In barca a vela tra le isole
Abbiamo pranzato in un localino al centro di Uturoa, tonno crudo accompagnato da diverse salsine. In totale relax, chiacchierando con quest’uomo come se ci conoscessimo da sempre. Poi ci ha accompagnato in giro per l’isola mostrandoci punti incredibili di una natura orgogliosa e prepotente che contrasta con il suo inatteso verde col blu del mare in tutto il suo splendore e le sue gradazioni infinite.
Nessun problema di fuso orario, forse l’adrenalina esagerata.
Oggi si va per mare fino alla laguna di Tahaa, facendo sosta su un motu dalle acque turchesi con le palme che sono quasi immerse nell’acqua. Non ci resta che tuffarci con maschera e boccaglio a cercare pesci e refrigerio. Nel frattempo il nostro Capitano ci prepara un delizioso poisson cru e delle patate dolci, stranamente arancioni, che solleticano il nostro palato!
Qui é davvero tutto coloratissimo, dolce e pieno di profumo.
Nel pomeriggio di nuovo in navigazione verso la baia di Hamene, dove c’é la fondazione Hibiscus, dove curano le tartarughe marine malate o ferite prima di ridar loro la libertà. Buttiamo l’ancora nella baia dove passeremo la notte. Andiamo a dormire stanchi e con gli occhi che si chiudono, ma alle tre del mattino io son sveglia! Ho la sensazione che i giorni che passeremo qui non mi basteranno a vedere tutto, a capire tutto. Vorrei sfruttare ogni istante sapendo che sono dentro il mio sogno di sempre e che da un momento all’altro mi risveglierò nella grigia realtà di ogni giorno. Fa un piccolo diluvio e l’aria diventa improvvisamente appiccicosa. Volo sul ponte e il sole sta sorgendo! Sono le 5 e 30 del mattino del nuovo giorno!
Ia ora na Polinesia!
Guardo il mondo dalla baia di Tapuamu, minuscolo paesuccio di Tahaa, quello che ha davanti il motu Tau Tau con i suoi Jardin de Corail, quello della dolce mama Naumi che ti regala collanine di conchiglie e sorrisi di intensa gratitudine.
Le Jardin de corail ha aperto i miei vergini occhi all’incanto del mondo sottomarino più incredibile che abbia mai immaginato.
Coralli stupendi e pesci di ogni forma e colore che ti nuotano intorno, sembrano annusarti noiosamente come per vedere di che specie sei…. E dopo aver attraversato con maschera e boccaglio questa pass, dove a spingerti dolcemente all’interno della laguna è l’onda dell’oceano che si insinua, tocchi terra con la stessa emozione di un Robinson Crusoe e approdi su un isolotto coperto di cocotier, dove i cocchi galleggiano in acque basse e turchesi.
Michele asseconda come sempre le nostre fantasie e, anche se ormai sono le tre del pomeriggio, torna in barca e in pochi minuti crea dei piatti semplici ma così appetitosi e tipici che é impossibile non pulire bene il piatto.
La sera andiamo da mama Naumi; vista la sua veneranda età, Michele ogni volta che ricomincia le sue crociere, ha quasi timore di non ritrovarla. Ma lei é lì, seduta sull’uscio di casa col marito, e si commuove alla vista dell’amico, ci bacia tutti con un sorriso. Ci mostra i suoi semplici gioielli fatti di conchiglie e di madreperla; la loro vendita le consente di comprare da mangiare, e ce lo dice timidamente. Acquistiamo collanine e vaniglia profumata spendendo pochi franchi e lei ci regala collane di fiori di hibiscus, fa i suoi apprezzamenti per il mio Piero dicendomi che è bello e mi accarezza dolcemente. Piange lacrime vere quando ce ne andiamo per far ritorno a bordo.
Cena e chiacchiere sul ponte davanti a un rosso tramonto su Bora prima, e sotto una trapunta di stelle dopo. Si esce sull’Oceano Pacifico ma contrariamenta alle attese non c’é quasi vento e, anche quando usciamo dalla pass di Tahaa, il mare é calmo e tranquillo. In queste quattro ore di navigazione che ci separano da Bora, prendiamo il sole sdraiati sul ponte incantandoci a guardare i pescetti volanti, le sule che sfrecciano sul pelo dell’acqua e i panorami mozzafiato dell’isola che si sta avvicinando. Facciamo numerose soste attratti dai colori del mare che variano dal celeste chiarissimo vicino ai motu al profondo verde nei punti dove il fondale improvvisamente cede formando piscine naturali dove giocano alcuni delfini. Attracchiamo allo Yacht Club di Bora e ci intratteniamo fino a tardi in pozzetto alla scoperta delle stelle che a miliardi punteggiano la notte Polinesiana.
Il mattino seguente scendiamo a terra e con un taxi percorriamo l’unica strada costiera dell’isola per giungere a Vaitape, centro cittadino dove ci scateneremo con lo shopping. Ma, per prima cosa, un rinforzino alla colazione da un pasticcere bretone che ci regala la delicatezza di una tarte au citron e l’inebriante aroma di un caffè all’italiana. Poi si dà libero sfogo alla più femminile delle attività, la scelta di una perla. La specialità locale sono le perle nere, che poi nere non sono ma hanno infinite gradazioni di grigio, con sfumature dal rosa al violetto, passando per il verde e il blu. Ci innamoriamo di una serie di perle lavorate, cioè su cui sono stati incisi dei graffiti e simboli marchesiani, come fossero tatuate. Non ce n’é una uguale all’altra ma le nostre, che portiamo al collo con un laccetto di pelle che le attraversa, sono uguali per il colore gris-foncé e per grandezza.. Saccheggiamo un negozietto che vende Monoi con cui nutriremo la nostra abbronzatura e ci avviamo per tornare a bordo. Ma il Capitano si rifiuta di portarci col tender con tutti quei pacchi e sacchetti e, ridendo, ci molla sul molo. A nuoto raggiungiamo felici il Gulliver e con questo sforzo fisico ci sentiamo meno in colpa quando ci avventiamo sul pranzo.
Poi salta fuori un libricino sui diversi modi di annodare i parei che ovviamente abbiamo acquistato e cominciamo una mascherata che, con coroncine di fiori in capo, dovrebbe farci assomigliare a delle vahinè, ma i risultati sono abbastanza comici. Ne scaturisce però un divertente servizio fotografico e una serata piacevolissima che finisce passeggiando verso la spiaggia di punta Matira, davanti a un magico tramonto e su una sabbia che sembra farina di corallo; la laguna che si allunga davanti è calma e l’acqua cristallina è bassa per centinaia di metri, fino al reef. Sorseggiando una fresca birra Hinano, torniamo verso il Bloody Mary, il locale famoso di Bora per i vip che sono passati da lì lasciando la loro firma. L’aperitivo previsto diventa una cena! E’ difficile non entusiasmarsi in un posto così delizioso dal pavimento di sabbia, tavoli e sgabelli fatti di tronchi d’albero, l’atmosfera di un locale chic ma dove la maggior parte degli ospiti vestono pareo e infradito! Mangiamo bene e chiacchieriamo fino a tardi, complice il vino che ci rende più sinceri e fluidi. L’ultimo giorno della nostra crociera ci vede padroni assoluti di un motu dove la realtà é ancora più bella del sogno! E i pesci che popolano la fossa delle mante sono una moltitudine così colorata! Insomma emozioni in crescendo per il finale di questa meravigliosa avventura nella laguna di Bora Bora.
Di sera torniamo a Vaitape a fare festa, mangiamo spcialità cinesi alle roulotte del centro. Torniamo sul Gulliver per l’ultimo bicchiere di rum sotto le stelle e il nostro Capitano ci consegna il Diario di bordo dove scrivere le nostre impressioni. Credo di aver scritto con il cuore quello che ho vissuto con Piero in questa deliziosa settimana. Questi luoghi, questi profumi, questi colori mi resteranno impressi come il tatuaggio che ci siamo fatti fare da Efraima a Papeete, prima di salire sull’aereo del ritorno, sono graffiti nell’anima, non si cancelleranno mai. Quando ho abbracciato Michele sul molo ho trattenuto a stento le lacrime…. Ma poi ho allagato il taxi.