Ilha do Sal: un’isola, cento culture, mille storie

Di ritorno dalla due settimane nella Repubblica di Cabo Verde, soggiornando nell’Isola di Sal, non posso non sottolineare i caratteri positivi di questa isoletta. L’Isola di Sal non rappresenta il tipico stereotipo delle località tropicali: la vegetazione è pressoché nulla, il terreno sabbioso e sassoso delimita il territorio con la...
Scritto da: Nico89
Partenza il: 18/07/2008
Ritorno il: 01/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
Ascolta i podcast
 
Di ritorno dalla due settimane nella Repubblica di Cabo Verde, soggiornando nell’Isola di Sal, non posso non sottolineare i caratteri positivi di questa isoletta.

L’Isola di Sal non rappresenta il tipico stereotipo delle località tropicali: la vegetazione è pressoché nulla, il terreno sabbioso e sassoso delimita il territorio con la presenza di modesti rilievi.

Eppure il clima che si vive a contatto con la gente del posto è impareggiabile; la popolazione derivante dal vicino Senegal o dall’altrettanto vicino Brasile creano un sincretismo culturale che dona alla località una confidenza, oserei dire amicizia, tra le persone che, ormai, non riesco a ritrovare nel mio Paese.

La paura e il timore verso il prossimo, ecco cosa manca. Ingenuità delle persone? Non credo, anzi, un valore aggiunto che caratterizza questo popolo.

Un’isoletta dove, nonostante le difficoltà tipiche del continente africano (insufficienza idrica, dipendenza per le forniture di cibo dall’esterno, rete elettrica instabile, disuguaglianza sociale) le persone – donne, uomini e bambini – riescono a ritrovare una felicità, un apprezzamento per ogni singolo, lieve miglioramento: un giocattolo usato, una caramella, una penna. Riescono a ridare un valore ad ogni singolo oggetto, prezioso e importante allo stesso tempo. Caratteristica ormai scomparsa dalla nostra società.

Avendo vissuto in una pensioncina nelle vie interne di Santa Maria, a contatto con la quotidianità (e le difficoltà) delle persone, si prova un senso di angoscia, ingiustizia per il modo di vivere dei locali, ma anche apprezzamento e un sorriso amaro per la loro capacità di adattamento e di instancabilità che contraddistingue questo continente.

L’aumento dell’inflazione percentuale preoccupa il Nord del Mondo, ma soprattutto il Sud. L’impennata dei prezzi dei cereali, materia prima (o l’unica) per il sostentamento di milioni di persone, sta distruggendo le flebili economie africane, con l’aumento della quantità di persone che non hanno accesso alle materie prime.

Purtroppo devo sottolineare lo scorretto comportamento degli imprenditori italiani in loco che effettuano sistematicamente terrorismo (esatto, terrorismo mediatico), instillando paure e timore nel contatto con i locali, svantaggiando l’economia rurale e artigianale, avvantaggiando invece i colossi turistici italiani. I diversi imprenditori, europei e non, a causa della moneta debole di Cabo Verde (escudo cabo verdiano) stanno denaturando il paesaggio, la vita e le abitudini di questo popolo per la sola volontà di guadagnare, a basso prezzo. Permettono il lavoro a molte persone altrimenti disoccupate, ma l’inflazione di costruzione di appartamenti sta raggiungendo valori immensi.

Ecco cosa ho provato..Delusione per la mancata prospettiva di un vero, duraturo, sistematico aiuto alle popolazioni. Angoscia negli occhi delle persone, dei bambini. Incredulità per l’esistenza di molte, troppe, persone che vivono in condizioni disagevoli. Non ritengo possibile, nel 2008, la presenza di persone di serie A e di serie B.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche