Il rifugio calvi e il passo portula in primavera
In cammino Per il primo tratto il sentiero è una stradina asfaltata che ci porta alla frazione di Pagliari, un piccolo borgo antico completamente recuperato, composto da una decina di case in pietra.Qui d’estate si può decidere di percorrere il sentiero “estivo” che si snoda sulla sponda sinistra del fiume Brembo, quella opposta al nostro itinerario. Una fontana ci permette di riempire le nostre borraccie di un’ottima acqua fresca, guardandosi intorno sembra di essere già fuori dal mondo e indietro nel tempo, l’unico rumore è quello del fiume. Ora la stradina è sterrata e incontriamo le prime chiazze di neve, la pendenza è notevole ma non impossibile, si cammina in un bosco molto fitto, incontriamo una grande cascata, in inverno gelata, e delle baite diroccate. La neve ora copre tutto e camminare diventa più impegnativo anche perché la temperatura sempre più elevata rende la neve bagnata e pesante. Dopo poco più di un’ora di cammino usciamo dal bosco e sbuchiamo in prossimità di un laghetto parzialmente gelato e la vista è veramente incantevole; qui incontriamo il bivio per il rifugio Longo, noi proseguiamo e il sentiero si fa sempre più ripido e la neve sempre più alta. Fino ad ora abbiamo incontrato solo una decina di escursionisti, alcuni con gli sci da alpinismo. Due ore di cammino e davanti a noi vediamo la diga del lago Fregabolgia, risaliamo un ripido pendio incontrando la casa dei custodi e finalmente siamo in cima alla diga. Il lago è completamente vuoto, è una distesa di neve, la diga non è percorribile perché la neve supera di almeno un metro l’altezza dei parapetto!!! Togliamo gli zaini e ci facciamo uno spuntino a base di pane, miele e te caldo. Dopo questa breve sosta ci incamminiamo lungo l’ultima parte di sentiero che ora costeggia il lago, bisogna fare molta attenzione in quanto si cammina a mezza costa di un versante di montagna molto ripido e ad ogni passo si affonda nella neve fin sopra al ginocchio. Il rifugio ora è li di fronte a noi, ancora un piccolo sforzo e lo raggiungiamo, ci sono all’esterno già una quindicina di persone, la maggior parte sta mangiando i panini portati da casa, qualcuno scatta foto, altri prendono il sole. La neve occupa quasi tutta la terrazza antistante il rifugio e noi ci ricaviamo un angolino asciutto per pranzare con pane,formaggio,frutta e come dolce biscotti e miele. Purtroppo la temperatura troppo elevata (circa 22gradi) non ci permette di effettuare alcuna ascensione pomeridiana: si sprofonda nella neve fino alla vita e il pericolo di valanghe è elevato. Ci mettiamo quindi a leggere un buon libro godendoci il sole sulla pelle.
Rifugio Il rifugio è molto confortevole: una grande sala da pranzo riscaldata dalla stufa, un’ottantina di posti letto in camere da 2,4 o 6, tutto molto pulito e i gestori sempre molto disponibili e gentili. Ci sistemiamo in un’accogliente stanza a due letti, apriamo la finestra per fare entrare un po di sole, il rifugio è molto più freddo dell’esterno, per fortuna per la notte avremo a disposizione tre coperte di lana a testa!!! Verso le sette scendiamo nel salone e scopriamo che trascorreranno la nottata in rifugio altre quattro persone e un cagnolino. Finalmente giunge l’ora di cena e molto affamati ci gustiamo gli ottimi piatti cucinati dalle due rifugiste: pasta, minestrone, brasato con polenta e per finire crostata di mirtilli appena sfornata, tutto chiaramente accompagnato da vino rosso. Verso le dieci la stanchezza ha il sopravvento quindi tutti a nanna.
Il giorno dopo Ci svegliamo abbastanza presto, ci laviamo con acqua gelida e scendiamo a fare una colazione molto abbondante. Fuori la giornata è meravigliosa, per fortuna la temperatura è scesa di molto rispetto a ieri, ci sono tutti i presupposti per un’escursione al passo Portula che anche il rifugista ci consiglia. Lasciamo uno zaino in rifugio apriamo le racchette telescopiche e ci incamminiamo sulla neve che oggi non cede sotto il nostro peso, anzi in alcuni punti bisogna fare molta attenzione in quanto ci sono delle lastre di ghiaccio. Il paesaggio è stupendo: vediamo in lontananza il rifugio con il lago Rotondo coperto di neve, si vede il pizzo del Diavolo e tutte le cime innevate di questo splendido anfiteatro. Non c’è sentiero quindi seguiamo le impronte di altri escursionisti e i segni lasciati dagli sci. La salita è molto faticosa e a tratti anche impegnativa in quanto la forte pendenza e la neve ghiacciata vanno affrontate con molta prudenza. Finalmente dopo solo un’ora di cammino giungiamo al passo Portula, spartiacque tra val Brembana e val Seriana, da qui si possono vedere la vetta della Presolana, gli abitati di Gromo e Ardesio; la soddisfazione è veramente tanta anche se il forte vento non ci permette di restare troppo a lungo; fotografia e via, torniamo sui nostri passi e dopo qualche scivolone sulla neve siamo nuovamente al rifugio.
Recuperiamo lo zaino che avevamo lasciato e ci incamminiamo verso Carona dove abbiamo la macchina.
24-25 Aprile 2004, Simone e Barbara.
Simoc78bg@inwind.It Informazioni itinerario in periodo primaverile (febbraio-maggio) Località di partenza: Carona(BG), alta val Brembana Difficoltà: trekking di media difficoltà fino al rifugio, impegnativo al passo Portula.
Attrezzatura:abbigliamento invernale, scarponi da neve Costo: mezza pensione in rifugio 25€ (soci CAI) Note:telefonare al CAI di Bergamo per sapere se il rifugio è aperto, in caso contrario si può pernottare nel locale invernale.
