In lungo e in largo per il Costa Rica senza auto a noleggio

In viaggio tra i parchi del Costa Rica con mezzi pubblici e shuttle
Scritto da: LARANGELI
in lungo e in largo per il costa rica senza auto a noleggio
Partenza il: 18/02/2016
Ritorno il: 10/03/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Il nostro viaggio è iniziato il 18 febbraio, con rientro in Italia il 10 marzo. Partenza con volo Iberia alle ore 07.00 di mattina, scalo a Madrid e arrivo a San Josè alle 15.40 dello stesso giorno, ora locale. Il volo l’abbiamo prenotato a settembre e ci è costato € 660,00 a testa. Inizierò descrivendo le tappe per poi soffermarmi su consigli e impressioni alla fine del racconto!

1° tappa: San Jose – dal 18 febbraio al 20 febbraio

All’arrivo all’aeroporto sbrighiamo le pratiche doganali, ritiriamo i bagagli e troviamo ad attenderci come accordi un taxi prenotato direttamente con la guesthouse presso la quale pernotteremo, “costarica guesthouse” (76 usd per due notti, prenotato tramite il loro sito). Sono ormai le 17.00 e il traffico a quest’ora è pazzesco, impieghiamo quasi un’ora per arrivare a destinazione. La prima impressione sulla città non è positivissima mentre è positiva l’ impressione sulla guesthouse anche se sicuramente influenzata dal fatto che vediamo l’ ora di farci una doccia e sistemarci un po’. Ma il tempo del relax è davvero minimo infatti decidiamo di andare subito alla stazione Tracopa per prenotare il bus che il 20 febbraio ci porterà alla prox tappa: Sierpe. Non sappiamo a che ora chiude la stazione, alla reception provano a telefonare ma senza alcun esito, prenotare in anticipo è impossibile, bisogna recarsi direttamente alla stazione. Una volta arrivati ( circa 20/25 minuti a piedi dalla guest house) facciamo finalmente il biglietto (circa 12 dollari a testa) e chiediamo conferma sulla tratta, siamo i primi a prenotare in quanto i numeri dei posti a sedere sono 1 e 2! A questo punto abbiamo sbrigato la cosa che più ci premeva, volevamo infatti essere sicuri di trovare posto sul bus delle 8.30, l’unico diretto per Sierpe! Torniamo alla guesthouse e già ci siamo fatti un’idea della città, infatti per andare alla stazione abbiamo percorso e dato un’occhiata alle vie principali. E’ davvero caotica, l’inquinamento acustico è terribile! Gente che urla, continui clacson, insomma un delirio e peccato che il contesto architettonico non risollevi di certo la situazione. Siamo molto stanchi e considerando che siamo “in frullo” da ore decidiamo di passare la serata in guesthouse e ricaricarci per il giorno dopo. Chiediamo indicazioni per il Vulcano Poas e inaspettatamente veniamo a conoscenza del fatto che non c’è più il bus diretto da San Jose ma bisogna per forza cambiare ad Alajuela dove, l’unica coincidenza per il vulcano, parte alle 9.00 di mattina.

L’indomani quindi ci svegliamo in tempo per cercare di prendere un bus da San Josè non più tardi delle 8.00. Ecco che le prime buone impressioni sull’hotel iniziano un po’ a scemare. La colazione viene servita dalle 7.15, noi siamo in piedi molto prima e ci ritroviamo nella sala colazione a chiacchierare con un’altra coppia di Italiani. Per fortuna il caffè è sempre disponibile per cui nell’attesa abbiamo qualcosa da bere. Alle 7.15 nessuno ci fa notare che la colazione è da ordinare! Questo nonostante avessimo esplicitamente detto che eravamo lì proprio per questo. E così ci ritroviamo in ritardo sulla tabella di marcia, decidiamo di soprassedere e dirigerci alla stazione TUASA da dove partono i bus per Alajuela. A piedi sono circa 20 minuti o poco più. Riusciamo a prendere il bus delle 8.00, arriviamo ad Alajuela in tempo per la coincidenza, che attenzione parte da un’altra stazione (coopetransasi)! Il tempo in città è bellissimo ma mano a mano che saliamo di quota le condizioni si ribaltano…cielo nuvoloso e pioggia!!!. Facciamo una piacevolissima sosta in una sorta di “ristorante” e qui assaggiamo le buonissime fragole del vulcano!. Continuiamo e arriviamo al parco, tempo pessimo, all’entrata ci dicono che la visibilità è zero ma che ci sono probabilità che il tempo migliori da lì a un paio di ore. Decidiamo di entrare nonostante il tempo…facciamo subito una sosta nella stazione del parco per scaldarci un po’ con una bevanda calda (e costosissima…come tutti qui dentro!). Poi ci incamminiamo verso il cratere e come presumibile la vista è totalmente coperta dalle nubi. I cartelli dicono che, a causa dei fumi di zolfo, non si dovrebbe rimanere in zona più di venti minuti ma rimaniamo cmq nella speranza di essere ripagati…ecco che finalmente le nubi si alzano, ne esce un cielo sereno che incornicia il cratere, il laghetto al suo interno e le fumarole che si alzano al cielo. Fantastico!!! Abbiamo tempo di scattare tante e tante foto, forse troppe ma è la prima tappa in Costa Rica e siamo entusiasti! Dopo aver osservato il cratere da ogni angolazione continuiamo il sentiero della foresta nana nebulosa, il tempo sembra volgere di nuovo verso un peggioramento quindi rientriamo presto alla stazione e da lì aspettiamo l’orario del rientro: alle 14.00 partirà l’unico bus per Alueja e da lì coincidenza per San Jose. Una volta tornati in città approfittiamo per visitare la via principale e il mercato centrale. Niente di che, così come niente di che è l’impressione generale di questa città. L’ora di pranzo ormai è passata da un bel po’, siamo affamati ma guardandoci attorno fatichiamo persino a trovare un locale caratteristico che ci “ispiri” per mangiare qualcosa! L’idea di questa città è solo di caos, non c’è niente che attiri l’attenzione, niente che incuriosisca, stanchi di gironzolare a vuoto non possiamo fare altro che ripiegare sul McDonald. Rientriamo alla guesthouse a piedi nel tardo pomeriggio e la sera ci rilassiamo un pò.

2° tappa: Corcovado – dal 20 al 23 febbraio

L’indomani facciamo colazione e chiediamo alla reception di chiamarci un taxi per la stazione Tracopa. Giunti in stazione procediamo all’imbarco dei bagagli ed ecco che, alle 8.30 si parte destinazione Sierpe! Il pullman è piuttosto comodo e il viaggio non è pesante se non per l’ultima tratta da Palmar Norte a Sierpe, tappa in cui il bus si riempie di locali che effettuano fermate ogni minuto e non esagero… in Costa Rica non ci sono le classiche “fermate” ma si scende dove e quando si vuole, basta suonare il campanello. E così ecco che le persone suonano il maledetto campanello ogni 30 secondi per far sì che ognuno di loro venga scaricato esattamente di fronte a casa…al luogo di lavoro…al negozio….Che delirio! Arriviamo a Sierpe alle 14.30 invece che alle 13.30 come previsto, ci dirigiamo subito al punto di imbarco. Il traghetto partirà alle 16,00… quindi abbiamo tutto il tempo per bere qualcosa e rilassarci. Sierpe è davvero un piccolo paesino sul fiume, non credo valga la pena trascorrervi la notte. Finalmente partiamo, il tragitto in barca è molto gradevole e scenografico, ma quando si arriva alla fine del fiume e ci si immette in mare la situazione cambia, diciamo che non io personalmente non ero proprio rilassatissima viste le condizioni del mare! Dopo questi momenti non proprio piacevoli Iniziamo a rilassarci alla vista di spiagge completamente selvagge, nessuna presenza umana, solo rigogliosissima vegetazione. Finalmente arriviamo alla tanto bramata destinazione: Drake Bay. L’impatto è forte, sembra davvero di essere fuori dal mondo, una lunga spiaggia scura incorniciata da una vegetazione incredibile, ed ecco il villaggio, poche case e strade polverose! Non c’è nemmeno il molo. Noi alloggeremo all’Hakuna matata, abbiamo prenotato un pacchetto di escursioni + alloggio con il Corcovado Info Center (380 dollari per persona 4 giorni 3 notti con tour con pernottamento nel corcovado “hummingbird package”). Paghiamo il “barcarolo” anche se il nostro “pacchetto” includeva già il trasporto per cui sinceramente ci aspettavamo di non dover pagare nulla sulla barca (il prezzo ci verrà poi ovviamente detratto dal pacchetto ma siamo noi a doverlo puntualizzare…). Ad aspettarci troviamo una simpatica ragazza austriaca che ci accompagna alla guest house insieme ad una coppia di ragazzi tedeschi che erano in barca con noi. Spieghiamo alla ragazza che nel pacchetto dovrebbe già essere incluso tutto quindi: i pasti, l’alloggio e l’escursione nel Corcovado comprensiva di una notte nel parco. Lei subito sembra non essere al corrente di tutto ma poi per fortuna si informa e tutto è confermato. La sistemazione è molto gradevole, camera spaziosa ma soprattutto balcone con vista sulla foresta, incredibile! Siamo esausti e non vediamo l’ora di sistemarci e andare a cena, cena che faremo in un ristorante lì vicino, e dove incontreremo anche la ns guida. Mangiamo il tipico piatto costaricense, casado con carne e pesce, tutto molto buono! Più deludente è sicuramente l’incontro con la ns guida, Ram, un ragazzo molto giovane mentre nel mio immaginario speravo che la ns guida fosse Kenneth Mora il proprietario dell’info center con il quale mi ero scambiata un tot di email per informazioni varie sul viaggio. Ma la giovane età di Ram non sarà l’unica cosa deludente, purtroppo ci informa che non sarà possibile pernottare a Sirena causa lavori in corso per ampliamento, dormiremo a San Pedrillo. La coppia di tedeschi non sembra minimamente interessata alla notizia ma per noi è un piccolo choc, avevamo scelto appositamente questo tour per dormire a Sirena e tra l’altro per assicurarci il posto avevamo prenotato con largo anticipo. Parlo anche al telefono con Kenneth ma purtroppo questo non cambia nulla, dobbiamo rassegnarci all’idea ma la cosa che più ci fa arrabbiare è che Kenneth, non abbia pensato di avvertirci di questo cambiamento. Sinceramente avrei provato a sentire altre agenzie…

L’indomani sveglia all’alba, colazione servita direttamente sul balcone, alle 6 meno dieci ci dirigiamo sulla spiaggia dove tante altre persone stanno aspettando di imbarcarsi per il Corcovado. Iniziano ad arrivare le barche, iniziano le prime partenze ma della ns guida nemmeno l’ombra. Sono ormai le 6.30 quando finalmente arriva, ormai siamo gli unici rimasti e sinceramente abbiamo vissuto momenti di panico vedendo la spiaggia svuotarsi e tutte le barche partire! E così ecco che inizia la nostra avventura in questo angolo remoto del Costa Rica. Il tour si sviluppa così: la barca ci porta ad una spiaggia da cui raggiungeremo a piedi la stazione Sirena, da qui proseguiremo per alcuni sentieri attorno alla stazione poi ritorno alla spiaggia per il pranzo, in barca raggiungeremo San Pedrillo, un po’ di relax e poi escursione pomeridiana con tanto di sosta e bagnetto alla cascata, cena e notte in tenda. Alle 4.30 dell’indomani tour notturno poi colazione e di nuovo escursione nei dintorni. Pranzo alla stazione e poi barca nel primo pomeriggio per il rientro a Drake Bay. Una delle esperienze più belle è stata l’escursione notturna e forse a renderla ancora più magica è stato il fatto di essere solamente noi e la guida, l’unico gruppo di persone ad essere presente in quel tratto di foresta e poi l’acquazzone tropicale! Eh già, bagnati fradici… ma vedere e ascoltare una natura così selvaggia tra il fragore della pioggia, è stato indimenticabile e molto suggestivo! L’incontro con gli animali nel Corcovado è stato sicuramente il più autentico rispetto a tutti gli altri parchi, rispetto ad altri ambienti incontrati poi nel resto del viaggio, abbiamo realizzato che qui gli animali non sono ancora così abituati all’uomo come altrove, sono più schivi, più diffidenti (per fortuna). Il Corcovado è molto vasto rispetto ad altri parchi, questo fa sì che gli animali non siano così “concentrati” come può capitare invece ad esempio a Manuel Antonio. E’ stato bellissimo incontrare il Tapiro appena arrivati sulla spiaggia e scovare e sentire tra gli alberi i diversi tipi di scimmie, vedere tucani, coati, pecari, e tantissime specie di uccelli. E poi gli alberi…le loro caratteristiche raccontate dalla guida, dettagli visti solo nei documentari, i tipi di foresta, di vegetazione. Respirare a pieni polmoni non solo l’aria pulita di questo ecosistema ma respirare anche l’atmosfera, mentre camminavamo tra tutta quella natura ci rendevamo conto che non avremmo potuto descrivere in alcun modo quello che provavamo, le foto non sarebbero bastate, o meglio non sarebbero servite. Ora ci rendiamo conto che le fotografie non rendono giustizia perché si limitano ad immortalare un animale, un pezzo di foresta, una cascata ma per sentire il Corcovado bisogna annusare i profumi, ascoltare i suoni, allargare l’orizzonte a 360° perché il Corcovado non è vedere una scimmia o un tucano, ma è vedere un mondo dove è tutto l’insieme a dare un senso all’esperienza. Torniamo a Drake Bay l’indomani a metà pomeriggio, stanchi, pieni di becchi di mosquitos e anche un po’ affamati ma nonostante siano i primi giorni in Costa, ci sentiamo già pieni di cose da raccontare. Ora non possiamo fare altro che riposarci un po’, preparare gli zaini, berci qualcosa in paese e finalmente mangiare qualcosa di buono!

3° tappa: Manuel Antonio dal 23 al 25 febbraio

Il 23 prendiamo il traghetto della mattina per Sierpe, una volta arrivati aspettiamo lo shuttle già prenotato dall’Italia attraverso Gecko trail. Il viaggio per Manuel Antonio non è così lungo e in poco più di due ore eccoci arrivati al Pura Vida Mini Hostel (78 dollari per due notti, prenotato con booking), si trova sulla strada tra Quepos e Manuel Antonio. E’ molto semplice e la stanza lascia alquanto a desiderare…Cmq andiamo subito a Quepos, cerchiamo una banca e poi un posto per pranzare. Rientriamo in hotel e poi prendiamo il bus per la spiaggia di Manuel Antonio. La spiaggia è bellissima, la parte verso il parco è attrezzata e molto affollata ma rimanendo dalla parte opposta l’atmosfera è molto più riservata e autentica. Ci rilassiamo un po’ e ci godiamo lo spettacolo del mare, dei surfisti, del tramonto. Rientriamo e la sera torniamo a Quepos per cenare… grande delusione. Mentre il pomeriggio avevamo avuto l’impressione di un paese vivo e piacevole, la sera tutto cambia, poche persone in giro, ristoranti e locali semideserti. Mangiamo un panino in una piccola bottega/rist gestita da un italiano e poi rientro e a nanna.

L’indomani eccoci pronti per il parco, prendiamo il solito bus dopo esserci bevuti un caffè nell’ostello e aver mangiato qualcosa. All’ingresso del parco gli zaini vengono perquisiti (per evitare venga dato cibo confezionato agli animali), non ce l’aspettavamo e quando sappiamo di questo divieto tremiamo all’idea di rimanere senza cibo per un’intera giornata nel parco… Per fortuna ci lasciano passare, pranzo salvato! Iniziamo il tour in autonomia e spesso ci fermiamo in prossimità dei gruppi con le guide in modo da approfittare delle loro segnalazioni per avvistare qualche bradipo! Il parco è molto bello, si vedono ovunque scimmie, coati, iguana, ma ammettiamo di essere un po’ delusi, probabilmente ci aspettavamo un contesto più selvaggio e invece ci rendiamo conto che qui gli animali sono davvero abituati all’uomo, ci godiamo queste ore tra natura, spiagge e animali ma è davvero tutto troppo turistico per i nostri gusti. Usciamo distrutti, abbiamo girato il parco in lungo e in largo, compresi i punti panoramici con relative scarpinate in salita, la temperatura è altissima e avremmo dovuto avere con noi il doppio di acqua rispetto a quella portata! Dentro al parco non c’è alcuna possibilità di acquistare acqua e cibo per cui usciamo davvero provati. Ci occorre un po’ di relax in spiaggia dopo esserci debitamente dissetati! Decidiamo di rimanere a Manuel Antonio per la cena e così dopo il tramonto gironzoliamo alla ricerca di un locale carino dove finire la giornata. Ceniamo squisitamente al ristorante Marlin, poi solito bus per il ritorno.

4° tappa: Playa Grande 25-29 febbraio

Puntuale alle 7.40 passa a prenderci lo shuttle, anche questo prenotato dall’Italia con Gecko trail, il viaggio per Playa grande è lungo ma ne approfittiamo per rilassarci un po’. Arrivati all’Indra Inn alle 13.30 (240 usd per 4 notti prenotati contattandoli direttamente per email) constatiamo con gioia che si tratta di un luogo molto accogliente, conosciamo Matthew e Natalia e ci sentiamo subito a ns agio, ci mostrano la camera (spaziosa, pulitissima e molto accogliente) e ci danno un sacco di info in merito ai locali della zona. Sinceramente Playa Grande ce la aspettavamo diversa, pensavamo che il paese fosse un po’ più “ridente” e soprattutto “servita”, quando capiamo che non ci sono banche e che anche i trasporti sono un po’ limitati temiamo di aver sbagliato zona….poi invece ci renderemo conto che Playa Grande è sicuramente la scelta migliore che potessimo fare. Le giornate a Playa Grande trascorrono tra passeggiate lunghissime sulla spiaggia, qualche ora passata a Tamarindo tra negozi e locali (raggiunta a piedi dalla spiaggia di Playa Grande), serate nei ristoranti dislocati tra le vie deserte (in tutti quelli provati abbiamo mangiato ottimamente), sotto un cielo pieno di stelle e un paio di escursioni. Una mezza giornata l’abbiamo passata a Palo Verde (l’idea iniziale era di andare al Rincon de la Vieja ma il costo ci sembrava eccessivo (circa 140/150 a testa inoltre l’escursione comprendeva un tot di attività alle quali non eravamo interessati), siamo impazziti per organizzare questo tour perché a Playa Grande né alll’indra inn né al Frijoles Locos (negozio che funge anche da agenzia tour) c’era disponibilità per questo tour essendo al momento gli unici clienti, durante però una visita a Tamarindo ci siamo rivolti all’agenzia Action Tour e lì, nonostante fossimo solo in due (solitamente i tour vengono organizzati con un minimo di 4 persone) ci hanno realizzato l’escursione!. Il tour consiste in un paio di ore in barca su un fiume, è un modo molto carino e rilassante per avvistare gli animali. Per il pranzo ci hanno portato in una bellissima finca dove ci è stato servito un tipico pranzo costaricense. L’altra escursione è stata organizzata da Metthew e rimane uno dei ricordi più entusiasmanti del viaggio: con una guida locale siamo andati in una spiaggia di cui non ricordiamo il nome (dovrebbe essere vicino a Playa Mina), per assistere alla nidificazione delle tartarughe. Bellissimo e suggestivo il sentiero per arrivare, il rumore dell’oceano e il cielo stellato così com’è raro vederlo, e poi eccoci su una spiaggia dove abbiamo il privilegio di assistere a questo rituale pieno di fascino che la natura ci regala. Vediamo le tartarughe risalire dal mare dirigersi verso il luogo prediletto, vediamo una scia di tartarughine che avanzano verso l’oceano, e rimaniamo incantanti mentre una tartaruga scava con pazienza e meticolosità la sua buca, depone le uova e con altrettanta cura e calma procede alla chiusura. Siamo emozionati e felicissimi.

5° tappa: Monteverde 29 febbraio – 1 marzo

La mattina del 29 arriva puntuale alle 8.00 lo shuttle questa volta faticosamente prenotato telefonicamente…destinazione MONTEVERDE; gli ultimi 30km sono i più impegnativi, la strada inizia a salire ed è completamente sterrata, i tempi di percorrenza sono davvero lunghissimi. Arrivati a Monteverde (ore 13.00) però capiamo subito che ne è valsa la pena, il paese è piccolo e molto accogliente, è un concentrato di agenzie con ogni tipo di tour, di locali, di ristoranti e piccoli hotel. Ci sistemiamo subito alla Cabinas El Pueblo (25 USD 1 notte prenotato tramite booking) e grazie all’ottima organizzazione in men che non si dica abbiamo già in mano tutti i voucher per tour e spostamenti fino all’indomani. Pranziamo, ci sistemiamo e poi eccoci pronti per il tour notturno KINKAJOU night walk (46 usd in due), alle 17.30 ci vengono a prendere, giunti a destinazione ci forniscono le torce e via ad esplorare la foresta nebulosa mentre tutto dorme. Interessantissima esperienza, vediamo bradipi, tucani, la tarantola, la vipera verde, uno scorpione… Rientrati in paese compriamo qualcosa nel supermercato e poi ci dirigiamo all’albergo. L’indomani facciamo colazione (scarsa) e aspettiamo per le 8.00 il pullman che ci porterà al Selvatura Park (ponti sospesi 60 usd in due) Questa è sicuramente la vegetazione che più ci colpisce, è davvero ricca di fascino, la giornata è stranamente bellissima (qui il clima è spesso impervio) ma nonostante ciò la foresta nebulosa non si smentisce e siamo costantemente immersi in una sorta di leggerissima pioggerellina. E’ bellissimo attraversare questo ecosistema camminando sui ponti sospesi, tra l’altro la maggior parte dei turisti si concentra nelle zipline e quindi possiamo goderci queste ore davvero in assoluto relax e senza ressa. Rientriamo in paese sempre con il bus messo a disposizione da Selvatura e che parte dal parco alle 11.00. In paese pranziamo e poi eccoci pronti per ripartire verso una nuova meta.

6° tappa: Arenal 1 marzo – 3 marzo

Alle 14.00 ci vengono a prendere per il trasferimento ad Arenal: bus + barca + bus (dicono jeep ma di minivan si tratta…usd 50 indue). Il viaggio è sfiancante….sembra di non arrivare mai al lago, il punto di imbarco è molto spartano e addirittura non ci sono servizi igienici utilizzabili. La traversata in barca dura circa un’ora ed eccoci di nuovo in bus per raggiungere finalmente La Fortuna (arriviamo alle 17.00 circa). L’hostal Rio Danta (45 usd per due notti) è un po’ fuori dal centro, questo lo sapevamo, non ci fa una grande impressione…sembra un po’ lasciato andare, soprattutto le parti comuni. Chiediamo info per il tour al vulcano, prenotiamo (30 usd in due con JUNGLE TOUR) nonostante le informazioni siano davvero risicate e anche poco chiare (capiremo poi che solo una delle due ragazze che lo gestiscono è ferrata in materia e noi ovviamente abbiamo beccato l’altra…); rimaniamo anche sconcertati dal fatto che il pagamento con la carta di credito sembra sia soggetto a commissione (e così paghiamo in contanti) mentre il giorno dopo la stessa cosa non vale per un altro turista…..La stanza è grande ma non sembra molto curata/pulita. Il prezzo però era davvero economico e quindi resistiamo. Facciamo un giro in paese, beviamo e ceniamo in un bel locale che serve cucina messicana poi a nanna stanchissimi. Il giorno dopo, come già preventivato, decidiamo di raggiungere in autonomia la cascata La Fortuna, prendiamo un taxi e in pochi minuti arriviamo. L’ingresso è decisamente caro: 12 dollari! La cascata è bella ma niente di eclatante, tra l’altro è una visita davvero breve, il tempo di scendere gli innumerevoli scalini, godersi un po’ la visuale e poi tornare. Non ci sono sentieri che si snodano od angoli suggestivi nei quali perdersi. Insomma tornando indietro risparmieremmo questi soldi. Rientriamo in paese con un taxi, visto che la colazione all’ostello è stata decisamente scarsa e poco piacevole, ci fermiamo a farci una colazione “seria” e che sarà anche il ns pranzo. Rientriamo in ostello da dove verremo prelevati per il tour al vulcano (alle 14.00). Questa si rivelerà una delle escursioni meno entusiasmanti del viaggio. Sarà che si snoda in tratti molto turistici del parco (si cammina nei sentieri attorno all Observatory lodge), sarà anche per il tempo non bellissimo, sarà per gli altri membri del gruppo, insomma le ore scorrono senza regalarci niente di memorabile se non le bellissime rane dai sette colori! Il tour dislocato tra piccoli sentieri, una cascata, un paio di ponti sospesi si conclude poi con un bagno nelle acque termali accanto al complesso tabacon. Rientriamo in ostello più tardi del previsto e affamati, assolutamente consigliabile portarsi qualcosa con sé durante queste escursioni!.

7° tappa: Tortuguero 3-5 marzo

Oggi siamo in partenza per il tortuguero, abbiamo prenotato il trasferimento tramite un’agenzia in paese e anche in questo caso nessun problema di organizzazione. Shuttle alle 7.00 di mattina per La Pavona. Raggiungiamo La Pavona alle 11.00 e da lì aspettiamo per l’imbarco delle 12.30. Siamo piacevolmente sorpresi dall’accoglienza in quanto una volta arrivati scopriamo che esiste già una lista di tutti i turisti in transito e che hanno un alloggio prenotato al Tortuguero. Il percorso in barca per il Tortuguero è bellissimo, un contesto assolutamente differenti da quelli visti precedentemente. Avvistiamo coccodrilli e ovviamente miriadi di uccelli. Giunti a destinazione veniamo accompagnati alla “Cabinas El Tortuguero” (67 usd per 2 notti prenotato con booking), location davvero carina di fronte all’oceano, la ns camera è pulita e confortevole. Andiamo subito a mangiare qualcosa e ci riempiamo con un enorme e buonissimo casado di pesce accompagnato dai soliti buonissimi smoothie di frutta. Gironzoliamo un po’ in paese e per la spiaggia e prenotiamo il tour per il giorno dopo. Dopo una bella dormita sveglia all’alba, colazione (finalmente una colazione decente!!!) ed ecco che alle 6.00 partiamo a piedi per raggiungere l’ingresso del parco per il tour in canoa. Passiamo qualche ora nella contemplazione assoluta della natura, la canoa si è rivelata un’ottima scelta perché con barche più grandi risulta più difficile avvicinarsi agli animali, a noi invece capita spesso di trovarci a poche decine di cm dai caimani. Nel pomeriggio decidiamo di esplorare il parco a piedi, percorrendo l’unico sentiero percorribile e che costeggia la spiaggia. Niente di entusiasmante ma è cmq una piacevole passeggiata nella natura. Al contrario di quanto letto su lonely o internet, il villaggio Tortuguero è davvero organizzatissimo, noi per sicurezza avevamo già prenotato il trasferimento a Cahuita tramite Gecko trail ma non avremmo avuto nessun problema ad organizzarlo direttamente da lì! Non mancano agenzie, informazioni, ecc,.

8° tappa: Cahuita 5-9 marzo

La mattina del 5 marzo la barca per Moin parte alle 10.00. Si tratta di una piccola imbarcazione privata. Il tragitto è in un contesto piacevole, viene fatta una sosta (bagno a pagamento) e poi ecco che si riparte. Una volta arrivati a Moin, come previsto ci aspetta uno shuttle e in meno di un’ora eccoci a Cahuita. E’ davvero un paese piccolissimo ed è impossibile non trovare subito l’hakuna matata (4 notti 140 usd). Si tratta di una sistemazione molto semplice ma gli spazi comuni sono davvero apprezzabili soprattutto la piccola piscina che rappresenta davvero un piacevole angolo di relax. Luca, il proprietario ci fa sentire davvero ospiti graditi, non potremmo sentirci più a nostro agio!. La location dell’ostello è perfetta, accanto alla stazione dei bus e a pochi passi dal centro del paese, che davvero è composto da due vie principali che si incrociano e qualche locale… Abbiamo scelto Cahuita anche allettati dal fatto che oltre al famoso parco, ci fosse la possibilità di rilassarsi un po’ al mare, nelle spiagge di Playa Negra e Playa Blanca (nel parco), purtroppo constatiamo che playa negra è alquanto deludente, probabilmente per via della stagione e del mare mosso, la spiaggia è piena di detriti. La spiaggia dentro al parco è più carina ma niente di che. Decidiamo di passare qualche ora playa Uva, raggiungibile comodamente con il bus. Carina ma molto affollata.

Il secondo giorno lo trascorriamo nel parco, è consigliato iniziare la visita al mattino presto ma constatiamo invece che tutti gli avvistamenti più interessanti li facciamo sulla via del ritorno quindi…assolutamente inutile alzarsi all’alba….Il ricordo più bello di questa escursione è legato all’incontro tra una mamma bradipo e il suo piccolo. La parte finale del parco è la meno interessante anche perché la vegetazione è più spoglia e meno suggestiva. Bellissimi cmq i colori del mare. Prima di uscire ci rilassiamo un po’ in spiaggia. L’ultimo giorno raggiungiamo Manzanillo in bus, la spiaggia è bellissima e il mare davvero caraibico. Ci godiamo forse l’unico giorno di assoluto relax di tutto il viaggio poi cena alla Bumbata con uno squisito ed economico casado di poll. Eccoci al giorno della partenza, abbiamo l’aereo nel pomeriggio ma partiamo di notte approfittiamo del passaggio di Luca che deve portare la figlia, anch’essa in partenza, in aeroporto. Volo di rientro in perfetto orario, ecco finita un’altra avventura.

Impressioni/consigli

Abbiamo deciso di visitare il Costa Rica concentrandoci sui parchi e cercando di creare un itinerario vario tale da poter rinchiudere diversi tipi di ecosistemi ed esperienze. Si tratta di un paese piccolo ma incredibilmente ricco di cose da vedere, è importante capire cosa si cerca prima di impostare il proprio percorso. Nel ns caso siamo riusciti nell’intento nonostante le tappe fossero davvero collocate ognuna in punti molto distanti del paese. Non avere una macchina a noleggio non si è rivelato un handicap, con shuttle e bus abbiamo gestito comodamente ogni spostamento. Sul Corcovado abbiamo riflettuto molto, inizialmente ci sembrava difficilmente gestibile ma è bastato informarsi per ricredersi. L’organizzazione del Corcovado Info Center ci ha assolutamente deluso, non lo consiglieremmo affatto. Ci sono altre agenzie e hotel/cabanas molto graziosi che organizzano i tour e tornando indietro ci affideremmo sicuramente a loro. I prezzi dei tour sono gli stessi ovunque, l’unica differenza consiste nel costo degli alloggi ma sicuramente vale la pena spendere qualcosa in più se poi anche tutto il resto, in termini di assistenza è migliore. Prenotando in una struttura che presta anche servizi tour si ha sempre un riferimento sul posto mentre nel caso del corcovado info center non è così, si tratta di un piccolo gabbiotto di legno all’inizio del paese… e dove non c’è mai nessuno a cui poter rivolgersi. Contattare kenneth è quindi possibile solo telefonicamente e anche la mattina dell’escursione, quando temevamo ci avessero dato buca, non sapevamo a chi poter rivolgerci…

Per fortuna il Corcovado è un’esperienza talmente unica che il fattore “organizzazione” è inevitabilmente passato in secondo piano. A Manuel Antonio consigliamo assolutamente di alloggiare in paese. Playa Grande subito ci ha “sconcertato”, non ci aspettavamo un luogo così isolato e poco servito in tutti i sensi ma ci è bastato poco per sentirci a nostro agio e capire che era esattamente il posto che faceva per noi. Monteverde è stata una piacevolissima sorpresa, avevamo davvero poche aspettative forse perché in molti forum è sconsigliato raggiungere questo luogo in bus, certo la strada è impegnativa ma crediamo che percorrerla con un auto privata lo sarebbe stato molto di più! Tornando indietro dedicheremmo a Monteverde un giorno in più, il paese è piccolo ma le attività nella zona sono molte, lasciando stare le attrattive sportive (che non ci attirano) avremmo però volentieri speso qualche altra ora nelle zone della foresta nebulosa. Arenal invece lo eviteremmo…. assolutamente un luogo non nelle nostre corde, crediamo che la cosa migliore sarebbe stata visitare in autonomia il parco ma in questo senso la zona non è molto organizzata, questo è forse l’unico caso in cui una macchina a noleggio ci avrebbe fatto comodo. Gli ingressi nel parco sono vari e dislocati in punti diversi e poco serviti dai bus. Il Tortuguero è un’altra tappa su cui abbiamo riflettuto: il periodo migliore per visitarlo è sicuramente quello per cui è famoso e cioè i mesi di nidificazione delle tartarughe e quindi temevamo risultasse deludente recarsi lì senza poter assistere alla maggior attrattiva; in realtà il Tortuguero è stato tra le tappe più belle: si tratta di un tipo di ecosistema assolutamente differente dagli altri inclusi nel ns itinerario, il paese è molto accogliente e con un’atmosfera afro/caraibica. Per finire Cahuita, forse con il senno di poi sceglieremmo di alloggiare a Puerto Viejo in quanto molto più vivace e con una spiaggia più praticabile. Cahuita è piuttosto sonnolenta e oltre al parco ha ben poco da offrire. Il nostro soggiorno è stato sicuramente allietato da Luca, il proprietario dell’hakuna matata in quanto ci ha fatto davvero sentire a casa, sarebbe stato bello avere qualche giorno in più per approfittare dei suoi consigli e conoscere meglio la zona. Concludiamo con impressioni generali in merito a sicurezza e costi: per quanto riguarda la sicurezza il Costa Rica ci è sembrato un paese sicuro, l’unico luogo in cui l’impressione non è stata positiva in tal senso è stato San Jose, niente di che, solo troppo caos e zone alla vista poco raccomandabili, come in tutte le grandi città. A livello di costi, si tratta di un paese assolutamente non economico, perlomeno se paragonato ad altri paesi del centro/sud america. La ns spesa totale a testa è stata di € 2.500,00 comprensiva di volo. Abbiamo scelto spesso alloggi economici e che, in alcuni casi, effettivamente si sono rivelati piuttosto “scarsi” o in termini di pulizia o in termini di servizi/posizione, ma è anche vero per una notte o due non sono stati un problema e ci hanno permesso di risparmiare un po’ di soldi. In alcune zone come Playa Grande è improbabile trovare alloggi economici, forse è possibile trovarli direttamente sul posto ma volendoli prenotare anticipatamente difficilmente su internet si scovano sistemazioni con prezzi modici. Diciamo che in generale ci è sembrato di trovare prezzi più o meno agli std europei, soprattutto per quanto riguarda cibo e bevande, come detto sistemazioni economiche si trovano ma ovviamente bisogna accontentarsi. Anche gli spostamenti sono piuttosto costosi ma nel nostro caso, viaggiando in due, un auto a noleggio non ci avrebbe fatto risparmiare…anzi, i prezzi dei noleggi sono pari agli std europei, inoltre in molti casi avremmo lasciato inutilizzata la macchina per alcuni giorni (come ne caso del corcovado o tortuguero) inoltre il costo della benzina è quasi al pari del nostro.

Consigliamo assolutamente l’agenzia Gecko Trail a cui ci siamo rivolti per prenotare una serie di spostamenti. Veloci, esaustivi, assolutamente affidabili! Piuttosto che prenotare direttamente con le compagnie locali meglio affidarsi a loro (stessi costi), l’unica volta che abbiamo prenotato direttamente con una compagnia di shuttle sono sorti dei problemi…niente di irrisolvibile ma abbiamo rimpianto di non esserci affidato a GT anche per quello spostamento!

Abbiamo voluto puntualizzare nel titolo del ns racconto che si è trattato di un viaggio senza auto, questo per aiutare chi come noi è solito viaggiare con i mezzi pubblici o shuttle. E’ stata un po’ una sfida…siamo abituati a viaggiare così e continuando a leggere racconti dove il Costa Rica sembrava visitabile solo con l’auto ci siamo chiesti se invece non fosse stato possibile vivercelo così come siamo abituati a fare!.

Nel caso, ci farà davvero piacere poter dare consigli!

Angelilara78@gmail.com



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