Improvvisamente, la Terra dei sultani!

Guida pratica per Istanbul e la Cappadocia: tra arte, storia e paesaggi mozzafiato!
Scritto da: Astridxx1
improvvisamente, la terra dei sultani!
Partenza il: 09/08/2011
Ritorno il: 18/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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E’ capitato per caso, all’mprovviso… Un giorno io e il mio ragazzo stavamo passeggiando per il centro, e fermandoci davanti alla vetrina di un’agenzia di viaggi, la nostra attenzione è stata catturata da un poster della Turchia.

Ecco allora la proposta: perché quest’estate non ce ne andiamo lì?

Tornata a casa mi immergo nelle ricerche sul web, e la mia curiosità di scoprire questa terra aumenta progressivamente.. Così prenotiamo il biglietto, volo a/r Roma-Istanbul con l’Alitalia, 216 euro a testa.

Per il periodo in cui abbiamo scelto di partire, proprio sotto Ferragosto, ci sembra un prezzo abbastanza conveniente…

E così si parte!

Arriviamo ad Istanbul a tarda sera; per fortuna il nostro albergo metteva a disposizione dei clienti un servizio taxi da e per l’aeroporto, ovviamente a pagamento: 25 euro che, scopriremo in seguito, visti i prezzi medi dei taxi ad Istanbul sono un vero furto! Ma tant’è…

Abbiamo strutturato il nostro viaggio in modo tale da non vede soltanto Istanbul, ma anche la zona più interna e selvaggia della Turchia, ovvero la Cappadocia!

A Istanbul ci siamo trattenuti i primi 3 giorni, e poi, di ritorno dalla Cappadocia, gli ultimi 2.

Passiamo alle info pratiche: l’hotel dove abbiamo alloggiato le prime 3 notti a Istanbul si chiama Noahs Ark, prenotato dall’Italia tramite booking.com…(prezzo della camera matrimoniale: 79 euro a notte, colazione abbondantissima e servita su una panoramica terrazza- inclusa)

Il primo impatto con la struttura non è stato molto gradevole. Dall’esterno appare come un palazzo abbastanza piccolo, compresso tra altri palazzi, in una strada apparentemente isolata e poco trafficata. In realtà la mattina dopo scopriamo che la strada è tutt’altro che poco trafficata, e soprattutto che è proprio a DUE PASSI dal cuore della hold city (il quartiere di Sultanahmet): ovvero la Moschea Blu, l’Aya Sofya, e la Cisterna Basilica!

I tre principali simboli della città distano infatti poco più di 5 minuti a piedi dal nostro hotel. La sistemazione si rivela soddisfacente anche per quanto riguarda la camera: abbastanza ampia e luminosa, ma soprattutto pulita e super silenziosa. Dato l’enorme tasso di gente (soprattutto turisti) che gira per questo quartiere, la tranquillità del nostro alloggio (con la stanza che dà sull’interno del palazzo) si rivela una gradita sorpresa!

La prima mattina la dedichiamo in tutta tranquillità alla visita dei tre simboli sopracitati, in ordine: prima la Moschea Blu, poi la Cisterna Basilica, e last but not last l’Aya Sofya; una più spettacolare e suggestiva dell’altra! Tra una visita e l’altra ci rilassiamo un po’ nel grande cortile del Dervis Aile Cay Bahçesi, uno stupendo bar/sala da tè all’aperto in eccezionale posizione proprio di fronte la Mosche Blu! Le comode poltroncine di bambù e i folti alberi verdeggianti rendono l’ambiente piacevolissimo, e protetto contro la forte calura! Anche se è ancora mattina vediamo gente che già fuma il narghilè, e noi ci gustiamo uno yogurt da bere..che a quanto sembra è una delle bevande più diffuse qui in Turchia! A ora di pranzo la fame inizia a farsi sentire, e così decidiamo di affidarci alla nostra guida (che si rivelerà utilissima in ogni sua dritta!), la fedele Lonely Planet, e andiamo a mangiare in un piccolo ristornate, o meglio in una piccola “lokanta”, situata nei pressi del Palazzo Topkapi, ovvero della nostra prossima tappa pomeridiana.

La guida ci informa che la lokanta in questione (il cui nome, per chi fosse interessato è: Caferaga Medresesi) si trova all’interno dello stupendo cortile di una medrese (un’antica scuola religiosa), che il cibo è fresco e i prezzi sono molto economici: tutto assolutamente vero!

Il posto è delizioso, e anche abbastanza fresco e ombreggiato..si respira un’atmosfera decisamente molto tranquilla e rilassata, e noi cominciamo a capire cosa intendono i turchi quando parlano di keyif: l’arte del rilassamento silenzioso.

Ordiniamo un primo apparentemente nostrano, un piatto di ravioli che, inaspettatamente, ci viene servito con un’abbondante quantità di salsa allo yogurt! Avremmo tanto voluto immergerci anche a livello culinario nei sapori locali, ma per noi la pasta con lo yogurt (lì è usatissimo, perciò occhio!!) risulta seriamente immangiabile! Per fortuna ci và meglio con il secondo: un ottimo piatto di kofte (polpette), con classico contorno di patate e insalata, più una piccola aggiunta di riso pilaf: buono!

Spendiamo una cifra davvero irrisoria, e dopo un po’ di relax, ci rimettiamo in cammino…

Buona parte del pomeriggio la dedichiamo alla visita del Topkapi, bellissimo e sfarzoso, ci fa comprendere l’immenso potere (e le immense ricchezze) degli antichi sultani ottomani!

Ovviamente, essendo un sito molto famoso, c’è parecchia gente, e la fila alla biglietteria richiede una notevole dose di pazienza. Ma, neanche a dirlo, ne vale la pena!

Dopo il Topkapi breve sosta in hotel, e via alla scoperta della Istanbul by night!

Prendendo il tram ci dirigiamo nel quartiere di Beyoglu, destinazione piazza Taksim.

Come tutti sapranno questa piazza è il centro nevralgico della moderna Istanbul, dove un caos di macchine, taxi (tantissimi taxi!!!) e gente, transita freneticamente a tutto le ore del giorno e della notte.

Subito ci accorgiamo che in questa parte della città si respira un’atmosfera decisamente più moderna e occidentalizzata rispetto al quartiere storico di Sultanahmet, e il cambiamento di ambiente ci entusiasma!

Dopo qualche giro decidiamo di andare a decidiamo una cosa da bere, e superata la lunga indecisione (a Beyoglu ci sono centinaia di bar e locali!) optiamo per un locale elegante con una terrazza panoramica, anche questo indicatoci dalla nostra fedele Lonely Planet.

Il locale si chiama 5 Kat, e si trova in Soganci Sokaka (poco distante da piazza Taksim), ed è davvero splendido! Si entra dentro questo palazzo e con l’ascensore si arriva all’ultimo piano, qui, su una grande terrazza in parte scoperta, in parte coperta, c’è tutto il locale, da cui si gode di una vista mozzafiato su Istanbul, l’imponenete, modernissimo e luminosissimo ponte del Bosforo, e naturalmente il golfo del Bosforo stesso: un panorama impagabile!

L’ambiente è leggermente formale, ma non troppo. Ci sono alcuni tavoli dove l’eleganza dei commensali si spreca, ma in altri si vedono anche “facce da turisti”! I prezzi sono all’altezza della situazione, ovvero un po’ più alti rispetto alla media dei locali della città, ma data la bellezza del posto, e soprattutto del panorama, la cosa è più che accettabile.

Siamo molto soddisfatti della nostra scelta, e ci godiamo la serata fino a tardi…

Il mattino dopo ci spostiamo direttamente a piedi nel quartiere dei Bazar, appunto per visitare il Gran Bazar e il Bazar delle spezie. Dato che pioviggina un po’, la scelta di vedere adesso i Bazar, che sono quasi completamente al coperto, ci sembra perfetta!

È quasi inutile descrivere l’ambiente del Gran Bazar perché bisogna esserci stati per capire…, comunque ci provo: un labirinto enorme con oltre 4000 negozi e svariati chilometri di vicoli, banche, stazioni di polizia, ristoranti e laboratori artigianali. Lo si può considerare una vera città nella città, e anche se molta della merce esposta è decisamente classificabile come paccottiglia per turisti, non manca l’opportunità, con po’ di pazienza e fortuna, di scovare qualche oggetto veramente interessante e di qualità!

Le vie all’interno portano il nome di varie arti e mestieri, e in particolare la zona con i negozi dei gioiellieri è veramente sconfinata: mai visti così tanti gioielli tutti insieme nella mia vita! Uno scintillio lungo chilometri!

Dopo un’estenuante contrattazione (finita male) con un negoziante di tappeti, ci spostiamo a piedi (sono veramente molto vicini) al Bazar delle spezie… Và detto che in questo quartiere non solo i Bazar, ma anche le strade adiacenti ad essi sono straboccanti di negozi e botteghe di ogni genere; in pratica quasi tutto il quartiere lo si può considerare come un’enorme area commerciale, frequentatissima tanto dai turisti quanto dalla gente del posto…

Al Bazar delle spezie, sempre consigliati dalla nostra guida, facciamo tappa al Kurukahveci Mehmet Efendi Mahdumlari (nome chilometrico,ehehe!), una specie di laboratorio artigianale/torrefazione definito dalla Lonely come il più famoso fornitore di caffè di Istanbul! Difatti, fuori dal locale c’è un lunga fila di clienti, quasi tutti turchi, che aspettano di poter acquistare il loro sacchetto di caffè appena macinato e ancora caldo… Anche noi ci mettiamo in fila, e così ci aggiudichiamo un sacchetto di vero caffè turco; una volta tornati a casa lo proveremo a sarà buonissimo!

Attraversato tutto il Bazar delle Spezie “sfociamo” nella piazza di fronte al Ponte di Galata e alla stupenda Yeni Camii (tradotto: Moschea Nuova), una delle più belle e delle più grandi di Istanbul.

Quando si è al Ponte di Galata non si può non onorare una delle più tipiche tradizioni della città, e quindi non si può non mangiare un balik ekmek (panino di pesce) cucinato su un fornello, direttamente sulle barche ancorate al molo!

Quindi, alla modica cifra di 4TL (Turk Lirasi), ovvero meno di 2 euro, ci gustiamo questo squisito panino di pesce, condito con insalata e limone, su delle sedioline davanti al molo; qui ci sono ben tre barche che sfornano freneticamente balik ekmek, e davanti a tutte si affollano un sacco di clienti, una vera e propria ressa!

Finito il panino ci riposiamo un po’ nella piazza, quindi attraversiamo a piedi l’intero ponte per spostarci nell’altra parte della città… La nostra meta è la cilindrica Torre di Galata (da cui il nome del ponte stesso), un altro dei simboli della “nuova” Istanbul.

Arrivati, dopo una poco piacevole scarpinata in salita, ai piedi della Torre, ci colpisce la piazza lastricata attorno ad essa, veramente molto carina e pulita, e ricca di localini interessanti.

Dalla Torre di Galata ci dirigiamo quindi in Istiklal Caddesi, la principale via dello shopping della città.

Questa strada è sicuramente una delle più occidentali/globalizzate di tutta Istanbul, è molto lunga e ricorda una qualsiasi via dello shopping di una capitale europea, se non fosse per vari localini e i ristoranti che hanno uno stile tipicamente turco…

Da segnalare lungo Istiklal Caddesi i due Passaggi laterali: il Ciçek Pasaji (Passaggio dei Fiori), e il Avrupa Pasaji (Passaggio Europeo), graziose gallerie con all’interno svariati negozietti e ristoranti…

Noi mentre percorrevamo Istiklal Caddesi ci siamo concessi una tappa “dolce” all’Inci Pastanesi; vera istituzione di Beyoglu, è una pasticceria conosciuta in particolar modo per i suoi deliziosi profiteroles ricoperti di ciccolato, ipercalorici ma assolutamente imperdibili!

Dopo lo shopping pomeridiano siamo tornati in piazza Taksim per un boccone veloce, e poi in taxi (pagando veramente poco, qualcosa tipo meno di 8 euro) ci siamo spostati nel tratto conosciuto come il “Golden Mile”, il Miglio d’Oro, ovvero il lungomare compreso tra le zone di Ortakoy e Kuruçesme. Questo è il punto in cui convergono la maggior parte dei locali, dei club e delle discoteche della città; un’area dedicata al puro divertimento dove si trovano alcuni locali notturni famosi in tutto il mondo.

Sinceramente mi aspettavo questa zona un po’ più movimentata, tuttavia è comunque una parte molto carina della città, in cui trovare un locale interessante dove trascorrere la serata non è affatto cosa difficile… Inoltre estendendosi sul lungomare, praticamente ai piedi del Ponte del Bosforo, anche in questa zona il panorama è molto suggestivo!

Noi scegliamo un locale all’aperto situato proprio sotto al ponte, da dove ci possiamo godere sia la vicinanza al mare (talvolta le onde arrivavano a lambire la terrazza del locale!), sia i giochi di luce colorata del Ponte stesso.

Ma la nostra serata non si esaurisce qui…, dopo questa prima tappa infatti decidiamo di tornare nella zona di Beyoglu per provare un altro locale con terrazza panoramica consigliato dalla Lonely: il Leb-i Derya. Anche questo sorge all’ultimo piano (il settimo) di un edificio in una traversa di Istiklal Caddesi, e gode di una vista bellissima sulla Città Vecchia e sul Bosforo! Essendo prevalentemente chiuso (ma con enormi vetrate), ci è piaciuto un po’ di meno rispetto al 5 Kat. Tuttavia, il lato positivo è stato sicuramente l’atmosfera complessivamente più giovanile e rilassata, nonché l’ottima selezione musicale!

Anche questa sera si è fatto decisamente tardi… stanchi torniamo in albergo: domani ci aspetta l’ultimo giorno ad Istanbul prima della Cappadocia.

Questa mattinata la dedichiamo alla visita della parte asiatica della città, e nello specifico del quartiere di Uskudar, una zona per lo più ignorata dai turisti, rappresentativa della Istanbul più tradizionale e conservatrice.

Noi la raggiungiamo prendendo il traghetto da Eminonu, con un viaggio molto breve, all’incirca una ventina di minuti.

Arrivati nella Piazza della Democrazia (la Demokrasi Meydani, ovvero la piazza antistante l’imbarcadero dei traghetti), notiamo quasi immediatamente che l’atmosfera che si respira in questa zona è decisamente conservatrice; per esempio, l’uso del velo da parte delle donne qui è visibilmente più diffuso rispetto alle altre parti della città, e inoltre per strada si incontrano molti più uomini rispetto alla donne, una differenza davvero evidente!

Tutta l’area è ricca di moschee, di cui noi ne visitiamo parecchie, ma a mio avviso ciò che è da segnalare in particolar modo è la Semi Pasa Camii (una moschea piccola piccola, la cui particolarità è che si affaccia a ridosso del mare!), e la Kiz Kulesi (la Torre della Fanciulla), una piccola e carinissima torre sull’acqua (non molto distante dalla Semi Pasa Camii), considerata da sempre uno dei massimi emblemi di Istanbul.

Dopo aver esplorato in lungo e in largo questa zona (ed essermi beccata un serie infinita di occhiatacce dagli islamici del posto per il mio abbigliamento con gonna al ginocchio e canottiera in pieno Agosto!), siamo tornati nella nostra zona (Sultanahmet), e abbiamo fatto tappa al bellissimo Gulhane Parki (il Parco di Gulane), un tempo giardino esterno del Palazzo Topkapi.

Al Gulhane si può godere di un’atmosfera rilassata, tantissimo verde, e soprattutto, nella parte più alta del parco, un bellissimo panorama su tutto il Corno d’Oro e il Mar di Marmara.

Noi, camminando camminando, siamo arrivati fino alla collina all’estremità nord del parco, dove si trova la carinissima Set Ustu Cay Bahçesi, una sala da tè/bar a terrazze con giardino, affacciata sul Saray Burnu, da cui, immersi nel verde, si possono osservare i traghetti che fanno la spola tra l’Europa e l’Asia, sorseggiando dell’ottimo çay (thè) bollente: consigliatissima!

La seconda parte del pomeriggio l’abbiamo poi trascorsa nuovamente nella zona di piazza Taksim e Istiklal Caddesi, non per pigrizia ma per mancanza di tempo sufficiente per visitare nuove zone: alle 20.30 infatti abbiamo raggiunto l’Otogar (più esattamente la Buyuk Istanbul Otogari), cioè la stazione degli autobus di Istanbul, per prendere l’autobus per la Cappadocia!

Il primo giorno avevamo comprato i biglietti e quindi ci eravamo messi al sicuro, la stazione è molto grande e ci sono diverse compagnie di autobus che raggiungono praticamente ogni parte della Turchia, tuttavia consiglio di acquistare i biglietti con un certo anticipo, per evitare di rimanere fregati!

Per raggiungere la cittadina di Goreme (appunto in Cappadocia) noi abbiamo viaggiato, sia all’andata che al ritorno, con la Suha Turizm. Il biglietto c’è costato circa 60TL per l’andata, e altre 60TL per il ritorno, a testa. In pratica circa 55 euro andata e ritorno.

Decisamente poco se si considera il fatto che stiamo parlando di un viaggio di oltre 10 ore; più di 20 se consideriamo anche il ritorno!

Per quanto riguarda l’efficienza del trasporto siamo rimasti abbastanza soddisfatti, l’autobus era nuovo, pulito e sufficientemente spazioso, inoltre nel corso della notte ci hanno offerto per tre volte una bevanda, e una volta anche uno snack dolce… Tuttavia l’antipatia estrema del vecchio proprietario dell’agenzia della Suha, dove abbiamo acquistato i biglietti all’Otogar di Istanbul, ci ha decisamente offesi..quindi, per questo motivo, non mi sento di consigliare più di tanto questa compagnia…

Noi l’abbiamo scelta più o meno a caso, ma sappiamo che ce ne sono anche molte altre (quale ad esempio la Metro), che fanno la stessa tratta, a prezzi del tutto equivalenti.

Dormire sull’autobus è un’esperienza! Non si può certo dire che sia comodo e riposante.., sicuramente per noi era la scelta più utile per risparmiare tempo, in quanto, viaggiando di notte non abbiamo “sottratto” tempo per girare e vedere i posti, ma certamente passare tutta la notte sull’autobus non è stato molto piacevole..!!

Verso le 8 di mattina, come da programma, siamo arrivati nella bellissima Goreme, cuore del Parco Nazionale di Goreme, dal 1985 patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Qui abbiamo soggiornato all’Arch Palace Hotel (prezzo: 70 euro a notte), un hotel in stile cave hotel, in quanto realizzato all’interno di un palazzo in tufo, ma le singole stanze non sono stanze scavate nella roccia…

Ci siamo trovati complessivamente bene, la stanza era davvero gigante (35 mq!), luminosissima, e arredata in stile ottomano. La colazione (non molto buona!) la facevamo sulla terrazza sul tetto, dalla quale si poteva ammirare tutto intorno il mitico paesaggio dei camini delle fate.

Il proprietario dell’hotel, Mustafà, è un vero business man, e ha cercato di venderci di tutto e di più: dagli spettacoli dei dervisci rotanti (a cui non eravamo interessati), ai voli in mongolfiera (se ne fanno parecchi in questa zona, ma le mie vertigini me li rendono assolutamente proibitivi!), ai tour in pullman, dei quali ne esistono vari tipi.

Noi abbiamo deciso di acquistarne (per sole 35TL) uno per il giorno seguente; un tour comprendente la città sotterranea di Derinkuyu, la bellissima valle di Ihlara, e l’altrettanto bello villaggio rupestre di Zelve!

Sbrigati queste faccende con Mustafà ci siamo messi in cammino, sotto un sole cocente e soprattutto ancora ignari di quel che ci aspettava!

Abbiamo camminato e scarpinato per oltre 8 chilometri, attraversando la Rose Valley e giungendo fino al mini villaggio di Cavusin… Stanchi, stanchissimi, ma soprattutto affascinati da questi posti fantastici: paesaggi immensi e particolarissimi, con i camini delle fate (formazioni in tufo uniche al mondo!) e le antiche abitazioni rupestri scavate nella roccia! Un autentico spettacolo!!

Arrivati a Cavusin non ce l’abbiamo più fatta a proseguire! La stanchezza del viaggio in autobus si faceva sentire con prepotenza, e così abbiamo deciso di tornare a Goreme per mangiare qualcosa e riposari.

Qui abbiamo scoperto un posto carinissimo dove mangiare, nel quale infatti siamo tornati più volte nel corso dei nostri giorni in Cappadocia: il Firin Express.

Un locale, famoso soprattutto come pideci (pizzeria), dove consiglio di provare la famosa lahmacun e il pide! La prima è una sfoglia sottilissima e croccante, condita con carne tritata e spezie, il secondo invece è una versione turca della nostra pizza, qui servito a listelli e con una grande scelta di condimenti, entrambi buonissimi!

Inoltre, il posto in questione ha prezzi davvero modici, e una deliziosa terrazza immersa nel verde.

Dopo esserci rimpinzati con lahmacun e pide ci siamo diretti con un autobus nel vicino paese di Avanos, situato lungo le rive del fiume Kizilirmak.

È un posto davvero molto carino e tranquillo, in quanto poco battuto dai turisti (soprattutto rispetto a Goreme!). Il fiume Kizilirmak trasporta e deposita un particolare tipo di argilla usata dagli abitanti di Avanos come materia prima per le loro ceramiche, famose in tutta la Cappadocia!

Probabilmente per alcuni il paesino di Avanos potrebbe risultare un posto un po’ noioso, ma per chi ama curiosare nelle botteghe artigianali, o per chi è amante delle ceramiche, una tappa qui è d’obbligo!

Noi ci siamo rilassati parecchio ad Avanos, ma la sera siamo tornati a Goreme per goderci un po’ più di “movida”, e un’altra buona pizza al Firin Express!

Il giorno dopo, alle 9 di mattina, siamo partiti con il nostro tour…

È stata una giornata bellissima, abbiamo visitato posti stupendi, e inoltre il ragazzo che ci ha fatto da guida è stato un vero spasso!

Naturalmente spiegava tutto in inglese, e a volte si faceva difficoltà a capire qualcosa… Ma nel complesso è stato certamente utile ricevere anche spiegazioni più tecniche e dettagliate.

Il tour comprendeva, oltre agli spostamenti e alla guida, il pranzo nella stupenda valle di Ihalara: un’oasi di verde e fresco all’interno del paesaggio arido e roccioso della Cappadocia!

Dopo pranzo abbiamo scarpinato all’interno del villaggio rupestre di Selime, che si estende verso l’alto e regala panorami mozzafiato!

Il tour si è concluso nel tardo pomeriggio con una tappa presso una fabbrichetta di oggetti in onice. L’intendo in questi casi è sempre quello di vendere qualcosa ai turisti, ma naturalmente si può tranquillamente visitare il posto senza acquistare nulla…

Inoltre la tappa in questione è durata poco, all’incirca un quarto d’ora…

La nostra seconda sera a Goreme ci siamo dedicati al narghilè, fumando un po’ di tabacco alla mela (buono, ma mi aspettavo qualcosa di meglio!), in quello che probabilmente, dato l’arredamento, è il bar più caratteristico della cittadina: il Red Red Wine House!

All’esterno è minuscolo, ma la sua particolarità è la sala interna: interamente ricavata in una roccia di tufo e arredata in modo quantomeno bizzarro, è illuminata da sole candele, che creano un’atmosfera particolarmente intima e rilassata; l’ideale per fumare un po’di narghilè in tutta tranquillità!

Il giorno dopo, terzo (e per noi purtroppo ultimo) giorno in Cappadocia abbiamo deciso di affittare uno scooter, e di spostarci con questo!

A Goreme non è difficile affittare uno scooter (o anche una bicicletta o un quad), in quanto ci sono parecchi agenzie di noleggio per questo tipo di mezzi, anche per poco tempo e a prezzi davvero vantaggiosi.

Tra le più conosciute segnalo “Oz Cappadocia”, e “Motodocia”, ma basta girare un po’ attorno all’otogar (la stazione degli autobus) per vederne diverse, e farsi un’idea…

Noi abbiamo affittato uno scooter a Motodocia per 8 ore, prezzo 50TL.

La condizione è che loro te lo danno con il pieno, e tu devi riportarlo con il pieno; inoltre, quando si affitta qualcosa bisogna sempre lasciare un passaporto o una carta d’identità in deposito, fino alla ri-consegna del mezzo.

Girare con lo scooter nei dintorni di Goreme è stata una delle cose più divertenti che abbiamo fatto!!!

Finalmente siamo potuti andare a zonzo senza fatica e soprattutto godendoci il vento tra i capelli!

Abbiamo fatto tappa in diversi posti; sicuramente i più belli, quelli che noi giudichiamo assolutamente imperdibili, sono stati la Rose Valley (già raggiunta il primo giorno a piedi) e la Red Valley (subito dopo la Rose), così chiamate per il colore rosato delle loro formazioni di tufo; e poi gli spendidi camini della Love Valley e di Pasabagi, nonché il carinissimo paesino (con il suo tipico Castello nella roccia!) di Uçhisar, e l’enorme Museo a cielo aperto di Zelve.

Infine, carino, ma secondo me molto meno rispetto ad Uçhisar, anche il paese di Urgup, situato nei pressi di Pasabagi e dello Zelve Open Air Museum.

Tutto quest’ultimo giorno abbiamo girato senza sosta, sia con lo scooter che a piedi, ed stato divertentissimo, lo consiglio a tutti! Inoltre muoversi in scooter permette di risparmiare molto tempo, e quindi vedere più cose.

La sera, lasciato lo scooter e ripresi i bagagli in hotel, ci siamo diretti all’otogar, e più o meno alla stessa ora dell’andata (verso le 20.30/21.00), siamo ripartiti per Istanbul.

Gli ultimi due giorni ad Istanbul abbiamo soggiornato nuovamente in un albergo nel quartiere di Sultanahmet; obbiettivamente questo è il quartiere più storico e quindi anche più turistico dell’intera città, dove si trova la maggior parte degli hotel a prezzi medio-bassi, ideali per soggiorni brevi.

L’albergo che noi avevamo scelto (anche questo prenotato per tempo dell’Italia, sul sito booking.com) si chiama Eski Konak Hotel (prezzo della camera matrimoniale: 55 euro a notte, colazione inclusa).

Anche quest’albergo dista pochissimo dalle principali attrazioni di Sultanahmet, ovvero la Moschea Blu e L’Aya Sofya; ed anche questo si trova all’interno di un piccolo palazzo (ancora più piccolo del primo) stretto tra tante altre abitazioni.

Nel complesso lo consiglio: la camera era abbastanza pulita e comoda, e la colazione (anche qui servita in terrazza) sicuramente buona e abbondante.

Tuttavia noi abbiamo avuto il disagio di arrivare all’hotel troppo in anticipo (verso le 8.30 di mattina!), e la nostra stanza naturalmente era ancora occupata… Quindi, stanchi morti dal viaggio in autobus abbiamo dovuto aspettare fino alle 12.30 perché la camera fosse pronta! Tuttavia, noi non ci siamo persi d’animo e, lasciate le valige nella mini reception, abbiamo sfruttato quel tempo a nostra disposizione per vedere un’altra zona della Città Vecchia: il porto!

Ci siamo scesi a piedi e lì abbiamo camminato per qualche chilometro, godendoci la vista delle barche e dei tanti jogger lungo la strada… Poi, quando siamo risaliti verso l’hotel, abbiamo fatto tappa all’Ippodromo: un grande spiazzo rettangolare che un tempo era il cuore di tutta la città (ora sostituito da Piazza Taksim).

Qui abbiamo visto l’obelisco di Teodosio, l’Obelisco di Costantino, la Colonna Serpentina, e la bella Fontana dell’Imperatore Guglielmo, tutti vicini, e tutti assolutamente imperdibili!

Nel pomeriggio, dopo una quanto mai necessaria sosta in hotel, ci siamo dedicati ad alcuni giretti “random” per la città, cercando di attenzionare tutte quelle cose che non avevamo visto duranti i primi tre giorni…

Per esempi siamo passati dall’Università di Istanbul, e abbiamo visitato anche la vicina e famosissima Suleymaniye Camii (la Moschea del Sultano Solimano il Magnifico),a mio avviso una delle più maestose e imponenti di tutta la città.

La sera, tornati nella zona più movimentata di Beyoglu, abbiamo mangiato un boccone (buono!) al Konak, ristorante che affaccia su un’ampia piazza all’inizio di Istiklal Caddesi, e poi abbiamo preso una cosa da bere al Pasific House, locale molto alla mano e dai prezzi assai contenuti, situato in Sofyali Sokak, decisamente una delle vie più modaiole e giovanili di Istanbul.

Il giorno dopo, per la nostra ultima escursione abbiamo deciso di visitare la zona così detta dei Quartieri Occidentali, anch’essa, come Uskudar, poco frequentata dai turisti, e parecchio conservatrice…

Abbiamo preso un traghetto a Eminonu per raggiungerla (direzione Fener), e qui, tra le tante altre cose, abbiamo visitato la bellissima e coloratissima Mihrimah Sultan Camii, la moschea situata sul punto più alto di Istanbul!

Siamo entrati dentro la Mihrimah proprio durante la preghiera, ed è stato molto interessante assistere alla loro funzione religiosa, così diversa da quelle cristiane a cui siamo abituati…

All’ora di pranzo tramite taxi siamo tornati nella parte occidentale della città, e abbiamo pranzato al modernissimo Istanbul Culinary Institute, molto bello (in stile “casual chic”), e dalle pietanze buonissime (consiglio di assaggiare l’ispanakli borek, un involtino di pasta sfoglia ripieno di spinaci che, specie se servito appena sfornato, è un’autentica delizia!).

Il pomeriggio l’abbiamo dedicato quasi esclusivamente allo shopping e al relax…e giusto per non farci mancare niente, siamo andati a fare shopping nel quartiere di Nisantasi; in assoluto il quartiere più chic e lussuoso della città, dove si concentrano le boutique degli stilisti internazionali e i locali/ristoranti più scintillanti.

Sempre per quanto riguarda lo shopping, se si vogliono fare piccoli regali, ma che non siano troppo scontati come i classici souvenir, consiglio di fare un salto al mercato dell’Ippodromo! Ci sono tantissimi stand che vendono (o realizzano sul momento) oggettini d’artigianato, stoffe ricamate, gioielli, e prodotti alimentari tipici, in quantità!

Inoltre, se si và all’Ippodromo durante il mese del Ramadan (in turco chiamato “Ramazan”), si può assistere allo spettacolo di tutti i fedeli che al tramonto mangiano insieme durante l’Iftar (il pasto che rompe il digiuno), sparpagliandosi praticamente OVUNQUE: sulle panchine, lungo le strade, e persino all’interno delle aiuole o nel bel mezzo delle piazze!

Del resto, per loro questo momento della giornata deve essere celebrato come una festa, e per questa ragione và vissuto quanto più possibile in compagnia; è un vero e proprio momento corale!

La nostra ultima sera ad Istanbul anche noi siamo stati lì, in mezzo alla folla di fedeli durante l’Ifart…, poi abbiamo deciso di salutare questa splendida città dalla terrazza del 5 Kat, e così, saltando al volo su un affollatissimo tram, siamo tornati per l’ultima volta nella zona di Beyoglu…

Al 5 Kat ci siamo goduti ancora una volta lo splendido panorama su tutta Istanbul e il golfo del Bosforo…è stata una sera fantastica!

La mattina dopo sveglia all’alba, e via verso l’aeroporto…

Ricordare questo viaggio adesso, ad un mese di distanza, fa sicuramente un certo effetto…

Come tutti i viaggi è stato bellissimo, e come tutti i viaggi è durato troppo poco… Restano i fantastici ricordi, e la voglia di tornare, un giorno chissà, nella magica terra dei Sultani…



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