In giro per il brasile
Il mio viaggio è durato 3 settimane ma per riuscire a vedere ed apprezzare almeno le zone più significative e caratteristiche deve essere non meno di 4 settimane. L’itinerario pianificato “sulla carta” è risultato azzeccato, anche se come si può immaginare, i rimpianti di non aver potuto toccare altre località, sono stati ricorrenti durante la vacanza e soprattutto al ritorno.
Partiamo martedì 29 luglio dal Marconi di Bologna al mattino presto per raggiungere Milano Malpensa e poi San Paolo. Il giorno dopo atterriamo all’aeroporto paulista e aspettiamo qualche ora per prendere il volo con destinazione Foz de Iguacu. Nel frattempo consultiamo l’inseparabile guida Lonely Planet per organizzare i successivi 2 giorni. Ci aspettano le famose cascate di Iguacu e non possiamo permetterci di perdere troppo tempo per cercare una sistemazione. Così telefoniamo dall’aeroporto e definiamo subito il tutto, accordandoci con una pousada che si rivelerà ottima. L’intraprendente anziana proprietaria (Evelina) gestisce anche le escursioni e parla benissimo l’italiano (oltre allo spagnolo, francese, inglese e tedesco…!!!!). Il mattino seguente visitiamo il versante argentino delle maestose cascate. Dopo una emozionante corsa sul motoscafo lungo il tratto di fiume a valle delle cascate, prendiamo il sentiero che ci porterà all’area panoramica. E’ un “peccato” vedere così tanti turisti lungo quegli umidi sentieri: la nostra vista viene continuamente disturbata da tutte quelle presenze. Vediamo lo stesso una natura meravigliosa. Poi all’orizzonte compare una strana “nuvola”. E’ il vapore prodotto dall’acqua del fiume che cade vorticosamente: è la Garganta do Diablo. Questo nome è ampiamente giustificato. Un lato del terrazzo panoramico è praticamente sempre avvolto da una fine nebbiolina rinfrescante. Rimaniamo quasi 1 ora a bocca aperta ad osservarla in tutta la sua grandezza. Il giorno seguente visitiamo il versante brasiliano delle cascate. E’ più che sufficiente mezza giornata per la visita completa. Le sensazioni sul punto panoramico di arrivo sono le stesse provate il giorno prima sul versante opposto. Possiamo ora trasferirci nel Mato Grosso contenti.
Arrivati a Cuiabà, la capitale dello stato del Mato Grosso, ci sistemiamo a notte fonda nella pousada “Ecoverde” del Sig. Joel Souza, il quale ci organizza l’escursione prevista. Per fortuna dobbiamo rimanere soltanto la prima e l’ultima notte perché il comfort è decisamente basso. Non abbiamo neanche il tempo di dormire che siamo già in partenza per il misterioso Pantanal. Il nome rende l’idea della caratteristica principale del territorio. E’ una vasta area alluvionale confinante con il Paraguay e la Bolivia dove staziona un’impressionante varietà di fauna. Facilitati dalla stagione “secca” e con l’aiuto fondamentale della nostra guida (il mitico Juan Bosco) siamo riusciti a vedere 2 anaconda e tanti capibara, abbiamo pescato piraña ed osservato una miriade di volatili, rapaci e non, come avvoltoi, tucani, pappagalli, ecc.. Dimenticavo i coccodrilli (Jacarè): erano a migliaia !!!! Molto affascinante è stata l’escursione a cavallo nelle zone paludose in mezzo a tanti alligatori e chissà a quali altri animali mimetizzati… Il nostro tour pantanalico comprendeva il pernottamento in 2 fazenda poco distanti l’una dall’altra. Sono risultate entrambe spartane ma molto carine e sicuramente tipiche. I prezzi sono comunque abbordabili per tutti e della cucina non ci si può lamentare, anzi. Alla sera, per chi non è troppo stanco, non manca mai una schitarrata davanti ad un falò, magari sorseggiando un bicchiere di caipiriña. Le guide canterine (almeno quelle che abbiamo incontrato noi) sono sempre molto disponibili. Il giorno seguente prendiamo l’ennesimo volo: destinazione Manaus, la capitale amazzonica. Le aspettative da parte mia sono tante ed è normale che sia così…Appena sbarcati ci accordiamo quasi subito con un’agenzia all’interno dell’aeroporto. Ci sistemano in un bellissimo resort all’interno della foresta amazzonica con dei moderni logde nelle vicinanze di un laghetto naturale. Anche troppo bello per le nostre pretese!!! Sicuramente l’esperienza più emozionante durante questi 3 giorni è stata la notte trascorsa appesi ad un’amaca nella foresta. In queste situazioni è facilissimo iniziare a fantasticare: “… e se mentre dormiamo arriva un giaguaro”…Era una delle tante (lecite) domande che circolavano tra noi escursionisti.
Comunque la normalità ha avuto il sopravvento ed al calare delle tenebre abbiamo cenato a lume di torcia: piatto principale (se non mi sbaglio l’unico) pesce piraña. Le giornate sono passate velocemente e ci hanno lasciato la sensazione di non aver goduto pienamente di quel fantastico luogo. Dimenticavo l’escursione sul grande fiume. Abbiamo navigato sulle calme acque del Rio Solimes dalla mattina alla sera ed abbiamo osservato le tante specie vegetali che delimitano il letto del fiume e rinfrescati nelle nere acque di uno dei tanti affluenti del Rio principale. Questa parte di fiume è incredibilmente priva di animali: la ns guida ci ha spiegato che in queste zone il PH ha valori di acidità talmente elevati che non permette l’esistenza di forme animali.
Tergiversiamo qualche minuto poi ci lasciamo andare tuffandoci. Sembrava quasi di fare il bagno nella coca-cola!!!! E’ proprio vero che quando c’è il divertimento, il tempo passa sempre troppo in fretta…Ennesimo volo e, da Manaus ci troviamo a Fortaleza. Il nostro programma prevede di raggiungere Salvador-Bahia in appena 4/5 giorni visitando e godendoci la costa il più possibile. Forse un po’ troppo audace, si pensava mentre si programmavano le tappe. A conti fatti è risultato sicuramente bello (e faticoso). E infatti, appena sbarcati prendiamo un bus di linea che ci porterà dopo 6 ore di viaggio a Canoa Quebrada. E’ un paesino in una zona della costa caratterizzata dalla presenza costante di enormi dune di sabbia, spesso a picco sul mare. Il paesaggio lì sopra è davvero strano: da una parte l’oceano atlantico in tutta la propria immensità, dall’altro una fitta verde vegetazione altrettanto sconfinata ed intervallata di tanto in tanto da qualche casetta isolata di pescatori. Ci fermiamo soltanto 1 notte in una pousada gestita da una coppia italo-brasiliana e poi ripartiamo su uno spettacolare autobus da lunghi tragitti (frigo-bar, toilette, videoregistratore, poltrone-letto!!!!) che ci porterà ad Olinda (pittoresca città coloniale) ed a Porto de Galinas (ultimo paesino brasiliano ad estirpare la schiavitù) ad oziare davanti ad un mare cristallino. Finalmente poi arriviamo a Salvador de Bahia, la città più “africana” del Brasile. Qui si fondono la voglia di vivere e la spensieratezza brasiliana con il tribalismo africano. L’atmosfera che si respira visitando la città è veramente incredibile. La musica avvolge il centro storico (il Peluriño) in continuazione: di giorno e di notte le percussioni accompagnano e incuriosiscono i visitatori. E noi, da curiosi turisti, non abbiamo fatto resistenza. Il contatto con questa realtà così lontana dal modo di vivere e pensare dei paesi cosiddetti sviluppati era veramente indispensabile. Abbiamo visto danzare maestri di capoeira (la danza tribale di guerra importata dagli schiavi africani in rivolta con i ricchi proprietari terrieri), assistito a lezioni di percussione e sballicchiato tutte le sere nelle tante feste organizzate. Ma soprattutto abbiamo conosciuto tanta gente che, anche vivendo in condizioni al limite della sopravvivenza, non abbiamo mai visto senza il sorriso sulle labbra! Alla faccia di tutto e di tutti…
L’ultimo giorno di vacanza (solo per me…) è stato a Rio de Janeiro. Non ho fatto in tempo ad entrare in sintonia con l’ambiente ed a visitare quello che avrei voluto che mi ritrovo all’aeroporto!!.
Un lungo viaggio di ritorno mi ha riportato alla mia solita routine di vita lavorativa. Durante il volo transoceanico tra una dormita e una visione di film penso al prossimo viaggio: spiagge incantevoli, monumenti da visitare, paesaggi favolosi, sole, caldo, animali, gente bellissima…Forse è solo un sogno: un sogno chiamato BRASILE….