Il Wild West
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Questi sono alcuni diari di viaggio
Arizona e Utah
Se dovessi descrivere con un’immagine questi due straordinari paesi, sarebbe l’immagine di cavalli pezzati al galoppo nel deserto rosso fuoco.La natura aspra e selvaggia stupisce, sbalordisce, lascia senza parole. Queste due nazioni racchiudono la maggior parte delle riseve indiane negli USA. Alcuni nativi sono veramente belli con i loro capelli nerissimi lunghi e lisci come seta ordinatamente raccolti in trecce o sciolti a incorniciare i loro visi: i visi piu’ noti del mondo grazie agli arroganti film di John Whyne della Hollywood degli anni d’oro. Qui gli americani sono un po’ piu’ western, un po’ piu’ vaccari per dircela tutta, e quindi gente piu’ semplice con cui fare anche quattro chiacchiere. Si puo’ concedere agli Americani di essere riusciti a fare di queste zone un business eccezionale, proteggendo forse piu’ la natura che l’uomo e organizzando ogni attivita’ per godere di queste meraviglie : percorsi, scalate, rafting, musei,parchi,ecc, naturalmente non a beneficio degli indiani.
In Arizona nomi come Monument Valley e Grand Canyon, raccontano di fama la straordinarieta’ di questo paese e l’intero wild West ( Utah, Arizona,New Mexico e Colorado) e’ stato toccato dalla mano divina della meraviglia. Qui la natura ha messo una firma diversa, ha regalato colori e panorami incomparabili,pietre rosse, rosa, tabacco, scavate per millenni da fiumi impetuosi, qualcosa che nessuna cartolina puo’ anche solo far intuire. Dal Navajo Bridge a Lees Ferry, dove il Colorado inizia la sua corsa lungo il Grand Canyon, ho visto brillare le sue acque verde smeraldo sotto il sole accecante e i canotti del rafting partire con qualche fortunato turista a bordo. Non bisogna perdere l’occasione di percorrere il Colorado anche se solo per quattro giorni, lo spettacolo di una natura rimasta invariata per millenni vi travolgera’. Vedere il Grand Canyon dall’alto non e’ la stessa cosa: a parte la ressa di turisti (soprattutto sul lato sud), ci si deve accontentare di punti panoramici, certo notevoli, ma lo spettacolo e’ la’, lontano, in fondo: l’occhio cerca sempre il Colorado e lui gioca a nascondino.
Nello Utah il tempo sembra tornare indietro, non c’e’ cielo piu’ chiaro, non c’e’ sole piu’ caldo, lo Utah ha un’impronta inconfondibile, nella calma delle persone, nei cow boy dal passo lento, la voce profonda, l’accento allegro e i loro occhi ti fissano con limpidezza e profondita’ ed e’ una profondita’ per la quale non servono parole. Credo che gli uomini e le donne di queste terre abbiano in loro la calma e la forza dei bisonti, i silenzi delle montagne e l’impetuosità dei fiumi, e’ un po’ come essere in “vento di passioni”, un’altra “Americanata” ? No, qui ci sono i veri cow boy, quelli che hanno picconato questa terra ostile perche’ potesse offrire loro la possibilita’ di sopravvivere.
Non c’e’ in questo paese un solo metro quadrato che non valga la pena di essere visitato e poi rivisitato ed infine visitato dinuovo perche’ offrira’ ogni volta un volto sempre uguale, ma sempre diverso, come il corso di un fiume, come la vita, come noi stessi. L’elenco degli animali selvatici e ben protetti che si possono incontrare e’ interminabile, puma, bisonti, orsi, serpenti a sonagli, marmotte.Ci sono ………….deserti di sale, di roccia, di sabbia,Zion N.P., Bryce N.P., Canyonlands N.P., Arches N.P.,solo alcuni dei Parchi Nazionali da non perdere.
Qui il cordiale you are welcome, che ci aveva accompagnato per 16000 miglia, diventa you are gotcha (puoi contarci), a sottolineare lo spirito di questa gente.
In questo momento stiamo tristemente percorrendo la via del ritorno, dopo aver visitato lo Yellostone, nel Wayoming ci siamo diretti verso il classico monte Rushmore che sorge nelle Black Hills, nel South Dakota, una terra sacra agli indiani Sioux. Sembra che ha causa di una clamorosa sconfitta inflitta dai mitici Cavallo Pazzo, Toro Seduto, Orso qualcosa……….., agli americani, questi ultimi non abbiano visto positivamente.la nascita del monumento e del musei dedicato agli eroi indiani,che naturalmente sono morti tempo dopo in circostanze misteriose. Negli anni cinquanta i nativi ormai pressoché’ estinti e costretti nelle loro riserve dall’uomo bianco hanno commissionato ad uno scultore la statua piu’ grande del mondo,sorge sulla stessa catena montuosa del monumento ai presidenti americani ma e’ cinque volte piu’ grande e maestosa e rappresenterà cavallo pazzo sul suo cavallo, naturalmente anch’essa scavata nella montagna. L’opera e’ a meta’ e prosegue lentamente ma si preannuncia strepitosa,peccato che le documentazioni su come mori’ quest’uomo e come andarono le cose sono piuttosto blande.Cmq molto emozionante, io tifo Sioux. Oltre le Black Hills le pianure sconfinate si susseguono e sono tutte ininterrottamente coltivate o adibite a pascolo, la desolazione e l’infinita’ di queste terre e’ sconcertante e io penso guardandole a quanto dovessero essere felici gli indiani e in simbiosi con il loro mondo e la loro vita ricca e straordinaria in queste terre. Abbiamo cominciato a fare i conti con un tempo che invece di dilatarsi si restringe, siamo passati da un fuso di 12 ore con l’italia ad uno di 9, poi di 8 e cosi’ via man mano che attraversiamo i diversi meridiani negli USA. Il tempo quindi come per incanto diventa sempre piu’ breve. All’interno del National Park dello Yellowstone, abbiamo avuto la fortuna di vedere un orso nero attraversare tranquillamente la strada davanti a noi e andare a brucare poco lontano, naturalmente era gia’ presente sul posto un ranger per scongiurare qualunque intrusione umana nella tranquilla passeggiata dell’animale.All’ingresso sud da dove siamo passati le strade erano accompagnate da due metri di neve e il tempo non prometteva niente di buono,a circa cento miglia verso l’ingresso nord del parco c’ era il sole e faceva quasi caldo la neve era sparita.Il gaiser piu’ famoso del parco ci ha fatto la cortesia di esplodere mentre eravamo a prendere un caffe’ nel resort piu’ famoso del parco quindi ne siamo stati contenti,bisonti ovunque e forse non conosco la differenza con i bufali ma dubito dal loro aspetto che siano la stessa cosa.L’orso nero sembra scenda a valle a bassa quota nel mese di maggio in cerca di cibo, noi eravamo a 2500 metri loro di solito vivono sui 3000 quindi non e’ sempre facile vederli.Per i grizzly ci vuole un po’ piu’ di pazienza, sono nella parte piu’ selvaggia del parco costantemente innevata e si nascondono nei boschi, a volte si cibano delle prede dei lupi, ma dalla folla impazzita e dagli obbiettivi puntati verso un’altura da quelle parti credo che si possano vedere abbastanza frequentemente, tanto che le escursioni a piedi in quella zona sono proibite. Domani contiamo di arrivare a Chicago, andremo poi verso sud, per visitare i villaggi Amish di cui sono molto curiosa, poi le cascate del Niagara e New York. Il viaggio e’ prossimo alla fine, vorrei portare con me le terre rosse dello Utah e le acque color cobalto delle Hawaii e tutti gli animali meravigliosi e pericolosi che vivono in queste terre, e l’ indelebile ricordo del Colorado verde smeraldo, la’ dove inizia la sua corsa tumultuosa verso il Gran Canyon.