In bici sulla grande muraglia
Con l’autobus arriviamo alla stazione di Firenze (che come ben sappiamo dai racconti precedenti, è stata messa proprio in Piazza della Stazione, in centro).
Treno in partenza alle 8. Destinazione LUCCA.
Siamo in quattro. Tiziano e Meri (che hanno avuto l’idea), Guglielmo ed io.
Arrivo a Lucca alle 9,30.
Alla pasticceria “Soave” facciamo colazione. Complimenti per la cortesia e i sorrisi che ci accolgono. Compriamo il BUCCELLATO da portare a casa alle nonne. La sera scopriremo che è meglio il Pan di Ramerino.
Guglielmo pronuncia la frase che cambierà il destino alla giornata: “A Lucca si andrebbe proprio bene in bicicletta. E’ tutta in piano ….” E con queste parole sospese nell’aria saliamo sulla cinta di mura medievali e allegri entriamo, prima con gli occhi che con i piedi, nell’intimità di questa spirituale città.
Opperbacco! Un negozio APERTO che noleggia biciclette! Entriamo con le gambe e usciamo con le ruote.
Al secondo metro della strada in salita che porta sopra le mura, circa 20 metri in tutto, le tempie mi martellano, le vene del collo si ingrossano, il viso diventa paonazzo, i crampi mi mordono i polpacci nello sforzo di spingere verso il basso i pedali sopra i quali poggio i piedi e nel tentativo di riuscire a far muovere in senso antiorario questi cerchi rotondi, con il conseguente obiettivo di raggiungere la vetta almeno entro mezzogiorno. Guglielmo mi chiama, ma gli fo capire rantolando, che non è il momento di stare a far due chiacchiere. Mi rifiuto di ascoltarlo. Come arriviamo finalmente sulla passeggiata delle mura mi fermo per ascoltare quello che ha da dirmi.
“Ti volevo far vedere come si fa a cambiare per non durare fatica nelle salite. Questa bici ha sei rapporti e se la metti sull’uno o sul due vai su che è una bellezza.” Appunto.
Si comincia la nostra girata in bicicletta facendo tutto il percorso sopra la Grande Muraglia Lucchese. Unica al mondo. Quattro chilometri e mezzo di passeggiata dove bambini babbi pensionati mamme nonni maratoneti ciclisti e cani scorrazzano allegri e si godono la mattinata della domenica.
Dopo aver percorso tutto l’anello si discende per andare a far conoscenza con la città. Eeeh! Ma quante chiese ci sono da queste parti … S. Michele, S. Frediano, S. Martino per parlare solo di quelle visitate lungo il nostro percorso ciclistico! Io non sono una persona devota, ma visitare le chiese mi piace moltissimo. Mi piacciono i profumi che ci si sentono, il silenzio, la spiritualità e l’atmosfera che si respira dentro questi edifici. E’ il posto dove far riposare la mente. Meglio quando non c’è nessuno. Né padroni di casa, né ospiti. Meraviglia davanti al bianco sarcofago scolpito di Ilaria del Carretto circondata da angioletti.
Impossibile visitare la Torre Guinigi con la sua bella chioma di foglie verdi: torme di turisti intasano la minuscola strada di accesso (scendo di bicicletta per non arrotarne sette o otto).
Nella piccola piazza del Carmine, lontana (sembrava) dagli itinerari sfacciatamente turistici, abbiamo trovato la trattoria di Gigi che ci ha attirato per la sua immagine casalinga e genuina. Purtroppo era solo un’immagine. Piatti frettolosi e fatti per ospiti da “una volta e via”. Con un panino alla mortadella il palato sarebbe stato più soddisfatto e avremmo speso meno. Pace.
Quello che non si riusciva a trovare era l’Anfiteatro Romano. Eppure dovrebbe essere giù di qui.
Ma in mezzo a tutte queste case come fa a starci un anfiteatro? Romano per giunta.
Fammi vedere la cartina. O! Eppure sulla cartina è segnato proprio qui.
Ma questa è una piazza. Tonda.
Guarda bello c’è il mercato dei fiori! Signore, scusi! Ci può dire dov’è l’anfiteatro romano? Questa piazza e’ l’anfiteatro. Le case sono costruite sui resti dell’anfiteatro ed è per questo che sembra di stare dentro un grande cortile rotondo! Questi lucchesi non finiscono mai di stupire… Pedalando si torna sulla Grande Muraglia. Il cielo si rannuvola. Minaccia di piovere. Secondo voi il noleggio di bici è a destra o a sinistra? A destra.
No. No. A sinistra.
Un astenuto.
Vince la maggioranza. Si va a sinistra. E si rifà quattro chilometri e mezzo di muraglia, perché aveva ragione la minoranza: il noleggio era duecento metri a destra. Comincia anche a piovere, perfino.
Nonostante il disagio della pioggia, devo confessare di essermi trovata molto più a mio agio nel fare la salita al contrario: niente fiatone, niente crampi, vent’anni di meno.
Dieci euro a bici per l’intera giornata. Grazie, ci siamo divertiti un mondo. Bella Lucca. Andateci. E prendete le bici.