In Bretagna a Finistére, Parigi, Versailles
Una nota dolente riguarda la cena al ristorante del Novotel: basti dire che ho ordinato delle eliche al pomodoro fresco ( so il francese quindi sono sicura!) e mi hanno portato delle penne al ketchup, ed era pure poco!! Costo: 11 euro. Il mattino dopo siamo ripartiti verso la nostra mèta in Bretagna: Pouldreuzic, un minuscolo paesino del Finistére, posto tra Quimper e la Pointe du Raz, il meraviglioso sperone di roccia che i locali definiscono “Le but (o la fin) du monde”.
L’hotel ( 10 stanze ) si chiama KER ANSQUER e lo raccomando senz’altro. Immerso nella natura, panorama di campi dorati e l’oceano in fondo, a incrociarsi col cielo . Ottimo rapporto qualità – prezzo: due stanze comunicanti, bagno con vasca e toilette separata, tutto rinnovato, 61 euro a testa ( 43 per la bimba ) in mezza pensione. La cena era ottima: il cuoco era il padrone stesso e ogni sera era servita una cena a base di crostecei, pesce o carne, formaggio e dolce, accompagnati da deliziose salsine leggere ma gustose. Parlando di cibo vorrei soffermarmi su alcune scoperte: il caramello ( che loro mettono dappertutto), le galettes e palets bretons ( biscotti di puro burro ) e le crepes sarrasin ( di farina di grano nero ). In questa zona le crepes salate sono fatte con questa farina e in pratica più che crepes sono delle “frittelle” perché in mezzo kg di farina di uovo ce n’é uno solo. Il nostro paese, Pouldreuzic, vanta una nota fabbrica di paté di prosciutto e una famosa cidrerie, che offre sidro di tutte le qualità, puro succo di mele, e alcolico in varie gradazioni da secco ad amabile. Abbandono la cucina e passo alla bellezza del luogo. Una settimana trascorsa inebriando tutti i sensi: a parte il gusto, (di cui ho già detto), una meraviglia di profumi ( oceano, salso, fiori erba ) colori ( il cielo azzurro che si incontra con l’oceano blù, immense distese di erika rossa, e fiori blù e gialli, il rumore delle onde che s’infrangono sugli scogli e il grido dei gabbiani ( sempre presenti ), il gelo dell’acqua delle onde che, nonostante il bel tempo, sembrava staccarti i piedi prima e le ginocchia poi! La mia bimba, abile nuotatrice, si è divertita moltissimo a tentare di surfare ( distesa) tra le onde che erano alte anche due metri. Per i bambini di lì é perfettamente normale ovviamente.
Molto interessante é stato scoprire che anche qui la marea raggiunge dimensioni impressionanti ( ovviamente non come a Mont St.Michel ) e risale velocissima. Il punto più turistico é senz’altro la Pointe du Raz ( un milione di visitatori l’anno ) e la vicina baie des Trépassés. E’ difficile esprimere la bellezza della passeggiata, i colori, i profumi, l’oceano. Una meraviglia. Giorno dopo giorno abbiamo visitato tutti i paesini circostanti, ognuno con una propria peculiarità.
Douarnenez, con la bella baia, le casine colorate ( in stile Honfleur ) sul porto, e il Port-musée. Il museo offre una panoramica di tutto ciò che é mare, ( imbarcazioni di ogni tipo e tempo, motori, testimonianze di tragedie del mare ) ma soprattutto attraverso una esposizione temporanea abbiamo potuto renderci conto della realtà della zona, attraverso la storia industriale e sociale della locale fabbrica di sardine. Dalla metà del 1.800 la realtà locale é cresciuta intorno ad una fabbrica di sardine, gli uomi a pescare, le donne ad inscatolare. Ovviamente uno dei souvenirs proposti in zona é costituito da scatole di sardine con bellissime immagini. Un’altra attrazione della zona sono i fari. Abbiamo scelto quello di Eckmuhl, sul quale si può salire e godere dello splendido panorama.
Altra cosa interessante: gli enclos paroissiaux. In molti paesi vi sono questi complessi parrocchiali risalenti al periodo tra il XV e XVII secolo: sono circondati da un muro che include oltre alla chiesa, il cimitero, un arco trionfale che simboleggia il paradiso e, cosa più importante, un calvario. Ne abbiamo visti due: quello di Thégonnec ( verso Nord ) e quello di Confort-Meilars. In quest’ultima chiesa la particolarità della Ruota a carillon, ( ha 400 anni ) con un diametro di 1.70 m. Sulla ruota sono appese 12 campanelle e quando si fa girare emettono un suono armonioso. ( Chi gira la ruota può fare un’offerta, accendendo un cero e chiedendo una grazia ).
Proseguendo nel viaggio un accenno a Quimper, bella cittadina famosa per la porcellana ( possibile visitare la fabbrica e acquistare in loco ). E al bel paesino di Pont -Croix ( preziosi scorci, bella chiesa ) Anche Concerneau merita senz’altro una visita, un bel centro medievale costruito all’interno dei bastioni del porticciolo. Molti, troppi turisti.( Una specie di Mont St.Michel ) Un pomeriggio l’abbiamo dedicato a Crozon e la Presqu’Ile, lo sperone che si estende sull’Atlantico sopra la Pointe du Raz guardando la cartina. Anche qui piuttosto turistico. Il penultimo giorno abbiamo fatto 4 ore di auto, e ci siamo tolti lo sfizio di vedere le meravigliose rocher roses : la scogliera di smeraldo a Nord, a Perros. Qui le rocce oltre ad avere stranissime forme assumono anche una fantastica colorazione rosa. Anche qui meravigliosi panorami e fantastici scorci di case costruite in riva all’oceano! L’ultimo giorno ( unico in cui abbiamo avuto due gocce di pioggia ) un giro a sud, verso Pont-Aven ( mai visto tanti atelier ) il paese in cui Gauguin durante le tre estati ivi trascorse creò una nuova avanguardia. Il 13 partenza per Parigi: prenotato all’hotel de la Bretonnerie un tre stelle a dieci minuti a piedi da Notre Dame. Il prezzo: 180 euro a notte, un pò caro ma molto centrale, degno della piccola suite che ci hanno messo a disposizione, finestrelle vista cielo di Parigi da cui godere l’alba la mattina.
Il problema del parcheggio é subito risolto: lasciamo l’auto al Lobau, a 5 minuti, e ci fanno pure un forfait sui 26 euro da pagare per le 24 ore: 75 euro per 4 giorni. Per visitare Parigi velocemente e senza sfinirci abbiamo optato per gli autobus turistici: 2 giorni 22 euro ( 11 i bimbi ) e sali e scendi quante volte vuoi lungo l’itinerario turistico proposto. ( E’ stato sufficiente come mezzo di trasporto oltre alle gambe!) Nonostante a Parigi in agosto si sia in bassa stagione c’erano code interminabili dappertutto e siamo stati costretti ad alzarci all’alba tutte le mattine per accedere alle mète prefisse. Una nota negativa: con l’avvento della digitale al Louvre molti turisti vanno solo per fare la foto CON la Gioconda ( ed eventualmente con la mummia ) senza neanche guardare il quadro perché poi i custodi li fanno avanzare! A parte il settore egizio, invivibile nel vero senso della parola, perché manca l’ossigeno, una gran bella visita, specialmente il settore dei popoli mesopotamici ( il codice di Hammurabi, che emozione!) Non starò ad elencare tutti i luoghi visitati, ( i classici, tour Eiffel qualche ora di coda per salire, rinunciato, ma é aperta fino a notte volendo) abbiamo avuto un’ottima esperienza, niente di negativo. Un piacere speciale é stato quello di uscire il mattino alle 8 e trovare la città ancora addormentata salvo i rari parigini che andavano al lavoro. Una nota dolente invece per Versailles. Nonostante ci siamo presentati di buon’ora, ( alle 10, la reggia apre alle 9 ) coda di un’ora per entrare. In biglietteria dicono che non c’é molta gente. Incredibile perché poi durante la visita non si riusciva neppure a respirare. Decine di gruppi di 20-30 persone che si soffermavano nelle piccole sale per sentire il commento della guida. Il costo del biglietto può essere di 13 euro per il giro canonico ( una parte era chiusa per lavori ma accessibile con guida a pagamento… ) oppure 20 euro e si ha accesso anche agli appartamenti del delfino e al dominio di Marie Antoinette. La cosa buffa é che per entrare nei giardini ( una delle maggiri attrattive ) non si paga. Comunque dopo aver visitato la reggia sgomitando e con l’ausilio della pessima audioguida, per fortuna la visita agli appartamenti di Louis XV é stata gradevole ( si entra solo col sovraprezzo) ed è stato possibile immedesimarsi un pò nell’epoca. Fuori il vento era proibitivo e abbiamo rinunciato alla visita agli appartamenti della regina cui era possibile accedere in 20 minuti di cammino ( stava arrivando un temporale ) o dopo mezz’ora di coda e altri 6 euro di trenino a testa. ( Questo avrebbero dovuto specificarlo ).
Certo anche il solo salone degli specchi vale la visita ( 700 metri quadri di stanzetta per le festicciole ) ma siamo rimasti un pò delusi, forse ce l’aspettavamo un pò più ricco, mentre gli interni sono abbastanza spogli e di originale spesso ci sono solo i soffitti.
In conclusione vorrei porre una nota dolente : siamo abituati a girare molti Paesi europei ma i bagni più sporchi rimangono sempre quelli francesi! Speriamo si adeguino!