Il profumo dell’oceano… francese

Viaggio in Normandia tra mappe, guide e quattro chili di spaghetti
Scritto da: tizipercaso
il profumo dell'oceano... francese
Partenza il: 02/08/2005
Ritorno il: 11/08/2005
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Era un sogno, il nostro sogno. Lo scopo del viaggio (fatto nel 2005) era quello di arrivare a toccare l’oceano francese, quello lassù, in Normandia. La programmazione fu lunga e molto articolata, ci misi alcuni mesi. Prevedendo alcune tappe, volevamo arrivare fino a Cherbourg per poi ridiscendere verso la costa ovest e rientrare in Italia passando nel sud della Francia. Ma andiamo con ordine, il badget previsto per questo viaggio non era molto elevato e quindi decidemmo di elaborare un piano che ci facesse risparmiare il più possibile. Scelsi due tipologie di alloggio: tre hotel economici e due ostelli. Per quanto riguarda il cibo, penso di aver superato la mia fama di buona organizzatrice. La nostra utilitaria era pronta per qualsiasi evenienza di tipo culinario: c’era una piccola cucina da campo, completa di pentole, fornelletto, piatti, bicchieri, posate, scatolame vario, piccolo set olio-aceto-sale, qualche dolcetto, l’immancabile pasta e i sughi pronti preparati appositamente dalla mamma, tutto era a portata di baule.

Alla mattina del 2 agosto, verso le ore 05.30 con grande euforia e qualche timore, eravamo pronti per affrontare il nostro lungo viaggio. L’auto era piena come un uovo, si però tutto era incastonato perfettamente come un intarsio dei fratelli da Maiano. Con l’entusiasmo alle stelle, il nostro percorso ci portò ad attraversare il tunnel del Monte Bianco, all’uscita del tunnel la pioggia fu così violenta che ci costrinse ad una sosta. Dopo un frugale pasto (in macchina, ovviamente) proseguimmo verso Annecy, la nostra prima tappa. L’hotel molto carino, pulito, ci accolse in una comoda camera. La serata, proseguì con la ricerca di un ristorante nel pittoresco centro ma pioveva ancora, faceva freddo e ritornammo in albergo.

All’indomani, dopo una ricca colazione, si ripartì verso il centro della nazione, destinazione: Chateauroux. Siamo rimasti colpiti dai differenti cambiamenti ambientali che di chilometro in chilometro si alternavano durante il percorso. Lasciando il paesaggio montano, tra verdi boschi, il territorio cambiò, il terreno assumeva le linee morbide di dolci colline, di campi dorati. Una volta arrivati a Chateauroux e dopo aver trovato l’Ibis prenotato, cenammo in uno dei pochi locali aperti.

Terzo giorno, questa volta il tragitto fu più lungo, dovevamo arrivare fino a Cherbourg in una sola tratta. Decidemmo di passare vicino a Parigi, città da noi molto amata. Il tragitto prevedeva di non entrare nella capitale, ma di sfiorarla. A quel tempo i navigatori non esistevano e senza neppure rendercene conto ci trovammo in un viale alla periferia della capitale francese: panico! Dobbiamo ringraziare un giovane ragazzo che con infinita gentilezza ci fece strada con il suo mezzo, accompagnandoci fisicamente sulla périphérique parisienne, fantastico! Superata quella piccola avventura di tipo urbano: sosta pranzo, tra gli sguardi divertiti degli automobilisti della attrezzata area di sosta, da bravi italiani fagottari, abbiamo cucinato i nostri spaghetti al sugo. Il viaggio non era ancora terminato e ci sembrò anche più lungo del previsto. Cherbourg è una città di mare, con un porto importante. Mentre dalla finestra del nostro datato hotel, i gabbiani gridavano numerosi, pensammo che eravamo vicini ad avverare il nostro piccolo sogno. Scegliemmo questa destinazione come base strategica per le nostre escursioni e ci fermammo per alcuni giorni. L’indomani, con il cielo carico di pioggia, le nostre attenzioni furono per Le Mont Saint Michel, una meta tanto sognata. Visitammo questo borgo in mezzo all’oceano con tutta la curiosità del caso. Il giorno seguente il nostro itinerario prevedeva una visita ad alcune zone storicamente famose legate allo sbarco in Normandia. Le enormi spiagge del D-Day, ora venivano lambite dalle calme onde del mare e il pensiero andava inesorabilmente a quegli orribili momenti di guerra. Mentre Piero mi raccontava gli eventi storici che si susseguirono su quella sabbia color biscotto, lasciammo quel paesaggio continuando il nostro viaggio nella storia. Visitammo altri siti, tra cui un piccolo museo sulla spiaggia, il sito di La Pointe du Hoc, Sainte-Mère-Eglise con il suo paracadutista “ancora” appeso al campanile della chiesa, i cimiteri militari di Colleville-Sur-Mer (americano) e quello di La Cambe (tedesco), dove la commozione è stata grande. Dopo quella lunga giornata tra mille emozioni, ritornammo a Cherbourg con il buio. L’ultimo giorno in Normandia lo abbiamo dedicato alla città di Etretat. Dopo parecchia strada e dopo essere passati con sorpresa sullo scenografico ponte della Normandia, ci ritenemmo appagati dalla visione di questo fenomeno naturalistico di Etretat: le falesie. Ultima sera, ultima cena a Cherbourg, ultimo giro sul molo e poi a letto, l’indomani ci attendono molti chilometri. Abbiamo viaggiato quasi tutto il giorno, e arrivati ad Angouleme, il nostro desiderio era quello di rinfrescarci e di cenare nell’ostello che avevo prenotato dall’Italia e che mi sembrava adeguato alle nostre esigenze. Non l’avessi mai fatto! Il posto era fuori mano, non era pulito e non era nemmeno tanto sicuro. Nonostante questi disagi ci fermammo per ben due notti. In quei due giorni visitammo la città di Cognac con tanto di souvenirs del noto liquore e il giorno dopo visitammo la bellissima città di Saintes.

Alle 05.00 del terzo giorno eravamo già per strada cercando di cancellare quella brutta esperienza in quell’ostello, con destinazione: Roanne. Durante il percorso facemmo una breve sosta a Limoges e nel pomeriggio fummo attratti da una curiosa scoperta. Sulla strada notammo un cartello che indicava la città di La Palisse. Incuriositi ci fermammo e così facendo scoprimmo che il marchese de la Palisse aveva qui la sua dimora, la visitammo. Sapevamo che egli morì a Pavia ma ignoravamo la sua storia, fu una bellissima coincidenza passare per quella strada. Roanne, e ancora un altro ostello, l’ansia mi assaliva. Questa volta il soggiorno in questo edificio fu del tutto positivo. L’ostello era molto pulito, organizzato bene e la nostra familyroom si affacciava sul terrazzo della struttura che guardava verso la città, splendido! Dopo una doccia e una cena (con pasta) cucinata nella pulitissima cucina messa a disposizione dall’ostello ci siamo addormentati presto, l’indomani si tornava a casa. Il tragitto che abbiamo scelto per il ritorno prevedeva di passare nei pressi di Lione e, seguendo un percorso consigliato da conoscenti, addentrarci nel parco nazionale della Vanoise scendendo dal Mont Cenisio. Fu un viaggio caratterizzato da spettacolari panorami e da alcuni momenti di panico causati dal maltempo ad alte quote ma le ultime immagini, di prati verdi, di laghetti cristallini in quella terra francese, resterà nei nostri ricordi per sempre.



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