Il respiro dell’Irlanda

Eccoci qua di nuovo in vacanza: una settimana a Londra a trovare i nostri amici e poi 20 giorni in Irlanda. Non abbiamo mai fatto una vacanza così lunga ma abbiamo deciso di seguire il consiglio che molti hanno dato su questo sito: prenditi il tuo tempo. La nostra intenzione è fare il giro completo dell’Irlanda in senso orario, con la macchina...
Scritto da: filoefabio
il respiro dell’irlanda
Partenza il: 03/08/2006
Ritorno il: 23/08/2006
Viaggiatori: in coppia
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Eccoci qua di nuovo in vacanza: una settimana a Londra a trovare i nostri amici e poi 20 giorni in Irlanda. Non abbiamo mai fatto una vacanza così lunga ma abbiamo deciso di seguire il consiglio che molti hanno dato su questo sito: prenditi il tuo tempo. La nostra intenzione è fare il giro completo dell’Irlanda in senso orario, con la macchina noleggiata dall’Italia con la Atlas. Abbiamo prenotato solo le ultime notti a Dublino per il resto cercheremo di volta in volta nei b&b. Abbiamo una traccia delle cose da vedere e della tappe ma siamo pronti a modificare tutto. 03-08-2006 Dublino-Kilkenny (km 140) Arriviamo a Dublino all’ora di pranzo. C’è il sole. Prendiamo la macchina all’aeroporto e partiamo. Prima sorpresa l’ingorgo sull’autostrada. Via via che ci lasciamo alle spalle Dublino le strade diventano sempre più piccole ed il traffico si dirada. Prima sosta per vedere il Browne’s Hill Dolmen vicino Carlow, il dolmen più grande d’Europa. A Kilkenny ci fermiamo in un brutto b&b (***) ma è proprio in mezzo al paese e ci va bene così. Riusciamo a vedere il castello di Kilkenny ed il bellissimo parco di 20 ha con la luce calda del tramonto, cosa eccezionale qui. Nell’aria di Kilkenny si sente forte lo strano odore acre della grande fabbrica di birra dove fanno la Smithwick’s, che da noi viene esportata con il nome di Kilkenny, una buonissima birra rossa che qui è decisamente più buona. In questa prima giornata proviamo per la prima volta le cose che ci accompagneranno in questa vacanza. Il cibo, la birra, la guida a sinistra, la musica ed il primo pub irlandese con la sua filosofia, la sua umanità, le famiglie intere, le risate. E’ entrato un figlio con il babbo molto anziano, con il bastone. Il figlio lo aiutava. Il babbo era felice, ed ha tirato fuori il portafogli per pagare, con mano tremante. Un tavolino era riservato ai musicisti. E’ una specie di jam session, hanno cominciato in 3 e dopo un po’ erano in 5, e poi 6. Suonano per il gusto di suonare, forse gli pagano “solo” la birra che consumano. Chissà. Non sembra una cosa organizzata. Ci sono tantissimi turisti, eppure il sapore è ancora genuino. Ci chiediamo se è davvero così. Noi veniamo da una città superturistica come Firenze ed abbiamo sicuramente perso questa spontaneità, questo mescolarsi, da noi i turisti frequentano “locali per turisti”! Invece siamo qui da meno di 24 ore e già ci sentiamo un po’ irlandesi! 04-08-2006 Kilkenny-Fermoy (km 189) Dopo la nostra prima Irish breakfast (ma la salsiccia sembra un wurstel!) andiamo alla St. Canice Cathedral, bella chiesa circondata dal cimitero. Anche questa è una particolarità irlandese: le chiese sono circondate dalle tombe piene di affascinanti croci celtiche in pietra, un misto tra simbologia pagana (il cerchio del sole) e cristiana. Lasciamo Kilkenny e ci dirigiamo verso sud per visitare la Kells Priory, una grandissima abbazia diruta, grande quasi come un paese ma di cui restano pezzi di muri. Non c’è nessuno. I prati sono verdissimi ed è pieno di pecore. Ritorniamo sulle strade battute e raggiungiamo Cashel tappa obbligatoria per chi viene da queste parti. E’ un posto unico: su un cucuzzolo fortificato sorgono vari edifici , alcuni molto antichi, tutti in pietra, ed una abbazia (ovviamente mezza crollata, le chiese scoperchiate sono un classico dell’Irlanda). I prati tra gli edifici sono disseminati di croci celtiche. Il panorama è a 360 gradi, pieno di tanti punti bianchi (pecore e mucche). Il cielo è veramente grigio!! Tappa successiva a Cahir che ha due belle cose: il Castle (piccolo ma carino) e lo Swiss Cottage, una strana costruzione con il tetto in paglia che merita senz’altro la visita. Ci fermiamo in un b&b molto carino in piena campagna tra mucche e cavalli. 05-08-2006 Fermoy-Clonakilty (km 134) La giornata è incentrata sulla visita di Cork e del Blarney Castle. Il castello ed il parco sono carini, la giornata è stupenda ed i colori del paesaggio visto dalla torre quasi stordiscono. Filo ha anche baciato la famosa pietra dell’eloquenza, una stronzata per turisti ma visto che uno è qui e che è compreso nel prezzo….. Nel parco ci sono degli alberi stupendi, enormi, bitorzoluti, vecchissimi, sembrano potersi animare da un momento all’altro, come quelli del Signore degli anelli. Cork invece non ci è piaciuta granché. Forse ci siamo stati poco e di giorno. E’ una città carina ma niente di più. Non è questa l’Irlanda che cerchiamo. E così ripartiamo. Siamo in mezzo al Bank Holiday Week end (una cosa molto british) e sono quindi i giorni più affollati dell’estate. E’ difficile trovare da dormire ed arriviamo sino a Clonakilty dove troviamo posto in un b&b in campagna (An Sugan) molto carino e genuino con la simpatica signora Mary che ci prenota una bella cena a base di pesce in un locale di Clonakilty. E poi finiamo la serata in un pub all’aperto (incredibile non fa freddo!) li chiamano garden beer, dove stiliamo la nostra classifica di birre irlandesi stout: la migliore è la Murphy’s, poi la Beamish e la Guinness. Nel pub suona un gruppo di irish rock, Rubicon, sono bravi e ci divertiamo tanto. Il violinista è trascinante e, suonando, salta su una gamba. Facciamo conoscenza e gli chiediamo se hanno un cd: no, non ce l’hanno, ma…. “voi da che parte andate”? …. Domattina ce lo può far trovare al distributore di Ballydehob, gratis, E’ così è stato. 06-08-2006 Clonakilty-Glengariff (km 152) Dopo una bellissima colazione (la signora Mary non sapeva più cosa tirare fuori dalla dispensa, marmellate fatte in casa, yogurt biodinamici, porridge, pudding, oltre alla “irish” classica) andiamo a ritirare il cd (e c’era davvero una busta al distributore per noi!) e ci dirigiamo verso Mizen Head sotto un diluvio micidiale. Mangiamo in un prato che domina la bellissima baia di Barleycove, che spunta a tratti dalla nebbia, ed arriviamo a Mizen Head, una punta con un faro che secondo la nostra guida dovrebbe essere bellissima. In realtà sentiamo il rumore del mare ma non si vede niente per la nebbia. Ma qui avviene il primo miracolo irlandese. Filo va in bagno e quando esce…… di colpo la nebbia si solleva ed appare la spettacolare scogliera che avevamo visto nelle foto. Compriamo subito il biglietto (questa è un’altra sgradita sorpresa: si paga tutto ed anche tanto) ed andiamo verso la punta. Dopo aver sceso una ripida scalinata ed attraversato un ponticino bianco con il mare sotto che gorgoglia contro le rocce, arriviamo al faro. Lo spettacolo è veramente mozzafiato ed io comincio a scattare fotografie a raffica. Non riesco a trattenermi. C’è soltanto il rumore del mare e del vento. E la natura. Una bellezza che ti riporta indietro nel tempo. Allo scorrere lento dei secoli, dei miliardi di onde che si sono infrante su queste rocce e che millimetro dopo millimetro le hanno modellate, scolpite. Arriviamo a Glengariff giusto per la cena e per il tramonto. E per gustarci un simpatico terzetto di vecchietti che suona e beve, beve e suona. 07-08-2006 Glengariff-Waterville (km 222) Lasciamo il nostro b&b (il River Lodge che ci sentiamo di sconsigliare) pieni di entusiasmo: c’è un bellissimo sole, sembra quasi estate! Oggi abbiamo in programma la Beara Peninsula. La prima sosta è per vedere il Dereenataggart Stone Circle vicino a Castletownbere, un tipico cerchio di pietre ritte, di solito in posizione dominante, in mezzo a prati verdissimi. L’Irlanda ne è piena e vale la pena visitare almeno i più carini. Poi siamo arrivati sulla punta con l’intenzione di prendere la funivia per Dursey Island. Funivia è una parola grossa: è un gabbiotto che collega l’isola alla terraferma e su cui il bestiame ha la precedenza. Ma quando arriviamo è ferma e ricomincerà ad andare dopo 3 ore. Quindi rinunciamo all’avventura. Abbiamo fatto tutto il giro delle penisola, godendo del sole e del paesaggio mozzafiato, del verde, delle mucche, del cielo, del mare. Ad Ardgroon abbiamo trovato a fatica un altro cerchio di pietre. E’ un posto suggestivo e mistico anche perché troviamo un gruppetto di persone in meditazione che inalavano a pieni polmoni l’energia del posto. Lasciata la contea di Cork entriamo nel Kerry ed iniziamo il Ring of Kerry. A Caherdaniel (dove c’è la stupenda baia di Derrynane) è tutto pieno così arriviamo a Waterville dove troviamo da dormire al Ashling House, un onesto b&b proprio davanti all’oceano. Prima di cena abbiamo assistito ad un tramonto bellissimo sulla Ballinkelligs Bay. E poi musica e Murphy’s. Finalmente una bella giornata di sole, l’unica (questo lo sapremo alle fine del viaggio) con il sole dall’alba al tramonto! 08-08-2006 Waterville-Dingle (km 122) Ovviamente stamattina è nuvoloso, ieri sera avevamo tirato fuori i costumi! Visto il tempo decidiamo di saltare lo Skellig Ring ed andiamo a Caherciveen dove vediamo (da lontano perché è in una proprietà privata) il Ballycarbery Castle. Poi andiamo al Kerry Bog Village Muesum, un piccolo villaggio ricostruito dove si può vedere come vivevano le persone delle torbiere nell’800. Per fortuna è meno turistico di come ce lo aspettavamo anche se il Ring of Kerry è pieno di pullman di turisti. All’ora di pranzo siamo ad Inch una lingua di sabbia in mezzo alla Dingle Bay dove è possibile andare con la macchina. A volte l’Irlanda sembra l’Italia degli anni 60 con tutto quello di positivo e negativo che questo comporta. Arriviamo a Dingle e ci fermiamo. Fa veramente freddo e comincia a piovere fitto, come fa in Irlanda. Si dice che piove a “cif” cioè come uno spruzzino, ti sembra che non piova ed invece dopo pochi minuti sei fradicio. Dingle è un centro animato, pieno di gente, di ristoranti e pub. C’è un pub all’interno di un negozio di ferramenta: da una parte ti vendono i chiodi e dall’altra la Guinness. Noi mangiamo al John Berney’s Pub e facciamo una grande scoperta: si può vivere anche senza Irish Stew! Finiamo la serata con una coppia di americani, musica e Guiness. Ed anche se piove….stiamo bene lo stesso!! 09-08-2006 Dingle-Ballybunion (km 213) Andiamo! Andiamo! E’ uscito un po’ di sole. Abbiamo in programma la Sleahead Drive la strada panoramica che fa il giro della Dingle Peninsula. Ci fermiamo a vedere il Dunbeg Fort: era una roccaforte di pietra sul promontorio a picco sul mare. Per arrivare al forte devi attraversare il terreno di un signore che ha messo su un baracchino e fa pagare un biglietto di 2 euro per il passaggio! E poi eccoci a Slea Head. Lo spettacolo è stupendo, parole che userò spesso in questo viaggio. La stradina serpeggia a mezza costa su scogliere a picco, spiagge bianche e le Blasket Island davanti. Siamo scesi sulla spiaggia di Com Dhineol (nome gaelico), una baia veramente spettacolare. Gli scogli, emersi per la bassa marea, sono coperti di cozze. I colori dell’acqua variano in mille sfumature. Bellissimo spettacolo e bellissima giornata. Proseguendo il giro ci fermiamo a vedere un insediamento monastico del V° secolo ad An Riasc e poi la Gallarus Oratory, una antica costruzione in pietra murata a secco di 1300 anni fa. Andiamo anche a Brandon Creek da dove San Brendano partì nel 500 alla volta delle terre dell’ovest. Dopo aver toccato l’Islanda, le Isole Faroes e la Groenlandia, passati 7 anni arrivò davvero in America 900 anni prima di Colombo! Ed esiste anche un libro da lui scritto che documenta il viaggio il Navigatio Sancti Brendani. Ma allora Colombo? Forse questo spiega come mai venne segnalata la sua presenza in questa zona prima della partenza con le 3 caravelle. Chiuso il cerchio della Slea Head Drive abbiamo proseguito verso nord facendo il Connor Pass che con i suoi 456 mt. È il valico più alto d’Irlanda. Passiamo velocemente da Tralee (per modo di dire visto gli ingorghi pazzeschi) e Listowel ed arriviamo al Carrigafoyle Castle, un castello costruito in mezzo all’acqua dell’estuario dello Shannon. In realtà questi castelli irlandesi sono delle case-torre costruite dalle famiglie potenti della zona per difendersi dai continui attacchi di vichinghi, normanni, inglesi ecc. Pernottiamo a Ballybunion dove c’è un altro castello (cioè una parete del castello) a picco sul mare. 10-08-2006 Ballybunion-Doolin (km 175) Incredibile. Stamattina abbiamo trovato il riscaldamento del b&b acceso. E ci vuole nonostante il piumone. Oggi è il grande giorno delle Cliffs of Moher. Siamo andati a Tarbert ed abbiamo traghettato lo Shannon saltando così Limerick. Visto che c’è un raggio di sole ci fiondiamo alle Cliffs. Come sono fatte lo sapete, sono le famose scogliere alte 214 metri simbolo delle coste irlandesi. Ma esserci è un’altra cosa. Certo, il turismo di massa le sta distruggendo. Si pagano 5 euro per parcheggiare e poi si sale a piedi costeggiando l’enorme cantiere del nuovo visitor center. In cima si passeggia lungo un viale in cemento con gradinata panoramica tipo stadio ed i binocoli con l’audioguida. Non ci si può più avvicinare alla scogliera. Però ad un certo punto la “passeggiata” finisce e nonostante il filo spinato e cartelli minacciosi tipo “attenti al toro” si può passare. E noi passiamo. Siamo su un sentierino, le comitive sono alle spalle, il vento ci appiattisce i vestiti addosso ed a volte riesce a far arrivare gli spruzzi dell’acqua dove siamo noi! Ci sdraiamo con altri ragazzi e guardiamo di sotto nel vuoto, le gambe tremano ma… vorresti volare e fonderti con la natura. Ti senti piccolo, minuscolo, impotente osservatore di uno spettacolo mozzafiato. La scogliera è lunga 8 km ed è possibile trovare il proprio spazio di tranquillità e pace, sedersi, respirare e guardare e…….. Perdere il tempo. Qui è proprio vero il detto irlandese “take your time”. La massa esagerata di turisti la ritroviamo la sera a Doolin dove alloggiamo. Il paese dovrebbe essere famoso per la musica ed i pub ma invece troviamo musicisti scordati e svogliati assediati da turisti con le videocamere in un turbinio di flash, birre rovesciate, patatine e finti applausi. Dimenticavo. Al tramonto siamo andati a Black Head un’altra bellissima scogliera trascurata a causa della vicinanza delle Cliffs of Moher. Le rocce nere del Burren fanno da contrasto alla spuma bianca delle onde. Se potete andateci ma attenti.. Qui non c’è niente e potreste volare di sotto!! 11-08-2006 Doolin-Carraroe (km 163) Lasciata senza rimpianti Doolin ci addentriamo nel Burren. Prima tappa a Kilfenora dove abbiamo visto delle bellissime High Cross e poi, dopo Kilnaboy e Corofin (che si possono saltare), siamo andati a vedere il famoso dolmen di Poulnabrone. Il dolmen è bello (è una delle icone dell’Irlanda) ma è la zona intorno ad essere veramente particolare: il burren è formato da rocce calcaree con grosse fenditure in cui si è depositata sabbia e limo e fioriscono tanti fiorellini coloratissimi. La strada verso Ballyvaughan corre in mezzo a questo strano paesaggio. Ci fermiamo a vedere l’abbazia scoperchiata di Corcomroe (anche qui c’è un cantiere per i restauri ma nessuno ci lavora, come in Italia) e poi il Dunguaire Castle. Evitatelo, sono tre stanze a caro prezzo. Arriviamo a Galway, una città viva piena di gente e di giovani. Ma l’abbiamo appena sfiorata perché siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Vogliamo arrivare a Carrarore dove abbiamo bloccato un b&b molto carino. Si chiama Lan Mara, è sul mare proprio davanti alle Aaran ed è gestito dalla simpaticissima Ann che ci ha fatto anche il bucato e l’ha steso davanti all’oceano. Passeremo due notti qui, il viaggio è ancora lungo ed è meglio prendersi un po’ di relax. 12-08-2006 Connemara (km 229) Il cielo è grigio e tira un gran vento. La temperatura è sui 15 gradi! Oggi faremo il giro del Connemara. Siamo passati da Roundstone, paesino molto carino, ed abbiamo cercato di pranzare sulla grandissima e bianchissima spiaggia di Gurteen. I colori sono stupendi ma il vento non dà tregua. Arriviamo allora a Clifden. Il paese dice poco ma è pieno di pub e negozi. Facciamo allora due giri “panoramici”: la Sky Drive e la Bog Way. La prima è una stradina stretta ma panoramica. Il sole sbuca all’improvviso dalle nuvole e disegna una linea di luce netta sul filo dell’orizzonte. Siamo bardati come se fosse inverno. Ma è giusto così, siamo in Irlanda perbacco. La Bog Way è quanto di più selvaggio si possa vedere da queste parti. Non c’è niente. Una stradina di una decina di chilometri corre in mezzo a torbiere disabitate. Fa buio e si sta alzando un filo di nebbia. L’unica forma di vita sono le pecore….ed un signore che fa footing: ma da dove arriva? Torniamo a Clifden per la cena e le rituali Guinness (accompagnata da buona musica). Siamo tornati a Carraroe che era notte, sulla strada non c’era nessuno, niente luci, niente case, solo la luna che si specchiava nei laghetti, quando usciva dalle nuvole. Ecco perché qui si raccontano tante storie di fate e folletti. 13-08-2006 Carraroe-Achill Island (km 215) Siamo partiti a malincuore da questo piacevolissimo b&b e siamo andati alla vicina Coral Strand. E’ incredibile ma in Irlanda c’è una spiaggia fatta da pezzettini di corallo. Praticamente in riva al mare c’erano delle mucche che mangiavano beatamente. Siamo stati lì appollaiati su un masso accanto a loro a sentire il rumore dell’erba strappata finché il pastore non le ha portate via. Abbiamo proseguito verso nord passando dalla Lough Inagh Valley (sembra di essere in Svizzera) fino a Leenane. Qui il mare ha creato un fiordo di 14 km chiamato Killary Harbour. Ogni pochi secondi i colori del cielo, del verde, dell’acqua cambiano. E’ come essere al cinema. Proseguiamo lungo la Doolough Valley, una lunga e stretta valle in cui si è consumata una delle tragedie più emblematiche della grande carestia. Una storia drammatica che meriterebbe un capitolo a sé. Anche a Westport ci siamo fermati poche ore, le città non sono i nostri punti di riferimento. Però Westport ci è sembrata molto carina con tutte le casette ordinate e colorate vivacemente. La nostra meta è Achill Island, un’isola così vicina alla terraferma da essere collegata con un ponte. Anche qui notiamo tantissimi cantieri: stanno costruendo come pazzi, non si rendono conto – come non ci siamo resi conto noi negli scorsi decenni – che una casa è per sempre e che la natura una volta compromessa è persa. E cosa sarebbe l’Irlanda senza la natura? Speriamo bene. 14-08-2006 Achill Island-Sligo (km 208) Stamattina ci è presa bene. Dopo aver lasciato il b&b puzzolenti di fritto più del solito ci siamo inerpicati a piedi per una stradina sterrata che da Dooagh porta a Sliviemore, un paese-fantasma che è stato abbandonato durante la grande carestia. Andata e ritorno sono circa 10 km e ci sentiamo ritemprati dopo aver fatto tanti chilometri in macchina. Questa isola è particolare. Abbiamo visto l’oceano ritirarsi e poi abbiamo camminato sulla spiaggia diventata enorme. Ed accanto c’è un campo da golf pieno di pecore, e relativi escrementi, indifferenti alle palline scagliate dai giocatori. E poi abbiamo percorso la Atlantic Drive (tutte le strade panoramiche hanno un proprio nome). La vera Irlanda da cartolina: scogliere, prati verdissimi, pecore e cielo blu. I prati sono perfetti ma è impossibile sdraiarsi a causa delle cacche delle pecore. A malincuore ed in grande ritardo sulla tabella di marcia lasciamo l’isola per dirigerci a Sligo. Notiamo che la gente comincia a cambiare, sembra più tranquilla, meno assediata dai turisti e quindi più spontanea. A Sligo troviamo finalmente un vero pub irlandese (Furey’s) con il caminetto acceso e la signora con i capelli bianchi dietro al bancone che ci dice “yes it’s normal in august”. Chiacchieriamo a lungo con un signore del posto che ci racconta la sua Irlanda. Peccato che è lunedì e non c’è la musica. 15-08-2006 Sligo-Dungloe (km188) La signora del b&b ci attacca bottone e ci racconta la sua verità sull’Irlanda del Nord: non ce l’ha con i nord irlandesi però……. Insomma sono malfidati, disonesti, maleducati e poi i famosi “trouble” degli anni ’70 erano in realtà scontri tra bande rivali per il controllo del mercato della droga. Siamo allibiti!! Non abbiamo fretta perché fuori diluvia e la colazione diventa lunghissima. Siamo costretti a rinunciare al Corrowmore Megalithic Cemetery e salpiamo per il Donegal, un’altra grande contea. Speriamo smetta di piovere perché vorremmo andare alle Slieve League. Siamo passati da Donegal (il capoluogo della contea, che ha ben 3723 abitanti) ed abbiamo visitato il suo bel castello. Poi siamo andati a Kilcar dove producono i famosi tessuti e lane e…. Ecco il sole e quindi via di corsa alle Slieve League. Qui non è come alle Cliffs of Moher. Lungo la strada che va alla scogliera ad un certo punto c’è un cancello di quelli da bestiame, molto diffusi qui, chiuso con una corda. Bisogna scendere dalla macchina aprire il cancello, entrare e poi richiudere. E tutti fanno così. Da lì in poi la strada fa paura. E’ strettissima ed è a strapiombo sul mare. Le Slieve League sono ….. Impressionanti. Con i suoi 600 metri di altezza è la scogliera più alta d’Europa. Sono meno spettacolari delle Cliffs of Moher ma sono più selvagge, la natura è la padrona incontrastata. Ci siamo seduti in cima ad una roccia. Siamo rimasti il tempo che ci voleva. Abbiamo richiuso il cancello e siamo andati via. Siamo passati da Ardara e dopo esserci districati in un ingorgo quasi napoletano siamo arrivati a Dungloe in un b&b molto carino (Ardcrone House) con la finestra davanti al mare. La sera ci siamo pappati del buon pesce al Lobster Pot. 16-08-2006 Dungloe-Speenoge (km 116) Altra giornata tipicamente irlandese: prima sole e poi pioggia. Abbiamo lasciato la macchina a Burtonport e preso il traghetto delle 10.00 per l’isola Arranmore. Il ferry è una vera carretta che può portare non più di 6 macchine. Arrivati sull’isola ci siamo incamminati per l’Arranmore Way un percorso a piedi di circa 20 km che fa il giro dell’isola. Il sole e l’aria tersa sono perfetti. Dopo un paio di ore di cammino siamo arrivati in un posto stupendo: una scogliera con davanti, vicinissima, la Green Island, un isolotto con un ciuffo d’erba e le grandi onde dell’oceano che ci sbattono contro. Abbiamo fatto un fuori strada e siamo arrivati vicino al mare, in mezzo alle capre. E lì abbiamo mangiato con loro. Soltanto il rumore del mare. E noi. E l’Irlanda. Improvvisamente comincia a piovere. A “cif”. La seconda parte del percorso non ci è piaciuta. Forse perché pioveva ma anche perché abbiamo fatto chilometri in mezzo a casupole in ristrutturazione o costruzione. Arrivati al pub del porto, fradici, ci siamo asciugati e dopo una bella pinta, abbiamo ripreso il traghetto delle 15.30, stanchi ma rilassati e felici. Siamo arrivati al confine con l’Irlanda del Nord e abbiamo passato la notte al Kathy’s b&b dove i proprietari ci hanno accolto e poi ci hanno salutato, hanno un impegno, ci hanno dato le chiavi di casa e se ne sono andati. Non ci hanno chiesto documenti né altro. Siamo soli in casa. 17-08-2006 Speenoge-Bushmills (km 101) Dopo la solita ottima colazione e la pioggia mattutina passiamo il confine senza nemmeno accorgercene (nemmeno un cartello) e siamo nell’Irlanda del Nord. Facciamo tappa a Derry-Londonderry. La città è carina, ha delle belle mura ancora intatte ma si respira un’aria strana. E’ piena di centri commerciali. Questo li fa sentire moderni, gli fa dimenticare quello che successe qui. Andiamo a Boogside il quartiere cattolico subito fuori le mura dove nel 1972 ci fu il Bloody Sunday. Ci sono i murales e c’è un minuscolo museo autogestito. Fu una strage. L’esercito inglese aprì il fuoco contro cittadini inermi che manifestavano per i diritti civili uccidendone 14. Un conto è vedere un film o conoscere la canzone degli U2 un’altra è essere qui. Le testimonianze, le facce delle persone, il tetto da cui sparavano su un padre che cercava di soccorrere il figlio ragazzino è davanti a noi. L’Irlanda è così, bella e crudele, struggente e violenta, drammaticamente bella. E così per ribadire queste sensazioni, visto il sole sempre più splendente, lasciamo Derry e ci precipitiamo alla Giant’s Causeway un’altra delle incredibili meraviglie di questo stupefacente paese. E’ un posto unico. Scendendo a piedi per la strada che parte dall’immancabile Visitor Center si arriva alle Wishing Steps, una distesa di scogli perfettamente esagonali, ad altezze variabili che si tuffano nel mare, come delle colonne di pietra. Un posto senza uguali al mondo dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Puoi camminarci sopra o sederti, sembrano degli scalini. E il sole continua a regalarci la luce dorata della sera. Camminiamo lungo la costa per 4 km gustandoci il calare del sole e la tranquillità dell’ora tarda. Abbiamo visto il sole entrare nell’acqua finché le tenebre non ci hanno avvolto: wow è il nostro secondo tramonto irlandese in 2 settimane!! 18-08-2006 Bushmills (km 128) Il risveglio al Montalto House ( b&b veramente delizioso) è deprimente: piove e c’è la nebbiolina. Partiamo per i nostri giri ma scopriamo che la Bushmill’s Distillery oggi è chiusa per manutenzione degli impianti. Proviamo a percorrere la Scenic Road di Torr Head (da cui si dovrebbe vedere la Scozia) ma torniamo indietro perché la nebbia è sempre più fitta. Gironzoliamo a Ballycastle finché il tempo non si apre un pochino e decidiamo di andare a Carrick-a-Rede dove c’è un ponte di corda sospeso a 30 metri sopra il mare che viene usato dai pescatori per raggiungere un isolotto e poter tendere le loro reti in un tratto di mare dove da sempre passano i branchi di salmoni. Negli ultimi anni il ponte è diventato un’attrazione turistica ed è stato messo in sicurezza. Nonostante questo rimane il fatto che cammini sospeso nel vuoto e che ondeggia tanto. A Filo fa uno strano effetto e l’andata l’ha fatta di corsa. Il ritorno ce lo siamo goduti un pò’ di più ed abbiamo anche fatto le foto. Sicuramente è una cosa originale. Abbiamo proseguito la giornata gironzolando lungo la Giant’s Causeway e fermandoci a Ballyntoy e Portbradden, minuscoli paesini incastonati tra le rocce ed il mare. Ultima tappa della giornata è stato il Dunluce Castle, un castello diroccato costruito praticamente sul mare, tanto che a metà del ‘600 un’ala delle cucine sprofondò nel mare durante un banchetto portandosi via 7 persone tra cuochi e servitori. E’ ben tenuto e merita senz’altro una visita. 19-08-2006 Bushmills-Belfast (km 131) Facciamo colazione con una simpatica coppia di italiani che è l’unica cosa positiva del peggior b&b che abbiamo trovato sino ad ora, il Revellagh, sporco e mal gestito da una vecchia signora arteriosclerotica. Andiamo direttamente a Belfast e cerchiamo subito il b&b: è un disastro perché è sabato ed è tutto pieno per il week end. Tramite l’ufficio del turismo troviamo l’unico b&b libero di tutta Belfast dove ci accoglie un simpatico signore dedito al giardinaggio. Il tempo di lasciare le valigie e partiamo per West Belfast: è uscito il sole e vorrei fare alcune foto dei murales. E’ difficile parlare di Belfast e della sua recente storia di violenze, attentati, scontri. Qui è ancora in piedi un muro che divide il quartiere cattolico da quello protestante. E’ crollato il muro di Berlino ma non questo, anche se la porta ora è sempre aperta. La polizia occupa ancora l’ultimo piano del grattacielo Divas Tower. Abbiamo visto il Solidarity Wall lungo la Peace Line e la sede del Sinn Féin. La gente è povera e le case sono fatiscenti. E’ tutto così diverso. L’atmosfera è pacifica ma il distributore di benzina e racchiuso da una alta inferriata! I famosi taxi neri vanno su è giù per Falls Rd, ma ora sono solo delle attrazioni turistiche. Il quartiere dei protestanti, intorno a Shankill Road, è ancora più tetro: i murales raffigurano gente armata con il passamontagna in testa, la strada è piena di bandierine inglesi. Perché non è solo un problema di religione ma anche di irish e british, di repubblicani e lealisti (alla corona inglese). Il processo di pace procede e gli attentati sono finiti ma la tensione qui è tangibile. A Derry era commozione, qui è ancora rabbia e paura. Per il resto Belfast non ha molto da offrire, oltretutto alle 17.30 chiude tutto. Però ceniamo bene in un locale moderno e pieno di giovani eleganti (strano contrasto con quello che abbiamo visto nel pomeriggio) e poi ci divertiamo al Crown Liquor Saloon, uno dei pub più caratteristici d’Irlanda, ed al Kelly’s Cellars Pub dove conosciamo due ragazze canadesi simpaticissime ed una “fauna” veramente buffa. Qui la vita notturna è molto intensa e la gente ha voglia di divertirsi. 20-08-2006 Belfast-Dublino (km 163) I proprietari del Failtè b&b sono simpatici e chiacchieroni e ci preparano un’ottima colazione irlandese. Oggi concludiamo il nostro giro dell’isola e rientriamo a Dublino dove passeremo gli ultimi giorni di questa stupenda vacanza. In totale abbiamo percorso 2989 km. Abbiamo prenotato al Townhouse of Dublin; è un vero e proprio albergo ma l’atmosfera è cordiale e la camera è bella e spaziosa. Ed è in una ottima posizione vicinissimo a O’Connell Street. Arriviamo a Dublino che è invasa dai tifosi di Cork e Mayo che si affrontano qui per la semifinale del calcio gaelico, uno strano mix di calcio e rugby molto popolare in Irlanda. Prima di cena capitiamo da O’Donoghue’s, un pub molto carino dove una famiglia (almeno così sembrano) suona dell’ottima musica. Peccato che comincia a diluviare e che, essendo domenica, ed avendo fatto tardi (cioè le 20.00) ad ascoltare la musica, diventa un’impresa trovare un posto dove mangiare. Le vacanze stanno per finire e cominciamo ad essere stanchi di girare. 21/23-08/2006 Dublino Dublino non è granché dal punto di vista architettonico ed artistico. Però è una grande città, piena di gente, di pub, di musica, di vita, più elegante e moderna rispetto al resto dell’Irlanda. Quasi per disperazione la gente (anche noi) si accalca al Trinity College e fa la coda per vedere il Book of Kell’s. Intendiamoci, il libro è sicuramente affascinante, ma io non sono riuscito a vederlo a causa della disorganizzazione e del caos: quattro libri in una teca minuscola assediata da turisti famelici di arte. Per non parlare di St. Patrick (5 euro per cosa?), del Dublin Castle, mentre la Cristh Church l’abbiamo trovata chiusa perché stavano girando un film. Decidiamo di saltare le altre attrazioni turistiche tipo Dublinia e Guinness Brewery e girare a ruota libera per strade e parchi. Molto bello il Stephen’s Green. Consigliamo anche di pranzare da Queen of Tarts e di provare il pluripremiato cheesecake al Bailey’s. Per fortuna che a Dublino ci sono i pub di Temple Bar e dintorni. All’Auld Dubliner ceniamo e poi ascoltiamo della buona musica. Alla fine della serata un signore distinto in completo grigio ha salutato tutti uno per uno, baciato Filo e me, alzato il calice ed brindato con noi. Ma chi era? Forse la cosa più incredibile del nostro soggiorno a Dublino è che abbiamo visto gratis il concerto di Morrissey (ex cantante degli Smiths): i biglietti, costo 50 euro, ce li ha regalati un ragazzo per la strada. Con molti dubbi ed italica diffidenza ci siamo fatti un ora di autobus sino al Marlay Park e ci siamo trovati in mezzo ad una specie di Summer Festival con Morrisey, Dandy Warhols e Magic Number. Una organizzazione perfetta, fiumi di birra, ottima musica ed anche i grandi nuvoloni neri hanno deciso di non rovinare la festa. Sull’autobus del ritorno tutti hanno cantato i vecchi pezzi degli Smiths. Ci sentiamo irlandesi. Wow! L’ultimo giorno vediamo la Sonia, una nostra amica che è venuta a studiare l’inglese a Dublino. Faremo il viaggio di ritorno insieme. E’ così strano ritrovarsi davanti al Trinity College. E’ uscito un bellissimo sole e ci sdraiamo nel prato di Merrion Square Park, accanto alla statua di Oscar Wilde a guardare il nostro ultimo, per ora, cielo d’Irlanda. L’aereo per Pisa parte alle 19.10. All’una siamo a Firenze. In Irlanda abbiamo provato tante emozioni e c’è rimasto qualcosa di profondo dentro. Abbiamo sentito il respiro della natura. Ed abbiamo respirato con lei. Per un breve attimo. Quanto basta per rendere la cosa indimenticabile. Take your time. Ma non soltanto quando siamo in vacanza. Impariamo a prenderci i nostri tempi sempre, ad essere un po’ meno “moderni” e stressati.


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