Il mio Matrimonio in Thailandia e Cambogia

Il mio fantastico matrimonio in Thailandia con luna di miele in Cambogia
Scritto da: Vailas
il mio matrimonio in thailandia e cambogia
Partenza il: 14/02/2013
Ritorno il: 16/03/2013
Viaggiatori: 10
Spesa: 2000 €
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A volte con un po’ di buona volontà si riescono ad esaudire i propri sogni e questo è il caso di me e della mia compagna (ora moglie) che siamo riusciti a realizzare il nostro: sposarci in spiaggia all’estero.

Destinazioni: Thailandia (3 settimane) e Cambogia (1 settimana)

Dopo aver avuto l’ok di parenti e amici stretti (in tutto 10 persone) comincia l’organizzazione del nostro matrimonio thailandese per il quale ci siamo serviti di un Wedding Planner del posto (e l’ambasciata italiana per i documenti), mentre per l’organizzazione del viaggio abbiamo pensato tutto noi, come al solito in fai da te!

Troviamo (prenotando 10 mesi prima) un bel volo Qatar di andata e ritorno a poco più di 600 euro a persona, mentre per tutti i voli interni abbiamo viaggiato con Bangkok Airways, Nok Air, Orient Thai e Air Asia.

BANGKOK. Partiamo il pomeriggio del 14 febbraio ed arriviamo a Bangkok il 15 verso l’ora di pranzo. L’impatto con la città è devastante: traffico, caldo afoso, smog e puzza. Prendiamo un taxi e impieghiamo qualche ora per raggiungere la nostra guesthouse in zona Khao San, bisogna stare attenti e chiedere sempre di accendere il tassametro “meter please!” altrimenti ti fregano alla grande. Alloggiamo alla modesta Lamphu House (trovata sulla Lonely Planet) che comunque ha tutto il necessario (connessione internet gratuita, lavanderia economica, ristorante e agenzia per taxi/escursioni).

Dopo aver perso il primo giorno a riprenderci dall’impatto con la città, il secondo giorno noleggiamo una long tail boat privata (siamo 6 più nostro figlio di quasi due anni) per 1600 baht (40 euro) e ci tuffiamo in un bellissimo giro dei canali di Bangkok dove è possibile vedere come vivono le persone lungo il fiume e combattere la calura della città con il vento della barca; la meta finale è il mercato fluttuante di Taling Chan, che ormai di fluttuante ha molto poco ed è solamente una attrazione turistica, comunque ha il suo fascino. Nel pomeriggio visitiamo il complesso del palazzo reale (un must), bellissimo ma molto faticoso per colpa del sole e del caldo; sono necessari pantaloni sotto al ginocchio (molto sotto) e magliette con le spalle coperte (se non li avete dovete comprarli fuori dal complesso). Dopo facciamo tappa al Wat Po per vedere il famoso Buddha reclinato. Nota: qui ho avuto il primo impatto con i bankomat, in Thailandia c’è una restrizione di sicurezza che vi permette di prelevare solo 100 euro per volta, visto che si paga la commissione di 10 euro, vi conviene contattare la vostra banca prima di partire e farvi togliere questo vincolo potendo così prelevare fino a 500 euro circa (io li ho chiamati dalla Thailandia). Per gli spostamenti ai templi abbiamo utilizzato i traghetti della Chao Phraya Express, economici ma terribili, si sta tutti belli ammassati ed i fumi/liquidi che rilasciamo intossicano alla grande. I trasporti a Bangkok sono un bel problema (a parte la zona nuova dove ci si può muovere velocemente ed economicamente con lo Sky Train) per via del traffico assurdo, servono ore per arrivare ovunque (quindi state sempre larghi con i tempi, soprattutto per i voli). Non prendete i tuk tuk perchè ormai costano come i taxi e ci si intossica nel traffico ed inoltre vi portano nei loro negozi per cercare di farvi comprare qualcosa. Lungo fiume vi consiglio di trattare con un possessore di Long Tail Boat e farvi scarrozzare da lui, mentre nell’entroterra con il taxi “meter please!”.

Il terzo giorno ci rechiamo all’ambasciata italiana dove ci rilasciano il nulla osta per il matrimonio (bisogna prenotare l’appuntamento online tramite il sito dell’ambasciata e non c’è mai posto!) e la sera partiamo per Phuket con un volo Orient Thai da Don Muang (secondo aeroporto).

PHUKET. Finalmente arriviamo al mare! Alloggiamo al Kata Beach Center Hotel di Kata Beach (l’abbiamo preferita alla caotica Patong), bellissimo albergo con piscina e tutti i servizi (lavanderia, centro benessere e ristorante). Il primo giorno lo passiamo a rilassarci sulla spiaggia di Kata, carina ma niente di che come mare e spiaggia. Il secondo giorno facciamo una bellissima escursione organizzata da Martino degli Amici di Phuket. Abbiamo fatto il “giro al contrario” delle isole dell’arcipelago di Phi Phi, si chiama così perchè si va a Maya Bay (la spiaggia del film The Beach con Di Caprio) nel pomeriggio (per ultima) quando c’è meno gente invece che di mattina quando ci sono migliaia di persone. Partiamo in 3 barche ma visitiamo i posti alternati, prima meta Koh Yao Noi per lo snorkeling (fantastico) e poi pranzo su una fantastica spiaggia privata di Koh Yao Yai (ci siamo solo noi delle 3 barche!) con possibilità di utilizzare le canoe, fare il bagno nell’acqua cristallina o rilassarsi sotto gli ombrelloni. Terza tappa Mosquito Island per lo snorkeling e per ammirare la stupenda isola. Poi una sosta a Bamboo Island (che ricorda un atollo maldiviano). Si prosegue verso Phi Phi Don per vedere la spiaggia delle scimmie ed infine si fa tappa a Phi Phi Leh dove si ammirano la caverna dei vichinghi, la bellissima Pileh (una baia in mezzo alle fantastiche pareti di roccia carsica) e la iper-turistica Maya Bay. Nel pomeriggio quest’ultima è quasi tutta in ombra che io ho apprezzato moltissimo perchè ti protegge dalla calura del sole permettondoti di ammirare in tranquillità la magia del posto. Il terzo giorno abbiamo preso un taxi ed abbiamo visitato la vicina spiaggia di Hat Hai Harn. Molto bella con acqua abbastanza pulita e delle singolari piscinette che si formano con la corrente del mare e con un piccolo canale che arriva dal vicino bacino. Il quarto giorno abbiamo fatto un’escursione (sempre tramite gli Amici di Phuket) nella Baia di Phang Nga, luogo molto suggestivo dove si possono ammirare moltissimi isolotti di roccia carsica; si fa tappa all’isola di James Bond (giusto per fare qualche foto) dove sono presenti infiniti turisti e poi si visitano grotte e canyon sulle canoe (guidate da un thailandese che porta due persone). Sulla barca abbiamo fatto uno dei migliori pranzi della vacanza con pesce alla griglia, fagiolini ed ananas fritti e altri piatti tipici thai (occhio ai russi che si mangiano anche i vassoi!!!).

KOH SAMUI. Il quinto giorno lasciamo Phuket la mattina presto per recarci a Koh Samui. Sono previsti 6 giorni di soggiorno, matrimonio incluso. Piccola nota, l’aeroporto di Koh Samui è un piccolo paradiso 🙂 Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte, sempre nuvolo e ventoso. Per fortuna nel giorno del matrimonio ci ha graziato regalandoci una giornata non male. Abbiamo fatto una sola escursione, Koh Tao (solo snorkeling veloce) + Koh Nang Yuan, la “classica” triade di isole collegate da una piccola lingua di sabbia che avrete sicuramente visto in molte cartoline.

MATRIMONIO. Una nota particolare va dedicata al nostro matrimonio. Fantastico!!!!. Sono venuti a prenderci in minibus (dopo aver provvedduto all’acconciatura ed al trucco della sposa) per portarci ad uno splendido resort privato sulla spiaggia di Taling Ngam. Servizio fotografico tra le palme e sulla spiaggia. Aperitivo in relax. La cerimonia (civile in stile Thai) è stata molto bella ed interattiva con la partecipazione di tutti gli invitati (lancio dei petali, benedizione dell’acqua, accensione lanterne, etc.). Successivamente il pulmino ci ha portato al Wine Oasis, situato nella zona di Chaweng, dove abbiamo passato un’ottima cena in una sala privata di questo fantastico ristorante di nuova apertura. Ovviamente quello che abbiamo speso è praticamente irrilevante rispetto ai costi dei matrimoni in Italia 🙂

AYUTTHAYA. Dopo qualche giorno di relax post matrimonio, ci dividiamo dagli invitati e cominciamo la nostra luna di miele. Prima meta Ayutthaya, raggiunta comodamente la mattina presto con un minibus da Bangkok (Victory Monument) per pochi baht. Questa città è stata una delle mie mete preferite del viaggio, con i suoi fantastici templi e siti archeologici (indù). Alloggiamo al Tony’s Place (probabilmente miglior sistemazione del viaggio) dove prendiamo una fantastica camera enorme con 2 letti matrimoniali e uno singolo; cucina fantastica ed a prezzi abbordabili, colazione a buffet, ottimo. Uno dei risponsabili della struttura ci organizza un giro in tuk-tuk per visitare tutti i siti della città per 800 baht (circa 20 euro) e un giro in barchetta per visitare prima del tramonto i siti che sorgono sul lungo fiume (da sud-est a sud-ovest della città per intenderci) per 400 baht (10 euro). I migliori siti sono sicuramente il Wat Phra Sri Sanphet, il Wat Yai Chaya Mongkol, il Wat Maha That (con la testa del Buddha dentro l’albero) e l’indimenticabile Wat Chaiwatthanaram ammirato, tra l’altro, al tramonto. La visita di questa città-sito-archeologico ti lascia qualcosa di magico nell’animo.

CHIANG MAI. La mattina seguente partiamo con calma, dopo aver fatto una gita nel mercatino di Ayutthaya, prendiamo un bus per pochi baht diretti all’aeroporto di Don Muang di Bangkok dove ci aspetta il volo Nok Air con destinazione Chiang Mai. Arriviamo nel tardo pomeriggio e quello che ci salta subito all’occhio (o per meglio dire alla tasca) sono i prezzi! Gia dal taxi si capisce (anche Ayutthaya è molto economica però è un piccola cittadina) che siamo molto lontani da quelli di Bangkok o altre zone iper turistiche come Phuket e Koh Samui. Alloggiamo all’Awana House, una buona guesthouse che offre tutto il necessario a prezzi davvero modici e tra l’altro vicina alla porta Est che è, poi, il centro della città. Il primo giorno (completo) lo dedichiamo (in mattinata) alla visita rilassante dei 4-5 templi più importanti della città; mentre nel pomeriggio prendiamo un songthaew che ci porta alle fonti calde di San Kamphaeng (35km circa da Chiang Mai) dove ci gustiamo un bagno in acque termali e ci prepariamo le uova sode cotte nell’acqua delle fonti, simpatico passatempo in uso presso i locali. Con il songthaew, rispetto al taxi, si risparmia per i lunghi percorsi ma in compenso ci si intossica con i gas di scarico 🙂 Il secondo giorno lo dedichiamo (sempre tramite songthaew) alla visita della valle di Mae Sa: visitiamo l’elephant camp dove facciamo una passeggiata a dorso di elefante e dove constatiamo le terribili condizioni di vita destinate a questi splendidi pachidermi. A seguire una “passeggiata” (tutta in salita la prima metà) nello splendido giardino botanico ed infine una rilassante (si fa per dire) passeggiata per le cascate. Al ritorno ci fermiamo per una rapida visita alla serra delle orchidee e farfalle. In serata ci regaliamo uno stupendo massaggia full body da due ore, il rapporto qualità prezzo (meno di 15 euro) è incredibile. PS: se sentite, come me, nostalgia della cucina italiana fate un salto da Stefano, lasagne, pizza e dolci italiani con sapori vicinissimi a quelli nostrani, davvero da non credere.

BANGKOK. Torniamo a Bangkok per terminare le pratiche del matrimonio: ritiro della traduzione in italiano del certificato di matrimonio e deposito dei documenti presso l’ambasciata italiana.

CAMBOGIA – Verso SIEM REAP. Finalmente ci siamo, arriva la parte più avventurosa del viaggio, la Cambogia! Si parte il mattino presto, con lo Sky Train raggiungiamo la zona di Mo Chit e da li in pochi minuti un taxi ci porta alla Northern Bus Station dove prendiamo un bus per il confine (Poipet) con la Cambogia. Il viaggio costa circa 20 euro e passano anche il pranzo, si parte verso le 9:00 e si arriva verso le 14:00. Se avete fatto la furbata di acquistare l’eVisa (visto elettronico 20 dollari a testa) dal sito del ministero cambogiano vi evitate la trafila per fare il visto ed andate subito a fare la fila per l’ingresso in Cambogia. Qui la mafia… La fila dura 3-4 ore perchè la gente è tanta, gli impiegati pochi (e devono prenderti tutte e 10 le impronte digitali) e poi perchè ci sono una serie di tizi che vengono a chiederti dai 10 ai 20 euro per saltare la fila e fare subito il controllo per l’accesso… Poi una volta finita questa estrenuante fila, altra mafia per i bus gratuiti che portano in una sorta di stazione di bus e taxi dove bisogna prendere il taxi/bus assegnato senza poter contrattare. Per fortuna mi sono un po’ incazzato e sono riuscito ad ottenere direttamente un minibus dal confine insieme a mia moglie ed altri due passeggeri saltando la sosta alla stazione dei bus/taxi e spendendo la stessa cifra per un trasporto quasi privato e direttamente alla guesthouse di Siem Reap. Chiusa questa parentesi, entriamo nel vivo della nostra fantastica permanenza in Cambogia. I primi contatti con i locali ci fanno subito capire che i prezzi sono davvero bassi, soprattutto nelle zone meno turistiche (praticamente tutte tolto Angkor). L’illuminazione notturna è praticamente assente ed anche le strade asfaltate (a parte quelle principali). Se non amate l’avventura e non sapete adattarvi (ed adattarvi parecchio) la Cambogia non fa per voi.

SIEM REAP. Arriviamo in tarda serata a Siem Reap ed alloggiamo alla guest house Shadow of Angkor 2, molto bella, economica ed accogliente con tanto di piscina, unico neo (se proprio vogliamo essere pignoli) dover fare molte scale se vi danno una stanza al terzo piano come noi (ovviamente in Cambogia gli ascensori sono molto rari). Contattiamo un tuktuk boy consigliato da alcuni amici (tale Park) per organizzare i due giorni di permanenza a Siem Reap, non vi lascio il contatto perchè ci ha fatto spendere un po’ troppo e ci portava dai suoi “sponsor”.

TEMPLI DI ANGKOR. Il primo giorno lo dedichiamo interamente alla visita di Angkor e di tutti i templi del grande sito archeologico. Sinceramente c’è poco da dire, è un’esperienza che va vissuta per capire la magnificenza e le emozioni che suscitano tali posti ai visitatori. Girare per le sale del Bayon dove i volti di Jayavarman VII (praticamente il Caltagirone della sua epoca) ti seguono ovunque, ammirare il panorama dall’alto del Baphuon (dopo aver acquistato per 12 dollari pantaloni lunghi e t-shirt perchè non avvisati dalla nostra guida), immaginarsi di essere Angelina Jolie in Tomb Raider mentre si visita il Ta Prohm ed inchinarsi di fronte alla maestosità dell’Angor Wat, sono solo una piccola parte delle emozioni che si provano a visitare questi luoghi ricchi di storia e magia.

SIEM REAP. Il secondo giorno lo utilizziamo per fare una gita in barca sul fiume fino ad arrivare al lago Tonle Sap. Gita abbastanza interessante perchè si possono ammirare le altissime palafitte costruite sulle rive per tener testa alle inondazioni del periodo “umido”. Purtroppo, essendo il periodo secco, non abbiamo potuto ammirare completamente la bellezza del luogo. Sconsiglio questa gita se vi recate in Cambogia nello stesso periodo e se avete in programma la visita del villaggio fluttuante di Kampong Luong (altamente consigliata).

BATTAMBANG. La mattina del terzo giorno, di buon ora (verso le 7), prendiamo il battello per Battambang. Fantastico viaggio, sicuramente lo spostamento più bello fatto durante la nostra permanenza, in mezzo alla natura ed ai villaggi. Al solito, dato il periodo secco, l’acqua è molto bassa e difficoltosa da navigare e le normali 3 ore necessarie per il viaggio diventano 6-8. PS: portatevi da mangiare perchè vi danno solo una baguette (vuota) per pranzo. Arrivati a Battambang ci viene a prendere Mr Sokha (niente commenti!), un guidatore di tuk-tuk consigliatoci dalla persona di Siem Reap. Sokha è una persona assolutamente fantastica che vi consiglio vivamente se vi recate lì (+855 92 139 307), ti spiega ogni cosa sia dal punto di vista culturale che politico, ti racconta i problemi delle persone cambogiane, quali sono i loro sogni, in contrasto con lo stile di vita che sono costretti a seguire. Poi fa di tutto per farti risparmiare e ti presenta persone che ti fanno sentire di essere fra amici che conosci da una vita. Alloggiamo al Royal Hotel, posto carino ma fate colazione al vicino Sunrise Cafè che ne vale davvero la pena. Primo giorno (completo), il buon Sokha ci porta presso il famoso treno di Bambù (esperienza unica) dove per pochi dollari facciamo un giro su questo storico mezzo di trasporto, tra l’altro ci porta ad una “stazione” poco frequentata da turisti. Successivamente siamo andati al Phnom Banan dove abbiamo scalato il monte per visitare il tempio indù (da cui i locali affermano sia stato copiato Angkor Wat!) e visitato le grotte (occhio alle mine!). Successivamente ci siamo recati sul Phnom Sampeu per vedere il grande complesso di templi e le grotte dove sono state gettate le ossa delle vittime delle stragi di Pol Pot.

PURSAT – KOMPONG LUONG. La mattina presto lasciamo Battambang prendendo un bus in direzione Pursat. Lasciamo i bagagli al Century Hotel (praticamente siamo gli unici turisti) e prendiamo un tuk tuk in direzione Kompong Luong. Durante il tragitto per arrivare al villaggio galleggiante oltre alla povertà (che la fa da padrona in Cambogia) colpisce molto l’enorme mole di rifiuti depositati a terra, sono quelli che vengono gettati nel fiume durante la stagione delle piogge e che poi nella stagione secca restano sul terreno. Per 19 dollari affittiamo una barca privata per 2 ore che ci porta alla scoperta del grande villaggio vietnamita/cambogiano galleggiante, vediamo scuole, chiese, case, stazioni di rifornimento, tutto galleggiante. Facciamo un pasto in una sorta di ristorante per pochi dollari, ovviamente non hanno acqua corrente e quindi per l’igiene usano l’acqua melmosa e sporca del lago (abbiamo visto anche dei topi). Comunque siamo sopravvissuti 🙂

PNHOM PENH. La mattina partiamo per la capitale Pnhom Penh sempre tramite bus. Prendiamo la stanza (Paragon Hotel, sconsigliato, tranne per la locazione), visitiamo il Museo Nazionale, mangiamo qualcosa in un piccolo ristorantino li fuori e poi ci avviamo alla struttura più visitata della città: Il Palazzo Reale con la Pagoda D’Argento. La visita merita veramente, solo il caldo mi ha completamente sconfitto! Successivamente ci siamo recati al museo del genocidio di Tuol Sleng; una guida (figlia di una delle vittime e lei stessa scampata dalla morte fuggenfo in Vietnam) ci ha raccontato la crudele storia del luogo (una scuola) e del genocidio guidato da Pol Pot. Con il cuore gia abbstanza straziato abbiamo evitato di andare a visitare i campi di sterminio. Il secondo giorno l’abbiamo dedicato allo shopping presso il Mercato Centrale e presso il Mercato Russo, dove abbiamo acquistato i souvenir per amici e parenti. Nel pomeriggio, ahimè, abbiamo iniziato il nostro viaggio di rientro per l’Italia.

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Angkor Wat

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Bimba cambogiana

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Budda Reclinato

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Mosquito Island

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Matrimonio

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Koh Nuang Yuan

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Ayutthaya

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Maya Bay

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James Bond Island

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Bayon

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