare un albergo, al ristorante non accettano la carta di credito quindi abbiamo dovuto fare una corsa ad un supermercato per cambiare un po’ di €, la gente è anche un po’ freddina, non c’eravamo più abituati! 31 agosto: la mattina piove ancora a dirotto, in città non ci sono cartelli, il signore dell’albergo, al quale chiediamo spiegazioni per la strada ci dice solo di andare sempre dritti, e che non è assolutamente vero che non ci sono cartelli: ci apre il cancello del parcheggio custodito ormai è assolutamente infastidito dai nostri commenti, loro stanno bene così e se vogliamo noi europei possiamo anche andarcene.

Così facciamo ed entriamo ben presto in lettonia: alla dogana dobbiamo comprare l’assicurazione, la carta verde qui non è riconosciuta: il personale alla frontiera magicamente è di nuovo disponibile e gentile. In lettonia troviamo nuovamente il sole.

La campagna è molto colorata, ci sono mucche legate a catena praticamente ovunque, ci sono tantissime cicogne che ti guardano dall’alto dei loro nidi o che ti passano accanto con le loro grandi ali. Oggi è il mio compleanno e pranziamo in un ristorantino fuori città dove si è fermato un gruppo di motociclisti che ci saluta con grande calore: stanno mangiando delle bellissime pizze. Mau ordina la pizza che viene servita con un buonissima salsina all’aglio e io, come al solito, chiedo alla signorina qualcosa di speciale, di lettone: mi porta un magico piatto con patatine, verdure varie, insalate pomodori e una specie di CordonBleu, ci prendiamo anche un gelato artigianale: assolutamente fantastico! Dopo il pranzo ripartiamo alla ricerca di un distributore: prendiamo la via dell’ambra, bella grande ma con i semafori per i pedoni e con la corsia di emergenza occupata da simpatici lettoni che vendono di tutto.

Passiamo vicino a diversi paesi: nonostante la vicinanza al mare la vita qui è soprattutto legata all’agricoltura, ci sono laghetti molto carini: c’è vento e troviamo tre surfisti che girellano in un laghetto. Qui siamo ritornati senza dubbio in occidente, belle strade, bei cartelli, bei distributori: ma tanta miseria, considerate che con 3€ ci siamo comprati 12 snack (copresi i nostri Mars e smarties).

Alle 16 siamo vicini alla Polonia: volevamo visitare le repubbliche ma la pioggia ci ha scoraggiato, si vede che il destino vuole che visitiamo la polonia. Quindi ci avviamo verso il confine: ci sono camion incolonnati per Km, alla frontiera aspettiamo tre ore, con due cicogne che ci osservano tranquille.

Entrati in polonia ci dirigiamo a Sulwalky: c’è un bell’albergo sulla strada, di fronte alla pizzeria rosmarino: con 30€ dormiamo in una bella camera arredata con gusto, ceniamo nel ristorante dell’albergo con ravioli caucasici e la solita zuppa, carne e fantastiche crepes con gelato il tutto per 11€, in due naturalmente.

Chiediamo se esiste un internet point e la ragazza alla reception chiama Damian un suo amico che si offre di accompagnarci, ci racconta che tanti polacchi vivono in italia, sua sorella vive a roma, si offre persino di pagarci il collegamente ad internet, e ovviamente paga lui visto che noi avevamo solo €. Gli diamo una mancia di 5€, per loro vale un pranzo in un bel ristorante: devo dire che però non si vede miseria, qui, anzi forse siamo noi che ormai pretendiamo troppo dalla vita, tutti si godono le serate facendo karaoke nei bar o ballando per strada, qui la vita costa meno ma tutti sono vestiti alla moda e sono gentilissimi, senza dubbio molto più che in italia, anche i bambini parlano inglese e moltissimi parlano italiano! 01 settembre. La mattina partiamo per Varsavia. La strada non è delle migliori, attraversiamo paesi bellissimi, mercatini pieni di gente che ci saluta, qui non passano tante moto.

La campagna è bella e la gente e solare: oggi è il primo giorno di scuola e c’è tanta gente a giro, molti genitori ci indicano ai bambini, tutti ci salutano: è molto bello viaggiare così a contatto con la gente.

Ovviamente ovunque accettano la carta di credito e non abbiamo nessun tipo di problema.

Arriviamo a Varsavia dopo pranzo, ci sistemiamo in hotel con parcheggio custodito e passiamo una bella serata in centro, mangiamo ottime lasagne in un bel ristorantino italiano in un centro commerciale: vendono le Nike a 50€, hanno anche bellisismi zainetti, ma noi non abbiamo posto! Ci godiamo una passaggiata nel centro storico, tutto ricostruito dopo che, durante la seconda guerra mondiale, la città era stata praticamente rasa al suolo.

02 settembre: partiamo per Cracovia viaggiando ancora lungo la strada principale, godendo di panorami fantastici e ottimi pasti a base di carne e verdure: ci saranno circa otto gradi, io mi sto congelando, ma come ci spiega un ragazzo polacco che fa il camionista in italia, qui l’estate finisce a fine luglio e poi inizia l’autunno. Avrei voglia di un latte caldo, ma qui non hanno latte nei locali, quindi mi scaldo con the e pasticcini: nell’autogrill c’è una cartina della polonia e questo ragazzo ci consiglia un paio di posto da visitare, i suoi consigli saranno preziosi! Arriviamo a Cracovia e ci dirigiamo subito alle miniere di sale di Welicka, che una volta il nostro caro amico Alberto Angela aveva fatto vedere in una sua trasmissione: fantastiche, i minatori hanno costruito una cattedrale, stanze, saloni, statue, tutte sculture di sale, ci sono laghetti e grotte bellissime. La visita guidata è in polacco: sono ex minatori che ti accompagnano per i corridoi: il signore ci chiede se siamo italiani: lui parla un po’ di italiano perché passa le vacanze in motenegro, quindi tra una sala e l’altra ritraduce un po’ di spiegazioni! L’ascensore che ti ropirta su dal 170 metri di profondità, buio, chiuso e velocissimo è un esperienza che consigliamo a tutti: dalla paura tutti e dieci occupanti dell’ascensore, compagni di sventura, ci siamo messi a ridere che non finivamo più.

La sera arriviamo in albergo a Cracovia usciamo per visitare la vecchia capitale della polonia ma ci coglie una pioggia incessante: solo a buio riusciamo visitare il centro. Passiamo la serata chiusi in un bel localino a rilassarci mangiando degli splendidi dolci: in polonia forse si mangia meglio che in russia.

03 settembre: partiamo la mattina per Oswiecim dove visitiamo i due campi di concentramento di cui tanto senti parlare, io avevo visto che alcune trasmissioni girate in quei luoghi: ma non è affatto come te l’immagini, solo chi ha passato quel cancello sente il silenzio, l’aria, il vento, gli odori…. Non scattiamo foto compriamo una guida, lasciamo dei soldi e decidiamo di far rientro a casa.

Dopo due giorni siamo a casa con alle spalle un viaggio economico, un po’ improvvisato forse, visto il cambio di destinazione verso la polonia, ma un viaggio che consigliamo a tutti.

A parte la visita di S.P., troppo breve ma ricca di storia e umanità, il resto del viaggio ci ha fatto crescere molto: a volte pensavo a mia nipote che a otto anni ha ricevuto in regalo il suo primo telefonino, siamo sicuri che “vivere” voglia dire essere belli ricchi e famosi! Un giorno speriamo di avere un figlio anche noi ma cercheremo di fargli capire come è facile divertirsi con poco e come sembriamo stupidi quando ci facciamo avvolgere dal consumismo. Noi siamo già molto contrari alle gite organizzate dai tour operator: pensate che il giro all’hermitage della XXXXX tour (meglio non fare nomi) durava due ore, giravano per la città in pulmann con aria condizionata e l’unico museo che hanno visitato in libertà era quello del caviale.

Siamo anche contrari alle “vancanze”, almeno una volta all’anno noi preferiamo i “viaggi”, che intraprendi con il corpo ma soprattutto con la mente, aperta a cogliere tutte le nuove culture che incontri per strada! C’è solo bisogno di un po’ di voglia di conoscere e di capire per tornare a casa con qualcosa di nuovo , con qualcosa di più che potrai trasmetter a chi ti sta vicino.

Il costo del viaggio tutto compreso (tasse, visti, ristoranti, merende, musei, rullini fotografici, souvenir, internet, benzina, treni, navi ecc.) in due con una moto esattamente 2006€ Per risparmiare un po’ basta organizzarsi per la cena e cucinarsi qualcosa, noi in effetti non abbiamo risparmiato su niente!



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