Il Nostro West Agosto 2007
Nel dormiveglia (con sempre un occhio alla valigia di Emi, rimasta nel corridoio perché non stava nello scomparto, dove già siamo in 6 piuttosto strettini) passa questa prima manciata di ore. Arrivati in stazione prendiamo il metrò che ci porta all’aeroporto di Fiumicino. L’aereo Roma-Philadelphia, che sarebbe dovuto partire alle 11.15 parte in realtà con un’ora di ritardo, ma poco importa, ci “spariamo in scioltezza” anche queste 9 ore di volo.
Carino l’aeroporto di Philadelphia! Ho sbirciato nella sala-arrivi (noi ovviamente, essendo passeggeri in transito, non possiamo entrare) un’architettura decisamente avveniristica, stemperata da gruppi di persone che attendono i loro cari con palloncini colorati e mazzi di fiori… Il prossimo volo (Philadelphia-Los Angeles) dovrebbe essere di 6 ore scarse, ma sono diventate 7 abbondanti causa ritardo nell’imbarco dei bagagli (alla partenza) e indisponibilità del gate (all’arrivo).
Arriviamo a LOS ANGELES alle 22.20 (ora locale), in Italia 9 ore avanti… Sinceramente quando arrivi, tra lo sbattimento del viaggio e il fuso, non hai ben chiaro quanto tempo è passato e che giorno è… Solo una cosa ti è chiara: sei arrivato a destinazione, il viaggio è andato tutto sommato benone, hai recuperato i bagagli (cosa non da poco, vi assicuro, soprattutto dopo quello che si è sentito nei giorni scorsi al telegiornale!) e soprattutto: SEI IN VACANZA, quindi di sapere “che ora è” te ne frega relativamente poco! Prendiamo la navetta della Hertz ed andiamo a recuperare il ns. “bolide” (MAZDA 6), prenotata sempre via internet dall’Italia, dopo di che ci dirigiamo (con l’aiuto del ns. Preziosissimo navigatore) verso l’ECONO LODGE, anche questo preventivamente prenotato…Direi che ci meritiamo proprio una SANA DORMITA!!! Mart. 7/8 La ns. Prima giornata americana inizia da HOLLIWOOD! La nota scritta a lettere cubitali ci appare un po’ annebbiata…C’è, in effetti, un po’ di foschia e la giornata si rischiara completamente solo in tarda mattinata…È anche piuttosto caldo! Gironzoliamo al Kodak Theatre (per intenderci quello dove vengono consegnati gli Oscar), “calpestiamo” la Walk Of Fame (il marciapiede con le stelline dedicate alle varie star e quello con le impronta e gli autografi dei vari Vip dinanzi al Chinese Theater), un’occhiatina a qualche sfavillante negozio e qualche foto di rito…Magari proprio con l’Uomo Ragno o Cat Women (già… qui si aggirano per la strada per attirare i turisti e creare un po’ di atmosfera da cartoon).
Non ci lasciamo abbindolare dal tour sul variopinto autobus a sfondo rosso, che promette di raggiungere le abitazioni dei vari VIP, ma preferiamo comprare una dettagliata piantina (“Movie Star Home and notorius crime scenes”), al costo di $ 5, in uno di quei negozietti di souvenir, per poi impostare gli indirizzi delle Star sul navigatore…E raggiungerle coi ns. Mezzi! Non ho parole per descrivere la bellezza di queste ville, il verde lussureggiante che le avvolge, il lusso che trasuda da queste abitazioni di BEVERLY HILLS. Non c’è foto che renda l’idea a sufficienza! Percorriamo la SUNSET BOULEVARD in entrambi i sensi e continuiamo ad osservare affascinati tutto quanto ci circonda…Su di una Mercedes coupè, ferma nel dare una precedenza, ho creduto di aver visto persino Keith Richards…Sarà il potere suggestivo di questi luoghi! Nel pomeriggio gironzoliamo per RODEO DRIVE (qui c’è l’albergo dove sono state girate le scene di “Pretty Woman”); i negozi sono bellissimi ed i prezzi naturalmente improponibili, purtroppo non mi è consentito fotografare gli interni (io adoro le architetture moderne ed il design), nessuno me l’ha espressamente detto ma, in particolare nella boutique di Prada, mi sono sentita “schifosamente” pedinata da un addetto alla sorveglianza che credo non abbia ben “digerito” la mia reflex digitale che ho tenuto tra le mani anziché risposta in borsa… Poi ci siamo diretti a VENICE BEACH che riassumerei in due parole: “Uno normale non c’è!”.
Qui abbiamo visto i primi surfisti, la spiaggia alla “Bay Watch”, le acrobazie sugli skate board ed un mercatino freak dai mille colori. Estremamente pittoreschi e variopinti anche i negozietti che si affacciano sul lungo mare (OCEAN FRONT WALK) dove è possibile comprare cappelli alla texana così come farsi un piercing o un tatuaggio. Le persone che popolano questo posto sono tutte decisamente alternative. Esattamente il contrario di quanto visto nella prima parte del pomeriggio! Rientro all’Econo Lodge per una bella doccetta e cena sul corso principale di SANTA MONICA; il viale è molto grazioso ed i negozi chiudono alle 21, ma Emi è affamato e quindi bando allo shopping! Ceniamo “all’ombra” di un fungo riscaldante…In effetti non è proprio caldissimo… Merc. 8/8 La prima parte della giornata è destinata al GETTY CENTER ma nel tentativo di arrivarci (e vi ricordo che siamo sempre navigatore-muniti) ci ritroviamo a gironzolare tra le colline di BEL’AIR. Anche qui non si può fare a meno di ammirare la bellezza nonché la varietà delle abitazioni. Non mi dilungo: vedere per credere! Anche il GETTY CENTER non delude: è un edificio imponente, progettato dall’architetto Richard Meier per volontà del magnate del petrolio J. Paul Getty, su una superficie di ben 45 ettari; il bianco del travertino italiano, voluto da Meier, contrasta in maniera sublime con il verde della collina e con il paesaggio circostante. Se vi piacciono le architetture futuriste non fatevelo scappare, questo museo rappresenta, inoltre, uno dei centri culturali più importanti al mondo! L’ingresso è gratuito mentre il parcheggio costa $ 5. Lasciato il museo (dove è impossibile trascorrere meno di 3 ore) ci spostiamo in direzione SAN DIEGO.
Attraversiamo l’ORANGE COUNTY (da questa contea il titolo del serial televisivo “The O.C.”) ed è proprio qui che si respira, a mio avviso, la vera magia del popolo surfista. Sono degli agglomerati di case-vacanza affacciati sull’oceano. Una moltitudine di cottage variopinti, dai toni pastello, tutti caratterizzati da qualche gadget marinaro appeso alla porta o alla finestra, in giardino l’immancabile barbecue, le buchette della posta sono dei piccoli capolavori. Sono attraversate da un reticolato di strette viuzze con quei tralicci in legno ed i fili della luce a vista che ci riportano inesorabilmente alla mente quanto visto da sempre nei film. Si percepisce un clima rilassato ed è praticamente impossibile, fermi ad un semaforo, non vedersi affiancati da un Pick-Up da cui sporge dal cassone lei, la vera protagonista, la TAVOLA DA SURF! Arriviamo a SAN DIEGO, all’ EZ 8 Motel, e per la cena ci dirigiamo al GASLAMP QUARTER dove ceniamo all’Hard Rock Cafè. Paghiamo ben $ 10 per il parcheggio (il tempo di una cena!) perchè non ci è stato chiaro quali fossero i locali convenzionati…Già, qua funziona che parcheggi e se, al ritiro dell’auto esibisci lo scontrino di uno dei ristoranti/negozi da loro indicati, il costo del parcheggio si dimezza o quasi! Forse comincio ad essere insofferente verso la cucina americana (e siamo solo al terzo giorno…) o forse non ho saputo cogliere quello che il Gaslamp Quarter aveva da offrire ma la serata non mi ha lasciato praticamente nulla… Giov. 9/8 Attraversiamo lo straordinario CORONADO BRIDGE e ci dirigiamo verso l’ISOLA DI CORONADO dove intendiamo visitare l’HOTEL DEL CORONADO. Questo stravagante edificio in stile vittoriano, dai prezzi inavvicinabili, ha valore di monumento storico. La storia del Coronado si confonde con quello della politica, del denaro e del cinema. Basti dire che vi hanno soggiornato ben 5 diversi presidenti americani, tra cui Bill Clinton; che qui Edoardo III di Inghilterra conobbe Wallis Simpson e che Marylin, Jack Lemmon e Tony Curtis, sempre qui, girarono il mitico “A qualcuno piace caldo”; infine Thomas Edison in persona vi accese il primo albero di Natale! Commenti personali: le cose belle è impossibile che non piacciano, per cui vedere anche taluni eccessi può essere piacevole. C’è una grande piscina, incorniciata dalle palme, affacciata sulla spiaggia, una varietà di risto-bar e negozietti sicuramente accattivanti, c’è una hall dal lampadario imponente.
Usciti da qui abbiamo gironzolato nel quartiere, mangiato un gustoso panino seduti ad un tavolino di una moderna panetteria ed assaporato i colori ed il calore di questo bel sole californiano.
Nel pomeriggio ci siamo spostati al BALBOA PARK, un parco di 560 ettari che ospita i musei più importanti della città ed il giardino zoologico. Particolare degno di nota: gli edifici sono in stile coloniale spagnolo e sono circondati da una rigogliosa vegetazione, con palme, alberi tropicali e vasche di vario tipo.
Abbiamo visitato solo il Museo della Fotografia (la fotografia è il mio principale hobby) e, sia io che Emi, siamo rimasti soddisfatti di quanto visto.
Ora è la volta de LA JOLLA, località balneare e residenziale a nord di San Diego, nota per i negozi di lusso (che sinceramente non ho notato) e per le gallerie d’arte disseminate lungo la via principale. Al centro preferiamo la zona di PACIFIC BEACH, che dicono essere il posto migliore per fare surf, e passeggiamo sul pittoresco pontile in legno. Anche qui troviamo una lunga fila di casette in legno bianche e blu, caratterizzate da simboli marittimi intagliati sugli scuri delle finestre; pescatori intenti a pulire il pesce appena pescato controllati a vista da gabbiani voraci e, sotto di noi, un cordolo di surfisti che, pazienti, aspettano l’onda…Quella “giusta” come si suol dire… Come resistere al fascino di questi negozietti che si affacciano sull’OCEAN BOULEVARD; me ne esco con un paio di infradito dell’O’Neal…Vedeste che assortimento hanno su questo genere di articoli sportivo-balneare! Ci sediamo su una panchina a goderci il tramonto; arrivano gli ultimi surfisti che, con la tavola sulla testa, si catapultano correndo in riva al mare; alle nostre spalle chi fa jogging, chi usa il monopattino, lo skate, i roller…Poi ci facciamo una birra in un pub, con vista sull’oceano, tutto vetrate e poster di surfisti … Ceniamo da Filippi’s Pizza. Nulla a che vedere con la ns. Pizza: sul genere pizza Catarì! La cameriera, al momento dell’ordine, stupita del fatto che ne ordinassimo due, ci spiega che una è più che sufficiente e vi assicuro che è stata dura mangiarne persino una in due! Il locale si propone come la classica trattoria all’italiana (tovaglie a quadretti rossi, una marea di fiaschi appesi al soffitto, luci molto basse), strabocca di gente (pochi turisti, molti americani) e mangiano tutti come lupi! Ven. 10/8 Lasciamo San Diego per dirigerci a Las Vegas (circa 5 ore di auto). Facciamo una sosta in un Outlet lungo la strada (BARSTOW) ma, sosta a parte, il tragitto non si è rivelato affatto pesante e noiso.
Quando ti catapulti sulle strade americane ti si apre un mondo! Queste strade dritte e poco trafficate attraversano dei paesaggi incontaminati a perdita d’occhio, di rara bellezza. Non più di 10min. Con gli stessi colori. Da una vegetazione desertica e brulla si passa a praterie sterminate, poi montagne rosso intenso, subito dopo conifere o rocce “stondate”…Impossibile annoiarsi! Ti sembra di stare dentro un film, dove le immagini si susseguono una dopo l’altra, ti catturano e tu, ogni volta, vorresti immortalare quei colori. Quindi, anche all’interno dell’auto, non smetteresti mai di fare foto perché tutto ti appare nuovo, diverso, ma sempre incredibilmente bello.
Arriviamo a LAS VEGAS intorno alle 17. Prendiamo alloggio all’Econo Lodge: siamo nel week-end e quindi gli hotel stratosferici hanno prezzi…Stratosferici! Invece il ns. Motel è in buona posizione ed ha un prezzo accettabile. Tengo a precisare che per le prenotazioni ci siamo serviti del ns. Computer portatile, argutamente portato da casa…Nei pressi dei motel ci sono aree wi-fi per cui, sfruttando la rete altrui, siamo riusciti a prenotare, un giorno per l’altro, senza perdere tempo in inutili ricerche…Utilissimo il p.C. Anche per le telefonate con Skype … si spende come una normale telefonata contro quelle intercontinentali pagate utilizzando normali cellulari. Quando vi buttate nella STRIP (ossia l’arteria principale di L.V. Quella, per intenderci, dove si affacciano i principali hotel mega-galattici), imbottigliati nel traffico sarà inevitabile chiedersi: “ed ora dove parcheggiamo??”.
In realtà ogni hotel ha un enorme parcheggio, su più piani, è quindi praticamente impossibile che qualcuno ne controlli l’accesso dei soli clienti; si aggiunga poi che per ogni hotel c’è un Casinò, pertanto ritengo sia nel loro interesse che la gente ci vada e giochi, dunque non disperate…Noi questa soluzione l’abbiamo testata ed è andata bene.
Unico problema ricordarsi la posizione dell’auto e come arrivarci; vi assicuro che, viste le dimensioni di questi “colossi”, non è subito facile…Se invece questo suggerimento non vi convince c’è sempre l’Harley Davidson Cafè dove, al prezzo di una normale consumazione, potrete lasciare l’auto tutto il tempo che vorrete. Naturalmente non buttate lo scontrino sennò come farete a dimostrare ai ragazzi preposti alla sorveglianza che siete regolari clienti? Abbandoniamo i consigli utili… Com’è LAS VEGAS ??? La definirei ESSAGGERATA!!! Ma non perché ritengo sia un posto godibile o a misura d’uomo, tutt’altro! E’ eccessiva in tutto ma assolutamente UNICA nel suo genere.
Questi alberghi di cui vi accennavo sembrano un incrocio tra un enorme centro comm.Le ed un parco divertimenti. Il lusso è sfrenato. Ogni costruzione sembra progettata col chiaro e preciso intento di stupire e superare tutto quanto già esistente. Sarebbe bello riuscire a visitarli tutti ma è praticamente impossibile. Vuoi per il caldo (non dimenticate che siamo nel deserto per cui la temperatura supera quasi sempre i 40° e la sensazione è quella di avere un phon asciugacapelli attaccato all’orecchio; anche la sera una semplice canotta o un abitino estivo saranno più che sufficienti), vuoi per la quantità di gente che ti frulla intorno, vuoi per le dimensioni di questi colossi, il fisico umano secondo me non può reggere a tanto quindi…Non vi dirò andate lì piuttosto che là, mi limiterò a dirvi quelli che abbiamo visitato noi: BELLAGIO (ogni 20 minuti, imperdibile, lo spettacolo delle fontane danzanti nel lago antistante), PARIS (dove abbiamo cenato alla Patisserie, very good!), CAESARS PALACE dove ha incominciato a calarci la palpebra… Sab. 11/8 La mattina la passiamo al LAS VEGAS PREMIUM OUTLET (carino!) poi partiamo diretti al BRYCE CANYON NATIONAL PARK. Non vi dico la meraviglia del paesaggio quando si arriva nei pressi del parco! Abbiamo avuto modo di ammirarlo bene perché, causa la moltitudine di turisti (soprattutto italiani), si è rivelato difficile trovare una camera per la notte a ridosso del parco ed abbiamo quindi dovuto ripercorrere la strada (la panoramica HIGHWAY 12) in senso contrario per tornare a PANGUITCH, un paesotto a 35 km. Circa dal parco, dove abbiamo finalmente trovato alloggio all’Adobe Sands Motel (gestito da una famiglia molto cordiale). Per la cena non c’è stato l’imbarazzo della scelta: unico ristorante il COW BOY STEAK HOUSE dove sicuramente si mangia un’ottima bistecca alla griglia ma dove è più facile sentir parlare l’italiano che l’americano. Dom. 12/8 Mentre facciamo colazione al RUBY’S INN (un complesso prettamente turistico ma molto ben articolato; sarebbe il posto più comodo ove pernottare nei pressi del Bryce, peccato che noi si sia trovato l’inesorabile “no vacancy”), ci siamo accorti, per caso, che il fuso orario è cambiato (1 ora in avanti) rispetto a dove eravamo ieri.
Siamo entrati al BRYCE CANYON, dove si paga l’ingresso ad auto ($ 25), e ci siamo rimasti tutta la mattinata.
Fan-ta-sti-co!!! Abbiamo raggiunto i vari punti panoramici con l’auto ma ciò non toglie che poi, ad ogni sosta, sgambetti dove, come e quanto vuoi. Fatti: il SUNRISE, il SUNSET, l’INSPIRATION e il BRYCE POINT.
Per il pranzo abbiamo fatto sosta nuovamente al RUBY’S INN e ci siamo trastullati nell’OLD BRYCE TOWN (più io, a dire la verità, che Emi) un insieme di negozietti in stile vecchio west; abbiamo fatto persino un paio di foto nelle sagome di legno che sono risultate davvero simpatiche! La prossima tappa è PAGE nei pressi dello ZION PARK, montagne dall’effetto millefoglie.
Siamo arrivati lì all’incirca sulle 16 e, al volo, siamo riusciti ad accaparrarci gli ultimi 2 posti su uno degli autocarri dell’ANTILOPE TOUR. Che spasso il tragitto per arrivare alla soglia della spaccatura che permette di attraversare l’interno di questa montagna. Il furgone è aperto e il terreno, sabbioso e sconnesso, crea un effetto “shaker” non da poco! Questi indiani Navajo alla guida si divertono come matti a gareggiare fra di loro e noi, “poveri” turisti, su e giù pieni di sabbia fin dentro naso ed orecchie. Un consiglio: tenere in “saccoccia” macchine fotografiche e telecamere (sino all’arrivo nel canyon ovviamente).
Altro consiglio: se siete appassionati di fotografia, portatevi il cavalletto; servirà per questo tipo di riprese all’interno del canyon, dove la luce filtra solo da saltuarie fessure a soffitto, e dove vi divertirete, su consiglio della stessa guida, ad immortalare suggestivi giochi di colori che si alternano su queste singolari formazioni rocciose “multistrato”. Sono comunque tante le persone che arrivano munite di cavalletto per cui non sentitevi per questo foto-amatori fanatici. Costo del tour $ 28,50 a persona, decisamente spesi bene! Siamo arrivati al ns. MOTEL 6 (tanto per cambiare: spesa poca, “meraviglia” tanta!) ed abbiamo “navigato” un momentino per prenotare le 2 notti successive (una al Grand Canyon e l’altra nuovamente a Las Vegas).
Abbiamo cenato in un locale gestito dagli indiani: carino, pieno di gente simpatica, tanti turisti, musica dal vivo stile country… ma questi indiani hanno fatto perdere la pazienza ad Emiliano (e vi assicuro non è cosa facile), sono troppo lenti ed impediti! Lun. 13/8 Dopo una veloce sosta in un super market, lasciamo la triste PAGE dando un’occhiata dall’alto alla maestosa diga e al LAGO POWELL (350 km. Di lunghezza): una perla blu incastonata tra montagne rosso fuoco. Dopo di che ci dirigiamo alla MONUMENT VALLEY (Navajo reservation). Ingresso $ 5 a persona.
La Monument Valley vista “da dentro” regala emozioni e paesaggi che nessuna foto è in grado di immortalare. E’ maestosa, imponente, calda nelle sue tinte rossastre ed…Infinita! Noi ce la siamo girata in auto, in autonomia; il tour degli indiani permette di accedere a qualche percorso alternativo (Emi l’ha fatto in passato) ma vi gusterete comunque tutto quanto anche senza questa gita complementare.
Usciamo da lì sulle 15 e lungo la strada ci sorprende il primo ed unico acquazzone della vacanza. Mezz’oretta dopo un meraviglioso arcobaleno (con giochi di luci e colori degni di un colossal americano) arriva ad incorniciare magicamente il paesaggio.
Vista l’ora decidiamo di anticipare la visita al GRAND CANYON (programmata per l’indomani). Ci fermiamo prima al LITTLE RIVER: un piccolo assaggio di quello che il fiume Colorado ha saputo creare…C’è persino un graziosissimo mercato di artigianato indiano; oggetti in argento e vasi decorati a mano a prezzi contenuti. Le stesse guide sottolineano il fatto che gli indiani vivono di turismo per cui incentivano le soste e soprattutto gli acquisti a sostentamento di questo popolo dallo sguardo triste e sfuggente. Arriviamo all’ingresso del parco all’ora del “sunset”…E se è vero che i parchi vanno visti all’alba o al tramonto (lo troverete scritto ovunque!) questo non ci scappa!!! Entriamo ($ 25 ad aut/pass valido una settimana) e cogliamo subito l’effervescenza dei visitatori pronti ad ammirare il calare del sole dietro le cime…I più sembrano in meditazione appollaiati sui massi. Pochi minuti e il cielo si tinge di rosso…Ma il Canyon diviene impercettibile, si confonde nella penombra…Bello sì il tramonto ma io quando lo vedo il Colorado?? Scorgiamo branchi di daini qua e là poi, all’improvviso, realizziamo che è già buio pesto per cui lasciamo il parco dirigendoci verso WILLIAMS, dove ci aspetta il ns. “consueto” MOTEL 6.
Ceniamo in una tavola calda che trasuda storia; hamburger e patatine (french fries) e poi a nanna! Mart. 14/8 Visitiamo WILLIAMS, che ha costruito la sua fortuna sulla mitica ROUTE 66 (avete presente il cartoon CARS ?!?) dopo esser stati, anche questa mattina, al supermarket per acquistare acqua, sandwiches, frutta e brioches (ossia breakfast and lunch). Merita la visita di questa ridente e variopinta cittadina: vecchie officine con davanti fiammanti cadillac, storiche pompe di benzina, insegne e gadget colorati e ricostruzioni stile vecchio west, sicuramente un po’ pacchiane ma queste foto ravvivano la vacanza per quanto scontate e prettamente turistiche… E ora…Si torna a LAS VEGAS!!! Saremmo anche tornati al Grand Canyon (il ticket is available for 7 days, do you remember?) ma da qui ci vuole un’ora ad andare ed un’ora a tornare con l’incertezza di vedere il Colorado che il depliant dice essere visibile solo in pochi punti (la gola è talmente profonda che la luce giusta può fare la differenza). Lo spettacolo è in ogni caso assicurato e noi, anche se un po’ in penombra, possiamo dire di averlo visto questo impareggiabile Canyon! Percorriamo la ROUTE 66 per un buon tratto (da WILLIAMS fino a KINGMAN) poi, proseguendo in direzione nord, attraversiamo la nota diga HOOVER DAM (chissà perché questi americani impazziscono per le dighe???) e nuovamente approdiamo a LAS VEGAS. Questa volta (essendo metà settimana) pernottiamo al Sahara Hotel (“un attimino” più sontuoso dei soliti motel!). Dopo aver preso possesso della ns. Camera ritorniamo al PREMIUM OUTLET LAS VEGAS (ha il simbolo della Nike che troneggia sopra la struttura) e ci concentriamo qualche ora nello shopping (consiglio i negozi Ripcurl, Billabong, O’neal, Roxi, Coach).
La sera in giro, tra caldo e folla, incredibile ma vero, incontriamo un cliente di Emi con compagna e figlia. Ci facciamo una birra con Bruno, Franca e Veronica seduti ad un tavolino del casinò del TREASURE ISLAND (pensate che Bruno e Franca l’indomani si sposano in una di quelle cappelle da film; hanno già tutti i documenti pronti dall’Italia ed hanno già validato la pratica al consolato!). Dopo la piacevole chiacchierata e dopo aver assistito allo spettacolo SIRENE E PIRATI dello stesso T.I. Andiamo al VENETIAN a farci un trancio di pizza (un po’ unta ma, tutto sommato, buona e poco cara – $ 12). Concludiamo la serata con una veloce visita al WYN.
Merc. 15/8 I soldi risparmiati nella cena sono andati nella colazione alla Patisserie del PARIS (che comunque consiglio vivamente!). Abbiamo speso $ 17 per una pasta, una fetta di torta, un coffee ed un orange juice. Poi un’altra occhiatina veloce al bellissimo BELLAGIO e via verso SANTA BARBARA!! Il termometro dell’auto segna 114° fahrenheit ossia 44° celsius… Il viaggio è stato effettivamente lungo ed anche un po’ monotono, soprattutto nello snodo di LOS ANGELES dove ci siamo trovati imbottigliati nel traffico delle 18…Poi però, giunti sul lungomare, ci ha accolto un fantastico tramonto quando siamo arrivati nei pressi di SANTA BARBARA. Abbiamo dormito al Motel di CARPINTERIA NORD (sull’autostrada a 6 corsie…Per senso di marcia!) e questo perché non abbiamo trovato niente di meglio nelle vicinanze.
Siamo a 16 km. Da Santa Barbara, cittadina di mare popolata da giovani studenti universitari e folkloristici giramondo (attirati sin qui dal clima mite).
Abbiamo cenato al BRICKS CAFE’ con un piacevole sottofondo di musica jazz, suonata dal vivo, ma non abbiamo avuto che l’imbarazzo della scelta perché i localini del centro sono tutti decisamente vivaci e sfiziosi.
Giov. 16/8 Cominciamo la nostra giornata al REDS, un caratteristico caffè con connessione wi-fi, pieno di studenti e gente alternativa.
Dopo la colazione abbiamo gironzolato un po’ per Santa Barbara: abbiamo assistito alle performance sullo skate di un “puffetto biondo” …Avrà avuto al massimo 3 anni ma un faccia da duro che non poteva che strappare sorrisi a chi lo osservava divertito; abbiamo fatto una passeggiata sul pier (STEARNS WHARF), avvolto da un’insolita nebbia; siamo andati a visitare la BARBARA COUNTY COURTHOUSE, il meraviglioso tribunale in stile spagnolo-moresco, con soffitti dipinti a mano e pareti impreziosite da piastrelle tunisine.
Poi siamo partiti in direzione CARMEL/MONTEREY. Una veloce sosta a SAN LUIS OBISPO: abbiamo visitato la MISSIONE, fondata nel 1772 da Junìpero Serra; l’Art Center; curiosato qua e là nei negozietti di arte moderna; scattato un paio di foto lungo il grazioso torrente che attraversa il paese.
Siamo persino andati a dare una sbirciatina al MADONNA INN, un albergo vistoso e decisamente kitsch ma che, visto da fuori, non rende per come la guida lo descrive (noi in effetti non siamo entrati e quindi ci è sembrato piuttosto anonimo). Ci siamo fermati anche in un paesotto prima di CAMBRIA ad ammirare, ancora una volta, i fantastici e variopinti cottage affacciati sull’oceano, mentre a Cambria siamo andati a cercare la NITT WITT RIDGE: una casa interamente costruita con materiali riciclati scaturita dalla mente di un architetto ambizioso…Ma non ne vale la pena, si trova a fatica e, vista dall’esterno, non dice più di tanto… E’ poi la volta dei leoni marini di POINT PIEDRAS BLANCAS: di primo acchito possono sembrare grandi sassi, in riva al mare, ricoperti di sabbia. Capirete invece, al primo movimento di pinna, che sono proprio loro, sonnecchianti al sole, ad attirare l’attenzione dei numerosi turisti.
Eccoci finalmente sulla BIG SUR, tratto di strada costiera (circa 150 km) di sorprendente bellezza, che noi percorriamo da sud a nord. Non mancano i punti panoramici che incontrerete ogni 100 m. Circa.
Abbiamo pernottato al Motel 6 di WATSONVILLE (a circa 35 km. Da Monterey) purtroppo in una camera fumatori (esperienza agghiacciante considerato il puzzo che emana la moquette!) ma la colpa è solo nostra: quando abbiamo prenotato eravamo a Las Vegas e probabilmente il caldo ci aveva cotto il cervello. Ovviamente il motel è pieno quindi…Change room no-possible!! Cena, altrettanto triste, al Burger King…Che brutti ceffi ci sono!! Ven. 17/8 Lasciamo Watsonville diretti a CARMEL. Notiamo squadre di operai disseminate nei campi intenti a raccogliere fragole; lungo la strada ci fermiamo persino in una piccola palude a fare BIRD-WATCHING! Arriviamo all’ingresso della 17 MILES DRIVES ($ 9 per auto); una strada meritatamente famosa perché consente di ammirare un tratto straordinario di costa, bellissimi campi da golf, residenze esclusive ed il caratteristico Lone Cypress (cipresso solitario) di PEBBLE BEACH. Al SEAL AND BIRD ROCKS, subito dopo la bella spiaggia di SPANISH BAY, sarà possibile vedere pellicani, cormorani, lontre e foche che giocano fra gli scogli a pochi metri dalla riva.
Tutto trasuda ricchezza e benessere, non a caso, proprio qui, ci troviamo nel mezzo di un autorevole raduno d’auto d’epoca e di lusso (CONCOURS D’ELEGANCE CAR SHOW).
Ci spostiamo a MONTEREY; visitiamo il MONTEREY STATE HISTORIC PARK (comprende gli edifici storici più importanti della città), ed in particolare ci soffermiamo alla CUSTOM HOUSE, risalente al 1827, ospitava originariamente la dogana. Il magazzino è stato ricostruito come doveva apparire allora, con botti di brandy, sacchi di cereali, vecchie casse di sapone, carta da parati alsaziana e pelli di vacca in attesa di essere sdoganate.
Sul lato opposto della piazza c’è il FISHERMAN’S WHARF, un’infilata di case di legno costruite nel XIX sec. Dai cacciatori di balene, ora trasformate in ristoranti e negozi di souvenir specificatamente rivolti ai turisti. La ristrutturazione è comunque piuttosto riuscita e, se siete fortunati, vedrete persino le OTARIE; per individuarle vi basterà seguire i loro richiami chiassosi.
Ad ovest di Monterey non perdetevi PACIFIC GROVE: una deliziosa stazione balneare. Qui non si viene per fare il bagno (non ci sono spiagge) ma per respirare l’aria del Pacifico in una magnifica cornice vittoriana e passeggiare sul lungomare, che corre parallelo a OCEAN BOULEVARD, su cui si affacciano abitazioni da sogno, perfettamente integrate con l’ambiente circostante. Nel tentativo di rincorrere una specie di scoiattolino, mi sono tagliata la cima dell’alluce su di uno scoglio, ma è stato il pretesto per infilare i piedi a mollo in una spiaggetta mignon dall’acqua cristallina…Brrr che fredda!! Un’ultima veloce sosta ad un piccolo faro che sovrasta un meraviglioso campo da golf e poi si parte in direzione SAN FRANCISCO. Abbiamo preso alloggio al TRAVELODGE (ove passeremo ben 3 notti) nei pressi dell’aeroporto ma a soli 16 km. Dal centro.
Ceniamo da NICK’S LIGHTHOUSE al FISHERMAN’S WHARF e, per quanto stanchi, non rinunciamo ad attraversare il mitico GOLDEN GATE ($ 5) per fare qualche ripresa “notturna” del ponte ma, soprattutto, per evitare la fastidiosissima nebbia che, come consuetudine, avvolge il ponte nelle ore diurne.
Sab. 18/8 Questa mattina abbiamo dormito un pochino più del solito; sicuramente si sta abbassando il livello di adrenalina rispetto ai primi giorni…Più o meno consciamente avvertiamo che la ns. Bella vacanza sta per concludersi…Sigh sigh… Vabbhè, godiamoci ciò che resta e quindi via verso il centro! Parcheggiamo ad UNION SQUARE. Sta per cominciare un’importante parata sud-coreana…C’è fibrillazione nell’aria! Si è rivelata una cosa seria e piuttosto lunga…Mai assistito in vita mia a niente di simile! Non sto ad entrare nei dettagli ma immaginatevi tanti occhi a mandorla, tanti colori, rulli di tamburi e majorette, musica e carri allegorici tipo carnevale. Entriamo subito dopo al centro comm.Le MACY’S (da qui un’ottima veduta sulla piazza!) e scendiamo al piano interrato (dove sono bar, ristoranti e fast food) per smangiucchiare qualcosa.
Ci spostiamo poi allo YERBA BUENA GARDENS dove sentiamo, in lontananza, una musica piuttosto chiassosa…Seguiamo il suono, ci avviciniamo e ci troviamo in mezzo ad un gruppo di brasiliani che suonano e ballano a ritmo di samba con costumi tipici e piume variopinte. I turisti si fanno piacevolmente coinvolgere: c’è chi balla, chi fotografa, chi si limita ad osservare incredulo. Nei pressi troviamo il MOSCONE CENTER (dove “l’amico” Steve Jobs presenta le new entry a marchio Apple) e il METREON (centro comm.Le ultra tecnologico). Ora è la volta dei negozi: un passaggio da Crate&Barrel (casalinghi e complementi d’arredo) ed un’inevitabile capatina all’Apple Center (Emi è un vero fanatico della “mela” e non si può non accontentarlo).
Cena da BOUDIN al FISHERMAN’S WHARF (una vera e propria catena di montaggio del pane!). Imperdibile a San Francisco la CHOWDER ossia la zuppa di molluschi in crosta di pane.
Dom. 19/8 Incominciamo la giornata ad ALAMO SQUARE, fotografando le notissime PAINTED LADIES, eleganti case vittoriane, in legno, con pignoni e facciate colorate. E’ poi la volta della LOMBARD STREET (ossia la strada più sinuosa del mondo: 8 curve a gomito bordate di ortensie), e subito dopo del GOLDEN GATE che però è avvolto dalla nebbia…Ci spostiamo al QUARTIERE MILITARE e visitiamo l’annesso CIMITERO immerso nel bosco di eucalipti (sentirete che profumo!!).
Il tempo stringe e vorremmo vedere tante, troppe cose per cui optiamo per un tour della città in auto: visitiamo i quartieri di CASTRO (Gay e bandiere arcobaleno tipo quelle della Pace), il QUARTIERE ITALIANO, MISSION. Vorremmo fermarci al PIER 39 ma è praticamente impossibile trovare parcheggio vista la considerevole affluenza di turisti. Finalmente troviamo un parcheggio nei pressi di CHINATOWN che visitiamo a piedi poi andiamo a NIKETOWN (dove Emi acquista un paio di scarpe ultimo modello) ed infine ci buttiamo in un mega centro comm.Le a MARKET STREET dove facciamo uno spuntino e gironzoliamo dentro il negozio di ABERCROMBIE & FITCH. Ritorniamo infine al PIER 39 ma i negozi ed i ristoranti stanno per chiudere; “scopriamo” la colonia di LEONI MARINI che però, nel buio, riusciamo solo a sentire e non a vedere (peccato, sono un vero spasso, andateci assolutamente di giorno!) Ceniamo al DEAN CAFE’ con vista sulla baia e sul BAY BRIDGE. Rincasando ci fermiamo a far benzina…Domattina dobbiamo riconsegnare l’auto… Lun. 20/8 Ore 8 riconsegna dell’auto; il ns. Aereo doveva partire alle 11 ma, causa un guasto, siamo partiti alle 19 (su un altro aereo) e non vi dico dopo quante e quali peripezie. Abbiamo impiegato 10 ore e mezzo per arrivare a Francoforte, dopo di che, alle 17.30 (ora tedesca) siamo riusciti a farci imbarcare su un aereo per Linate (anche in questo caso non so quanti e quali Santi ci abbiano aiutato a “spiegare” in inglese tutta la “filastrocca” del ns. Complicato rientro). Arriviamo a Milano alle 19 del lun. Sera (ora italiana ovviamente) e usciamo dall’aeroporto con le ns. Valigie in mano (non è poco, vi assicuro!). Troviamo ad attenderci Marco, il fratello di Emi, che si è fatto accompagnare da Andrea. Alle 21.30 varchiamo la soglia di casa e domattina…In ufficio! Si torna alla quotidianità con…Un NUOVO sogno Californiano nel cassetto!!! Se vi piacciono le vacanze ON THE ROAD non esitate…È il viaggio che fa per voi e il VOSTRO West non sarà sicuramente meno entusiasmante del NOSTRO…Provare per credere.
NELL’ORDINE: California – Nevada – Utah – Arizona – Nevada – California.