In Canada tra parchi naturali e città
Volete disconnettervi dal mondo facendo camminate estenuanti di tre giorni nelle foreste canadesi per vedere la sorgente del fiume? Questo diario non fa per voi. Se invece siete dei pigri turisti di città e volete vedere cose meravigliose senza fare troppa fatica, sedetevi e leggete, questo diario fa per voi.
Quando andare: noi siamo andati tra fine luglio e inizio agosto, ma i canadesi dicono che il mese perfetto è settembre, quando gli alberi si colorano di rosso e di giallo e i parchi naturali diventano ancora più magici. Noi detestiamo prenotare l’alloggio per lasciarci la libertà di stare un giorno più o meno nei vari posti e, anche se altissima stagione, abbiamo trovato sempre senza difficoltà con booking dove dormire (è essenziale quindi avere una connessione internet), anche prenotando alle 5 di pomeriggio per la sera stessa, e siamo contenti delle soluzioni trovate. Un limite di questo approccio last minute in alta stagione è che non riesci a dormire dentro i parchi, e penso sia un’esperienza da fare almeno una volta.
Itinerario di 2 settimane: Toronto, Niagara falls, laghi Muskoka, Algonquin parc, Montreal, parc de la Mauricie, cascate di Montmorency (Quebec city), Tadoussac, parc des Grands Jardins, parc du Mont Tremblant, 1000 islands bay.
L’auto è indispensabile: i treni collegano solo le grandi città e i pullman sono troppo vincolanti. Le auto hanno le marce automatiche, molto più comode delle nostre (ma attenzione: l’automatismo dell’europeo è cambiare quando acceleriamo, il che una volta mi ha fatto piantare l’auto in autostrada…). La cosa fondamentale nel disegnare il vostro itinerario è ricordare che il Canada è immenso, e anche solo il Quebec e l’Ontario meridionali sono immensi, quindi misurate bene le distanze in auto tra le cose che vi interessano. Contate almeno una dozzina di giorni pieni per non dover macinare troppa strada al giorno e vedere abbastanza parchi. Noi in 12 giorni abbiamo fatto circa 3500 km, 2/3h al giorno in media. Nelle targhe di ogni auto del Quebec c’è scritto ‘Je m’en souviens’, nessuno sa con certezza di cosa ci si debba ricordare, ma tutti hanno un’opinione. Da notare anche che non hanno la targa davanti, ma solo dietro!
Il cibo canadese: per noi la cosa indimenticabile sono i pankake allo sciroppo d’acero, che è la prelibatezza del Canada. Indimenticabili quelli fatti in casa dalla signora di un albergo in riva al lago, ma anche quelli della gite di una signora che ci preparo’ una colazione sontuosa a base di frutta e pankake a Mont Tremblant…per il resto tanti hamburger e patatine fritte, oppure la poutine che sono patatine con sugo di carne e formaggio, mmm, buona! I canadesi fanno pure dei buoni paté e delle ottime birre, ottime se accompagnate da una buona bistecca in una delle loro eccellenti steakhouse. Nelle grandi città, approfittate della cucina etnica, ad esempio a Montreal abbiamo mangiato molto bene a un greco.
Toronto puo’ tranquillamente mancare dal vostro itinerario, se non che è la base ideale per visitare le cascate del Niagara. In generale, le città canadesi non fanno impazzire un europeo abituato a ben altre cose, hanno pochi e scarsi monumenti. Sono città senza storia o quasi. Il centro di Toronto è una distesa di grattacieli e brutti edifici in mattoni rossi, ha poco verde, molto traffico ed è attraversato da un’autostrada. È pieno di negozi, se vi piace fare shopping entrate nei mega centri commerciali sotterranei della città e troverete la vostra felicità. La via centrale Yonge street è mostruosa, e la piazza centrale di Dunga Square non è da meno. Tra le ‘sole’ della città, va menzionato il Distillery District, un paio di vecchie distillerie riempite di negozi per turisti. Va detto invece che alcuni grattacieli del Financial District sono davvero spettacolari. Tra questi, la CN tower è alta 533 metri, pare toccare il cielo! Va vista di notte, quando è illuminata in modo veramente riuscito, di giorno invece perde molto (noi non lo abbiamo fatto, ma ci si può salire e la vista deve essere notevole). La cosa forse più bella di Toronto è… che puoi abbandonarla facilmente per un paio d’ore. Come? Andando alle isole che s’affacciano sul lago, una travesata di pochi minuti con traghetti frequenti e una fila veloce. In sé le isole non sono nulla di che, un grande parco verde, ma fa effetto girare le spalle a Toronto e trovarsi di fronte questo lago enorme che sembra un mare, e soprattutto la vista dei grattacieli dalle isole è meravigliosa, ancora più al tramonto o la sera, quando sono illuminati, noi ci siamo trovati un angolino solitario in riva al lago al tramonto con vista sui grattacieli e anche il ritorno la sera coi grattacieli illuminati è stato molto romantico. Ecco, guardate Toronto da lontano, in penombra e vi sembrerà bellissima. Il fascino delle isole è la distanza-vicinanza da Toronto. Consiglio anche di vedere la University of Toronto, sono una serie di edifici vecchi immersi in un parco in stile Oxford, potete entrare dentro e trovare delle belle biblioteche in legno, scalinate in pietra, muri antichi con edera, tutto respira di bellezza laggiù.
Cascate del Niagara: noi ci siamo andati in treno dalla stazione centrale di Union Station, comprando i biglietti del treno 20 minuti prima di partire, ci sono treni ogni ora, il viaggio è di due ore circa, una piccola scomodità è che dovete cambiare treno (quelli diretti funzionano solo nei week-end d’estate). Altre soluzioni sono i pullman oppure i più costosi tour organizzati. Andate alle cascate e scappate, perché la cittadina intorno è un orrore di porcate per turisti. Le cascate hanno un lato canadese e uno americano, noi abbiamo fatto il primo, da cui si vedono bene entrambe le grandi cascate. La cosa imperdibile è la gita in barca alle cascate Hornflower. Noi abbiamo prenotato il biglietto il giorno prima, ma la fila per comprare il biglietto è corta, quella per entrare è lunghissima ma scorre velocissima, non più di mezz’ora in alta stagione. La cosa magica è che la barca arriva proprio dentro le cascate, siete sommersi da un vortice immenso d’acqua che vi fa sentire e amare la potenza dell’acqua, è incredibile. Il tutto è sicurissimo, ma vi bagnate un bel po’, quindi prevedete di portarvi un cambio, mentre l’impermeabile ve lo danno loro. Niagara è una mega-attrazione turistica, il che le fa perdere un po’ di fascino, ma resta comunque imperdibile secondo me. Come dice la Lonely Planet (LP), tredici milioni di turisti l’anno non si possono sbagliare.
Laghi muskoka: sono dei piacevoli laghi immersi nella foresta, una buona tappa intermedia di mezza giornata se da Toronto andate ad Algonquin Parc, soprattutto se riuscite ad affittarvi uno dei bei cottage sul lago dove passare la notte. Nel villaggio, noi abbiamo trovato una simpatica signora che ci ha preparato un buon thé con ottimi dolcetti fatti in casa da lei e ci ha raccontato com’è la vita in Canada, approfittando del fatto che fuori c’era un temporalone, è stato un bel momento. Troviamo un bell’albergo con camera in riva al lago e ci facciamo una splendida passeggiatina in mezzo alla natura, per concludere la serata in una specie di saloon dove siamo gli unici ospiti, mangiando ovviamente hamurger e patatine mentre guardiamo insieme al proprietario la partita di baseball dei Blue Jays. Intanti portano una mglietta della squadra di Toronto, è uno sport a cui i canadesi tengono molto.
Algonquin Parc: un parco molto bello, lo si attraversa in auto in circa un paio d’ore se non fate soste, ma in realtà il bello è stato proprio fermarsi a vedere un bel lago, fare una gita in canoa dalla base ‘Portage’ e vedere delle belle cascate, fare una passeggiata nel bosco. Ci sono vari percorsi di una o due ore che si fanno molto piacevolmente. Uno dei ricordi più belli che conservo è quando ci siamo intrufolati in una serie di cottage sul lago e abbiamo trovato una pedana che dava sul lago con una vista da urlo, godibile seduti sulle tipiche sedie canadesi larghe e con poggiamano in legno o plastica riciclata (le ‘Algonquin’).
Montreal non è bella ma s’impegna. È più europea di Toronto, ha qualche via che sa di antico e una bella passeggiata lungo il fiume. Non è oppressa da grattacieli. Appena arrivati, ci dirigiamo alla cattedrale, ma è chiusa perché c’è uno spettacolo, ma ci avvicina un tipo e ci regala due biglietti dicendoci che è il nostro giorno fortunato, entriamo senza sapere cosa ci aspetta più che altro per buttare un occhio alla cattedrale e… assistiamo a uno spettacolo meraviglioso di luci e musiche che valorizzano le diverse parti della cattedrale, rendendola magica. Serata piacevole a camminare per le vie e guardare gli artisti di strada, finita a un ottimo ristorante greco. Alloggio in un bell’appartamento nel quartiere gay-festaiolo della città, bello da girare per le varie decorazioni urbane allegre e i negozietti gay-viziosi. La mattina dopo, prima di ripartire, passiamo al giardino botanico a vedere il giardinetto cinese e quello giapponese, ma soprattutto scopriamo dei meravigliosi laghetti con fiori di loto e delle belle decorazioni colorate e opere d’arte con materiali naturali perfettamente integrati nel parco, una bella sorpresa e un altro posto silenzioso, tutto per noi, gradevolissimo.
Il Parc della Mauricie è stato il mio preferito. Intanto per la fantastica passeggiatina ultra scenografica che attraversa un bel ruscello per portarti a delle cascate scenografiche. Poi perché di ritorno dalla passeggiata non c’era più nessuno al lago e abbiamo fatto il bagno nudi al tramonto, immersi nel verde e nel silenzio. Poi perché c’è un’escursione in canoa fantastica che attraversa un lago, passa per le dighe dei castori in un fiume sinuoso e arriva a un bosco che conduce a delle belle cascate, un’escursione splendida, tre ore in tutto di natura incredibile. E, infine perché, dopo due giornate passate sui sentieri nel bosco e nei laghetti a scherzare sull’orso, abbiamo trovato, mentre lasciavamo il parco in auto, mamma orsa con i suoi due cuccioli a pochi metri da noi, un’esperienza indimenticabile.
Le cascate di Montmorency sono alte, imponenti, potenti, e il bello è che il percorso permette di vederle da tutti i lati: davanti, da sopra attraverso un ponte, dai lati attraverso una lunga scalinata e persino da sotto arrivando proprio ai piedi delle cascate con una pedana dove sarete inzuppati. Dal punto di vista della vista, sono persino meglio di quelle del Niagara perché sono più alte e visitabili da vicino senza che gli spruzzi offuschino la vista. Come per Niagara, il sito è molto turistico. A seguire abbiamo improvvisato una deviazione, trovandoci una spiaggetta tranquilla in riva al fiume vicino alle rotaie di un treno, un altro bel momento di questa splendida vacanza. Il fiume Saint Laurent è immenso. Abbiamo passato la vacanza a discutere se fosse un fiume, un lago o già mare…
Tadoussac è stata la tappa più orientale del nostro viaggio, un bel po’ di ore d’auto ma ne vale la pena. La cittadina ruota tutta attorno alle balene e la nostra escursione è stata fantastica, ne abbiamo viste molte e soprattutto da molto vicino, una decina di metri nel momento più bello, quando la balena ha spruzzato l’acqua e aperto la bocca, oppure quando sbatteva la coda. In agosto e luglio siete praticamente certi di vederle, perché vengono nella baia per riprodursi in quel periodo e i capitani sanno bene dove andare a cercarle (a giugno e settembre avete ancora delle chance). Potete fare la gita da barconi di una trentina di persone o da navi che ne ospitano anche 200-300. Inevitabilmente è più facile che la balena si avvicini ai barconi, dove però non ci sono toilette e può fare molto freddo a causa del vento (copritevi bene quindi). Il costo è simile (sui 60 euro a persona per 2h’30 di escursione), noi abbiamo prenotato l’escursione il giorno stesso senza difficoltà, perché siamo arrivati presto, verso le 10 per uscire alle 13, ma dopo un’oretta restavano solo le escursioni della sera. Vicino al porto c’è un promontorio dove è bello guardare il fiordo di Saguenay al tramonto e, con un po’ di fortuna, vedere qualche balenottera di una specie più piccola (le ‘beluga’). Noi non le abbiamo viste lì, ma il giorno dopo abbiamo fatto l’escursione in barca al fiordo, dove ne abbiamo viste molte che ci sono venute molto vicino e ci hanno seguito, insieme a delle belle foche sugli scogli. La gita al fiordo è meno emozionante di quella per le balene, ma regala dei begli scenari sul fiordo e le belughe sono proprio carine. Nella strada da e per Tadoussac dei contadini vendono fragole, mirtilli e lamponi, buonissimi! Ci motiviamo così per la nostra ultima grande traversata, in direzione del parco di Mont Tremlant.
Nel tragitto di ritorno abbiamo visto il Parc dei grand jardins, raccomandato dalla Lonely, ma per noi deludente perché la zona per turisti pigri (=laghetti con parcheggio accanto e camminate di un’oretta) è molto brulla, a causa di una serie di incendi avvenuti negli ultimi 20 anni. Dicono che le escursioni al lago dei cigni siano molto belle, ma durano almeno 2-3 ore e non ne avevamo voglia.
Nel parco del Mont Tremblant abbiamo trascorso due giorni molto piacevoli. Abbiamo fatto una bella camminata nel bosco seguendo un bel percorso che costeggiava un ruscello, ci siamo goduti un sacco di bellissimi laghi e laghetti, ci siamo fatti due passeggiate a vedere delle splendide cascate, abbiamo raccolto un sacco di lamponi, ci siamo riposati nei visiting center perdendo il tempo a chiacchierare, abbiamo trovato un cervo davanti a noi, abbiamo trovato due angolini raggiungibili facilmente con la macchina da cui si ammirano dei panorami da favola. È un parco veramente facile e accessibile e che regala un’incredibile varietà di panorami naturali eccezionali. Menzione speciale per la signora della gite con la sua sontuosa colazione e per l’aperitivo in un parco con una bellissima casa con l’edera, noi soli, in mezzo a canaletti in pietra, casette di favola, ruscelli e il bosco.
Thousand Islands è stata la nostra ultima tappa di ritorno verso Toronto. Non abbiamo fatto la crociera per mancanza di tempo, ma abbiamo trovato un bel parco con una spiaggia in riva al fiume, dove ci hanno fatto entrare gratis e da cui abbiamo ammirato questa successione di isolette, alcune abitate da cottage faraonici, altre da baracchine molto più romantiche e simpatiche. È un panorama insolito vedere tutte queste isolette su un fiume. La sera, cena a base di hamburger e patatine fritte con vista sul fiume e sulle isole illuminate, rosicando d’invidia a vedere quelli che ci abitano e che se ne tornavano a casa coi loro motoscafi 😉 Tenete presente che siete proprio al confine con gli USA e in effetti tutto fa pensare di essere negli States. Il giorno dopo, l’ultimo, ci motiviamo con una mega-porca colazione all’americana che aggiunge ai soliti pankake con sciroppo d’acero anche French toast e uova con bacon, oltre a caffé e succo. Vediamo una marea di ciccioni, ci diciamo che non vogliamo finire cosi’ e ci motiviamo per la dieta che ci attende al ritorno.
Consegnata l’auto a Toronto, ci prendiamo un ultimo momento di bellezza andando ad ammirare il lago dal parco, e ci fumiamo una sigaretta. A proposito, il Canada legalizza il consumo di marjuana a partire dal proprio ottobre (ma questo non vuol dire che si potrà fumarla dove si vuole) e già ora è venduta senza difficoltà in appositi negozi a Kensington garden, un quartiere hippie che vale la pena di visitare, e dove abbiamo mangiato a un ottimo giapponese una quantità spropositata di sushi.
Incredibile quanta poca gente abbiamo incontrato, per essere in alta stagione, anche nei posti più turistici. Una menzione speciale per le casette colorate canadesi e i macchinoni fuoristrada, fanno molto folk.
Per concludere, il Canada è natura immensa e silenziosa. Acqua in tutte le forme circondata da foreste interminabili. Ed è anche la cortesia di un popolo accogliente e tranquillo.