Immersi nella natura del Sud America 2

Tre settimane tra Cile, Bolivia e l’Isola di Pasqua, per un viaggio alla scoperta di paesaggi da cartolina tra meravigliosi altopiani e fantastici tramonti vista mare
Scritto da: pikky2008
immersi nella natura del sud america 2
Partenza il: 25/07/2018
Ritorno il: 16/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

Dopo aver visto su internet, per caso, le foto del Salar de Uyuni decido che dobbiamo assolutamente andare a vederlo. In particolare mi incuriosisce la possibilità di visitarlo partendo dal Cile, il che consente di abbinare, in un unico viaggio, la visita dell’Isola di Pasqua, visto che i voli partono solo da Santiago del Cile.

A dicembre comincio la mie ricerche su internet. Mi colpiscono alcuni commenti su Tripadvisor che riguardano il Parque National de Lauca, nell’estremo nord del Cile. Cercando un po’ in rete trovo dei commenti lusinghieri su un tour operator cileno con sede ad Arica nel nord del Cile, Mayuru Tour, che organizza dei tour sugli altipiani andini che comprendono la Bolivia, e quindi il Salar de Uyuni, e il nord del Cile. Li ho contattati via mail dall’Italia e sono stati sempre puntuali e rapidi nelle risposte. Ho pagato complessivamente 4.330 dollari per un tour di nove notti e dieci giorni per due persone, ma era tutto incluso (hotel, pasti, escursioni, ingressi) tranne i pranzi e le cene a San Pedro e gli ingressi durante le escursioni a San Pedro. Ad eccezione di San Pedro il resto del tour è stato privato con auto e driver/guida totalmente dedicati a noi. Tenuto conto che solo per il tour privato nel Salar de Uyuni con partenza e rientro a San Pedro mi avevano chiesto 1.300 euro (Denomades) e altri (Cordillera Travel) addirittura 2.300 dollari, ho ritenuto conveniente e ben strutturata la proposta di Mayuru Tour che mi ha consentito di fare un tour più ampio, evitando di tornare a San Pedro e proseguendo dalla Bolivia direttamente nel nord del Cile. Questo ci ha consentito di visitare comodamente il Parque Volcan Isluga e il Parque National de Vicuñas con il Salar de Surire, davvero fantastico.

Ma andiamo con ordine.

INFO GENERALI

Volo

A gennaio acquisto i biglietti aerei sul sito della Lufthansa, grazie al programma Star Alliance che comprende tantissime compagnie partner e consente di arrivare ovunque nel mondo. Per 2.076,00 euro acquisto i biglietti per due persone A/R Napoli Santiago del Cile con le seguenti tratte: Napoli/Zurigo/San Paolo del Brasile /Santiago e ritorno Santiago/Rio de Janeiro/Zurigo/Napoli. I voli dall’Europa al Brasile sono gestiti da Swiss Air e Edelwaiss, mentre le tratte dal Brasile a Santiago dalla Latam.

Tutti i voli saranno puntuali e le valigie, nonostante i due scali, verranno consegnate sia all’andata che al ritorno.

Unico inconveniente al ritorno, visto che la prima tratta è gestita da Latam, né on line, né all’aeroporto riesco a fare la carta di imbarco per il volo gestito da Edelwaiss su Zurigo e per il volo su Napoli. Arrivati a Rio siamo costretti a entrare in Brasile per fare il check in, visto che non esistono desk della compagnia Edelwaiss o Swiss Air nell’area transfer. Poco male dal momento che abbiamo tre ore di tempo. Tuttavia, durante il check in, lo steward danneggia il passaporto di mio marito, in pratica strappa la pagina con la foto. Vi lascio immaginare l’arrabbiatura. Fortunatamente siamo al ritorno e già sappiamo che in Europa non avremo problemi, ma il danno riportato ci obbligherà a rifare il passaporto con tutti costi e le seccature annesse. Lo steward, mortificato, ci fa subito l’upgrade in premium economy e, al momento dell’imbarco, addirittura in business class! Che dire esperienza fantastica, almeno arriveremo a Napoli super riposati.

Complessivamente abbiamo preso dieci aerei in tutta la vacanza, in quanto ai sei voli di andata e ritorno dall’Italia, bisogna aggiungere il volo A/R Santiago-Isola di Pasqua acquistato sul sito della Latam a fine gennaio per complessivi 800,00 euro (purtroppo è l’unica compagnia e quindi non c’è concorrenza) e i voli Santiago/Calama con Latam acquistato ad aprile e pagato 164,00 euro e il volo Arica/Santiago acquistato ad aprile con Sky Airlines, compagnia low coast efficiente e puntuale, e pagato, compresi i bagagli, 153,00 dollari.

Tutto sommato l’esperienza con la Latam è stata positiva, infatti i voli sono stati sempre puntuali, ma purtroppo dalla data di prenotazione alla data di partenza sia per il volo Santiago/Rio, sia per il volo all’Isola di Pasqua hanno cambiato l’orario. Quindi per il volo su Rio sono stata costretta a modificare la prenotazione chiamando l’assistenza di Star Alliance. Inoltre il volo Santiago/Calama, nonostante fossimo arrivati ben due ore prima al check in, risultava in overbooking.

Auto

L’abbiamo noleggiata all’Isola di Pasqua – direttamente dal proprietario della cabañas che ci ha contatti su Booking poco prima dell’arrivo – e nei tre giorni finali per muoverci dall’aeroporto di Santiago a Valparaiso. In questo caso sono ricorsa alla Avis, ma ho prenotato on line solo qualche giorno prima dell’arrivo e ho speso 184 dollari per tre giorni. All’Isola di Pasqua abbiamo speso per una Suzuky Gran Vitara 4×4 120 dollari per tre giorni e mezzo.

Cibo

In Cile abbiamo mangiato benissimo. Pesce arrostito o scottato in padella, e poi ceviche in quantità, sia nelle città di Santiago e Valparaiso, sia all’Isola di Pasqua, spesso accompagnato dal cocktail che il Cile si contende con il Perù, il famoso pisco sour o da un ottimo chardonnay o sauvignon blanc prodotti in Cile. Nelle zone di montagna e in Bolivia, zuppe, passati di verdura con quinoa e carne. Ovunque abbiamo mangiato benissimo, sempre leggero e vicino al nostro gusto. Nei giorni in cui abbiamo girato in autonomia (quindi Santiago, Isola di Pasqua, Valparaiso e San Pedro de Atacama) abbiamo pagato dai 40 ai 50 euro per due persone, prendendo due piatti principali, di solito pesce, e due bicchieri di vino.

Alloggi

Per la parte del viaggio che ho organizzato in autonomia, come sempre, ho fatto riferimento al sito di Booking. Ho modificato alcune prenotazioni, in particolare a Valparaiso e Arica, all’ultimo momento, in quanto mi sono resa conto dell’importanza del riscaldamento visto che la sera faceva abbastanza freddo con temperature sotto i dieci gradi. In Cile è inverno, quindi bassa stagione e si trova da dormire senza problemi.

Soldi

Abbiamo utilizzato la carta di credito e poi abbiamo prelevato utilizzando il bancomat, abilitato per i prelievi mondo. Ho portato anche dei dollari perché in un primo tempo avevo prenotato su Booking degli appartamenti che prevedevano il pagamento solo cash in dollari. Comunque i dollari sono ben accetti in tutte le strutture.

Assicurazione sanitaria

Ho fatto la Globy Rosso Plus di Allianz, in quanto è l’unica che eventualmente provvede direttamente al pagamento delle spese mediche e che copre anche le malattie pregresse. L’ho pagata € 283,00 per due persone.

Varie e acclimatamento

Come dicevo, per la prima volta, mi sono rivolta ad un tour operator per l’organizzazione di una parte del viaggio. La decisione l’ho maturata in quanto volevo visitare il Salar de Uyuni in Bolivia e la zona nord del Cile, in particolare il Salar de Surire e il Parque Lauca. Per limitare la fatica, ottimizzare i tempi degli spostamenti ed evitare i trasferimenti notturni in pullman ho ritenuto opportuno ricorrere a un tour privato che comprendeva il seguente itinerario: trasferimento dall’aeroporto di Calama a San Pedro de Atacama, tre notti in hotel a San Pedro, due escursioni condivise nei dintorni (avevo scelto valle della luna e lagune altiplaniche, quest’ultima poi annullata), successivamente tour di tre notti e quattro giorni in Bolivia con visita delle lagune boliviane e del Salar de Uyuni, una notte a Colchane, in Cile al confine con la Bolivia e due notti a Putre, con relative escursioni, il tour si è concluso ad Arica da dove abbiamo preso un volo che ci ha riportati a Santiago del Cile. Purtroppo le città del Cile sono collegate tutte con la capitale, ma non tra di loro.

Col senno di poi eliminerai l’assistenza del tour operator a San Pedro de Atacama. Ci sono talmente tante agenzie che è possibile comprare i tour il giorno prima valutando anche dove è meglio andare in considerazione delle condizioni climatiche. Io avevo già prenotato, e soprattutto pagato, l’escursione di un giorno alle lagune Miscanti e Minique e al Salar de Atacama (Laguna Chaxa). Purtroppo la strada per le lagune era chiusa fino al 9 agosto, quindi l’escursione è stata sostituita con una diversa e di solo mezza giornata a scelta dell’agenzia. L’hotel scelto a San Pedro dalla Mayuru era senza riscaldamento, che invece sarebbe stato utile, dato che la sera la temperatura si abbassa. La mia esperienza con questo tour operator è stata molto positiva e lo consiglio, tranne a San Pedro e vi dico perché. Abbiamo dovuto pagare ben 200 euro in più, anzi inizialmente ne volevano 300 in più, e solo dopo la mia mail di lamentele in quanto ci avevano sostituito l’escursione di un’intera giornata alle lagune con una di mezza giornata senza colpo ferire, ci hanno fatto lo sconto! Il problema è stato causato dal fatto che il passo Hito Cajòn attraverso il quale dovevamo arrivare in Bolivia era chiuso per neve (fatto straordinario in agosto) e quindi il driver ci ha dovuti accompagnare a Ollague, altro passo di frontiera facendo duecentocinquanta km in più. Ho trovato assurdo dover pagare una cifra anche abbastanza elevata senza che fosse stata minimamente rappresentata in anticipo l’eventualità. D’altra parte anche in Bolivia il driver ha dovuto fare molti più km per accompagnarci alla frontiera con il Cile, visto che il Salar de Uyuni era pieno d’acqua e sarebbe stato un problema per l’auto fare il percorso programmato, ma in questo caso non abbiamo pagato nulla in più. Come dicevo a San Pedro sono tutti pronti a spennarti. È tutto molto caro, ristoranti, hotel ed escursioni, al cui costo già elevato, bisogna aggiungere il costo degli ingressi ai vari siti da pagare in contanti alle guida durante i tour. Ogni escursione costa non meno di 40 euro a persona. La mia opinione che San Pedro e le relative escursioni siano un po’ sopravvalutati, infatti sia in Bolivia che nel nord del Cile c’è di meglio, ma San Pedro ha il vantaggio di essere facilmente accessibile, in quanto si trova a soli 2.500 metri.

Per il resto del viaggio è andato tutto benissimo e la Mayuru Tour ci ha fornito driver/guide molto professionali e un ottimo servizio in termini di hotel e ristoranti.

Ultima nota sul problema altitudine. Tutto il percorso in Bolivia e nel nord del Cile si svolge mediamente sopra i 4000 metri. Noi avevamo deciso di prendere il diamox già all’arrivo a San Pedro per migliorare l’acclimatamento e prevenire, per quanto possibile, il mal d’altura. In Cile peraltro non vendono le miracolose sorojchi pills che si trovano in Perù e in Bolivia. Passare qualche notte a San Pedro aiuta sicuramente visto che si trova a 2.500 metri.

Io non sono mai stata male, ho avuto molto sonno solo la prima mattina che sono stata a 3.500 metri e per quasi tutto il periodo in altura una notevole inappetenza. Ma mai mal di testa, né nausea. Solo mio marito ha avvertito un malessere diffuso durante la notte in cui abbiamo dormito a 4.500 metri e un po’ il giorno dopo. Secondo la mia personale esperienza, se si si sale gradualmente, compatibilmente con il percorso prescelto e si evitano gli sforzi (intendo anche camminate troppo veloci o in salita), durante il giorno si possono tranquillamente superare i 4.000 metri. Il problema è dormire la notte sopra i 4.000 e superare i 5.000 di giorno per periodi superiori a un’ora/due. Quindi avrei evitato la prima notte al Taykia a 4.500 metri, anche perchè le notti prima avevamo dormito solo a 2.500 metri, anche 500 metri più in basso ci avrebbe consentito di riposare meglio.

Inoltre, noi abbiamo fatto un’unica escursione a 5.000 metri, il Suriplaza nel nord del Cile, attraversando un passo a 5.250. È un posto incredibile, ma i 5.000 nonostante 10 giorni in altura si sentivano tutti e non è una bella sensazione. È un ‘escursione un po’ estrema sarebbe opportuno, per una maggiore serenità, farla con un’auto che abbia in dotazione una bombola di ossigeno anche perché si è troppo lontani da tutto e i cellulari non hanno campo.

26 e 27 luglio: Santiago del Cile Hostal Rio Amazonas (170,00 dollari con colazione per due notti)

L’aereo atterra puntuale alle 16,00, quindi recuperati velocemente i bagagli ci dirigiamo al banco della Transvip che si trova proprio all’uscita degli arrivi internazionali e chiediamo un taxi collettivo per portarci al nostro hotel in centro a Santiago. Paghiamo 18,00 euro con la carta e impieghiamo circa un’ora in quanto c’è parecchio traffico. A meno di non prendere un taxi privato è senza dubbio la soluzione più comoda. Arriviamo all’hostal Rio Amazonas che si trova in ottima posizione per girare Santiago, ma soprattutto per poter uscire la sera a cena a piedi in totale autonomia. Si trova infatti molto vicino sia al Barrio Bellavista che al Barrio Lastarria, dove sono concentrati i locali più trendy di Santiago. Abbiamo una fame tremenda quindi usciamo subito per mangiare qualcosa e andiamo al vicino centro commerciale Patio Bellavista dove, al ristorante peruviano Tambo, assaggiamo il primo ceviche della vacanza. Giriamo un po’ e terminiamo la serata al Barrio Lastarria dove proviamo il pisco sour.

La mattina dopo piove, ma siamo attrezzati con giubbini in goretex quindi usciamo a piedi e facciamo una lunga passeggiata per la zona più commerciale di Santiago (Paseo Huèrfanos), passiamo da Plaza de Armas e andiamo fino al palazzo La Moneda e al relativo centro culturale. Per il pranzo sostiamo al mercato centrale di Santiago dove sono presenti tanti ristorantini che cucinano il pesce esposto sui banchi. La sera ceniamo al ristorante che fa anche cucina giapponese Etniko nel Barrio Bellavista. Ristorante molto trendy dove assaggiamo un ottimo ceviche misto. L’impressione su Santiago è che si tratta di una città non bella architettonicamente, ma molto viva, piena di gente e di giovani universitari e con tanti locali di ottimo livello. Nel complesso una sorpresa molto positiva.

28 luglio – 1° agosto: Isola di Pasqua Cabañas Cristophe (400 dollari con colazione per 4 notti)

La mattina il nostro volo per l’Isola di Pasqua parte alle 8,30, quindi il giorno prima concordiamo direttamente con il nostro hotel un taxi privato. Devo dire molto conveniente, perché il costo è di soli 24,00 euro. Sapendolo, valeva la pena concordare anche il trasporto all’arrivo. L’aereo parte con un’ora in ritardo, comunque a Hanga Roa, recuperate le valigie, c’è il proprietario della cabañas dove soggiorneremo ad attenderci. Ci porta un po’ in giro per il centro di Hanga Roa indicandoci i vari servizi e qualche ristorante, ci fornisce dei libri sia in spagnolo che in inglese sull’Isola di Pasqua e poi ci accompagna al nostro alloggio. Usciamo subito a mangiare e andiamo ad un ristorante che prepara sushi segnalato da Cristophe, Kai Sushi RapaNui, abbastanza buono ed economico, dopo un po’ di giri e la visita al sito Ahu Tahai vicinissimo al centro di Hanga Roa, torniamo nel nostro bungalow e sveniamo a letto dalla stanchezza.

La mattina dopo sveglia presto a causa del fuso orario che all’isola di Pasqua è di otto ore in meno rispetto all’Italia; quindi andiamo ad acquistare i biglietti per poter girare i siti archeologici dell’isola nell’ufficio turistico in centro ad Hanga Roa, è possibile pagare con la carta e il costo si aggira sui 70 euro a persona. Il biglietto si può comprare anche all’aeroporto, ma quando siamo arrivati c’era la fila, quindi è risultato più comodo l’ufficio turistico nel centro abitato, che però chiude alle 16,00. Compriamo anche qualcosa per il pranzo in modo da non dover tornare ad Hanga Roa per mangiare. Faremo così per tutti i tre giorni. Fuori da Hanga Roa non ci sono locali, tranne alla spiaggia di Anakena, dove i prezzi sono molto cari. All’ufficio turistico forniscono una cartina con tutte le indicazioni e quindi nei prossimi giorni ci muoveremo in libertà per tutta l’isola visitando tutti i siti raggiungibili con l’auto ed evitando solo quelli per i quali è necessario qualcke km di trekking. I siti sono bellissimi, in particolare Rano Raraku (dove si può entrare una sola volta, come al villaggio di Orongo) e la spiaggia di Anakena.

La sera ceniamo una volta all’Haka Honu e due volte al Tataku Vave. Entrambi ottimi e con vista sul mare al tramonto, in particolare il Tataku Vave che ha un ottimo rapporto qualità/prezzo e una vista magnifica. Proviamo anche il gelato da Pea Ristobar (sempre su consiglio di Cristophe) devo dire ottimo. Alle 14,30 del 1° agosto abbiamo il volo che in cinque ore ci riporta a Santiago. Cristophe ci accompagna all’aeroporto e ci saluta regalandoci due collanine di conchiglie (lo fanno tutti). L’Isola di Pasqua è relax allo stato puro. Tutto si fa con tranquillità e nei siti spesso eravamo da soli. Il bungalow dove siamo stati ha un ottimo rapporto prezzo/qualità è accogliente, pulitissimo con cambio di asciugamani ogni giorno e posizione fantastica circondato da un giardino molto curato con vista mare. La colazione è molto abbondante e prevede prodotti sia salati che dolci e si fa nel bungalow. L’aereo atterra a Santiago in perfetto orario quindi ripassiamo dal banco Transvip che mette a disposizione la navetta gratuita per il nostro hotel Diego de Almagro Aeropuerto (120 dollari con colazione) dove dormiremo per poter ritornare la mattina in aeroporto a iprendere l’aereo che ci porterà a Calama. Si tratta di un hotel con annesso ristorante, più adatto a viaggi di lavoro, ma che rappresenta una soluzione comoda per la vicinanza all’aeroporto, la navetta gratuita e il ristorante aperto di sera fino a tardi.

2 – 4 agosto: San Pedro de Atacama hotel Dunas

Arrivati all’aeroporto la Latam ci informa che il nostro volo è in over booking ma ci assicura che, se non riusciamo a partire con il volo prenotato, ci rimborseranno il prezzo del biglietto e partiremo sul volo successivo un’ora dopo, quasi, quasi conviene… Alla luce di questa esperienza consiglio di fare sempre il check in on line che è disponibile da 48 ore prima del volo. Alla fine saliamo sul volo prenotato e arrivati a Calama troviamo la persona che ci indirizza al pulmino per il transfer a San Pedro. All’aeroporto ci sono tanti banchi di compagnie che fanno i transfer, quindi è possibile organizzarsi direttamente sul posto all’arrivo. Arriviamo dopo un’ora e mezza circa all’hotel Dunas. Carino, molto gentili i proprietari, colazione buona, posizione centralissima, ma purtroppo senza riscaldamento, c’è solo lo scaldaletto. Andiamo a mangiare alla Casona sulla strada principale, locale carino ma cibo niente di che. Visto che la mattina dopo è libera, in quanto il tour alla valle della Luna si svolgerà di pomeriggio, prenotiamo un tour alle Terme di Puritama, in quanto è uno di quelli che termina relativamente presto consentendoci di pranzare e avere del tempo per andare all’appuntamento dove inizierà l’altro tour. Prenotiamo con l’agenzia DesertAdventure. Come dicevo sulla strada principale di San Pedro ci sono tante agenzie, quindi è inutile prenotare dall’Italia. Magari vale la pena leggere i commenti su Tripadvisor per scegliere quelle che hanno i mezzi di trasporto migliori e che fanno tour con un numero limitato di persone. La sera ci raggiunge l’incaricata di Mayuru Tour, Maria Cecilia, davvero una persona non all’altezza dell’organizzazione. Ci fa presente subito che il tour alle lagune previsto il secondo giorno non si farà perché le strade sono chiuse, ma ci rassicura dicendo che saremmo andati a vedere altre lagune.

La mattina passano a prenderci per andare alle terme che si trovano a 3.500 metri. Le terme sono carine, ma fa troppo freddo e l’acqua non è abbastanza calda, quindi le consiglio solo se c’è sole pieno e la temperatura è un po’ più alta. Peraltro è un’escursione costosa circa 40 euro in due oltre il costo del biglietto di ingresso alle terme per altri 40 euro. In effetti per 40 euro l’agenzia assicura solo il trasporto condiviso con altre persone, prima dimostrazione di spenna turisti a San Pedro, pensate che ho trovato più economica l’Isola di Pasqua. Se volete andarci verificate che il pulmino dell’agenzia vi porti fino all’ingresso e non vi lasci, come ho visto fare ad alcuni pulmini più grandi, circa 500 metri prima in cima ad una discesa. Di pomeriggio facciamo l’escursione alla valle della Luna, la guida è brava e simpatica il tour è organizzato dall’agenzia Flamingo Travel Agency scelta da Mayuru. Sia a pranzo che la sera andiamo a mangiare da Barros Cafè locale molto carino e con buon rapporto prezzo qualità, lo consiglio. Purtroppo la sera Maria Cecilia ci informa via wa che l’escursione del giorno dopo terminerà alle 14,00 e fa presente che il passo per andare in Bolivia è chiuso per neve. Chiaramente ci allarmiamo e chiediamo informazioni per sapere come si svolgerà il tour in Bolivia, e solo dopo nostra insistenza ci fa contattare sempre via wa da tale Gabriel che ci rassicura dicendo che andremo comunque in Bolivia nel giorno programmato, ma passeremo da un’altra strada.

La mattina dopo partiamo per l’escursione di solo mezza giornata sempre con la Flamingo. Questa escursione prevedeva una sosta abbastanza lunga nel canyon Quebrada de Jerez niente di che, anzi direi da non vedere, e poi una sosta di un’ora al Salar de Atacama o laguna Chaxa, davvero spettacolare, e infine una mezz’ora a Toconao, paesino caratteristico dove assaggiamo un discreto gelato artigianale. Di tutta l’escursione merita la Laguna Chaxa davvero splendida. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla piena di fenicotteri a riva e con le montagne e le nuvole che si riflettevano nell’acqua, uno spettacolo! Se avessi potuto scegliere avrei sicuramente fatto un’escursione che comprendeva la laguna Chaxa, ma con qualcosa’altro di più interessante e soprattutto della durata di un giorno. Già infastidita dal fatto che dobbiamo stare un’altra mezza giornata a San Pedro a non fare nulla verso le sei incontriamo per strada a Maria Cecilia che ci rappresenta non solo che dovremo cambiare la via di accesso alla Bolivia facendo due ore di macchina in più, ma che per questo dobbiamo pagare anche un extra sostanzioso: il danno e la beffa! A questo punto chiediamo informazioni su come si svolgerà il tour in Bolivia, ma non sa dirci nulla. Dopo una mail di protesta scritta alla Mayuru, riusciamo ad ottenere lo sconto sul trasporto di cui dicevo prima e veniamo contattati dal referente boliviano della Mayuru, davvero molto professionale che ci rassicura circa il giro previsto in Bolivia. Il tutto è stato gestito davvero male da Maria Cecila referente in San Pedro, con informazioni incomplete e fornite solo all’ultimo momento e solo perché abbiamo insistito. In questo frangente ho capito che la Mayuru, come tutti i tour operator, si rivolge a sua volta ad altri tour operator del luogo, che come nel caso di San Pedro, fanno quello che vogliono. Purtroppo non ci sono alternative. Ognuno gestisce la sua zona.

Il giorno dopo l’autista incaricato di portarci in Bolivia, un ragazzo molto simpatico, ci passa a prendere alla 6,30, ma anche la strada per Calama è bloccata per neve. Quindi ci riaccompagna all’hotel aspettando che la polizia cilena, non appena il sole si farà più alto, riapra la strada. Che assurdi questi cileni, in una zona così turistica per un po’ di ghiaccio chiudono le strade. Comunque il referente boliviano ci tiene aggiornati via wa e ci fa presente che alcune persone hanno addirittura perso il volo da Calama per Santiago e quindi anche il volo intercontinentale. Alle undici ci contatta per dirci che finalmente si può passare. Inizia così la nostra bellissima avventura in Bolivia. In realtà si è trattato di un evento straordinario perché in inverno il clima è secco e di solito non piove, né nevica, però in compenso riusciremo a vedere il Salar de Uyuni con l’acqua e quindi con il bellissimo effetto specchio.

5-7 agosto: altopiani della Bolivia e Salar de Uyuni

Alle due circa varchiamo il confine boliviano a Ollague zona di frontiera praticamente deserta, dove ad attenderci c’è il nostro driver boliviano Cecilio. Ci prende in carico e data l’ora tarda anticipa il tour delle lagune che avremmo dovuto fare il giorno dopo. Vediamo le lagune, Cañapa, Charcota, Honda e Hedionda, bellissime e piene di fenicotteri; Cecilio mentre sostiamo alla laguna Charcota ci prepara un spuntino con panini a base di pollo alla piastra, insalata e maionese. Al tramonto arriviamo all’hotel Taykia el Desierto. Ero già preparata perché avevo letto i commenti su Tripadvisor; l’hotel si trova a ben 4.500 metri è carino e si mangia bene, c’è anche la wifi per qualche ora, ma nelle camere il riscaldamento è attivo per due ore soltanto, in pratica il gelo se consideriamo che la mattina dopo fuori c’erano – 16 gradi e la nostra camera era enorme. L’hotel ha disponibile anche una bombola di ossigeno. In effetti dormire al freddo e a 4500 metri non è facile e anche la nostra guida non è molto contenta, figuriamoci lui è boliviano!

Comunque la sera riusciamo anche a farci una bella doccia bollente. Mio marito nella notte e la mattina non si sente tanto bene, nonostante avessimo preso il diamox, dall’arrivo a San Pedro, e il sorojche pills fornito da Cecilio visto purtroppo in Cile non si vende. Ccosì mio marito dopo aver fatto anche cinque minuti di ossigeno sta meglio e possiamo proseguire il tour. Prima sosta all’Arbol de Piedra, è mattina presto e fa ancora molto freddo, poi Laguna Colorada, una meraviglia. La vediamo prima dal punto panoramico e poi scendiamo sulla riva, riusciamo a fare una bella passeggiata, in mezzo ai fenicotteri e ai vapori che si alzano dal suolo, fantastico! Quando il sole si alza comincia anche a fare più caldo e si sta bene. In realtà Cecilio vuole portarci a vedere il geyser Sol de la Magnana che avremmo dovuto vedere il giorno prima se fossimo entrarti dal passo Cajòn, ma rinunciamo perché si trova a quasi 5000 metri e mio marito non si sente proprio al top. In effetti del tour programmato l’unica cosa che non era più possibile vedere era la Laguna Verde, che comunque si è ghiacciata causa neve, dunque…

Per pranzo ci fermiamo sulla strada, vicino a delle rocce abitate da simpatiche viscachas (una sorta di conigli selvatici) e Cecilio prepara carne, quinoa e verdure. Mangiamo poco, tra il diamox e l’altitudine non abbiamo molta fame; gli avanzi li diamo alle viscachas che a fine pranzo si manifestano numerose. Proseguiamo per chilometri nel deserto boliviano tra montagne innevate, rocce di varie forme e lagune e arriviamo all’hostal Magia de San Juan nel piccolo pueblo di San Juan. Quella sera c’è una festa e infatti la musica dura fino a tardi, ma noi un po’ provati dall’altitudine e dalla stanchezza, nonché dal freddo che la sera si fa sentire, rimaniamo in hotel. Giudizio positivo sull’hotel in quanto le camere sono riscaldate tutta la notte e sia la cena che la colazione sono buone.

La mattina ripartiamo in direzione Salar de Uyuni. L’aspetto positivo del maltempo dei giorni precedenti è che ci consente di vedere il Salar con l’effetto specchio a causa dell’acqua ancora presente in abbondanza. Di solito ad agosto non accade. Arrivati sul Salar, aiutati da Cecilio facciamo le tipiche foto di prospettiva e ci fermiamo a pranzare su un’isoletta piena di cactus dove non c’è nessuno. Cecilio ha preparato del pollo e delle patate dolci buonissime, oltre alle verdure. Oggi abbiamo più fame. Dopo pranzo andiamo all’Isla Inchausi dove ci aspetta la salita sulla cima che vale assolutamente la fatica. Dalla cima si gode uno spettacolo del Salar fantastico. Riscendiamo e proseguiamo il giro con sosta alle bandiere e al monumento alla Dakar. Arriviamo nell’hotel dove dormiremo stasera, hotel Palacio. L’hotel è bellissimo, il migliore della vacanza, è un hotel di sale, riscaldato benissimo, finalmente! Questo hotel nel tour iniziale non era previsto, in quanto avremmo dovuto dormire in un’altra zona dl Salar, ma a causa dell’acqua ancora presente è necessario cambiare l’itinerario per tornare in Cile.

Quindi la mattina dopo sveglia presto, alle 6,30 siamo già in macchina. Avremmo dovuto attraversare il salar de Coipasa, ma la presenza dell’acqua ci costringe a questo giro più lungo in parte su strada carrabile, quindi Cecilio ci porta un po’ in giro nei vari pueblo che incontriamo per strada. Davvero posti incredibile dove non c’è nulla. Ci fermiamo al santuario de Quillacas, situato in una cittadina di cui non ricordo il nome un po’ più grande dove incontriamo anche i ragazzi in divisa che vanno a scuola. Passiamo anche da Orinoca dove è nato l’attuale presidente boliviano, che in mezzo al nulla, in questo pueblo sperduto ha fatto costruire un museo sulle tradizioni boliviane che purtroppo non riusciamo a visitare. Infatti non era compreso nel tour e quindi Cecilio non ha i biglietti e bisogna pagare, ma l’unica moneta accettata sono i bolivianos che noi non abbiamo, né chiaramente è possibile pagare con la carta, pazienza. Ci fermiamo per pranzo poco prima del confine con il Cile. Cecilio per oggi ha preparato la pasta e la cotoletta alla milanese. Sulla pasta no comment. È solo bollita, senza alcun condimento, praticamente immangiabile, ma siamo costretti ad assaggiarla visto che pensava di farci cosa gradita. Arrivati al confine sbrighiamo le pratiche per l’uscita dalla Bolivia e il rientro in Cile e ci prende in carico la nostra guida cilena Raoul. Dato che c’è ancora il sole, la guida ci porta a vedere l’antica chiesa di Colchane e dei cactus dalle forma bizzarre.

Purtroppo ci toccherà passare la notte in un hostal davvero basico, in quanto non riscaldato. L’hostal si chiama Inka Thakie e si trova a Colchane Purtroppo non c’è alternativa in quanto lì in zona non c’è nulla e ce ne accorgeremo la mattina dopo. A Colchane non hanno ancora completato l’elettrificazione di conseguenza dalle 23,00 alle 7,00 non c’è neanche la corrente elettrica. Rimaniamo tutta la sera nella sala comune dove c’è la stufa. Nell’hostal si mangia bene e il personale è gentile, ma la totale assenza di riscaldamento è pesante siamo a circa 3700 metri, quindi la notte la temperatura scende sotto zero.

8-11 agosto: nord del Cile Parque Volcan Isluga, Salar de Surire e Parque Lauca

La mattina ci svegliamo presto e ci fiondiamo nella sala della colazione riscaldata, in pratica non siamo neanche riusciti a fare la doccia. Finalmente partiamo per il nostro tour. È una bellissima giornata. Il tour inizia dal parco del Vulcano Isluga; la strada è piena di neve e si snoda tra montagne incontaminate e greggi di alpaca; ci fermiamo per qualche foto all’antica chiesetta di Guallatire e dopo qualche ora arriviamo alla terme di Polloquere un posto bellissimo dove ci fermiamo per il picnic, visto che c’è un apposito tavolo. Non abbiamo il coraggio di fare il bagno, fa freddo e non c’è uno spogliatoio. Ci rilassiamo un po’ intorno all’acqua turchese e fumante della vasca. Dopo il pic nic continuiamo verso il Salar de Surire anche qui vigogne, alpaca, fenicotteri e paesaggi da urlo. Di tutto quello che abbiamo visto nel nord del Cile questo tour è stato in assoluto il più bello.

Arriviamo nel tardo pomeriggio a Putre dove rimarremo due giorni all’hotel Ventos de Altiplano. Finalmente un posto caldo! Le due sere che siamo a Putre la guida ci porta al ristorante Canta Verdi, mentre a pranzo ci porta nelle trattorie presenti sulla strada che conduce al confine con la Bolivia dove tra le altre cose assaggiamo la Carbonada una zuppa davvero buonissima.

Facciamo le escursioni programmate e quindi il primo giorno il lago Chungarà a 4.500 metri. Bellissimo con il vulcano Parinacota innevato che si rispecchia nelle placide acque del lago, abitato da vari uccelli acquatici Facciamo una lunga passeggiata intorno al lago e tantissime foto. Poi il villaggio di Parinacota con l’antica chiesa e infine le terme di Jurasi a 3.850 metri dove riusciamo a fare un bellissimo bagno, complice la temperatura un po’ più alta visto il sole pieno tutto il giorno e l’assenza di vento.

Il secondo giorno andiamo al Suriplaza a circa 5.000 metri. Al Suriplaza rinunciamo a camminare a piedi visto che, nonostante i dieci giorni passati in altura i 5.000, metri si sentono. Sembra di stare su Marte. Terra rossa e montagne arancioni e il nulla assoluto, un silenzio irreale, neanche un cespuglio, né animali. La nostra guida ci porta anche alla valle della Luna così chiamata per le rocce bianche che conferiscono un aspetto lunare ala posto. Siamo contenti di esserci stati, ma preferiamo non trattenerci troppo, quindi di pomeriggio rimane tempo per visitare sulla strada per Arica il museo delle mummie di Chinchorro (a cui la Lonely dedica un intero paragrafo), davvero interessante e ben realizzato. La nostra guida ci porta anche al belvedere Morro di Arica e infine ci lascia nell’hotel prenotato su Booking per 90 dollari con colazione Aruma Hotel Boutique. L’hotel è ristrutturato in chiave moderna ed è confortevole, ma Arica è abbastanza brutta. Usciamo a cena in un ristorante consigliato dalla Lonely Los Aleros de 21. Finalmente ritorno alla civiltà! Prendiamo due piatti di ottimo pesce, accompagnato da due calici di vino bianco, dopo dieci giorni di montagna durante i quali, per via dell’altitudine, non abbiamo toccato alcolici, ma solo litri di mate de coca.

12 – 15 agosto: Valparaiso Hotel Boutique Cielo Abierto (216 dollari con colazione per tre notti)

Si parte per Santiago con il volo della Sky Airline. Arrivati a Santiago ritiriamo la macchina per andare a Vaparaiso dove arriviamo dopo un’ora e mezza di comoda autostrada. A Valpo, così chiamata dai cileni, ho prenotato l’aparthotel su Booking verificando che ci fosse il parcheggio privato e il riscaldamento, quest’ultimo non scontato. Per me è necessario in quanto la sera fa freddo visto che la temperatura scende sotto i dieci gradi. Siamo nel Cerro Bellavista abbastanza centrale, anche se le zone più turistiche sono il Cerro Alegre e il Cerro Conception. Comunque siamo a cinque minuti di auto e a quindici minuti a piedi da queste zone. A Valpo la macchina non serve, in pratica ci si muove a piedi di giorno e con il taxi la sera. I taxi costano poco, ed è molto utilizzato anche uber. Noi abbiamo usato anche i taxi collettivi, li abbiamo trovati in una delle piazze centrali quindi li abbiamo presi per ritornare in hotel. Ovviamente hanno dei percorsi prestabiliti per cui ti lasciano in un punto della strada e non davanti all’hotel ma sono davvero economici. Noi siamo scesi dal Cerro Alegre con l’ascensore Reina Victoria e per il tragitto da una piazza lì vicina a via Hector Calvo, dove c’era l’ingresso pedonale del nostro hotel, abbiamo speso 800 pesos cileni, cioè circa un euro in due. Per muoverci oltre ai taxi abbiamo usato gli ascensori che costano 100 pesos cileni a persona alcuni risalenti all’inizio del 900.

Il primo giorno giriamo a piedi per il Cerro Alegre e il Cerro Conception. Ci avvisano di non tenere le macchine fotografiche a vista. Comunque non ho mai avuto la percezione di trovarmi in pericolo. Chiaramente siamo sempre rimasti nelle zone frequentate sia di giorno che di sera. La sera siamo andati spesso a Paseo Dimalow nel Cerro Alegre, su consiglio del proprietario del nostro hotel. In questa zona si trovano parecchi locali, tra cui il Fauna e il Vinilo, dove siamo andati, ed è possibile prendere l’ascensore Reina Victoria per scendere dal cerro e trovare un taxi allo stazionamento. Come dicevo siamo andati a cenare e a prendere l’aperitivo al ristorante dell’hotel Fauna, che ha una terrazza bellissima con vista sulla città, si mangia bene e fa anche un ottimo pisco. Un’altra sera siamo andati al ristorante Vinilo, segnalato dalla Lonely, molto carino, un po’ vintage, ma forse, in quanto lunedi, eravamo gli unici ospiti.

L’ultimo giorno visitiamo una delle case-museo di Pablo Neruda, la Isla Negra, sull’oceano, a circa un’ora da Valparaiso. La visita si svolge con l’audioguida e la casa museo si trova su una bella spiaggia, dove non riusciamo a rimanere perché tira un forte vento freddo. Finita la visita mangiamo al ristorante El Rincon del Poeta proprio all’uscita della casa-museo sul mare, ma visto il vento purtroppo dobbiamo rimanere all’interno. Rimane l’ultima sera della vacanza e decidiamo di mangiare al ristorante Conception, appunto nel Cerro Conception, consigliatissimo anche se il più caro della vacanza 60 euro in due, ma con una vista fantastica su Valparaiso.

La mattina dopo partiamo alle sette da Valpo per tornare a Santiago e prendere l’aereo. Un consiglio, a Valpo gli abitanti frequentano i locali per lo più giovedì, venerdì e sabato, mentre la domenica sera molti sono chiusi. Tenetelo presente, se potete, in quanto ho letto che nelle sere di maggior affluenza in tanti locali suonano musica dal vivo.

Piccola nota: la mattina presto per le strade non c’è un’anima viva, dormono tutti. È una cosa che avevo già notato a Santiago per cui è inutile, almeno in inverno, uscire prima delle dieci perché è tutto chiuso. Invece la sera sono tutti per strada fino a tardi.

È stato un viaggio fantastico, molto vario tra città, natura incontaminata e anche qualche museo. A parte il problema sorto a San Pedro per le forti nevicate e le incomprensioni con Maria Cecilia è andato tutto benissimo. Nonostante le temperature rigide e l’altitudine non ci siamo stancati particolarmente e questo grazie alla professionalità e competenza delle guide.

La spesa complessiva è stata un po’ alta, ma quando si va in zone così impervie e così lontane bisogna metterlo in conto.



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