Il suono delle cornamuse e il cielo velato di nebbia: la Scozia in autunno è un caleidoscopio di colori ed emozioni

Viaggio fotografico nel Perthshire
Scritto da: alba.scozia
il suono delle cornamuse e il cielo velato di nebbia: la scozia in autunno è un caleidoscopio di colori ed emozioni

Zaino fotografico in spalla, si parte alla volta della magica Scozia, in quella terra centrale, il Perthshire, dove l’autunno dà il meglio di sé. È tutto organizzato: volo da Malpensa diretto per Edimburgo, ritiro auto a noleggio direttamente in aeroporto e in un’ora di macchina eccomi giunta al cottage prenotato. È un’immersione totale nell’ambiente e nella vita scozzese questa scelta, ma è motivata dal fatto di trovarmi già nella zona di massimo splendore del foliage autunnale. E poi, anche se Aberfeldy è un centro piccolo, non mancano servizi, ufficio turistico, ma anche selezionati negozi per la spesa e diversi ristoranti e pub, se non si volesse cucinare.

La nebbiolina mattutina che accarezza la brughiera come vista dalla finestra della camera regala il primo quadro di benessere interiore della giornata.

Diario di viaggio

Giorno 1 – Kinloch Rannoch e Dunkeld

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L’Hermitage

Con tutta l’attrezzatura fotografica necessaria parto in auto alla volta del Garry Bridge, fuori Pitlochry, da dove si gode di una magnifica vista sulla gola sottostante. Lo stupore nel trovarmi di fronte a pennellate dorate degli alberi in veste autunnale mi lascia senza fiato. Non posso fare a meno di pensare come tanta bellezza naturale possa essere stata in passato teatro di una terribile battaglia, quella di Killiecrankie del 1689. Ma in questo momento sono davvero permeata da tanta bellezza da sentirmi un tutt’uno con questo mondo.

A fatica rientro in auto per un breve tratto di tre miglia fino alla Queen’s View. Località famosa per la magnifica veduta sul Loch Tummel che tanto aveva affascinato la Regina Vittoria, con possibilità di una sosta per scaldarsi con una tazza di tè abbinata ad un immancabile Scone, tipico dolcetto locale. Qui addirittura alberi di ribes mi regalano sfumature di colore rosso intenso davvero fotogeniche. Credo che l’atmosfera rilassante sia così contagiosa da indurmi a non distaccarmene, ma la curiosità di scoprire altre bellezze mi dà la spinta per ripartire.

Il villaggio di Kinloch Rannoch rimanda a un mondo dove il tempo scorre lento, proprio come l’acqua del Loch Rannoch che lambisce il bordo strada. La successiva salita verso la brughiera mi riporta per un momento alla vita trafficata fatta di parcheggi, di locali frequentati, di negozi di abbigliamento che sono una vera tentazione per la moda. Ma è solo un attimo, il tempo di arrivare a Bruar, da cui parte un sentiero che conduce alle magnifiche cascate. La passeggiata in mezzo al bosco invita all’incontro con qualche folletto, e in effetti i racconti locali non lo escludono. Magnifico! Mi sto chiedendo se sto vivendo nella realtà o se sono finita, come Alice, nel paese delle meraviglie! Qui le betulle proiettate verso il cielo rimandano un tripudio di colori che invitano allo scatto fotografico. E in effetti devo ammettere che in queste giornate la macchina fotografica è messa a dura prova.

Prima che il sole tramonti sulla giornata e sulla mia vacanza non posso non arrivare nei pressi di Dunkeld, a l’Hermitage. Luogo di piacere dei Duchi di Atholl nel XVIII secolo, i maestosi abeti Douglas incorniciano il sentiero che conduce alla cascata Black Linn. Il fragore dell’acqua che batte nelle cavità sottostanti si avverte molto prima di arrivare alla sala di Ossian, punto panoramico dove un pulviscolo cristallino si spinge ad una certa altezza dalla cascata, conferendo al colore dorato degli alberi una veste fatata. L’unico rumore percepibile è l’acqua, unica regina incontrastata è la natura. Il sole comincia a nascondersi dietro le colline e un brivido di freddo corre lungo la schiena.

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Il Loch Kinardochy

Faccio ritorno all’auto per riprendere la via verso casa attraverso una strada secondaria che sale verso lo Schiehallion, imponente montagna con i suoi 1.083 metri di altezza. Il suo nome in gaelico sta a significare “collina delle fate dei caledoni”. Montagna affascinante e insidiosa da salire, nonostante la sua altezza contenuta. I colori autunnali qui lasciano lo spazio alla brughiera spoglia e alle pecore che, indisturbate, girano ovunque. La strada è poco più di una “single-track road”, ma è uno spettacolo che va a sfumare nel Loch Kinardochy, credo l’ambiente che più rappresenta il concetto di serenità secondo la mia esperienza.

Il rientro ad Aberfeldy, con il castello Menzies di guardia, già lascia assaporare il piacere di un bagno caldo e di una tazza di caffè fumante. La serata non può che concludersi con un fish & chips.

Giorno 2 – Birks’ of Aberfeldy

Prima del rientro in Italia c’è ancora un po’ di tempo per immergersi nelle atmosfere autunnali scozzesi grazie al vicino sentiero delle Birks’ of Aberfeldy, descritto anche dal poeta scozzese Robert Burns. Il soffice strato terroso del sentiero si fa largo attraverso una fitta vegetazione, impreziosita da gemme ocra riscaldate dal sole del primo mattino.

Quest’ultima immagine rende ancora più difficile il rientro a casa, anche se si ha la consapevolezza di conservare nel proprio animo colori, stati d’animo, profumi e suoni difficili da dimenticare.

Informazioni di viaggio

Meglio prenotare almeno 3-4 mesi prima del viaggio il volo aereo, per garantirsi il posto e un prezzo più accessibile. Per il pernottamento esistono diverse tipologie di scelta: albergo, b&b, cottage. Io ho fatto quest’ultima scelta. L’auto va prenotata in anticipo con ritiro e consegna all’aeroporto di Edimburgo. Il costo a persona per un viaggio in coppia, escludendo tutti i pasti è di circa € 750,00.

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