In moto da Roma a Lisbona
Non voglio, perchè non saprei farlo non avendone le competenze, sostituirmi ad una guida e descrivere nel dettaglio i monumenti e i luoghi d’interesse visitati: scrivo solo per dare uno spunto a chi volesse seguire lo stesso itinerario, magari in moto come ho fatto io, e per ripercorrere mentalmente quello che è stato un gran bel viaggio.
ROMA-MONTPELLIER (1030 Km) Partenza fissata per la mattina di sabato 31 luglio e con un obiettivo preciso: essere a Madrid la domenica sera (2000 km in totale) dove ci aspetta il mio amico Gustavo, che non vedo da sette anni e che ci ospiterà per un paio di notti per poter riprendere un pò di fiato; Ci diamo come timing per le soste i 250 km ( di guida e incredibilmente, rispettando la tabella di marcia perchè riusciamo a partire alle 9, poco dopo l’una siamo dalle parti di Genova. Sosta, panino, caffè e via di nuovo verso la Francia, arriviamo fino a Montpellier verso le 21 e passiamo la notte lì. 1030 Km, come primo giorno niente male! Riusciamo a malapena a prendere una birra dopo cena sulla piazzetta di questa graziosa cittadina prima di crollare a letto.
Montpellier-Madrid (930 Km) Appena in autostrada realizziamo che tutta la Francia sta andando in vacanza: camper, roulotte e auto rendono i primi 100 km un inferno, così decidiamo per una deviazione: a Perpignan usciamo per prendere la statale pirenaica per Andorra che, una volta scollinato, scende in picchiata fino a Leida in Catalogna attraverso uno splendido paesaggio fatto di laghi, canyon e montagne dalle strane forme scolpite dal vento. Sosta per pranzo, e via di nuovo verso Saragozza dove un vento fortissimo ci costringe a fermarci per un pò. Sono le 18 e a Madrid mancano 300 km, bisogna ripartire: la strada verso la Capitale è molto bella, piena di curvoni veloci che attraversano le montagne della Sierra a Nordovest di Madrid. Alle 21 siamo a destinazione, riabbracciamo Gustavo, parcheggiamo le moto (non se ne parla neanche di riprenderle per domani) e dopo la doccia usciamo per affrontare, distrutti come siamo, la famosa “movida” madrilena…Cosa che verrà ripetuta anche la sera seguente, dopo però una giornata intera passata ad oziare a bordo piscina e sul divano.
Madrid-Lisbona (650km) Oggi ci aspetta una passeggiata, in confronto ai due tapponi precedenti. Tanto è vero che la mattina la passiamo con calma in un caffè di Madrid per i saluti con il mio amico e solo intorno a mezzogiorno (furboni, proprio nell’ora più fresca…) rimettiamo il sedere sulla sella. Tra Madrid e Lisbona c’è da attraversare il nulla aspro dell’Extremadura, finchè non si arriva in Portogallo e il paesaggio comincia gradatamente a cambiare: dolci colline piene di querce da sughero accompagnano gli ultimi km dell’autostrada verso Lisbona, alla quale si accede dallo spettacolare Ponte 25 Abril, una sorta di fotocopia del Golden Gate che ti permette una vista mozzafiato della città e dell’estuario del fiume. Siamo abbastanza riposati una volta giunti in hotel (un fantastico colpo di…Fortuna ci ha permesso, via internet, di prenotare per 4 notti in un 4 stelle a soli 30 euro a persona) ma non rifiutiamo, già che c’è ed è compreso nel prezzo, un bel bagno turco e un idromassaggio in attesa dell’arrivo delle nostre due ragazze. Una volta giunte anche loro a destinazione, ci tocca la nostra prima razione di baccalà in un ristorantino del Barrio Alto. Gli altri tre giorni sono dedicati alla visita di Lisbona e dintorni (Sintra) con le moto rigorosamente in garage e sempre tanto baccalà ( ma anche arroz de mariscos) nello stomaco..
LISBONA-ALBUFEIRA (250Km) E’ il 7 agosto, sabato, quando partiamo verso sud in direzione dell’Algarve. Decidiamo di fare base ad Albufeira pur sapendo che si tratta di una località assolutamente turistica (la Rimini lusitana, praticamente, ma Rimini è 1000 volte più bella e affascinante..) perchè la posizione logistica è ottima: situata proprio nel mezzo della costa meridionale, è una splendida base di partenza per ricercare spiagge e paesini dell’Algarve tanto ad ovest quanto ad est, verso il confine con la Spagna. Ed è a questo che ci dedichiamo per i restanti tre giorni, non senza arrivare fino a Cabo Sao Vicente, il punto più a Sud Ovest d’europa, per le foto di rito. La regione è fantastica, con le sue scogliere a picco sul mare, i suoi paesini di case bianche di pescatori e splendide spiagge sabbiose bagnate dal mare più freddo che io abbia mai sentito..Vi risparmio, con riguardo a questi giorni, l’odissea del primo giorno per trovare un posto per dormire e l’eterno, onnipresente, baccalà propinato anche a colazione..
ALBUFEIRA-EVORA (250 km) Lasciamo l’Algarve per questa splendida cittadina dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale guidando attraverso la vecchia statale per Lisbona, fino a Beja e poi in direzione Evora. Bene, chi ha la passione per la moto su questa bella strada può davvero divertirsi: curve e curvoni non mancano, di macchine se ne incontrano poche, l’asfalto è ottimo e il paesaggio collinare che si attraversa è fantastico..
Ad Evora troviamo alloggio in una casa privata, pulita e confortevole, e ci buttiamo subito in città per ammirarne le bellezze e per trovare un internet cafè dove prenotare gli hotel per Porto e Coimbra. Missioni compiute con successo.
EVORA-COIMBRA 310 Km Decidiamo ovviamente di evitare l’autostrada e anche oggi guidiamo attraverso stradine di campagna, attraversando paesini minuscoli e ben curati oltre alle solite colline piene di querce da sughero. Ecco, una volta fuori dalla grande città (Lisbona) e dalla parte più turistica (Algarve), comincio a vedere come tutto sia estremamente curato, pulito, e mi rendo conto di come i portoghesi siano davvero un popolo di una estrema gentilezza che però si mantiene nei confini di una assoluta e discrezione ed educazione. Tornando al viaggio, il pesaggio cambia man mano che andiamo verso nord: già dalle parti di Tomar tutto diventa più verde e le colline si trasformano in vere e proprie montagne. L’aspetto mediterraneo del sud scompare e lascia il posto a degli scorci molto più simili a quelli della Galizia o dei paesi baschi.
A Coimbra restiamo due notti, ma in verità la città non le merita se non fosse per la splendida biblioteca joanina dell’Università o per il quartiere intorno a Prca do Comercio, nella parte bassa ( la parte alta è davvero troppo in alto, ci sono delle salite da mozzare il fiato..) COIMBRA-PORTO 113 km Arriviamo in poco più di un’ora attraverso l’autostrada A1 e prendiamo alloggio a Vila Nova de Gaia, la cittadina che fronteggia porto dalla riva oposta del fiume Douro e nella quale hanno sede le cantine nelle quali si produce il famoso vino..Potremmo mai non visitarne una? No, e infatti ne visitiamo tre (tanto è gratis) e tra degustazioni di Porto accompagnati da stuzzichini locali, il pranzo è andato.
Porto è una città suggestiva e dall’atmosfera particolare: nei vicoletti dei quartieri di Ribeira o Santa Ana (ricordano certi splendidi ecartteristici quartieri di Napoli) si respira, è vero, una concreta aria di povertà ma come al solito nessuno mai ti è ostile o ti dà l’impressione di volerlo essere.
Forse, come impatto, questa città mi ha colpito più di Lisbona.
PORTO-TOMAR 200Km Dopo due giorni, arriviamo a Tomar, vecchia sede dei cavalieri templari portoghesi: ed infatti quì c’è da visitare proprio il Convento di Cristo, il loro quartier generale: Fantastico!!!! Ed è quì, in questo piccolo paesino dell’interno, che consumiamo la migliore cena di tutto il viaggio: troviamo per caso un ristorantino a gestione familiare in una via nascosta del centro e, con le lacrime agli occhi e dopo il tanto pesce dei giorni precedenti, mangiamo un maialino da latte allo spiedo alla cui memoria dedichiamo una preghiera pagana; Da menzionare anche un antipasto di formaggio e prosciutto serrano tagliato a mano e il dolce chiamato “tre sapori”, al termine del quale ci alziamo e abbracciamo commossi il gestore/proprietario/cuoco.
TOMAR-LISBONA (180km) Prima di tornare nella capitale, ci fermiamo a vedere la cattedrale di Batalha e poi ripartiamo. Domani le ragazze hanno il volo di ritorno, e a me dispiace perdere la compagnia di Laura: credevo che avrebbe sofferto il viaggio in moto, i continui spostamenti, il continuo smontare e rimontare le borse ecc. Ed invece mi ha dato prova di una resistenza eccezionale: mai un lamento, mai il classico “ma chi me l’ha fatto fare”…Per chi viaggia in moto così a lungo con il passeggero, è fondamentale che quest’ultimo sia convinto di quello che fa e non parta controvoglia, altrimenti è la fine..
Come ultima notte a Lisbona, di nuovo bagno turco e idromassaggio nel medesimo albergo (e al medesimo, incredibile, prezzo) dell’andata, e poi arroz de mariscos in un ristorante dell’Alfama.
LISBONA-SIVIGLIA 540km Salutate le ragazze, io e Giulio dobbiamo metterci sulla via di casa; precisamente dovremmo arrivare a Barcellona per prendere la nave diretta a Civitavecchia: bene, da dove passiamo? Decidiamo che farci altri due notti a Madrid da Gustavo per rilassarci un pò non sarebbe male..Lo chiamiamo e ci dice, gentilissimo, che possiamo andare a casa sua quando vogliamo. Il problema è che non vogliamo fare la stessa strada dell’andata e così da Lisbona tagliamo a sud ovest per Siviglia, dove arriviamo sfiniti nel pomeriggio. Breve riposo, doccia (a proposito, solito sistema dell’hotel prenotato via internet) e serata passata nella più bella e affscinante città della Spagna. Siviglia ha un fascino e una bellezza difficili da descrivere, non proverò certo io a farlo visto che scrivo anche male..Unico consiglio: andateci! SIVIGLIA-MADRID 530km Trasferimento puro via autostrada, arriviamo a casa del mio amico nel primo pomeriggio, e ci prepariamo mentalmente a rivivere due “tranquille” notti madrilene (cioè, ceni alle dieci e mezzo di sera e rientri a casa alle 4 di mattina dopop aver girato mille locali e ti devi convincere di aver passato, secondo i loro standard, una serata tranquilla) MADRID-BARCELLONA 608km Di corsa verso il traghetto. Tutto è andatpo bene, pure troppo…Ed infatti a 5 km dal porto di Barcellona ecco l’imprevisto: foratura, ma di quelle brutte. Il mio fast non basta a riparare temporaneamente la gomma, che nel giro di trecento metri si riaffloscia impietosamente; risultato: il traghetto parte tra mezz’ora e io devo spingere la mia Ducati da 212 kg carica per 4 km …Mando avanti Giulio per farlo parlare con gli addetti all’imbarco e dirgli di aspettarmi. Tra l’altro è sabato, se perdo la nave dovrò attendere lunedì per trovare un gommista e poi farmi Barcellona-Roma in moto da solo…No, mi devono aspettare! Fortunatamente la nave aveva problemi suoi che ne ritardano la partenza di un’ora, ce la faccio!! E così è al pomeriggio del giorno dopo che rivediamo le coste dell’Italia.
Due motociclisti di Civitavecchia mi danno la dritta giusta per il gommista, lascio la moto parcheggiatà lì davanti ( è domenica), passerò a prenderla il giorno dopo, in fondo dopo 6500 km in moto 80 in treno sono uno scherzo!!!