In giro per l’Austria
Prevedendo un traffico intenso lungo le autostrade ho deciso di partire di notte: ho caricato le due valigie e la cartella sulla fidata Polo(al ritorno mio padre mi avrebbe informato che l’assicurazione era scaduta e che la mattina seguente l’assicuratore gli aveva consegnato il tagliandino…Pensa te che cosa ho rischiato per una settimana!), ho salutato i miei e mi sono messo in marcia con molta calma.
La prima sorpresa è stata la quasi totale assenza di traffico sia lungo l’A4 Milano-Venezia sia sull’A22 Modena-Brennero: da una parte ciò è stata cosa assai positiva in quanto mi ha evitato spiacevoli disagi, dall’altra però ha reso inutile la mia partenza a notte fonda; ho pertanto tentato di far quadrare la tabella di marcia il più possibile andando abbastanza piano e prolungando le ripetute soste alla ricerca della vignetta per il transito autostradale in Austria (l’avrei trovata solo al primo autogrill austriaco dopo il Brennero).
Ciononostante sono arrivato a Innsbruck tremendamente presto: erano circa le sei e mezza quando uscivo dall’autostrada alla vista del cartello “Innsbruck”!Ho pertanto deciso di dirigermi presso il Castello di Ambras (situato alla periferia della cittadina tirolese) e di fare un giro nel bel parco che lo circonda; il maniero apriva alle dieci quindi sarei dovuto tornare più tardi per visitarne l’interno, perciò ho cercato di tirare in lungo tra una foto e una sigaretta finché fattasi un’ora decente mi sono recato in albergo.
Non so perché ma la signora alla reception mi ricordava una qualche vecchia attrice da film giallo: aveva quell’espressione con ghigno malefico che metteva i brividi!C’è di buono che dopo le prime battute in inglese ha visto dai miei documenti che ero italiano e allora s’è messa a parlare un italiano tascabile pure lei: da libro giallo ma almeno cordiale! La camera era piccola ma per me che non ho grandi pretese andava più che bene.
Mi sono poi lanciato nella visita di Innsbruck: subito nella piazza centrale dove si trova il Tettuccio d’oro e vari edifici molto antichi e caratteristici. Ho poi girato per le vie del centro fino a pranzo (ho mangiato gulasch con canederli…Qualità molto mediocre a dire la verità), dopodichè ho visto l’Hofburg, la chiesa imperiale e son tornato a visitare il Castello di Ambras all’interno.
Avevo dunque esaurito la piccola e dolce Innsbruck in una sola ma intensissima giornata: al ritorno in albergo è bastato toccare il letto per sprofondare nel più pesante dei letarghi…Roooonfff!! 11-AGOSTO: si cambia itinerario e si va subito a Salisburgo Esaurita in tempo record Innsbruck decido allora di dirigermi verso Salisburgo. Fatta colazione prelevo l’auto dal parcheggio privato dell’hotel e mi dirigo verso la città natale di Wolfgang Amadeus Mozart. La sorte vuole che in autostrada m’imbatto in un cartello che mi segnala lungo la strada il Castello di Tratzberg per cui, data l’ora, decido di prendere l’uscita e di raggiungere il maniero.
L’immagine che mi si è presentata davanti è a dir poco divina: vedere questo castello dalle mura bianche sulla montagna tra tutto quel verde mi ha a dir poco emozionato! Parcheggio e mi sparo la salita a piedi ( pant…Pant…) finché giungo alla biglietteria: mi danno il walkman con il nastro in italiano e attendo l’ora fissata per la visita che, ironia della sorte, comprendeva solo ed esclusivamente italiani…Meno male che siamo povera gente!! L’interno del castello, una volta appartenuto agli Asburgo, è bellissimo; ciò che lo rende particolarmente attraente è il fatto che al contrario della stragrande maggioranza dei castelli italiani non è stato depredato ma ha conservato arredamento, decorazioni e suppellettili vari: se passate da queste parti vi consiglio di passarci, non ve ne pentirete! Esco dal castello che è ora di pranzo, perciò decido di fermarmi al bar-ristorante ai piedi del castello. Ordino la zuppa di gulasch e wurstel con patatine fritte, dando per scontato che la prima sarebbe stata servita in dosi normali se non addirittura modeste; invece me ne son visto portare una zuppiera di notevoli dimensioni e sebbene fosse squisita o avuto non troppe esitazioni a trangugiare il tutto.
Pieno come un uovo ho dunque ripreso il tragitto in direzione Salisburgo, e mi ritrovo una colonna pazzesca! Comincio a madonnare finché scopro che il tutto è dovuto a un camion di merda ribaltatosi…Ma porca zozza, pure qui i camionisti devono rompere i coglioni???Sono proprio una razza da sterminare…Brutti imbecilli-ubriaconi-senzacervello! Alla fine arrivo a Salisburgo, parcheggio, mi compro un gelato (col quale puntualmente mi”padello”la maglietta) e vado a fare un giro veloce per la parte meno storica di Salisburgo.
La città mi è piaciuta subito: molto antica ed elegante nei suoi edifici barocchi. Il Castello di Mirabell si distingue per il suo bellissimo e frequentatissimo giardino, il Mozarteum, il Teatro delle marionette, la piazza Makart (col teatro, la casa di Leopold Mozart e chiesa barocca), la verdissima collina dove si trova la chiesa dei cappuccini: insomma anche la parte meno attraente di Salisburgo dimostra già il suo perché.
La sera rientro a Innsbruck e dopo un giretto in centro con tanto di cena (una pizza dal sapore assai effimero) rientro in albergo e mi preparo per il trasloco nella città di Mozart.
12-AGOSTO: sosta alla fortezza di Kufstein e centro storico di Salisburgo.
Come la mattina precedente mi metto in viaggio di buon’ora. Stavolta non c’è traffico e il viaggio procede senza patemi, salvo l’imbattermi in un altro di quei cartelli che mi hanno indotto a fare un’altra piccola escursione: stavolta la meta è la maestosa fortezza di Kufstein.Parcheggio e salgo a piedi fino alla costruzione che si presenta molto fredda e austera: chissà come se la passavano male colore che la popolavano, prigionieri in primis ma non solo! Completato il giro della fortezza mi dirigo verso Salisburgo e vado direttamente a fare il check-in in hotel. La tipa alla reception ci mette una vita a trovare la mia prenotazione e mi faceva venir voglia di mandarla a quel paese: era indubbiamente il preludio di ciò che sarebbe avvenuto più tardi.
Comunque poso le valigie e mi dirigo verso il cento storico: l’immagine che si coglie dal semaforo collocato all’incrocio del ponte che pota alla parte storica è mozzafiato: edifici barocchi, torri campanarie, cupole…Ma soprattutto la scogliera sulla quale s’innalza maestosa la fortezza di Hohensalzurg,che dall’alto domina la città. M’intrufolo nella via che attraversa il centro storico ed è un continuo susseguirsi di botteghe caratteristiche, d’insegne eleganti e decorate, di chiese, palazzi barocchi. Visito la casa natale di W.A.Mozart, nella quale sono conservati ed esposti ritratti e strumenti utilizzati dal grande musicista, poi mi dirigo verso le svariate piazze ornate da edifici barocchi e chiese tra le quali spicca il duomo, di notevole bellezza. Mi soffermo alla pasticceria Fuerst nella quale il sig. Paul Fuerst nel 1890 creò le famigerate Mozartkluengen (Palle di Mozart) ovvero cioccolatini con cuore di marzapane e pistacchio: ne compro due scatole da portare a casa (costavano una fucilata ma ho chiuso due occhi!) e qualcuna da consumare al momento…Mamma che buone!!! Non mi è stato possibile visitare i palazzi che ospitavano i vescovi a causa di chiusura temporanea causa conferenze al loro interno.
Finisco la visita del centro storico con l’ascesa alla fortezza di Hohensalzburg, alla quale si accede a mezzo funicolare: da lassù la vista è a dir poco spettacolare in quanto è possibile cogliere non solo l’intera città ma anche gli immediati dintorni costituiti per lo più da montagne e boschi.
La fortezza (ex caserma e prigione) presenta musei contenenti armi d’ogni genere ed epoca, le stanze che ospitavano i vescovi in tempo di guerra, magazzini e qualche luogo di culto.
Scendo sempre con la funicolare e ripercorro la via principale che mi porta al ponte, da qui alla città moderna e infine all’albergo. E qui accade l’episodio grottesco a cui avevo accennato poco sopra: mi spoglio completamente per fare la doccia e una volta terminato il tutto impugno la maniglia della porta per aprirla e accedere alla camera da letto…Ma questa mi rimane in mano!In poche parole rimango chiuso nel bagno nudo come un verme. Il primo istinto è stato quello di cercare qualcosa da infilare nella serratura per sbloccarla ma non avevo nulla che andasse bene; allora ho tentato di sfondarla: niente, troppo robusta; fortuna ha voluto che nel bagno vi fosse una finestrella non molto comoda ma sufficiente per allungarmi e affacciare il muso sul cortile e urlare: ”Heeeelllp!!Heeeelp!!!I’m closed into the bathroom!The handle of the door detached and fell!Heeeelllp!”, e parimenti fortuna ha voluto che la simpaticona della receptionist fosse in cortile, mi sentisse e mi mandasse un cameriere ad aprirmi. A parte l’imbarazzo e la sfiga per quello che è accaduto penso tutto sommato che poteva andare peggio…Ma moooolto peggio! 13-AGOSTO: visita al castello di Hellbrunn, al centro storico di Linz e alla casa natale di Adolf Hitler Ho letto sulla guida che in periferia c’è un castello, tale Castello di Hellbrunn, dove nel giardino si eseguono divertenti e fantasiosi giochi d’acqua: di conseguenza prendo la macchina e mi decido ad andare a visitarlo.
L’edificio all’interno non è un granché: poco arredamento e pochi affreschi se si escludono giusto un paio di stanze (le uniche che appaiono nelle foto); conludo pertanto in un tempo relativamente breve il giro all’interno e mi dirigo verso l’ingresso dei famigerati giardini dove già la gente si stava accalcando e la guida, una signora sulla sessantina, attendeva che si formasse un gruppo sufficientemente numeroso da essere audience sufficiente all’imminente show; arriva finalmente il momento di entrare nel giardino e la guida ci invita ad accomodarci in una sorta di piccolo anfiteatro con di fronte un tavolo e sedie in marmo; dopo la presentazione invita alcuni volontari a sedersi nelle sedie di marmo, appello a cui prontamente rispondono alcuni bambini: la guida aziona dunque il meccanismo delle fontanelle e tutt’a un tratto iniziano a zampillare fontanelle di 3-4 metri ovunque…Uno spettacolo umido ma molto bello! Episodi simili si ripetono lungo tutto il percorso di visita dei giardini, ornati di fontanelle nascoste azionate furbescamente dalla guida e da bellissime statue rappresentanti personaggi ed episodi della mitologia greca.
La visita si conclude tra una lavata e l’altra, e uscito dai giardini risalgo in auto e mi dirigo verso Linz, terza città in ordine di grandezza dell’Austria e meta che inizialmente non avevo preso in considerazione ma che avevo riconsiderato data la rivisitazione del programma di viaggio.
La visita del centro di Linz si conclude in poche ore: città senza infamia e senza lode dai pochi spunti interessanti, riassumibili nella piazza principale (Hautplatz), nelle vie centrali, in alcune chiese (tra cui il duomo, non particolarmente sontuoso), e il castello non agibile per lavori in corso.
Lascio dunque Linz e mi assale la curiosità di andare a cercare la casa natale di Adolf Hitler.
Da conoscenze personali sapevo che si trovava nel comune di Braunau Am Inn, paesino tra Salisburgo e Linz, e la guida m’è pure venuta in soccorso indicandomi la via.
Arrivo laggiù e cerco la casa: non c’è indicato nulla in merito, tranne una lapide posta sul marciapiede antistante recante una scritta in tedesco che tradotta recita: ”Per la pace, la libertà e la democrazia. Mai più fascismo. Milioni di morti ci mettano in guardia”; un passante mi conferma che quella è effettivamente la casa natale del Fuehrer, e la presenza di un gruppetto di teste rasate ne è indicazione inequivocabile; scatto dunque qualche foto e me ne torno a Salisburgo trascorrendovi la serata.
14-AGOSTO: rotta verso Vienna Dopo aver effettuato il check-out tra le innumerevoli scuse della simpaticona alla reception per il grottesco episodio accaduto due sere prima (la maniglia era stata nel frattempo aggiustata), mi dirigo verso la capitale : Vienna.
Ironia della sorte rimango colpito da un maestoso e lussuosissimo edificio che intravedo lungo la strada: a me pareva una reggia reale, poi consultando cartelli e la guida scopro essere l’Abbazia di Melk; esco dunque dall’autostrada e cerco di raggiungerla, senza curarmi della velocità che aveva toccato i 66 km orari; infatti, una volta entrato nel centro abitato un poliziotto mi fa segno di accostare, mi fa vedere la velocità a cui andavo e chiede di vedere la mia patente: morale mi rifila 20 euro di multa, lo stronzo! Raggiungo dunque l’abbazia e scatto foto all’esterno e nel cortile interno finché decido di rimettermi in viaggio giungendo a Vienna intorno a mezzogiorno, ora ideale per fare il check-in e prendere immediatamente possesso della camera.
Vado direttamente nel centro di Vienna e intraprendo una lunga passeggiata lungo questa splendida e tanto ricca di storia città: fiancheggio il parlamento, il Rathaus, il Burgtheater, Maria Theresien Platz, Karlsplatz con la bellissima chiesa barocca Karlskirche, la piazza con il monumento ai caduti e la fontana che da una determinata visuale mostra un grazioso arcobaleno, Beethovenplatz con tanto di monumento del celebre musicista, lo Stadtpark…Una bella scarpinata insomma.
Per cena ero stufo di carne alla griglia, patate e gulasch: fortunatamente mi imbatto in una pizzeria gestita da giapponesi e la scelta si rivela felice poiché servivano una pizza davvero molto buona.
15-AGOSTO: nel cuore di Vienna Al solito mi alzo di buon’ora e stavolta mi catapulto in Stephanplatz, la piazza centrale di Vienna ove ha sede la cattedrale Stephansdom: purtroppo hanno avuto luogo funzioni religiose tutto il giorno e non ho potuto visitarla approfonditamente, limitandomi perciò a poche foto alle navate.
Sono poco più delle otto di mattina e la città è ancora quasi completamente deserta perciò ne approfitto per raggiungere la bellissima Michaelplatz ove mi fermo a fare un’abbondante colazione alla viennese.
Consumato il pasto giro attorno al palazzo imperiale di Hofburg scattando foto a volontà, per poi entrare a visitare gli appartamenti di Francesco Giuseppe I (l’imperatore in carica durante la Prima Guerra Mondiale che noi italiani chiamavamo “Ceccopeppe”) e della famigerata consorte Elisabetta, meglio conosciuta col nomignolo di “Sissi”; il giro dura all’incirca un’ora, dopodichè mi reco a visitare il tesoro degli Asburgo comprendente, tra gli altri, i vessilli e soprattutto la corona del Sacro Romano Impero.
Dopodichè riprendo il giro in centro passando per il Teatro dell’Opera e percorrendo le vie principali ormai già strapiene di gente. Mi reco alla piazza dove ha sede la Kapuzinerkirche che ospita la Kaisergruft, ovvero la cripta imperiale: faccio un giro tra le tombe degli imperatori riservando particolare attenzione a Francesco Giuseppe I, Elisabetta e il loro unico figlio maschio Rodolfo.
Lasciata la Kaisergruft mi dirigo verso la reggia di Belvedere, elegantissimo palazzo barocco circondato da un bellissimo giardino, e in seguito, mentre il cielo iniziava a minacciare pioggia (promessa mantenuta da lì a breve), mi reco al Prater, parco immenso ospitante un parco giochi e il famoso Ernst Happel Stadion.
Ultima visita della giornata è stato il cimitero monumentale di Zentralfriedhof, ove sono sepolti numerosi personaggi importanti tra cui Beethoven, Strauss, Schubert e Brahms; tra queste tombe, tutte vicine l’una all’altra, spicca il monumento funebre a W.A.Mozart, i cui resti sono purtroppo andati perduti.
Per cena son andato ancora dai giapponesi, dopodichè passeggiata e nanna.
16-AGOSTO: visita allo Shoenbrunn e partenza per Graz Prima di lasciare Vienna potevo forse non recarmi alla reggia di Shoenbrunn?Prendo la metropolitana e vado a visitarla: reggia stupenda, la Versailles austriaca. Viste le 40 stanze (tra cui spicca quella in cui Carlo I dovette firmare l’abdicazione nel 1918 ponendo fine al dominio degli Asburgo) mi dirigo verso l’immenso giardino e salgo fino alla cima. Dopodichè torno in albergo, faccio il check-out e parto per Graz.
Arrivo a Graz intorno a mezzogiorno in un albergo in cui mi accoglie un signore corpulento (secondo me pure alticcio…) che si dimostra simpatico e cordiale. L’hotel è senza dubbio il migliore visto finora: la camera è immensa, il letto è addirittura matrimoniale e c’è addirittura il frigobar! Il receptionist mi consiglia di prendere l’autobus per raggiungere il centro perché a suo dire a piedi ci vuole un’ora a piedi ma il gli dico che ho un passo veloce e ho voglia di camminare (nonostante un paio di piccoli calli che mi davano qualche problemino già da un paio di giorni). L’idea non si rivela esaltante perché mi aspetta una scarpinata allucinante…Ma alla fine raggiungo il centro storico che è davvero meritevole!La piazza centrale, il duomo, il mausoleo, le strade che s’intrecciano nella zona centrale: tutto molto bello. Nella piazza centrale acquisto un dolce: si trattava di una specie di pagnotta impregnata di zucchero e coperta di cioccolato: mhhh che buono che era! Girato tutto il centro mi concentro sulle due principali attrazioni di Graz: la prima è la collina di Schlossberg, alla quale si sale con un apposito ascensore e sulla quale si trovano i resti di una fortezza risalente alle guerre napoleoniche, ma soprattutto qui si trova la torretta con l’orologio, simbolo della città di Graz; la seconda è l’edificio col carillon che suona alle ore diciotto e dalla cui sommità escono le statuette di un uomo e una donna in abiti tradizionali che girano su sé stessi per diversi minuti.
Per cena mi reco in un pub dove prendo una sorta di megagrigliata con dentro di tutto e di più, mi scolo un paio di birre e scarpino nuovamente verso l’hotel: una faticaccia! All’arrivo in albergo c’è ancora lo stesso signore che accogliendomi sorridente con un “ohhhhh” mi chiede com’è andata la scarpinata e gli rispondo che è stato faticoso ma tutto sommato bello.
Lettone matrimoniale arrivooooo! 17-AGOSTO: partenza da Graz per Klagenfurt.
Mi sveglio al solito di buon’ora, scendo al pianterreno con l’ascensore e mi ritrovo di fronte alla reception in cui stamattina c’era una bellissima ragazza bionda coi capelli a caschetto che mi indica la sala adibita alla colazione. Mi ci reco, mi servo e mentre mangio e bevo vedo sempre lei girare tra il buffet e i tavoli a sistemare: davvero deliziosa! Salgo a prendere le valigie, riscendo per fare il check-out. Alla reception non c’è nessuno per cui devo suonare il campanello: chi spunta?Lei…Allelujaaaa!Espletiamo le formalità, dopodichè mi chiede dove sono diretto e io rispondo che sarei andato a Klagenfurt; le spiego che stavo facendo un viaggio attraverso l’Austria e che avevo già visto Innsbruck, Salisburgo, Linz, Vienna. Pareva molto incuriosita e interessata visto che continuava a farmi domande con quel sorriso dolcissimo stampato su quel viso altrettanto dolce. Le chiedo come si chiama, mi risponde che si chiama Nathalie e io ribatto dicendole che è molto bella, al che lei ringrazia col suo solito sorriso.
Cavolo averla beccata il giorno prima…Mi sa che di Graz non avrei visto nulla! Con non pochi rimpianti mi dirigo verso Klagenfurt, faccio il check-in e prendo possesso della stanza (bella quasi quanto quella di Graz ma con i letti divisi) e vado dritto in centro.
La città è piccola e con pochi spunti interessanti che ruotano attorno a Neuer Platz e a Alter Platz. Dopo aver pranzato con una discreta pizza e un’eccezionale Mohr und dehm(penso si scriva così: si tratta di una sorta di zuccotto al cioccolato con una cialda di gelato alla vaniglia sopra, il tutto circondato da panna montata e ricami di cioccolato fuso) torno in albergo a riposarmi un po’: la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Fatto un sonnellino prendo la macchina e faccio un giro attorno al bellissimo lago su cui s’affaccia la cittadina. Un pasto veloce in un pub e faccio un altro giro in auto per la città e i suoi dintorni, fino all’ora giusta per andare a letto.
18-AGOSTO:il rientro L’avventura giungeva dunque al termine: l’ultima colazione, l’ultimo check-out e l’ultimo viaggio, stavolta direzione Dorno.
Che dire: è stato meraviglioso. Ho fatto tutto ciò che volevo quando volevo senza alcuna sorta di rompiscatole tra i piedi. Ho visto tante cose belle, un Paese accogliente, verde, pulito e assai civile. Insomma n’è valsa la pena: torno in Italia arricchito da un’ulteriore esperienza, con la consapevolezza di sapermi gestire da solo anche in un Paese straniero di cui ahimé ignoro la complicatissima lingua ma dove l’inglese è sufficientemente masticato.
Arrivo a casa dove mi aspettano mia padre, mia madre, mio fratello e la sua compagna alle prese coi preparativi per la partenza destinazione Parigi. Distribuisco i souvenirs: una scatola di Mozartkluengen originali e una di industriali a Claudio e Rossana, l’altra scatola di originali da tenere in casa con altre industriali da destinarsi, il cappellino con la scritta “Vienna” per mio padre (che li colleziona) e una statuetta raffigurante l’imperatrice Sissi per mia madre. Tutti contenti insomma. Finalmente mi posso rilassare un po’ davanti alla tv sull’adorato divano…Finché mi chiedono se li porto a prendere l’aereo al Bergamo, partenza ore 4 del mattino: ahhhh…Sono proprio tornato a casa!