Ilha do Sal: suggestioni, sensazioni e consigli
Dopo una passeggiata di circa un km siamo arrivati al famoso pontile di legno, una struttura tanto fatiscente quanto caratteristica e suggestiva. È qui che ogni mattina tra le 10.30 e le 11.30 arrivano le barche colorate dei pescatori a scaricare il pesce: tonni, il dorado e addirittura squali. Nell’attesa dei pescatori il tempo vola, ci sono ragazzi e bambini che si tuffano, parlano, ridono e scherzano con i turisti senza mai essere invadenti. Al contrario i senegalesi, che raggiungono Capo Verde perché è più sviluppata turisticamente di quanto sia il Senegal, sono pressanti ed insistenti nel tentativo di vendere oggetti di ogni tipo e gli stessi capoverdiani consigliano di non dare loro troppa confidenza.
Santa Maria è un piccolo paesino dove però l’influenza occidentale inizia a farsi sentire. Ci sono negozi, discoteche e ristoranti gestiti da italiani, fare acquisti non è così conveniente e parlando con italiani trasferitisi a Sal abbiamo scoperto che il tenore di vita è piuttosto alto. Il turismo, giovane e prevalentemente italiano, è la maggiore fonte di ricchezza di Santa Maria ma nonostante lo sviluppo turistico il paese rimane povero, c’è carenza di acqua e i bambini non hanno né vestiti, nè medicinali, nessuno però soffre la fame. Ecco se ci fossimo fermati a pensare a tutto questo probabilmente non saremmo riusciti a goderci la vacanza ma intorno a noi abbiamo visto solo bimbi sereni e sorridenti che facevano surf sulla spiaggia e che si possono rendere felici davvero con poco, magari regalando loro una penna o un quaderno. Un sorriso di un bambino vale tutto il viaggio.
Ma torniamo al nostro soggiorno. La soluzione ideale per chi ha poco tempo a disposizione, per chi si reca in un Paese di cui conosce poco o niente e per chi, oltre all’avventura e al divertimento, cerca anche un po’ di relax ci è sembrata quella del villaggio turistico, per questo abbiamo optato per il Bravo Club. Oltre che con la voglia di mare e sole siamo partiti anche con l’intenzione di scoprire un Paese lontano, sconosciuto, affascinante e una cultura diversa: le nostre aspettative non sono state deluse anche se i nostri programmi sono stati stravolti. Sapevamo di andare in un’isola piccola e tranquilla quindi la nostra idea iniziale era quella di affittare uno scooter o una jeep e girare da soli. Poi devo ammettere che siamo stati sopraffatti dalla paura di non riuscire a scovare gli angoli più caratteristici del luogo e forse anche da un po’ di pigrizia, così abbiamo deciso di partecipare al tour dell’isola di mezza giornata con l’ausilio di una guida locale. Le prime due tappe sono state Espargos e Palmeira ma la visita delle due cittadine sinceramente si riduce alla visita di qualche piccolo negozio di artigianato.
Un pulmino, musica capoverdiana come sottofondo e via verso Rigona. Lì c’è un’alta scogliera di rocce nere dalla quale è possibile tuffarsi in un’acqua che dire turchese è dire poco. Il tempo di un bagno, qualche foto e ancora bagnati abbiamo attraversato un tratto molto ampio di deserto riuscendo ad intravedere un miraggio, un effetto visivo prodotto dall’intensità del calore che permette di scorgere in lontananza una vasta distesa di acqua che in realtà non esiste.
La tappa conclusiva del tour è stata Pedra de Lume dove ci sono le saline che rappresentano la maggiore attrattiva dell’isola. Oltrepassato un tunnel scavato nella roccia, dopo aver camminato qualche minuto si giunge in questa vasca di acqua rossa e tiepida che è 26 volte più salata di quella del mare per cui è possibile galleggiare senza compiere il minimo sforzo. Il fondo della vasca è di sale cristallizzato e tutto intorno solo sale. La sensazione di galleggiare in pochissimi cm di acqua è davvero particolare e irrinunciabile, tra l’altro il sale ha sulla pelle un effetto benefico e curativo. Ci sarebbe stata anche una sosta alle piscine naturali di Buracona se solo non ci fosse stata la bassa marea. Abbiamo fatto ritorno al villaggio per pranzo e posso garantire che per fare il giro dell’isola mezza giornata è più che sufficiente.
L’idea di fare un’escursione in completa autonomia l’abbiamo definitivamente abbandonata quando, contagiati dall’entusiasmo di due nostri amici, abbiamo deciso di prendere parte al Quad Tour. L’escursione dura solo due ore ed è un po’ costosa, tra l’altro parlando con dei ragazzi che alloggiavano in altre strutture abbiamo scoperto che il Bravo Club la proponeva al prezzo più alto. Comunque nonostante il prezzo non sia proprio conveniente il giro è divertente ed è possibile ammirare un continuo susseguirsi di paesaggi che mutano velocemente: dal deserto di roccia, a spiagge bianchissime, dalle oasi a distese di terra rossa. Il quad è facilissimo da guidare e si procede in fila indiana accompagnati da due istruttori. Il nostro tour è stato proprio benedetto dalla fortuna perché poco prima che terminasse, sulla splendida spiaggia di Ponta Preta (imperdibile !!!), siamo riusciti a vedere una tartaruga viva enorme. Era vicina alla strada asfaltata, molto distante dal mare e probabilmente si era disorientata, così i nostri due accompagnatori l’hanno caricata a fatica sul quad e accompagnata a riva…Un’emozione indescrivibile!!!! Il resto della settimana l’abbiamo trascorso in spiaggia a goderci il sole, il mare e il vento… Sal, infatti, è un’isola molto ventosa e noi l’abbiamo scelta anche per questo visto che il mio ragazzo pratica windsurf. Di certo non è la meta più adatta per chi vuole fare una vacanza rilassante, per chi cerca mare piatto e tranquillità ma le atmosfere, i paesaggi, l’Oceano e le spiagge immense sono da vedere, almeno una volta nella vita.
Un’ultima parentesi vorrei aprirla e dedicarla al villaggio Bravo Club. È un villaggio italiano, la clientela è prevalentemente italiana e si mangia cibo italiano…Lontano anni luce dalla realtà capoverdiana. La struttura nel complesso è pulita e curata ma purtroppo nella mia stanza ogni sera facevamo la caccia allo scarafaggio. Sono insetti innocui e forse è inevitabile che ci siano se si considera che i bungalow sono immersi nel verde giornalmente irrigato con acqua che emana un pessimo odore e che probabilmente proviene dalle fogne essendo l’acqua potabile un bene troppo prezioso. L’Alpitour tende a guadagnare su ogni cosa: propone escursioni sicuramente interessanti ma anche costose, fa pagare un occhio della testa le fotografie che scattano i ragazzi del villaggio (7 € a fotooooo!!) e attenzione a chiamare in Italia dal telefono della camera perché iniziano a conteggiare gli scatti 30 secondi dopo aver composto il primo numero e se considerate che si deve fare prima un codice, poi 0039, il prefisso e il numero…Vi dico solo che un mio amico per 2 telefonate di 2 minuti l’una ha speso 33 €.
E se volete andare al Pirata o al Birimbau, le due discoteche che ci sono a Santa Maria, vi verranno chiesti 10 € a testa per il pulmino, l’ingresso in disco e la consumazione, noi ci siamo cascati con il Pirata ma al Birimbau ci siamo andati a piedi facendo una brevissima passeggiata sulla spiaggia e abbiamo pagato solo la consumazione di 3 €. Il Pirata in effetti è un po’ più distante ma se proprio volete andarci (secondo me non è niente di che!) prendete un taxi, almeno guadagnano qualcosa i capoverdiani.
Ma al di là di tutto questo la cosa che mi ha fatto più riflettere e arrabbiare è stata la scoperta che abbiamo fatto relativa ai medicinali, che il personale invita a lasciare in una cassettina prima della partenza. Beh sappiate che non sono destinati agli abitanti di Sal, che di certo ne avrebbero urgenza, bensì all’infermeria del Bravo Club ad uso e consumo dei turisti.
Nonostante tutto quando siamo ripartiti ognuno di noi era pervaso da un forte senso di malinconia…E ancora oggi la nostalgia di Capo Verde è presente e forte.