In Belgio alla scoperta di Gand, Bruges e Anversa

Io sono pronto per partire. Mi chiedo se lo sarà anche il mio fegato. Lo attendono tre giorni in Belgio tra patatine fritte, cioccolatini e waffles. Dopotutto sono tipici di queste zone e un viaggio deve essere completo anche dal punto di vista culinario
Scritto da: tus-operator
in belgio alla scoperta di gand, bruges e anversa
Partenza il: 08/12/2016
Ritorno il: 10/12/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Io sono pronto per partire. Mi chiedo se lo sarà anche il mio fegato. Lo attendono tre giorni in Belgio tra patatine fritte, cioccolatini e waffles. Dopotutto sono tipici di queste zone e un viaggio, per essere vissuto al 100%, deve essere completo anche dal punto di vista culinario. Già, è proprio un peccato che vada matto per tutte queste cose!

Il nostro itinerario di soli tre giorni toccherà Gand, Bruges ed Anversa. Sono davvero molto belle e ricche di monumenti da visitare ma la più imperdibile è di certo Bruges. Un giorno per ciascuna cittadina può essere sufficiente perché i centri storici sono piuttosto raccolti e li si visita tranquillamente a piedi. Se riuscite ad aggiungere ancora un paio di giorni al tour, dovete assolutamente visitare Bruxelles, la capitale del Belgio. Io ci ero già stato alcuni anni fa per cui abbiamo deciso di non inserirla nel programma.

PRIMO GIORNO

Bene. Dopo un volo Ryanair da Bergamo, in compagnia di un libro letto tutto d’un fiato, verso le 10 eccomi a Charleroi, l’aeroporto di Bruxelles.

In questo breve viaggio alla scoperta delle più belle cittadine del Belgio sono in compagnia di Giorgio, Laura e Sergio. Ormai siamo rodati dopo la settimana a New York! Ritiriamo l’auto a noleggio e partiamo per Gand (Gent in francese), la nostra prima tappa. Dopo meno di 5 km ecco una pasticceria sull’angolo. “Entriamo a prendere i macarones e qualche dolcetto?” chiede Giorgio. Certo! E chi lo ferma? Mi fa impazzire quando, in viaggio, ogni 30 minuti si procaccia del cibo. Comunque sia, arrivati a Gand dopo 1.20 ore, ci sistemiamo all’Hotel Harmony, un bell’albergo in pieno centro. La visita dalla camera spazia sui canali, sui tetti delle case medievali e sui campanili gotici. Gent è proprio questo ed è una meraviglia!

Iniziamo la visita dal castello dei duchi delle Fiandre che risale al XII secolo ma che oggi è tutto ben ripulito sembra sbucare dalle fiabe. L’ingresso è a pagamento (c’è un museo all’interno) e, dato il poco tempo a disposizione, decidiamo di non entrare. Ah, mi ero dimenticato di dirvi che nel frattempo abbiamo pranzato e che qualcuno a caso ha preso poi una porzione di frites. E che buone! Si vede che le patatine fritte sono state inventate proprio in Belgio! Proseguiamo la visita tra canali, ponti, splendidi edifici e grandi piazze su cui si affacciano bei palazzi barocchi. I simboli della città sono però la torre del Belfort e l’alta cattedrale medievale che contiene il tesoro più prezioso di Gand: il polittico d’altare con la “Venerazione dell’agnello mistico”, un capolavoro dei fratelli Van Eyck (maestri dei “primitivi fiamminghi”) che mi ha lasciato senza parole. Bellissimo e perfetto. Per fronteggiare il freddo indovinate cosa propone Gio? Eccoci in un café a bere tè e mangiare una torta. Strano, vero? Se avete poco tempo a disposizione state tranquilli perché Gand si visita rapidamente. Bastano anche solamente 2-3 ore. Potete iniziare dal Gravensteen (il castello) e, con una passeggiata ad anello, toccare le seguenti attrazioni: Graslei (incantevole passeggiata sul fiume), Belfort (il famoso campanile), St-Baafskathedraal (la Cattedrale), Staduis (palazzo del Municipio), Graffiti Street (che non siamo riusciti a trovare), Vrijdagmarkt (una piazza su cui si affacciano antichi edifici) e Patershol (antico e caratteristico quartiere). E rieccoci al punto di partenza! Nonostante sia l’8 dicembre, il mercatino di Natale e la ruota panoramica, che sbuca sopra i tetti della città, sono ancora chiusi. L’inaugurazione avverrà solamente il giorno successivo.

Per cena abbiamo prenotato in un localino vicino all’hotel. Quando scendiamo in strada ci rendiamo conto che con l’arrivo della notte la città è forse ancora più magica. Gli ultimi passi tra i vicoli acciottolati e via tutti a letto. Ah, dimenticavo! Lungo la strada di ritorno abbiamo assaggiato anche un waffle al cioccolato!

SECONDO GIORNO

Il buon proposito mattutino: “ieri abbiamo mangiato un sacco di schifezze, oggi magari stiamo più leggeri e a colazione ci limitiamo a frutta e yogurt”. Certo, un bel pensiero. Peccato poi ritrovarsi in tavola con, oltre allo yogurt, anche croissant, pasticcini, ciambelle e affini. Partiamo male! Anzi, partiamo per Bruges (Brugge in fiammingo) che è meglio! Il B&B Huyze Weyne in cui lasciamo le valigie una volta arrivati in città (50 minuti di viaggio da Gand) è una favola per cui ci dirigiamo verso il centro piuttosto gasati. E non ci vuole poi molto ad entusiasmarsi anche per il cuore storico di Bruges, uno dei borghi medievali più belli del Belgio e, forse, del nord Europa. Passeggiando lungo le strade lastricate si ha l’impressione di fare un salto indietro nel tempo. Ok, i turisti sono migliaia e tutti questi negozietti di cioccolatini non esistevano secoli fa, però la sensazione è quella. Attraversato il Markt, la bella piazza del mercato sulla quale svetta la torre di 83 metri del Belfort, ci blocchiamo di fronte al profumo di waffle appena sfornati. Giorgio dov’è? A comprarne uno al cioccolato, ovviamente! Passeggiando lungo i canali sembra quasi di essere ad Amsterdam. Però Bruges conserva più un’atmosfera pittoresca e medievale. “Laura guarda che bello quello scorcio”, dico io. E lei: “Si, ma hai visto quella casa con quel terrazzino?”. E così andiamo avanti per tutto il pomeriggio.

Tra i vari musei cittadini (ce ne sono davvero molti), dato anche il bel tempo, abbiamo deciso di visitarne solamente uno. La nostra scelta è ricaduta su quello allestito nel St Janshospitaal, un vecchio ospedale con qualche antico strumento medico, una farmacia del XVII secolo e diversi capolavori di Hans Memling, un pittore primitivo fiammingo a me finora sconosciuto (che però mi è piaciuto moltissimo).

Allontanandoci ulteriormente dal centro, proseguendo verso sud, arriviamo al Begijnhof. Si tratta di una corte antica sulla quale si affacciano casette bianche in cui vivevano più di 1000 beghine, ossia vedove e zitelle che trascorrevano una vita di comunità. Non oso immaginare i pettegolezzi e le chiacchiere di tutte queste donne riunite insieme! Hahaha!

Prima di salutare Giorgio, che si dirigerà al B&B per un po’ di relax, ci fermiamo in un caffè per l’ennesimo waffle. Bisogna recuperare un po’ di calorie prima di affrontare la strada di ritorno!

Io, Sergio e Laura proseguiamo invece con la visita di Bruges. E ne maciniamo di chilometri per arrivare fino agli antichi mulini all’estremità orientale della città! Lontano dalla folla, l’atmosfera è più rilassata. Ai piedi delle pale del mulino possiamo ammirare uno splendido tramonto che tinge di rosa il cielo oltre i campanili di Brugge. Povera Laura, è stanca morta e dobbiamo camminare molto per ritornare anche noi al B&B!

Bruges è davvero molto bella per cui vale la pena di fermarsi tutta la giornata a gironzolare lungo le sue stradine. Se il tempo a disposizione non è molto, potrete visitarla tranquillamente anche in mezza giornata ma, fidatevi di me, prendetevi più tempo. Vi consiglio il seguente itinerario con partenza dal Markt, la piazza principale della città: Belfort (la torre campanaria del Markt), il Burg (un’altra piccola piazza molto carina), Heilig-Bloedbasiliek (una piccola ma ricchissima basilica che contiene il sangue di Cristo), Vismarkt (un’altra piazza dove spesso è allestito un mercatino), il vicinissimo punto panoramico sui canali (il più bello della città). Da qui seguite il canale verso sud toccando il Groeningemuseum (un museo ricco di opere dei primitivi fiamminghi), Onze Lieve Vrouwekerk (una chiesa con all’interno una Madonna scolpita da Michelangelo), il Museo St-Janshospitaal (un antico ospedale con belle tele fiamminghe), Brouwerij De Halve Maan (antico birrificio con visita guidata), Begijnhof (cortile caratteristico) e il romantico parco di Minnewater. Se il tempo ve lo permette, ritornando verso il centro e deviando poi verso est, dopo una bella passeggiata raggiungerete il canale esterno con un parco nel quale troverete alcuni mulini (St Janshuismolen).

Alle 21 c’è una corsa di babbi natale che macinano a lunghi passi i vari chilometri di stradine acciottolate del centro storico. Noi preferiamo invece correre verso un ristorantino di cucina tradizionale fiamminga che è una meraviglia. Carino lo era di certo con quella facciata così pittoresca ma la cucina era di una pesantezza tale che ci siamo trascinati in hotel con il mal di stomaco. Cucina fiamminga 1 – italiani 0.

TERZO GIORNO

Sergio e Laura hanno una proposta stuzzicante per questa mattina: andare a vedere il Mare del Nord. Wow! È un’idea bellissima! Così dopo un’abbondante colazione nella bella sala da pranzo del B&B, eccoci in viaggio attraverso la campagna belga avvolta nella nebbia. Arrivati dopo 20 minuti nei pressi di De Haan, un villaggio sul mare piuttosto anonimo (sarà che è inverno ma è una delusione rispetto a quanto indicato nella guida), il cielo è grigio e l’atmosfera un po’ triste. Pochi chilometri oltre il paese, io e Sergio lasciamo gli altri due pigroni in auto e attraversiamo le dune che separano la strada dal mare. Eccolo il tipico paesaggio che mi aspettavo di vedere: lunghe spiagge, cespugli che sbucano dalle dune, panchine coperte dalla sabbia e stormi di gabbiani. E nessuno nei dintorni. Che pace. Ripartiamo verso Anversa (Antwerpen in fiammingo – 1.30 ore in auto da De Haan), una delle città più grandi del Belgio. Nonostante la nebbia ne oscuri la punta della torre campanaria, la Cattedrale (Onze Lieve Vrouwekathedraal) si erge imponente in mezzo alla città. Al suo interno, in stile gotico, si trovano numerose tele barocche tra cui quattro di Rubens (nato proprio ad Anversa). Dopo pranzo, rimarremmo volentieri seduti al caldo di un bar ma affrontiamo il freddo pungente e un’atmosfera un po’ troppo cupa per i miei gusti. Forza ragazzi, tutti nuovamente fuori a camminare! La città è un mix di nuovo e antico. Tra quelle visitate è quella che mi è piaciuta meno ma probabilmente la colpa è del clima e dell’atmosfera da “ultimo giorno di viaggio”. Passeggiamo lungo il fiume fino a raggiungere il piccolo castello del 1200, le casette del mercatino natalizio (in buona parte chiuse) e la ruota panoramica. Il luogo più bello però è Grote Markt con il palazzo del municipio che ne fa da padrone, le antiche case con le facciate a gradoni e la sagoma del duomo che svetta su tutto. Finalmente ci decidiamo ad entrare da Leonidas, una delle catene di cioccolaterie più famose del Belgio, e ci acquistiamo il nostro bel sacchettino di cioccolatini. Evviva! Se avessimo avuto più tempo a disposizione ci saremmo spinti a piedi più a nord per visitare, almeno esternamente, il nuovo Museum Aan De Stroom e l’area circostante recentemente riqualificata. Altre attrazioni che mi sarebbe piaciuto vedere sono la casa di Rubens (Rubenshis) e il Museum Plantin-Moretus, con antiche presse per la stampa e libri rarissimi (Patrimonio dell’UNESCO).

Recuperiamo l’auto nel parcheggio sotterraneo di Groenplaats (accanto al Duomo) e ci dirigiamo verso l’aeroporto (viaggio 1.15 ore). Lungo la strada passiamo casualmente accanto a Waterloo, il campo sul quale si tenne la celebre battaglia che vide la sconfitta di Napoleone. Non abbiamo tempo di fermarci ma rimaniamo colpiti da un paesaggio immutato e dalla collinetta verde sormontata da un grande leone.

Cosa mi porto appresso dopo questo bel viaggio? Non solo dei bei ricordi e delle cittadine incantevoli. Mi riporto in Italia qualche etto in più e un fegato affaticato da patatine, pasti pesanti e tanti dolci! 🙂 www.tusoperator.it

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