In due nell’ombelico del mondo
Il titolo la dice lunga.. Uno dei motivi che ci ha spinto a scegliere questa meta è stata sicuramente la cultura Inka, la città di Cuzco, il Machu Picchu.. Ma in Perù c’è altro, tanto altro..
Studiavo questo viaggio da un paio d’anni.. E mentre lo facevo mi pregustavo quei posti.. A volte credo che organizzare in ogni minimo dettaglio un...
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Il titolo la dice lunga.. Uno dei motivi che ci ha spinto a scegliere questa meta è stata sicuramente la cultura Inka, la città di Cuzco, il Machu Picchu.. Ma in Perù c’è altro, tanto altro.. Studiavo questo viaggio da un paio d’anni.. E mentre lo facevo mi pregustavo quei posti.. A volte credo che organizzare in ogni minimo dettaglio un viaggio possa far perdere quella sensazione di nuovo e di sconvolgente che ogni luogo può trasmettere.. Poi credo che per quanto si possano avere aspettative su dei luoghi, queste non potranno mai eguagliare il vuoto dentro che si prova nel vederli da vicino.. E oggi, sulla rivista di Turisti per caso di questo mese leggo proprio una frase a sostegno della mia tesi riferita al viaggio a Buenos Aires: “Il bello di un viaggio è coltivarne il sapore, farsi venire l’acquolina in bocca prima ancora di gustarlo davvero. Un viaggio è soprattutto caricarsi di aspettative e di emozioni, e in particolare l’Argentina – per me lo è stato il Perù – è un posto ricco di emozioni.. ” Sia per I pochi giorni che avevamo a disposizione per l’intero viaggio che per le condizioni climatiche abbiamo optato per il sud del Peru; con qualche giorno in più ci saremo spinti sicuramente a nord o più a sud in Bolivia e se non ci fossimo trovati nella stagione delle piogge una capatina in Amazzonia non ce l’avrebbe tolta nessuno.. Parentesi clima: a Dicembre è estate.. Questo vuol dire caldo “da mare” sulla costa, anche se non manca il vento.. ma nell’interno è la stagione delle piogge.. In Amazzonia pare piova sempre, nelle città sulle Ande che abbiamo visitato le piogge si limitavano a durare un paio d’ore pomeridiane, ma neanche sempre (in totale 3 pomeriggi durante i quali eravamo impegnati a trasferirci da una città all’altra, quindi senza conseguenze rilevanti..).. In sostanza eravamo equipaggiati per il grande freddo ma inutilmente.. 15 giorni bastano? Bastano, ma ovviamente non sono sufficienti per godersi tutto al meglio e per non massacrarsi troppo; sta di fatto che per quanto tempo si disponga non credo che possa mai definirsi un viaggio facile e comodo.. Le nostre sveglie suonavano tutte le mattine tra le 6 e le 7 (se non prima!) i trasferimenti sono lunghi e tutt’altro che comodi e poi il problema che più mi ha toccato e che, devo dire, sottovalutato leggendo qui in internet, ma anche in agenzia di viaggio: l’altura!.. O per dirla alla peruviana il soroche.. Avete idea di come ci si senta a 5000 mt di altezza? io non lo immaginavo e non avevo letto di nessuno che ne avesse sofferto.. Poi l’ho provato sulla mia pelle.. I sintomi? nausea, pesantezza, difficoltà a muoversi, affanno dopo aver fatto anche un solo passo.. E poi la testa che ti scoppia.. e vi assicuro che fisicamente sono una persona abbastanza allenata, soffro di pressione bassa, non mi ammalo mai e qualora non mi senta al massimo tendo sempre a nasconderlo e cercare di sdrammatizzare.. Invece qui ho trascorso una notte e due giorni (per giunta di spostamenti intensi) in uno stato pessimo.. poi ci si abitua.. Ma la stanchezza vi accompagnerà sempre e l’affanno sarà sempre in agguato! la cura? probabilmente rimanere 1 giorno in più ad Arequipa per acclimatarsi meglio (anche se io li stavo benissimo e non avvertivo niente).. Noi abbiamo iniziato la cura con il soroche pills (comprate li) un paio di giorni prima di salire in quota, due pillole al giorno, dopo colazione e dopo cena, ma poi lì mi hanno detto che sarebbe stato meglio prendere il Diamox (che probabilmente si trova anche in Italia), dovrebbe essere a base di cortisone e va presa una pillola ogni otto ore per tre giorni.. Poi la coca in tutte le forme, tè, caramelle, foglie.. Cmq è tutto soggettivo e non si può sapere in anticipo come si reagirà.. a parte questa piccola parentesi sui problemi, i momenti belli sono stati tanti.. Anche troppi.. Al punto che adesso mi pesa riprendere la vita di tutti i giorni 🙂 Per quanto riguarda l’organizzazione abbiamo prenotato alcuni alberghi ed i trasporti via terra tramite Yolanda (www.casayolandalima.com) interfacciandomi col suo corrispondente italiano Angelo, persone squisite che hanno risposto con precisione e celerità a tutte le nostre domande. Abbiamo scelto questa opzione proprio per i tempi stretti.. Non ci andava di perdere tempo nella ricerca degli alberghi o per la prenotazione di autobus quando sapevamo già cosa volevamo (l’ho detto: sognavo questo viaggio da anni e quindi avevo le idee abbastanza chiare sulle mie priorità!) Veniamo all’organizzazione: arriviamo a lima il 23 dicembre in serata; Edison, uno degli autisti di Yolanda ci aspetta all’aeroporto e in poco più di mezz’ora siamo a Casa Yolanda; la padrona di casa era li ad accoglierci con tutte le informazioni e i biglietti necessari per il nostro viaggio che sarebbe iniziato già l’indomani.. Infatti il 24 mattina alle 7.30 siamo già in movimento su un bus della Cruz del Sur verso Paracas. Abbiamo optato per questa compagnia innanzitutto perché reputata la più sicura, poi perché è diretto proprio a Paracas, altrimenti sei costretto a fare tappa sulla Panamericana e da li prendere un mezzo alternativo per arrivare nella cittadina. La cittadina di Paracas è praticamente un lungomare con tanti ristorantini di pesce, una piazzetta con delle bancarelle e una stradina parallela al lungomare dove ci sono gli hostales, ma è la base per due escursioni da non perdere: la Riserva di Paracas (visitata il 24 pomeriggio) e le isole Ballestas (visitate il 25 mattina). La Riserva di Paracas è un posto splendido che offre degli spettacoli surreali e dei contrasti tra i colori unici.. È un deserto roccioso di sale ed argilla, va girato con una guida, la nostra si chiamava Lucio e ci è stata fornita dal nostro albergo (Hostal Santa Maria). Ci sono vari punti panoramici sulla alta costa e su alcune formazioni calcaree che si trovano a mare. Lucio ci ha poi lasciati per un po’ sulla splendida e lunga spiaggia di Yumaque ed è bellissimo vedere il mare che entra nel deserto.. L’escursione finisce sempre con una sosta al porticciolo di Lagunillas.. Vi verrà indicato un ristorantino dove poter mangiare.. Pare che i prezzi non siano poi molto convenienti.. Noi abbiamo optato per un aperitivo e un gelato dedicando il tempo a fotografare i tanti pellicani che attendevano il pesce fuori dalle cucine 🙂 Le isole Ballestas sono un “agglomerato” di animali.. Gabbiani, pellicani, pinguini, leoni marini, cormorani.. Seconde solo alle Galapagos in quanto a fauna marina.. lungo il tragitto per arrivarci abbiamo poi ammirato il “candelabro”.. Un vero e proprio candelabro scolpito nella roccia.. Ovviamente teorie più disparate su chi lo abbia fatto e perché.. ah.. Un’altra cosa: cercate di sedervi sul lato sinistro della barca, c’è una visuale migliore per tutto!! Dopo le Ballestas sempre accompagnati da Lucio ci siamo diretti verso l’Oasi di Hacachina fermandoci prima in un azienda vinicola, nota per la produzione del pisco, e poi nella cittadina di Ica. All’oasi ci siamo appoggiati all’hostal Hacachinero, dove abbiamo depositato i bagagli, mangiato un ottimo lomo saltado e prenotato l’escursione sulle dune del deserto.. al momento della prenotazione ero convinta fosse una passeggiata nel deserto su queste jeep aperte tipo dune buggy.. In realtà era una sorta di montagne russe nel deserto su jeep aperte.. Poi ad un certo punto ti danno delle tavole e ti dicono di scendere tipo snow board o semplicemente a pancia sotto.. Le dune sono altissime e ti sembra una cosa pericolosissima, ma ci si diverte un mondo.. Provatele!! Con un taxi siamo poi arrivati al terminale dei bus Cruz del Sur per il lungo viaggio notturno verso Arequipa.. Il trasferimento è lungo.. Però i sedili sono molto comodi e si riesce tranquillamente a dormire.. Ad Arequipa alloggiamo all’Hostal Las Torres de Ugarte.. Bellissimo!! È proprio accanto a Casa Andina Private Collection (e questo è abbastanza una garanzia), alle spalle del Monastero di Santa Catilina e a pochi minuti a piedi da Plaza de Armas. I tempi sono stretti e quindi giusto il tempo di una doccia e siamo già in strada.. Visitiamo subito il bellissimo Monastero, rimanendo abbagliati dai suoi splendidi colori, poi la coloniale Plaza de Armas con i bianchi edifici che vi si affacciano e il Museo Andino dove è custodita la mummia Juanita e dove spiegano molte cose sulla cultura Inka. Ci siamo dedicati anche molto allo shopping.. Anzi qui abbiamo trovato i prezzi più bassi rispetto agli altri luoghi visitati! Andate al Centro Artesenal che si trova di fianco alla chiesa di San Francisco.. Vi perderete tra le bancarelle!! Per cena siamo stati al VyV, uno dei tanti ristoranti nella stradina alle spalle della Cattedrale e ho assaggiato il cuy.. Sapete bene cos’è? io ho sempre creduto che il porcellino d’india (cuy in peruviano) fosse una razza piccola di maiale, per intenderci mi aspettavo una specie di porceddu sardo.. Bhè non lo è.. Ma l’ho capito solo quando mi è stato servito nel piatto! il pezzettino che ho assaggiato aveva il sapore del pollo, poi tra l’altro è pieno di ossa quindi non è che si mangi gran chè.. Non dico altro, non voglio rovinarvi la sorpresa.. Però magari guardatevi qualche foto.. ottimo invece il filetto d’alpaca, ma il must resta sempre il lomo in tutte le salse!! Arequipa a me è piaciuta tantissimo, forse anche più di Cuzco.. Il cielo è sempre cristallino, il sole splendente, l’aria andina si fa sentire.. Ci sono le donne con le gonne ampie e i cappelli a “bombetta”.. Si iniziano a vedere le scene di vita peruviana presenti nell’immaginario di tutti! La città è a 2500 mt di altezza.. Il mio consiglio è di passare qui 2 notti in modo da ambientarsi bene all’altura.. Il 27 abbiamo fatto un’escursione di 2 giorni ed 1 notte al Colca Canyon.. Si passano scenari incantevoli.. Si osservano di nascosto gli animali andini.. Si parla con le persone.. Si arriva a picchi di 5000 mt.. Con tutti i problemi connessi.. La notte si alloggia a Chiavay; noi eravamo all’Hotel Pozo el Cielo.. Incantevole! probabilmente il più bello di tutta la vacanza anche se lo abbiamo vissuto poco. La mattina la sveglia suona molto presto.. Si passano alcuni paesini e poi diretti sul canyon.. A causa dell’altura non mi sono goduta il paesaggio.. Riguardo le foto e mi dispiaccio troppo per le cose che mi sono persa.. Rimarrete a bocca aperta davanti ai terrazzamenti inka e alla profondita del canyon.. E poi che emozione il volo dei condor.. Verso le 13 ci muoviamo da Chivay per un lungo viaggio verso Puno.. solitamente i tour per il Colca nascono e terminano ad Arequipa, si può però concordare con l’agenzia (la nostra era l’Aquarius in Calle Santa Catilina) il trasporto direttamente su Puno. Il trasferimento è sicuramente quello che mi è pesato di più, tra l’altro abbiamo anche incontrato una bella pioggia e le valigie sul tetto del pulmino ne hanno risentito abbastanza.. A Puno abbiamo alloggiato per due notti all’Hostal Totorani e aprire un minimo le valigie è stata una bellissima sensazione.. La prima sera passa così.. La stanchezza del viaggio si fa sentire e il soroche aleggia ancora su di noi.. Il mattino successivo (siamo al 29 dicembre) c’è un bel sole e fa caldo.. Usciamo presto per l’escursione alle Uros e Taquile.. Le isole Uros sono molto improntate sul turismo.. Vivono di questo.. Ma è una tappa imperdibile in Perù.. Quasi è da non credere che si possa vivere così su delle isole galleggianti! Taquile è una bella isola naturale con una forte dignità; dopo una salita di 20 min (attenzione siamo di nuovo a 4000 mt!!!) tra il verde delle piante e un occhio sulla Cordillera Blanca in Bolivia, arriviamo in una comunità locale dove assistiamo e partecipiamo a balli locali, li ammiriamo mentre svolgono le loro attività quotidiane e pranziamo insieme. Se avessimo avuto tempo, avremo optato sicuramente per una visita anche all’isola di Amantani dove è possibile trascorrere la notte e da li un prolungamento in Bolivia.. Ma sarà per un altro viaggio! La sera passeggiamo per Avenida Lima e Plaza de Armas, cenando al bello e raffinato ristorante la Casona, buon cibo, bella location e ottimo prezzo. Il 30 è un’altra giornata di trasferimento.. Con un bus della First Class ci dirigiamo verso Cuzco.. 9 ore di viaggio con soste in vari punti.. Molto interessante.. E poi è un modo per allentare il viaggio considerando che cmq il treno ci impiega 10 ore.. A Cuzco ci siamo concessi il lusso di Casa Andina Koricancha.. Bellissimi gli ambienti comuni, più che soddisfacente la colazione, ma la stanza un po’ piccina.. Siamo in prossimità del Capodanno e la città è piena di gente.. Stranieri ma anche peruviani che vengono a trascorrere qui l’ano nuevo e così abbiamo la possibilità di rincontrare tutti i ragazzi conosciuti nelle varie tappe.. Le cose da fare qui sono troppe.. ci affidiamo ad una guida indicataci da Yolanda e dividiamo così le giornate: il 31 andiamo la mattina a vedere le Cuatro Ruinas, ci arriviamo in taxi, poi un combo ed un altro taxi per ritornare in centro; mi è piaciuta particolarmente la vista di Tambo Machay dalla torretta di fronte la sorgente e il grande Sacsayhuaman, dove ti senti solo un puntino. il pomeriggio facciamo un giro per la città, perdendoci per le sue strade, salendo fin su a San Blas, dove davvero si respira un’aria bohemien. la sera ceniamo ed aspettiamo la fine dell’anno in una Plaza de Armas addobbata per l’occasione in giallo! Il 1° alle 13.30 avevamo il treno da Ollantaytambo per Aguas Caliente; quindi ci siamo diretti alla Valle Sagrada, visitando il sito di Moray, le cittadine di Maras e di Urubamba e infine il sito di Ollantaytambo; i due siti bellissimi, le cittadine come tante. L’ideale sarebbe dedicare una giornata intera alla Valle, ma sempre il tempo.., cmq cercate di prenotare il treno nel tardo pomeriggio così vi godrete la zona con più calma.. Per raggiungere Aguas Caliente abbiamo prenotato il treno Vistadome.. Altro piccolo lusso.. E il tragitto in treno è stata una delle cose più emozionanti di tutto il viaggio.. La foresta da un lato, il fiume dall’altro, un cielo tra i più azzurri ad accompagnarci.. Aguas Caliente è una cittadina molto turistica, un bel mercato artigianale, ristorantini, alberghi, una stazione accogliente; provate qui la trota (trucha) a la plancha, davvero ottima. Il 2 gennaio la sveglia suona molto presto.. Ore 3.30.. Ma piove.. Aspettiamo un po’, ma l’adrenalina è troppa e alle 4.45 siamo in strada.. Senza pioggia ma nella nebbia.. alle 6 siamo nel sito.. Numeri 97 e 98.. Che emozione.. Anche se tutt’intorno non si vede granchè.. alle 7 siamo in fila per il Waynapicchu; altra parentesi: premesso che credevo che da qui si godesse della vista da cartolina del Machu Picchu e che quindi non si poteva prescindere dal salirci, sulla guida ed in internet ne parlano come di una salita accessibile a chiunque avesse un minimo di allenamento.. Non possiamo affatto definirci fuori allenamento, ma qui si tratta di un vero e proprio climbing, solo senza protezioni, su un terreno scosceso, della durata di circa 1 ora e per giunta avvolti nella nebbia.. Risultato?: arriviamo, arrancando, in cima stremati, non riusciamo a scorgere nulla e demoralizzati torniamo indietro, ma la discesa non è stata più leggera.. cmq.. Alle 10 finalmente si alza la nebbia e iniziamo il nostro giro per le rovine.. E ogni angolo è da togliere il fiato.. È stato il motivo del mio viaggio in Perù, uno dei sogni di una vita.. E tutte le aspettative non sono rimaste affatto deluse!! Per la cronaca la vista da cartolina si gode dalla casa del custode.. Appena entrati seguite la strada in salita sulla sinistra e ai vostri occhi si aprirà un mondo fantastico!! Ritorniamo a Cuzco e l’adrenalina ci accompagna ancora. Trascorriamo la serata a cena al ristorante Fallen Angel, a Plaza Nazarenas, sulla salita per San Blas (andateci.. Bello in posto e il cibo, magari un po’ più caro del solito ma ne vale la pena!) con amici conosciuti durante il viaggio regalandoci a vicenda racconti e sensazioni delle cose viste in viaggio. Il 3 alle 15 abbiamo il volo di ritorno su Lima, ma ci godiamo ancora qualche ora di sole in giro per la città. Lima è un capitolo a parte. Siamo arrivati molto prevenuti.. Dopo così tanti giorni trascorsi in piccole realtà l’idea di una grande città da 10 milioni di abitanti non ci attirava per niente, invece devo dire che ci ha riservato degli scorci sorprendenti. Alloggiamo sempre a Casa Yolanda, in una zona sicura, ma non molto centrale.. Si necessita sempre del taxi.. L’ideale sarebbe Casa Yolanda nel centro di Miraflores, ma non si può volere tutto! Il primo giorno andiamo a Barranco, quartiere nascente, direttamente sull’Oceano, pieno di ristoranti e bar, animato di giovani soprattutto nel week end; caratteristico il Puente de los Suspiros. Passeggiata al tramonto sulla spiaggia, bello respirare un po’ d’aria di mare dopo tutti questi giorni sulle Ande, e cenetta sul belvedere al “Acantilado de Barranco”. Il secondo giorno lo dedichiamo alla Lima coloniale: Plaza Mayor, con il cambio della guardia alle 12.00, e stradine limitrofe, poi percorrendo la pedonale Avenida de la Union arriviamo a Plaza San Martin e da qui taxi per Miraflores. A Plaza San Martin abbiamo trovato il cambio più vantaggioso di tutta la vacanza, proprio entrando in piazza sulla sinistra, subito dopo la banca. Miraflores è il classico quartiere ricco di una grande città; bei negozi, parchi ben tenuti, polizia ad ogni angolo.. Un posto dove comunque il turista si sente al sicuro. Passiamo qui il pomeriggio visitando il Parco del Amor, con le frasi d’amore degli artisti di tutto il mondo, riposandoci ai piedi dell’oceano guardando i surfisti aspettare l’onda, passeggiando per i negozi del Larco Mar, grande e nuovissimo centro commerciale dove ci tratteniamo anche per la cena al ristorante Portofino mangiando due ottimi primi di pesce. Il 5 è il nostro ultimo giorno peruviano e andiamo a visitare il Parque de las Leyendas e l’annesso zoo.. Davvero ben tenuto, diviso in quattro zone, tre rappresentano le aree dell’ambiente peruviano, l’ultima è dedicata agli animali internazionali. Quindi di nuovo Miraflores dove ci intratteniamo per il pranzo e per un ultimo giro di acquisti per i numerosi negozi di artigianato locale che si trovano lungo Avenida Petit Thouars. Poi alle 18 il transfer per l’aeroporto e alle 22 inizia il lungo viaggio che ci riporterà a casa.. A malincuore lasciamo questa terra che ci ha incantato dal primo sguardo e donato tante e tante emozioni.. Una delle persone incontrate nel nostro cammino ci ha detto “il Perù non è solo Machu Picchu” mai frase è più indicata.. Basti pensare che quando siamo arrivati in questo luogo e a causa della nebbia correvamo il rischio di non godercelo non mi sono affatto disperata tanto ero appagata per tutte le esperienze fatte fino a quel momento.. In conclusione posso dire che questo è un viaggio che consiglio a tutti per le meravigliose esperienze che si possono vivere, ma che va fatto in piena coscienza dei rischi e dei contro, che cmq comporta.. Bello per chiunque, ma affrontabile da pochi.. Resto a disposizione per qualsiasi informazione: maya83@virgilio.it