In Romania per esplorare i monasteri della Bucovina

Viaggio con i bambini in una bellissima regione ancora incontaminata
Scritto da: pil
in romania per esplorare i monasteri della bucovina
Partenza il: 02/06/2017
Ritorno il: 04/06/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
La Bucovina è una regione divisa tra la Romania (Bucovina meridionale) e l’Ucraina (Bucovina settentrionale), ai piedi dei Carpazi. Noi (io, mia moglie e i miei bambini di 4 e 8 anni) abbiamo concentrato la visita nella regione meridionale appartenente alla Romania, famosa per la presenza di un numero ragguardevole di monasteri edificati tra il XIV e il XV secolo, edificati per affermare la fede ortodossa contro l’espansionismo musulmano.

Questi monasteri rappresentano un unicum nel loro genere in quanto hanno la particolarità di essere affrescati all’interno, ma soprattutto all’esterno, con colori talmente vivaci e pitture ancora così ben conservate che stupiscono per la resistenza alle intemperie e agli agenti atmosferici.

In questa sede comunque non mi dilungherò sulle informazioni di tipo storico-artistico reperibili su qualche testo di storia dell’arte specifico; voglio solo dare alcune informazioni pratiche per programmare un viaggio in questa regione, ancora relativamente poco conosciuta.

COME ARRIVARE. Punto di forza è sicuramente la facilità di accesso. La Compagnia low cost ungherese Wizzair ha infatti un volo diretto Bergamo-Suceava, capoluogo della Bucovina, che in meno di 2 ore permettere di atterrare nel cuore della regione. L’aeroporto di Suceava, a pochi chilometri dal centro, è un minuscolo scalo con pochi voli, provenienti per la maggior parte dall’Italia (Bologna, Milano, Venezia, Roma) e un volo da Londra. Il costo medio da Milano si aggira sui 25 euro a tratta a persona. Poiché il nostro viaggio ha coinciso con il ponte del 2 giugno, purtroppo la tariffa non è stata eccezionale: 264 euro in 4; si può trovare a meno essendo più flessibili.

COME MUOVERSI. Fondamentale l’utilizzo dell’auto. I monasteri sono dislocati nel raggio di 50 Km circa, e non sono servitissimi dai trasporti pubblici. Dopo vari preventivi, mi sono rivolto ad Autoboca, un’agenzia di noleggio rumena: costo per 2 gg di un’auto con copertura assicurativa totale 120 Euro. Non proprio economica, considerando poi il fatto che è inclusa una tassa per il ritiro e la riconsegna dell’auto di 20 euro nel fine settimana. In compenso l’auto era in ottime condizioni.

DOVE SOGGIORNARE. Per motivi logistici, ho trovato più conveniente soggiornare nella cittadina di Radauti, una trentina di Km a nord-ovest di Suceava. Radauti si trova in prossimità di alcuni dei monasteri più interessanti, raggiungibili in poche decine di minuti di macchina.

Per il pernottamento abbiamo prenotato, come al solito, su Booking.com una sistemazione poco fuori dal centro, in una tranquilla zona residenziale. L’Hostal Harmonie, a differenza del nome, è un vero e proprio hotel 3 stelle, di recente apertura con camere molto pulite. Una camera familiare con 2 stanze da letto per 4 persone e bagno è costata 90 euro per due notti, colazione esclusa. L’hotel offre comunque la possibilità di fare colazione e di consumare i pasti, avendo un ristorante al piano terra. Considerata la sistemazione e la pulizia è sicuramente da consigliare.

COSA VEDERE. Come si è capito, la motivazione principale della visita sono i monasteri affrescati.

L’entrata a ogni monastero costa 5 Lei a persona (1 euro = 4,5 Lei). Per poter fotografare all’esterno si dovrebbero pagare altri 10 Lei, cosa che in realtà non abbiamo mai fatto perché abbiamo utilizzato solo il cellulare. Inoltre all’interno è comunque vietato fare fotografie, quindi la spesa, moltiplicata per tutti i monasteri, ci è sembrata non congrua.

Arrivati a mezzogiorno a Suceava, recuperata l’auto a noleggio direttamente in aeroporto, siamo partiti alla volta del monastero più vicino alla città, il Monastero di Dragomirna, a circa una quindicina di chilometri. A differenza di quelli che vedremo successivamente, questo monastero non presenta affreschi all’esterno, ma solo in parte dell’interno. La chiesa sorge all’interno di una imponente cinta fortificata con 4 torri d’angolo, ed è caratterizzata proporzioni singolari, infatti è alta 43 m per pochi metri di larghezza. La torre della chiesa è inoltre riccamente decorata all’esterno con bassorilievi e incisioni.

Da Dragomirna ci siamo poi diretti al successivo monastero, deviando dalla strada più breve per l’albergo verso la località di Arbore, situata sempre a poche decine di chilometri.

Il Monastero di Arbore, patrimonio Unesco, dedicato alla decapitazione di san Giovanni Battista, è stato costruito nel 1503 e sorge lungo la strada principale del paese. Non presenta la cinta muraria, ma qui si cominciano ad apprezzare le decorazioni sull’esterno della chiesa che poi ritroveremo più abbondanti nei monasteri successivi. Molto belli sono inoltre i dipinti all’interno del monastero, fondato dal nobile Luca Arbore, ritratto all’interno sulla parete destra che separa i due ambienti della chiesa. La copertura in legno ha gronde molto accentuate per preservare i dipinti esterni dagli agenti atmosferici, particolare che caratterizza anche gli altri monasteri della zona.

Conclusa la visita, siamo ritornati sulla strada principale Suceava-Radauti in quanto la strada più breve diretta a Radauti è sterrata. Preso possesso della camera, ci siamo recati in centro al paese (niente da segnalare, cittadina anonima senza particolare spunti di interesse) e abbiamo cenato al Ristorante National, Strada Piața Unirii. Il ristorante offre piatti tipici della cucina regionale: abbiamo assaggiato la Chorba radautana (zuppa locale a base di aglio con pezzi di pollo, da mangiarsi con un peperone verde crudo e fette di pane, praticamente un suicidio, di cui pagherò le conseguenze fino al mattino successivo); come secondo dei medaglioni di filetto ai ferri su fette di pane tostato e con burro salato, accompagnati da insalata (cipolle, cetrioli, peperoni, ecc..) e patate saltate. Tutto molto buono, anche se l’alito e la digestione ne hanno risentito! La zuppa è costata 8 Lei e il piatto di carne 32 Lei, quindi i prezzi sono decisamente più economici se paragonati ai nostri.

La mattina successiva, dopo aver fatto colazione in un bar/pasticceria del centro, ci siamo diretti verso uno dei monasteri, a mio giudizio, più interessanti, anche per il contesto paesaggistico nel quale è inserito. Da Radauti, proseguendo verso ovest, dopo una ventina di chilometri siamo giunti al monastero di Sucevita, fondato nel 1581, circondato anch’esso da una notevole cortina muraria con 4 torri sui vertici e una torre centrale si accesso. Dopo aver pagato il solito biglietto di ingresso da pagarsi alle monache, che maneggiano soldi con più abilità di un consumato bancario, attraverso una delle torri si accede nel cortile interno alla cinta muraria. Di dimensioni ragguardevoli se paragonato a quello di Arbore, presenta affreschi su gran parte delle pareti esterne, con colore dominante il verde scuro. Notevole la Scala del Paradiso che rappresenta un percorso ascensionale dalla Terra al Cielo. Il monastero sorge in uno scenario di boschi di faggi e di abeti, ed è ancora maggiormente apprezzabile ammirandolo dalla sommità di una collina nelle vicinanze, raggiungibile a piedi, dalla quale si può distinguere la cinta muraria fortificata con la chiesa al centro. Molto belli sono anche gli affreschi degli ambienti interni che ricoprono ogni centimetro quadrato della superficie muraria.

Da Sucevita, dove il numero dei turisti era ancora modesto vista l’ora mattutina, abbiamo proseguito in auto valicando il passo di Magura nei Carpazi, tra vedute molto belle di boschi e pascoli, fino a giungere al monastero di Moldovita, costruito nel 1532 da Petru Rares, figlio illegittimo di Stefano il Grande.

Patrimonio Unesco, simile al precedente per conformazione (presenta anch’esso una cinta muraria) ma decisamente più piccolo, è comunque riccamente affrescato all’esterno e all’interno, questa volta con colori sulle tonalità del giallo e rosso. Qui il numero dei turisti cominciava a farsi notevole: è però un turismo quasi del tutto locale; abbiamo infatti incontrato in questo viaggio qualche sparuto gruppo organizzato di turisti tedeschi, qualche francese e, incredibile a dirsi, nessun italiano. O almeno non ho mai sentito parlare in italiano.

Ripresa la strada, ci siamo diretti a sud verso Campolung Moldovenesc e da lì verso est per visitare il monastero forse più famoso: il monastero di Voronet (anch’esso patrimonio Unesco), nei pressi della cittadina di Gura Humurului. Che sia il più noto si vede dalla presenza del parcheggio a pagamento (2 Lei) e dal numero di bancarelle che vendono cianfrusaglie lungo la strada che porta al monastero. Il monastero è uno dei più antichi essendo stato costruito, si dice, in tre mesi, tre settimane e tre giorni nel 1488, per ricordare la vittoria sui turchi del 1475; è famoso per la rappresentazione sulla parete esterna di fondo del Giudizio Universale, in ottime condizioni di conservazione, interamente sui toni dell’azzurro (l’azzurro di Voronet, ottenuto dall’impiego di lapislazzuli) e per questo definito la “Cappella Sistina d’Oriente”. Decisamente notevole e di sicuro impatto.

Usciti da Voronet ci siamo diretti all’ultimo monastero in programma, per la gioia dei bambini che erano ormai allo stremo. A pochi chilometri a nord sorge infatti il monastero di Humor, costruito nel 1530 e anch’esso riccamente affrescato e ben conservato, in questo caso dipinto con i toni dominanti del marrone. È anche visitabile l’unica torre rimasta della cinta muraria, dalla cima della quale è possibile ammirare il monastero dall’alto. Rientrando verso Radauti abbiamo evitato la strada principale e abbiamo seguito una strada secondaria che serpeggia in paesaggio bucolico, tra campi coltivati e pascoli popolati da stormi di cicogne che sono solite fare il nido sui pali della luce anche nei centri dei paesi. Visione, questa volta, molto gradita ai bambini.

In conclusione, il viaggio ha sicuramente superato le aspettative; i monasteri rappresentano un unicum dell’architettura e della pittura e sono immersi in un paesaggio di notevole bellezza.

A questo bisogna aggiungere il costo della vita sicuramente conveniente e la gentilezza della popolazione che, tra l’altro, parla molto spesso l’italiano per ovvi motivi di emigrazione nel nostro Paese.



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