Il sogno canadese
07/08/06 Vancouver Noleggio auto Hertz via internet: compact con quattro porte e bagagliaio spazioso (980$ per 21gg).
In 20 minuti dall’aeroporto al centro, è facile orientarsi. Hotel St. Regis (173$ ; scelto con Lonely Planet): ottima posizione, personale gentile, buona colazione a buffet, ma senza parcheggio. Il risultato è di 14$ in più a notte per il garage.
Posiamo le valigie ed usciamo subito per sfruttare la mezza giornata a disposizione nonché lo splendido sole: c’è la insperabile temperatura di 26°! A piedi giriamo per Robson St., strada animata, piena di negozi. Risaliamo, attirati dal mare, e sbuchiamo nella zona del porticciolo, con decollo idrovolanti dalla baia, un bel parco con panchine sul lungomare e Vancouver nord all’orizzonte.
Ci sono grattacieli ovunque, ma tutti a vetrate; c’è molto verde in città e sembra tutto molto pulito.
Prendiamo a piedi Cordova St. Verso Gastown, con vasi di fiori ad ogni lampione, stile retrò nei palazzi, molti negozi di souvenir, molti barboni e l’orologio a vapore che sbuffa ogni quarto d’ora come il Big Ben.
Ceniamo proprio lì di fronte, al Water Street Cafe: insalata di salmone e scaloppina, non male. (45$) 08/08/06 : Vancouver – Whistler (120 km) Imbocchiamo la 99 North – Sea to sky. Ci sono molti lavori in corso, sarà per le olimpiadi. La costa è molto frastagliata e, anche se siamo già all’interno, la baia è ancora visibile, ma dopo qualche minuto, scorgiamo già le cime innevate di un picco, poi inizia a piovere, la temperatura scende a 17°…Eppure siamo ancora al livello del mare! In un paio d’ore arriviamo a Whistler Village (600m). Facciamo un giro in auto all’Upper Village, località di villette, chalet e resort notevoli e completamente in armonia con la natura e circondate dal verde.
Al Visitor Center prenotiamo il B&B Heidi (127$), molto carino, in stile tirolese.
Il centro è bello: stradine pedonali pavimentate, alberate con ponti e ruscelli, molti negozi carini, in effetti non è male come sede per le prossime Olimpiadi 2010.
Arriviamo alla Gondola (funivia panoramica), e vediamo decine e decine di Mountain Bikers che prendono la funivia per poi scendere in picchiata a ciclo continuo in una pista dedicata.
La giornata sta volgendo al brutto, ma prendiamo comunque la Gondola, pensando di essere sufficientemente attrezzati con giacconi e k-way. La salita dura 25 minuti, lo spettacolo è notevole, anche se le nubi coprono le montagne, si vede Whistler con tutti i boschi e laghi attorno.
Il biglietto del “Peak Adventure” (63$ in due) prevede anche la doverosa salita con le “chair” fino al picco del ghiacciaio. La temperatura al primo step è scesa a 9°, ma vediamo intrepidi turisti in pantaloncini e maglietta, alcuni anche con le infradito, che si avviamo all’imbarco, perciò andiamo pure noi! Nel frattempo, inizia a piovere… La gente davanti a noi, svestita, aspetta che gli vengano date delle coperte, quindi tocca a noi che, ben coperti, saliamo sul trabiccolo e, dopo 20 minuti, ci rendiamo conto che aver avuto anche i pantaloni del k-way non sarebbe stata una cattiva idea, con la pioggia che scende controvento ed un freddo pungente.
Incrociamo gente che scende avvolta in coperte, bambini assiderati e mamme snaturate! Arrivati su, il panorama praticamente non c’è: siamo immersi nelle nuvole, nella pioggia e nel gelo! Ci hanno sottratto 63$ per vedere nebbia e prendere pioggia…Sono dei grandi!!! Tornati al primo step, ci rifugiamo al ristorante, consolandoci con una bella pizza. Una volta tornati a terra, passiamo tutti i negozi del villaggio, ma sono molto cari. E’ un centro di livello molto alto, nonostante il fatto che venga presentato come un posto per tutte le tasche, e poi non abbiamo mai incrociato tanta gente educata e gentile nello stesso posto, tutti a chiedere scusa, a cedere il passo e a salutare col sorriso.
09/08/06 : Whistler – Clearwater (400 km) Prendiamo la 99 north, la strada più panoramica per raggiungere Jasper, evitando di passare per Kamloops, dove non c’è nulla; facciamo uno stop a Joffre Lake (carino, intimo, poco conosciuto) e a Seton Lake. La giornata è iniziata con pioggia e 13°, ma ora fa caldo e c’è un sole splendido. Arriviamo a Hat Creek, dove si trova un vecchio ranch ancora come ai tempi dei pionieri. Tappa al Marble lake per delle foto, poi diretti verso Clearwater.
All’improvviso scorgiamo una macchia di pelo nera, grossa, indistinta, che si muove dietro un cespuglio…Il primo orso nero canadese! Il tragitto è spettacolare: boschi fittissimi di alberi, montagne, picchi innevati, laghi su laghi, di tutte le dimensioni, forme e colori e strade larghe che costeggiano fiumi. Mentre si guida, è difficile rimanere concentrati, sia per i bassi limiti di velocità che per la magnificenza della natura che ti viene incontro.
Tra i limiti, le fermate per foto e quelle per sgranchirsi le gambe, abbiamo impiegato 8 ore per fare 400 km.
Clearwater è un piccolo villaggio con un fiume che veramente ne rispecchia il nome ed un bel laghetto. Il paese in sé è desolante, tipico dell’America di provincia: un semaforo, due motel ed una pompa di benzina sono il biglietto da visita. Dormiamo al Jasper Way Inn, una specie di bettola con un’ottima posizione sul lago. La stanza è bruttina e puzza di fumo, ma, vista l’ora ed il costo (68$), non facciamo troppo gli schizzinosi, e poi le lenzuola sono pulite ed il bagno anche. Anche qui sono molto gentili ed ospitali, ci danno i teli per fare il bagno nel lago e ci consigliano il ristorante Painted Turtle, dove, in una splendida serata in una bella terrazza sul lago, consumiamo la nostra cena col 20% di sconto! Il cibo pesante va giù con una canadian beer ed con un conto di 40$.
Ma quando la finiranno camerieri e commessi di infastidirci con i loro “Hi how are you today” ??? 10/08/06 : Clearwater – Jasper (320 km) Affrontiamo il viaggio sulla Hwy 5 con l’idea di arrivare quanto prima a Jasper. Piove e fa freddo; la temperatura scende gradatamente ma inesorabilmente. Alla barriera di entrata al Jasper Park, ci troviamo a dover sborsare 17$ al giorno, oppure 123,80$ per l’intera stagione. Contando che il pass andrebbe rifatto per il Banff NP, ci convinciamo a fare lo stagionale ma…Che botta!!! Come altre decine di sprovveduti turisti, ci infiliamo al Visitor Center, in cerca di depliant sulle attività, ma soprattutto di una sistemazione, avendo visto a Whistler che dal centro si può telefonare gratis agli hotel. In bacheca c’è la lista degli alberghi con le disponibilità per 4 giorni e non c’è da stare allegri… Non so per quante ore sono rimasta incollata al telefono, perché sembrava tutto “fully booked”, e noi che volevamo stare 4 giorni nello stesso posto. Dopo ore di ricerca, troviamo una stanza al Tekarra Lodge per 150$. Anche i bungalow sono molto carini, in legno, con salottino e caminetto (220$). Carini anche gli chalet del Becker’s Lodge.
Un signore gentile ad uno dei tanti lodge che passiamo, mi dà il nome di un posto “More than mail”, a cui rivolgersi per trovare posto in una casa privata. Bisogna andare di persona, è in centro, non distante dal VIC. E’ una specie di cartoleria, Internet point. La signora inizia il giro di telefonate alle sue amiche, poi passa anche qualche hotel, finché, trova una stanza al Mt Robson Inn a 199$. Mossa da pietà, non ha neanche voluto i 15$ dovuti per il servizio. Confermiamo la stanza anche senza vederla, sarà sempre meglio dell’orrendo Marmot Lodge dove volevano 235$ per una stanza grigia e triste, solo perché aveva una minicucina.
Jasper è piena di negozi di souvenir aperti fino alle 22,00 e ognuno ha cose diverse e diverse anche da quelle che si trovano nei posti di interesse turistico specifici.
11/08/06 : Jasper (Maligne Canyon + lake) Maligne Canyon: due ore di camminata, dal ponte 3 al ponte 5, lungo il fiume. Le nuvole sono basse, ma siamo attrezzati con k-way e copri-zaino. Il paesaggio è molto bello, le foto si sprecano. Ripartiamo e passiamo per il Medicine Lake, ma sembrano quasi non esserci montagne attorno, tanto basse sono le nuvole. Il lago ha delle vene azzurrissime da dove l’acqua si sfoga, per cui, a volte, si prosciuga quasi completamente. Adesso non c’è moltissima acqua, ma se piove come promette, si riempirà! Arriviamo al Maligne Lake, tanto decantato, bello come cornice, sempre con la riserva del tempo minaccioso.
Ci addentriamo nel bosco per un sentiero di 1 km che porta al Moose Lake, piccolino, coccolissimo e deserto. Qualche pazzo esce in canoa e qualcun altro in kayac ma, con vento, pioggia e gelo, non è proprio il clima ideale…Ci sono 6° e siamo a 1700m. Proprio oggi, tornando, notiamo 2 macchine ferme sulla destra ed un groviglio di persone e macchine fotografiche a sinistra. Scendiamo armati pure noi per filmare mamma orsa con due cuccioli. La famigliola sembra non notare affatto la presenza dell’uomo: i piccoli si spostano, goffi, inciampano e quando si accorgono che la mamma si è spostata, fanno uno scatto per riavvicinarsi, con il culetto sempre in alto, poi si mangiano una piantina e si spostano i rametti con le zampette…Sono troppo teneri! Quando ci voltiamo per riprendere la macchina, l’animal jam è ormai una realtà: non ci si può più muovere in nessun senso di marcia.
Jasper ha anche una buona offerta di locali: stasera vada per il “Something else” ha cucina greca ed internazionale (2 antipasti e 2 insalatone, 50$) e soprattutto è uno dei pochi dove riesci a mangiare dopo le 21,00.
La cose notevole di tutti questi parchi e di ogni “viewpoint”, è che c’è il bagno: un baracchino di legno con un water che scarica direttamente su un buco profondissimo, ci sono almeno sei porta-rotoli di carta igienica in ogni bagno, con ricambi a disposizione ed alcuni bagni hanno anche un dispenser con il disinfettante per lavarsi le mani…Se non è organizzazione questa! 12/08/06 : Jasper (Columbia Icefield + Athabasca Glacier + Athabasca Falls + Sunwapta Falls ) Le previsioni oggi danno “partly cloudy” ma non ci scoraggiamo. Icefield Parway in direzione Banff. Le nuvole sono ancora basse ma si scorgono montagne alte lungo questa vallata ampissima scavata dal ghiacciaio. In un’ora arriviamo all’Columbia Icefield. Lo spettacolo già da terra è impressionante. Parcheggiamo e saliamo a piedi: ai lati le morene e sopra l’Athabasca Glacier. Siamo 1 1992 m, i guanti sono una manna, ma ci sono bambini vestiti di niente, qualche pazzo in bermuda e dei dementi in infradito! Dal centro prenotazioni in 10 minuti siamo sul bus della Brewster che ci porta al punto di raccolta. Il giovane autista non sta zitto un secondo, tra spiegazioni e battute cerca di intrattenere il pubblico.
Dopo 8 minuti scendiamo dal bus e saliamo sullo “Snowcoach”, con un altro autista che non tace mai. Cominciamo con una discesa sul ghiacciaio con pendenza del 32%…Da farsela sotto! Questa specie di autobus con enorme ruote da trattore, ha un bel po’ di cavalli, per cui ci fidiamo. Un affare del genere costa 800.000$, ma, fatti due conti con le 50 persone a bordo e 33$ di biglietto, se lo saranno ripagati in qualche settimana.
Il parlatore ci segnala dei crepacci, vediamo l’acqua che scorre sotto il ghiacciaio che si presenta come una grande lingua, un’onda che si è ghiacciata all’improvviso.
Arriviamo col coach al punto più spesso del glacier, dove fanno tappa tutti i coach: abbiamo 20 minuti per vederlo e fare foto. In effetti è gremito: giapponesi che si fanno riprendere a petto nudo e con la bandiera esposta, cinesine in maniche corte…E’ uno spettacolo, anche se non è proprio candido come lo immaginavamo, l’idea di essere su qualcosa di potenzialmente molto instabile dà una certa emozione. L’aria è fantastica come l’acqua che beviamo da un rigagnolo. Qui il sole splende e riflette tutto il ghiaccio, i monti intorno sono mozzafiato. In tutto 1,20” di tour.
Ci avviamo verso Jasper per l’unica via possibile, i 100km della Icefield Parkway; ad ogni metro di strada cambia aspetto il panorama e ci lascia a bocca aperta, facendoci rischiare più di qualche volta con inchiodate e retromarce per fare foto e riprese. E’ un susseguirsi di montagne che sembrano nate dal nulla, nel senso che si alzano fino a 2-3000 metri in pochissimo spazio per poi scendere a terra e ricominciare subito dopo, con forme diverse, con boschi interminabili e profili strani e valli apertissime rispetto alle nostre.
Dopo 50 km arriviamo alle Sunwapta Falls, cascate piccoline. Ripresa l’auto, con altri 25 km siamo alle Athabasca Falls. Qui l’ Athabasca river si intrufola in un canyon stretto, stagliato da rocce squadrate e ricche di quarzo; l’impeto dell’acqua è energia pura, tutta spumosa ed una bellissima montagna a fare da cornice…Rimarrei a guardarlo per ore. Continuiamo lungo la 93A, la deviazione che dalla 93 porta al paese, perché è scritto che è un’alternativa ed è comunque spettacolare, anche se un po’ malmessa. Ci fermiamo ad un laghetto che ha dei piccoli iceberg che affiorano dall’acqua, e questo la dice lunga sull’origine dei laghi qui. Appena tornati in città facciamo benzina perché i distributori sono contati in giro! Stasera usciamo presto per cena, altrimenti ci fanno saltare il pasto. Ci ispira un localino che è al 2° piano con posti all’aperto, da “Earls”; buono il cibo ed i cocktail, un po’ meno la birra. 13/08/06 : Jasper (Maligne Lake) Oggi, giornata spettacolare! Compriamo una baguette (2$) che si dovrebbe sposare bene col formaggio preso al spermercato (un parallelepipedo di Cheddar cheese a 6$).
L’intenzione è quella di tornare al Maligne Lake per vedere il lago col sole. La Maligne Lake Road è segnalata come una di quelle strade in cui è più facile avvistare animali, e non si smentisce, perché, dopo qualche km, notiamo un auto ferma sulla sinistra, e, proprio sul ciglio della strada un bel cervo sta mangiando in santa pace. Le corna sono grandi e setose, ha uno sguardo moto dolce, non sembra aggressivo, ma non scendiamo dall’auto. Lo osserviamo in silenzio finché scompare dietro i cespugli.
Dopo poco troviamo mamma orsa con due cuccioli. All’inizio vediamo solo la mamma, quasi nello stesso punto dove l’avevamo avvistata l’altro giorno, poi mi indicano gli orsetti, che stanno tranquillamente mangiando abbarbicati sugli alberi. Appena la madre si allontana, i piccoli scendono, scorticando l’albero e tirando giù più rami possibile per frenare la caduta e, goffissimi, la raggiungono di gran carriera.
Facciamo ancora qualche km ed un’orgia umana segnala presenza animale: un’altra mamma orsa ed i suoi due cuccioli stanno attraversando la strada; macchine e campers mollati lì, aperti; gente che corre con in mano qualsiasi aggeggio dotato di obiettivo. Scendo, Paolo mi molla la videocamera e si porta avanti con la macchina, proprio quando gli orsi tornano a destra; io corro incontro a loro, come tutti (ci sono parecchi italiani oggi), ma sempre con un po’ di titubanza. Gli orsi intanto sono scesi giù dalla strada, a 2-3 metri dal ciglio, e si stanno spostano in avanti; ci spostiamo tutti con loro finche spariscono fra i cespugli; un po’ di gente torna indietro, io continuo a piedi per raggiungere Paolo che, nel frattempo, era in testa alla fila con l’auto girata dalla parte opposta, quando l’orsa sbuca sulla strada davanti a me e davanti al finestrino di Paolo. Mi blocco ed inizio a riprendere pensando che, se la mamma avesse cominciato ad avanzare, io avrei cominciato a correre (soprattutto pensavo di girare intorno al camper…L’orso sarà anche veloce, ma sarà bravo nei cambi di direzione?!?!). E’ veramente emozionante. Oggi Medicine Lake riflette splendidamente le montagne, tanto da sembrare finto e le foto saranno incredibili A Maligne Lake noleggiamo una canoa (25$ 1 ora / 75$ un giorno), abbiamo con noi le provviste. Il lago è magnifico, con una pace incredibile. Sono le 10,30, siamo nella nostra canoa e le uniche voci che si sentono sono le nostre; il contorno è talmente emozionante che ti mette pace dentro. Pagaiamo per circa un paio d’ore; le mani fanno già male ed i muscoli si stanno risvegliando; ogni tanto malediciamo la barca a motore che porta i turisti a Spirit Island perché crea delle onde, ma costeggiamo la sponda sinistra del lago, passando tutte le baie, in cerca di quella buona per fermarci.
L’acqua è azzurrissima e, a seconda del sole, diventa verde con sfumature smeraldo…È proprio come l’avevano dipinto! E’ il 2° lago glaciale del mondo e l’acqua, in effetti, è gelida. Arriva la baia perfetta; accostiamo la canoa e scendiamo, la trasciniamo sui sassi e cominciamo il nostro picnic: pane, formaggio, pesche, sotto il sole…Ah, così mi piace…Oziare sotto il sole a picco di mezzogiorno! Verso le 15,00 torniamo e ci sono tante barche fuori, canoe, kayak, barchette a remi, ma rimangono tutti nel raggio di qualche decina di metri…Tutt’altra roba essere gli unici in mezzo alla natura! Restituita la canoa, ci appropriamo di una panchina soleggiata fuori dallo chalet. Ci saranno 25° con un venticello fresco che aiuta a mantenere una bella temperatura.
A Jasper, cena da “Andy’s Bistro”, localino tres chic, stile enoteca; salmone, piatto vegetariano e due bicchieri di vino bianco, 73$. Molto buono.
14/08/06 : Jasper – Edmonton (370 km) Una volta usciti dalle Rockies, il paesaggio è piatto e monotono, direi proprio noioso; nel pomeriggio arriviamo a Edmonton seguendo la 16 Est (Yellowhead); non che faccia grande sensazione, a parte i 5 o 6 grattacieli a specchio che sono molto belli. Il Sutton Hotel (160$+15$ di parking) è in centro e le impiegate sono molto gentili. Stanza al 21° piano, bella, elegante e con king size bed. Piscina e idromassaggio al 26° piano. Usciamo a fare due passi, ma sembra pieno di sbandati dappertutto. Al Visitor center ci danno le indicazioni per raggiungere il rinomato quartiere di “Old Strathcona”; prendiamo il bus numero 6 (2,25$ a testa, exact change) il quale ci lascia all’inizio della via, che a noi sembra più che mai zona depressa! Camminiamo lungo tutto il corso, un po’ delusi e coi piedi stanchi, torniamo verso l’hotel, mangiamo al City Centre Mall. Dopo cena, usciamo in strada invece di usare le famose gallerie che collegano i palazzi, e c’è un vento freddo che quasi non ci permette di avanzare; sta per arrivare una bufera! 15/08/06 : Edmonton Orientarsi in città è facile: le Avenue sono numerate (ma hanno anche un nome) e tagliano da est a ovest , mentre le Street tagliano da nord a sud. Andiamo all’Edmonton mall, centro commerciale impressionante come dimensioni: dentro ha una pista di pattinaggio sul ghiaccio, un parco acquatico con solarium, onde e scivoli, un luna park dove diamo martellate all’impazzata, un vascello nell’acqua, spettacolo di leoni marini, sottomarini e battaglie navali. I negozi non ci entusiasmano più di tanto. Edmonton si può evitare senza rimorsi.
16/08/06 : Edmonton – Calgary (300 km) Sono 300 km di paesaggio piatto; di tanto in tanto incrociamo un paese fantasma. Nel pomeriggio siamo a Calgary e andiamo direttamente ai B&B segnalati dalla L.P., ma nessuno risponde, poi al VIC, (per nulla gentili) ci danno una brochure di B&B e continuo a telefonare col mio cellulare finché troviamo posto, uno per oggi ed uno per domani. Meglio prenotare con anticipo.
Raggiungiamo il “Westways” di Johnatan, un signore inglese; da fuori è inquietante, ma la camera è bella, spaziosa, coccola: lettone, tv cable + dvd, bagnoschiuma alla frutta, il tutto in una curatissima casa del 1920.
Siamo sulla 25Ave e, risalendo a piedi la 4th St., in 25 minuti esatti arriviamo in centro. Passeggiamo lungo la 8th Ave pedonale, curiosiamo nelle vetrine e ceniamo ottimamente al Milestone (70$), è molto presto, ma non c’è molta gente in giro. Rientriamo a piedi finché c’è luce e sfruttiamo l’internet gratis per prenotare a Banff.
Johnatan è gentile, porta fuori il cane e ci dà delle dritte sulla Okanagan Valley; ha un enorme pancione da birra ed una Rolls parcheggiata sul retro.
Incredibile la dimensione di questa città, a questa altitudine; mi immaginavo una piccola cittadina di montagna! 17/08/06 : Calgary A colazione c’è una piccola congrega di gente. Quiche di spinaci e salmone con frutta, tutto molto curato, compresa la preparazione della tavola. Ce ne andiamo dal retro, dopo aver saldato i 145$ e, fatti ben 500 metri, arriviamo all’altro B&B, il “Twin Gable”. La casetta è molto carina, con un grande giardino curato, la veranda ed il solarium, tutto molto “victorian age”. Come ieri, siamo all’attico, la camera è una bomboniera, col tetto spiovente, tutta in verde, la vasca da bagno vecchio stile ed una splendida finestra-oblò da cui si gode una fantastica vista sullo skyline.
Dopo aver imparato l’uso di chiavi e porte, ce ne andiamo: facciamo un giro per la collina di Mont Royal, il quartiere dove siamo noi, con una casa più bella dell’altra, poi attraversiamo la città per visitare l’Aerospace Museum! A mezzogiorno siamo fuori e andiamo al parco olimpico: c’è un bel sole e ci godiamo i prati; il trampolino è impressionante, sulla pista di bob si stanno allenando con slittini a rotelle e vengono giù a 100 km/h…Folli! Noi proviamo il “luge” per 6$: 10 metri di “brivido” zigzagando e sbattendo contro le pareti della pistina di ghiaccio nell’Ice Palace… Banchettiamo sul prato, sotto l’ombra di un pino, a pane, formaggio e salame (pessimo) mentre i ragazzini ci sfrecciano intorno con la MTB. Nella nostra coccola cameretta con laptop ed internet gratis, cerchiamo disperatamente di prenotare un B&B nell’Okanogan Valley a Kelowna o Osoyos, ma è tutto pieno per via di qualche manifestazione. L’unico posto libero per due notti lo troviamo a Vernon. Speriamo bene. 18/08/06 : Calgary – Banff (128km) Colazione alle 8,30: belgium waffles preparati dalla signora con le sue manine. Ci sono 2 coppie canadesi, una di Kelowna e l’altra dell’est; rimaniamo a chiacchierare fino a tardi, tanto noi non abbiamo fretta. In fondo siamo contenti di tornare in mezzo alla natura: le città sono stancanti e non danno soddisfazione.
Facciamo la strada in tutta tranquillità e verso l’una siamo al Fairmont Hot Springs, un castello in mezzo ai verdissimi boschi di Banff. I valletti arrivano prontamente a prendere le nostre valigie, mentre ci danno la prima mazzata (22$ self service parking o 29$ vallet parking). Entriamo nella hall, sontuosamente arredata, ci mettiamo in coda per il front desk; la camera non è ancora pronta, ci dicono che ci vogliono 19 minuti per rifarla…Sarà efficienza o dire 20 pareva troppo approssimativo?!?! Facciamo un giretto in città: carina, movimentata, con molti negozi e locali.
Piccolo tour al Bow River con Bow Falls, dove una coppia stravagante arriva in abito da cerimonia per sposarsi. A rito concluso, segue applauso dei turisti presenti.
Alle 16,00 ci rimettiamo in coda al front desk per avere le chiavi. La stanza è carina, curata, ma niente “WOW”; comunque king size bed e colazione inclusa…Almeno quella! Usciamo tardi e ceniamo a birra e nachos all’Irish Pub (una montagna di nachos…Ed era mezza porzione).
19/08/06 : Banff (Lake Louise e Moraine Lake) Il buffet è strabiliante per un americano, mentre noi ci limitiamo al reparto frutta, muffin, marmellata e succhi. Tutto bene, finché non ci vediamo recapitare il conto di ben 59$…Fortuna che ci spiegano subito che è incluso e dobbiamo solo firmare per la presenza!!! Oggi, prima tappa Lake Louise, strapieno di gente, il colore è bellissimo e la cornice altrettanto. Percorriamo la stradina lungo lago dove c’è ancora un sacco di gente che passeggia, fino a raggiungere la punta estrema. Il lago è piccolo rispetto al Maligne e, dalla punta, prendiamo il TRAIL for the PLAIN OF SIX GLACIERS. Qui in Canada, tutti i sentieri sono indicati in km, il che non dice assolutamente nulla su quanto ci si metterà a percorrerli. Cominciamo a salire, passando sotto le rocce a strapiombo dove alcuni scalatori si stanno esercitando, da qua in poi, è tutta una salita, lenta e graduale, fino alla prima tappa, al TEA HOUSE, una baita proprio per il tè, carinissima ed in mezzo al nulla. Già da qua il panorama è incredibile, con tutti quei ghiacciai intorno, ma continuiamo lungo il sentiero fino a raggiungere la quasi sommità, in una cresta di roccia e sassi, lunga e scoscesa, da dove, guardando sotto, si vede che siamo sopra al ghiaccio e non alla roccia…Non domi, saliamo sulla cresta della Morena, un mucchio di sassi instabili e ripidissimi. Con un po’ di fatica arriviamo in cima, dove c’è una piccola cascata che rinfresca i poveri sventurati che sono arrivati quassù e che adesso stanno cercando di capire come scendere! Anche qui c’è gente in canoa, ma nulla è paragonabile alla solitudine e alla maestosità di Maligne Lake.
Altri 10 km di auto e siamo a Moraine Lake, preso d’assalto da orde di giapponesi.
Più bello e colorato di Lake Louise, con un blu invitante. Passato il ponte di legno si legge l’obbligo di intraprendere i sentieri in gruppi di minimo 6 persone per evitare gli attacchi dei grizzly.
Cena al vicino Waldorf Pub a birra e patatine con gravy sauce. 20/08/06 : Banff (Peyto Lake e Bow Lake) Il buffet non ci spaventa più, in compenso, tremiamo all’idea di dover affrontare la solita conversazione mattutina con la cameriera di turno, di dover sorridere compiaciuti ai suoi “wow” e di dover rispondere col classico boccone in bocca che va tutto bene…Ma perché non si può stare in pace nemmeno alle 8 di mattina?!?!!? Oggi ci trasferiamo al Tree Tops B&B, una coccola casetta di legno, vicina la centro, con una bella living room e grandi vetrate per godersi il fuoco del caminetto col panorama montano. Ci accolgono i proprietari, una coppia sui cinquantacinque. La camera è spaziosa, moquette a pelo alto verde, un bel copripiumino a fiori verdi in pendant con le tendine e doppio lavandino in camera per guadagnare tempo.
Lasciamo le valigie e puntiamo verso Peyto Lake. Percorriamo sempre la stessa “Transcanada 1” fino a Lake Louise e poi infiliamo la Icefield direzione nord. La giornata è strepitosa, calda e soleggiata. Facciamo foto e riprese lungo la strada; ci fermiamo al Bow Lake che ha un color zaffiro da cartolina.
Proseguiamo ed avvistiamo un laghetto che sembra magnifico: il cartello annuncia 150m di trail per arrivare a Hector Lake; ci addentriamo con una famigliola ma, dopo 20 minuti di cammino, desistiamo perché siamo in mezzo ad una foresta e non sembra esserci sbocco rapido.
Dal parcheggio di Peyto Lake c’è una breve passeggiata in salita che porta al view point; questo è l’unico lago che si vede da così in alto e è stupendo, sembra finto, sembra un fantasmino azzurro steso fra boschi verdissimi e circondato da montagne enormi. Imbocchiamo un sentiero cercando di allontanarci dall’affollamento delle pedane transennate e Paolo scova un piccolo angolo di paradiso, uno spiazzo di 5/6 metri sotto le pedane, ma spostato di una decina di metri, riparato dagli alberi, così nessuno ci può vedere, ma aperto verso il lago.
Stiamo un po’ a contemplare il panorama. Non appena addentiamo i nostri sandwich, uno scoiattolo fa capolino e comincia a girarci intorno, curioso e diffidente al contempo. Ad un tratto sentiamo un rumore di galoppo alle nostre spalle, ci voltiamo impauriti e vediamo una marmotta che corre verso le rocce, per spaparanzarsi al sole, assolutamente incurante della nostra presenza. Una volta in centro, prenotiamo il tour con il quad (273$ per guidatore e passeggero) ed andiamo a mangiare al famoso Wild Bill; bistecca e quesadillas non favolose.
Lunedì 21/08/06 : Banff (Panorama – Radium Hot Springs) Per le 9,00 siamo Panorama; ma siamo dovuti partire alle 6,00. La strada è troppo lunga. La tipa che ci fa da guida è una svampita e, se non gliela chiediamo noi, non ci dà nemmeno l’attrezzatura (vecchi tutoni da meccanico, guanti e caschi).
Facciamo un giretto di riscaldamento e saliamo sul monte per una stradina sterrata, passiamo buche e pozzanghere con un paio di stop per osservare il panorama (inesistente per via delle nuvole). Il giro è stato simpatico, ma niente di eccezionale e costoso per i miei gusti. Attenzione poi a non fare danni ai mezzi perché li fanno pagare salati.
Radium Hot Springs, una specie di Abano Terme a 1000m, ma di una tristezza esagerata; le sorgenti tanto pubblicizzate non sono altro che un paio di piscine vecchie e malmesse; ci aspettavamo delle sorgenti naturali.
22/08/06 : Banff (Emerald Lake – Spiral Tunnels) Emerald Lake : la solita orda di giapponesi ci fa compagnia al parcheggio. Con un po’ di sole questo sarebbe di certo stato un lago incantato, ma purtroppo la luce è filtrata dalle nuvole. C’è un bel lodge proprio sulla collinetta che degrada sul lago, ma ogni chalet è ben nascosto fra gli alberi.
Prendiamo il sentiero che fa il giro del lago, la cui particolarità è che, nella metà ad ovest tutto è secco, erba, alberi, poca vegetazione che sembra moribonda, mentre nella parte ad est, tutto è florido e umido. Dopo 1 km arriviamo ad uno spiazzo ed avvistiamo un’ alce femmina che bruca in pace; non è molto vicina, ma è meglio che stia distante! 23/08/06 : Banff – Vernon (Okanagan Valley) La strada è brutta, grandi discese, con caravan enormi che corrono all’impazzata. A Revelstoke deviamo a sud verso l’Okanogan Valley; ci sono sempre un po’ di nuvole, ma la temperatura è sensibilmente aumentata. Passiamo fiumi e laghi, pieni di camping e di House Boats e non vediamo l’ora di fermarci. Abbiamo prenotato al B&B “Castle on the mountain” di Vernon; imbocchiamo la Silver Star Road in mezzo ad una zona commerciale bella grande e frequentatae, dopo 8 km, a 1000 m di altitudine, arriviamo alla meta; la casa è bella come in foto, ha una piccola galleria d’arte e un terrazzo da cui si vedono tutti i monti ed i laghi circostanti, nonché una vasca idromassaggio esterna con vista mozzafiato: a destra c’è l’Okanogan lake, a sinistra il Kalamalka lake ed in mezzo l’area residenziale di Vernon circondata da verdi colline. La camera “Morning Glory” è piccola e coccola, con una bella vetrata sulla valle sottostante. In 10 minuti di macchina siamo a Silver Star Mountain (1700 m), un villaggio coloratissimo di casette di legno (sembrano stile vecchio west…Manca solo il saloon), da cui però partono impianti di risalita e scopriamo che questo è uno dei posti più frequentati d’inverno per sciare con la Powder Snow… Scendiamo in città ed esploriamo la 30th ave, la via centrale, ma, alle 18,00 tutti i negozi sono già chiusi; facciamo due passi, vediamo un po’ di murales e alle 18,30 ci fermiamo in un locale pensando di cenare e di essere i primi.
Con nostra grande sorpresa, anche se ormai dovremmo saperlo, il locale è già pieno.
24/08/06 : Vernon (Kalamalka Lake & Park) Con calma, andiamo al Kalamalka Park, dove un bel cartello avverte che ci sono serpenti a sonagli (rattle snakes), quindi ci addentriamo nel sentiero con un certo patema! Il lago è bellissimo e l’acqua è chiara, ci fanno parecchie attività sportive tra cui il nuoto; in effetti la temperatura è buona e di serpenti neanche l’ombra…Per fortuna! Visto il caldo, curiosiamo in un centro commerciale, decisamente meno caro di quelli visti fin qui.
25/08/06 : Vernon (Kelowna) Tutta la gente è simpatica e ospitale, ma con questa scusa si rischia di alzarsi da tavola alle 11,00! Oggi siamo diretti a Kelowna, una delle zone più rinomate per le wineries. Sono 50 km che scorrono bene fino ai 40, dopo di che li facciamo tutti in coda perché il ponte che attraversa il lago è ad una sola corsia per parte.
Sembra di essere in Toscana: verdi colline che scendono dolcemente sul lago.
Abbiamo scelto la winerie Mission Hill, dove hanno cercato di riprodurre una missione spagnola in cima ad un colle; il risultato da lontano è di grande effetto mentre da vicino scade un po’, però è curatissimo, bel giardino con vista spettacolare. Pranziamo sotto il patio con tavolo vista lago e temperatura gradevolissima (80$ in due). 27/08/06 : Vernon – Vancouver (440 km) Operativi alle 7,20, attraversiamo il ponte di Kelowna senza traffico, imbocchiamo la highway, paghiamo 10$ di pedaggio e siamo in dirittura per Vancouver.
Prima di raggiungere la città, deviamo per Fort Langley, monumento nazionale. Varchiamo la soglia del forte e vediamo il nulla più assoluto! Quattro baracche di legno con dentro 4 attrezzi e 2 vestiti, qualche figurante in costume d’epoca ed un piazzale con l’erba arsa dal sole. Se non altro, ci siamo sgranchiti le gambe… Arriviamo al “Blue Horizon” nella vivace Robson St., parcheggiamo dentro e, con bella sorpresa, c’è una stanza enorme, un terrazzo ed una magnifica vista sulla città.
Oggi usciamo e passeggiamo diretti a Stanley Park; al primo laghetto vediamo un esercito di anatre canadesi ed un orsetto lavatore. , Il parco è immenso, gente che fa jogging, bici, pattini, pic nic con BBQ portatile… A Second beach c’è una piscina fatta con l’acqua della baia, da lì prendiamo il lungo mare walkway e lo seguiamo fino a Third beach e tutta la costa è piena di Inuksuk fatti con le pietre della baia.
Il sole splende ancora, sono le 19,00 ed è ancora presto per vedere i tramonto.
Tornando con calma troviamo il posto più bello della città: prato verde, gente ovunque, un gruppo afro che suona le marimba e fa divertire i presenti; chi legge, chi ascolta musica rilassato sui pochi metri di sabbia; tutti sembrano volersi godere il sole e la giornata fino all’ultimo, e forse aspettano anche loro il tramonto.
Il quartiere qui intorno è molto carino, pieno di locali informali. 28/08/06 :Vancouver – Victoria (Vancouver Island) Lasciamo l’auto della Hertz alla stazione dei bus. Il nostro bus diretto a Victoria parte alle 8,45; alle 10 siamo già sul traghetto. Alle 11,30 risaliamo sul bus e sbarchiamo; per le 12,30 siamo a Victoria.
Dalla stazione di Victoria, in 5 minuti a piedi siamo alla “Scholefield House”, il B&B gestito da George e Tana. Lui ci accoglie con molto calore, ci dà subito delle dritte sulla città e sulle attività, tanto da consigliarci di fare subito l’uscita in barca per le orche perché si prevede un peggioramento del tempo nei giorni successivi e ci suggerisce un’agenzia che usa un comodo catamarano e che ci fa un prezzo scontato (125$ in due).
La King Suite è una bella stanza, tutta arredata in stile e sui toni del blu, con il caminetto, un grande letto ed un bagno enorme, tutto nuovo, con jacuzzi a due posti, accappatoi e tappeti.
Ci prepariamo ed andiamo all’agenzia nell’Inner Harbour in Wharf St che ci fa davvero 20$ di sconto, ci equipaggia con tute felpate ed impermeabili, guanti e berretti di lana.
Saliamo con un bel po’ di gente sul catamarano rosso a motore; Casey, il naturalista, ci avvisa che sta venendo su vento e potremmo ballare al ritorno, ma sembra essersi dimenticato dell’andata.
Usciamo contro vento e quindi contro onda. Qualche spruzzo ci dà il benvenuto e cominciamo a volare sulle onde, sbattendo più volte. Dopo un po’ di sofferenza, entriamo nel tratto di mare fra le isole del golfo, dove l’acqua è calma e piatta. Tempo un’ora siamo in un piccolo golfo, con altre barche, spegniamo i motori e Casey ci indica le orche in lontananza: non serve andargli incontro, aspettiamo che vengano loro. Ci sono parecchi gruppi di 2-3 orche che nuotano elegantemente; qualcuna salta, piano piano si avvicinano, dobbiamo girare intorno alla barca per vederle mano a mano che arrivano a tiro di binocolo, foto o video, ma quando si immergono poi non si sa mai dove sbucheranno, per cui la cosa più bella è guardare ad occhio nudo.
Siamo fortunati perché un’orca si è avvicinata molto ed è passata sotto la nostra barca, poi un’altra è spuntata magicamente davanti ai nostri occhi per poi immergersi e passare sotto anche lei. Questo gruppo stanziale si muove regolarmente nel golfo; sembra impossibile che le possano chiamare Killer Whales! Tutti contenti, andiamo a casa a farci un bel bagno caldo. A ben guardare, siamo trattati molto più da signori in questi posti, dove ti coccolano al massimo, che non in posti come il Fairmont, dove sei solo un numero, e anche piccolo.
A proposito di coccole, qui c’è coffee, tea, cherry, biscuts and nuts, tutto a disposizione dei clienti. A proposito di Fairmont, ovviamente c’è anche qui ed una delle attività segnalate come un “must” dalla L.P. È il tè delle cinque proprio lì (circa 55$!), ma quando George ha visto la nostra L.P., ha cominciato a mettere delle belle “X” sopra ad attività tipo la suddetta, sopra ad hotel e ristoranti scadenti o troppo cari e, soprattutto, frega-turisti. Aveva una faccia schifata ed ha chiamato Tana per condividere l’orrore…Tutto sommato, visto che la dritta sulle orche è risultata ottima, possiamo anche dargli credito ed infatti ceniamo all’ “Irish Times Pub”. Il locale è molto carino, tipicamente irlandese con le cameriere vestite in gonnellina e calzettoni lunghi. Sediamo in una saletta appartata, salmone affumicato e quesadillas, niente male.
Usciti dal locale, per poco non voliamo via col vento; ma quale brezza di mare, questa è bora! Devo dire che non spendono molto in illuminazione stradale.
29/08/06 : Victoria A colazione, Tana descrive alle signore la sala da tè del Butchard Garden e ad uno dei presenti vengono le convulsioni al pensiero di sorbirsi un altro rito del tè all’inglese.
Passiamo per Thompson Park, con i totem indiani, facciamo due foto ai palazzi sul porto e poi andiamo al tanto decantato “BC Museum”. Prendiamo il Combo, museo + Imax (26,50$) e mentre aspettiamo fuori, un mega schermo proietta un programma per far capire quanto sia grande la BC. Restiamo sgomenti nel vedere che l’Italia ci sta tutta e ne avanza ai lati, e ancor più vedendo i 4 milioni di abitanti del BC contro i nostri 59.
Il filmato sulle balene e molto bello, sono riprese da vicino, anche sott’acqua e nei 6 metri di schermo, sembra di nuotare con loro. A seguire c’è quello dei Fighter Pilots (per soli 5,75). Dopo 2 ore di mega schermo, un po’ ubriachi, entriamo al museo: il primo piano è una specie di mostra per bambini e dementi, al secondo comincia la storia dei nativi, di come vivevano, di come l’avvento degli europei abbia cambiato le loro vite, la terra e finalmente creato il Canada nel 1867. Nel complesso è interessante, ma con una guida sarebbe stato meglio.
30/08/06 : Victoria Noleggiamo le biciclette. A Beacon Hill Park, prendiamo la strada che costeggia l’oceano; dolci colline, qualche salita impegnativa e cominciano le case belle, con vetrate sul mare. La vista è magnifica, l’aria è fresca, ma quando si è riparati dal vento, si sente il sole picchiare. A Willows Beach ci fermiamo a godere del sole e della pace di questo posto; l’acqua è gelida, nonostante il clima sia mite tutto l’anno. Da qui inizia la famosa zona di Oak Bay, quella dei ricchi, e si vede il netto cambiamento delle case: adesso sono ville con giardini notevoli e ce ne sono uno sterminio, tutte in stili diversi, dal classico vittoriano al cottage nordico, dalla baita montana al bunker mono piano; davvero, non saprei proprio quale scegliere.
31/08/06 : Victoria – Vancouver – Venezia Prendiamo il bus dal terminal, tutto in orario, parte alle 8,00, siamo in traghetto per le 9,00; un’altra giornata magnifica, tanto che stiamo seduti fuori tutto il tempo, per le 11,00 siamo in aeroporto. Conclusioni: 1.Il Canada è immenso: abbiamo percorso 4700 km 2.I paesaggi e le montagne, laghi, boschi sono incredibili, per dimensioni e bellezza 3.Vedere animali come orsi e orche è un’esperienza unica 4.Le grandi città dell’Alberta (Edmonton e Calgary) si possono evitare senza rimorsi 5.A Jasper e Banff, meglio prenotare in anticipo 6.Vancouver è una delle più belle città del mondo 7.Vancouver Island è una chicca 8.Bellissimo stare nei B&B, sono molto curati e si conosce molta gente che ha voglia di comunicare