Il meglio della Florida: Miami, Keys, Everglades e Orlando

Itinerario: Miami, Miami Beach, Key West, Key Largo, Everglades, Fort Pearce, Orlando, Palm Beach
Scritto da: danidisa
il meglio della florida: miami, keys, everglades e orlando
Partenza il: 26/07/2013
Ritorno il: 04/08/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Luglio ed agosto non sono di certo i mesi più adatti per visitare la Florida. Anzi, ripensandoci, dovrebbe essere proibito per legge! Infatti fa troppo ma troppo caldo. La temperatura eccessivamente alta (circa 35° C. nel pomeriggio pari a 95° Fahrenheit) toglie le energie e la voglia di fare qualsiasi cosa.

Ma noi, per ragioni lavorative, non potevamo andarci in nessun altro periodo dell’anno. E’ stata così una scelta forzata, che ci ha obbligato a sopportare un caldo bestiale e prezzi del volo più alti che in qualsiasi altro periodo dell’anno.

Come nostra consuetudine, abbiamo prenotato tutto molti mesi prima in modo tale da partire completamente organizzati con itinerario e tappe studiati a memoria a tavolino.

Abbiamo prenotato:

– A gennaio: Volo MILANO MALPENSA/MIAMI con Air Berlin tramite E-dreams: euro 860,00/cad.

– A gennaio: Hotel tramite www.booking.com senza nessun acconto versato.

-A marzo: auto con e-noleggio euro 236,00 circa, auto grande, navigatore compreso presso Dollar;

– Ad Aprile: abbiamo effettuato la pratica ESTA ed effettuato il relativo pagamento ;

https://esta.cbp.dhs.gov/esta/ € 17,00 a testa circa.

– A maggio: assicurazione con http://www.viaggisicuri.com € 120,00 per polizza famiglia – A maggio: UNIVERSAL STUDIOS / Island of Adventures https://www.universalorlando.com/harrypotter/

– A giugno: GITA IN BARCA EVERGLADES (circa 30 dollari a testa)

– A giugno parkingo

http://www.parkingo.com/

– A luglio: prenotato dollari in banca

– A luglio: comprato carta telefonica prepagata Columbus di Telecom Italia.

1^ Giorno MIAMI 26 Luglio 2013

Partiamo da casa alle 3.30 di mattina per recarci a Parkingo Malpensa per lasciare la nostra auto. Il nostro volo Air Berlin con scalo a Dusseldorf, parte prima delle 7.00 del mattino.

Facciamo il check in al desk, in quanto per voli verso gli Stati Uniti, con Air Berlin, non è possibile effettuare il check in online. Per quasi tutte le altre destinazioni, invece, il check in online è richiesto. Altrimenti viene applicata una tassa di 15 euro a persona, per tratta.

I nostri voli sono entrambi puntualissimi ed arriviamo a destinazione addirittura in anticipo. Gli aerei Air Berlin sembrano tutti molto nuovi ed il servizio a bordo è super efficiente con pasti sufficientemente buoni.

L’aeroporto di Miami è piuttosto grande e dispersivo. Dobbiamo fare km. a piedi (senza troppi tapis roulant) per raggiungere il controllo passaporti. Qui le procedure sono molto lente, nonostante i numerosissimi sportelli aperti e la gente in coda è veramente tanta. Perdiamo oltre 30 minuti per le procedure d’immigrazione.

I nostri bagagli ci attendono già scaricati dai nastri trasportatori, in quanto è passato troppo tempo.

Recuperiamo il tutto e ci dirigiamo verso la centrale di autonoleggio, dove vi sono gli uffici di tutte le società. Per raggiungere questo punto dobbiamo prendere addirittura un treno presente in aeroporto, chiamato MIA.

Arrivati lì, ovviamente la coda presso il banco della Dollar è la più lunga. Forse perchè è la società che costa meno.

Dopo una discreta attesa, possiamo finalmente ritirare la nostra auto prenotata. Ci fanno scegliere tra 2 auto di stessa dimensione ed optiamo per una Mazda 3 bianca.

Lasciamo finalmente questo maledetto aeroporto, impostando il navigatore affittato unitamente all’auto (prezzo veramente vantaggioso – v. sopra) con l’indirizzo del nostro hotel di Miami Beach.

Scopriamo però che a quell’ora pomeridiana, il traffico per raggiungere Miami Beach è alle stelle. Facciamo parecchia e snervante coda. Finalmente raggiungiamo il nostro CREST HOTEL a Miami Beach.

Vediamo subito che l’hotel non ci fa impazzire. Tuttavia si trova in una posizione abbastanza comoda sia per il centro di Miami Beach, sia per Ocean Drive e le spiagge.

La cosa che apprezziamo subito è il parcheggio pubblico collocato proprio davanti all’hotel, anche se piuttosto costoso: 90 dollari per 3 giorni, con la possibilità però di entrare ed uscire quando si vuole ed avere sempre un posto assicurato.

La camera non è bellissima. A dire il vero non è una semplice camera ma uno Studio, cioè un mini appartamento con cucina (noi non avevamo chiesto niente di tutto ciò. Ci bastava il frigorifero). Comunque, così. abbiamo più spazio a nostra disposizione.

Riposiamo un pochino con l’efficiente impianto di aria condizionata. Qui, negli Stati Uniti, sanno veramente raffreddare bene gli ambienti. Non come in Italia, dove l’aria condizionata neanche si sente. A noi, in estate, piace l’aria condizionata a palla e, in questo, gli Americani sono maestri.

Usciamo per una veloce cena , nel posto più vicino all’hotel che troviamo: uno squallido locale con pizza al trancio e cose simili, gestito da gente di chissà quale etnia.

Torniamo in hotel annientati dal fuso orario (6 ore indietro rispetto all’Italia) ed essendo svegli da chissà altre volte, andiamo a dormire senza fare caso all’ora.

2^ Giorno MIAMI 27 Luglio 2013

Infatti ci svegliamo prestissimo; ma lo sapevamo già. E sarà così per quasi tutta la nostra vacanza. Quando finalmente riusciremo ad abituarci al fuso orario, sarà ora di ripartire.

Nel nostro hotel, prezzo medio-alto, circa 130 euro al giorno per camera tripla, non è nemmeno compresa la colazione.

Ma noi, da casa, avevamo già individuato un vero Diner d’epoca poco d’istante dall’hotel. Dopo i nostri precedenti 2 viaggi negli States, possiamo dire che noi ADORIAMO i diner vecchio stile, con i loro menu kilometrici, soprattutto per la colazione.

Il Diner 11th Street, è fantastico. Ci recheremo lì per tutti i nostri 3 giorni a Miami.

Ogni giorno cerchiamo di scegliere una specialità diversa:

Max e Clarissa scelgono il salato con bacon, scramble eggs e pancake.

Per me, Daniela, pancakes alla fragola, accompagnati da sciroppo d’acero.

Ipercarburati con questa sostanziosa colazione, partiamo per il nostro primo giro di perlustrazione di Miami.

Per prima cosa, approfittiamo del fatto che sia piuttosto presto, per visitare bene Ocean Drive. Questa è la via principale di Miami Beach, la più vivace, il classico lungomare in stile Art Deco.

Qui c’è anche la famosa casa di Versace, ora chiusa, dove è stato assassinato.

Facciamo un primo passaggio sulla spiaggia: Clarissa si precipita a fare esercizi ginnici con i classici attrezzi piazzati un po’ dovunque lungo la via.

Poi decidiamo di andare verso la spiaggia dove i bagnini stanno piazzando sdraio ed ombrelloni (che mettono e tolgono ogni giorno). Fotografiamo le pittoresche torrette dei baywatches, ognuna dipinta con colori diversi l’una dall’altra. Clarissa approfitta dell’assenza dei Baywatch (perchè è presto) per salire in cima alle torrette e far finta di essere la bagnina.

Poi ci dirigiamo verso Miami, attraversando i ponti dove sorgono le lussuose ville dei ricconi di Miami, con gli yacht parcheggiati davanti: tutte molto belle e scenografiche. Ne fotografiamo alcune.

Raggiungiamo velocente il Bayside marketplace, un graziosissimo porticciolo turistico con tantissimi negozi. Parcheggiamo senza difficoltà perchè il luogo dispone di apposito parcheggio coperto a prezzi accessibili.

Passeggiamo tra negozi e ponticelli e raggiungiamo l’Hard Rock, collocato in posizione dominante. Mentre Clarissa acquista magliette Hard Rock Miami per sè e per i suoi amici, io resto seduta sul pontile ad ammirare il panorama.

Intanto il caldo cresce e cresce e noi sudiamo e sudiamo. Poi, tutto ad un tratto, come anche nei giorni successivi qui in Florida, tutto si rannuvola; il cielo diventa di colore blu minaccioso e, in quattro e quattr’otto, inizia a diluviare per circa 30 minuti.

Riprendiamo così l’auto e ci addentriamo nel caotico sistema stradale di Miami, alla ricerca della concessionaria Harley di Miami, Petersons.

Siamo già stati in altre grandi città degli Stati Uniti: San Francisco, Los Angeles, Boston ma nessuna di queste è trafficata e complicata per la guida come Miami. Anche seguendo alla lettera l’efficiente navigatore Garmin (negli Usa non si usano i Tom Tom ma solo Garmin) spesso non si capiscono le indicazioni e si svolta negli svincoli sbagliati.

Comunque, sotto una pioggia battente che non ci fa vedere quasi niente, riusciamo a raggiungere l’Harley Miami.

Arriviamo e ormai ha smesso di piovere. Così entriamo e acquistiamo le prime magliette. Questa sarà solo l’inizio di una lunga serie di concessionarie e negozi Harley che visiteremo, come nostra consuetudine nei viaggi all’estero (Max è un Harleysta).

Rientriamo poi a Miami Beach, facendo una tappa da Starbucks per frappuccino e torta.

Subito dopo rientriamo in Hotel: io, Daniela decido di riposare, mentre Max e Clarissa vanno in spiaggia per un primo bagno nell’oceano.

Poi facciamo tutti insieme un tuffo, tuttavia piacevole, nella squallida piscina del nostro hotel: un semplice rettangolino azzurro, incastrato in posizione mediocre.

Per cena, lungo panino da Subway dove è possibile scegliere autonomamente il contenuto dei panini che vengono farciti sotto i nostri occhi (senza sorprese di alimenti non graditi).

Segue un giro nei numerosi negozi di Souvenir di Miami Beach: i nostri preferiti sono Alvin’s (per Max e Clarissa) e Wings (per Daniela) dove acquistiamo qualche regalino per gli amici a casa.

3^ Giorno MIAMI 28-7-2013

Ci rechiamo per il secondo giorno al solito Diner per colazione, dove veniamo accolti da grandi saluti e sorrisi.

I camerieri ci trattano in modo molto amichevole, come se fossimo amici di vecchia data, accogliendoci con un caloroso “welcome back”.

Quest’oggi però ordiniamo:

Max la solita colazione salata

Clarissa un mega Waffel

Daniela fa la piacevole conoscenza dei sublimi French Fried Toast.

Ve li descrivo brevemente: si tratta di pezzettoni di pane, fritti, rotolati nello zucchero e spolverati di cannella. Alla fine il risultato è simile ad un piatto di frittelle e vi assicuro che sono buonissimi (quasi meglio dei Pancakes).

Poi partiamo per l’itinerario stabilito per la giornata.

Prima tappa: Vizcaya.

E’ una lussuosa residenza in riva al mare, riccamente arredata con scenografici giardini ornamentali e fontane. Viene utilizzata come location per matrimoni (l’avevo già sentita nominare su Real Time ad “Abito da sposa cercasi” o meglio “Say yes to the dress”). Anche quel giorno c’era una sposa che, come noi, giunta con largo anticipo sull’orario di apertura (apre alle 9,30 ma il sito internet diceva alle 9.00) faceva pazientemente la fila davanti alla biglietteria.

Visitiamo le numerose stanze ben arredate, collocate su 2 piani, con grande patio e fontana centrale (purtroppo non è possibile fare foto all’interno). Poi usciamo negli splendidi giardini, in stile veneziano, magistralmente affacciati sul mare.

Tanto per cambiare, fa molto caldo. Ma visitiamo comunque tutto, confortati dal fatto che, dopo questa visita, ci aspetta la tappa alla Piscina Veneziana.

La Piscina Veneziana si trova nel bel quartiere di Coral Gables, molto tranquillo con graziose casette residenziali.

La nostra Guida Mondadori dice che la piscina Veneziana di Miami sia la piscina pubblica più bella del mondo. E vi assicuro che è proprio così! E’ costruita in una cava di roccia corallo (nel 1923) in stile veneziano. La temperatura dell’acqua è perfetta per noi in quel momento: una freschezza veramente piacevole per il caldo accumulato dai nostri corpi durante la mattinata. Restiamo qui anche per pranzo, nella caffetteria dove è possibile scegliere tra diversi piatti caldi.

Torniamo poi a Miami Beach e facciamo un veloce bagno in spiaggia. Veloce perchè in spiaggia fa molto caldo e noi non abbiamo ombrellone.

Per cena, torniamo da Subway e, a seguire una tappa da Starbucks per frappuccino e torte. I dolci di Starbucks sono veramente buone!

4^ Giorno KEY WEST 29 luglio 2013

Torniamo per colazione al solito Diner, per l’ultima volta, purtroppo.

Subito dopo ci mettiamo in viaggio direzione Key West. Il tragitto è piuttosto lungo, circa 3 ore, ma la strada delle Keys è talmente suggestiva che il tempo passa in fretta.

E’ una lunga e tranquilla strada a 2 corsie che attraversa il mare; a destra e sinistra, solo il mare delle Keys punteggiato, qua e là, da graziose isolette verdi.

Facciamo una prima tappa a Key Largo, al Dolphin Cove, per prenotare il Nuoto coi Delfini per Clarissa, per il giorno successivo. Infatti, questa è l’unica attività del nostro viaggio che non siamo riusciti a prenotare dall’Italia, in quanto accettano solo prenotazioni telefoniche con tanto di dettatura Carta di Credito telefonica. Non ce la siamo sentiti di farlo telefonicamente, tanto più che il prezzo di questa esperienza con i delfini è considerevole (circa 200 dollari) e così abbiamo deciso di passare personalmente, sperando di trovare ancora posti disponibili. Siamo disponibili e, il giorno successivo, Clarissa farà la sua tanto desiderata attività con i delfini.

Procediamo e raggiungiamo Key West. Ci rechiamo dapprima al nostro hotel, FAIRFIELD INN, molto bello tanto da decretarlo, da tutti noi all’unanimità, il migliore del nostro viaggio. Unica pecca, la posizione un po’ “sfigata” alla periferia di Key West, lontana dal fascino del bellissimo e vivacissimo centro storico.

Infatti Key West è bellissima; per me e Max la meta più bella del nostro viaggio in Florida, tanto che decidiamo di tornarci in futuro per soggiornare più a lungo (magari in altra stagione. inverno?). Peccato non alloggiare proprio in centro, magari nella bella Duval Street, dove ci sono tutte queste caratteristiche casette in legno colorato, una più bella dell’altra e tutte da fotografare. Notiamo che in centro sono presenti molti Bed & Breakfast e Guest House carinissime da tenere presente per il futuro.

Prima tappa è la casa di Hemingway. E’ proprio una bella ed interessante dimora in stile spagnolo coloniale, disposta su 2 piani, con locali arredati e cimeli del più famoso scrittore statunitense di tutti i tempi. Bellissimo anche il rigoglioso giardino con laghetto e con la famosa piscina; la prima piscina costruita a Key West e costata molto più della casa stessa. Particolarità della casa nonchè grossa attrattiva per i turisti è rappresentata dai famosi “gatti di Hemingway”, discendenti dai veri gatti di proprietà dell’autore. Nella casa sono presenti oltre 50 grossi gattoni, che vagano un po’ ovunque, in giardino, in cortile o spaparanzati sui mobili della casa, superdisponibili a farsi fotografare dai visitatori.

Usciti da qui, facciamo un breve giro in macchina per focalizzare meglio il centro di Key West e per fare un minimo di programmazione per la serata, cercando luoghi e parcheggio.

Poi però abbiamo, come di consueto, troppo caldo e la bella piscina a laghetto del nostro hotel ci chiama. Così ci rinfreschiamo nelle chiare, fresche e dolci acque di questa scenografica piscina.

Usciamo presto in serata, parcheggiando nel comodo parcheggio a pagamento vicino a Mallory Square (10 dollari di parcheggio per la serata e pagamento esclusivamente con carta di credito al parcometro).

Notiamo in Mallory Square, già l’affollamento di persone che attendono il tramonto per il famoso applauso al sole. Siamo indecisi: non sappiamo se attendere anche noi il momento (imprecisato) del tramonto e dell’applauso oppure cercare un luogo per la cena.

Decidiamo di cenare proprio in un ristorane cubano affacciato su Mallory Square: La Maison de Pepe. Locale caratteristico: Max sceglie cibo cubano. Io e Clarissa, più tradizionaliste, normale cibo americano.

Quando usciamo il sole è ormai tramontato. Accidenti: ci siamo persi l’applauso. Pazienza! Percorriamo quindi la bella e vivace Duval Street con tutti i suoi locali caratteristici e negozi ospitati nelle belle case di legno colorato tipiche del luogo. Prima di tutto, ovviamente, il negozio Harley di Key West, ma poi ci soffermiamo anche brevemente allo Sloppy Joe’s, il famoso pub di Hemingway dove suonano, in quel momento, musica dal vivo. Veramente suonano dal vivo in quasi tutti i locali della via. Che bello e che allegria. Ci soffermiamo anche a guardare le ragazze del Coyote Ugly che ballano sul bancone del bar invitando coraggiose ed impacciate turiste a salire anch’esse sul bancone e sculettare. Che spettacolo raccapricciante! Facciamo una sosta anche al bellissimo edificio dell’Hard Rock Cafè ma il relativo negozio, ci delude un po’.

Rientriamo poi in hotel per approfittare un po’ delle comode postazioni internet gratuite collocate nella Lobby. Alcuni hotel (i migliori) offrono questo servizio. Altri si limitano solo al Wi-fi gratuito ma noi non abbiamo portato i ns. Pc da casa.

5^ Giorno KEY LARGO 30 Luglio 2013

La colazione al nostro hotel di Key West è favolosa. La migliore del nostro viaggio così come l’hotel di Key West è per noi il migliore in assoluto: grande varietà di cibi dolci e salati ed, in più, le divertenti macchine per fare da soli il proprio Waffel. Il mio waffel risulta abbastanza decente. Quello di Max invece ha una forma irregolare.

Prima di lasciare Key West vogliamo fare un ultimo giro nel centro storico per poterlo apprezzare con la tranquillità del primo mattino. Parcheggiamo in prossimità del “punto più a sud degli Stati Uniti”. Passeggiamo sulla piccola spiaggia e sul molo dove “è proibito stare senza sorridere”.

Ripercorriamo quindi la strada del giorno prima per tornare a Key Largo dove alloggeremo quel giorno. Prima però una tappa al porticciolo delle Balene, un grazioso porto turistico, Whale Harbor, con tante barche per la pesca e per le escursioni per vedere le balene oltre ad un variopinto pub a ponte, azzurro e giallo, dove è possibile, mangiare, bere ed ammirare il mare dal bancone. Peccato che non sia l’ora giusta per approfittare, però percorriamo ugualmente il locale a ponte, da una parte all’altra.

Arriviamo poi al nostro hotel, MARINA DEL MAR, sorpresi dalla bella collocazione della nostra camera, con balconcino vista canale. L’hotel è completamente affacciato su un bel canale, pieno di imbarcazioni che vanno e vengono. La vista ci piace molto.

Attendiamo l’ora per l’appuntamento con i delfini, preso il giorno prima al Dolphin Cove http://www.dolphinscove.com

Arriviamo con largo anticipo, soffrendo un po’ il caldo. Ci sorbiamo un lungo e noioso briefing in inglese parlato a raffica e poi, finalmente, Clarissa può entrare in acqua con 2 delfini, l’istruttrice e restarci per circa mezz’ora.

La lezione è interessante e divertente. Clarissa ricorderà quest’esperienza per sempre. L’istruttrice suggerirà tutte le attività da fare con la coppia di delfini: salti, trascinamenti, corse veloci, per culminare con il famoso bacino del delfino.

Io e Max, che attendiamo, fotografiamo e riprendiamo da un punto di osservazione per gli accompagnatori a pagamento (10 dollari per accompagnatore), non avendo la possibilità di buttarci in acqua come Clarissa, agogniamo il momento del nostro quotidiano bagno in piscina.

Tuttavia, l’acqua della piscina del nostro hotel, è un po’ troppo calda per i nostri gusti, pur apprezzando le dimensioni della piscina stessa, affacciata sul famoso canale e circondata da bel giardino di palme.

Per cena, seguendo il suggerimento di una pubblicazione turistica trovata in camera, decidiamo di andare alla Fish House di Key Largo. Stasera quindi, cena a base di pesce, che non ci delude affatto. Al termine decidiamo di assaggiare la famosa torta tipica del luogo: Key Lime Pie, una specie di Cheese Cake al lime e meringa che, però, non ci piace molto. Meglio le classiche ciambelline di Dunkin Donuts!

6^ Giorno EVERGLADES- FORT PIERCE 31 Luglio 2013

La colazione al nostro Hotel Marina è piuttosto penosa, con brioches e bagles confezionati. L’ambientazione però è piacevole, con i tavolini all’aperto vista canale.

Quest’oggi ci aspetta l’escursione in barca alle Everglades che abbiamo prenotato da casa tramite il sito: http://evergladesnationalparkboattoursflamingo.com/

Entriamo con l’auto nel Parco delle Everglades, pagando un importo di 10 dollari per auto. Facciamo una prima sosta al primo Visitor Center, con ricco museo e collocato in ambientazione molto piacevole, con vista su laghetto e bel molo di legno.

Percorriamo poi l’unica strada possibile che ci condurrà a Flamingo, sostando nei punti panoramici segnalati. Scorgiamo qua e là qualche uccello. Il luogo è bellissimo anche se vi consigliamo di scendere dall’auto il meno possibile perchè verrete immediatamente assaliti da zanzare, tafani ed insetti vari. La sola apertura dello sportello o di un finestrino provoca un immediato ingresso d’insetti nella macchina. Ci cospargiamo completamente con Autan portato da casa ed utilizziamo lo stick all’ammoniaca per il dopo-puntura.

Tuttavia, giunti al luogo di partenza dell’escursione, decidiamo di acquistare nel negozio un repellente Spray sperando che sia più adatto.

Giungiamo alla Marina di Flamingo con largo anticipo ed attendiamo al Visitor Center il momento della partenza. Fortunatamente la nostra barca ha copertura con telone blu, quindi l’ombra è assicurata. Inoltre in navigazione, circola un po’ d’aria, così non stiamo affatto male.

L’escursione nelle backwater areas delle Everglades è, a livello di paesaggio, piuttosto bella: vediamo le famose mangrovie, laghi, canali e molta vegetazione. Tuttavia, a livello di fauna, si scorge molto poco. Avvistiamo solo un paio di alligatori e qualche uccello. Niente di più.

L’escursione dura circa 1 ora e 30 min. Al termine, riprendiamo l’auto e ripercorriamo la stessa strada del mattino per uscire dal parco e dirigerci verso Fort Pierce, dove pernotteremo.

La sosta di Fort Pierce è solo una tappa tecnica essendo colloca a metà strada da le Everglades ed Orlando, dove ci recheremo domani per la visita agli Universal Studios.

Fort Pierce è una cittadina tranquilla in riva ad un braccio di mare. Il nostro hotel, fronte mare, è molto piacevole e dotato di ogni confort. Bellissimi i moli di legno davanti all’hotel dove starsene in tranquillità a scrutare il mare e fare delle belle foto di giorno e di notte.

L’hotel, Hutchinson Island Plaza Hotel & Suites, è dotato di tutto quello che ci serve: solita camera con 2 letti Queen vista mare, piscina fronte mare, piscina idromassaggio caldissima fronte mare e comode postazioni internet gratuite per gli ospiti. Niente da ridire.

Consentitemi una piccola parentesi per spiegarvi la questione dei letti in Florida. Noi abbiamo sempre prenotato camere con n. 2 letti Queen che pensavamo, come dai nostri precedenti viaggi in Usa, essere dei normali letti matrimoniali, della misura di quelli italiani (essendo noi in 3). Invece scopriamo sin dal primo hotel che, qui in Florida, per Queen Bed s’intende un letto poco più grande di una piazza e mezza (un letto alla francese, tanto per intenderci) dove io e mia figlia, nello stesso letto, siamo sempre piuttosto strette. Avremmo fatto meglio a scegliere camere con 2 King Size Bed anche se il costo sarebbe stato superiore.

E’ Fort Pierce che non è niente d’eccezionale, invece e non offre particolari attrattive. Cerchiamo un locale per cenare e scorgiamo vicino all’hotel un Diner, piuttosto squallido, gestito da moglie e marito grotteschi: Dave’s. Ma il tutto fa “vecchia America”. Non c’è nessun altro cliente oltre a noi ma i cibi che ordiniamo ci piacciono: sandwich caldi con tacchino, bacon, prosciutto e patatine fritte. Spendiamo poco e rimaniamo talmente soddisfatti che scattiamo foto dentro e fuori il locale.

Torniamo alla spiaggia del nostro hotel per passeggiare sui moli con le luci della sera. Bello.

7^ Giorno ORLANDO 1 Agosto 2013

Buona la colazione al nostro Hotel di Fort Pierce. Al buffet troviamo persino dei piccoli panini già preparati con mini hamburger e formaggio Ceddar.

Lasciamo poi l’hotel prestissimo, perchè vogliamo raggiungere gli Universal Studios di Orlando il più presto possibile e ci separano 2 ore di tragitto in auto.

Arriviamo al mega parcheggio degli Universal Studios verso le 9.30. Il parcheggio è piuttosto caro (15 dollari per l’intera giornata) ed un sistema di tapis roulant e scale mobili ci conduce fino al piazzale antistante l’ingresso dei parchi. Ci dirigiamo verso Islands of Adventure, con i nostri biglietti già acquistati via internet, sul sito degli Universal Studios. Gli Universal Studios si dividono in 2 differenti parchi: Universal Studios (classici) e Island of Adventures, all’interno del quale si trova la famosa zona dedicata al mondo di Harry Potter, verso la quale siamo diretti.

Il fatto di avere già i biglietti acquistati e stampati, ci comporta il fatto di non dover far code all’ingresso. Tuttavia, dopo l’ingresso, ci accorgiamo che c’è un sacco di gente, soprattutto nel Wizarding world of Harry Potter, verso il quale siamo diretti. Inoltre occorre fare sempre parecchia coda per le varie attrazioni: circa 30 minuti di coda per ogni singola cosa. Clarissa riesce a fare 4 attrazioni mentre noi aspettiamo sempre pazientemente all’uscita cercando dei luoghi al coperto per ripararci dal caldo.

Sarebbe stato bello visitare tutti i negozi di cui si parla nei film di Harry Potter presenti in Diagon Alley, ma solo in alcuni si riesce ad entrare e fare acquisti. Ad esempio, per entrare nel famoso negozio delle bacchette magiche, Olivander, c’è una lunga coda.

Insomma, verso le 14.00 siamo tutti e 3 belli cotti e ci avviamo sotto il sole cocente verso l’uscita per recuperare la nostra auto. Per aiutare a ricordare la zona del parcheggio in cui si lascia l’auto, si suddivise il parcheggio in zone con il nome di personaggi tipici degli Universal Studios (Es. E.T., ed il nostro che era “Il gatto dentro il cappello” – ma chi é?????? Boh).

Andiamo al nostro hotel Ramada Plaza Resort & Suites International Drive Orlando, collocato ad un paio di Km. dagli Universal Studios, sull’International Drive. Si tratta di un grande albergo e sembra anche abbastanza lussuoso. La nostra bella camera è collocata ben all’11^ piano con grandi vetrate con vista sulla piscina e sul lago sottostante. Bellissima vista che apprezzeremo ancor di più di notte, con l’accensione di tutte le luci che si specchiano sul lago e l’impareggiabile immagine dell’alba rosseggiante sul lago.

Ci precipitiamo ovviamente subito in piscina. C’è anche un’adiacente vasca idromassaggio che però non viene accesa. Mah.

Dopo poco però tutto si rannuvola, si alza un forte vento, inizia a piovere e noi scappiamo in camera a prepararci per la cena.

Abbiamo notato nei dintorni dell’hotel, molti locali “All you can eat”, cioè ristoranti dove si paga una quota fissa per il buffet e per le bevande e poi si può attingere a piene mani (o meglio pieni piatti), dal grande buffet che espone pietanze varie dall’antipasto al dolce. E’ tutto buonissimo e siamo soddisfattissimi, anche perchè, più di tanto., non possiamo mangiare. La cosa sarebbe ripetibile anche a pranzo, con un grande buffet per la colazione a pochi dollari (5 dollari) ma noi, sbagliando clamorosamente, preferiamo approfittare della nostra colazione compresa nel prezzo della camera.

Dalle grandi finestre della nostra camera, assistiamo al miglior spettacolo che Orlando ci offre: Orlando by night e, al mattino, un’incredibile alba rosseggiante.

8^ Giorno Daytona e Palm Beach 2 Agosto 2013

La colazione è assai deludente: solo caffè, pane e poco altro. Dovevamo andare nuovamente in un “All you can Eat” come consigliavano le recensioni negative su Tripadvisor.

Ma la cosa più triste è il fatto che così inizia il nostro ultimo giorno completo in Florida.

Lasciamo l’hotel ed andiamo subito a Daytona per visitare la concessionaria Harley più grande del mondo. Arriviamo poco dopo l’apertura e compriamo magliette per tutti (ma proprio per tutti). Max ovviamente fa un sacco di foto dentro e fuori e poi andiamo verso Palm Beach, dove abbiamo prenotato l’ultimo hotel.

Il viaggio verso Palm Beach dura circa 3 ore.

Appena arrivati scopriamo subito la differenza tra Palm Beach e West Palm Beach dove si trova il nostro hotel. La prima è ovviamente bellissima e lussuosissima, la seconda, dove staremo noi, ovviamente puttosto squallida.

Anche il nostro piccolo HOTEL BIBA, sembra piuttosto essenziale e minuscolo. Comunque non ci formalizziamo: ha la piscina, ha bei cortiletti con tante palme e camere decenti.

Oggi è proprio brutto tempo per l’intera giornata, così non possiamo neppure utilizzare la piscina.

Io e Max decidiamo però di andare a visitare Palm Beach, anche se sotto la pioggia, mentre Clarissa rimane in hotel a dormire.

Anche con il tempo lugubre, vediamo che Palm Beach è bellissima. Le case o meglio le ville, hanno tutte una particolare architettura maestosa, con torrette, fontane, colonnati, talvolta simili a castelli in miniatura.

La nostra destinazione è il favoloso Museo Flagler, dal nome del suo ricco proprietario che ha fatto fortuna nel mondo del petrolio, alberghiero ed in altri settori.

La residenza risale ai primi del ‘900 ma è talmente così ben tenuta che sembra essere stata costruita ieri. Persino i mobili e gli arredi dai colori vivaci (un colore per ogni stanza) danno un’idea di avanguardia. La casa è bellissima, fantastico il cortile coperto interno e strabiliante il padiglione (di recente costruzione) davanti al lago che ospita addirittura il vagone privato della famiglia Flagler, all’epoca degli inizi dello sviluppo della Ferrovia negli Stati Uniti. Si può addirittura salire sul vagone del treno e visionarne i ricchi arredi.

All’uscita in macchina, cerchiamo di seguire in auto l’itinerario proposto dalla Guida Mondadori per visitare la Palm Beach storica. Tutto molto bello. Peccato per il tempo che non ci fa apprezzare minimamente il lungomare con le spiagge.

Torniamo in hotel per organizzare le cose per l’imminente partenza del giorno successivo.

Usciamo poi per cena facendo però prima una sosta in un grande magazzino Walmart dove Max vuole acquistare delle riviste.

Per cena scegliamo un fast food della catena Wendy’s, molto popolare in questa zona, dove notiamo che la qualità del cibo è migliore rispetto a MacDonald o Burger King.

9^ Giorno RITORNO 3 Agosto 2013

Anche oggi non c’è il sole ma, almeno, per il momento non piove.

La colazione nel nostro hotel Biba è sorprendente tanto da essere valutata la seconda migliore del viaggio. E poi consumare i buoni croissants e dolci (che finalmente troviamo) nella piacevole cornice del giardino tropicale dell’hotel, è impareggiabile.

Abbandoniamo le chiavi alla Reception e seguendo il navigatore raggiungiamo dopo circa 1 ora l’aeroporto di Miami, cercando il centro per la restituzione delle auto a noleggio. Facciamo tutto senza problemi e attendiamo pazientemente l’apertura dei Check-in Air Berlin. Scopriamo così che l’aereo. a differenza della precisione in andata, ha un ritardo di quasi 2 ore e temiamo per il nostro scalo a Berlino, temendo di perdere il volo Berlino-Malpensa.

Ma ci assicurano che ciò non accadrà ed effettivamente ce la facciamo a prendere anche il secondo aereo (che aveva a sua volta 20 minuti di ritardo) ed arrivare abbastanza puntuali a casa.

Anche il ritiro della nostra auto presso Parkingo è superefficiente come sempre. E’ proprio per questa ragione che ci serviamo sempre di loro.

Ovviamente, a questo punto, si dovrebbe scrivere la classica frase conclusiva che riassume un po’ tutta la vacanza.

Insomma, possiamo dire che è andato tutto bene, tutto come da programma, siamo riusciti a fare tutto quello che ci eravamo prefissati però, però, però, TROPPO CALDO.

Se decidete di andare in Florida, andateci IN INVERNO, perchè lì non è mai inverno.

DANI, MAX E CLARISSA

http://digilander.libero.it/danidisa



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche