In giro per New York
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Arrivati in perfetto orario abbiamo subito raggiunto il nostro hotel, dopo un attento studio della metropolitana newyorkese: dalla stessa banchina partono treni locali e express (cioè fanno la stessa linea ma saltando molte fermate intermedie). A seconda dell’ora o del giorno è possibile che alcune fermate vengano saltate o cambi il capolinea; oltretutto normalmente bisogna scegliere la direzione prima di scendere in banchina. Comunque a parti i primi attimi di smarrimento devo dire che il sistema funziona perfettamente: è possibile spostarsi da una parte all’altra di Manhattan in modo veloce e semplice (uptown sono i treni che vanno verso l’alto, downtown quelli che vanno verso il basso). Il nostro hotel era nell’Upper West Side sulla 96th: forse gli hotel fuori Manhattan costano qualcosa in meno ma devo dire che la posizione era fantastica, piena di negozi e ristoranti, sicura anche rientrando tardi la sera (la metro viaggia tutta notte e prendendola anche dopo mezzanotte è sempre piena e assolutamente sicura) ma lontano dal caos delle zone più centrali.
Il tempo di posare le valige e andiamo a farci un giro serale in Times Square: basta un attimo per capire perché è considerato il centro del mondo: gente, tantissima gente, luci e colori… insomma un caos che a raccontarlo non rende assolutamente giustizia. Oltre ai grattacieli la piazza è anche piena di negozi (imperdibili Disney, Toys’r us, M&M’s dove puoi anche comprare le famose caramelle fresche e di tutti i colori) e posti dove mangiare tra cui l’Hard Rock Cafè.
Il giorno dopo il tempo non era dei migliori (per fortuna i restanti giorni abbiamo sempre trovato sole, nonostante l’aria frizzantina la sera e la mattina) e abbiamo optato per un giro a Midtown: Washington Square (il verde è tenuto benissimo ed è pieno di scoiattoli), Union Square, il Flatiron Building, la Public Library, che merita un giro anche all’interno, e tantissimi grattacieli che abbiamo incontrato nel nostro cammino; in pratica si gira sempre con lo sguardo verso l’alto (ma attenzione alla folla di persone: in pratica la città è in mano ai pedoni che camminano veloci ovunque, marciapiedi, piste ciclabili, in strada con le macchine che devono suonare per farsi largo negli incroci più congestionati; insomma una cosa inimmaginabile in una nostra città!). Abbiamo anche visto il Chrysler Building e la Central Terminal anche se, con tutte le linee metro che transitano di qui, ci passeremo più volte durante la settimana. Abbiamo anche allungato la strada per vedere il Palazzo di Vetro dell’ONU ma la zona non è nulla di che.
secondo giorno
Visto il sole splendente, abbiamo deciso per la gita alla Statua della Libertà: il traghetto si prende a Battery Park, i biglietti si fanno dentro Castle Clinton e poi ci si mette in coda con tanta pazienza perché la fila è sempre consistente in quanto i controlli sono gli stessi che si fanno per prendere l’aereo (la cosa si ripeterà per molti altri monumenti come l’Empire State Building, il Rockfeller Center e il memoriale dell’ 11/9) ma devo dire che ne vale assolutamente la pena. Già sul traghetto lo spettacolo lascia a bocca aperta: decine di foto al famoso skyline sono d’obbligo! Sulla statua purtroppo non è più possibile salire dopo gli attentati del 2001. Lo stesso traghetto prima di tornare a New York fa tappa a Ellis Island dove venivano smistati tutti gli immigranti; ci sono anche computer per cercare i nomi di qualche lontano parente che ha tentato fortuna nel Nuovo Continente. Tenete presente che ci vuole almeno una mattinata per questa gita. Nel pomeriggio abbiamo visitato il famoso museo di arte contemporanea Guggenheim: per chi non è appassionato d’arte la parte più bella è l’edificio stesso mentre le mostre all’interno non impiegano più di 1 ora per essere visitate. Il museo si trova nell’Upper East Side di fianco a Central Park, una delle zone più in di New York, quindi se avete tempo, merita una passeggiata. Avendo ancora qualche ora di luce decidiamo di salire sul Rockfeller Center: quando acquistate il biglietto prestate attenzione all’orario indicato perché vi è un lasso di tempo preciso in cui potete utilizzarlo; se c’è già molta fila vista tutta la procedura di sicurezza, è possibile che l’ora della salita sia anche ore dopo l’acquisto! Mentre attendavamo il nostro turno noi abbiamo visitato St. Patrick’s e il Radio City Music Hall! Nonostante la fila e il prezzo non certo a buon mercato del biglietto devo dire che la salita al Top of the Rock vale veramente la pena: lo spettacolo di NY e Central Park dal 76° piano è qualcosa di indimenticabile!
terzo giorno
Lo abbiamo dedicato alla parte alta di Manhattan; la giornata è iniziata con una visita alla Columbia University e al Grant Memorial sulla sponda dell’Hudson, per poi proseguire verso Harlem: noi non ci siamo addentrati molto nel quartiere ma la zona non sembra così male come la fama che la circonda, comunque non peggio di stazione centrale a Milano per intenderci; noi abbiamo visto il famoso teatro Apollo sulla 125th e poi siamo tornati verso la metropolitana, che in questa zona è sopraelevata come si vede in tutti i film; c’è da dire che eravamo gli unici “bianchi caucasici” della zona! Ripresa la metropolitana ci siamo diretti verso Central Park: abbiamo noleggiato una bicicletta (40$ per mezza giornata) all’ingresso e ci siamo immersi in uno dei parchi cittadini più grandi del mondo; per prima cosa state attenti ai sensi di marcia (anche per le biciclette e le persone a piedi, e tutti li rispettano) e al tipo di strada perché molte sono riservate ai pedoni e bisogna scendere dalla bici. Il parco è veramente bellissimo, pieno di zone giochi per bambini, campi di baseball e softball, ragazzi che ballano la break dance e anziani che suonano canzoni jazz. Ci sono tanti laghetti ed è pieno di scoiattoli. Insomma noi abbiamo fatto il giro completo guardando (e salendoci sopra come i bambini) le statue di Alice in Wonderland e Hans Christian Andersen, il Tavern on the Green, Strawberry Fields e tutti i ponti. Restituite le bici abbiamo visitato lo zoo (quello di Madagascar) e poi abbiamo preso la 5th Avenue che costeggia un lato del parco e dopo pochi metri abbiamo iniziato lo shopping selvaggio: in questa zona vi sono a brevissima distanza il famoso cubo della Apple, FAO Schwarz, Abercrombie & Fitch e Tiffany. Siccome di sera ci sentivamo ancora in forze siamo andati a Brooklyn per fare un po’ di foto allo skyline di NY di notte: impareggiabile! (basta scendere alla prima fermata dopo aver lasciato l’isola).
Mercoledì
Ci siamo dedicati a Lower Manhattan e al distretto finanziario. Abbiamo iniziato dalla punta dell’isola, Battery Park, dove c’è ancora l’entrata della metropolitana originale del 1906, e Bowling Green con la famosa statua del toro. Nella stessa piazza c’è il museo dei nativi americani: non è troppo grande ma ci sono alcune cose carine, soprattutto per noi europei che non abbiamo nulla del genere. Dietro questo museo c’è un intero quartiere rimasto inalterato dall’epoca della colonizzazione olandese, (Fraunces Tavern): si vedono quindi un po’ di case di 3-4 piani circondate da moderni grattacieli di vetro. Vicinissimo c’è anche il memoriale dei caduti della guerra del Vietnam, ma non è imperdibile. Dopo un centinaio di metri si incrocia Wall Street: in pochi passi si trovano varie banche, la celeberrima borsa e tutti gli edifici finanziari e Trinity Church; cercate di passare in questa zona nell’ora di pranzo perché qui si mangiano i migliori hot dog di tutta NY. Nel pomeriggio siamo andati a visitare Ground Zero e il memoriale 9/11; anche in questo caso la parte difficile è stata entrare: per prima cosa i biglietti non si fanno all’ingresso ma vicino al City Hall (che non è proprio a due passi!) e in anche in questo caso il biglietto riporta data e ora di ingresso e non si può sgarrare per più di 15 minuti. Fatta la coda, la perquisizione e tutta la solita trafila si entra in un cantiere, nel senso che tutto è ancora in divenire. L’unica cosa veramente completa sono le 2 piscine in ricordo delle 2 torri cadute, davvero suggestive, e il museo che però non è ancora aperto al pubblico. La Freedom Tower è quasi completa e sembra essere molto bella. Verso il tardo pomeriggio ci siamo fatti un giro a Chinatown e Little Italy e ci siamo anche mangiati una pizza decente (normalmente mangiamo solo cose tipiche del posto dove siamo in vacanza, ma in questo caso era proprio caratteristico fermarsi in uno di questi “finti veri” ristoranti italiani). Di sera siamo saliti sull’Empire State Buinding, e dopo i soliti controlli e la solita fila siamo arrivati in cima intorno alle 11 di sera: lo spettacolo di NY di notte da quell’altezza è impareggiabile (si può arrivare fino al 102° piano!).
Giovedì mattina dopo un’abbondante colazione a base di donuts e caffè americano entriamo nel Metropolitan Museum, per uscirne all’ora di pranzo: pur non essendo dei critici d’arte ci sono davvero molte cose affascinanti che nei nostri musei non troviamo, tra cui un intero tempio egizio ricostruito coi materiali originari; 25$ ben spesi. Il pomeriggio passeggiamo sul Brooklyn Bridge facendo decine di foto e poi decidiamo per una capatina allo stadio degli Yankees nel Bronx.
Venerdì mattina invece abbiamo lasciato NY per una gita nel New Jersey, Hoboken, per una visita al boss delle torte; coi mezzi basta prendere un treno che parte vicino a Penn Station e in 15 minuti e 2$ sei in un altro stato! Purtroppo non posso dirvi se quelle bellissime torte siano anche buone: la fila alle 10 del mattino era già chilometrica e noi non ce la siamo sentita di dedicare una giornata a un dolce; qualche foto di rito davanti alla pasticceria, una passeggiata nel paese e siamo tornati indietro diretti al Natural History Museum, in cui abbiamo perso diverse ore. Usciti dal museo abbiamo costeggiato Central Park (qui vicino si possono anche ammirare i Dakota Apartments) e poi una passeggiata al River Side Park. Avendo ancora qualche ora di luce andiamo anche a vedere la vera caserma dei Ghostbusters: pensavamo di essere soli ed invece c’erano tantissimi curiosi a fare foto ricordo, tanto che la cancellata della caserma è sempre aperta. Scopriamo che il Moma quella sera è aperto fino alle 20 e che presentandosi dopo le 18 l’entrata è gratuita quindi ne approfittiamo, anche se l’arte moderna che è esposta non rientra proprio nei nostri canoni di bellezza: in un’ora e mezza abbiamo girato tutti e 5 i piani e siamo già diretti all’uscita!
L’ultimo giorno abbiamo solo mezza giornata prima di riprendere la metropolitana direzione aeroporto quindi ci limitiamo ad un altro giretto in Times Square e altro shopping dell’ultimo momento.