Il sud ovest della Sardegna in otto giorni

Itinerario fantastico nel Sulcis Iglesiente con tappa finale nella patria del tonno!
Scritto da: mdisoccio
il sud ovest della sardegna in otto giorni
Partenza il: 23/06/2011
Ritorno il: 30/06/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: Fino a €250 €
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La nostra scelta di andare in Sardegna va al mese di giugno per scongiurare le orde di turisti. Prenotiamo i biglietti aerei con Ryanair molti mesi prima 40 euro a testa tasse comprese.

Il 23 giugno partiamo dall’aeroporto di Pescara alle 6,30 e arriviamo all’aeroporto di Elmas intorno alle 7,30. All’uscita ci dirigiamo verso Europcar per l’affitto dell’auto (8 giorni una fiat cinquecento ci costa circa 200 euro) quindi partiamo in direzione Cagliari. Per fortuna ci sono le nuvole e la giornata è perfetta per visitare la città più grande della Sardegna.

Parcheggiamo lungo via Roma e ci dirigiamo sotto i portici, che ospitano molti bar, gelaterie e negozi, fino all’Info Point per prendere una mappa. Salendo verso piazza Yenne raggiungiamo, in ascensore, il quartiere più antico di Cagliari, Castello. Raggiungiamo la Torre dell’elefante, alta 30 metri e realizzata con blocchi di calcare bianco. Ha tre lati chiusi verso l’esterno, mentre il lato interno alle mura è a vista e regala un bellissimo panorama sulla zona del porto. Arrampicata nella parte più alta di Cagliari si trova la vecchia sede dell’Università. Da quassù si può godere di un meraviglioso panorama che racchiude l’intera città, il porto, gli stagni e la costa. Tra il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo Viceregio, si trova la Cattedrale di Santa Maria (il Duomo). Raggiungiamo il bastione di San Remy, ornato di palme, lecci e pini d’Aleppo. Venne costruito alla fine dell’800 sugli antichi bastioni spagnoli della Zecca e dello Sperone, con facciata in granito e calcare giallo e bianco. L’opera si articola su due grandi terrazze e una passeggiata coperta oltre al suggestivo camminamento che collega a Via Universita. La scenografica scalinata di marmo a doppie rampe consente l’accesso al monumento dalla sottostante Piazza Costituzione. A pranzo andiamo da Ziu Ninnu in zona Pirri per gustare il piatto tipico: zuppa di molluschi! Intorno alle 14 ripartiamo in direzione di Pula e ci fermiamo alla spiaggia di Sant’Efisio per un po’ di relax. Intorno alle 18,30 andiamo al Bed & Breakfast La Villetta (www.beb-sardegna-lavilletta.com), un posto assolutamente fantastico, un’oasi di pace e tranquillità. Dopo aver mangiato una pizza facciamo una passeggiata a Santa Margherita di Pula anche se gli unici turisti in zona siamo noi!

La giornata inizia benissimo e dopo aver fatto colazione nel giardino in compagnia di un’altra coppia di ospiti del B&B ci dirigiamo lungo la Strada Statale panoramica 195 verso la spiaggia di Tuerredda. Situata in una splendida insenatura tra Capo Malfatano e Capo Spartivento, è considerata una delle più belle spiagge della Sardegna per la sua sabbia chiara e finissima e per il colore trasparente del mare, che richiama un paesaggio caraibico. Il parcheggio è a pagamento. Dopo aver trascorso un paio di ore qui andiamo a Su Giudeu, una delle celeberrime spiagge che si affacciano nella baia di Chia, che comprende anche le spiagge Colonia, Porto Campana e S’Acqua Durci. Il nome deriva dal polpo che nuota nelle acque attorno ad una coppia di scogli – denominati anch’essi Su Giudeu – raggiungibili dalla riva sia a nuoto che a piedi, in un tratto di acqua dal fondale particolarmente basso. Parcheggiamo nei pressi di un ristorante e percorriamo la passerella in legno, tra splendidi fenicotteri rosa, fino allo stabilimento Le Dune. La spiaggia è davvero bellissima e i cromatismi dell’acqua la rendono idilliaca… è sicuramente una delle spiagge più scenografiche della Sardegna! A sinistra si scorge, sul promontorio che custodiva l’acropoli punica dell’antica città di Bithia, la Torre di Chia risalente agli inizi del XVI secolo nei pressi della foce di un fiume allo scopo di sventare le incursioni piratesche. Dopo una piacevole giornata al mare ripartiamo per Teulada attraverso la strada panoramica. Il b&b Sattobiu è in pieno centro. Spendiamo per una notte con colazione 70 euro (www.sattobiu.it). Siamo arrivati un po’ tardi, sono circa le 22.30 ma riusciamo a trovare un ristorante ancora aperto per cenare. Per il resto a Teulada non c’è proprio nulla e di turisti nemmeno l’ombra!

Direzione Sant’Antioco

La mattina, dopo un bella colazione, ripartiamo in direzione Sant’Antioco con tappa a Porto Pino, che in realtà non ci colpisce particolarmente. Quindi decidiamo di dirigerci a S.Anna Arresi per visitare il nuraghe. Ed è una fortuna, non potevamo non vedere il simbolo di questa terra e ne rimaniamo affascinati. Il nuraghe è in una posizione bellissima, vicino ad una chiesetta e contornato da un prato verde ben tenuto. I resti della costruzione hanno circa 4000 anni! Arriviamo a Sant’Antioco intorno alle 13 e il b&b Alice nell’Isola delle Meraviglie (www.bbalice.com) è davvero incantevole. La nostra camera “Alice” ha un bel balconcino che affaccia su Via Nazionale. Siamo a 5 minuti a piedi dal centro. I proprietari del B&B, Bruno e Sonia, ci danno qualche consiglio sulle spiagge dell’isola e ci dirigiamo a Capo Sperone. Il panorama è dominato dalla costa orientale del Golfo di Palmas. Che meraviglia … la spiaggia qui regala acque azzurre un basso fondo di sabbia grigia e sottile, orlato da scogli e rocce. Decidiamo di andare l’indomani a vedere le spiaggie di Maladroxia Cala Lunga e Cala della Signora. Prima di rientrare al B&B visitiamo l’antica Sulki, uno dei siti archeologici fenicio-punici più importanti del Mediterraneo. Situata nella parte alta, a nord dell’abitato, si trova l’area archeologica con l’Acropoli della città punica, il Tophet, ossia il santuario – necropoli dove si deponevano le ceneri dei bambini, posto su una roccia trachitica che domina il mare, e la Necropoli punica con una quarantina di tombe ipogee (“Villaggio ipogeo”, abitato sino alla metà del Novecento) usate successivamente dai romani e poi trasformate in catacombe paleocristiane. Nell’area si trova il Museo Archeologico, che conserva reperti punici e romani, e nelle vicinanze quello Etnografico. Per cena ci viene suggerito il ristorante Renzo e Rita in via Nazionale. Menù a base di trofie con pesto e cernia, pesce spada alla griglia, due Ichnuse per 50 euro. Dopo una ricca colazione si riparte un pò a malincuore per aver dedicato solo 1 giorno a quest’Isola. Percorriamo la SP 104 e dopo circa 10 km raggiungiamo la spiaggia di Coacuaddus o Coaquaddus, che letteralmente significa “coda di cavalli”, è chiamata così per la forma sinuosa della costa che presenta numerose insenature. È una lunga spiaggia di sabbia molto chiara, a grani grossi, formata da due parti divise da una grossa roccia. È circondata da colline verdi, la cui vegetazione, costituita prevalentemente da una profumatissima macchia mediterranea, digrada sino a toccare l’arenile. Il verde intenso della vegetazione fa da cornice alle sfumature azzurre e turchesi del mare, dando vita a contrasti cromatici favolosi. Facciamo tappa alla Tomba dei giganti Is Concas, una splendida tomba immersa in una fitta vegetazione. E’ ben conservata e si compone di una lunga camera sepolcrale a corridoio con sezioni a diverso profilo. Benché recintato il sito non è custodito, il cancello è apribile dall’esterno. Prima di raggiungere il porto per l’isola di San Pietro trascorriamo qualche ora sulla spiaggia di Calasetta. Il traghetto della compagnia Saremar parte alle ore 16.30 e anche se abbiamo i biglietti prenotati con l’agenzia Tabarka alle ore 17,50 possiamo prenderlo in anticipo così da essere a Carloforte alle 17 (biglietti A/R per due persone più auto costano 44 euro). Giunti a Carloforte ci dirigiamo al nostro alloggio. L’Hotel California si trova in Via Cavallera 15 e spendiamo per x 3 notti con prima colazione 135 euro. Il proprietario Joe è originario di San Francisco e nella zona reception e colazione ci sono solo foto e poster della meravigliosa California! La camera non è proprio il massimo ma è dotata di a/c, frigo e Tv satellitare. Sono quasi le 18,30 e decidiamo di vedere il tramonto nel punto più elevato dell’isola, Capo Sandalo, dove è situato il faro più ad occidente d’Italia. La vista da qui è meravigliosa ed è valsa la pena aspettare fino alle 21 il sole che va via! A cena andiamo all’Osteria della Tonnara (www.osteriadellatonnara.com). Il piatto forte è il filetto di tonno ma anche gli antipasti sono eccezionali. Il conto è un po’ salato (circa 70 euro) ma almeno abbiamo mangiato bene.

Nella parte selvaggio dell’isola

Il giorno successivo ci dirigiamo verso la costa nord-occidentale dell’isola, la più selvaggia, caratterizzata dal susseguirsi di insenature e alti promontori a strapiombo sul mare. In questo tratto l’unica spiaggia è La Caletta, la cui sabbia di colore bianco contrasta con le scure rocce di origine vulcanica. La costa evolve poi in un intercalare di scogliere e brevi tratti sabbiosi tra i quali si riconoscono la spiaggia del Lucchese, La Bobba, Puntanera e l’estesa spiaggia di Giunco, che riconduce nei pressi dell’abitato. Suggestiva e particolare è la spiaggia Punta Nera, così detta per il colore scuro delle scogliere, e Punta Spalmatore, tradizionale luogo di calafataggio delle barche da pesca. Carloforte è un paese carinissimo. Ha una storia stranissima in quanto qua più che in Sardegna siamo in Liguria (essendo stato colonizzato nei secoli scorsi da famiglie di pescatori di Pegli – Genova). Lo si nota sia dalla struttura dell’urbanistica, simile a quella dei paesi liguri, sia dalla parlata degli abitanti (un accento strano misto fra sardo e genovese). Alla Proloco ci procuriamo una mappa dell’isola, quindi partiamo in auto per le Colonne, due faraglioni di granito che emergono dal mare, monumento naturale simbolo dell’isola; Questi pilastri naturali di pietra vulcanica rendono lo scenario davvero molto suggestivo. Sulle origini delle Colonne di Carloforte alcune leggende raccontano che fossero dei marinai pietrificati per punizione, oppure di mostri che San Pietro, protettore dell’isola omonima, avrebbe trasformato in roccia per proteggere gli abitanti. Dopo qualche foto si punta alla spiaggia. Tutte le spiagge dell’Isola sono segnalate da indicazioni su grandi pietre. Ci fermiamo alla spiaggia la Bobba, parcheggio gratuito, ma invece di andare nella spiaggia di sabbia (con bar), andiamo a destra verso le colonne. C’è una scogliera magnifica e le due torri sono veramente belle. A cena andiamo a La Galaia (via Nenni). Senza prenotazione si rischia di non trovare posto, ma siamo fortunati. La cena è speciale, spaghetti allo scoglio di una qualità eccezionale, tonno, frittura mista, sorbetto…In due spendiamo 52 euro. Facciamo un’ultima passeggiata in questo splendido borgo e torniamo in hotel a preparare i bagagli.

Il traghetto per Portovesme parte alle ore 9 e la traversata dura circa 35 minuti. Puntiamo su Portoscuso. La strada costiera precipita letteralmente verso un mare cristallino contornato da una spiaggia bianca che si perde per chilometri fin verso Masua che vediamo sullo sfondo a nord. Ammiriamo uno dei panorami più inaspettati della Sardegna, dominato dal faraglione di candido calcare di Pan di Zucchero che si erge isolato nel mare a poca distanza dalla spiaggia di Porto Flavia. In questa piccola baia sono ancora visibili i resti della miniera di Nebida e l’annessa laveria Lamarmora. Proseguiamo fino a Buggerru dove ci fermiamo per un caffè. Quindi in spiaggia. La suggestiva Cala Domestica si apre lungo uno dei tratti di costa più selvaggi dell’Isola, reso ancora più affascinante dai ruderi delle antiche miniere dismesse. Fino al 1940 la cala è stata porto d’imbarco dei minerali provenienti dalla miniera di Acquaresi. A proteggere lo scalo strategico venne eretta verso la fine del Settecento la Torre di Cala Domestica, sulla penisoletta che chiude il lato meridionale della spiaggia. Intorno alle 16 ripartiamo e facciamo tappa a Nebida dove è possibile passeggiare lungo la terrazza panoramica che costeggia la montagna. E’ presente anche un ristorante e la vista sullo scoglio del Pan di Zucchero è davvero strepitosa con i suoi 133 metri. Riprendiamo la direzione per Iglesias e siamo a Cagliari intorno alle 18. Il nostro alloggio La Nuova Casa Bed and Breakfast (www.lanuovacasa.net) si trova in località Elmas, vicino l’aeroporto, ed è in un condominio di nuova costruzione. Siamo molto stanchi e decidiamo di andare a mangiare una pizza e…com’è piccolo il mondo… troviamo la pizzeria Piccadilly! Sembra di mangiare nella pizzeria di Achille! Il nostro volo parte alle 7.55. La vacanza è finita e la Sardegna merita di essere visitata di nuovo!



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