Immersione a Ras Mohammed
SHARK E JOLANDA REEF - Sharm el Sheikh
(16.11.2005) Siamo in navigazione, davanti a noi allineata alla prua, la nostra destinazione: la punta estrema del Sinai. Una roccia, un dirupo sul mare cristallino. Circa cento metri verso il cielo e più di ottocento immersi. Il deserto roccioso alla nostra destra, scorre davanti ai nostri sguardi come un...
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SHARK E JOLANDA REEF – Sharm el Sheikh (16.11.2005) Siamo in navigazione, davanti a noi allineata alla prua, la nostra destinazione: la punta estrema del Sinai. Una roccia, un dirupo sul mare cristallino. Circa cento metri verso il cielo e più di ottocento immersi. Il deserto roccioso alla nostra destra, scorre davanti ai nostri sguardi come un film. Appare come un paesaggio immobile; basta avvicinarsi un po’ per smentirsi. Il sole immancabile, si rispecchia sulle curve del mare, lo decora, e si presenta. Dietro di noi l’immancabile scia bianca ribollente che indica il nostro procedere lento. La parete verso la quale puntiamo si avvicina gradualmente e la sua forma si evidenzia. Ai suoi piedi, immersi sino alla cima, quattro altari, due maggiori e due minori, salgono dalle profondità del mare: Anemone city, Shark, Jolanda e Jolandino reef. Non sono nè di marmo nè di cristallo ma di corallo. Sono stati costruiti nei millenni da piccoli polipetti, tra le loro forme brulica la vita: pesci, anemoni, alcionari, nudibranchi, mammiferi, anfibi ecc. L’acqua è cristallina, siamo pronti, fra un istante ci tuffiamo. Siamo nel blu! nel blu profondo. Una tartaruga risale dalle profondità verso la superficie poco distante da noi, sporge il capo e il carapace, si sazia d’aria e ridiscende con movenze lente e sicure. Siamo su Anemone city, i pesci pagliaccio (Amphiprion bicinctus) ci circondano senza allontanarsi troppo dalle loro case all’interno delle quali si riparano i più piccini che, incuriositi, con movimenti frenetici si sporgono per ammirare noi, strani ospiti. Migriamo verso Shark reef, avvolti dal blu, assorbiti da tutti i suoi colori. Un pesce napoleone ( Cheilinus undulatus ) nuota verso di noi, ci incrociamo e ci scrutiamo a vicenda entrambi stupefatti. Più avanti numerosi carangidi nuotano in direzione opposta alla nostra, la loro livrea argentea riflette i raggi del sole. Subito dietro, come in una sfilata di moda, un Napoleone di notevoli dimensioni si avvicina a noi, rallenta e ruota il capo nella nostra direzione, ci osserva così come noi facciamo con lui, modifica leggermente la sua rotta e prosegue il suo cammino. Circunnavighiamo Shark reef, sui venticinque metri una gorgonia a ventaglio (Subergorgia hicksoni) di discrete dimensioni, si oppone alla corrente che trasporta il suo nutrimento, ci fermiamo ad osservarla attentamente controluce, e notiamo le sue trame minuziose, il suo originale ricamo. Su tutto il reef nuvole di Anthias arancioni nuotano freneticamente;la luce delle nostre torce li fa scattare di soprassalto e tutti insieme si spostano al difuori del loro fascio. Procediamo in direzione di Jolanda reef. Una grossa cernia dei coralli maculata (Plectropomus marisrubri) si oppone alla corrente, rimane immobile sotto una conformazione corallifera ad ombrello (Acropora sp.) sembra non fare alcuna fatica, noi invece si. Incontriamo una strana coppia, due pesci farfalla mascherati (Chaetodon semilarvatus) una specie endemica di questo mare. Giungiamo in prossimità del relitto del Jolanda; l’albero si presenta coricato sul fondo, perpendicolarmente al precipizio. Tutto intorno si scorge parte del suo carico composto da sanitari (water, bidet, vasche da bagno) di cui si legge persino la marca. Sono ormai proprietà degli abitanti del blu, ne hanno fatto le loro case sia murene, che spesso sporgono da essi, sia pagliaccetti e, soprattutto, i coralli e le spugne. Guardando verso l’alto, a pochi metri dalla superficie, molti carangidi (Carangoides fulvoguttatus) attendono le loro prede. Proseguiamo il nostro cammino, e da li a poco vediamo un pesce balestra titano (Balistoides viridescens) non molto socievole, lo seguo per fotografarlo, ma lui sembra non tenerci molto. E’ un po’ schivo, non ama molto gli intrusi e spesso attacca per difendere il suo territorio. Mi volto a dritta e tra i numerosi pinnacoli nuota un pesce balestra picasso (Rhinecanthus assasi) dai bellissimi colori, un po’ più avanti un’altro balestra, lo striato (Balistapus undulatus). Siamo quasi alla fine della nostra scorta d’aria, ci avviciniamo alla parete del reef e risaliamo di quota. Abbiamo compiuto un giro completo quando ci imbattiamo in un branco di carangidi dall’occhio grosso (Caranx sexfasciatus). Continuiamo la risalita, siamo a circa 5 metri dalla superficie, e ci fermiamo per la sosta di sicurezza. Non smettiamo di guardarci attorno e su una sporgenza notiamo un animaletto dagli splendidi colori, di non facile localizzazione. Si tratta di un nudibranco quadricolore (Chromodoris quadricolor) di circa 5 centimetri. Mi posiziono per scattare alcune foto, e poco sotto vedo sporgere la testa di un pesce un po’ più grande, una grossissima murena, apparentemente minacciosa. Purtoppo il tempo è scaduto, dobbiamo riemergere. Siamo all’aria aperta già proiettati verso la prossima immersione. Richiamiamo la barca con ampi gesti convenzionali, ci recuperano, saliamo a bordo. Durante il tragitto di ritorno in porto, una grandissima sorpresa: sei delfini (stenella longirostris) ci vengono incontro, si posizionano sotto la nostra prua e giocano un po’ con noi. Il sole scende è l’ora del tramonto, tutto si colora di rosso; il deserto roccioso e il mare, i nostri volti. Nel nostro cuore rimane il blu. Siamo estasiati. a cura di Eugenio Malaspina IL TESTO COMPLETO E LE FOTO LE TROVATE SU: www.Scubatrainer.Net