In autobus su e giù per la Baja
In un paio d’ore di pullman, dopo essere passati con la superstrada tra i poverissimi sobborghi di Tijuana, ci ritroviamo ad Ensenada, tranquilla cittadina sulla sponda occidentale della Baja. Niente male, altro che Tijuana. Si tira tardi in qualche locale caratteristico, come la Cantina Hussong’s: non si può immaginare un posto come questo senza esserci mai entrati. Potrebbe essere definito come un bar zeppo di messicani e messicane che bevono Tequila e Margaritas e mariachi che intonano canzoni popolari. Basta abituarsi alle occhiate che squadrano subito il “turista” e il divertimento è garantito. Non perdetevi la Hussong’s se passate da Ensenada: non troverete altri posti del genere lungo il tragitto. Altro punto forte di Ensenada sono i frutti di mare: da mangiare a volontà ai chioschi nella zona del porto, presso il mercato del pesce. Freschissimi.
A questo punto ci sarebbe da parlare di Guerrero Negro, nei pressi del confine tra la Baja California e la Baja California Sur, ma sono sufficienti le poche parole udite da un taxista di Ensenada a descrivere la città: “Mucho calor en el dia, mucho frio en la noche e muy bonitas langostas”. Guerrero Negro è davvero tutta qui, non troverete altro da queste parti, a meno che siate nella stagione favorevole per l’avvistamento delle balene.
Mulegè invece è tutta un’altra storia. Fa un caldo davvero terribile, umido, appiccicoso, sia di giorno che di notte, e se volete dormire con poco, ad esempio in una delle Casas de Huéspedes della via principale, abituatevi agli scarafaggi: ce ne sono a volontà! Ad ogni modo questo paesino di 3000 e qualche anima è collocato ai bordi di una magnifica oasi di palme, al cui interno sorge una delle tante Missioni cattoliche presenti in questa parte del Messico, la Misiòn Santa Rosalìà del Mulegé. Se proseguite oltre, in un’ora di macchina troverete la splendida spiaggia di El Coyote: acqua cristallina ma praticamente irraggiungibile senza un’auto. Noi infatti l’abbiamo mancata.
Tappa successiva del viaggio è Loreto. Niente di particolare, a parte la Misiòn. Con un centinaio di dollari vi portano in barca a Isla del Carmen, dove sembra che ci siano le spiagge più belle della costa orientale della Baja. Però bisogna avere i cento dollari.
Ci sarebbe ancora La Paz, ma la nostra voglia di relax, mare e divertimento ci ha portato direttamente a Los Cabos, in particolare a Cabo San Lucas. Consiglio numero uno: non alloggiate al Casablanca, a meno che non siate in cerca di sesso a basso prezzo. La qualità delle donne è proporzionale. C’è di meglio. Consiglio numero due: se viaggiate con i soldi contati fate attenzione ai ristoranti più belli, soprattutto alcuni sul porto. Una sera per qualche taco, tre cocktails e due espressi abbiamo sfiorato le 200.000 lire. Probabilmente in uno dei locali meno economici di Cabo. Consiglio numero tre: non limitatevi a Mèdano Beach, anche se i locali sulla spiaggia sono divertenti all’ora dell’aperitivo. Non perdetevi per nessun motivo Playa del Amor, Playa Chileno e Playa Santa Maria. E per diving e snorkelling fatevi consigliare in uno dei tanti info point sparsi per la città.
Cabo è diversa da tutte le località che si incontrano nel resto della Baja, in quanto il turismo è massiccio e le attrattive non mancano di certo. Una giornata tipo? Sveglia tardi (a meno che non siate surfisti, e in questo caso il mattino ha l’oro in bocca), pranzo al chiosco all’angolo tra Guerrero e Zapata (le tortas sono davvero squisite), sole e mare in una spiaggia sempre diversa, aperitivo a Mèdano Beach , cena a base di aragosta (le hanno ovunque a prezzi più che ragionevoli), primo giro di drink al Nowhere Bar e poi allo Squid Roe fino a notte fonda. Tanto domani è un altro giorno.
A questo punto il viaggio è finito, bisogna solo tornare fino a San Diego… e sono altri 1500 chilometri. Un’ultima considerazione: in macchina siete più comodi, vi muovete quando volete e vi potete fermare dove vi pare. Non dovete camminare un’ora sotto il sole con 40 gradi e un’umidità spaventosa per raggiungere una spiaggia. Non chiederete mai informazioni sugli autobus a un bigliettaio che ne sa meno di voi. ”Esto autobus es por La Paz?” “No se” “A que hora llega l’autobus por La Paz” “Siete y media, ocho, nueve…No se. Esperate aquì”. Non verrete mai fatti scendere nel pieno della notte e perquisiti (voi e i bagagli) da militari armati in mezzo al deserto. In compenso vi fermerete a El Coyote, avrete il piacere di ammirare meglio gli splendidi panorami che si vedono dalla Carretera Transpeninsular (l’unica strada che percorre la Baja da Nord a Sud), non perderete metà della vostra giornata aspettando su di una panchina di legno della sala d’aspetto di chissà dove e probabilmente non farete 27 ore di fila di autobus come abbiamo fatto noi.
Non vi resta che scegliere. Poi prenotate un volo e fate i bagagli.