Il paese delle donne dai denti d’oro

Pillole uzeche Da Tashkent partiamo subito e attraverso dolci pendii e filari di uva che fanno da portico alla case lungo la strada arriviamo nella Valle di Fergana: la parte del viaggio che ci è rimasta di più nel cuore, la più genuina. Non ci sono monumenti da visitare, ma le persone sono allegre, gentili, ospitali con una incredibile voglia...
Scritto da: biba1966
il paese delle donne dai denti d'oro
Partenza il: 16/05/2008
Ritorno il: 30/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Pillole uzeche Da Tashkent partiamo subito e attraverso dolci pendii e filari di uva che fanno da portico alla case lungo la strada arriviamo nella Valle di Fergana: la parte del viaggio che ci è rimasta di più nel cuore, la più genuina. Non ci sono monumenti da visitare, ma le persone sono allegre, gentili, ospitali con una incredibile voglia di relazionarsi e parlare, parlare, parlare…E se lo scambio di indirizzi e-mail in un Internet point può sembrare normale, ci siamo emozionati quando ci hanno pagato il biglietto dell’autobus perché ospiti dell’Uzbekistan!! I giorni passati nella Valle di Fergana passano velocemente, in mezzo ai bazar multicolori dove le donne ti sorridono con i loro denti d’oro e gli anziani dalla barba bianca ti salutano portandosi la mano sul cuore. Le strade grandi e spaziose e l’architettura sovietica possono lasciare in un primo momento interdetti, ma basta entrare in un bazar per capire cosa vuol dire arrivare in Asia Centrale. Il bazar è un microcosmo di cose e persone, dove antico e moderno convivono in modo esemplare: così trovi la stoffa tradizionale coloratissima e l’abito taroccato Versace, la donna con il vestito lungo e un po’ informe a passeggio con la figlia in tacchi e minigonna, il ragazzino col cellulare accanto alla signora che ti propone di levarti il malocchio col suo pentolino di erbe fumanti . Odori di spezie e frutta, sguardi timidi e curiosi ti avvolgono e ti scordi che sei dentro lo stesso bazar da più di due ore semplicemente per assaporare un’atmosfera che da noi è andata perduta. Da non perdere nella valle di Fergana , per chi è appassionato di ceramiche, la casa-museo-laboratorio del sig. Usmanov a Rishton. Nota di servizio: nessuna traccia di integralismo islamico, come paventato dalla L.P., anzi per chi è alla ricerca di una fidanzata si consiglia una visita!!! Khiva-Bukhara-Samarcanda: tre gioielli di architettura timuride e non, un tripudio di ceramiche dalle mille tonalità del verde e dell’azzurro che quasi ti stordiscono. Superfluo descrivere i monumenti: li trovate in qualsiasi guida e indipendentemente da quanto letto rimarrete stupiti! Ogni piccolo pezzettino di muro è un capolavoro e ogni volta che riguardi un palazzo ti sembra di scoprire particolari che prima non avevi notato. Dopo aver visitato quello che suggerisce la guida, è bello girovagare senza meta nelle strade pervase dal profumo di shashlyk (gli spiedini di carne che vengono cucinate a qualunque ora del giorno), fermandosi ogni tanto a gustare un thè nelle imperdibili chaikane (sale da thè) seduti nei tapchan (tavoli da pranzo ove sedersi con contorsioni joga). Sembrerà molto turistico, ma invece non lo è, soprattutto se si condivide il tavolo con un gruppo di adolescenti uzbechi: mangiare nella piazza principale di Bukhara, la Lyabi-Hauz, intorno alla vasca all’ombra dei gelsi. Altro luogo molto carino, con assenza totale di turisti, dove mangiare a Samarcanda è la chaikana Siob (è alla periferia di Samarcanda, dopo l’osservatorio di Ulughbek, noi siamo andati in taxi e ritornati in bus).

Impedibile l’hammam Borzi Kord a Bukhara, prenotabile per coppie o gruppi misti nel tardo pomeriggio: sorpresa finale a base di ginger e zenzero sulla pelle (che per gli ometti sembra sia un potente afrodisiaco, di sicuro – a detta di Michele – brucia un casino!!) Fortezze nel deserto dell’antica Corasmia: nella pianura piatta e brulla, spuntano all’improvviso i resti di antiche fortezze, sembrano quasi castelli di sabbia rovinati dal gioco capriccioso di un bambino o smussati da un’improvvisa ondata marina. Nel campo tendato (Yurta Camp), una volta andati via i pulmann dei turisti mordi-e-fuggi che fanno l’escursione in giornata, siamo rimasti soli, a passeggiare verso il lago, con la fortezza sullo sfondo, un silenzio quasi irreale e il sole che piano piano andava giù… la vodka come aperitivo, rigorosamente a stomaco vuoto, ha concluso la giornata con cena all’aperto.

Shakrisabz: città natale del terribile Tamerlano. Vale la pena andarci solo per ammirare il paesaggio lungo la strada, con i Monti Fan innevati sullo sfondo, ma il paese non è da meno: tranquillo, con echi della grandezza e della storia passata e immancabile bazar.

Tashkent: avevamo solo un pomeriggio a disposizione e quindi ci siamo diretti nella zona del Chorsu Bazar per fare gli ultimi acquisti. Altra nota di servizio: in metropolitana i famigerati poliziotti non ci hanno neanche fumato!! Italia-Uzbekistan: cose reciprocamente note. Le cose conosciute dell’Italia sono: Roma, Venezia e Marco Polo, qualche giocatore di calcio, Rocky Balboa (ho provato a spiegare che era americano ma loro sostengono che il cognome Stallone è italiano…) e -vere icone del made in Italy – Adriano Cementano, Toto Cotugno, Albano e Romina (non ho osato dire che nel frattempo hanno divorziato). Per cui sui marshrutka (loro mini taxi collettivi) non fatevi trovare impreparati, perché dovrete cantare con lo stereo acceso sulle note di qualche canzone dei cantanti sopracitati! D’altra parte loro ti chiedono: perché venite in Uzbekistan? Adesso lo possiamo dire: non è solo per il Registan di Samarcanda o le mura di Khiva, ma è per cercare i cavalli celesti di Fergana e i tappeti volanti di Bukhara, inseguire i mercanti lungo la via della Seta e farsi amica una simpatica famiglia uzbeka che ti inviterà a casa loro per il prossimo viaggio…

Itinerario – note tecniche Primo giorno: volo Bologna-Mosca / Mosca- Tashkent. Arrivo in Uzbekistan alle 4 della mattina del secondo giorno. Partendo da Bologna abbiamo risparmiato ma le ore di attesa a Mosca in aeroporto sono micidiali. Non occorre il visto se si rimane in aeroporto; il transfer delle valigie (se si hanno compagnie aeree diverse) lo fa il personale aeroportuale: auguri! Pochi parlano inglese (ed è un aeroporto internazionale) ma alla fine le valigie sono arrivate.

Secondo giorno: Tashkent-Fergana con taxi trovato in aeroporto. Pernottamento presso Asia Hotel (www.Marcopolo.Uz – email: info@marzopolo.Uz ) Terzo e quarto giorno: Valle di Fergana – escursioni a Margilon, Rishton e Andjion con taxi collettivi o bus.

Quinto giorno: Fergana-Tashkent-Khiva. Primo tratto con taxi prenotato dall’albergo. Per il secondo tratto, causa mancanza di posti, abbiamo volato su Nukus per poi andare a Khiva in Taxi; ovviamente è più comodo ed economico volare su Urgench. Albergo di Khiva: Islambeck Hotel (www.Islambekhotel.Nm.Ru) Sesto giorno: Khiva Settimo giorno: Khiva-tour delle fortezze nel deserto in taxi privato – notte ad Ayaz Qala in yurta Ottavo giorno: Ayaz Qala – Bukhara sempre con lo stesso taxi privato. Per il taxi da Khiva a Bukhara, la notte in yurta e l’hotel a Bukhara ci siamo rivolti a : www.Komiltravel.Com Nono e decimo giorno: Bukhara Undicesimo giorno: Bukhara-Samarcanda in treno. Il biglietto si acquista in “via” Mustaqillik (c’è un’insegna con un treno disegnato: trovarlo è stata una pura “sbusonata” tanto per dire qualcosa in bolognese) mentre in stazione ci si arriva con taxi (almeno per la mattina presto). Pernottamento a Samarcanda presso l’Antica Hotel: antica2006@rambler.Ru Dodicesimo e tredicesimo giorno: Samarcanda. Escursione a Shakrisabz in taxi collettivo Quattordicesimo giorno: la mattina presto Samarcanda-Tashkent in treno: 6 ore di culo piatto su sedute di legno ma divertimento assicurato. Pernottamento a Tashkent presso l’Hotel Gulnara: gulnara@globalnet.Uz Quindicesimo giorno: volo per ritorno in Italia Costo totale (comprensivo di visto e di tutte le spese sostenute): euro 1300 a persona



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