Il viaggio in Provenza
Il viaggio procede bene, ci fermiamo all’ora di pranzo e mangiamo con i panini presi da casa. Riprendiamo la strada e arriviamo verso Genova dove io prendo la macchina e inizia una coda a passo d’uomo quasi fino a Ventimiglia. Poi tutto scorre di nuovo e do la macchina a Luigi per entrare in Francia, un po’ timorosa…Luigi si diverte molto con i caselli autostradali dove paghi tariffa fissa da Nizza in poi, lanciando le monete direttamente in cesti da pallacanestro..
La prima tappa dove abbiamo pensato di trascorrere due notti è Cannes. A dire il vero ci avevano consigliato Antibes, ma non avevo trovato nessun albergo il giorno prima e siamo finiti a Cannes. Benissimo lo stesso, infatti avevamo deciso di non fermarci a Nizza e Montecarlo, che comunque conoscevamo entrambi almeno un pò. Siamo usciti con l’autostrada ad Antibes e abbiamo proseguito per la strada statale fino a Cannes (ora di arrivo 18), abbiamo anche beccato la via giusta, solo che non si poteva svoltare a destra nella strada del nostro albergo, allora siamo arrivati in fondo a Rue d’Antibes, la via centrale dello shopping, abbiamo svoltato a destra e siamo scesi al nostro albergo, l’Hotel Alnea (2 stelle).
60 euro la singola e 75 la doppia, avevo preso 2 singole, le ultime rimaste, consiglio questo hotel perché i gestori sono una coppia giovane molto cordiale e carina, Noemie e Cedric che parlano 4 lingue, e le camere sono piccole ma molto colorate (la mia era tutta sul rosso) e pulite. La colazione, come in tutti gli alberghi in Francia te la fanno pagare (7-8 euro) ma sinceramente con tutte le boulangerie che ci sono, non ne vale la pena, infatti, la seconda mattina abbiamo fatto colazione fuori. I parcheggi a Cannes sono a pagamento, ma gratuiti i festivi e dopo le 19 e quindi la prima notte è andata bene, proprio vicino l’albergo, la sera dopo abbiamo parcheggiato nelle strade dietro, gratuitamente, che ci aveva indicato Noemie. Dopo la doccia siamo usciti per cenare e dopo una passeggiata lungo la zona del Palazzo del Festival del Cinema dove sfoggiano la loro imponenza grandi yacht parcheggiati, ci siamo diretti nel quartiere vecchio Le Suquet, dove volevamo provare un vecchio bistrot che proponeva la guida, Aux Bons Enfant, sembrava molto invitante ma era tutto esaurito, e siamo finiti in un localino provenzale tutto giallo, Mi-Figue Mi- Raisin, dove ci hanno servito un menù di pesce con cozze alla provenzale e salmone e merluzzo, tutto buono per 58 euro, proprietari molto simpatici.
Dopo cena, siamo andati nella parte alta dove ci sono l’Eglise Notre Dame d’Esperance e la Villa Eleanor, molto belle di notte, tutte illuminate.
02.05 venerdì – Antibes – Vence, Cappella di Matisse – Saint Paul de Vence Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione all’hotel, che però non ci ha lasciato completamente soddisfatti, andiamo verso la zona vecchia al mercato coperto dove vendono pesce, carne, formaggi e fiori freschi, ci fermiamo poi davanti alla stazione degli autobus la cui facciata ha un bellissimo murales disegnato e da lì facciamo la mitica passeggiata del lungomare, La Croisette, ripassiamo per gli yacht e ci affacciamo verso le spiagge dove alcuni stanno facendo anche il bagno!! Per sbaglio pestiamo anche le orme degli attori famosi che sono davanti all’ingresso del Palazzo del Festival! Alle 12 si parte per Antibes facendo la via interna costiera, arrivo, parcheggio a pagamento (ah dimenticavo di dire che per andare in Francia occorrono molte monete a cominciare dalle autostrade per finire con i parcheggi a pagamento) e ci addentriamo, il paese è veramente delizioso, tutto a ciottoli, dopo la prima piazza General de Gaulle arriviamo in Place National che è ancora più carina, scorgo lì un locale consigliato dalla guida, l’Auberge Provenzale, dove nei tavolini alti all’ingresso ti danno menù di ostriche fresche a 10 euro. Indecisi, optiamo tuttavia per un kebab e proseguiamo verso l’alto, attraversando il mercato coperto che era appena terminato, e trovando delle magnifiche mura a picco sul mare. E’ qui che si trova il Museo di Picasso, sullo Chateau Grimaldi, conquistati dal caldo e dalla spiaggia però non entriamo (mi pento anche adesso), e sostiamo un po’ sulla sabbia. Verso le 15 risaliamo, ci rimettiamo in macchina in direzione Vence, dove la guida ci consiglia di visitare la famosa Cappella di Matisse. La troviamo bene con le indicazioni, non si trova in centro, parcheggiamo lungo la strada ed entriamo (3 euro). La cappella è stata dipinta da Matisse per una suora sua amica, durante il suo soggiorno qui, è molto bella a mio parere, la struttura invece non merita affatto e non è per niente adatta a d ospitare un’opera del genere. Uscendo si trovano alcune foto di Matisse. Veniamo fuori un po’ delusi e ci dirigiamo verso Saint Paul de Vence. Dopo aver parcheggiato ci avviamo direttamente alla Fondazione Maeght, museo di arte contemporanea che ospita opere di Braque, Matisse, Giacometti, Chagalle (11 euro l’ingresso). Il giardino con tutte le opere di Mirò è la parte più meravigliosa, veramente da non perdere, per il resto anche, ma molto di più il giardino, pieno di fontane. Usciamo e facciamo un giro a piedi nel paesino medioevale che è veramente una sorpresa, è pienissimo di gallerie d’arte che sono meglio del museo e poi è tutto di pietra in salita, alla fine della via principale c’è una veduta sul cimitero, dove dice sia sepolto Chagall. Tornando ci siamo fermati a cenare in un locale molto carino, le Cour de Provence, dove ci hanno servito una tartare che non finiva più. Dopo aver visto una partita di bocce (petanque), sport molto diffuso qui in Provenza, ce ne torniamo a Cannes. Giornata molto prolifica.
03.05 sabato – Cannes – Grasse – Castellane – Gorges du Verdon – Moustier Saint Marie Il mattino seguente facciamo un giretto per Cannes per fare colazione fuori, tornando indietro da Rue d’Antibes verso l’albergo riesco a fare uno shopping veloce a Zara e salutiamo Noemie che è molto contenta che andiamo alle Gorges Du Verdon.
Partiamo dunque e prendiamo la N58, la famosa Route Napoleon, la strada che ha percorso Napoleone quando partì dall’esilio dell’Elba alla volta di Parigi con un manipolo di fedelissimi e ci fermiamo a Grasse, il paese dei profumieri, per visitare una profumeria in strada, Fragonard. La visita alla fabbrica è gradevole, la guida in italiano ci fa vedere la lavorazione delle saponette e il tavolo dei chimici e ci spiega che le profumerie vendono all’estero solo per corrispondenza, non lavorano per altre case, ma mantengono il marchio proprio. Alla fine della visita l’immancabile shopping nella profumeria annessa dove la guida ci inonda di essenze e l’acquisto di 2 boccette e 1 crema..Beh…I regali… Sarebbe stato carino anche visitare il museo Fragonard, che si trova in centro, ma abbiamo paura di far tardi e quindi prendiamo nuovamente la Route Napoleon, una strada davvero bella, anche prima di arrivare ai paesaggi del canyon. Sostiamo per il pranzo a Castellane, un paesino piccolo e piacevole che è la via di accesso al canyon, con 2 baguette che però non ci danno molta soddisfazione. Proseguendo si trova un bivio con 2 strade quella di destra e di sinistra, noi abbiamo imboccato a destra, il panorama è davvero bello e credo che sia anche quello con maggiori punti di accesso alla vista. Avanzando tra i due costoni di roccia, si vede il fiume Verdon in fondo che scorre, così appena troviamo un punto accessibile ci fermiamo sulla riva del fiume con la copertina. Sul tragitto ci si può fermare ulteriormente, al Belvedere de L’Escales dove dice si vedono anche gli avvoltoi (noi non li abbiamo visti!!) e dove puoi scendere fino in fondo con una scaletta e poi al Ponte Sublime, il paesaggio è davvero lunare. Dopo esserci fermati ancora ad un altro belvedere di cui non ricordo il nome si esce dal canyon vedendo il Lago de Sainte-Croix che abbiamo superato per raggiungere il ns paesino, Moustier, dove la mattina da Cannes eravamo riusciti a prenotare una stanza di straforo poiché ci avevano detto che in paese era tutto pieno. L’Hotel Colombier (3 stelle), sulla strada poco prima del centro, è molto accogliente e contornato da giardino, verde e piscina, la camera ha il balcone e l’ingresso ha una raccolta di mobilia antica (macchine da cucire..), i proprietari sono gentili e la moglie parla anche italiano! (75 euro doppia con due letti, 7,50 euro la colazione). Dopo la doccia e il sole sul terrazzo ci avviamo a piedi in paese, che è davvero caratteristico, è tutto addossato ad una rupe e salendo si vede la Cappella Notre dame de Beauvoir in cima in alto, cui si arriva dopo una scalinata di circa mezz’ora. Sopra le due rupi c’è una stella che dice sia stata messa da un cavaliere per ringraziare la Vergine dal ritorno dalle crociate. Noi facciamo un giro veloce e ci fermiamo a cenare in un localino sotto la rupe, indicato dalla guida, Les Comptes, lo consigliamo vivamente in quanto forse è stata l’unica sera in cui abbiamo mangiato veramente bene, io ho preso ravioli al pesto buonissimi e Luigi dei crostini e filetto di agnello. Poi dopo un giro per il paese che è attraversato dal fiumiciattolo che scende dalla rupe, siamo scesi in albergo, (al buio!!!! io avevo detto di portare la torcia!!) per risposare. Anche questa giornata abbastanza impegnativa… 04.05 domenica – Moustier – Coustellet – Isle sur la Sorgue Il mattino ci riaddentriamo nel paese perché c’è un grazioso mercatino di artigianato vario, sembra che Moustier sia il paese delle ceramiche, ma comunque ci sono negozietti vari molto carini, tra cui quelli dell’abbigliamento in cotone naturale. Facciamo un tentativo di salire alla chiesa, ma la scalinata è ardua e siccome ci aspetta un’altra giornata di viaggio (e la mia pigrizia si fa avanti) decidiamo di proseguire il giro, compriamo anche una bottiglia di birra del luogo ad un banchetto e delle provviste per il pranzo e poi partiamo per il paese dove abbiamo l’appartamento per una settimana, Isle sur la Sorge. La signora della casa, Claudine ci aveva consigliato per e-mail di fare la strada per Manosque, infatti è molto bella, incontriamo i primi campi di lavanda!!! In effetti, la zona della lavanda, sarebbe più a Nord, nel Plateau du Valensole, che noi solo sfioriamo, ma la vista dei campi che incontriamo, benché il periodo di fioritura è a fine giugno/luglio è spettacolare, tutte le piante ben ordinate in filari, ci sono anche dei giapponesi che fanno delle foto estasiati. La strada è molto panoramica, ci fermiamo a pranzare con la copertina in un pratino che sembrava delizioso, ma puzza un po’ per il passaggio di una mandria di mucche, comunque siamo affamati e va tutto bene lo stesso…E poi si vede la lavanda in lontananza. Proseguendo per questa N100 incrociamo Apt il capoluogo di questa zona (il Luberon) che a prima vista non è molto affascinante.
Siamo ormai vicino a Isle, ma facciamo una sosta a Coustellet, per visitare il Museo della Lavanda (ingresso 6€). Anche se può sembrare una cosa kitch, invece devo dire che mi è piaciuto molto e l’ho trovato davvero interessante. All’entrata ti danno un’audioguida, si inizia con un filmato che spiega tutto molto bene e dice una cosa molto importante, che quello che noi conosciamo è in realtà Lavandino, non Lavanda. Il Lavandino è un clone della pianta, che cresce a quote più basse, profuma di più ed è usato meglio nelle industrie delle profumerie, mentre la Lavanda è più delicata e ma ha proprietà medicamentose. Quindi quello che noi conosciamo è al 99% lavandino!!! Il museo è pieno di alambicchi e distillatori di ogni genere, si dice anche che la coltivazione della lavanda si è sviluppata per via delle industrie profumiere di Grasse che richiedevano essenze per profumare i guanti delle signore, infatti, ho anche scoperto che a Grasse l’industria delle profumerie si sia sviluppata in seguito all’attività originaria di conciatura. Alla fine solito shopping con saponette e tisana rilassante alla lavanda (o lavandino). Ci rimettiamo in auto e dopo poco arriviamo al nostro paesino, siccome è domenica c’è la fiera dell’antiquariato, appoggiamo l’auto da una parte ci avviamo verso la via dell’appartamento, suoniamo e ci apre Claudine. E’ una signora giovane e simpatica, ci accompagna in appartamento che è davvero ampio e ben curato: un salone immenso con divani e tavolo, angolo cottura dotato di tutto, forno e lavastoviglie, due camere, bagno e ripostiglio, davvero confortevole e arredato con buon gusto, non a caso Isle è il paese dell’antiquariato. Ci aiuta anche a scaricare e parcheggiare. Dopo esserci sistemati, usciamo per cenare, avevamo intuito che il paese fosse carino, è tutto pieno di canali con grandi ruote di legno, tanto che la chiamano la Venezia contadina, in effetti, è così, ma di sera non è molto vivace e quei pochi ristoranti sul canale ci mettono un po’ tristezza, rimaniamo un po’ interdetti e ci ritiriamo stanchi nel nostro covo.
05.05 lunedì – Saint Rèmy – Camargue, Saint Marie Le Mer, Saline di Giraud Il giorno seguente, dato che siamo rimasti un po’ male la sera prima, ci dirigiamo verso la Camargue, decisi a passare una bella giornata al mare. All’andata ci fermiamo a visitare Saint-Rèmy, il luogo dove trascorse un periodo della sua vita Van Gogh, all’ospedale psichiatrico dopo un attacco di schizofrenia in cui aggredì l’amico Cezanne ad Arles. Poco fuori il paese c’è un percorso guidato da dei cartelli, intorno all’ospedale di Saint-Paule, dove fa vedere i paesaggi che il pittore dipinse in quel periodo, molto prolifico. I quadri tuttavia sono sparsi in tutti i musei del mondo e non sono rimasti a Saint-Rèmy, ma i paesaggi che sono molto somiglianti. Accanto c’è anche un sito di resti romani, il Glanum, che però non visitiamo perché dobbiamo ripartire per arrivare in fondo alla Camargue, a Saintes-Maries de la Mer.
La Camargue è un posto magico, io sono rimasta molto affascinata, praticamente è il delta del Rodano, un paesaggio desolato, con questi stagni pieni di uccelli, prati con cavalli bianchi e tori neri, ci sono un sacco di paludi e sembra di essere ai confini del mondo. All’improvviso dal nulla spunta Saintes-Maries de la Mer, un luogo di villeggiatura grazioso, si affaccia su una spiaggia lunghissima, da percorrere a piedi e che si snoda davanti al delta, non si può arrivare in auto. Dopo una sosta ristoratrice sulla spiaggia e un giretto in paese (visitiamo la chiesetta e io faccio il mio solito acquisto pazzo di un paio di scarpe e del sapone di marsiglia), decidiamo di visitare ancora di più di questo luogo, prendiamo l’auto e decidiamo di tornare indietro sulla strada, aggirare il delta e arrivare sul mare dall’altra parte, fino alla Plage de Piemanson. Questa parte è ancora più selvaggia, ci fermiamo sul percorso alle saline di Giraud, montagne e montagne di sale abbandonate, rimaniamo veramente impressionati, con il vento che soffiava forte e la solitudine intorno. La strada prosegue e sembra che debba finire all’improvviso in mezzo agli stagni, invece continua ancora per un bel pezzo, ed è davvero spettacolare, ci sono stagni con fenicotteri rosa da una parte e il fiume dall’altra, si fa sempre più stretta fino a sfociare su questa spiaggia enorme dove ci sono un sacco di camper che passeranno lì la notte, a me ha dato veramente un grande senso di libertà.
Si alza ancora il vento e di ritorno ci imbattiamo in un temporale grandioso, tuoni e lampi che ci fanno andare a passo d’uomo, io e Luigi pensiamo che siamo stati fortunati a non beccarlo in Camargue, perché in quel paesaggio desolato avremmo avuto forse un po’ di paura… 06.05 martedì – Avignone – Pont du Gard – Orange Dopo l’emozionante giornata del giorno prima decidiamo il martedì di dedicarci alla storia e affrontiamo Avignone con il suo Palazzo dei Papi. La guida ci angosciava un po’ per il fatto di trovare parcheggio, ma, in effetti, riusciamo ad arrivare abbastanza bene e ci buttiamo subito in un parcheggio sotterraneo a pagamento proprio sotto l’entrata del Palazzo. Saliamo sopra e ci ritroviamo nella Place du Palais, non entriamo immediatamente ma ci spostiamo un po’ in centro dalla piazza principale, la Place de l’Horologe, affollata di caffè, giù a dritto per il Cours Jean Jaures, che è pieno di negozi, fino ad arrivare all’ufficio turistico in fondo dove facciamo incetta di opuscoli, come sempre. Torniamo verso il palazzo da una stradina all’interno, entriamo in una buona boulangerie e anche in una chiesetta molto carina e decidiamo a questo punto di affrontare il palazzo. Luigi è sempre un pò titubante ad entrare nei monumenti e musei, in effetti, questo è davvero imponente, si può fare anche il biglietto doppio per il Pont Saint Benezet, ma noi facciamo solo palazzo. Ci forniscono un utile audioguida ed inizia il giro. Le stanze di pietra sono enormi, il Palazzo dei Papi è il palazzo gotico più grande d’Europa e testimonia comunque la potenza del papato durante lo Scisma del 1300, sono tantissime, il palazzo è stato ingrandito sotto i diversi papi. Non è rimasta molta mobilia, la stanza più bella è la camera del Papa e una stanza del Cervo, dove ci sono affreschi ben visibili. Oltre la spiegazione delle stanze la guida ha degli approfondimenti che spiegano la successione dei papi, i motivi dello scisma e la vita del tempo, che sono molto utili e interessanti…Luigi si annoia un po’ e cerca di farmi saltare le stanze e gli approfondimenti…Ma con scarso successo… All’uscita non entriamo nel Petit Palace accanto dove alloggiavano un tempo vescovi e prelati, ma ci affacciamo sul Rodano per farci una foto davanti al Pont Saint Benezet, che è stato costruito per collegare Avignone con la cittadina dall’altra parte, Villeneuve les Avignon, ma ne rimane solo una parte fino a metà. Ci imbarchiamo su un traghetto gratuito che attraversa il fiume e ci porta sull’Ile de la Barthelasse, dove ci sediamo sulla panchina lungofiume per ammirare il panorama del palazzo da lì, che è molto bello. Oltre quest’isoletta, attraversando di nuovo il fiume si arriverebbe proprio a Villeneuve les Avignon, dove vediamo da lontano che ci sono anche là palazzi e castelli dove risiedeva il clero, tuttavia riprendiamo il traghetto, saliamo dalla scala sul retro del palazzo e facciamo un giretto per i giardini e la Cattedrale di Notre Dame des Doms. Decidiamo quindi di raggiungere il famoso Pont du Gard, che è a sud sulla strada per Nimes a 21 km e dista 26 km da Avignone, acquedotto romano grandioso su tre livelli sul fiume Gard. Arrivati ci sono due lati dover poter andare, mi sembra che siamo andati a destra, l’ingresso è libero ma si paga il parcheggio 5 euro. Il ponte serviva per portare l’acqua a Nimes, è davvero imponente e ben conservato, la strada per arrivarci passa attraverso degli alberi di ulivo bellissimi, grandi e nodosi. Non si può salire sul ponte tranne che con un accompagnatore e nei mesi più estivi e sarebbe bello anche scendere sotto e fare il bagno nel fiume, dice che in estate c’è un sacco di gente! Fino qui giornata piacevole, bello il palazzo e il ponte meraviglioso, poi accade che invece di scegliere di andare a Nimes, ritorniamo a nord verso Orange. La zona intorno ad Avignone è ricca di resti romani, infatti, sia a Nimes che Orange ci sono delle arene, ma, a parte il fatto che siamo arrivati a cena e non abbiamo visto l’arena dentro, la città di Orange mi ha fatto una tristezza unica, è completamente morta, abbiamo cenato (anche male) e siamo scappati di corsa, consiglio di andarci solo a visitare l’arena. Probabilmente a Nimes avremmo trovato qualcosa di meglio.
07.05 mercoledì – Villaggio dei Bories – Gordes – Abbazia di Senanque – Roussillon – Mulino – Saint Saturnin – Bonnieux – Menerbes – Oppede Il mattino dopo, ancora con la brutta sensazione di Orange, esploriamo un po’ la zona dove siamo noi, il Luberon, una specie di rettangolo, fa parte del dipartimento di Vaucluse e prende il nome dalla catena montuosa omonima. E’ zona collinare e anche di pianura, molto piacevole, assomiglia un po’ alla mia Toscana. Il Luberon è attraversato nel mezzo dalla strada N100, decidiamo infatti oggi di fare il giro a nord della N100 visitando nell’ordine il villaggio dei Bories, l’Abbazia di Senanque, i paesini di Gordes, Roussillon e poi di svoltare verso sud, e ritornare a Isle per sotto, a sud della N100, facendo il giro dei cosiddetti villaggi “arroccati”.
I bories sono abitazioni a forma di alveare costruiti in pietra a secco dell’età del bronzo. L’entrata costa 6€ e si possono visitare case, ovili, granai, ce ne sono diversi; una mostra di fotografie fa notare la somiglianza di questi edifici con i trulli di Alberobello e con quelli della Sardegna e della Corsica, in effetti, sono tutti dello stesso periodo. Dopo questa visita interessante arriviamo al villaggio di Gordes che è veramente bello, è tutto aggrappato sulla roccia, con i costoni che affiorano in mezzo alle case. È in realtà abbastanza turistico, ma va bene lo stesso. Il parking come sempre 3€ fissi, la giornata è molto calda e facciamo un giro dentro, sembra un po’ come San Gimignano, arriviamo a caso dall’altra parte dove ci sono delle cave scavate nella roccia molto caratteristiche. In realtà ci sarebbero anche delle visite guidate ma decidiamo di tornare sopra ed uscire dal paesino non senza aver fatto una foto davanti ad un negozio di biscotti enorme e tutto in stile giallo provenzale. Da Gordes ci sono le indicazioni per l’Abbazia di Senanque, questo è l’unico luogo dove non si paga parcheggio…Arrivando si vedono i campi di lavanda da cartolina, mi dico sempre che peccato che non sono ancora fioriti…Si scende lungo la strada e si trova l’abbazia in mezzo alla lavanda e ad un prato curatissimo, è un’abbazia cistercense che ospita ancora dei monaci. Dopo aver fotografato ci sediamo sulle panchine per pranzare, al ritorno, sulla strada ci fermiamo ancora per scattare delle foto attraverso il buco di una rete che sembra essere stata la posizione ideale per ritrarre il panorama perfetto da cartolina dell’abbazia. La giornata procede in crescendo, proseguiamo per Roussillon, il paese dell’ocra. Già arrivando si vedono i costoni rocciosi rosso ocra e siamo già tentati di fermarci, ma saliamo parcheggiamo (2€) e entriamo in paese dove la guida ci consiglia di fare il Sentiero delle Ocre. In effetti è spettacolare, non ci sono parole, si passeggia in mezzo a queste montagne di ocra dalle sfumature splendide dal giallo chiaro al rosso, attraverso due sentieri, a scelta, nel bosco, un posto magico. Anche tutto il villaggio è costruito con questa ocra, ma non ci si rende bene conto finché non si entra nel sentiero. Estasiati e tutti contenti della giornata proseguiamo e i fermiamo a Saint Saturnin Les Apt a visitare un mulino a vento del XVII secolo. Sotto al mulino ci sono due ragazzi che giocano a bocce e devono birra, mi sembra strano, visto che da noi le bocce sono considerate uno svago da pensionati. Dal mulino si vedono i tetti del paese e la fortificazione in alto. Da qui finisce il giro a nord della N100, da qui proseguendo a nord avremmo incontrato i campi di lavanda, ma scendiamo e ci facciamo 3 villaggi arroccati: Bonnieux, Menerbes e Oppede le Vieux. Il primo lo vediamo dall’auto, in teoria ci sarebbe stata una foresta di cedri da visitare, ma scegliamo di fermarci a Menerbes. Il panorama in cima è bello, ma rimaniamo un pò delusi dall’insieme, forse dopo gli splendidi paesaggi del mattino le pretese si sono alzate un po’.. Intorno a queste campagne ci sarebbero delle ottime cantine per assaggiare i vini della zona, ne incontriamo anche nel tratto fino a Oppede, che, questo sì, è veramente particolare. Si tratta di Oppede vecchio, il paese arroccato in alto, abitato solo da poche decine di artisti, sembra un paese fantasma e quindi, anche se molto caratteristico, essendo al tramonto, ce ne ritorniamo sulla via di casa. Molto stanchi anche oggi, ma abbiamo visitato una zona davvero molto bella. Ho deciso, la prossima volta che andremo in Provenza voglio alloggiare in un agriturismo vicino a Gordes.
08.05 giovedì – Les Baux – Arles – Fontaine de Vacluse Il giovedì è il giorno di Van Gogh e di Arles. Decidiamo, siccome è di strada, di fermarci ad un piccolo paese abbarbicato su una roccia, a 10 km da Saint-Rèmy, Les Baux de Provence. Il suo nome deriva dalla bauxite che qui veniva estratta nell’800, dopo aver parcheggiato anche qui a pagamento entriamo e rimaniamo estasiati. Il paese è tutto in pietra e i vicoli tortuosi sono deliziosi, così come gli angoli e i negozietti. In cima si arriva al castello che deve essere piacevole da visitare, ma ci fermiamo in un piccolo bar con terrazza dal bastione a mangiarci una crepe con molto gusto. Dopo vari giretti Luigi acquista un bel vaso da fiori rosso e giallo e una saponetta a forma di cicala (qui è un portafortuna molto diffuso) e scendiamo tutti soddisfatti alla macchina per dirigerci ad Arles. La città si raggiunge molto bene, arrivando da nord si trovano subito dei parcheggi gratuiti a Place de la Liberation. Ci addentriamo ed incontriamo subito Les Arenes, un’arena romana un po’ più piccola del Colosseo, ma ben conservata. Qui entriamo e facciamo il biglietto integrato per i monumenti romani, quindi anche le Terme di Costantino il Teatro Antico e gli Alyscamps. L’arena è il monumento più bello, vi si tengono anche concerti e corride, peccato che non sia ancora periodo, ce ne restiamo un pochetto visto che è molto bello e poi ci avviamo verso gli altri due in centro (gli Alyscamps lo avevamo escluso essendo fuori) che sono però una delusione, nel teatro ci sono dei lavori in corso e quindi è tutto trasandato e le terme secondo me sono tenute molto male, per niente valorizzate. All’ufficio turistico avevamo preso per 1 euro la cartina di Arles con i vari circuiti e decidiamo di seguire quello di Van Gogh che più ci interessava, ti porta nei luoghi esatti dove ha dipinto (anche qui nessun quadro è conservato), siamo passati nei giardini (dove abbiamo anche sostato un po’), in centro nell’ex-ospedale dove fu medicato all’orecchio che si tagliò (oggi è l’Espace Van Gogh), all’arena, al famoso Cafè de la Nuit dove ci fermiamo (consiglio tuttavia di passarci solo, è costoso e il servizio pessimo) e poi verso il Rodano dove ha dipinto la “Notte stellata” e in Place Lamartine dove ritrasse la sua casa gialla, oggi non più esistente. Dato che il fiume e la piazza sono accanto a dove abbiamo parcheggiato, rientriamo in auto, ma con l’amaro in bocca, da Arles io mi aspettavo decisamente di più, mi ha dato l’idea di una città sporca e trascurata, mi è piaciuta solo l’arena e se non fosse perché alla fine ci vai per Van Gogh, non meriterebbe una visita…Ma infatti il parcheggio gratuito mi aveva insospettito…Sono le 6 del pomeriggio e per svoltare Luigi decide di andare a visitare un luogo vicino casa che avevamo saltato nel nostro giro in Luberon, La Fontane de Vaucluse. Arriviamo che è un po’ tardi ma iniziamo a salire, si passa per il paese e un sentiero ti porta in alto fino al punto in cui il fiume Sorgue (quello del nostro paesino!!) affiora dal suo corso sotterraneo, la guida dice che è la sorgente più potente della Francia! Fatto sta che il colore di quest’acqua è stupendo, tra il verde, blu, viola e m’immagino d’estate quando ci vai a fare il bagno…Scendendo siamo indecisi se fermarci a cena, ma poi optiamo per la nostra casetta e un ottimo piatto di pasta.
09.05 venerdì – Aix en provence – L’Estaque – Carry le Rouet – cap Couronne – Martigues – Salon de Provence L’ultimo giorno !!! Oddio ci sarebbero ancora da visitare Nimes, altri resti romani, e poi i campi di lavanda…L’indecisione tra visitare una delle città più importanti della Provenza e fare un giro come si deve per i campi di lavanda su a nord è stata forte, ma alla fine abbiamo deciso che non potevamo non vedere Aix en Provence, anche perché fino adesso tutte le cittadine più o meno grandi della Provenza, a parte Avignone, non ci hanno per niente entusiasmato, al contrario di tutti i villaggi e i paesaggi. E poi nei campi di lavanda magari ci torneremo nel periodo della fioritura..
Per fortuna Aix en Provence non ci ha deluso per niente, anzi, l’abbiamo trovata una città aperta culturalmente e molto piacevole nell’aspetto e nell’assetto urbanistico. Abbiamo parcheggiato alla stazione come ci consigliava la guida, poiché indicava molto traffico e poi ci siamo diretti subito all’Ufficio turistico in fondo al corso principale, Cours Mirabeau per prendere la cartina. Risaliamo il corso che è molto grazioso, è pieno di caffè, ristoranti, ai lati ci sono gli Hotel Particuliers, edifici storici rinascimentali molto belli, dove adesso ci sono uffici pubblici e in mezzo le 4 fontane che delimitano il corso. Passeggiamo tranquilli e ci fermiamo a mangiare il bottino della sempre solita e pronta boulangerie. Tutte le guide indicano il Cours Mirabeau come la cosa principale da fare, ma noi ci siamo addentrati sia a nord che a sud del corso e secondo me questa città è davvero stupenda, s’incontrano tutte piccole piazzette piene di vita, di studenti e turisti (siamo stati un po’ davanti al Comune a vedere uno spettacolino), c’è anche una bella chiesa romanica, la Cattedrale Saint-Sauveur e via via altre chiesette piccole ma belle, il quartiere a sud, poi, Mazarine, è pieno di gente e negozi bellini, provenzali e non, non resistiamo e dopo un acquisto di una guida e di lavanda in busta ci fermiamo a bere una coca in un pub. Anche qui c’è un itinerario dei luoghi ove ha vissuto e dipinto Cezanne che vengono indicati a terra da grandi “C” in metallo. Veramente molto soddisfatti, ma visto che non è tardi decidiamo di lasciare la città e sperimentare un percorso che ci consiglia la guida, intorno a Marsiglia.
Da Aix en Provence ci buttiamo giù verso la cosiddetta Costa Blu e io, che guardo la cartina, sono un po’ timorosa perché con il groviglio di strade e autostrade che ci sono intorno a Marsiglia ho paura che ci ritroviamo in città, mentre invece non vorrei entrarci, ma solo sfiorarla per raggiungere L’Estaque, un ex villaggio di pescatori, che oggi è una spiaggia al nord di Marsiglia. Becchiamo la strada giusta (ormai Luigi mi ha soprannominato Son Son) e costeggiamo il paesetto risalendo verso l’alto dove si ammira il bellissimo panorama del porto Vecchio di Marsiglia e sotto le spiagge dell’Estaque, in effetti adesso mi pento un po’…Forse un giretto al vecchio porto avrebbe meritato…Si prosegue a Carry-le-Rouet dove la guida dice che si mangiano ricci di mare, tuttavia siamo fuori stagione per i ricci ed è tutto chiuso, così dopo una breve passeggiata sulla spiaggia proseguiamo, visto che il vento è forte e pioviggina pure. Seguendo la costa si arriva a Cap Couronne, qui le spiagge sono più grandi e si intuisce che d’estate deve essere una località di mare apprezzata, inoltre c’è un parco regionale marino qui al largo. Da qui svoltiamo verso l’interno, in direzione dell’Etange de Berre, un lago di acqua salmastra e del porto di Martigues che è la cittadina che collega il lago al mare. La parte vecchia di questa cittadina è molto carina, sorge su isolette collegate da ponti e le case sono tipiche dei villaggi di pescatori, ci meravigliamo molto perché vediamo su uno dei canali che collegano il lago al fiume tantissime meduse trasportate dalla corrente e invece più avanti tantissimi pesci, una commistione di acque e di pesci, come deve essere anche il luogo. Ci sono un sacco di ristoranti di pesce in cui credo si debba mangiare molto bene, tra cui anche uno che vende coquillages freschi vicino al lago e che ci tenta fino alla fine, ma non è ancora ora di cena…Martigues è stata molto piacevole e abbastanza particolare come tutti i luoghi di confine che a me e a Luigi affascinano molto, ci indirizziamo verso casa, ma visto che comunque dobbiamo cenare e che non eravamo riusciti a passarci prima sostiamo a Salon de Provence, in cerca di un ristorante. Dato che è ancora giorno vediamo che il paese è medioevale, tutto cinto di mura, scorgiamo infatti il castello con i bastioni, la Torre dell’Orologio e la Fontana Moussue, a forma di fungo tutta ricoperta di muschio, molto tipica. Scorgiamo anche la casa di Nostradamus, dove scrisse le famose profezie e proprio lì vicino ci accomodiamo in un ristorante, Le Table da Oscar. Molto accogliente per l’aspetto e la posizione raccolta dentro una piazzetta, purtroppo io non ho indovinato il menù giusto che non è per niente buono, Luigi invece un po’ meglio, comunque sono contenta lo stesso…Stanchissimi a casa… domani si parte… 10.05 sabato – Isle sur la Sorgue – Italia La mattina della partenza, ci sentiamo in colpa per aver trascurato il nostro paesino e siccome è sabato e c’è il mercatino dell’antiquariato (brocante) facciamo un giro accurato. In effetti, scopriamo che Isle di giorno è molto vivace, oltre che carino fisicamente, con le piazzette e il lungofiume. Ci sono dei negozi spettacolari, sia di antiquariato, sia di abiti e modernariato molto strani e sfiziosi, oltre a quelli tipici provenzali che tuttavia non sono per niente turistici. Anche il giro per le bancarelle è piacevole, io mi faccio alcuni schizzi di uno specchio e mi verrebbe la voglia di comprarmi delle bocce, ma poi resisto, comunque si dice che qui vengono tantissime persone dato che si fanno ottimi affari per la mobilia d’antiquariato. Facciamo anche delle foto alle grandi ruote di legno del canale che circonda Isle, compriamo delle baguette fresche alla boulangerie e ce ne partiamo…Autostrada da Cavaillon, Aix en Provence, Nizza…Ecco di nuovo i cesti da basket!!!!! Il tempo per un’ultima piacevole sosta in un autogrill che a caso becchiamo proprio sopra Montecarlo, che bello!! Si vede il Palazzo o casinò non so, comunque vista stupenda…E poi gallerie…Gallerie…Gallerie…A casa…Uffi…Ho già nostalgia…