In Australia con Ilaria e Ivan
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Dopo 20 giorni di intenso lavoro, è tutto pronto: itinerario definito, voli interni prenotati, come anche i noleggi auto, i pernottamenti ed alcune delle escursioni (nei miei viaggi mi piace partire “preparata”, ma credo che in alcune parti dell’Australia sia necessario, perché spesso la disponibilità di alloggi è veramente limitata e le distanze sono enormi). Assolutamente necessario è fare dei voli interni, come anche noleggiare un’auto, perché altrimenti la visita a questo stato così grande e così vario resta molto limitata.
Noi abbiamo volato con Emirates, compagnia della quale mi fidavo ciecamente avendola già utilizzata x andare in Nuova Zelanda, solo che a questo giro ci ha deluso parecchio: al ritorno, sulla tratta Dubai-Malpensa (ci siamo fermati negli Emirati x un paio di giorni prima di tornare in Italia), hanno fatto l’overbooking. Fortunatamente sono riuscita ad avere gli ultimi 2 biglietti disponibili, ma ad una compagnia che si spaccia x la migliore del mondo questo non è assolutamente concesso. Questa è stata l’unica pecca, perché x il resto il viaggio è andato benone.
X i voli interni abbiamo usato Tiger Airways, Virgin Blue, Qantas e Sky West, e non abbiamo avuto problemi con nessuna
X i noleggi auto ci siamo trovati bene sia con Hertz, che con Europcar, che con Thrifty.
Come guida avevamo Lonely Planet (purtroppo ho dovuto abbandonare le mie amate Routard, x l’Australia non esiste) e non ci siamo trovati bene x niente. Imprecisa, con poche informazioni, sul Western Australia era poi un disastro: sembrava scritta da una persona che aveva cercato in internet delle informazioni, non che avesse visitato veramente quei posti.
Unica nota dolente della vacanza è stato che lì hanno un costo della vita veramente alto, e che quindi abbiamo sempre speso molto x mangiare cose assolutamente normali; in macchina avevamo sempre scorte di cibo, perché non si sapeva mai cosa potevamo incontrare x strada (consiglio anche di avere sempre almeno mezzo serbatoio pieno). Anche i vari pullman e taxi ci sono costati un bel po’, diciamo che x un italiano l’Australia non è affatto economica! Attenzione che gli australiani cenano molto presto, spesso le cucine dei ristoranti chiudono alle 21, quindi bisogna sempre fare attenzione all’orologio. Anche i negozi chiudono presto, intorno alle 17, restano aperti solo supermarket e benzinai fino alle 19.
1° giorno
Arriviamo a Sydney alle 6 del mattino e ci facciamo portare al Vibe Hotel, dove avevamo prenotato x due notti. Alla reception, gentilissimi, ci hanno dato la stanza con largo anticipo così abbiamo potuto riposare qualche ora prima di iniziare a visitare la città. Hotel molto bello e ben servito, consigliatissimo. Prima di tutto abbiamo fatto un giro a Bondi beach, la famosa spiaggia della città, dove ci siamo riposati al sole. La spiaggia dista una mezz’oretta di bus dal centro. L’Harbour Bridge e l’Opera House ci hanno lasciato senza parole, stupendi, e poi abbiamo fatto un giro nel giardino botanico, bellissimo. C’erano pappagalli che volavano da tutte le parti, e migliaia di pipistrelli appesi agli alberi. Appena il sole ha iniziato a calare, hanno tutti preso il volo in cerca di cibo, uno spettacolo incredibile, lo skyline della città era un turbinio di volpi volanti. In città ci siamo sempre mossi coi bus, l’importante era trovare la fermata giusta x il nostro albergo, ma tutti gli autisti sono molto gentili a dare informazioni su dove andare o dove scendere.
2° giorno
Al mattino abbiamo preso il traghetto che ci ha portato al Taronga Zoo, dall’altra parte del golfo rispetto all’Opera House. Inutile dire che da lì c’è uno spettacolo meraviglioso sulla baia di Sydney. Lo zoo è molto bello e molto grande, noi siamo andati x vedere soprattutto gli animali tipici australiani, sono tantissimi, e veramente buffi, con dei nomi difficilissimi da ricordare. A metà pomeriggio, mentre stavamo tornando a prendere il traghetto, ha iniziato a piovere sempre più forte e infatti, una volta tornati in centro, ci siamo poi rifugiati al Sydney Aquarium. Molto bello anche questo, e x fortuna quando siamo usciti aveva quasi smesso di piovere.
3° giorno
Abbiamo volato fino a Melbourne Tullamarine dove abbiamo noleggiato la prima auto, una Toyota Corolla. Da lì ci siamo diretti a Torquay, dove inizia la Great Ocean Road, e abbiamo iniziato a percorrerne un pezzo fino ad Apollo Bay, dove abbiamo dormito al Motel Marengo.
4° giorno
Ci aspetta una tappa lunghissima. Sveglia al mattino presto e partiamo subito verso Warrnambool, x completare la parte di Great Ocean Road che ci manca. Il cielo è nero, e purtroppo non riusciamo a godere a pieno delle scogliere a picco sul mare. Decidiamo di andare al Cape Otway Lighthouse, un faro lungo la strada, ed è stata una scelta azzeccatissima, in quanto x arrivarci la strada passa in una foresta di eucalipti e riusciamo a vedere almeno una trentina di koala sugli alberi. Semplicemente bellissimo.
Continuiamo la lunga strada verso i Dodici Apostoli, piove e tira un vento fortissimo, facciamo fatica anche a fare le foto, ma sono semplicemente meravigliosi. Ci rimettiamo in macchina in direzione di Adelaide, dove arriviamo a notte inoltrata al Country Comfort Hotel.
5° giorno
Al mattino siamo andati al Cleland Wildlife Park, che ci è piaciuto tantissimo. E’ una riserva faunistica di soli animali australiani, con dei recinti dove è possibile entrare e dare da mangiare ad alcuni di questi. Abbiamo passato le ore a “sfamare” e accarezzare canguri e wallaby, sono stupendi, hanno dei musetti tenerissimi. Abbiamo avuto anche la fortuna di vedere dei piccoli entrare e uscire dai marsupi, una cosa impressionante. Lungo il percorso ci sono anche dei recinti con altri animali che non si possono avvicinare (dingo, wombat, diavoli della Tasmania…) e delle voliere con dei pappagallini bellissimi (dove si puo’ entrare), oltre ad una zona aperta con un laghetto con tantissimi uccelli, tra cui dei pellicani enormi.
Alle 17:45 avevamo prenotato al Cumbungi Sanctuary a Mylor il “Platypus Tour”, un’escursione x cercare di vedere il famoso, ma schivo, ornitorinco. Nella mia immaginazione era tutto diverso, molto più turistico; invece ci siamo ritrovati io e il mio fidanzato Ivan con questo signore gentilissimo che ci portava in giro x la tenuta intorno a casa sua!! Mentre scendevamo al laghetto dove ci saremmo appostati, ci ha fatto vedere altri animaletti che popolano questa riserva e ha poi iniziato a istruirci sull’ornitorinco. Intanto che aspettavamo il buio, ci siamo messi su un pontile da cui si vedeva il lago e abbiamo iniziato a scrutare l’acqua, in attesa di qualche segnale. E’ buio, e nel silenzio più totale sentiamo dei passi sul pontile… Illuminiamo con la torcia e vediamo un canguro. La nostra guida ci spiega che si chiama Blue, ed è un canguro “addomesticato” e ci viene a chiedere un biscottino, proprio come farebbe uno dei nostri cani. E’ buffissimo e adorabile. Il Cumbungi Sanctuary funge anche da centro di salvataggio di cuccioli le cui mamme sono state, purtroppo, uccise lungo le strade, e Blue era uno di questi cuccioli. L’ornitorinco si fa attendere, ma intanto con la pila vediamo opossum, bettong, potaroo (sono tutti marsupiali) che ci gironzolano intorno. Inizia a fare freschino e la guida ci offre thé caldo coi biscotti, ma dell’ornitorinco nemmeno l’ombra. Dopo circa 3 ore il nostro tour viene dichiarato finito, senza ornitorinchi, ma siamo comunque felicissimi della bella esperienza fatta, in completo contatto con la natura. Torniamo ad Adelaide, sempre al Country Comfort Hotel.
6° giorno
Anche oggi siamo partiti presto perché ci aspettava un’ora e mezzo di strada x arrivare a Cape Jervis, x prendere il traghetto della Sealink che ci avrebbe portato a Kangaroo Island (con Hertz abbiamo potuto traghettare la macchina, non tutte le compagnie di autonoleggio lo permettono, chiedete prima di prenotare). Siamo attraccati a Penneshaw e abbiamo iniziato a girare x la parte meridionale dell’isola, che paesaggisticamente è davvero stupenda. C’è un’alternanza di colline, spiagge, fari, zone desertiche, bush e un sacco di animali! Le strade asfaltate di KI sono veramente poche, quindi ci siamo divertiti a guidare su degli sterrati enormi dove non si incontrava mai anima viva! Ci siamo diretti verso Seal Bay, x vedere le foche, e abbiamo iniziato a scoprire un lato dell’isola che non ci è piaciuto molto. Praticamente x ogni “attrazione” si paga un ingresso. Qualsiasi cosa era resa molto turistica, perdendo il suo fascino naturale, con centri visitatori e negozietti di souvenir. E’ un posto davvero stupendo, però questa cosa ci ha dato un po’ fastidio, soprattutto perché io ho potuto fare il confronto con la Nuova Zelanda, dove ad esempio, x vedere le otarie e le foche, c’erano delle passerelle vicino alle spiagge completamente libere, e con la California, dove abbiamo potuto vedere leoni ed elefanti marini in assoluta libertà. Secondo me era più intelligente farci pagare un pass x tutta l’isola, a persona o a veicolo, senza dovere ogni volta fare il biglietto x ogni minima cosa. Siamo passati da Vivonne Bay e siamo andati a Kelly Hill, dove era possibile visitare le omonime grotte, ma era ormai tardi x fare l’escursione. Ci siamo diretti all’Hanson Bay Wildlife Sanctuary, un piccolo “santuario” dove abbiamo visto altri koala sugli alberi, insieme agli ormai soliti wallaby e canguri. Finita la visita, abbiamo iniziato l’ardua ricerca del KI Wilderness Retreat, completamente nel nulla, ma molto, molto bello. In questa zona dell’isola non prendevano neanche i telefoni cellulari…
7° giorno
Abbiamo visitato il Flinders Chase National Park. Dal faro di Cape du Couedic si scende a piedi su una passerella lungo la scogliera, x arrivare ad Admirals Arch, un arco scavato dal mare nella roccia, bellissimo. Lungo la strada abbiamo visto tante foche, otarie e leoni marini (altro che Seal Bay), e anche un bel serpentello… Siamo poi ritornati al Kelly Hill Conservation Park ed abbiamo visitato le bellissime grotte con una guida: c’erano tantissime stalattiti e stalagmiti, un posto davvero magico. La leggenda narra che furono scoperte perché un cavallo, di nome Kelly, ci cadde dentro.
Ci siamo poi diretti verso American River, dove avevamo prenotato al Casuarina Coastal Units. Questo è stato l’alloggio che più mi è piaciuto durante tutta la vacanza, aveva un suo stile, molto semplice e molto colorato, in un posto bellissimo e con un giardino pieno di pappagalli. Avendo la cucina, x pranzo siamo riusciti a farci una pastasciutta (la cucina australiana non è nulla di che…) e poi siamo ripartiti in direzione di Kingscote, dove al molo abbiamo visto tantissimi pellicani. Dato che dovevamo aspettare le 19:30 x il tour dei pinguini, abbiamo fatto un salto ad Emu Bay ma alle 18 era già buio… Siamo ritornati all’acquario microscopico di Kingscote da dove partiva il tour, e con la nostra guida ci siamo diretti su un sentiero privato tra le tane dei pinguini. Ne abbiamo visti una ventina, x la gioia di Ivan; la guida ce li illuminava con la torcia rossa, x il resto la nostra luce era un’enorme luna quasi piena. Tornati a “casa”, avevamo 2 wallaby proprio di fianco all’ingresso, bellissima sorpresa.
8° giorno
Abbiamo ripreso il traghetto x Cape Jervis e da lì siamo andati all’aeroporto di Adelaide dove abbiamo rilasciato la macchina e preso un volo x Sydney. Siamo arrivati nel pomeriggio, e ci siamo fatti portare a Glebe all’Haven Inn, albergo piuttosto vecchio, senza neanche l’ascensore, su una strada molto trafficata e parecchio lontana dal centro… Potevamo tornare al Vibe, ma non so perché abbiamo scelto questo… Un acquazzone fortissimo ci fa restare chiusi in camera x un’ora, poi però riusciamo finalmente ad uscire e col bus torniamo in centro. Facciamo un giro x The Rocks, mangiamo italiano (il nostro stomaco e soprattutto il nostro cervello ne avevano bisogno!), qualche souvenirs e torniamo all’albergo.
9° giorno
Siamo tornati all’aeroporto di Sydney dove abbiamo preso il volo x Ayers Rock dove ci aspettavano circa 40 gradi. Mentre atterravamo ci siamo resi conto che eravamo veramente in mezzo al nulla, solo deserto rosso, spiccavano solo Ayers Rock/Uluru e i Monti Olgas, x il resto era tutto completamente piatto. All’aeroporto abbiamo trovato una bella sorpresa: al posto della Yaris che avevamo prenotato, ci hanno dato una jeep enorme, una Mitsubishi Outlander. Ci siamo diretti al Voyagers Outback Hotel & Lodge dove avevamo prenotato x le prossime 2 notti, la stanza era molto bella (pagata un occhio della testa… ad Ayers Rock dormire è carissimo!) e poi abbiamo fatto un giro nella piccola cittadina di Yulara. Nel tardo pomeriggio siamo entrati nel parco e ci siamo diretti ad Uluru x vedere il tramonto: la prima vista da vicino del monolite ci ha lasciato senza parole, è un posto veramente magico (a parte le mosche che ci hanno tartassato x tutte le ore di luce che abbiamo passato lì). C’è un’atmosfera davvero particolare, tutti stanno in silenzio ad aspettare il tramonto; appena il sole inizia a calare la roccia cambia colore, diventando sempre più scura, abbiamo avuto anche la fortuna di vedere sorgere la luna piena da dietro Uluru.
10° giorno
Ci siamo svegliati prestissimo e siamo andati a vedere l’alba ad Uluru. Questa volta i colori scuri piano piano diventano arancione/rosati, e col sorgere del sole, sorgono anche le mosche… Con la jeep vogliamo fare tutta la strada che circonda il monolite. Ci fermiamo x percorrere un sentiero che porta a un billabong (pozza d’acqua) alle pendici della roccia, e dove c’è anche una specie di grotta con delle antiche pitture aborigene. In un altro punto vediamo delle persone che, purtroppo, tentano di scalare la roccia, mancando di rispetto agli aborigeni, x i quali è sacra… Finito il giro siamo tornati sulla strada principale e ci siamo diretti verso i Monti Olgas, a una quarantina di km di distanza. Il significato del loro nome è “tante teste”, e infatti sono proprio tanti cucuzzoli che sbucano nel deserto. Le mosche non ci danno tregua e scattiamo velocemente qualche foto prima di rifugiarci in macchina e di ritornare a Yulara. Nel tardo pomeriggio siamo ritornati a Uluru x vedere un altro bellissimo tramonto.
11° giorno
Dal microscopico e sperduto aeroporto di Ayers Rock abbiamo volato fino a Perth, dove abbiamo noleggiato l’ultima macchina della nostra vacanza, una Hyunday Elantra. X prima cosa ci siamo diretti al Goodearth Hotel a lasciare i bagagli, hotel molto bello, dopodiché a piedi ci siamo avventurati in città. Ci siamo diretti verso il fiume dove abbiamo visto la Swan Bell Tower, una strana struttura in vetro che all’interno custodisce delle campane e, lungo il fiume Swan, abbiamo visto i famosi cigni neri che caratterizzano la città.
12° giorno
Al mattino siamo andati a Kings Park, dei giardini bellissimi (coma al solito pieni di pappagallini) da cui si ha una splendida vista della città. Abbiamo fatto poi un giro al Yanchep National Park, un altro parco con fauna tipicamente australiana (ma Cleland era molto più bello). Abbiamo poi proseguito in direzione di Cervantes e siamo andati a vedere il Pinnacle Desert. C’è un percorso di qualche km tra i pinnacoli da fare con l’auto, e vari punti di osservazione da cui fare foto. Noi siamo andati verso il tramonto, come consigliava la guida, e le ombre erano davvero suggestive. Siamo poi tornati a Cervantes dove abbiamo alloggiato al Cervantes Pinnacle Motel, avevamo una stanza davvero bella.
13° giorno
Iniziamo il viaggio nell’isolato Western Australia, dicono che sia la zona più “vera” dell’Australia, credo di avere capito perché! Da Cervantes saliamo verso Denham, ci aspettano ben 650 km nel completo nulla, intorno solo bush. Ogni tanto si trova un paesino microscopico con annessa pompa di benzina, e x altri 200 km più niente. Il viaggio è stancante, anche perché guidiamo praticamente senza fermarci, perché anche qui appena si scende dalla macchina si viene assaliti dalle mosche, oltre a fare un caldo pazzesco. Salendo ci riavviciniamo alla costa, e quando entriamo nell’area di Shark Bay (dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO) iniziamo a vedere paesaggi bellissimi. Stanchi arriviamo a Shell Beach e ci concediamo il primo bagno della vacanza. La particolarità di questa spiaggia, come dice il nome, è che è composta non da sabbia ma da piccole conchiglie, e si estende x molti km. L’acqua è trasparente e abbastanza calda, e in certi momenti in acqua ci siamo solo noi due. Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo a Eagle Bluff, una scogliera su un tratto di mare abbastanza riparato da cui si possono vedere squali, tartarughe e mante nuotare al di sotto. Noi abbiamo percorso tutta la passerella senza vedere niente, e proprio mentre stavamo x andarcene, ecco che avvistiamo uno squalo! Decidiamo di ripassare da qui anche domani, che tanto siamo di strada.. Finalmente arriviamo a Denham, dove abbiamo prenotato alle Denham Villas: bellissimo! Avevamo un mega appartamento super attrezzato, proprio bello. Abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare e abbiamo visto il tramonto, stupendo, il cielo era tutto rosa e arancione.
14° giorno
Altra giornata da 700km. Al mattino presto torniamo a Eagle Bluff, dalla scogliera non vediamo niente, ma lungo lo sterrato vediamo dei canguri, quindi comunque è valsa la pena passare. Passiamo la mattinata a guidare in zone veramente desolate (abbiamo attraversato il Tropico del Capricorno) e, nel pomeriggio, arriviamo a Coral Bay, dove ci fermiamo qualche ora in spiaggia. Qui inizia il Ningaloo Marine Park, che tutela 250 km di barriera corallina, un santuario marino di enorme importanza, caratterizzato dalla possibilità di avvistare tartarughe, mante, balene e anche squali balena (uno dei due posti al mondo, l’altro sono le Maldive). Il Ningaloo Reef è la seconda barriera corallina australiana, ma è molto meno conosciuta e molto meno sfruttata rispetto alla Grande Barriera sulla costa del Queensland (infatti noi abbiamo trovato praticamente solo turisti australiani). Facciamo snorkelling dalla riva e vediamo un po’ di pesci, ne girano certi veramente grandi x essere a riva, saranno almeno 80 cm di lunghezza. Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo a Exmouth, tappa finale della nostra vacanza. E’ un luogo che ci è piaciuto tantissimo, isolato, fuori dal mondo, a stretto contatto con la natura, di una bellezza stupenda. Abbiamo dormito x tre notti al Ningaloo B&B, una struttura di recente costruzione/apertura, il giardino era ancora un cantiere, ma le stanze erano nuove e tutte con bagno. I proprietari erano veramente gentili e ci preparavano sempre un’abbondante colazione (anche la mattina che ci siamo dovuti alzare alle 6:30). La sera abbiamo preso un fish & chips in paese, ci avevano avvisati che l’attesa sarebbe stata lunga, ma non pensavamo di dover aspettare due ore! Almeno era abbondantissimo e buonissimo! A Exmouth ci sono solo tre o quattro posti x mangiare…
E’ ormai buio quando torniamo al b&b, e ci rendiamo conto che sopra di noi c’è un cielo meraviglioso, pienissimo di stelle, sembrano vicinissime, quasi possiamo toccarle…
15° giorno
Che strano festeggiare il mio compleanno dall’altra parte del mondo, e soprattutto al mare e con un bellissimo sole!!!!! Al mattino percorriamo tutta la penisola, entriamo nel Cape Range National Park e arriviamo a Yardie Creek, un canyon vicino al mare. C’è una passeggiata all’interno, la iniziamo, ma ci saranno circa 40 gradi e fa davvero troppo caldo x mettersi a camminare. Riprendiamo la macchina e torniamo indietro, ci fermiamo a fare qualche foto a Oyster Beach, e poi andiamo a Torquoise Bay. La spiaggia è stupenda, si può camminare x molti metri nell’acqua prima di tuffarsi. Armati di maschera e boccaglio (attenzione alle correnti) iniziamo a fare snorkelling, l’acqua è calda, ci sono un sacco di pesci colorati, è molto bello, anche perché siamo vicinissimi alla riva e quindi possiamo entrare e uscire quando vogliamo. Dopo un po’ di ore passate su questa bellissima spiaggia, iniziamo a sentirci un po’”arrostire”, e decidiamo di spostarci. Ci fermiamo a fare un altro bagnetto a Mauritius Beach, e poi andiamo anche a Bundegi Beach, ma di sicuro Torquoise Bay è la migliore! La sera, x festeggiare, andiamo a mangiare al ristorante italiano Pinocchio: abbiamo mangiato bene ma, nonostante avessimo prenotato, abbiamo dovuto aspettare un’ora x mangiare… Purtroppo a Exmouth funziona così… Pazienza!
16° giorno
Sia io che Ivan aspettavamo il 24 aprile con un bel po’ di ansia da circa un mesetto, esattamente da quando avevamo prenotato l’escursione x fare snorkelling con gli squali balena dall’Italia. Abbiamo prenotato con la Ocean Eco Adventures, ed è stata un’ottima scelta! Personale disponibilissimo, ottima esperienza, forniscono mute, maschere, pinne e compreso nel prezzo c’è anche un dvd dell’intera giornata, che verrà poi spedito a casa. Alle 8 del mattino sono arrivate a prenderci due ragazze con un pulmino, abbiamo fatto il giro di Exmouth a “raccogliere” gli altri partecipanti e siamo poi andati alla marina dove erano ormeggiate le barche, a una mezz’oretta di distanza dal paese. Lungo la strada abbiamo visto gli emù, delle specie di struzzi che vivono in libertà in questa zona dell’Australia. Arrivati alla spiaggia, eravamo tutti gasati x quello che ci aspettava, la tensione era praticamente sparita. Un gommone ci porta a bordo dove conosciamo il capitano, e la sua “ciurma” composta da elementi solo di sesso femminile: 5 ragazze gentilissime che ci faranno da marinai/guide/cameriere/cuoche x tutta la gironata. Siamo gli unici stranieri su venti partecipanti, tutti gli altri sono australiani. Partiamo e la prima tappa della giornata è un banco di corallo dove facciamo snorkelling x una buona mezz’ora. Ci sono un bel po’ di pesci colorati, e l’acqua è bella trasparente, e anche calda! Una volta ritornati sulla barca, ci istruiscono sull’avvicinamento degli squali balena, cosa fare, come nuotare, a che distanza stare… e ci spiegano che a volte, prima di avvistare uno squalo, passano magari anche due o tre ore, quindi bisogna avere pazienza. La barca ha l’aiuto di un aereo che ci sorvola, x facilitare l’avvistamento di questi bestioni, e dall’alto danno le coordinate e ci si dirige sul punto esatto. Siamo fortunati e dopo un quarto d’ora ci dicono “Whale Shark!” e il pilota parte a manetta verso il mare aperto. Ci hanno diviso in due gruppi da dieci (è il numero massimo di persone che possono scendere in mare x volta), e con la guida che scenderà in acqua con noi ci mettiamo sul retro della barca, pronti con le mute e le maschere indossate, ad entrare in mare. Prima di tutti in mare ci va la ragazza che fa i filmati, che ha il primo contatto con l’animale e segnala l’esatta posizione e la direzione. Subito dopo entra in mare il gruppo che si mette sulla strada che lo squalo percorrerà. Il primo squalo balena è stato uno shock, un’emozione fortissima, è sbucato fuori da una nuvola di bollicine, tutto circondato da altri pesci che lo seguivano… Ci è passato a circa 3 metri, vicinissimo, ci sembrava enorme (scopriamo poi che era un “cucciolo” di soli 7 metri, la lunghezza massima è 18 metri) e iniziamo a seguirlo. Nuotiamo con lui x un paio di minuti poi diamo la possibilità all’altro gruppo di vederlo; ci si alterna, ogni 5 minuti un gruppo entra in acqua mentre l’altro risale sulla barca. Andiamo avanti così x un po’ finche lo squalo non si inabissa. Ripartiamo con la barca e dopo un po’ ne viene avvistato un altro, e si riparte! Su è giù dalla barca x nuotare con lui; in questo punto il mare è pieno di meduse, ma le guide ci dicono di non preoccuparci… Sarà, ma noi le schiviamo lo stesso! Viene avvistato un terzo squalo, ma con questo il contatto è più difficile perché si inabissa praticamente subito. Risaliti a bordo, stanchi morti x il tanto nuotare, invertiamo la marcia e intanto ci rifocilliamo con un pranzo a buffet. Dopodiché ci viene concessa un’altra mezz’ora di snorkelling in un altro punto, qui è ancora più bello, l’acqua è trasparentissima. Dei ragazzi ci dicono che sotto di noi è passato uno squalo, noi x fortuna non l’abbiamo visto!!! Poco prima di attraccare, l’equipaggio ci offre una buonissima torta di riso soffiato a forma di squalo balena, sono stati davvero efficientissimi e molto competenti. La giornata è ormai finita, e ci riportano al b&b, dove arriviamo stanchissimi e ci sono le valigie da fare che ci aspettano… Ultima notte sul suolo australiano, un po’ di tristezza c’è, e prima di andare a dormire riusciamo in giardino a vedere le stelle… Sempre più meravigliose…
17° giorno
Risveglio brusco x me, che avevo ancora la sensazione di essere sulla barca… Maledetto mal di mare!!! Non si sa come, ma riusciamo a chiudere le nostre valigie pienissime, e ci dirigiamo al vicino aeroporto di Learmonth. Se quello di Ayers Rock era piccolo, questo è microscopico!!! Non c’è praticamente nulla, anche l’auto la dobbiamo lasciare nel posteggio e mettere la chiave in una cassetta a muro. Il volo è diretto a Perth, dove inizialmente pensavamo di tornare qualche ora in città ma, visto il costo del taxi e del deposito bagagli, decidiamo di restare in aeroporto. Finalmente arrivano le 22 e ci imbarchiamo sul volo diretto a Dubai.
Ciao ciao Australia!
E’ stata una vacanza bellissima, e x fortuna tutto è sempre andato alla grande!
E’ un paese dai mille volti, con altrettante diverse sfaccettature, dove la natura a volte è davvero violenta, prorompente. Il fatto di stare in zone isolate, a contatto con la natura, non ha davvero prezzo. Gli australiani hanno un forte senso di protezione verso il loro ecosistema, e stanno cercando di mantenerlo il più intatto possibile. Vedere il primo koala in libertà mi ha fatto venire le lacrime, i musi dolci dei canguri e dei wallaby, il silenzio e la contemplazione a Uluru, la grandezza dello squalo balena, le stelle che ci sovrastavano la notte, il verso dei pappagalli al mattino appena svegli… Sono tutte cose che credo non dimenticheremo mai.
Grazie Australia!
Speriamo di tornarci un giorno, c’è ancora tanto da vedere…