Il paradiso dei Botanici, Atto Secondo
Dato l’interesse suscitato dal resoconto che tempo fa fornii circa il mio viaggio alla Isola della Réunion (ho ricevuto numerose mail), ho deciso di completare quel mio articolo con notizie più particolareggiate circa il mio viaggio.
Premetto subito, però, che io sono stato laggiù ormai diversi anni fa, e lì la situazione alberghiera cambia quasi di anno in anno, credo soprattutto a causa del clima: troppa umidità e troppi cicloni rendono le strutture poco longeve, soprattutto nel caso di quelle costruite in legno (la maggioranza nell’isola).
Fu cosi che quando io andai giù alcuni degli alberghi segnalati nella mia guida edt dell’anno precedente non esistevano più, ma altrettanti ne erano stati aperti, nuovi di zecca! Cominciando da St. Denis, abbiamo alloggiato nel centralissimo Hotel Juliette Dodu (nella omonima via), proprio vicino ai giardini del lungomare. Era un luogo molto tranquillo e pulitissimo, con personale assai gentile! Negli altipiani centrali dell’isola abbiamo soggiornato al “Le Geranium”, posto ad altissima quota (1500 m?) sulla Plaine des Caffres, luogo un po triste perché immerso nelle nebbie, ma molto bello (una vecchia struttura in legno di stile vagamente nordico), con ottima cucina ed ottimo punto di partenza per raggiungere in auto il Piton de la Fournaise. A questo malinconico luogo io avrei preferito la più tropicale Plaine des Palmistes, poco più bassa ma molto più verde e calda della Plaine des Caffres, dove avrei volentieri soggiornato al Grand Hotel Des Plaines.
Ho trovato St. Pierre un luogo piuttosto sgradevole, inadatto agli “orsi” come me che in un viaggio cercano soprattutto la calma ed il contatto con la natura. É un luogo reso rumorosissimo dal traffico e dal tipo di gente che lo frequenta (surfisti, spacconi etc.). Qui siamo stati nel peggiore albergo di tutto il viaggio: era di una catena di hotel sudafricani: la “Protea”, di livello basso, squallido tipo Motel nordamericano. Il cibo era pessimo (il peggiore di tutto il viaggio) e la notte non si dormiva per il rumore del traffico.
Se potete, evitate di dormire in questo caotico paesotto sgraziato: magari passateci una giornata per fare acquisti nel colorito ed affollato mercato delle spezie locale e per visitare l’impressionante tomba del bandito Le Sitarane: un temibile, sanguinario personaggio del passato dell’isola, molto venerato tuttora alla Réunion, al quale gli isolani ricorrono per riti di magia nera.
Piuttosto, cercate di trovare alloggio, magari presso qualche casa di privati che affittano stanze (in genere molto puliti ed ospitali), nello stupendo sud e sudest dell’isola, nei paesi di St. Philippe, Le Baril, S.Te Rose etc., senz’altro la parte piu bella dell’ isola, ancora intatta e poco abitata a causa del rischio di eruzioni e di colate laviche ed a causa della lontananza dai centri urbani. Qui la strada si riduce di dimensioni ed a volte sembra essere inghiottita dalla foresta! Il Cirque de Cilaos è veramente un posto bellissimo da visitare ; a patto che: 1) non sofffriate assolutamente di vertigini (la minuscola strada per raggiungerlo taglia pendii verticali e profondi), 2) non soffriate di mal d’auto (per raggiungere il cirque si percorrono moltissime tornanti), 3) non cerchiate paesaggi verdi (è veramente aridissimo, un vero deserto con quà e là solo qualche Agave e Casuarina), 4) amiate i luoghi veramente molto molto isolati, lontani da tutto e tutti.
Se tutto ciò vi va a genio, allora posso consigliarvi il luogo dove siamo stati noi: il Relais des Cimes, piccolo, grazioso albergo con piscina (utilissima dopo la sudata fredda che si fa per raggiungere in auto questo nidod’Aquile), proprio nel paese di Cilaos. Da qui, poi, potete lasciare il vostro mezzo ed affrontare a piedi splendide escursioni nelle zone circiostanti. E’ una vera avventura recarsi là, garantito! L’ultima tappa del nostro viaggio, prima del rientro, furono le spiagge di St. Gilles Les Bains. Qui siamo stati presso l’hotel Boucan Canot, molto carino, costituito da ampissimi bungalows immersi in mezzo ad un bosco di palme da cocco. Devo però avvertirvi: il mare alla Reunion non è assolutamente nulla di speciale, si va in quest’isola praticamente solo per la stupenda natura, perciò questa è un’altra tappa decisamente accessoria.
Se io potessi tornare alla Réunion organizzerei il mio viaggio così: all’arrivo farei base a St. Denis per visitare i musei della vaniglia dei paesi Bras Panon e Saint Benoit (che per il resto non sono niente di così speciale), la zona montuosa alle spalle della piccola capitale (La Roche écrite) ed, eventualmente, la selvaggia valle chiamata Cirque de Mafate. Poi, nella tappa successiva, farei base a Hell-bourg, graziosissimo paesino del lussureggiante Cirque de Salazie, strategico punto di partenza per la mitica escursione al meraviglioso Plateau de Bélouves (altopiano isolato e poco raggiungibile, l’ultima zona dell’isola ricoperta dalla originaria foresta pluviale primaria; per i più temerari punto di partenza per itinerari di “Canyoning” diretti all’incredibile cascata “trou de fer”). Hell bourg è circondato da tantissime cose da vedere (soprattutto le meravigliose cascate del Voile de la Mariée) e da li partono tante splendide escursioni nella densa foresta tropicale. Dopo questa tappa mi sposterei nella Plaine des Palmistes visitando, eventualmente, lungo il percorso per raggiungerla, la impressionante valle del Takamaka, assai verde e selvaggia, che nasconde splendide cascate (visibili, purtroppo, solo tramite volo in elicottero da St. Denis: non lo feci ma è davvero da fare senza dubbio alcuno). Dalla plaine visiterei il grande vulcano attivo, ma vi avverto: dovrete partire con l’auto dalla Plaine un paio di ore prima dell’alba, ancora col buio pesto, se lo vorrete vedere tutto libero dalle nebbie, infatti, già alle 8 di mattina l’umidità vi si condensa copiosa e non consente di vedere lo spettacolo della grande caldera dal suo margine. Dopo aver visto il vulcano vi consiglierei di andare a visitare l’interessantissimo museo del vulcano alla Plaine des Caffres. Dalla Plaine des Palmistes poi, continuerei il viaggio in direzione del SudEst, la vera perla dell’isola se amate la quiete e la natura che regna sovrana. Partendo di buona mattina dalla Plaine io, passando per il grazioso paese di S.Te Rose e soffermandomi a visitare il suo incredibile ponte sospeso, unica vestigia della breve dominazione inglese nell’isola; andrei a visitare la meravigliosa Anse des Cascades, baia incantata, incassata tra pareti di basalto grondanti acqua, occupata da un vero bosco di altissime palme autoctone e cocchi. Un vero monumento alla natura tropicale Qui, approfittando della quiete del luogo, mi fermerei la mattina a fare colazione, magari con frutta acquistata strada facendo, poi proseguirei placidamente il mio viaggio in direzione di St. Philippe, arrestando la marcia ad ogni scorcio interessante. Lungo il percorso sono degni di nota: Le Grand Brulé (enorme “pista” di scorrimento della lava incandescente durante le eruzioni del Piton), la Vierge au Parasol (curiosa statua con una curiosa storia), i pozzi misteriosi, Le Baril, St. Philippe, ed il bosco – orto botanico che si trova alle spalle di questo ultimo paese, dove, lungo un percorso ascendente,tutte le piante costituenti la foresta sono dotate di cartellino col nome botanico. La base per il pernottamento la farei a Le Baril, a St Philippe o a St.Joseph, ma non sono sicuro che esistano hotel là. Informatevi.
La tappa successiva potrebbe essere veramente impegnativa. Partire dal Sud per arrivare a Cilaos è assai impegnativo, soprattutto per la vertiginosissima ed infinita strada da Saint Louis a Cilaos. Comunque è sempre possibile optare per il pernottamento (caos notturno permettendo) a St. Pierre e ripartire la mattina seguente per il Cirque, ma con una partenza di buona mattina dal Sud il percorso è fattibile tranquillamente in una giornata. Cilaos è base per tante escursioni a piedi verso gli Ilets (minuscoli villaggi agricoli arroccati in cima a ripide ed irraggiungibili “torri” di roccia) e verso le montagne circostanti, soprattutto per il maestoso Piton Des Neiges: la vetta più alta dell’isola, alta più di 3000 m! Visitato Cilaos potrete, percorso un lungo tragitto, passare alla tappa successiva: il paese balneare di St. Gilles-Les-Bains. Da qui vi consiglio, piuttosto che andare al mare, visitare la grande ex tenuta coloniale di Les Colimaçons, oggi trasformata in un interessantissimo giardino botanico (Conservatoire des Mascareignes) dedito alla conservazione e propagazione delle specie endemiche dell’isola a rischio di estinzione. Altro luogo interessante dell’ Ovest è il picco Maido, altissimo spuntone di roccia raggiungibile in auto da St. Gilles, che si affaccia, panoramicissimo, su due Cirques: Quello di Mafate e quello di Cilaos. Io non lo ho potuto raggiungere: mi sono perso: la strada non era molto ben segnalata e nella densamente e caoticamente urbanizzata media collina di Reunion Ovest ho perso le tracce del percorso. Peccato, veramente.
A St. Gilles-les-bains potrete fare tappa (in alternativa a St. Denis) per fare un’escursione al Cirque de Mafate.
Dall’Ovest di Reunion potrete, poi, alla fine del vostro viaggio, tornare all’aeroporto di St.E Marie per prendere l’aereo del ritorno. Se questo partirà la mattina vi conviene fare un’altra notte alla capitale.
Credo che questo sia tutto, se volete informazioni più aggiornate circa gli alberghi dovrete consultare una guida edt aggiornatissima.
Per qualsiasi domanda aggiuntiva non esitate a scrivermi al mio indirizzo: dyvms@tin.It Ciao e… Buon Viaggio!!!