Il Treno delle Nuvole
Per me e per mia moglie, come per tanti altri, che non si lasciano trascinare dalla fantasiosità dei pacchetti turistici, le sequenze per la preparazione del viaggio non sono proprio così semplici e superficiali. Poi nei viaggi può succedere di tutto anche in quelli organizzatissimi. La definizione del percorso, prevede la consultazione dei diversi siti che si occupano prevalentemente di turismo, la lettura dei diversi racconti di viaggio, la consultazione delle guide specializzate, la lettura di libri e per quanto possibile la visione di filmati che riprendono la storia di quella nazione.
La programmazione che dura mesi, parte dalle attese che abbiamo in quel viaggio e nella ricerca c’è anche il fascino della scoperta graduale del mondo che andremo a visitare..
Dopodiché, se ci fosse qualche dubbio o necessità d’approfondimenti, diventa facile mettersi in contatto internet con le persone che in precedenza hanno fatto lo stesso percorso ed avere quell’informazione che riteniamo necessaria.
Certo non ci sarà la guida, che controllerà se siamo saliti sul pullman, ma questa condizione, per rispondere ai nostri bisogni, ci obbliga a parlare con le persone anche se la lingua è poco conosciuta.
Con questo criterio e spirito è nato l’itinerario del nostro viaggio in Argentina./Patagonia con le seguenti tappe: Buenos Aires, Iguazù, Bariloce, Cordoba, Calafate, Ushuaia, Salta e Buenos Aires.
Non è proprio un “fai da te” ma neanche un pacchetto preconfezionato.
In Italia ci sono tour operator specializzati nel turismo in Argentina che sono in condizioni di prenotare il viaggio transoceanico compreso i voli interni ai prezzi competitivi. Si deve valutare bene il periodo perché in alta stagione i prezzi sono più elevati e l’alta stagione è considerata per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
Il periodo da noi scelto cadeva proprio in alta stagione, alla fine abbiamo prenotato con un low cost un volo Alitalia e con un’agenzia di un tour operator argentino i voli interni, gli alberghi ed i trasferimenti hotel-aeroporto. ( i trasferimenti da una città all’altra sono stati effettuati solo con l’aereo).
Per quanto riguarda i pernottamenti, la richiesta che abbiamo fatto era quella di una sistemazione senza nessuna pretesa, in camere con servizi puliti.
Quasi tutto è funzionato alla perfezione. All’arrivo, all’aeroporto c’era sempre una persona con il cartello ad aspettarci ed alla partenza un’auto arrivava all’hotel per poi portarci all’aeroporto.
I pranzi e le cene non erano comprese ma questo non era un problema perché il costo dei pasti era molto basso e le porzioni erano abbondanti.
Pensate che un pasto per due a base di “lomo de bife” che è un filetto di manzo di circa 200 gr. Con contorno ed un”cerveza” da un litro abbiamo pagato 20 persos il corrispondente di 5,00 €, il prezzo più elevato è stato di 120 pesos, con vino di qualità e “centolla” (Granseola) complessivamente 30 € per due persone. Il percorso che abbiamo fatto ha risposto pienamente alle nostre attese, le cascate, i laghi, i ghiacciai, la terra del fuoco ci hanno dato la possibilità d’avere sensazioni del tutto nuove. Per le zone ad alta presenza turistica abbiamo potuto notare un livello di vita dignitoso mentre l’altra parte dell’Argentina, quella delle grandi città, anche se era evidente una condizione economica in ripresa si contrapponevano fenomeni di vita miserevole. Per quanto riguarda la sicurezza del turista che per certi aspetti le difficoltà economiche e la miseria ancora presente potrebbe far pensare precaria, dobbiamo invece affermare che abbiamo trovato città tranquille.
La preparazione del viaggio come annunciato è stata accompagnata dalla visione d’alcuni filmati come “Take off” e dalla lettura d’alcuni libri sulla storia della tragedia economica dell’argentina e del periodo della dittatura militare.
Storie che si ripresentavano quando nel viaggio a raggiera (i voli per le diverse destinazioni riportavano sempre a Buenos Aires) ci ritrovavamo alla” Plaza de Mayo “ la piazza dove si affaccia il palazzo del Presidente della Repubblica “la Casa Rosada”.
La piazza dove tutti i giovedì si radunavano per manifestare le madri e le nonne dei desaparesidos.
Oggi le manifestazioni hanno una periodicità mensile ma sulla piazza restano i disegni pitturati sul selciato dei “ fazzoletti da testa” delle madri e delle nonne; mentre in piazza della costituzione dove troneggiava “ il palazzo del Governo ” come una spina nel fianco c’è della biblioteca della Madri.
La testimonianza di una storia ancora in sospeso con cui si devono ancora saldare i conti.. Nonostante i trent’anni trascorsi dalla dittatura militare, la democrazia non è ancora riuscita a dare una risposta completa a quei crimini come se il tempo fosse nelle condizioni di cancellare la tragedia ed il dolore di tante famiglie che aspettano giustizia e non provvedimenti di prescrizione. Qualcosa però si muove.
Il periodo di questo viaggio coincide con l’arresto d’Isabelita Peron. Raggiunta a Madrid da un mandato d’arresto internazionale per la scomparsa, nel marzo del 1976 di un oppositore politico di sinistra.
Ma altre indagini che sono in corso, riguardano la “triplice A” il gruppo di estrema destra che durante il Governo di Isabel, ha ucciso centinaia di oppositori di sinistra, indagini che potrebbero chiamare in causa per responsabilità dirette l’ex Presidente. Un percorso che sembra strumentalizzato sino a far trasparire anche delle responsabilità di Juan Peron.
Non a caso arrivati a B.A. Abbiamo trovato la città tappezzata di manifesti a firma della Conferation General del Trabaco con la frase ”no Jordan noi stiamo con Peron”.
Non conoscendo lo spagnolo traducevamo “ non scherziamo….In seguito abbiamo scoperto che la parola usata non era proprio quella.
Abbiamo voluto fare questa parentesi perché nella ricerca che abbiamo fatto, anche in internet, abbiamo potuto ricostruire quella storia che è ancora presente nell’aria e nella vita di questo popolo.
Ripartiamo dall’inizio, dopo l’arrivo a Buenos Aires la mattina successiva siamo partiti per Iguazù,.
Iguazù con le sue cascate è situata in un punto geografico dove s’incontrano i confini di tre nazioni Brasile,Argentina e Paraguay.
Il nostro albergo si trovava nel territorio Brasiliano.
Nel tragitto il tassista ci propone il pacchetto delle escursioni che si possono fare nelle due giornate. (tutti i tassisti incaricati da una agenzia turistica per il trasferimento dall’aeroporto all’hotel hanno l’incarico di avanzare le proposte di escursioni).
Appena preso possesso della camera e depositati i bagagli con un’auto partiamo per la prima escursione alle cascate.
“il salto del diavolo” è una cascata che fa precipitare le sue acque da un’altezza di settanta metri sul fiume sottostante e questo impatto provoca un continuo sordo boato ed una nebulizzazione d’acqua che al riflesso del sole fa risplendere l’arcobaleno. L’arcobaleno esiste ancora, non ricordavamo quand’era l’ultima volta che l’avevamo visto, forse perché non guardiamo più il cielo In quel quadro fantastico, in una bellissima giornata con l’aria tersa, ci siamo riconquistati la nostra capacità di meravigliarci e di bearci di una condizione interiore di serenità. Il mattino successivo partenza per l’esplorazione del parco e delle cascate nella parte argentina; in quell’escursione abbiamo incontrato diversi animali di cui non ricordiamo il nome dalle scimmie a lucertoloni come varani a specie di tapiri che incuranti della nostra presenza ci attraversavano la strada. Nel parco,un trenino tipo Far West ci porta alle cascate. Il percorso era più lungo di quello brasiliano.
Spesso le cascate riuscivamo vederle dall’alto e a seconda del punto di osservazione provocavano sensazioni del tutto diverse .In basso battelli portavano i turisti in prossimità laddove l’acqua colpiva lo specchio sottostante.
Spesso incontravamo turisti che camminavano con il braccio teso e palmo della mano rivolto verso il basso con sopra una farfalla.
Le farfalle si lasciavano avvicinare e quando era possibile salivano sulla mano forse per succhiare con la proboscide la salinità del sudore.
Nel parco c’è un punto di ristoro dove abbiamo potuto fare il battesimo con la famosa Parillada libre (carne alla brace a volontà).
La cose utile da ricordare è che queste escursioni sono costose e sapendo che in ogni città che visiterete ci saranno sempre le condizioni di due o più trasferimenti, in altre località limitrofi, certamente è più conveniente acquistarli con un unico pacchetto dal tour operator dove si prenotano i voli interni ed i pernottamenti.
Da Igazù partiamo il mattino presto, si cambia a B.A. Arriviamo a Cordoba di sera , i migliori locali ci hanno offerto menù a base di carne alla brace a prezzi molto convenienti con un vino rosso di Mendoza che accompagnava bene quella carne di manzo, di agnello,di maiale ,di pollo , salsicce sanguinacci ed i cinciulines.
Cordoba è una città moto vivace e come a B.A. C’è la Florida una zona pedonale dove si affacciano i migliori negozi della città e tanti venditori ambulanti ed artisti di strada.
Ogni tanto sostavamo in piazza Saint Luis, la piazza della Cattedrale, per riposarci all’ombra d’acacie con i fiori turchesi, li potevamo guardarci intorno, la gente che passava ed i bambini che giocavano.
La Maranzana (l’università gesuita), la visita della città con il bus turistico, le chiese hanno occupato la nostra permanenza in questa città Da Cordoba si va a Bariloce sempre con scalo a B.A.. La pensione dove alloggiavamo si affaccia sul lago. Nella passeggiata sul lago vivono piante alte simili agli abeti, l’unica differenza è che sono piante grasse.
Bariloce è un po’ come Cortina da noi, paesaggio alpestre, con i San Bernardo sempre disponibili a mettersi in posa per una fotografia e tanti negozi di buonissima cioccolata.
Prenotiamo un tour per andare al ” cerro della Catedral” altezza 2000 metri ( la funicolare prevede uno sconto per i pensionati) ed un tour ai laghi del Perito Moreno A proposito Perito Moreno è un ricercatore che ha lavorato anche per la definizione dei confini tra Argentina e Chile cosa che gli ha fruttato come ricompensa dal governo, la donazione,di un’area che poi lui ha utilizzato per la costituzione di un parco naturalistico.
Da Bariloce si vola a Calafate naturalmente passando per B.A. Lì la sosta diventa più lunga e n’approfittiamo per girare lungo le rive del Rio della Plata. L’aeroporto dei voli nazionali è quello di Ezeiza che nel periodo del governo militare era utilizzato per i voli della morte (lanci senza paracadute) Il Rio della Plata ( argento) è di un colore melmoso e di domenica è affollato di pescatori. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Calafate, una città che a prima vista sembra costruita in mezzo al deserto con pochissimi alberi e tanti sterpi “questa è la pampas “ Calafate è la città del Presidente Kirchner, detto il pinguino perché il sud della Patagonia è popolato da questi particolari uccelli.
Al mattino presto veniamo portati a Porto Bandera ed imbarcati su un battello per la visita dei ghiacciai, Spegazzini e Upsala , ghiacciai che si affacciano sul lago per un’altezza di settanta metri circa . La navigazione è stata fatta in presenza di un forte vento (120 km/h). Gli iceberg che incontravamo mentre ci avvicinavamo ai ghiacciai erano sempre più grandi. I colori cambiavano soprattutto laddove c’erano delle fenditure, l’azzurro lì diventava più intenso.Quello era l’azzurro della bandiera Argentina.
L’indomani escursione per la visita al ghiacciaio Perito Moreno. Il battello dopo aver costeggiato il fronte del ghiacciaio, che sembra essere l’unico che non regredisce, e dopo aver visto alcuni crolli di parete nel lago ci sbarcano per una passeggiata che ci permette di vederlo dall’alto.
Lasciamo Calafate per Ushuaia la città più a Sud del mondo, la città della terra del Fuoco. Lì abbiamo potuto vedere la strada ,la ferrovia, il ponte ed il tutto più a sud del mondo, Il comandante dell’aereo nel trasferimento tra Calafate ed Ushuaia ci regala l’ultima veduta del Perito Moreno volando con un’inclinatura dell’aereo che permetteva una buona visibilità dall’oblò potendo scattare anche qualche foto.
Un’altra escursione ci permette di vedere una castoreria ( sembra che oltre alle dighe ci siano anche i castori) ed il treno che portava i detenuti al lavoro forzato.
Un’escursione in battello ci porta alle isole dei cormorani, a quella dei leoni marini e quella di pinguini.
L’escursione è organizzata per il tramonto, l’ora che questi animali rientrano dalla pesca.
Affacciati sulla prora dell’imbarcazione guardavamo questi goffi uccelli che camminavano sulla spiaggia,ogni tanto qualcuno di loro si gettava in acqua facendo vedere le evoluzioni e con quale eleganza si muovevano nel loro elemento naturale.
Per il resto tutto rimaneva immobile noi guardavamo loro e loro guardavano noi. In un ristorante ad Ushuaia nel terrazzino della via principale è in belle mostra la statua del “Che” ricordandoci che Ernesto Guevara fa parte della storia di questa nazione. I pranzi sono sempre stati onorati con della gustosa centolla ( granseola) annaffiata con una buona bottiglia di sauvignon nei ristoranti (che si affacciano sul porto) “Volver” e da “Tia Lia” Nel porto una lapide ricorda i soldati argentini morti nella guerra delle Malvinas promossa dal Generale Leopoldo Galtieri che ha tentato con il risveglio dell’orgoglio nazionale di nascondere anni di tragedie e di malaffare causate dal regime militare scelta che costò all’Argentina 649 morti e 1068 feriti.
In quel momento le madri in piazza gridavano “ si va bene le Malvinas sono le nostre però ridateci i nostri figli” Ripartiamo per Salta con tappa a B.A. La città è caratteristica, la piazza tipica delle città dell’america latina con la cattedrale e il Cabildo e diverse chiese diventano meta delle nostre prime visite, la funicolare ci porta al ” cerro San Bernardo” l’unico monte alle spalle della città .
L’indomani partiamo per un’escursione per Sant’Antonio del Cobre. La flora presente nel percorso che porta da Salta e attraversa la vallata del toro portandocii a sant’Antonio , ha dei mutamenti particolari, da una vegetazione a fusto alto si trasforma in una vegetazione fatta solo di cactus sino ad arrivare ad un paesaggio lunare senza un filo d’erba dove stranamente si trovavano insediamenti umani antichi.
La linea ferroviaria è percorsa da un treno che è chiamato treno delle nuvole perché raggiunge un’altitudine di 4060 metri . Lì al capolinea troviamo il paese Sant’Antonio del Cobre Un paese dove è insediato un distaccamento militare con le famiglie. Le case dei militari come si può bene immaginare sono ben diverse e certamente più confortevoli da quelle occupate dalla popolazione indigena di etnia Inca .
Arriviamo sino alla miniera del cobre (rame).Dove troviamo il ponte ferroviario più alto del mondo.
Ritorniamo al paese per il pranzo ed un gruppo di bambini ci vengono incontro per offrirci solo qualche pietra in cambio di qualche soldino.
Mangiamo in una… Non so come chiamarla osteria? Con i bambini che ci guardavano nel piatto con l’imbarazzo di non sapere come comportarci.
Certamente il santo venerato tanto da mia mamma, lì non c’era mai passato. Una miseria sconvolgente.
Ripartiamo per Buenos Aires, sono sei giorni di permanenza che ci vedono alla Boca, al quartiere Palermo, alla Recoleta, alla Florida,a Puerto Madero.
Il nostro vagabondare a B.A. Finiva sempre alla Plaza de Mayo dove Sergio un ragazzo discendente da italiani (il nonno era di origine napoletana) ci avvicinava con uno scatolone di polistirolo per venderci due bottigliette di acqua fresca.
La Casa Rosada era rosa solo nella facciata che dava sul porto mentre quella che dava sulla piazza di fronte al Cabildo ( palazzo del comune) era color mattone. Quello era il colore della pittura che avevano avuto in regalo.
Le ultime ore le dedichiamo alla biblioteca delle madri che oltre a mettere a disposizione una bella varietà di libri hanno anche un punto di ristoro.
Comperiamo qualche gadget, qualche libro e infine ci sediamo per gustarci una fresca spremuta di arancia.
Entra una signora non sappiamo se fosse mamma Ebe Bonaffini o nonna Estela Carlotto alcuni avventori si alzano e lasciando il tavolo, le vanno incontro l’abbracciano e la baciano. L’Argentina che abbiamo visto non è solo quella, dei pinguini, dell’arcobaleno, delle farfalle e dei ghiacciai, del tango e del treno delle nuvole ma quella che è rimasta presente nel nostro pensiero è l’Argentina rappresentata dalla forza di tante donne che non abbandonano il campo e vogliono testimoniare sino alla fine la loro ostilità all’ingiustizia del passato e del presente.
Il libro di Massimo Carlotto” le irregolari” sostiene che questa ferrea volontà di non dimenticare in Argentina è rappresentata caparbiamente dalle mamme e dalle nonne della Plaza de Mayo.
Ecco noi l’abbiamo vissuta proprio così.
Nel caso qualcuno fosse interessato ad avere informazioni più dettagliate sul viaggio, sui locali frequentati, può scrivere all’indirizzo di posta elettronica antoniomolari@libero.It