Il giro del mondo… in viaggio di nozze
Abbiamo acquistato un biglietto viaggio del mondo in Inghilterra con l’agenzia di viaggi STA chiedendo diversi stop (India- Australia-Nuova Zelanda- Fiji- Los Angeles e New York) e il prezzo ci ha sbalordito, poco più di 2000 sterline tutte le tratte internazionali comprese e ce lo siamo accaparrato al volo.
Non mi dilungherò troppo sull’India, in cui ci siamo fermati 3 mesi e mezzo per fare volontariato in una scuola biblica e dove mio marito Mark va oramai da molti anni seguendo progetti di microcredito ma vorrei raccontarvi la nostra avventura in Australia e Nuova Zelanda, paesi spettacolari.
Comunque consiglio a tutti quelli che hanno in progetto l’India di visitare il Rajasthan, è diverso da tutta l’india, secondo me è la vera India poco occidentalizzata ancora con la magia da mille e una notte. Noi abbiamo vissuto per 3 mesi a Udaipur una bellissima città su un magnifico e incantato lago illuminata di notte delle mille luci che si riflettono sullo specchio d’acqua a creare un’atmosfera da favola.
Dopo l’India a fine ottobre abbiamo iniziato la grande avventura, solo i voli prenotati e qualche amico da andare a trovare tra l’Australia e la Nuova Zelanda ma tutto ancora una bianca tavolozza da dipingere con itinerari, sogni e colori australi.
Sbarcati a Perth il 6 novembre siamo stati recuperati in una giornata caldissima dalla mia amica Dinah che ci ha fatto fare un breve tour della città, che è bellissima. Non so perché molti turisti evitano l’Australia occidentale che è davvero vale una visita, poco conosciuta e poco turistica. Perth è una città che merita e soprattutto ci è piaciuto molto Freemantle, la cittadina sul mare raggiungibile in treno metropolitano. Il mercato è uno dei più belli che ho visto in Australia e l’atmosfera di sabato pomeriggio con pub aperti, persone sedute fuori nei bar sulla promenade, sulla spiaggia, buskers ai lati della strada è stata incantevole.
Durante la permanenza a Perth siamo andati a trovare in autobus un’altra amica che abita sulla costa a 4 ore a Sud di Perth, nella cittadina marittima di Dunsbourough, e da lì abbiamo visitato con il suo pick up bianco e il cagnone Scooby parte della costa occidentale. Devo dire questa parte non ha niente da invidiare alla costa orientale dell’Australia, le spiagge sono bellissime, poco turistiche piene di surfisti, panorami spettacolari. Da non perdere gli assaggi di vini delle varie cantine che sono quasi sul mare, in alcune ci si può anche fermare a pranzo o cena.
Da Perth dopo 4 giorni siamo volati ad Adelaide e da lì abbiamo subito preso un velivolo per Kangaroo Island. Per chi va in Australia e non ha mai visto non solo i canguri ma anche i koala è da non perdere, se si va in bassa stagione non è nemmeno troppo turistica, piena di posti dove fermarsi e soprattutto piena zeppa di canguri. Noi abbiamo scelto di affittarci una macchina (molto costosa, direi la più costosa che abbiamo trovato in AU) e ci siamo subito diretti verso la parte a Nord vicino al parco di Flinders Flinch, la riserva naturale. Avevamo prenotato una log cabin (cabina di legno) al West Island park, un campeggio per camper ma anche attrezzato con casette in legno grandi e piccole. Siamo stati contentissimi della scelta perché appena arrivati abbiamo subito visto un koala su un albero che giocava.
Nei giorni seguenti abbiamo fatto varie passeggiate nel koala track (situato direttamente all’interno nel nostro campeggio), direi il posto migliore dell’isola per vedere koala, sono praticamente assicurati e mi sono divertita un sacco nel fare koala spotting. Un bel posto per mangiare sull’isola e nemmeno troppo turistico è proprio il bar caffetteria all’entrata del parco. L’ultimo giorno abbiamo visitato i paesini vicino al porto e all’aeroporto, da vedere anche qui sono le wineries (cantine di vini) sulle colline con spettacoli mozzafiato sul mare. Vyvonne bay a metà dell’isola è un altro posto carino se piacciono le spiagge e se è bel tempo.
Dopo l’isola dei canguri abbiamo ri-volato fino a Adelaide e da qui con una seconda macchina in affitto abbiamo raggiunto in solo 2 ore la Barossa Valley, la valle dei vigneti costruita e ideata dai pellegrini tedeschi. Ci è piaciuta moltissimo, i panorami dei vigneti sulle colline assolate è fantastico, tutte le cantine erano aperte e, al contrario del nostro costosissimo chaintishire, qui gli assaggi di vini sono gratis. Noi abbiamo visitato Jacob Creek perché qui in Inghilterra tutti comprano questo vino ma ci sono un sacco di altri posti bellissimi, da non perdere la Seppeltsfield Road, la grande avenue costellata di palme costruita durante la recessione negli anni 30, qui abbiamo pernottato due notti in una attrezzatissimo cabina dotata perfino di vasca jacuzzi e di griglia all’aperto. Prezzi modestissimi. Contentissimi della scelta
Da qui abbiamo proseguito verso Est, per Bridgewater, dove abbiamo altri amici che ci hanno ospitato per 2 giorni, la passeggiata a Cape Bridgewater per vedere le foche vale la pena se non tanto per le foche ma per la presenza di koala (uno ci ha attraversato la stradina durante la passeggiata). Da cape Bridgewater si vedono le foche che nuotano in mare e tante pecore…
E finalmente la Great ocean Road, penso una delle strade più belle al mondo da fare con calma, almeno dire 3 o 4 giorni non come noi in soli 2… Secondo me la parte più bella è quella più vicino a Melbourne dopo Apollo Bay se si viene da Adelaide (qui consiglierei motel in cima alla collina con vista mare), paesini come Torquay valgono uno stop, di domenica abbiamo visto il mercatino sulla spiaggia, qualcosa di stupendo, con cibo musica sole e tutti rilassati a godersi la giornata festiva.
A Melbourne siamo rimasti solo un pomeriggio, carina ma in confronto a Sydney è come Milano in confronto a Roma… non me ne vogliano i milanesi… a Melbourne è molto bella la passeggiata sul fiume, il centro e a noi avevano consigliato Lygoon street perché dopo 4 mesi mi mancava moltissimo un buon piatto di pasta. È piena di ristoranti italiani , tuffatevi solo in quelli in cui vedete australiani ai tavoli perché alcuni sono davvero solo turistici e di italiano penso abbiamo solo i nomi…
La mattina dopo, all’alba di nuovo in una aeroporto abbiamo preso un volo low cost per Cairns (Tiger air che è praticamente come la nostra Ryanair) per fortuna partito e atterrato in orario. Dal fresco Sud della great Ocean road che si affaccia sull’oceano artico alla caldissima e tropicale East Coast, la sensazione è stata bellissima soprattutto pensando che a metà novembre gli amici in Italia e in Inghilterra stavano nel pieno dell’autunno. Temperature a parte Cairns mi ha davvero sconvolto, città carinissima, attrezzatissima per turisti, giovani e per chi ama gli sport. Dal momento che è impossibile fare il bagno nella laguna (non fate come me che ho chiesto alla proprietaria della ns guesthouse se era possibile fare il bagno davanti all’hotel..) per presenze coccodrilliache si sono inventati una piscina mega che si affaccia sul mare, dove ogni giorno a gratis ci sono attività (come aqugym , frequentatissima da turisti e australiani di tutte le età..). Prendete un volantino o leggete i poster vicino alla piscina per le altre attività gratis in giro per Cairns, pilates, yoga etc… 3 giorni valgono la pena. Naturalmente non si viene a Cairns senza fare l’escursione sulla Great ocean reef (la grande barriera corallina), noi abbiamo prenotato sul posto solo un giorno prima (ma informatevi qualora sia alta stagione ) con una nuova compagnia chiamata Reef experience e ci siamo trovati benissimo. Gli animatori sulla nave erano tutti carinissimi , cibo buono e anche vino al tramonto al ritorno… Mark non è un esperto snorkeller come me ed è bastato farlo presente che gli istruttori lo hanno portato sulla barriera corallina con un salvagente. Consiglierei a tutti almeno un giorno di snorkeling, i coralli che ho visto qui non li ho visto nemmeno alle Fiji o ai Caraibi.
Da Cairns il giorno dopo la crociera siamo partiti per il Sud, in progetto di guidare 2000 Km fino a Brisbane in 10 giorni… queste le tappe. Mission beach (tranquilla e piena di fascino)- Airlie beach (incasinatissima di turisti ma stop d’obbligo per la crociera ai Whitesunday) – Yeppon- Harvey Bay e giornata di safari a Fraser Island–Sunshine Coast e Brisbane. Costa Est fantastica, assolutamente da fare per scoprire un po’ l’outback se non si vuole (come noi) andare tropo all’interno nel deserto. Per chi ama il mare, le spiagge, la vita australiana della costa, dei bar, dei barbecue all’aperto sulle spiagge, dei ristoranti vista mare, del fish and chips mangiato in cartoni vicino alle onde… Qui ho assaporato in pieno l’Australian way, abbiamo trovato persone disponibilissime a fermarsi e darci informazioni, pensionati volontari dei centri turistici che ci hanno accolto con i loro bei sorrisi e modi affabili. Siamo stati ancora in campeggi, appartamenti sul mare e Bed e Breakfast di casette bianche vicino alle spiagge, motel con vista mare e balconcini in mezzo alle palme. In ordine: Mission Beach è una spiaggia bella, selvaggia e tranquilla, con i wallaby (i cugini dei canguri) sui campi da golf e ai lati della strada, Airlie Beach è carina ma molto giovanile, per fortuna avevamo un motel un po’ fuori dal centro, da qui si prendono le crociere per il Whitesundays le isole di spiagge bianche, sempre meglio prenotare con compagnie un po’ più costose ma che offrono un servizio migliore. Yeppoon è un paesino tranquillo sul mare naturalmente, scelto solo per chè a metà strada tra Airlie beach e Harvey bay. Quest’ultima da vedere in stagione di balene (finita quando siamo arrivati noi a fine novembre…), qui ci siamo fermati in uno youth hostel attrezzatissimo con camere doppie a buon prezzo. La cittadina in sé non è nulla di che ma al porto ci si imbarca per Fraser Island, annoverata dalle guide tra le 10 cose da vedere in Australia e a ragione… per chi ama i safari 4×4, questa è l’unica isola interamente di sabbia, con le strade solo di sabbia, no cemento. Autorizzati i 4×4 ma noi abbiamo preferito prendere sul posto un viaggio organizzato di 1 giorno con guida, molto caro ma poi abbiamo capito il perché. Ci sono pochissime attrezzature sull’isola se ti inchiodi con la macchina su una strada di sabbia chi viene più a prenderti, ma comunque abbiamo visto gente con la macchina girare l’isola da soli… Un’altra cosa da non dimenticare è che è l’isola dei dinghi, ne abbiamo visto uno sulla spiaggia, cucciolo curioso che ha guardato il nostro bus 4×4 con aria interessata. Bellissima la “superstrada” sulla spiaggia da fare solo a bassa marea, il fiumiciattolo che si incanala nella foresta e il lago Mac Kenzie all’interno di acqua verdissima con una spiaggia di sabbia purissima annoverata come miracolosa. Contenti della nostra guida siamo tornati al tramonto a Harvey Bay e il giorno dopo, di nuovo partenza questa volta per la mitica Sunshine Coast. Ci avevano descritto Noosa la capitale della Sunshine coast come città turistica da evitare ma devo dire a me è piaciuta moltissimo, beach culture, bella spiaggia, (di onde altissime), promenade di bellissimi negozi (inavvicinabili per i prezzi ma molto di buon gusto) e come al solito bar , ristoranti etc…. se dovessi ripetere il viaggio mi fermerei qui per una notte … invece abbiamo proseguito per una cittadina vicino a Mooloolaby e fermati in un grazioso BB di amici di amici. Prezzo ragionevolissimo e colazione galattica. Anche Moolalaby da vedere, da fare un bagno sulle onde altissime, mangiare un gelato o fermarsi in un fish and chips.
A Brisbane siamo praticamente arrivati di notte e non abbiamo visto molto ma non mi è sembrata niente di speciale, bello il panorama del ponte illuminato. Da Brisbane di mattina volo , ahimè, per l’ultima destinazione australiana, la spumeggiante, fantastica mitica Sydney che mi ha stregato. Sarà stato per il clima prenatalizio, per i grandi babbi natale galleggianti a Darling Harbour, per i locali che servono ostriche e granchi, sarà per i quartierini che conservano l’aria coloniale inglese che fa impazzire mio marito Mark a Sydney emigrerei se avessi 20 anni di meno… da vedere tutto qui. l’Opera house, passeggiata sull’Harbour Bridge, bellissimi i giardini botanìci (consiglio la visita alla casa del governatore dello stato che è ancora in uso), da fare la gita in traghetto per le foto migliori ( se si prende una carta giornaliera o settimanale della metro questo tratto è incluso). Curioso il mercato del pesce un po’ fuori dal centro, in cui i cinesi si comprano gamberoni e se li mangiano in fretta e furia prima che i giganti gabbiani gli planino addosso per rubarglieli dai piatti, il museo marittimo con tanto di ricostruzione della nave del capitano Cook e vero sottomarino. Merita la zona dei The Rocks , dove ancora si vedono i cottage dei primi settlers, il museo, la prima chiesa dei pellegrini. La sera è magica, siamo rimasti fuori solo una sera perché eravamo ospiti di amici , ma quella sera era il primo sabato di dicembre e allora Santa Fest, la parata dei babbi natali acquatici, babbo natale sugli sci d’acqua, babbi natale sulle barchette a motore, parata di personaggi natalizi di Walt Dysney, del coro dei giovani di Sydney che ci canta i carrolls le canzoni natalizie inglesi. E il gran finale: uno degli spettacoli più impressionanti che ho visto in vita mia: i fuochi artificiali sul Darling Harbour che iniziano con l’incendio dell’albero di natale, e continuano con spettacoli pirotecnici per un’ora buona, siamo tutti catturati da quest’atmosfera magica e alla fine nessuno può o vuole credere che è arrivato il tempo per alzarsi dalle postazioni sul molo. Ho tanto amato Sydney, il simbolo della vita australiana che per la prima volta in vita mia piango sull’aereo che il giorno dopo ci strappa dal paradiso terrestre… Ma ci torneremo, mi rassicura il marito, ci torneremo forse per un ultimo dell’anno, in piena estate per vedere i fuochi sull’harbur, per riabbracciare i nostri meravigliosi amici che hanno reso questo tempo in Australia il viaggio più bello che io e Mark abbiamo fatto insieme.
Da Sydney voliamo in Nuova Zelanda a Christchurch, sono tre ore circa per cui fattibilissimo. In Nuova Zelanda abbiamo solo 12 giorni a disposizioni, decisione presa perché mio marito Mark ci è già stato nel 2009, almeno così programmiamo di vedere solo le cose più belle (anche se cmq penso per chi la volesse bene tutta almeno 3 settimane siano d’obbligo). Noi abbiamo deciso di fare prima l’isola Sud (considerata da tutti come la più bella per turisti) e poi quella Nord (consiglio di un neozelandese incontrato sull’aereo: 2/3 al Sud 1/3 al Nord) Nella capitale ci aspetta un’amica che si offre subito di farci da guida in quella, che dopo il terremoto del 2010, è una città fantasma. Doveva sicuramente essere bellissima , con la sua cattedrale, i palazzi storici del centro le passeggiate a bordo fiume. Peccato che molti turisti ad oggi la evitano, ma è da capire.
Da qui il giorno dopo partiamo per Queenstown, la cittadina sul lago talmente bella che le è stato dato il nome di città regina, e a buon merito, secondo me la cittadina più bella della NZ. Ci fermiamo in un hotel con vista lago, il Rydges buonissimo per rapporto qualità prezzo. Le camere sono belle e quasi tutte con balconcino sul lago. Da qui una passeggiata borgo lago e sei nella bellissima cittadina, piena di pub e ristorantini sul lago. Da non perdere la gita con battello a motore sull’altra sponda del lago dove si visita una fattoria di pecore. E se si hanno energie a sufficienza il giro bordo lago che porta ai giardini innalzati e a spiaggette bianche, perfette per foto ricordo.
Due giorni a Queenstown per rilassarsi prima di tornare verso Nord sulla costa ovest dove ci aspettano i ghiacciai. Il Franz Joseph Glacier, rigorosamente da scalare a piedi almeno fino al punto da cui si possono fare foto ravvicinate. Ci sono anche passeggiate e trekking per esperti che penso si debbano prenotare un po’ in anticipo. Vicino al Franz Joseph sosta obbligata al bellissimo lago Matheson, quello da cartolina, sperando in una bella giornata di sole quelle in cui con un po’ di fortuna si scatta la foto da un milione di dollari, le vette innevate che si riflettono sul lago. Nel pomeriggio guidiamo fino a Hokitika, una cittadina carina sul mare (qui il mare è il mare di Tasmania, paesaggi bellissimi ma freddi, ma per chi come a noi piace il Mari Nordici ha un sacco di fascino) . Hokitika famosa per la giada, compriamo dei bellissimi orecchini con la giada lavorata dai Maori. Seguendo la nostra infallibile guida (Lonely Planet) decidiamo di andare a scoprire un motel cinque stelle, il Station Inn, (con annesso ristorante da premi per migliore cucina), camere stupende, colline rollanti, lama che pascolano davanti alla finestra e vista sul mare in lontananza. Sempre Costa Ovest ci dirigiamo ancora a Nord e ci fermiamo a Punakiki alle pancakes Rocks, passeggiate di 30 minuti per ammirare le formazioni strane e inspiegabili di roccia che assomigliano ad una torta con strati di pancakes. Poi proseguiamo per Abel Tasman Park, uno dei parchi più belli della Nuova Zelanda, con in mente di prendere il traghetto la mattina dopo che ci porta in mezzo al parco. Anche qui troviamo (sempre per suggerimento della Lonely Planet) un carinissimo motel, l’Equestrian pulitissimo e gestito da una simpatica coppia inglese, preparata nel dare consigli per le gite a Abel Tasman (prenotabili anche tramite loro). all’Abel Tasman ho fatto uno dei trekking più belli, il traghetto ti ferma in un punto la mattina (ci sono diverse scelte, dipende da quanto km si vuole camminare) e ti riviene a prendere il pomeriggio (ci sono vari orari) in un diverso punto, quindi non devi fare il sentiero due volte. Si passa per la foresta pluviale e i tragitti passano sopra spiagge fantastiche, mare blu cobalto, e in mezzo ad una vegetazione lussureggiante. Se si ha anche il bonus del sole i colori acquistano sfumature sgargianti. Il giorno dopo il trekking ripartiamo con destinazione Picton, il porto dove si prende il traghetto per l’isola Nord. Sulla strada facciamo due soste che si rivelano azzeccate. Havelock, la capitale mondiale della cozza vale una visita se chi ama le cozze come noi, non vedrete mai più delle cozze così giganti e Marlborough la valle dei vigneti. Anche qui come in Australia gli assaggi sono gratis, ci fermiamo ad assaggiare i formaggi alla Veranda, ristorante francese con buonissimi vini e dessert e personale carinissimo e la sera arriviamo a Picton dove avevamo prenotato un motel vista mare con un terrazzino sul porto.
Sull’isola Nord abbiamo ahimè solo 3 giorni a disposizione, così organizzati. Primo giorno Wellington dove vecchi amici ci portano in giro per la zona del porto, che vale una bella passeggiata con gelato o bicchiere di vino finale, per il centro cittadino, pieno di caffè e ristoranti e centri commerciali. Secondo giorno proseguiamo per Rotaruha, qui decidiamo di fare il tour costosissimo dei gaiser naturali, le guide sono tutte maori, molto business minded, ma almeno questo è il primo posto a parte i musei, dove sentiamo la storia della nuova zelanda raccontata dal punto di vista dei suoi aborigeni. Il terzo giorno ripartiamo per la meta finale: Auckland, città bellissima, da vedere le spiaggette bianche e i punti di vista panoramici sulle colline. Giudizio finale: la Nuova Zelanda è una terra fantastica, piena di posto meravigliosi, poco conosciuti, perfetta per gli amanti della natura che vogliono fare trekking, per vedere posti totalmente diversi dall’Europa.
Nel viaggio di ritorno verso l’Europa facciamo una sosta di 4 giorni alle isole Fiji, descrivibili in una sola parola: il paradiso in terra. Per chi stesse organizzando una vacanza alle Fiji una cosa è da ricordare, non prenotate assolutamente resort nelle prime isole quelle vicino al porto di Denerau, perché, come ho letto da qualche parte,: perché stare in un posto qualunque se a poche ore di distanza potete essere in paradiso? Niente di più vero, il nostro resort il Nauya Island resort alle isole Yasawa è fantastico, solo 11 tipiche casette sugli alberi costruite in perfetto stile fijano. Questo significa che solo 24 ospiti possono usufruire delle strutture del resort (lettini, amache, piroghe, maschere e pinne). Il cibo era fantastico, colazione imperiale inclusa. La barriera corallina è a un tiro di sasso dalla spiaggia, un sacco di pesci colorati e se si gira l’angolo e ci si avventura al di là degli scogli la barriera corallina è ancora intatta. Sull’altro capo dell’isola c’è una spiaggia che si chiama Blue Lagoon, simile a quella usata per girare l’omonimo film. Insomma se si sceglie l’isola giusta e come ripeto, non quelle vicino al porto, l’avventura alle Fiji vale tutte le ore di volo che richiede.
Le ultime tappe del nostro viaggio in giro per il mondo sono Los Angelse, San Francisco e New York, e poi finalmente prima di Natale ritorno in Europa!